er rD riv Correnti stazionarie nel diodo a vuoto tib le Pr ∂ρ ∂t pa div J = − in te Il punto di partenza della nostra analisi sarà la legge di conservazione della carica: PD F C om la quale esprime il legame fra la variazione temporale, in una certa regione di spazio, della densità di carica in essa contenuta e il flusso della densità di corrente che ne attraversa la frontiera. n of th e Prima di continuare, ricordiamo che quanto esposto è in parte l’argomento del paragrafo 4.2 e la soluzione del problema 4.25 de LA FISICA DI BERKELEY, ELETTRICITA’ E MAGNETISMO. Per questa ragione le unità usate sono quelle C.G.S.. io J è data da ρ v , dove v è la velocità degli elettroni in quella de m o ve rs La densità locale di corrente regione. J x = J y = 0 . Se poi la corrente è stazionaria ∂ρ = 0. ∂t ith th e Nel caso di un diodo a placche parallele w ∂J x = 0 e quindi ρ v x = costante. ∂x v x non è costante: essa varia lungo x in quanto gli ge ne ra te d Avremo quindi Th is fil e w as elettroni vengono accelerati dal campo elettrico. Se ne conclude che anche ρ non è costante: la densità di elettroni è elevata presso il catodo e bassa verso l’anodo, esattamente come la densità di auto in una autostrada, che è alta dove vi è un rallentamento nel traffico, bassa dove il traffico è veloce. La presenza di una certa densità di carica negativa (la cosiddetta «carica spaziale») influenza il campo elettrico, e, di conseguenza, l’accelerazione e la velocità degli elettroni, e, per completare il ciclo, la stessa densità elettrica. Queste interrelazioni sono essere descritte dalle seguenti equazioni: equazione di Poisson: (1) d 2V = −4πρ , dx 2 equazione del moto degli elettroni: (2) 1 2 mv = eV ( x ) , 2 legge di conservazione della carica (3) ρv = J = − I , A le condizioni al contorno (4) V ( x ) x =0 = 0 e V ( x) x=s = Va . rD riv er Sostituendo la (3) nella (1) e usando quindi la (2) si ottiene: in Pr le tib dV e otteniamo: dx pa 2 e PD F dV d 2V I m dV − 1 2 = 4π ⋅ 2 V 2 dx dx A 2e dx th 2 C om Moltiplichiamo ambo i membri della (5) per te d 2V I 1 I m − 12 = −4πρ = 4π ⋅ = 4π ⋅ V 2 dx A v A 2e (5) 2 rs ve de m o (6) d dV I m d 12 V = 16π ⋅ dx dx A 2e dx io n of e quindi x =0 = dV dx = 0. x =0 w ith th e Per risolvere la (6) dobbiamo imporre l’ulteriore vincolo E d < 0 gli elettroni emessi dal catodo ne sarebbero immediatamente riassorbiti, se te x =0 ra Se E ge ne E x =0 > 0 il “vento” di elettroni emessi dal catodo spazzerebbe via la «carica spaziale». In w as ambedue le situazioni il diodo sarebbe instabile. I vincolo E x =0 = 0 ci dice che l’effetto di Th is fil e schermatura della «carica spaziale» è così grande che non vi possono essere elettroni che attraversano il diodo, anche se altri ne venissero emessi dal catodo. Con tale vincolo la (6) ha come soluzione (7) 1 dV =V 4 dx La soluzione della (7) che soddisfa alle condizioni al contorno (4) è data da V = Va s −4 3 x 4 3 La corrente circolante nel diodo è allora data da: I = − Aρv = A d 2V 2e 1 2 A ⋅ V = 2 4π dx m 4π 2 e − 4 3 4 1 − 2 3 1 2 − 2 3 2 3 ⋅ x Va s x Va s m 3 3 semplificando e disponendo i termini si ha: (8) I= A 9π 3 2e − 2 1 2 s Va Va = kVa 2 m Questa legge è stata per la prima volta derivata da Child1. Si può vedere che il termine A e −2 12 s Va ha le dimensioni dell’inverso di una resistenza m (ricordiamo che stiamo lavorando in unità C.G.S., vedi terza di copertina del libro citato): 1 1 in te rD riv er 1 e −2 1 2 e 1 2 ues 2 erg 2 grammo 2 cm cm s Va = Va = ⋅ = = A 1 1 1 m m grammo 2 ues 2 grammo 2 sec sec pa tib le Pr Possiamo a questo punto notare che gli elettrono emessi dal catodo di un diodo reale non emergono con velocità rigorosamente nulla, ma piuttosto con velocità che dipendono dalla temperatura del catodo. PD F C om Questo corrisponde a un’energia cinetica di 1/10 di eletton-volt, circa. Fintanto che abbiamo a che fare con potenziali molto maggiori, si può, con buona approssimazione assumere nulla la velocità iniziale. n of th e La legge di Child (8) è stata estesa da Langmuir 2, il quale ha ottenuto, per una velocità iniziale degli elettroni non nulla, la: de m o ve rs io 3 0.0247 T I = kVa 2 1 + Va w ith th e dove T è la temperatura, in °K, del catodo. Per una trattazione più dettagliata vedasi Harper e Perugini3. ra te d Fatti i debiti paragoni, e supponendo che l’effetto schermante della griglia sia lineare sì da poter invocare il principio di sovrapposizione, la (8) ci fornisce la giustificazione della ge ne I a = k (Va + µV g ) 3 2 as (9) Th is fil e w valida, in prima (e ragionevole) approssimazione per un triodo4. Notare come qui e nel seguito scriveremo Va al posto di Vak e V g al posto di V gk . 1 Child, Phys. Rev., Vol. 32, 498 (1911) 2 Langmuir, I., “The effects of Space Charge and Initial Velocities on the Potential Distribution and Thermionic Current between Parallel Plane Electrodes”, Phys. Rev., Vol. 21 (April 1923) 3 Harper, J., Glass Audio 2/99 e Perugini, S., ibidem 4/98 4 Valori delle costanti per la (9) per un insieme interessante di triodi si possono trovare su: http://www.geocities.com/CapeCanaveral/Lab/4422/ .