L`ultima frontiera è la cellula STAMINALE

6-09-2006
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LA RICERCA CONTINUA
Corbis
IL TEMA SCIENTIFICO
Il secondo tumore è ‘predestinato’
IL VOSTRO
CONTRIBUTO È
L’ultima frontiera
è la cellula STAMINALE
È ormai certo che le metastasi
originano dalle cellule staminali
tumorali, elementi di riserva
che diventano, a causa delle
mutazioni genetiche,
l’arma principale del cancro
L’
4 Fondamentale ottobre 2006
migrare attraverso il sistema circolatorio per andare a colonizzare organi lontani.
“La scoperta dell’esistenza di
queste cellule, avvenuta circa
quattro anni fa, ha fornito una
spiegazione dell’andamento clinico dei tumori: perché alcuni
di essi ricompaiono dopo anni
e dopo chemioterapie apparentemente efficaci? Al contrario vi
sono tumori, come quello della
mammella, che provocano
metastasi ossee in un certo
numero di pazienti, sicuramente inferiore al numero di malate che ha già cellule cancerose
nel midollo osseo al momento
della diagnosi. L’interpretazione
più accreditata è che una metastasi, per svilupparsi, abbia
bisogno di avere al suo interno
almeno una cellula staminale.
Se invece è costituita solo da
cellule cancerose non staminali,
probabilmente non può dare
luogo a una nuova massa”.
ALLA RADICE
DEL PROBLEMA
La scoperta delle staminali
tumorali costituisce un
momento chiave della lotta alle
metastasi, perché consente di
indagare il meccanismo che è
alla base delle stesse, e di individuare eventuali bersagli terapeutici per futuri farmaci intelligenti.
“Un ulteriore passo avanti in
questa direzione è costituito
Anche questo filone di ricerca rientra
nei progetti finanziati dall’AIRC.
quelle poste sulla superficie
esterna della cellula e che
hanno una funzione simile a
quella delle bandiere di segnalazione: indicano, per esempio, al
sistema immunitario se la cellula che circola è pericolosa oppure no; in altri casi le proteine di
membrana agiscono come
‘chiavi’ per aprire alle cellule il
passaggio attraverso i tessuti,
per permettere loro di entrare
nel circolo sanguigno e di colonizzare altri organi.
“Le proteine di membrana
sono codificate dai geni” spiega
ancora Pelicci. “E i geni alterati
sono all’origine del cancro e
delle metastasi. In pratica il
gene alterato consente alla staminale tumorale di esporre
segnali fittizi, che le consentono
di passare dove non dovrebbe e
di girare per l’organismo”.
di Daniela Ovadia
ultima frontiera della
ricerca contro la disseminazione tumorale è costituita dalle cosiddette cellule staminali tumorali. Queste sono,
probabilmente, le componenti
dei tessuti da cui prende origine
il tumore, come spiega Pier
Giuseppe Pelicci, direttore del
Laboratorio di ricerca sui meccanismi molecolari del cancro
presso l’IFOM-IEO Campus
di Milano: “La cellula staminale è l’elemento di riserva del tessuto, quello che, in circostanze
normali, si attiva solo per riparare un danno o per il normale
rinnovamento del tessuto stesso. Nel caso del tumore, invece,
le staminali acquisiscono proprietà atipiche, dovute alla
mutazione del loro patrimonio
genetico”.
Tra le proprietà delle staminali tumorali c’è anche quella di
QUI!
dalla possibilità di coltivare in
laboratorio le staminali tumorali” dice Marco Pierotti, direttore del Dipartimento di oncologia sperimentale dell’Istituto
nazionale tumori di Milano,
dove due ricercatori, Dario
Ponti e Maria Grazia Daidone,
anche grazie a fondi AIRC,
hanno scoperto le staminali del
cancro della mammella e le
hanno coltivate in vitro. Il
passo successivo consiste nell’esaminare le caratteristiche di
queste cellule, e in particolare le
proteine di membrana, ovvero
Pier Giuseppe Pelicci - IFOM Milano
minale. Queste verranno
estratte e moltiplicate con una
tecnica innovativa, per poi
essere ‘archiviate’ nei nostri
laboratori, a disposizione di chi
fa ricerca su quel tumore. Inoltre, poiché possiamo coltivarne
quante ne vogliamo, avremo
una riserva illimitata di tessuti
su cui fare gli studi di oncologia molecolare”.
LE MOLECOLE COLLA
Un campo di ricerca estremamente promettente è anche
quello che si concentra sulle
cosiddette molecole di adesione, ovvero sulle sostanze che
mantengono le cellule unite tra
loro a formare i tessuti. È la
perdita della capacità di legarsi
le une alle altre che consente
alle cellule tumorali di andarsene dal luogo di origine. È chiaro quindi qual è l’importanza di
comprendere bene i meccaniUNA RISERVA DI CACCIA
Per facilitare la vita dei ricer- smi molecolari alla base di quecatori, ora l’Istituto superiore sto processo, per poi individuadi sanità (ISS) ha deciso di re farmaci e terapie per bloccacreare una banca di cellule sta- re le cellule troppo irrequiete.
Al momento attuale sono
minali tumorali, in modo da
state individuaavere a disposizione una sorta Ricerche importanti te diverse famiglie di proteine
di ‘fabbrica’ di
sono in corso che hanno funtumori sui quali
sulle molecole zione di moletestare,
per
esempio, i far- che tengono unite cole di adesione, tra cui le
maci disponibili
le cellule
caderine, sulle
e individuare il
più efficace. Il progetto è coor- quali lavora anche un gruppo di
dinato da Ruggero De Maria, ricercatori finanziati da AIRC e
direttore del Reparto di biotec- FIRC presso l’IFOM-IEO
nologie oncologiche ed emato- Campus di Milano. Poiché le
logiche dell’ISS di Roma, che molecole di adesione sono prospiega meglio come sarà messa dotte da specifici geni, è imporin piedi questa iniziativa: tante individuare anche quali di
“Ogni volta che un paziente fa questi geni sono mutati nei
una biopsia, una parte delle tumori, per intervenire in futucellule prelevate è di tipo sta- ro con terapie mirate.
Perché a partire da un determinato tumore è più frequente che
le metastasi, cioè i tumori secondari, si presentino in un organo
piuttosto che in un altro? Prima della nascita dell’oncologia
molecolare e della scoperta dei geni del cancro e delle relative
proteine, la spiegazione data era prevalentemente anatomica:
dipende dalla circolazione del sangue, si diceva, o da quella
linfatica. La cellula parte dall’organo di origine e va
letteralmente ad ‘incastrarsi’ nell’organo che è il primo ostacolo
sulla sua strada, in cui quindi si forma la metastasi. Se c’è
ancora qualcosa di valido in questa interpretazione, oggi si sa
molto di più. Per esempio si conoscono alcune ‘affinità
molecolari’ tra le cellule metastatiche e l’organo di destinazione.
Tanto per fare un esempio, il cancro della mammella dissemina
nelle ossa più facilmente che nei polmoni, che pure sono
anatomicamente vicini, perché le sue cellule producono alcune
sostanze tipiche degli osteoblasti, le cellule ossee che
promuovono la liberazione del calcio.
Fenomeni simili accadono in tutti i tumori e sono dovuti alle
caratteristiche genetiche degli stessi: sono i geni che producono
le proteine di superficie, il cui ruolo è quello di farsi riconoscere
dai tessuti e di stabilire ‘contatti preferenziali’ con alcuni organi.
Lo studio di questi fattori è quindi un elemento fondamentale per
la battaglia contro la disseminazione della malattia. Molti passi
avanti sono già stati fatti, ma prima di poter disporre di farmaci
efficaci è necessario avere ben chiaro il quadro generale, che
cambia da tumore a tumore: un lavoro lungo, che ha bisogno
dell’aiuto di tutti.
Corbis
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