Fitofarmaci e patologie dell’apparato cardiovascolare Tra le patologie dell’apparato cardiovascolare che vengono maggiormente trattate con terapia fitoterapica ritroviamo: ipertensione e ipotensione arteriosa, insufficienza venosa linfatica, emorroidi, aterosclerosi. Ipertensione arteriosa: è un disturbo dovuto all’aumento anormale della pressione arteriosa e un importante fattore di rischio per malattie cerebrovascolari, scompenso cardiaco, cardiopatia ischemica e infarto miocardico, vasculopatie periferiche e insufficienza renale. Secondo la classificazione WHO-ISH-ESH i valori della PA possono essere suddivisi in categorie: Ottimale fino a 120/80 Normale fino a 130/85 Normale-alta fino a 140/90 Ipertensione grado I (lieve) fino a 160/100 Ipertensione grado II (moderata) fino a 180/110 Ipertensione di grado III (severa) oltre 180/110 Ipertensione sistolica isolata ≥ 140 < 90 L’ipertensione sisto-diastolica si divide in primaria o “essenziale”e in secondaria. Le cause dell’ipertensione primaria possono essere genetiche, legate allo stress, alla sedentarietà, alla cattiva alimentazione, all’invecchiamento, all’obesità; mentre quelle dell’ipertensione secondaria risultano essere di natura renale (glomerulonefrite, nefropatie, rene policistico, vasculite renale, stenosi dell’arteria renale, tumori secernenti renina); di natura endocrina (ipotiroidismo, ipertiroidismo, acromegalia, sindrome di Cushing, feocromocitoma, tumori extrasurrenalici); inoltre altri fattori determinanti sono gravidanza, stress, patologie neurologiche, farmaci (contraccettivi orali, FANS, corticosteroidi, tacrolimus, litio, antidepressivi triciclici, betabloccanti), abuso di alcool e sostanze stupefacenti, liquirizia. La fitoterapia permette di controllare l’ipertensione prevenendone i danni da essa causati. E’ necessario citare due piante in maniera particolare ovvero Biancospino e Olivo. Studi clinici hanno dimostrato i fattori benefici dell’impiego del Biancospino, la cui droga è data dalle foglie e dalle sommità fiorite di Crataegus oxyacantha o monogyna e Laevigata appartenente alla famiglia delle Rosaceae. I componenti principali del Biancospino sono flavonoidi (modulano il calcio intracellulare) e procianidine oligomere (azione protettiva sull’endotelio vascolare e antiossidante), inoltre amine, aminopurine, steroli e acidi triterpenici penta ciclici (ac.ursolico, avente azione coronarodilatatrice). Ha effetti inotropi e dromotropi positivi e batmotropi negativi. L’azione terapeutica si svolge a livello della circolazione coronarica (azione vasosilatatrice coronarica e periferica) e come sedativo nervoso antispasmodico associato alla Valeriana e alla Passiflora. Essendo un cardiosedativo è importante nella tachicardia, nelle palpitazioni, nelle extrasistoli ventricolari, nell’insufficienze cardiache. Utile inoltre nell’ipertensione arteriosa lieve e nelle manifestazioni d’ansia che derivano dalla menopausa, nell’angina pectoris, nel cuore senile e negli squilibri neurovegetativi. Si utilizzano l’infuso dei fiori, la tintura madre e il macerato glicolico. Per il suo meccanismo d’azione il Biancospino può potenziare l’attività di farmaci inotropi, ipotensivi e antianginosi se assunti contemporaneamente. L’Olivo è la droga dell’Olea europea appartenente alla famiglia delle Oleaceae. Le foglie dell’Olivo contengono diversi principi attivi, quali pigmenti flavonici e colina, acido oleanolico, oleuropeoside, saponine, tannini, cinconina e cinconidina, resine e alcaloidi. L’olio vergine è costituito da glicerdi di acidi grassi (ac. oleico, ac.isoleico, ac. palmitico, ac.linoleico e ac.miristico). Esso è usato come colagogo nella litiasi biliare, come lassativo, emolliente e protettivo negli stati infiammatori del tubo enterico e negli avvelenamenti da caustici; all’esterno per frizioni e unzioni, in lesioni cutanee(bruciori, eczemi, escoriazioni) e per clistere nella stipsi ostinata. Entra in una grande quantità di preparazioni farmaceutiche: oli medicinali, linimenti, pomate, unguenti, saponi, ecc. Viene usato anche come veicolo di medicamenti nelle preparazioni ad uso parenterale. Le foglie dell’olivo hanno proprietà febbrifughe ed ipoglicemizzanti. L’azione ipoglicemizzante sarebbe dovuta all’oleuropeoside. Inoltre la foglia provoca anche la diminuzione dell’ipertensione arteriosa e attiva la diuresi. Gli effetti della droga sono buone nelle ipertensioni essenziali e nell’aterosclerosi. L’azione ipotensiva sarebbe duplice, immediata e diretta dall’oleoside, indiretta e più lontana dovuta all’acido glicolico, diuretico epato-renale. Inoltre l’olivo è ipolipidemizzante, coronarodilatatore, antiaritmico e spasmolitico. Vengono preparati infusi o decotti delle foglie da sole o associate ad altre piante (per esempio Menta piperita, Matricaria recutita, Ginkgo biloba) per trattare l’ipertensione, le vasculopatie periferiche, l’aterosclerosi, l’ipercolesterolemia e l’iperglicemia. Inoltre può essere utilizzato anche il macerato glicerinato di gemme fresche. Anche la Gramigna o Elymus repens appartenente alla famiglia delle Gramineae presenta proprietà ipotensive. La droga è costituita dal rizoma, ricco di glucidi, saccarosio, zuccheri riduttori e un fruttosano, detto triticina. Inoltre al suo interno vi sono piccole quantità di vanilloside e trace di olio essenziale, contenente agropirene dalle proprietà antimicrobiche. La tisana di gramigna è un buon diuretico- ipotensivo. E’ raccomandato il suo utilizzo nei casi di malattie infiammatorie del fegato, delle vie urinarie, nella gotta e nella milza. Utile anche nell’artrosi, artrite ed eczema. Ipotensione arteriosa: è una condizione in cui valori pressori di una persona sono in maniera permanente più bassi di quelli considerati normali, ovvero con una massima inferiore a 100mmHg. Può essere di origine costituzionale (ipotensione essenziale o permanente) oppure conseguenza a malattie debilitanti, etilismo, insufficienza epatica, interventi chirurgici. L’ipotensione ortostatica si manifesta transitoriamente nel passaggio dalla posizione supina a quella verticale. Si può verificare un abbassamento della pressione arteriosa con segni clinici da diminuita perfusione distrettuale (cute pallida, sudaticcia, fredda, tachicardia, alterazioni dell’equilibrio metabolico, oliguria, ecc.) in diverse condizioni morbose ovvero shock anafilattico, collasso, sincope, sindrome del seno carotideo, disidratazione causata da diarrea, vomito e sudorazione intensa, emorragie gravi, cardiopatie (aritmie e scompenso cardiaco), ecc. Altre cause sono l’abuso di farmaci antipertensivi, l’utilizzo di alcuni sedativi e antidepressivi. Quando l’ipotensione è di lieve entità e non è associata a patologie di rilievo, si possono assumere per contrastarla piante adattogene, quali Ginseng, Guaranà e Liquirizia. Il Ginseng è una droga costituita dalle radici di Panax ginseng appartenente alla famiglia delle Araliaceae. La qualità più pregiata è quella coreana. Essa contiene saponine triterpeniche tra cui diversi ginsenosidi (il più importante è quello “Rg”), panoxosidi (per idrolisi danno acido oleanoico), polisaccaridi, steroli, vitamine, minerali, acidi grassi. I ginsenosidi derivanti dal propanoxodiolo sono Rb, Rb2, Rc, Rd, mentre quelli derivanti dal propopanaxatriolo sono Rc, Rg, Rg1, Rg2. E’ una droga “adattogena”, cioè in grado di migliorare le capacità fisiche e mentali di un soggetto, ciò è dovuto ai ginsenosidi, mentre i panaxani hanno attività ipoglicemizzante. Il ginseng aumenta i livelli ematici di ACTH e corticosterone, inibisce l’aggregazione piastrinica, agisce sul metabolismo di lipidi e carboidrati. Agisce sulla flora intestinale. In occidente si usa nello stress fisico come infuso o polvere. Oltre all’azione adattogena, il ginseng è tonico, immunostimolante, ipoglicemizzante, ipolipidemizzante, antiossidante, antiaggregante piastrinico, epatoprotettivo, cardiotonico e psicostimolante. Viene inoltre utilizzato nei casi di debolezza, stanchezza, nella convalescenza e nella perdita di concentrazione. E’controindicato nei casi di trombosi coronarica, emorragie, diabete e nei pazienti in terapia con antipsicotici, stimolanti e ormoni. Il ginseng deve essere evitato nel caso di ipertensione e se si assumono farmaci anticoagulanti e inibitori delle monoammino ossidasi. Estratti di ginseng inibiscono al sintesi di trombossano e l’aggregazione piastrinica, come il ginkolide B, che è capace di inibire l’azione del PAF (fattore di attivazione piastrinica). Il suo utilizzo non deve mai superare i 2-3 mesi. Il Guaranà è costituito dai semi di Paullinia cupana appartenente alla famiglia delle Sapindaceae. La droga contiene caffeina, legata alla guaranatina; inoltre tannini, tracce di teobromina, caffeina, teofillina, amido, resine e saponine. Il guaranà ha il più alto contenuto in caffeina rispetto alle altre droghe caffeiche e possiede proprietà antidiarroiche, dimagranti, diuretiche e cardiotoniche. E’utile nell’ipotensione, nell’astenia, nelle attività mentali, nei disturbi circolatori, nell’emicrania, nello stress mentale e fisico. Le bevande vengono usate come stimolanti e rinfrescanti, assunte a stomaco pieno per evitare irritazioni della mucosa gastrointestinale. La Liquirizia è costituita dalle radici o dai fusti sotterranei essiccati di Glycyrrhiza glabra appartenente alla famiglia delle Papilionaceae. E’ composta principalmente da saponine triterpeniche (glicirrizina, acido glicuronico + acido glicirretico), flavonoidi (liquiritina, isoliquiritina), derivati cumarinici, mannitolo, glucosio, resine, acido benzoico. La glicirrizina è 150 volte più dolce del saccarosio e per idrolisi dà origine ad acido glicirretico e a due molecole di acido glicuronico. L’acido glicirretinico inibisce a livello gastrico la 15-idrossi-prostaglandino-deidrogenasi e la Δ13 – prostaglandino reduttasi, consentendo un accumulo di prostanoidi, sostanze citoprotettive. Inoltre sembra inibire anche l’enzima 11-β-idrossi- steroido deidrogenasi, con aumento tessutale di glucorticoidi.La liquirizia è usata come aromatizzante, per mascherare il sapore amaro di diversi farmaci; inoltre possiede proprietà espettoranti, emollienti, sfruttati nella tosse e nei catarri bronchiali. Si utilizza il suo estratto o la droga in polvere, ma esistono anche pomate antiinfiammatorie contro gli eczemi, contenenti acido glicirretico puro. La liquirizia entra come lenitivo nella composizione di prodotti impiegati per lenire i disturbi gastrointestinali. Se assunta in elevate quantità provoca ritenzione idrica, ipopotassemia e ipertensione. Devono assumerla con cautela gli ipertesi, i cardiopatici e coloro che hanno insufficienze renali o che assumono digitalici o corticosteroidi. Insufficienza venosa linfatica (IVC): è una patologia in forte crescita e piuttosto comune. Può restare asintomatica per un lungo tempo ma, una volta consolidata, diviene seria e difficilmente risolvibile. I sintomi iniziali sono senso di pesantezza e dolore alle gambe, gonfiore e stanchezza agli arti inferiori, crampi, sensazione di calore e bruciore, formicolio e prurito alle gambe. Diversi sono i fattori etiopatogenetici che influiscono nella sviluppo della IVC ovvero ereditarietà, uso di anticoncezionali orali, sovrappeso e ritenzione idrica, anomalie ortopediche, fumo e alcool, stipsi cronica, ecc. Per prevenire l’IVC è necessario evitare un ortostatismo prolungato, dormire con le gambe leggermente sollevate, svolgere un’attività fisica, evitare tacchi troppo alti o troppo bassi in modo frequente, evitare la prolungata esposizione al sole e bagni troppo caldi, correggere difetti posturali, ecc. L’IVC è una patologia a decorso cronico progressivo che se non viene trattata in modo adeguato, possono insorgere lesioni ulcerose e alterazioni dicromiche della pelle. E’ necessario quindi prevenirla e controllare la sua progressione. La fitoterapia può essere un valido aiuto in questo tipo di patologia. Vi sono diversi estratti vegetali che possiedono azione flebotonica, flebotropa, antiflogistica, antiossidante e antiaggregante piastrinica. In campo flebologico i rimedi più storici sono l’Ippocastano e la Centella asiatica. L’Ippocastano o Aesculus hippocastanum L. appartenente alla famiglia delle Ippocastanaceae è un albero la cui droga si estrae dalla corteccia dei giovani rami e dai semi contenuti nel suo frutto (cassula carnosa). I principi attivi sono saponosidi triterpenici, di cui il principale è l’escina e derivati flavonici (quercetolo e kempferolo), proantocianidine, tannini (ac.esculitannico), amidi, allantoina ed esculoside (derivato cumarinico). L’ippocastano ha un’attività terapeutica flebotonica, antiflogistica, antiemorragica, antiedemigena. Studi clinici (Haas, 1991) hanno dimostrato che l’escina ha la proprietà di inibire l’attività enzimatica lisosomiale e di diminuire la permeabilità capillare e quindi ha un’azione positiva sulla flogosi, sull’edema, aumentando il tono vasale. L’esculoside diminuisce la fragilità capillare. Le indicazioni cliniche dell’ippocastano sono l’IVC, le flebopatie, le varici, le emorroidi, i geloni e gli edemi post-traumatici. L’ippocastano può provocare flogosi gastrica ad alte dosi, nausea e diarrea ed è controindicato in gravidanza, nell’allattamento, in età pediatrica e in presenza di ulcere peptiche e epatopatie. Evitare l’associazione con farmaci come warfarin e eparina. In fitoterapia si utilizza la tintura madre, l’estratto secco titolato in modo da garantire una dose giornaliera di 100-150 mg di escina, l’estratto idroalcolico e il decotto. La Centella asiatica o Hydrocotyle asiatica appartenente alla famiglia delle Apiaceae è un’erba contenente saponosidi triterpenici (ac.asiatico, indocentoico, asiaticoside,ecc.); flavonoidi (quercitina e kaempferolo); tannini; indocentelloside; acidi, fitosteroli, vit. C. La droga è costituita dalle parti aeree. La centella ha un’attività terapeutica trofodermica, flebotonica, antiedemigena, capillaroprotettiva, elasticizzante e cicatrizzante. Clinicamente è indicata nell’IVC, nelle varici, negli edemi agli arti inferiori, nelle emorroidi, nelle ulcere venose e nelle piaghe da decubito. Dosi eccessive possono causare sonnolenza, vertigini e irritazione gastrica. La centella è controindicata nell’allattamento e nella gravidanza. Viste le sue proprietà sedative, non è escluso che l’uso concomitante con antidepressivi (sertralina), atropina, anticonvulsivanti (carbamazepina) o antistaminici (cetirizina), possa facilitare l’insorgenza di sedazione, per via dell’effetto additivo sul SNC. La centella può interferire con statine, fibrati, ipoglicemizzanti orali. Sembra che questa pianta medicinale aumenti i livelli sierici di colesterolo e glucosio. Di conseguenza i diabetici devono evitare di assumerla. In fitoterapia si usano dalla parte aerea la tintura madre, estratto, l’infuso e le creme al 10% da tintura madre. Emorroidi: sono costituite da varicosità delle vene del plesso emorroidario esterne o interne. La patologia delle emorroidi è data da uno scivolamento verso il basso di una parte del rivestimento del canale anale. La mucosa rettale, spingendo verso l’esterno le emorroidi interna, trascina fuori anche le emorroidi esterne. Le condizioni che predispongono lo sviluppo di questa patologia sono fattori ereditari, gravidanza, costipazione, stress psichico, epatopatie, sforzi eccessivi, farmaci (supposte e clismi). I sintomi delle emorroidi sono prolasso mucoso (classificabile dal 1̊ al 4̊ grado), rettorragia, dolore, prurito e dolore, rigonfiamento esterno sensibile. La fitoterapia della sindrome emorroidaria è una metodica efficace e ben tollerata dal paziente. In fitoterapia di base si utilizzano per il trattamento delle emorroidi oltre che all’Ippocastano anche il Ruscus aculeatus,l’Hamamelis virginiana, la Vitis vinifera. Il Rusco o Ruscus aculeatus appartenente alla famiglia delle Liliaceae, anche noto come pungitopo è una pianta perenne, la cui droga è costituita dai rizomi e dalle radici, che contengono saponosidi steroidici e furostanolici i cui agliconi sono rappresentati da ruscogenine e neuroruscogenine, con presenza di fitosteroli (sitosterolo e campesterolo), un olio essenziale, flavonoidi, tannini e Sali minerali. Il Rusco è un potente vasocostrittore del sistema venoso, un antinfiammatorio, un antiedematoso, efficace nel trattamento di varici e delle emorroidi. Viene utilizzato l’estratto secco di rizoma mentre per le forme sanguinanti e molto dolorose si usa la tintura madre. L’Amamelide o Hamamelis virginiana appartenente alla famiglia delle Hamamelidaceae, è un arbusto e la droga è data dalle foglie che contengono derivati flavonici (quercitina, kaempferolo, astragalina), tannini (amamelitannino), ac.gallico, aceltadeide, resine e saponine. L’amamelide ha proprietà astringenti, dovute ai tannini, ma viene usato per uso interno, come vasocostrittore venoso. Infatti è usato nelle affezioni venose (varici, emorroidi, flebiti) e contro le metrorragie, soprattutto sotto forma di tintura ed estratto fluido. Per uso esterno è un astringente, cicatrizzante (lozioni, pomate, supposte). La Vite o Vitis vinifera appartenente alla famiglia delle Vitaceae è un arbusto contenente flavonoidi (quercetina) nelle foglie; flavanoli (OPC) nei semi; antociani; resveratrolo nella buccia degli acini; colina-inositolo; glutamina; tannini; Sali minerali; tannini; ac.organici; tartrati; vit.C. L’attività terapeutica della vite è legata alla sua azione flebotonica, flebotrofa, capillaroprotettiva (foglie e semi); antiossidante (semi e buccia); antiflogistica e antireumatica (foglie e succo); depurativa, vitamuizzante e detossicante (succo). Trova applicazione nell’insufficienza venosa, nella sindrome emorroidaria, nelle varici, nelle ulcere venose, nei disturbi del microcircolo, nei reumatismi infiammatori e nelle malattie cardio-cerebrovascolari croniche. Si utilizza la tintura madre delle foglie, il macerato glicerico delle gemme, l’infuso o l’estratto delle foglie, l’estratto di semi o di semi e buccia. Aterosclerosi: è una condizione morbosa particolarmente diffusa, che colpisce generalmente individui di 50-60 anni, ma riscontrabile anche in età giovanile. Nei soggetti che sviluppano l’aterosclerosi è possibile identificare l’esistenza di alcune condizioni e di particolari abitudini di vita, definite “fattori di rischio”. I fattori di rischio sono molto vari ed eterogenei, ma possono essere classificati in base alla loro reversibilità. Tra quelli non reversibili abbiamo l’invecchiamento, il sesso maschile e la predisposizione genetica; mentre tra i fattori reversibili ritroviamo il fumo di sigaretta, l’ipertensione arteriosa, il sovrappeso corporeo, l’ipercolesterolemia, l’iperglicemia, lo stress, la mancanza di attività fisica. All’inizio, l’aterosclerosi si manifesta a carico della tunica intima delle arterie con la presenza di placche giallastre, dette ateromi, che tendono a diventare rilevate, di grandezza variabile, spesso confluenti e, in un secondo tempo, possono ulcerarsi e calcificarsi con formazione di trombi, andando così più o meno ad occludere il lume del vaso. L’aterosclerosi è di grande importanza clinica per la sua predilezione per le coronarie, le arterie cerebrali e quelle degli arti, nelle quali viene ridotto il lume, con eventuale trombosi e occlusione totale. Quella a carico delle coronarie è senza dubbio la principale causa di infarto e angina pectoris; mentre le lesioni a carico delle arterie cerebrali possono determinare ictus o la morte improvvisa. E’ necessario eliminare i fattori di rischio e correggere squilibri alimentari. Importante risulta essere la correzione dell’iperlipidemia attraverso la regolarizzazione del peso corporeo e la riduzione del colesterolo e dei grassi saturi. In fitoterapia un rimedio importante è rappresentato dall’Aglio o Allium sativum appartenente alla famiglia delle Liliaceae, la cui droga è data dal bulbo e contiene un componente volatile, allina, prostanoidi (PGA1), l’enzima allinasi e vitamine (B,C e D). l’allina, per azione dell’allinasi, forma ac.piruvico ed allicina, un prodotto instabile che all’aria e in acqua si decompone in un prodotto più stabile, l’ajoene, responsabile dell’odore e sapore caratteristico dell’aglio. L’aglio è stato adoperato fin dai tempi antichi come antisettico, diuretico e vermifugo. L’ajoene inibisce l’aggregazione piastrinica ed è il responsabile dell’azione antitrombotica ed ipocolesterolemizzante, mentre la PGA1 di quella ipotensiva. L’ajoene è anche antiossidante e l’allicina ha azione antibatterica e sembra stimolare il sistema immunitario. L’attività antitumorale è attribuita all’allicina e al solfuro di allile. L’allicina riduce la conversione batterica dei nitrati in nitriti, limitando la formazione di nitrosamine e quindi di tumori. Studi in vitro hanno dimostrato che l’aglio sopprime l’Helicobacter pylori. L’aglio assunto per un mese si rivela un ottimo antitrombotico; inoltre riduce l’aggregazione piastrinica, la viscosità del sangue e i valori di ematocrito. L’aglio se assunto per lunghi periodi può provocare bruciori di stomaco, nausea e vomito. Particolare cautela va posta nei gastropazienti, ulcerosi o affetti da reflusso gastroesofageo o esofagite. E’controindicato in gravidanza e nell’allattamento. Non deve essere associato ad anticoagulanti e antinfiammatori, perché ne potenzia l’azione. TABELLE FITOFARMACI-APPARATO CARDIOVASCOLARE FITOFARMACI PATOLOGIA Crataegus oxyacantha o monogyna, Olea europea, Elymus repens Panax ginseng, Paullinia cupana, Glycyrrhiza glabra. Aesculus hippocastanum L., Hydrocotyle asiatica. Ruscus aculeatus, Hamamelis virginiana, Vitis vinifera. Allium sativum. PIANTA-FARMACO Crataegus oxyacantha o monogyna Antiaggreganti piastrinici Digossina Farmaci inotropi, ipotensivi e antianginosi Fenilefrina Panax ginseng Warfarin Fenelzina Alcool IPERTENSIONE ARTERIOSA IPOTENSIONE ARTERIOSA INSUFFICIENZA VENOSA LINFATICA EMORROIDI ATEROSCLEROSI RISULTATI INTERAZIONE COMMENTO Modula la glicoproteina-P (P-gp). Inibisce la biosintesi di trombossano A2 Potenzia l’effetto Potenzia l’attività Interviene nell’attività enzimatica del citocromo P450. Sconsigliata l’associazione Diminuzione INR, trombosi Mal di testa, tremore, mania >clereance alcoli Allium sativum Warfarin Aumento INR, antagonismo PAF. Saquinavir Riduzione biodisponibilità, < AUC, < Cmax. ACE inibitori Ipotensione Aumento attività alcool deidrogenasi e aldeide deidrogenasi. L’aglio inibisce CYP2E1e induce CYP1A1/2, CYP2B1/2 e CYP3A4. Emorragia post-operatoria, ematoma epidurale spinale spontaneo. Possibile inibizione del CYP450 e della P-gp. Bibliografia: Campagna P. Farmaci vegetali – Manuale ragionato di fitoterapia. Edizione Minerva Medica Maugini E. - Manuale di Botanica farmaceutica. Edizione Piccin, Padova Lugli A.- Conoscere le piante medicinali. Aboca Capasso F., De Pasquale R., Grandolini G., Mascolo N. Farmacognosia-Farmaci naturali, loro preparazioni ed impiego terapeutico. Spinger, Milano, Ultima Edizione. Fugh-Berman A. – Herb-drug interactions. Lancet, 355 (2000), pp134-138