EUTROPIO Della vita di Eutropio si hanno scarsissime notizie. Sappiamo che fu segretario di Costantino, imperatore dal 305 al 337 d.C.; un’altra notizia, in cui lo vediamo accanto a Giuliano l’Apostata (361-363), ci viene offerta dallo stesso Eutropio quando scrive che prese parte alla guerra contro i Parti, costata la vita al giovane imperatore: …cui expeditioni ego quoque interfŭi, «una spedizione alla quale io stesso partecipai». (X, 16) Fu poi magister memoriae dell’imperatore Valente (364378), dal quale ebbe l’incarico di scrivere un compendio di storia romana dalle origini alla morte di Gioviano, imperatore dal 363 al 364. L’operetta, in dieci brevi libri, è intitolata Breviarium ab urbe condĭta; si tratta di una compilazione estremamente sintetica e chiara dei principali eventi storici di Roma (in particolare guerre e conquiste) ad uso dell’imperatore, un barbaro oriundo della Pannonia che non trovava il tempo di leggere i grandi storici, ma desiderava ricevere un’infarinatura di storia patria, compiacendosi di essere il continuatore delle grandi tradizioni militari romane. Non si conosce la data della morte, avvenuta intorno al 370. Eutropio attinge da varie fonti, in particolare dall’epitome liviana, da Sallustio e Svetonio; per l’ultimo periodo attinge da alcune cronache dell’età imperiale, oltre che dai ricordi personali. L’opera di Eutropio ebbe vasta fama per lo stile semplice, limpido e scorrevole, e la lingua abbastanza corretta: tradotta anche in greco e in parecchie lingue moderne, fu molto usata come libro di scuola nel Medio Evo e incontrò il favorevole giudizio di lettori e ammiratori attraverso i secoli. Il Breviarium non è privo di inesattezze, come nel calcolo degli anni, e non ha grande rilevanza né sotto l’aspetto storico né sotto quello letterario, tuttavia permette di avere uno sguardo d’insieme della storia di Roma nelle sue linee essenziali; fu posto da Paolo Diacono a fondamento per la sua Historia Romana, e fu tenuto presente anche da S. Girolamo, da Paolo Orosio e dal Beda. Nel sec. XV poi attirò l’attenzione di valenti umanisti, che si adoperarono per stabilire il testo originale. Presentiamo i paragrafi dal n. 7 al 23 del terzo libro del Breviarium, in cui si raccontano le vicende della seconda guerra punica, durata dal 218 al 202 a.C. La seconda guerra punica 1. Le cause della seconda guerra punica Annibale assale Sagunto, città alleata dei Romani; questi gli intimano di desistere dall’assedio, ma non dà udienza alla loro ambasceria; altri messaggeri, inviati a Cartagine, vengono trattati duramente; dopo otto mesi di assedio Sagunto viene conquistata, e gli abitanti sottoposti a gravi supplizi; perciò i Romani dichiarano guerra ai Cartaginesi. Eodem anno1 bellum Punicum secundum Romanis inlatum est per Hannibalem,2 Carthaginiensium ducem, qui Saguntum,3 Hispaniae civitatem Romanis amicam, oppugnare adgressus est, annum agens vicesimum aetatis,4 copiis congregatis CL milium.5 Huic Romani per legatos denuntiaverunt ut bello abstinēret. Is legatos admittere noluit. Romani etiam Carthaginem miserunt,6 ut mandaretur7 Hannibali ne bellum contra socios populi Romani gereret. Dura responsa a Carthaginiensibus data sunt. Saguntini interea fame victi sunt, captique ab Hannibale ultimis poenis8 adficiuntur. Bellum Carthaginiensibus indictum est. Eutropio, III, 7 1 Eodem anno…: la seconda guerra punica ha inizio nel 218 a.C. 2 per Hannibalem: «per opera di Annibale»; figlio di Amilcare, era stato condotto in Spagna ancora fanciullo e allevato in mezzo ai soldati. 3 Saguntum: città della Spagna, attuale Murviedro, situata tra Valenza e Castellon della Plana; fu conquistata nel 219, dopo otto mesi di assedio. 4 annum agens vicesimum aetatis: in realtà Annibale, che era nato nel 247, nel 219 aveva 28 anni. 5 CL milium: leggi: centum quinquaginta milium; il numero dei soldati cartaginesi probabilmente era di molto inferiore, ma comunque schiacciante rispetto alle forze dei Saguntini. 6 miserunt: sott. legatos. 7 ut mandaretur: «perché si comandasse». 8 ultimis poenis: «estremo supplizio». V. anche la lettura: Roma e Cartagine: le guerre puniche. 2. Annibale passa le Alpi e vince ripetutamente i Romani I Romani mandano in Spagna Publio Cornelio Scipione. Annibale valica i Pirenei, apre una via sulle Alpi e arriva in Italia con un poderoso esercito. Molti Italici passano dalla parte di Annibale, che affronta vittoriosamente i Romani presso il Ticino e la Trebbia nel 218, e l’anno successivo presso il lago Trasimeno; i Romani oppongono ad Annibale il dittatore Quinto Fabio Massimo, che riesce a rintuzzare il suo impeto. Prima di tradurre, leggi e rendi in italiano i seguenti numeri: LXXX, octoginta; X, decem; XXX, triginta; XXV, viginti quinque. Tum P. Cornelius Scipio cum exercitu in Hispaniam profectus est, Ti. Sempronius in Siciliam. Hannĭbal, relicto in Hispania fratre Hasdrubale, Pyrenaeum transiit. Alpes, adhuc ea parte invĭas, sibi patefecit.1 Tradĭtur ad Italiam2 LXXX milia3 peditum, X milia equitum, septem et XXX elephantos adduxisse. Interea multi Ligures et Galli4 Hannibali se coniunxerunt. Sempronius Gracchus, cognito ad Italiam Hannibalis adventu, ex Sicilia exercitum Arimĭnum traiecit. P. Cornelius Scipio Hannibali primus5 occurrit. Commisso proelio, fugatis suis, ipse vulneratus in castra rediit. Sempronius Gracchus et ipse confligit apud Trebiam amnem.6 Is quoque vincĭtur. Hannibali multi se in Italia dediderunt. Inde ad Tusciam veniens Hannĭbal Flaminio consuli occurrit. Ipsum Flaminium interēmit;7 Romanorum XXV milia caesa sunt, ceteri diffugerunt. Missus8 adversus Hannibalem postea a Romanis Q. Fabius Maximus. Is eum, differendo pugnam,9 ab impetu fregit10 mox, inventa occasione, vicit. Eutropio, III, 8-9 1 Alpes... patefecit: non è provato per quale passo Annibale abbia compiuto la traversata delle Alpi: probabilmente risalì il Rodano fino all’Isère, volse a oriente e, giunto nella valle della Durance, risalì le Alpi, scendendo poi dal passo del Piccolo S. Bernardo oppure, secondo altri, del Monginevro o del Moncenisio. Il viaggio durò sei mesi e la traversata delle Alpi fu fatta verso la fine di settembre del 218 a.C. 2 ad Italiam = in Italiam. 3 LXXX milia…: per quanto riguarda le truppe condotte da Annibale, le cifre riportate da Eutropio non sono esatte; secondo le fonti più attendibili partì dalla Spagna con 90.000 fanti e 12.000 cavalieri, e giunse in Italia con 38.000 fanti e 8000 cavalieri. 4 Galli: si tratta dei Galli Insubri, perché i Cenòmani rimasero fedeli a Roma. 5 primus: «per primo», complemento predicativo; è la battaglia del Ticino, nei pressi dell’odierna Vigevano, a metà di novembre del 218 a.C. Si osservi che Annibale arriva in Italia e inizia le operazioni militari quando generalmente le truppe sono già ritirate negli accampamenti invernali. 6 apud Trebiam amnem: il secondo scontro, avvenuto un mese dopo, il 18 dicembre. 7 Ipsum Flaminium interēmit…: la disastrosa battaglia del lago Trasimeno, combattuta il 24 giugno del 217 a. C.; Flaminio è il console che nel 220, come censore, aveva fatto costruire la via Flaminia, da Roma a Rimini. 8 Missus: sott. est. 9 differendo pugnam: «col rinviare la battaglia». Fabio Massimo evitava lo scontro diretto con Annibale, cercando di logorarlo con azioni di disturbo; questo modo di fare però al momento non fu giudicato positivamente dai Romani, che con una punta di scherno lo chiamarono Cunctator, «il Temporeggiatore». 10 eum... ab impetu fregit: rendi impetum eius fregit, «ne fiaccò l’impeto». Dopo la dittatura Fabio Massimo compì altre imprese, tra cui la riconquista di Taranto, quando era console per la quinta volta, nel 209 a.C. (v. al n. 7); morì nel 203 a.C. V. anche la lettura: La vita di Annibale. 3. La battaglia di Canne Allo scadere della dittatura Fabio Massimo ammonisce i nuovi consoli di non affrontare Annibale in battaglia campale ma Terenzio Varrone, nonostante l’opposizione del collega Emilio Paolo, affronta Annibale che, pur con un numero inferiore di soldati, grazie a un abile piano strategico ottiene una strepitosa vittoria, sterminando le forze congiunte dei due consoli. Il testo di questo brano si trova nel primo eserciziario, p. 222, n. 103; data l’importanza dell’argomento lo riproponiamo, senza adattamenti. Prima di tradurre, leggi e rendi in italiano i seguenti numeri: XX, viginti; XXX, triginta; nobiles viri CCC, nobiles viri trecenti; XL, quadraginta; III milia, tria milia. Quingentesimo et quadragesimo anno1 a condita urbe L. Aemilius Paulus G. Terentius Varro contra Hannibalem mittuntur Fabioque succedunt, qui abiens ambo consules monuit ut Hannibalem, callidum et impatientem ducem, non alĭter vincerent, quam proelium differendo.2 Verum cum, impatientiā Varronis consulis, contradicente altĕro consule (id est Aemilio Paulo), apud vicum qui Cannae3 appellatur, in Apulia pugnatum esset, ambo4 consules ab Hannibale vincuntur. In ea pugna tria milia Afrorum pereunt, magna pars de exercitu Hannibalis sauciatur. Nullo tamen proelio, Punico bello, Romani gravius accepti sunt.5 Periit enim in eo consul Aemilius Paulus, consulares aut praetorii XX, senatores capti aut occisi XXX, nobiles viri CCC, militum XL milia, 6 equitum III milia et quingenti. In quibus malis nemo tamen Romanorum pacis mentionem habere dignatus est. 7 Servi, quod numquam ante,8 manumissi et milites facti sunt. Eutropio, III, 10 1 Quingentesimo et quadragesimo anno: stando a questa indicazione la battaglia di Canne sarebbe avvenuta nel 213 a.C., mentre invece si svolse il 2 agosto del 216. 2 proelium differendo: «col rinviare la battaglia»; è la tattica del Cunctator, Fabio Massimo, che intendeva così logorare l’avversario; una tattica giudicata disonorevole dai soldati romani, che invece preferivano la battaglia campale. 3 Cannae: un villaggio della Puglia, sulle rive dell’Ofanto. 4 ambo: il termine significa «ambedue», «entrambi» considerati insieme (invece il sinonimo uterque significa «ambedue», «entrambi» considerati separatamente); in effetti i consoli avevano unito i due eserciti, rendendo così ancor più rovinosa la sconfitta. 5 gravius accepti sunt: «subirono una più disastrosa sconfitta». 6 XL milia: sulle perdite nella battaglia di Canne Eutropio è più attendibile di altre fonti, che riportano il massacro addirittura di 80.000 soldati romani. 7 dignatus est: «credette decoroso»; il senato anzi mosse incontro a Varrone, il responsabile della sconfitta, per ringraziarlo di non aver disperato della patria. 8 quod numquam ante: sott. evenĕrat, opp. factum erat; gli schiavi affrancati (manumissi) furono circa ottomila, scelti tra quelli che avevano ben meritato della Repubblica. V. anche la lettura: La vita di Annibale. 4. Ripresa dei Romani in Spagna Dopo la battaglia di Canne molte città italiche passano dai Romani ai Cartaginesi; Annibale offre la possibilità di riscattare i prigionieri, ma i Romani respingono sdegnosamente la proposta; intanto gli Scipioni risollevano le sorti dei Romani in Spagna, vincendo il fratello di Annibale. Prima di tradurre, leggi e rendi in italiano i seguenti numeri: XXXV, triginta quinque; X, decem; XXV, viginti quinque; XII, duodĕcim; IV, quattuor; XX, viginti. Post eam pugnam1 multae Italiae civitates, quae Romanis paruĕrant, se ad Hannibalem transtulerunt.2 Hannĭbal Romanis obtŭlit ut3 captivos redimerent, responsumque est a senatu eos cives non esse necessarios, qui, cum4 armati essent, capi potuissent. Ille omnes postea variis suppliciis interfecit et tres modios5 anulorum aureorum6 Carthaginem misit, quos ex manibus equitum Romanorum, senatorum et militum detraxĕrat. Interea in Hispania, ubi frater Hannibalis Hasdrŭbal remansĕrat cum magno exercitu ut eam totam Afris subigĕret, a duobus Scipionibus, 7 Romanis ducibus, vincĭtur. Perdit in pugna XXXV milia hominum; ex his capiuntur X milia, occiduntur XXV milia. Mittuntur ei a Carthaginiensibus ad reparandas vires XII milia peditum, IV milia equitum, XX elephanti. Eutropio, III, 11 1 Post eam pugnam: la battaglia di Canne, nel 216 a.C. 2 se ad Hannibalem transtulerunt: «passarono dalla parte di Annibale»; precisamente si tratta dei Lucani, dei Bruzi, degli Irpini, delle città di Arpi nell’Apulia e di Capua nella Campania. 3 obtŭlit ut: «propose che». 4 cum: qui con valore concessivo: «sebbene». 5 modios: il moggio è una misura di capacità per i solidi, corrispondente a circa nove litri. 6 anulorum aureorum: l’anello d’oro propriamente era il distintivo dell’ordine equestre, o anche più elevato, come quello senatorio. 7 a duobus Scipionibus: gli Scipioni a Roma furono numerosi, qui si tratta di Gneo e Publio. 5. I Romani combattono su quattro fronti Annibale viene sconfitto presso Nola da Marcello, ma occupa molte città dell’Italia meridionale. Filippo di Macedonia offre aiuto ad Annibale contro i Romani, con la promessa del suo aiuto poi contro i Greci; saputa la cosa, i Romani iniziano le ostilità anche contro Filippo, così sono impegnati su quattro fronti: in Italia contro Annibale, in Spagna contro Asdrubale, in Macedonia contro Filippo, in Sardegna contro i Sardi e un altro Asdrubale, e ottengono successi in Sardegna, in Macedonia e in Spagna. Anno quarto1 postquam ad Italiam Hannĭbal venit, M. Claudius Marcellus consul apud Nolam, civitatem Campaniae, contra Hannibalem bene pugnavit.2 Hannĭbal multas civitates Romanorum per Apuliam,3 Calabriam, Brittios occupavit. Quo tempore etiam rex Macedoniae Philippus4 ad eum legatos misit, promittens auxilia contra Romanos sub hac condicione ut, deletis Romanis, ipse quoque contra Graecos ab Hannibale auxilia acciperet. Captis igitur legatis Philippi et re cognita, Romani in Macedoniam M. Valerium Laevinum ire iusserunt, in Sardiniam T. Manlium Torquatum proconsulem.5 Nam etiam ea, sollicitata ab Hannibale, Romanos deseruĕrat. Ita uno tempore6 quattuor locis pugnabatur: in Italia contra Hannibalem, in Hispaniis7 contra fratrem eius Hasdrubalem, in Macedonia contra Philippum, in Sardinia contra Sardos et altĕrum Hasdrubalem8 Carthaginiensem. Is a T. Manlio proconsule, qui ad Sardiniam missus fuĕrat, vivus est captus, occisa duodĕcim milia, capti9 cum eo mille quingenti, et a Romanis Sardinia subacta.3 Manlius victor captivos et Hasdrubalem Romam reportavit. Interea etiam Philippus a Laevino in Macedonia vincĭtur et in Hispania ab Scipionibus Hasdrŭbal et Mago, tertius frater Hannibalis. Eutropio, III, 12-13 1 Anno quarto…: il 215 a.C. 2 M. Claudius Marcellus… contra Hannibalem bene pugnavit: non è trascorso nemmeno un anno dalla battaglia di Canne, e già la fortuna di Annibale comincia a declinare; generalmente si attribuisce questo agli “ozi di Capua”, cioè al fatto di aver permesso ai soldati di riposare per tutto l’inverno a Capua, uscendone in primavera svigoriti dall’ozio e dagli agi della città. 3 per Apuliam: «qua e là nell’Apulia». 4 Philippus: Filippo V di Macedonia: dopo la battaglia di Canne si allea con Annibale, in cambio dell’impegno a restituirgli poi il favore combattendo contro i Greci; in realtà, l’invio di aiuti non viene attuato perché i Romani, saputa la cosa, muovono guerra a Filippo, impedendogli così di portare truppe in Italia. 5 proconsulem: diventava proconsul il console allo scadere della carica; gli veniva affidato l’incarico di comandare gli eserciti fuori del territorio della repubblica, o di amministrare le provincie conquistate. 6 uno tempore: «nello stesso tempo». 7 in Hispaniis: è usato il plurale, perché la Spagna era divisa in due parti dal fiume Ebro: Hispania citerior o Tarraconensis, e Hispania ulterior o Baetica. 8 altĕrum Hasdrubalem: «l’altro Asdrubale», da non confondersi col fratello di Annibale. 9 occisa… capti: sott. sunt; invece più avanti, subacta, sott. est. 6. I Romani e i Cartaginesi combattono con vario successo Annibale arriva fino alle porte di Roma, ma è costretto subito a ritirarsi; in Spagna vengono uccisi i due Scipioni, ma viene riconquistata la Sicilia con Siracusa; Levino stringe importanti alleanze in Grecia e consolida la conquista della Sicilia, mentre Annibale vince e uccide il console Fulvio. Decimo anno postquam Hannĭbal in Italiam venĕrat, P. Sulpicio Cn. Fulvio consulibus,1 Hannĭbal usque ad quartum miliarium urbis accessit, equites eius usque ad portam. Mox consulum cum exercitu venientium metu Hannĭbal ad Campaniam se recepit. In Hispania a fratre eius Hasdrubale ambo Scipiones, qui per multos annos victores fuĕrant, interficiuntur, exercitus tamen integer2 mansit; casu enim magis erant quam virtute3 decepti. Quo tempore etiam a consule Marcello Siciliae magna pars capta est, quam tenere Afri coepĕrant, et nobilissima urbs Syracusana;4 praeda ingens Romam perlata est. Laevinus in Macedonia cum Philippo et multis Graeciae populis et rege Asiae5 Attalo amicitiam fecit, et ad Siciliam profectus6 Hannonem quendam, Afrorum ducem, apud Agrigentum civitatem cum ipso oppido cepit eumque Romam cum captivis nobilissimis misit. XL civitates in deditionem accepit, XXVI7 expugnavit. Ita omni Sicilia recepta et Macedonia fracta, ingenti gloria Romam regressus est. Hannĭbal in Italia Cn. Fulvium consulem subito adgressus8 cum octo milibus hominum interfecit.9 Eutropio, III, 14 1 P. Sulpicio Cn. Fulvio consulibus: «sotto il consolato di…», ablativo assoluto; osserva i nomi dei consoli enunciati senza la congiunzione, di norma quando sono accompagnati dal prenome; il consolato di Publio Sulpicio e Gneo Fulvio in realtà è del 211 a.C. 2 integer: «non indebolito». 3 casu... virtute: «più per avverso destino, che per mancanza di valore». 4 nobilissima urbs Syracusana: la capitolazione di Siracusa è del 212 a.C.; aveva resistito all’assedio per ben 18 mesi, difesa dalle geniali invenzioni di Archimede; lo scienziato fu ucciso per errore durante la presa della città, nonostante l’ordine di Marcello di condurglielo vivo. 5 rege Asiae: propriamente Attalo fu re di Pergamo, dal 241 al 197 a.C. 6 profectus = cum profectus esset. 7 XL… XXVI: quadraginta… sex et viginti. 8 adgressus = cum adgressus esset. 9 Cn. Fulvium… interfecit: il fatto avvenne nell’Apulia nel 210 a.C. 7. Vittorie di Scipione in Spagna e Fabio Massimo in Italia Scipione risolleva le sorti dei Romani in Spagna: occupa Cartagena e cattura Magone, fratello di Annibale, che manda a Roma con altri prigionieri; restituisce gli ostaggi ai parenti, accattivandosi così il favore delle città spagnole, che passano quasi tutte dalla parte dei Romani; poi vince anche Asdrubale, un altro fratello di Annibale. In Italia Fabio Massimo riconquista Taranto e fa prigionieri moltissimi Cartaginesi, causando il ritorno di molte città ai Romani, però il console Claudio Marcello cade in un’imboscata tesagli da Annibale. Il testo di questo brano si trova con adattamenti anche nel primo eserciziario, p. 248, n. 112. Interea ad Hispanias1 ubi, occisis duobus Scipionibus, nullus Romanus dux erat, P. Cornelius Scipio mittĭtur, filius P. Scipionis qui ibīdem bellum gessĕrat, annos natus quattuor et viginti, 2 vir Romanorum omnium et sua aetate3 et posteriore tempore fere primus.4 Is Carthaginem Hispaniae5 capit, in qua omne aurum, argentum et belli apparatum Afri habebant, nobilissimos quoque obsĭdes quos ab Hispanis accepĕrant. Magonem etiam, fratrem Hannibalis, ibīdem capit, quem Romam cum aliis mittit. Romae ingens laetitia post hunc nuntium fuit. Scipio Hispanorum obsides parentibus6 reddĭdit; quare omnes fere Hispani, uno animo,7 ad eum transierunt. Post quae Hasdrubalem, Hannibalis fratrem, victum8 fugat et praedam maximam capit. Interea in Italia consul Q. Fabius Maximus Tarentum recepit, in qua ingentes copiae Hannibalis erant. Ibi etiam ducem Hannibalis Carthalonem occidit, XXV9 milia hominum captivorum vendĭdit, praedam militibus dispertivit, pecuniam hominum venditorum10 ad fiscum retŭlit. Tum multae civitates Romanorum, quae ad Hannibalem transiĕrant prius, rursus se Fabio Maximo dediderunt. Insequenti anno Scipio in Hispania egregias res egit et per se et per fratrem suum L. Scipionem; LXX civitates receperunt. In Italia tamen male pugnatum est. Nam Claudius Marcellus consul ab Hannibale occisus est.11 Eutropio, III, 15-16 1 ad Hispanias = in Hispanias; osserva il plurale, perché la Spagna era divisa in due parti. 2 annos natus quattuor et viginti: Publio Cornelio Scipione era nato a Roma nel 235 a.C. e fu mandato in Spagna nel 210; osserva l’età particolarmente giovane, per un incarico generalmente affidato a un console. 3 sua aetate: «dei suoi tempi ». 4 vir… fere primus: «l’uomo forse più ragguardevole…». 5 Carthaginem Hispaniae: l’attuale Cartagena sul Mediterraneo, fondata da Asdrubale nel 248 a.C. e presa da Scipione appunto nel 210. 6 parentibus: qui significa «parenti», non «genitori». 7 uno animo: «di comune accordo», «concordemente». 8 victum: participio congiunto: «dopo averlo vinto», oppure rendi con due coordinate: «vince (vinse) e…». 9 XXV: viginti quinque; più avanti, LXX = septuaginta. 10 hominum venditorum: sono i captivi, cioè i prigionieri di guerra, venduti come schiavi. 11 Claudius Marcellus… occisus est: Marcello è il conquistatore di Siracusa, ucciso qui in un’imboscata tesagli da Annibale presso Venosa, nel 208 a.C. 8. La situazione di Annibale volge al peggio Annibale, non potendo più conservare l’occupazione della Spagna a causa dei successi di Scipione, chiama in Italia il fratello Asdrubale che, intercettato dai consoli Claudio Nerone e Livio Salinatore, subisce una rovinosa sconfitta e viene ucciso nella battaglia del Metauro, nei pressi di Senigallia, nel 207 a.C.; intanto le città del Bruzio abbandonano Annibale, che comincia a perdere le speranze sull’esito della guerra. Tertio anno1 postquam Scipio ad Hispanias2 profectus fuĕrat,3 rursus res inclitas gerit. Regem Hispaniarum, magno proelio victum, in amicitiam accepit et primus omnium a victo obsĭdes non poposcit. Despērans Hannĭbal Hispanias contra Scipionem diutius posse retinēri, fratrem suum Hasdrubalem ad Italiam4 cum omnibus copiis evocavit. Is, veniens eodem itinĕre quo etiam Hannĭbal venĕrat, a consulibus Ap. Claudio Nerone et M. Livio Salinatore apud Senam,5 Piceni civitatem, in insidias compositas incĭdit. Strenue tamen pugnans6 occisus est; ingentes eius copiae captae aut interfectae sunt, magnum pondus auri atque argenti Romam relatum est. Post haec Hannĭbal diffidĕre iam de belli coepit eventu. Romanis ingens animus accessit; ităque et ipsi evocaverunt ex Hispania P. Cornelium Scipionem. Is Romam cum ingenti gloria venit. Q. Caecilio L. Valerio consulibus7 omnes civitates, quae in Brittiis ab Hannibale tenebantur, Romanis se tradiderunt. Eutropio, III, 17-19 1 Tertio anno: il 208 a.C. 2 ad Hispanias = in Hispanias; plurale (più volte nel brano), perché la Spagna era divisa in due parti. 3 profectus fuĕrat = profectus erat. 4 ad Italiam = in Italiam. 5 Senam: sott. Gallicam, oggi Senigallia, nelle Marche. 6 Strenue tamen pugnans…: è la battaglia del fiume Metauro, nel 207 a.C. 7 Q. Caecilio L. Valerio consulibus: «sotto il consolato di…», ablativo assoluto, in latino senza congiunzione con i nomi dei consoli completi di prenome; l’anno dei consoli Quinto Cecilio e Lucio Valerio è il 206 a.C. V. anche la lettura: I motivi dell’insuccesso di Annibale. 9. Annibale viene richiamato in patria Scipione, creato console a soli trent’anni e inviato in Africa, vince Annone e annienta il suo esercito, poi si impadronisce anche del suo accampamento; quindi cattura Siface, re della Numidia alleato con i Cartaginesi, e lo manda a Roma con i più ragguardevoli dei Numidi. A questo punto quasi tutta l’Italia abbandona Annibale, che viene richiamato in Africa. I Cartaginesi chiedono la pace: Scipione manda i loro ambasciatori a Roma e concede una tregua di quarantacinque giorni, fino al loro ritorno; lasciato a lui dal senato l’incarico di dettare le condizioni, Scipione impone la consegna di tutte le navi eccetto trenta, il pagamento di cinquecentomila libbre d’argento e la consegna dei prigionieri e dei disertori. Il testo di questo brano si trova nel secondo eserciziario, p. 307, n. 139. V. anche la lettura: I motivi dell’insuccesso di Annibale. 10. La slealtà dei Cartaginesi All’arrivo di Annibale i Cartaginesi riprendono le ostilità; i messaggeri tornati da Roma vengono catturati, ma subito rilasciati per ordine di Scipione. Anche Annibale è costretto a chiedere la pace e Scipione ripropone le stesse condizioni, con l’aggiunta di centomila libbre d’argento, ma i Cartaginesi non le accettano. In alleanza con i Romani combatte anche Massinissa, altro re della Numidia. Annibale manda tre spie, che una volta catturate vengono trattate da Scipione con grande signorilità e poi rilasciate. Intĕrim, Hannibale veniente ad Africam,1 pax turbata est, multa hostilia ab Afris facta sunt. Legati tamen eorum ex urbe venientes a Romanis capti sunt sed, iubente Scipione, dimissi. Hannĭbal quoque, frequentibus proeliis victus, a Scipione petit etiam ipse2 pacem. Cum ventum esset ad colloquium, isdem3 condicionibus data est, quibus prius, addĭtis quingentis milibus pondo argenti4 centum milibus librarum propter novam perfidiam. Carthaginiensibus condiciones displicuerunt iusseruntque Hannibalem pugnare. Infertur a Scipione et Masinissa, alio rege Numidarum qui amicitiam cum Scipione fecĕrat, Carthagini bellum. Hannĭbal tres exploratores ad Scipionis castra misit, quos captos5 Scipio circumduci per castra iussit ostendique his totum exercitum, mox etiam prandium dari dimittique, ut renuntiarent Hannibali quae apud Romanos vidissent.6 Eutropio, III, 22 1 Hannibale veniente ad Africam: con l’arrivo di Annibale i Cartaginesi si sentono rassicurati, tanto da permettersi di violare la tregua (pax turbata est) e compiere multa hostilia. 2 etiam ipse: «perfino lui». 3 isdem = iisdem. 4 quingentis milibus pondo argenti: «alle cinquecentomila libbre d’argento»; pondo, propriamente ablativo di un disusato pondus, -i, «di peso», «del peso di», viene usato come sostantivo indeclinabile col significato di «libbra»; addĭtis che precede l’espressione va collegato con centum milibus che segue, ablativo assoluto. 5 captos: participio congiunto: «fatti catturare», «dopo averli fatti catturare», oppure rendi con due coordinate: «fece catturare e…»; osserva che sono spie, quindi non protette da immunità come i messaggeri, ma Scipione le tratta ugualmente con grande signorilità; con ciò Eutropio mette in risalto la generosità di Scipione, in contrasto con la crudeltà di cui comunemente veniva invece accusato Annibale. 6 quae... vidissent: «ciò che avevano visto…»: significa che i Romani agivano alla luce del sole e non avevano niente da nascondere, come invece i Cartaginesi che macchinavano inganni; osserva il congiuntivo, attratto dal precedente renuntiarent. 11. Battaglia di Zama e fine della seconda guerra punica Schierati gli eserciti, avviene lo scontro; Scipione riporta la vittoria, e per poco non cattura lo stesso Annibale che fugge prima con molti cavalieri, poi con venti, infine con quattro. Nell’accampamento dei Cartaginesi viene trovato un ingente bottino. Dopo questa battaglia, viene fatta la pace. Scipione celebra un grande trionfo e comincia a essere chiamato l’Africano. Interea proelium1 ab utroque duce2 instructum est, quale vix ulla memoria fuit, cum peritissimi viri copias suas ad bellum educerent. Scipio victor recedit, paene ipso Hannibale capto, 3 qui primum cum multis equitibus, deinde cum viginti, postremo cum quattuor4 evasit. Inventa in castris Hannibalis argenti pondo5 viginti milia, auri octoginta, cetera supellectilis copiosa. Post id certamen, pax cum Carthaginiensibus facta est. Scipio Romam rediit, ingenti gloria triumphavit atque Africanus ex eo6 appellari coeptus est.7 Finem accepit secundum Punicum bellum post annum nonum decimum8 quam coepĕrat. Eutropio, III, 23 1 proelium: la battaglia di Zama, combattuta il 18 ottobre del 202 a.C., in una piana a un centinaio di chilometri a sudovest di Tunisi. 2 ab utroque duce: Scipione e Annibale. 3 paene... capto: «dopo aver quasi fatto prigioniero lo stesso Annibale». 4 cum multis… viginti… quattuor: osserva con quanta velocità Annibale viene abbandonato dai suoi, che nella fuga gli tendono anche delle insidie. 5 pondo: ablativo di un disusato pondus, -i, usato come sostantivo indeclinabile col significato di «libbra». 6 ex eo: «dopo quell’impresa». 7 appellari coeptus est: «cominciò ad essere chiamato»; ricorda che nelle frasi con i servili coepi e desii, seguiti da un infinito passivo di forma e significato, si ha il passivo anche del verbo servile. 8 post annum nonum decimum: al solito, un’inesattezza di calcolo: contando gli anni dall’inizio della seconda guerra punica, è l’anno septimus decimus. V. anche le letture: Alleanza fra Etruschi (poi Roma) e Cartagine. Roma e Cartagine: le guerre puniche.