Scoperto all’Istituto Zooprofilattico di Torino il gene che salva gli allevamenti caprini
dall’encefalopatia spongiforme
Aumentano gli allevamenti caprini in Piemonte, è questo quanto emerso durante il Congresso
Nazionale della Società Italiana di patologia e allevamento degli ovini e dei caprini che riunisce a
Cuneo esperti del settore e allevatori. L’encefalopatia spongiforme della capra (l’analogo del morbo
della mucca pazza) costituisce un grave problema di sanità e benessere animale, con importanti
danni economici. Infatti per Regolamento Europeo quando un gregge è colpito da questa malattia,
tutti gli animali devono essere abbattuti. Il laboratorio di genetica dell’Istituto Zooprofilattico di
Torino diretto da Pierluigi Acutis ha scoperto una mutazione genetica che rende resistenti gli
animali.
“La mutazione è naturalmente presente in alcuni animali – precisa Maria Caramelli, Direttrice
Generale dell’Istituto Zooprofilattico – e utilizzare per la riproduzione soltanto gli animali
geneticamente resistenti può proteggere la popolazione da questa temibile malattia. Salvare gli
animali e il lavoro degli allevatori sono una nostra priorità.”
“Con un piano d’azione nazionale abbiamo coordinato l’analisi genetica di 5000 capi – precisa
Pierluigi Acutis, a capo del laboratorio di Genetica dell’Istituto – e abbiamo creato una banca dati
nazionale per sapere dove e quali sono gli animali resistenti. Forti di questa azione stiamo
chiedendo all’Unione Europea, con il supporto del Ministero della Salute, di modificare il
regolamento e salvaguardare con la genetica il nostro patrimonio caprino.”
14/09/2016 Comunicato stampa Izsto n° 15/2016
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