Imaging Infrarosso Funzionale V enerdì 25 Maggio 2007 ho avuto il privilegio di partecipare, insieme ad altri 8 ragazzi della nostra scuola e insieme alle professoresse Scaricaciottoli e Laikauf, alla visione di alcuni esperimenti presso l’ITAB, Istituto di Tecnologie Avanzate Biomediche, di Chieti Scalo. Il tutto è stato organizzato dal prof. Arcangelo Merla che già ci aveva fatto visita a scuola con due seminari di fisica, uno sulla pressione e un altro sulla propagazione del calore e dell’imaging termico. Gli esperimenti riguardavano l’Imaging Infrarosso Funzionale, che consiste nell’utilizzo di una particolare videocamera chiamata “termo camera” grazie alla quale si riesce a captare il calore emanato da ogni corpo posto nel campo visivo della termo camera. Essa ha una metodica di funzionamento non invasiva, infatti la termo camera non entra a contatto con nessuna parte del corpo in esame. Abbiamo visto alcune delle applicazioni mediche di questo metodo. La prima consisteva nell’analisi alla termo camera di tutta la superficie corporea umana per la verifica della presenza di traumi, difetti alle arterie e vene, presenza di tumori, ustioni, infiammazioni cutanee, … Praticamente il ragazzo che si è “prestato” per fare questa analisi è entrato nella stanza dove c’era la termo camera ed è stata fatta una visione completa del suo corpo in 4 diverse posizioni, frontale, laterale destro, laterale sinistro e di schiena. Dalla distribuzione della temperatura sulla cute del ragazzo abbiamo notato che aveva una piccola scoliosi. Infatti quando gli abbiamo chiesto quale parte della schiena gli facesse male lui ha indicato proprio la parte più calda. Poi abbiamo visto, sempre con un altro esperimento, come il calore si distribuisce sul corpo durante la corsa. Questo ragazzo ha iniziato a correre su un tapis-roulant e al 12 contrario di quello che si crede, e cioè che ci si riscalda durante la corsa, abbiamo notato che la superficie della sua pelle diventava sempre più fredda. Una spiegazione a questo c’è: il sangue che scorre nelle vene della pelle viene fatto defluire tutto nei muscoli durante l’attività fisica per far si che il muscolo possa lavorare al meglio, per questo la superficie della pelle diventava sempre più fredda. Alla fine della corsa però il sangue tornando nelle vene della pelle vi ritorna più caldo ed è stato in quel momento che abbiamo osservato un riscaldamento di tutto il corpo con una distribuzione del calore detta a “macchia di leopardo”. Successivamente abbiamo visto dei programmi ideati dagli ingegneri che lavorano insieme al prof. Arcangelo Merla. Il programma più complicato era quello per la sovrapposizione dell’immagine normale di una persona con quella ad infrarosso, così da poter rilevare direttamente in quale punto c’è un problema. Per sviluppare quel programma ci hanno messo un anno e, anche se era perfettamente funzionante, stavano cercando un metodo per rendere tutto molto più automatico. E’ stata un’esperienza molto interessante che mi ha permesso di vedere un po’ più da vicino l’ambiente universitario ma soprattutto quello della ricerca finalizzata a scopi medici. La cosa che mi è interessata di più è stato vedere come anche un informatico, che non associavo per niente al mondo della medicina, è utile in quest’ambito. Infatti per fare quel programma di cui parlavo prima c’è proprio bisogno di un informatico specializzato in programmazione. Grazie a quest’esperienza ho ampliato la mia conoscenza e la mia prospettiva riguardo al futuro sia per quanto riguarda il lavoro sia per eventuali progetti. Spero tanto di potervi partecipare anche l’anno prossimo in quanto quest’esperienza è stata molto utile e formativa. Davide Di Fazio 4° Inf A