Musica Melodie sull`acqua, dall`Egitto dei Faraoni a Britney Spears

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TaccuIno culTurale
Musica
“Una canzone vale dieci uomini”, dice un proverbio marinaro.
Galeotti e re, naufraghi e militari sulla stessa onda dei Beach Boys
di alberto Piccinini
ulle navi c’è sempre stata musica.
Se ne ha testimonianza fin dall’antico Egitto. Trombe e tamburi sulle
navi militari; cori su quelle da carico; orchestrine per i nobili e i re: per sincronizzare i movimenti, tenere alto il morale, far
passare il tempo. Con l’arrivo delle navi a
vapore, le shanties sono state trasformate
in canzoni di successo, la musica in mare
sopravvive oggi nelle crociere e nella metafora dell’“orchestrina del Titanic”, che
fino all’ultimo non smise di suonare.
S
Water Music – Georg Friederich Händel.
Scritta nel 1717 su commissione del re
Giorgio I di Hannover appena incoronato
in Inghilterra, la “musica sull’acqua” fu
composta per un’orchestra barocca al
completo sistemata su una chiatta in navigazione sul Tamigi: cinquanta elementi
meno il clavicembalo, escluso per motivi
di spazio. Il re assisteva al concerto dalla
sua barca in compagnia di uno scelto
pubblico di nobili. La sequenza dei pezzi
che compongono le tre suite non è fissa:
durante la prima esecuzione Händel usò
i pezzi lenti quando la chiatta dell’orchestra era più vicina a quella del re, e gli allegri quando si allontanava.
Sloop John B – Beach Boys. Sulle rotte
che univano l’Africa alle Indie Occidentali
schiavi e marinai cantavano in coro canzoni come questa, nella tipica forma del
call and response. È la storia di un nonno
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e di un nipote che dopo una notte passata a bere e farsi prendere a pugni nei
peggiori bar di Nassau, stanchi come
sono vorrebbero risalire sul loro sloop
(una barca a vela) per tornarsene a casa.
Ma il capitano è ubriaco, e così tutto
l’equipaggio compreso il cuoco. L’etnomusicologo Alan Lomax la registrò nelle
Isole Barbados nel 1935. Nel 1950 i Weavers di Pete Seeger ne incisero una versione
folk intitolata Il naufragio della John B
(ma di naufragio nel testo non c’è traccia), che attraverso le successive interpretazioni di Johnny Cash e di Lonnie Donegan, finì nelle mani di Brian Wilson dei
Beach Boys. Quest’ultimo, aggiunto uno
scanzonato tocco psichedelico (“è stato
il peggior trip che abbia mai fatto”) ne
arrangiò la versione più famosa, inserita
nel 1965 in Pet Sounds.
Day-O (Banana Boat Song) – Harry Belafonte. Simile a quella di Sloop John B è
stata la sorte di questo coro anonimo di
lavoratori portuali giamaicani. I quali,
dopo aver caricato banane sulla nave per
tutta la notte chiedono al “mister” di fare
i conti ed essere pagati perché è l’alba e
vogliono andare a dormire. Trasformata
in un calypso negli anni Cinquanta, diventò uno dei primi successi internazionali dell’attore e cantante Harry Belafonte,
tra i primi simboli del nuovo orgoglio
afroamericano.
Il tragico naufragio della nave Sirio – Giovanna Marini, Francesco De Gregori. “Ed a
bordo cantar si sentivano/tutti allegri del
loro destin”. Più di cent’anni or sono il
transatlantico Sirio, che da Genova andava
in Sudamerica, fece la fine della Costa Concordia arenandosi violentemente sui fondali di Capo Palos in Spagna, a 3 chilometri
dalla costa. La nave rimase dieci giorni a
galla, con la prua fuori dall’acqua e la
poppa affondata di pochi metri, ma la violenza dell’urto, il panico, l’assalto alle poche scialuppe e l’esplosione di un motore
fece quasi 500 vittime. La versione di De
Gregori (autore, anni prima, dell’LP Titanic)
Y Francesco De
Gregori in concerto.
Z elvis costello,
pseudonimo di Declan
Patrick MacManus
cantautore, chitarrista
e compositore
britannico.
Z Britney Spears
durante un concerto
nel 2000.
ANGELO PALMA/A3/CONTRASTO
Melodie sull’acqua, dall’Egitto
dei Faraoni a Britney Spears
east global geopolitics
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MuSIca
con Giovanna Marini, riprende quella della
folksinger Caterina Bueno, tratta da strofe
dei cantastorie d’epoca.
ALEX VANHEE/HOLLANDSE HOOGTE/CONTRASTO
Shipbuilding – Elvis Costello. “C’è una
voce che si sparge in città”. Uno degli inganni più terribili della guerra delle Falkland, inizio anni Ottanta, fu l’idea che
in questo modo i depressi cantieri navali
del nord Inghilterra avrebbero finalmente
ricominciato a lavorare. Nella canzone,
Costello si mette dalla parte degli ship-
CONTRASTO
The sinking of Reuben James – Woody
Guthrie. Il 31 ottobre del 1941 il cacciatorpediniere americano Reuben James venne
affondato da una U-Boot tedesco al largo
dell’Islanda, mentre scortava un convoglio di navi mercantili che faceva rotta per
l’Inghilterra. Fu la prima perdita navale
alleata della Seconda Guerra Mondiale.
Guthrie, che scrisse la canzone quasi “in
diretta”, avrebbe voluto cantare tutti i
nomi dei cento marinai che persero la vita
nell’attacco. Si limitò a iniziare la seconda
strofa così: “Dimmi come si chiamavano/
È vero che avevi un amico sulla Reuben
James?”, rassicurando poi che la nostra
flotta “va ancora a tutto vapore”.
builders (gli operai del porto) e del loro
dilemma morale: se i cantieri riapriranno
forse potranno regalare “un cappotto
nuovo e delle scarpe” alle loro mogli e
“una bicicletta per il compleanno dei ragazzi”. Ne vale la pena? Un verso dice:
“Dobbiamo tuffarci per sopravvivere, invece che per raccogliere perle”. Incisa in
due versioni, da Robert Wyatt (1982) e
dallo stesso Costello l’anno successivo
con Chet Baker alla tromba, la canzone è
considerata tra le più belle e toccanti degli ultimi decenni.
In the Navy – Village People. Nel 1979 la
Marina militare americana mise a disposizione dei Village People un’intera portaerei per girare uno spot per il reclutamento. Ne uscì questa canzone, che
avrebbe seguito l’enorme successo di
numero 51 gennaio/febbraio 2014
YMCA (sugli ostelli della gioventù) dell’anno precedente. I Village People, come
si sa, erano una specie di gruppo di cabaret gay, che faceva musica da ballo con
intento sexy-comico. Il risultato fu un
enorme doppio senso macho, e le proteste piuttosto consistenti. La campagna
di reclutamento fu cancellata.
Baby one more time – Britney Spears. Secondo notizie riferite dal Guardian, la Marina inglese diffonderebbe ad alto volume
canzoni di Britney Spears per intimidire
le navi pirata in navigazione sulla costa
Est dell’Africa. Strano, ma vero.
Alberto Piccinini, scrive di musica, sport,
comunicazione per Il Manifesto, Il Venerdì,
Rolling Stone e per la Rai RadioTelevisione
Italiana.
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