Applicazione di Tape Neuro Muscolare

IL TAPE NEURO MUSCOLARE NELLE PATOLOGIE
MUSCOLO TENDINEE DI SPALLA NELLO SPORT
GERARDO CAPALDO – FISIOTERAPISTA ASL 3 «VILLA DE MARI»
COSA È IL TAPE NEURO MUSCOLARE
(TNM)
▪ è una tecnica correttiva meccanica e sensoriale che utilizza stimoli decompressivi o
compressivi
▪ è una tecnica basata sui processi di guarigione naturale del corpo
▪ si usa un nastro adesivo elastico con spessore e peso paragonabili a quelli della cute
umana, con il 40% di elasticità unidirezionale, traspirante, resistente all'acqua e
utilizzabile per più giorni
▪ con l’applicazione del tape si formano pliche cutanee che durante il movimento
corporeo facilitano il drenaggio linfatico, favoriscono la vascolarizzazione sanguigna,
riducono il dolore, migliorano il range di movimento muscoloarticolare e la postura.
COSA NON È IL TAPE NEURO MUSCOLARE
(TNM)
▪ Non è una terapia sostitutiva delle altre tecniche riabilitative
▪ Non è un cerotto medicato o farmacologico
▪ Non è pensato per fermare meccanicamente il movimento dell’articolazione o dei
tessuti del corpo ma offre uno stimolo propriocettivo attraverso la pelle
COSA NON È IL TAPE NEURO MUSCOLARE
(TNM)
▪ Non è un prodotto da automedicazione, in quanto richiede una formazione specifica
per l’applicazione ed una valutazione funzionale da parte del fisioterapista
COSA FA IL TAPE NEURO MUSCOLARE
(TNM)
▪ offre una stimolazione meccanica in grado di creare spazio nei tessuti
▪ aiuta a ridurre il dolore
▪ riduce l’edema e gli ematomi rimuovendo la congestione venosa e linfatica
▪ riduce l'infiammazione locale
▪ normalizza la tensione muscolare
▪ migliora il ROM
COSA FA IL TAPE NEURO MUSCOLARE
(TNM)
COSA FA IL TAPE NEURO MUSCOLARE
(TNM)
48 ore dopo l’applicazione
IN AMBITO ORTOPEDICO-SPORTIVO
ORTOPEDICO
IL
TNM VIENE UTILIZZATO PER PATOLOGIE
▪ Muscolari: contratture muscolari, contusioni, elongazioni, sovraccarichi, fasciti
▪ Tendinee
▪ Articolari: traumi distorsivi, traumi contusivi, borsiti
LETTERATU
RA
LETTERAT
URA
Search: ("Athletic Tape"[Mesh]) AND "Shoulder Joint"[Mesh]
25 soggetti sani
LETTERAT
URA
Search: ("Athletic Tape"[Mesh]) AND "Shoulder Joint"[Mesh]
38 soggetti, randomizzato in doppio cieco con gruppo di controllo
LETTERAT
URA
Search: "kinesiotape AND shoulder "
49 soggetti sani, randomizzato con gruppo di controllo
▪ Numerosi sport sono caratterizzati da specifici gesti atletici che comportano movimenti
ripetuti dell'arto superiore al di sopra della testa: essi sono definiti complessivamente con il
termine anglosassone overhead.
▪ Il modello biomeccanico che assimila tra loro questi sport è quello del lancio, come nel basket,
nel baseball, nei concorsi di atletica (peso, disco, martello, giavellotto), nel tennis, nel nuoto,
nella pallavolo, nella pallanuoto, nel free climbing e in taluni esercizi anche nella ginnastica e
nel golf.
Negli atleti overhead si registra un'incidenza particolarmente elevata di lesioni a carico della
spalla, la cui suscettibilità patologica è legata all'intrinseca mancanza di stabilità statica e alla
complessità della stabilità dinamica, che dipendono dalla sua particolare anatomia e dagli
estesissimi gradi di movimento consentiti.
Il tape neuro muscolare, come coadiuvante della terapia riabilitativa e
previa valutazione funzionale, può quindi ad esempio essere inserito
con il duplice scopo di:
- Offrire stimoli in decompressione sulla muscolatura più potente e/o
congesta (tecniche in decompressione)
- Generare stimoli propriocettivi sulla muscolatura più debole e/o
ipotonica (tecniche in compressione)
Nuova ipotesi patogenetica della spalla dolorosa
ata ipotizzata una nuova teoria patogenetica, che individua il difetto
omopatologico in uno squilibrio pressorio che interessa l’articolazione e
rutture periarticolari.
difetto è conseguente ad una riduzione del flusso ematico a discapito del
o superiore dell’articolazione (che si accentua con l’età) fino ad arrivare ad
squilibrio idrico – metabolico che mette in sofferenza le fibre sensitive
enti in quella zona.
ndo questa teoria elaborata dal Dott. Perrino presso l’Ospedale di Asola
) la sindrome dolorosa che affligge la spalla non sarebbe dovuta
“lesione dei tendini della cuffia dei rotatori”, né alle “calcificazioni
articolari o peritendinee”, né al “restringimento dello spazio
oacromiale”, ma ad una variazione pressoria all’interno della spalla, con
eguente alterazione dell’assetto strutturale e funzionale. La variazione di
sione (conseguente a variazione di flusso fra tessuti anatomici contigui)
ta” le fibre nervose sensitive che trasmettono l’insulto (sintomo
roso) al cervello «indipendentemente dalla presenza o meno
ndinopatie, calcificazioni, o impingement che, se presenti,
resenterebbero solo un reperto occasionale».
Sul muscolo Sovraspinato
▪ «…il sovraspinato ha una emivita che si aggira fra i 35 e 50 anni. A partire da questa
età inizia una degenerazione fibrotica delle fibre muscolo-tendinee
muscolo
conseguente a
progressiva riduzione di flusso ematico che agisce su un territorio già scarsamente
irrorato.
▪ Di norma la fase di involuzione (trasformazione delle fibrocellule in tessuto
fibroso) può durare dai 5 ai 15 anni e si esaurisce con la perdita della funzione
abduttoria del sovraspinato.
▪ A partire da questa età il muscolo perde progressivamente la capacità contrattile
per sostituzione delle fibrocellule muscolari con tessuto ialino – connettivale – lasso
(che non è estensibile)»
Il Sovraspinato muore
(di morte naturale)
E’ una «morte funzionale» provocata dal processo di fibrotizzazione.
Sovraspinato e deltoide
I due muscoli deputati alla abduzione della spalla esplicano la stessa funzione durante
la nostra vita, ma a dominanza contrapposta: cioè con intensità differente a secondo
dell’età dell’organismo. Il deltoide aumenta la sua potenza con crescere dell’età e poi si
stabilizza. Nello stesso arco di vita il sovraspinato perde la sua efficienza, si fibrotizza
fino ad esaurire la sua funzione (morte fisiologica precoce) .
In età adulta l’abduzione dell’arto superiore è sostenuta solo dal deltoide.
Sovraspinato
Deltoide
Sulla Sindrome da conflitto
«…L’impingement descritto da Neer è solo una fantasiosa interpretazione di un
riscontro strumentale che appare e scompare a seconda delle inclinazioni degli
strumenti radiografici e delle posizioni assunte dal paziente durante gli esami…»
Sulla Periartrite calcifica
«Per quanto riguarda le calcificazioni periarticolari o tendinee è noto a tutti gli
operatori sanitari la loro presenza in spalle assolutamente sane
Queste calcificazioni niente hanno a che vedere con la “spalla dolorosa”, tanto è vero
che possono persistere anche dopo l’intervento chirurgico o lavaggio articolare o
altro, senza che il paziente avverta alcun dolore.
In altri casi invece può persistere il sintomo doloroso anche dopo la rimozione delle
calcificazioni. In pratica le calcificazioni periarticolari sono molto comuni in soggetti
sani. Solo una piccola percentuale di questi presenta anche una sintomatologia
dolorosa della spalla . La percentuale di spalle dolorose con calcificazioni periarticolari
(periartriti calcifiche)) che guarisce spontaneamente (senza rimozione della
calcificazione) è nettamente superiore alle spalle operate.»
operate
Sulle Lesione tendine e/o tendinosi del sovraspinato
« …trattasi di alterazioni anatomiche che possono essere presenti o meno nella
“spalla dolorosa” ma non ne sono la causa . Molte Ecografie e/o Risonanze
(eseguite per altri motivi) mostrano le stesse lesioni in pazienti che non hanno
mai lamentato disturbi alla spalla ed in alcuni casi svolgono attività lavorative o
sportive che impegnano seriamente l’articolazione della spalla …»
«…E’ bene ricordare che, una volta in tendinosi, il sovraspinato non esercita più
alcuna funzione (avendo
avendo perso la capacità contrattile per sostituzione delle
fibrocellule muscolari con fibre connettivali ialine).
ialine In pratica per la spalla nulla
cambia se il tendine è degenerato (tendinosi), lesionato o rotto….»
«…Molte spalle operate nel migliore dei modi (tenorrafia
(
artroscopica)
continuano ad essere dolorose anche dopo l’intervento. Altre spalle, ove il
tendine viene lasciato rotto (senza intervento chirurgico) molto spesso
riprendono la loro funzione senza dolore…»
nfine…
«la
la crescente diffusione di tante terapie chirurgiche sia anche conseguenza inevitabile di una Riforma
Sanitaria che ha trasformato gli Ospedali e le Case di Cura (ormai tutte convenzionate) in Aziende, ove
a produttività (e spesso la stessa sopravvivenza) è rapportata quasi esclusivamente all’atto operatorio.
Come in un supermercato, ad ogni intervento è stato messo un cartellino (rimborso regionale) che ne
ndica il prezzo (DRG)…»
«…Chirurgia vista non più come un “mezzo” per raggiungere la guarigione (il fine), ma come un
“fine”: indispensabile per la sopravvivenza economica delle strutture sanitarie. Anche perché i
rimborsi regionali (DRG) non tengono conto del risultato terapeutico.
Ciò che conta è l’atto chirurgico. La programmazione degli Ospedali pubblici e convenzionati viene fatta
n funzione della terapia chirurgica. Si riducono i posti-letto,
letto, si accorpano i reparti e si costruiscono
nuove sale operatorie .
Nessuna struttura per acuti può sopravvivere senza una intensa attività chirurgica.
Non esiste più una progressione terapeutica perché una patologia che guarisce con terapia incruenta
si ripercuota negativamente sull’intero complesso economico sanitario. Viceversa una terapia
chirurgica che non sortisce effetti sperati (dal paziente) incrementa l’economia della struttura perché il
reintervento porta ad un raddoppio del rimborso regionale (due interventi per una stessa patologia atti anche a breve distanza di tempo - vengono rimborsati due volte).
l paziente non c’entra niente, non è richiesto un suo giudizio sulla efficacia della terapia …».
Dott. Claudio Perrino
Medico – Chirurgo
Specializzato in Ortopedia e Traumatologia
Specializzato in Fisiatria (Fisiokinesiterapia)
Idoneità nazionale a Primario Ortopedico
Idoneità nazionale a Primario Fisiatra
Dirigente (e Responsabile ff) Divisione Ortopedia Ospedale di Asola (26 anni di sala operatoria)
Responsabile Servizio Fisiokinesiterapia ed Elettromiografia
Nel Marzo 2010, in segno di protesta, per mancata realizzazione Commissione
scientifica (proposta da Istituto Superiore di Sanità) e mancata realizzazione del Centro
di Patologia della spalla, presenta dimissioni Ospedale di Mantova
E quindi?
APPLICAZIONI 1/13
Applicazione in decompressione su
muscolo deltoide (taglio «a Y»). Tensione
0%
▪
Borsite sottoacromiale
▪
Riabilitazione post traumatica e postoperatoria della spalla
▪
Rigidità della spalla e riduzione del range
▪
Sindromi da conflitto
▪
Tendinopatie della cuffia
Step 1
Misurazione: da 5 cm sotto la V deltoidea
a 2,5 cm oltre l’art. acromionclaveare
APPLICAZIONI
Step 2
Paziente con braccio in posizione
naturale lungo il fianco. Il fisioterapista
applica l’ancoraggio al di sotto e
lievemente avanti la V deltoidea
lasciando le due code libere
APPLICAZIONI
Step 3
Posizionare l’arto in flessione di spalla e
gomito. Applicare il nastro contornando il
ventre muscolare posteriore. Tensione
0%
APPLICAZIONI
Step 4
Abdurre ed estendere il braccio.
Applicare il nastro contornando il ventre
muscolare anteriore. Tensione 0%
APPLICAZIONI
Anteriore
Posteriore
APPLICAZIONI 2/13
Applicazione in decompressione su
muscolo grande romboide (taglio «a X»).
Tensione 0%
▪ Dolore interscapolare
▪ Riabilitazione post traumatica e postoperatoria della
spalla
▪ Rigidità della spalla sintomatica
APPLICAZIONI 3/13
Applicazione in decompressione su
muscolo infraspinato (taglio «a W»).
Tensione 0%
▪ Capsulite adesiva
▪ Tendinopatie della cuffia
▪ Ridotto range di movimento
APPLICAZIONI 4/13
Applicazione in decompressione su
muscolo grande rotondo (taglio «a I»).
Tensione 0%
▪ Capsulite adesiva
▪ Sindromi da conflitto
▪ Tendinopatie della cuffia
▪ Sindromi dolorose da gioco del golf o baseball
APPLICAZIONI 5/13
Applicazione in decompressione su
muscolo piccolo pettorale (taglio «a Y»).
Tensione 0%
▪ Dolore anteriore alla spalla
▪ Dolore dorsale medioscapolare
▪ Facilitazione dell’espansione della cavità pettorale
APPLICAZIONI 6/13
Applicazione in decompressione su
muscolo elevatore della scapola (taglio
«a Y»). Tensione 0%
▪ Sindromi da conflitto
▪ Riabilitazione post traumatica e post operatoria
APPLICAZIONI 7/13
Applicazione combinata in decompressione
su muscolo deltoide e muscolo
sovraspinato (taglio «a Y»). Tensione 0%
▪
Sindromi da conflitto
APPLICAZIONI 8/13
Applicazione combinata in decompressione
su muscolo deltoide e trapezio superiore
(taglio «a Y»). Tensione 0%
▪
Sindromi da conflitto
APPLICAZIONI 9/13
Applicazione combinata in decompressione
su muscolo bicipite brachiale e
sovraspinato (taglio «a Y»). Tensione 0%
▪
Sindromi da conflitto
APPLICAZIONI 10/13
Applicazione in decompressione su muscolo
deltoide ant. e post. (taglio a «ventaglio a
cinque»). Tensione 0%
▪
Capsulite della spalla (Frozen shoulder)
APPLICAZIONI 11/13
Applicazione combinata: correzione in
extrarotazione e correzione muscolo
deltoide, in compressione (taglio «a Y»)
▪ Spalla anteposta
Nero: tensione 25 – 50%
Azzurro: tensione 0%
Questa applicazione, fornendo un certo grado di compressione, non può
essere mantenuta costantemente per lungo tempo. Viene quindi utilizzata
solo durante l’attività sportiva.
APPLICAZIONI 12/13
Applicazione combinata: stabilizzazione
testa omerale, in compressione (taglio «a
I»).
▪ Instabilità di spalla postraumatica
Azzurro: tensione 50%
Rosso: tensione 50%
Questa applicazione, fornendo un certo grado di compressione, non può
essere mantenuta costantemente per lungo tempo. Viene quindi utilizzata
solo durante l’attività sportiva.
APPLICAZIONI 13/13
Applicazione linfatica in decompressione
(taglio «a ventaglio a cinque»). Tensione 0%
▪ Facilitare il drenaggio dell’arto superiore
GRAZIE
Gerardo Capaldo
Asl 3 Polo Riabilitativo Villa De M
Genova Pra
Does Kinesio taping in addition to exercise therapy improve the outcomes in subacromial
impingement syndrome? A randomized, doubledouble-blind, controlled clinical trial.
Şimşek HH1, Balki S, Keklik SS, Öztürk H, Elden H.
Acta Orthop Traumatol Turc. 2013;47(2):104-10.
▪ Negli sport e nelle attività che prevedono l’elevazione frequente o protratta degli arti
superiori, è possibile che si verifichi un affaticamento più marcato dei deboli extrarotatori
rispetto al deltoide e al gran pettorale,, con una conseguente ipostenia relativa dei
depressori rispetto agli elevatori della testa omerale. Questa situazione può esitare
facilmente in un conflitto dovuto all’ascesa della testa omerale.
▪ Nelle discipline di lancio questa “overuse syndrome” ha due momenti eziopatogenetici: il
primo nella fase di “late cocking”,
”, quando il muscolo sottoscapolare si contrae per
arrestare l’extrarotazione; il secondo nella fase di decelerazione (dopo il lancio), quando la
vigorosa contrazione eccentrica del sovraspinato impedisce l’eccessiva intrarotazioneintrarotazione
adduzione dell’arto e si oppone alla diastasi dei capi articolari. Oltre all’affaticamento
muscolare dei rotatori questi gesti potrebbero determinare anche una sofferenza tendinea
da ipersollecitazione in trazione responsabile di quelle lesioni parziali della cuffia che talora
si osservano negli atleti. Tali lesioni interessano tipicamente la faccia capsulare del tendine,
probabilmente perché meno vascolarizzata.
Sul muscolo Sovraspinato
▪ «…il sovraspinato ha una emivita che si aggira fra i 35 e 50 anni. A partire da questa età
inizia una degenerazione fibrotica delle fibre muscolo-tendinee
muscolo
conseguente a
progressiva riduzione di flusso ematico che agisce su un territorio già scarsamente
irrorato. La degenerazione involutiva (spesso con lesione successiva) inizia dal tratto
distale (zona critica) per due motivi:
▪ 1) Trattasi di una zona già scarsamente irrorata fin dalla nascita, ove, a partire dai 40 –
45 anni di età le arterie vanno incontro ad un invecchiamento precoce con ispessimento
ed indurimento delle pareti medie e conseguente riduzione ulteriore del flusso
ematico. In carenza di ossigeno e metaboliti le fibrocellule muscolari si “adattano”
andando incontro a trasformazione fibrotica.
▪ 2) Fenomeno chiamato wringing out,, (compressione della testa omerale col braccio
addotto e conseguente riduzione di apporto ematico).
ematico La riduzione (fisiologica) del
metabolismo (ed ossigenazione) porta alla sostituzione delle fibrocellule muscolari con
fibre connettivali ialine.
Di norma la fase di involuzione (trasformazione delle fibrocellule in tessuto fibroso) può
durare dai 5 ai 15 anni e si esaurisce con la perdita della funzione abduttoria del
sovraspinato. A partire da questa età il muscolo perde progressivamente la capacità
contrattile per sostituzione delle fibrocellule muscolari con tessuto ialino – connettivale –
lasso (che non è estensibile)