L'Astronomia dei Celti Stefano Spagocci GACB I Celti: Popolamento Il Cielo nell'Età del Ferro • La nostra indagine si concentra in centro Europa, nel V sec. a.C. • Il relativo cielo può essere simulato e risulta, tra le altre cose, che la Stella Polare era sostituita da Kochab (Orsa Minore) e che costellazioni come la Croce del Sud erano visibili. • Probabilmente i Celti erano interessati solo a stelle più luminose della magnitudine 3. Visti da Greci e Romani • Cesare cita spesso il druido Diviziaco e testimonia la competenza dei Galli nello studio del moto degli astri e delle dimensioni della Terra. • Diodoro Siculo attesta l'uso, da parte del Celti britannici, dell'osservatorio megalitico di Callanish (300 a.C.) Visti da Greci e Romani • Strabone accenna ad una cosmologia celtica. • Diogene Laerzio e Clemente Alessandrino, citando rispettivamente Aristotele e Pitagora, mettono i Celti (assieme a Caldei, Indiani ed Egizi) tra i fondatori della filosofia naturale, prima dei Greci stessi. Visti da Greci e Romani • Ammiano Marcellino e Ippolito Romano testimoniano gli stretti rapporti tra druidi e pitagorici. • Plinio ci informa del rito di raccogliere il vischio bianco la notte del primo quarto di Luna, con un falcetto dorato, da parte di druidi vestiti di bianco. Il Metodo Scientifico • Gaspani ha dimostrato che, adottando quale unità temporale semplicemente il giorno e la notte e stimando le posizioni a occhio, i cicli solari (in 100 anni di osservazioni) potevano essere conosciuti con 1 decimale (15 minuti di precisione) ed i lunari con 3 decimali! • Si trattava comunque di leggi empiriche, senza una teoria fisica sottostante, ma questo vale per tutti gli antichi. Le Feste Celtiche • 4 feste celtiche che indicavano le stagioni climatiche e non quelle astronomiche. • Samain (1 Novembre), Imbolc (1 Febbraio), Beltane (1 Maggio), Lughnasad (1 Agosto). • Samain = inizio stagione oscura, Imbolc dedicata a Brigh (principale dea femminile e guaritrice), Beltane = inizio stagione luminosa, dedicato a Belenos (dio guaritore), Lughnasad dedicato a Lugh (principale dio maschile). Le Feste Celtiche • Gaspani propone siano legate alle levate eliache (sorgere appena prima del Sole) di Antares, Capella, Aldebaran, Sirio. • Sirio stella più luminosa, legata a Lugh. Capella, un po' meno luminosa, legata a Brigh, gialla come la dea delle messi, quale era Brigh. Antares, rosso fuoco, legata a Beltane, in cui si accendevano fuochi rituali. Le Stagioni Celtiche • Esistevano solo una stagione chiara ed una scura. • Questo è attestato dallo zodiaco di Le Grand (I sec. d.C.), diviso in due metà, che ci dice anche che l'estate e l'inverno iniziavano rispettivamente col Sole in Toro e Scorpione. • Quindi erano scandite dalle levate eliache e dalle 4 feste celtiche e l'anno iniziava in Novembre (attorno al 15). Il Calendario di Coligny Il Calendario di Coligny • Scoperto nel 1897 a Coligny, nel sud della Francia. • Tribù degli Ambarri, II sec. d.C., ma si pensa che sia la trascrizione di un calendario mnemonico del V sec. a.C. • 5 anni, ciascuno di 12 mesi, alternativamente di 30 e 29 giorni, più 2 mesi intercalari di 30 giorni, ogni 2.5 anni. Il Calendario di Coligny Il Calendario di Coligny • E' un calendario a base lunare, con un anno di 355 giorni, per ragioni rituali (vd. calendario islamico) e per una possibile influenza megalitica. • Per rimettere in fase Luna e Sole (altrimenti col tempo si avrebbe estate a Gennaio!), in una prima fase si aggiunsero mesi intercalari. • 12 giorni di differenza in un anno, 30 giorni in 2.5 anni, da cui il mese intercalare. Il Calendario di Coligny • 7 mesi da 30 giorni (fausti = mat), 5 mesi da 29 giorni (infausti = anmat). • Dovrebbero essere 6 + 6, per riprodurre i 29.5 giorni del mese sinodico lunare. • Gaspani ha però calcolato che, con la scelta 7 + 5, 29.6 giorni, si riproduce quello che è più probabile che i druidi abbiano osservato, date le approssimazioni del loro metodo. Il Calendario di Coligny • Mesi divisi in prima quindicina (luminosa) e seconda quindicina (atenoux = ritorno all'oscuro). • In una fase successiva si aggiunse semplicemente un giorno in più al mese e si crearono 8 o 9 giorni “vuoti” ogni 5 anni (struttura 9 + 9 + 9 + 8 + 8). • In tal modo calendario lunare e solare erano in accordo entro un giorno! Il Calendario di Coligny • Secondo Plinio (e Gaspani), un mese iniziava con il primo quarto lunare e la seconda quindicina con l'ultimo quarto lunare. • Saeculum = periodo di 30 anni per i Celti: infatti, dopo 30 anni, Luna e Sole ritornano in fase. Il Calendario di Coligny • Erano segnalate anche le eclissi di Luna (un'eclissi si ripete approssimativamente dopo 6 mesi ma l'eclisse può anticipare di 1 mese o possono esserci 2 eclissi a distanza di un mese, il che era segnalato dal calendario). • In realtà il calendario mostra il ciclo lunare e la conversione tra ciclo lunare e ciclo solare era effettuata, per Gaspani, mediante una tabella (scambiata per il mese intercalare)! Orientazioni Astronomiche • Nemeton (recinti) di Libenice e Zavist (Boemia, circa 500 a.C.) • Libenice: asse principale lungo la levata eliaca di Orione e Samain, tomba di druidessa lungo la direzione nord/sud, buche di palo lungo le 4 feste celtiche e, sorprendentemente, lungo la variabile Mira Ceti! • I druidi furono forse attirati dalla sua luminosità variabile: i Celti furono i primi variabilisti! Orientazioni Astronomiche • Zavist: piattaforma triangolare di osservazione, i cui lati traguardano le 4 feste celtiche e le principali direzioni solari e lunari. • Bibracte (Francia, I sec. a.C.): vasca monumentale ellittica, con l'asse minore che punta verso Samain, costruita secondo il triangolo pitagorico 3,4,5. • Quindi si ha uno scorcio sulla geometria celtica, presumibilmente assai sviluppata. Orientazioni Astronomiche • Si ritiene che Zavist e Libenice siano stati abbandonati perchè i locali Galli Boi partirono per la Pianura Padana (Emilia). • Gaspani ha studiato, con un modello matematico e dati paleoclimatologici, la nuvolosità del cielo nel IV sec a.C.: in quel secolo vi furono molte più nubi, dunque i due siti possono essere stati abbandonati perchè non più utili per le osservazioni. Il Nemeton di Libenice Il Cielo sulle Monete Celtiche • Gaspani ha anche studiato i riferimenti astronomici sulle monete celtiche (principalmente nel I sec. a.C.) • Riscontri ottenuti dal confronto con gli annali cinesi e coreani, tradizionalmente molto dettagliati ed estesi su secoli. Il Cielo sulle Monete Celtiche • Comete: rappresentate la cometa di Halley (87 a.C., Coriosoliti, Bretagna), una cometa tra due stelle e le tre comete comparse in un anno (Celti delle Isole del Canale), una cometa senza chioma (Edui, Gallia). • Novae: la stessa nova (o supernova) rappresentata su monete dei re britannici Tincommius e Tasciovanus. Il Cielo sulle Monete Celtiche • Congiunzioni planetarie: Marte, Venere, Giove e Saturno, in congiunzione, mostrati su monete dei Vindelici (Germania del sud) e del Norico (Austria). • Eclisse di Sole mostrata in una moneta degli Unelli (78 a.C., Normandia). • Esistono molti altri esempi. Le identificazioni con i singoli oggetti e fenomeni sono ovviamente solo probabili. Il Cielo sulle Monete Celtiche Il Culto dei Morti • Consideriamo il tumulo funerario di Glauberg (presso Francoforte, Germania, VI-V sec. a.C.) • Sono da mettere in rilievo una vasca di pietra, le buche di pali che delimitano una possibile costruzione rettangolare in legno e due tombe. Il Culto dei Morti • Vasca e costruzione: forse veri e propri osservatori, orientati sulle varie direzioni solari e lunari. • Tombe: orientate rispettivamente sul sorgere del Sole al solstizio d'inverno e sul sorgere della Luna nel suo punto estremo sud. Influenze Culturali • L'astronomia dei Celti presenta sia caratteristiche “a cielo aperto”, tipiche degli Sciti (con cui furono a contatto, data la comune origine indoeuropea), sia di “astronomia di orizzonte”, tipica dei Megalitici (da cui molti Celti discendevano), sia di modellizzazione matematica, tipica dei Greci e, prima, dei Babilonesi (acquisite, forse, attraverso Focea, l'attuale Marsiglia, colonia greca in terra gallica). Conclusioni • I Celti non erano per nulla barbari rozzi ed incivili! • Sono stati influenzati da Greci e (forse) Sciti e Megalitici ma potrebbero aver insegnato qualcosa ai Greci stessi! • Le loro capacità sono attestate specialmente dai Greci ma persino dai loro nemici Romani!