Lobo parietale - Benvenuti sul sito di Neurofisiologia Clinica

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Lobo parietale
Guido Rodriguez
Andrea Brugnolo
Nicola Girtler
Neurofisiologia Clinica (DiNOG)
Università di Genova
Il lobo parietale
Il lobo parietale
Il lobo parietale
Il lobo parietale giace dietro al solco centrale e sopra alla
scissura laterale. Il giro postcentrale, che è il giro più
anteriore del lobo parietale, accoglie la corteccia interessata
alle sensazioni somatiche (corporee).
Quest’area è detta corteccia somatosensoriale.
Altre regioni del lobo parietale mediano aspetti
dell’attenzione del linguaggio e una varietà di altre funzioni
Il lobo parietale
l'area postrolandica dei lobi parietali integra gli stimoli
somestesici per il riconoscimento e il ricordo di forme,
strutture e pesi. Le aree più posterolaterali consentono
accurate relazioni visuo-spaziali, l'integrazione della
propiocezione con le altre sensibilità, la percezione della
posizione delle varie parti del corpo.
Nell'emisfero dominante, l'area parietale inferiore è
preposta alle funzioni matematiche ed è strettamente
correlata al riconoscimento del linguaggio e alla memoria
per le parole.
Il lobo parietale, non dominante, integra il lato sinistro del
corpo con l'ambiente circostante.
Ampie lesioni parietali inferiori dell'emisfero dominante
(generalmente il sinistro) sono comunemente associate ad
afasia grave. Lesioni meno estese a questo livello, causano
aprassia, difficoltà di calcolo e talora disorientamento dxsx e agrafia.
Il lobo parietale destro
Aprassia
dell’abbigliamento Anosognosia
Disturbi
della memoria
topografica
Incapacità
di giudizio
sui rapporti
spaziali
Il lobo parietale sinistro
Incomprensione linguaggio parlato
Aprassia
costruttiva
linguaggio scritto
Lobo parietale e controllo attentivo
• La corteccia parietale (ma anche frontale)
è fondamentale per “dirigere l’attenzione”.
Basi neurali dell’attenzione (Corbetta e Schulman,
2002 Nature Neuroscience)
• Le nostre Conoscenze ed Aspettative (processi
cognitivi detti “top-down” - dall’alto verso il basso) ci
permettono di orientare-focalizzare l’attenzione su
“oggetti” (il sistema “What”) e/o “regioni spaziali” (il
sistema “Where”), ad esempio su dettagli della scena
visiva che potrebbero passare inosservate.
• La Cognizione, in questo modo, aiuta la Percezione
permettendo al cervello di creare, mantenere e
cambiare la rappresentazione di ciò che è importante
mentre noi stiamo analizzando una scena visiva (es.
particolari del quadro suggeriti dalla guida del museo)
• Dall’altra parte, la Percezione può essere
guidata esclusivamente dagli stimoli esterni
(processi detti “bottom-up” - dal basso), cioè
dall’analisi sensoriale alla risposta motoria,
senza coinvolgere i processi Cognitivi (es.
improvvisa accensione del sistema
antincendio).
Sistemi
Sensoriali
Attenzione
Controllo
bottomup
Percezione e
Azione
Sistemi
effettori
Memoria e
Cognizione
Controllo
top-down
• Nella vita di tutti i giorni, l’Attenzione è controllata sia
da fattori Cognitivi (Top-down), come le aspettative, le
proprie conoscenze e l’obbiettivo corrente, sia da
fattori Bottom-up che riflettono invece le stimolazioni
Sensoriali.
• Altri fattori che controllano l’Attenzione, come la
Novità oppure stimoli Inaspettati, sono la combinazione
delle influenze Cognitive e Sensoriali.
• Le interazioni dinamiche di questi fattori determinano
“dove”, “quando” e “a che cosa” noi prestiamo
attenzione dell’infinita quantità di informazioni che ad
ogni istante bombarda i nostri sistemi sensoriali.
Sistema Cognitivo:
-conoscenze;
Sistema Attentivo:
-aspettative;
-dove;
-lo scopo del compito.
-quando;
-che cosa.
Novità o stimoli
inaspettati.
Sistema Percettivo:
Oggetto X che occupa la
posizione X al tempo X.
Sistema Sensoriale:
-stimolazioni “transitorie”;
-stimolazioni salienti.
Sistema Motorio:
-risposta
comportamentale.
• In questa Rassegna viene proposto che l’Attenzione sia
Controllata da Due Sistemi parzialmente segregati:
(1) il Sistema Dorsale centrato sulla corteccia parietale
posteriore e sulla corteccia frontale dorsale, implicato
nella Selezione Cognitiva (Top-down) delle informazioni
sensoriali e delle risposte;
(2) il Sistema Ventrale largamente lateralizzato
nell’emisfero destro e centrato sulla giunzione temporoparietale e sulla corteccia frontale ventrale, implicato
nella rilevazione di eventi sensoriali rilevanti dal punto di
vista comportamentale soprattutto quando tali eventi
sono Salienti.
Come possono interagire i due sistemi
1.
Il Sistema Ventrale funziona come sistema di
ALLERTA, che rileva stimoli rilevanti ai fini
comportamentali.
2. Non è dotato di sensori spazialmente fini; una
volta che lo stimolo è rilevato, la sua
localizzazione fine dipende dal Sistema
Dorsale;
3. Il Sistema Ventrale, quando rileva uno stimolo
rilevante, agisce come un circuito che blocca
l’attività cognitiva in corso; Il soggetto deve
adattare il set attenzionale in corso sulla base
della stimolazione ambientale rilevante.
Via dorsale
Via ventrale
L = sinistra
R = destra
FEF = campo oculare frontale
IFG/MFG = giro frontale
inferiore/giro frontale
mediale
IPS/SPL = solco
intraparietale/lobulo parietale
superiore
IPL/STG = giro parietale
inferiore/giro temporale
superiore
TPJ = giunzione
temporoparietale
VCF = corteccia ventrale
frontale
La rete di controllo attentivo è funzionalmente segregata in due
sistemi interagenti. La fig. A (a dx) mostra una rete frontoparietale
che controlla gli spostamenti endogeni dell’attenzione (in blu), oltre a
un sistema ventrale lateralizzato a destra responsabile del
riorientamento e della cattura esogena dell’attenzione (in arancione).
La fig. A (a sin) mostra le aree che in caso di danno provocano il
neglect, le quali combaciano meglio con la rete ventrale.
L = sinistra
R = destra
FEF = campo oculare frontale
IFG/MFG = giro frontale
inferiore/giro frontale
mediale
IPS/SPL = solco
intraparietale/lobulo parietale
superiore
IPL/STG = giro parietale
inferiore/giro temporale
superiore
TPJ = giunzione
temporoparietale
VCF = corteccia ventrale
frontale
La rete FEF-IPS dorsale è coinvolta nel controllo dall’alto verso il
basso dell’elaborazione visiva (frecce blu) e la rete TPJ-VFC è
maggiormente coinvolta nel controllo guidato dallo stimolo (frecce
arancione). L’IPS e il FEF sono modulati anche dal controllo guidato
dello stimolo. Le connessioni tra TPJ e l’IPS possono interrompere il
controllo dall’alto verso il basso in corso quando vengono rilevati stimoli
ignorati salienti
NEGLECT: disturbo dell’attenzione selettiva spaziale
Lesioni al lobo parietale (solitamente) destro
La caratteristica più ovvia di questi pazienti è che essi tendono ad
ignorare gli stimoli nel loro campo visivo sinistro.
Nei casi più gravi i pazienti trascurano completamente l’informazione
proveniente da sinistra. Ad esempio:
il pz. non si rade a sinistra
non mangia il cibo a sinistra del piatto
non si veste all’arto di sinistra (anosognnosia per l’arto emiplegico)
Il deficit è di tipo attentivo e non sensoriale, apparentemente i pazienti
sono in grado di vedere gli stimoli nel campo visivo sinistro, ma tendono
a non notarli
Fenomeni associati:
Anosognosia: inconsapevolezza o negazione della
malattia
I deficit più comuni
•
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•
•
•
•
•
•
•
•
•
difficoltà nell’attraversare la strada, nei trasferimenti dalla carrozzina,
nel maneggiare il denaro, nel telefonare, nel guardare la TV, nel
mangiare il cibo;
difficoltà a leggere l’ora sull’orologio;
incapacità di vestirsi, radersi, truccarsi la metà sinistra del corpo;
omissione del cibo nel lato sinistro del piatto;
omissione della parte sinistra delle parole o delle frasi quando si legge
un giornale o si copia un testo scritto;
spostamento sull’estrema destra della pagina di testi scritti o disegni;
maggior rischio di incidenti nel camminare/spostarsi con la carrozzina
per collisioni con le porte o altre persone;
incapacità di accorgersi di familiari o amici situati alla propria
sinistra;
difficoltà nell’orientarsi nell’ambiente (ospedale, ecc.);
frequenti lamentele di aver perso oggetti personali localizzati sulla
sinistra;
1. neglect
2. alloestesia
3. estinzione
Alloestesia: attribuzione degli stimoli sensoriali provenienti dallo
spazio di sinistra a posizioni simmetriche dello spazio di destra
Estinzione: il paziente è in grado di cogliere lo stimolo
presentato sul lato sinistro, ma è incapace di cogliere il
medesimo stimolo quando esso viene presentato insieme ad
un altro stimolo presentato simmetricamente sul lato destro.
Il fenomeno può interessare tutte le modalità sensoriali
(visiva, uditiva, tattile, olfattiva)
TEST PER VALUTARE IL NEGLECT
Disegno su copia
Disegno spontaneo
Compiti di mental imagery
Bisezione di linee e cancellazione di linee (Test di Albert)
Compiti di lettura e scrittura
Perché la negligenza mostrata da tali
pazienti è in genere limitata a lesioni del
lobo parietale destro?
Il lobo parietale destro sembra controllare
l’attenzione di entrambi gli emispazi di sinistra
e di destra.
L’attenzione diretta al lato destro dello spazio
extrapersonale è controllata da entrambi i lobi
parietali, mentre quella diretta a sinistra è
controllata principalmente dal lobo parietale
destro.
Natura generale dei sistemi di controllo attentivo
• Le regioni frontali e parietali dorsali ampiamente
coinvolte nel sistema attentivo visivo sono le stesse per
l’orientamento nelle altre modalità sensoriali?
• Le regioni di controllo che spostano l’attenzione sulle
caratteristiche o sugli oggetti sono identiche a quelle
deputate all’attenzione spaziale visiva?
• Queste regioni riflettono un sistema di controllo
esecutivo centrale che dirige le risorse attentive in
tutto il cervello?
• Queste regioni controllano l’attenzione indirizzata su
processi mentali come il pensiero, le sensazioni, i
desideri e i piani non direttamente connessi agli stimoli
ambientali?
Natura generale dei sistemi di controllo attentivo
• Le risposte sono ancora incerte; le
evidenze attuali indicano che alcuni parti
di questi circuiti di controllo attentivo
siano piuttosto generali e altri più
specifici.
• Molte delle stesse regioni dorsali della
corteccia frontale e parietale implicate
nell’attenzione spaziale visiva sono attive
anche per quella uditiva.
Natura generale dei sistemi di controllo attentivo
• Un lavoro di Wojciulik e Kanwischer sostiene un
ruolo generale della corteccia parietale in un
certo numero di compiti di controllo esecutivo
ed attentivo
• Vi sono prove anche a favore del fatto che, sia
l’attenzione non manifesta che l’attenzione
manifesta, condividano le stesse basi neurali. I
circuiti di controllo dei movimenti oculari
saccadici e dello spostamento dell’attenzione
manifesta mostrano notevoli sovrapposizioni con
i circuiti di controllo dell’attenzione non
manifesta.
In rosso attenzione non manifesta
CeS = solco centrale
CiS = solco cingolato
FO = opercolo frontale
IPS = solco intraparietale
IPSa = solco intraparietale anteriore
IPSp = solco intraparitale posteriore
MeFG = giro frontale mediale
SF = scissura di Silvio
STS = solco temporale superiore
TOS = solco occipitale traverso
Lobo parietale e aprassia
L’aprassia viene definita come un deficit
nell’esecuzione di movimenti ben appresi,
in assenza di disturbi sensoriali o motori
elementari, o, un deficit tale da non
poter essere spiegato in base ai disturbi
sensoriali e motori che l’accompagnano.
Lobo parietale e aprassia
Aprassia: il paziente non riesce ad eseguire un
gesto richiestogli dall’esaminatore benché non
abbia difetti di moto, di senso o di
coordinazione
• Ma è in grado di compiere lo stesso gesto in
risposta a sollecitazioni contestuali o a
esigenze interiori (dissociazione automaticovolontaria)
L’aprassia può riguardare diversi settori
corporei impegnati nel movimento
• Gli arti superiori
• La muscolatura orale
• La muscolatura assiale
Il deficit dell’organizzazione gestuale può
avvenire quando:
• Il paziente non sa cosa deve fare (aprassia
ideativa, AI)
• Se deve compiere un’azione complessa i
movimenti elementari che la compongono
sono tutti eseguiti esattamente, ma è
compromessa la loro necessaria
concatenazione. E’ presente la dissociazione
automatico-volontaria
ad es. nell’accendere una candela avendo a
disposizione una candela, un candeliere ed
una scatola di fiammiferi chiusa, l’aprassico
ideativo non riesce a rievocare il gesto da
compiere, omette o inverte l’ordine delle
azioni, compie con un oggetto movimenti che
sono propri di un altro oggetto, cioè non sa
cosa fare.
Sede della lesione: crocicchio temporo-parietooccipitale dell’emisfero di sinistra
Aprassia ideativa
I pazienti con aprassia ideativa commettono grossolani errori nella
utilizzazione di oggetti che pur riconoscono
Test per l’Aprassia Ideativa di De Renzi e Lucchelli (1988); Si chiede al paziente di:
1.Accendere una candela, avendo di fronte, appoggiati orizzontalmente sul
tavolo, un candeliere, una candela, e una scatola di fiammiferi
2.Aprire e chiudere un lucchetto, avendo un lucchetto e la sua chiave
separati
3.Riempire d’acqua un bicchiere: sono presenti una bottiglia piena d’acqua e
tappata, un’ apribottiglia e un bicchiere
4.Preparare una lettera pronta per essere impostata: ci sono un foglio
grande scritto, una busta con l’indirizzo già scritto e un foglio di
francobolli
5.Preparare la macchina del caffè: ci sono una scatola chiusa di caffè in
polvere, un cucchiaio, una macchinetta per il caffè, e una bottiglia d’acqua
•Sono state identificate le seguenti categorie di errori:
a.Perplessità: il paziente guarda esitante gli oggetti, ne prende uno in mano, lo rigira, lo
posa.
b.Maldestrezza: l’azione è concettualmente appropriata ma eseguita in modo rozzo e
inefficace
c.Omissioni: il paziente salta un passaggio dell’azione (es. versa l’acqua dalla bottiglia nel
bicchiere senza aver prima tolto il tappo)
d.Errori di localizzazione: l’azione è appropriata per l’oggetto ma eseguita in un luogo
sbagliato (es. il paziente accende il fiammifero ma lo porta sul candeliere anziché sulla
candela)
e.Uso erroneo: l’azione è concettualmente inappropriata (es. la candela viene strofinata
sul tavolo)
f.Errori di sequenza: l’oggetto è usato prima che sia stata compiuta un’azione
preliminarmente necessaria (es. il paziente mette la polvere di caffè nel filtro prima che
sia stata versata l’acqua nel fondo)
Gli errori più frequenti sono quelli di omissione, di localizzazione e di uso errato, i quali
rivelano una difficoltà ad evocare l’uso dell’oggetto (amnesia d’uso)
Il deficit dell’organizzazione gestuale può
avvenire quando:
• Il paziente non è in grado di tradurre la
sequenza motoria che ha in mente in un
corretto programma innervatorio, non sa cioè
come fare (aprassia ideomotoria, AIM)
• Il disturbo riguarda quindi i singoli gesti,
mentre il piano generale è conservato
Aprassia ideomotoria
Le lesioni sono principalmente localizzate
nell’area parietale inferiore sinistra e nelle
aree laterali premotorie sinistre
• I pazienti parietali sono più frequentemente
e più gravemente aprassici di quelli frontali
(con lesione dell’area premotoria laterale)
• La lesione del corpo calloso provoca aprassia
limitata agli arti omolaterali all’emisfero
dominante (solitamente il sinistro)
Aprassia ideomotoria
Test dell’AIM (mano dominante)
Spinnler e Tognoni (1987)
•
Scopo:
•
Verificare la capacità dei soggetti di tradurre
“l’idea” di un gesto nella sua corretta esecuzione
•
Descrizione
•
L’esaminatore mima 10 movimenti e chiede al
soggetto di ripeterli
Aprassia ideomotoria
Gesti da imitare Spinnler e Tognoni (1987)
1.
Faccia il segno della croce
2.
Faccia il saluto militare
3.
Faccia ciao con la mano
4.
Minacci qualcuno con la mano
5.
Faccia il segno che ha fame
6.
Faccia marameo
7.
Dia un buffetto
8.
Faccia le corna con le dita
9.
Faccia segno che è matto
10. Faccia la lettera O con le dita
Aprassia ideomotoria
Test di De Renzi e coll. (1980)
Prove di imitazione:
•
il paziente deve riprodurre con la mano omolaterale alla
lesione un movimento, significativo o no, eseguito
dall’esaminatore
Gesti usati nell’esame dell’AIM (De Renzi e coll., 1980)
•
Movimenti delle dita
1.
Indice e medio divaricati (segno di V)
2.
Indice e pollice a cerchio, restanti dita verticali (segno di OK)
3.
Mignolo ed indice estesi, altre dita flesse (segno delle corna)
4.
Indice esteso in alto, restanti dita flesse
5.
Medio inarcato sul dorso dell’indice, altre dita flesse
6.
Pollice incarcerato fra indice e medio flessi
7.
Dare 3 buffetti, estendendo il medio a scatto dalla falange distale del pollice
8.
Schioccare 3 volte le dita
9.
Imitare un uomo che cammina, avanzando alternativamente con indice e medio sul
piano del tavolo
10.
Aprire e chiudere l’indice sul medio, tenuti orizzontali (segno delle forbici)
11.
Picchiettare in successione le 4 dita laterali sul tavolo per 3 volte, ricominciando
sempre dall’indice
12.
Dorso della mano appoggiato sul tavolo, indice e medio estesi, le altre dita flesse.
Flettere prima l’indice, poi il medio sul pollice, mentre l’altro dito resta esteso.
Ripetere per 3 volte
Aprassia orale
•E’ l’incapacità per i muscoli dell’apparato faringo-bucco-facciale a
compiere un movimento a richiesta (es. protrudere a comando la
lingua), mentre lo stesso movimento può essere eseguito in via
automatica (es. il paziente protrude la lingua per leccarsi le
labbra)
•Si associa, nella maggioranza dei casi, a lesioni degli opercoli
frontale e centrale e della porzione anteriore dell’insula (in un
terzo dei casi è interessato il lobo parietale inferiore)
Aprassia orale
•
L’esaminatore si pone di fronte al paziente, compie il movimento
e gli chiede di imitarlo.
1.
Soffiare
2.
Fischiare
3.
Fare una pernacchia
4.
Dare un bacio
5.
Aprire a schiocco le labbra
6.
Muovere ripetutamente la lingua contro i denti
7.
Schioccare la lingua contro il palato, imitando il trotto del
cavallo
8.
Raschiarsi la gola
Aprassia costruttiva (AC)
•È l’incapacità di costruire strutture
complesse, ponendo gli elementi
costituenti nei corretti rapporti
spaziali reciproci
Le aree cerebrali maggiormente
coinvolte nell’aprassia costruttiva
sono quelle parietali posteriori
Aprassia costruttiva (AC)
I cerebrolesi destri tendono a eseguire disegni con orientamento
sbagliato e con elementi disposti in confusa relazione reciproca a
causa di un disturbo visuo-spaziale
I cerebrolesi sinistri semplificano i disegni, riducendo i dettagli ma
conservando la disposizione spaziale originale a causa di uno
specifico disturbo di esecuzione o di programmazione motoria.
Pazienti affetti da demenza (grave) tendono ad addossare la copia
al modello, cioè a produrre la copia utilizzando parte del modello,
oppure a passare la matita sulle linee del modello (fenomeno del
closing-in) forse a causa di un’incapacità a strutturare lo spazio e
della necessità di utilizzare un punto di riferimento per risolvere i
problemi costruttivi difficili.
L’APRASSIA COSTRUTTIVA
Si valuta con prove di:
• Ricostruzione di figure bi o tridimensionali
• Disegno libero
• Copia di figure bi o tridimensonali
L’APRASSIA COSTRUTTIVA
copia semplice
L’APRASSIA COSTRUTTIVA
copia con elementi di programmazione
Figura di Rey
Figura di Rey
Closing in
Clock drawing test
Lobo parietale e cognizione sociale
• Il sé è la capacità di distinguere il proprio
essere come oggetto e, quindi, come
soggetto di considerazione in termini
oggettivi (James 1890)
• Questa capacità è chiamata pensiero
autoriflessivo
• L’autoriflessione richiede un
ridirezionamento iniziale del focus
attentivo dagli eventi sensoriali ai pensieri
interiori, ai ricorsi, ai sentimenti e alle
sensazioni viscerali.
Lobo parietale e cognizione sociale
• Studi di visualizzazione
neurofunzionale hanno
identificato le aree cerebrali che
sono attive in assenza di esplicita
stimolazione dall’ambiente
extrapersonale o attenzione
diretta verso l’ambiente (modalità
automatica - focalizzazione
dell’attenzione sul sé).
Lobo parietale e cognizione sociale
• L’attività di queste regioni decresce
durante compiti che richiedono
attenzione a stimoli dello spazio
extrapersonale
• Quest’attività spontanea e coordinata
si verifica nella corteccia prefrontale
dorsale e ventromediale, nel cingolato
posteriore,e nella corteccia parietale
mediale e laterale.
Lobo parietale e cognizione sociale
• Sulla base della modalità automatica sono
stati condotti diversi studi, in uno di
questi ai soggetti (durante una scansione
cerebrale) era richiesto di indicare quanto
fossero adatti a descriverli aggettivi
riferiti a tratti di personalità (ambizioso)
o frasi (“tendo a preoccuparmi molto”),
oppure a confrontare i loro tratti di
personalità con quelli di persone famose o
che conoscevano bene.
Lobo parietale e cognizione sociale
• Sono stati riscontrati cambiamenti di
attività nella PFC mediale e nelle
regioni parietali.
• Altre indicazioni giungono dalla TMS
che, se applicata alla corteccia
parietale, blocca temporaneamente il
recupero di alcune conoscenze
autoreferenziali.
Lobo parietale e cognizione sociale
• Il termine personificazione si riferisce alla
sensazione di essere localizzato dentro un
corpo.
• I pazienti con danno parietale (es. neglect)
possono ignorare o negare l’esistenza del
lato sinistro del loro corpo, o negare che il
loro corpo soffra di qualche particolare
disturbo (anosognosia) o possono
sperimentare la sensazione di essere
dislocati fuori dal proprio corpo
(depersonificazione)
Lobo parietale e cognizione sociale
• Nella rappresentazione del corpo e della
depersonificazione sono implicate due
regioni cerebrali:
1) corteccia visiva extrastriata
2) giunzione temporoparietale
• Quest’ultima potrebbe integrare
l’attenzione visiva con le informazioni
vestibolari e somatosensoriali per tenere
traccia delle posizioni del corpo nello
spazio, stabilire una prospettiva visiva
egocentrica e creare un’unità spaziale del
sé e del corpo
Il lobo parietale e le funzioni esecutive
• Quando freniamo bruscamente se un gatto ci
attraversa la strada
• Quando scegliamo se acquistare un prodotto
piuttosto che un altro
• Quando cerchiamo di anticipare la mossa del
nostra avversario in una partita di scacchi.
• Tutti questi esempi riguardano una complessa
funzione cognitiva nota come elaborazione
esecutiva
• I processi esecutivi svolgono ruoli di supervisione
o regolatori, cioè modulano l’attività di altri
processi cognitivi in modo flessibile e finalizzato
Il lobo parietale e le funzioni esecutive
• A livello anatomico e fisiologico le principali
strutture cerebrali che mediano il controllo
esecutivo sono:
• la corteccia prefrontale dorsolaterale
• la corteccia prefrontale ventromediale
• la corteccia cingolata anteriore
• la corteccia parietale posteriore
• i gangli della base.
Queste ultime due regioni sono particolarmente
importanti nel contesto dei processi decisionali.
Il lobo parietale e le funzioni esecutive
• In molti studi di visualizzazione
neurofunzionale del controllo
esecutivo l’attivazione della corteccia
prefrontale dorsolaterale è
accompagnata dall’attivazione della
corteccia parietale posteriore.
Il lobo parietale e le funzioni esecutive
• La corteccia parietale come la prefrontale
sono storicamente definite come cortecce
associative; cioè non elaborano imput
sensoriali e non generano output motori.
Agiscono per indurre associazioni tra
sensazioni ed azioni.
• Risultati recenti derivati
dall’elettrofisiologia sui primati e dalla
visualizzazione neurofunzionale umana
sostengono una prospettiva integrata.
Il lobo parietale e le funzioni esecutive
• Studi sui processi decisionali sui primati
indicano che i neuroni lungo il solco
intraparietale (area intraparietale laterale)
codificano il valore atteso delle azioni
possibili.
• Studi fMRI hanno trovato che la corteccia
parietale si attiva quando i soggetti
producono e mantengono la sequenza di
comportamenti che potrebbe essere
richiesta in una data situazione.
Il lobo parietale e le funzioni esecutive
• L’attivazione contemporanea della
corteccia parietale e di quella
prefrontale può riflettere due
processi in corso tra loro distinti:
• per la corteccia parietale creare e
aggiornare una serie di associazioni
stimolo-risposta;
• per la corteccia prefrontale generare
un comportamento motorio appropriato
in risposta a un dato stimolo
Lobo parietale e cognizione numerica
• Alcuni studi mettono in luce che le
conoscenze semantiche delle parole che
denotano numeri siano separabili dalle
conoscenze semantiche di altre categorie.
• Ad esempio il paziente M.A.R. (Dehaene,
Cohen), che aveva una lesione della
corteccia parietale inferiore destra, non
aveva difficoltà a recuperare le tabelline
memorizzate, ma non era in grado di
decidere che numero cade tre 2 e 4 e di
confrontare le grandezze fra numeri.
Lobo parietale e cognizione numerica
• Però era in grado di dire che lettera si
trova tra A e C e che mese c’è fra gennaio
e marzo.
• Oltre a questi dati clinici le evidenze
dell’importanza della corteccia parietale
nell’elaborazione delle quantità numeriche
proviene da studi sui correlati neurali della
discalculia evolutiva
Lobo parietale e cognizione numerica
• La discalculia evolutiva comporta nei
bambini una grave compromissione
nell’abilità di eseguire calcoli matematici a
fronte di un QI normale.
• Gli scienziati non sono ancora d’accordo
sulla lateralizzazione ma concordano su
un’anomalia dell’attività della corteccia
parietale.
• La sindrome di Turner sembra confermare
questi dati; a fronte di un QI nella norma
vi sono difficoltà matematiche.
Nei pazienti affetti da sindrome di Turner (A) i solchi di destra e di
sinistra sono più piccoli e meno simmetrici rispetto ai soggetti
controllo (B). I solchi centrali dei soggetti con S di Turner sono (in
rosso) sono più arretrati rispetto ai controlli (blu). La differenza
potrebbe essere dovuta a un’atrofia parietale bilaterale
Neuroimmagini su soggetti normali
•
•
Studi PET e fMRI hanno dimostrato che le regioni
parietali sono coinvolte nell’elaborazione semantica
dei numeri indipendentemente dallo specifico compito
numerico.
Nello specifico queste regioni sono più attive in
compiti di stima e approssimazione rispetto a compiti
di calcolo esatto che sono associati ad una
attivazione del giro angolare sinistro.
Neuroimmagini su soggetti normali
•
In particolare il solco intraparietale (IPS) è attivato
da confronti numerici ordinali, da calcoli mentali che
richiedono un accesso alla semantica dei numeri e
dalle sottrazioni rispetto alle moltiplicazioni o
addizioni (fatti numerici).
Neuroimmagini su soggetti normali
• L’IPS rappresenta la quantità numerica
indipendentemente dalla modalità
sensoriale o dal formato (visivo/uditivo;
2/due).
Neuroimmagini su soggetti normali
•
L’IPS è sensibile alla grandezza numerica ma non al
formato della notazione. Ad es. ai soggetti era chiesto
di indicare se un numero (arabo o in lettere) era > o < di
5. Prima dello stimolo compariva un prime (n arabo o in
lettere) dello stesso valore o di valore diverso dello
stimolo target (5). L’attività dell’IPS risultava ridotta
quando il prime aveva la stessa grandezza del bersaglio
indipendentemente dal formato.
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