© Lonely Planet Publications 21 Storia Preistoria Una questione di importanza fondamentale nella storia thailandese riguarda l’origine e la provenienza dei thai. Gli storici hanno sostenuto per molto tempo che gli antenati degli attuali thai, chiamati tai, migrarono dalla Cina meridionale nelle fertili terre del Sud-est asiatico continentale intorno al XIII secolo d.C., ma gli studi più recenti mostrano che i tai arrivarono in Thailandia nei primi secoli dopo Cristo, se non prima. Oggi, inoltre, molti sostengono che la storia thailandese dovrebbe includere anche il retaggio dei popoli che risiedevano nella zona prima dell’arrivo dei tai, fra i quali una civiltà oceanica proveniente da una zona indefinita del Pacifico occidentale. Anche se sono ben poche le tracce lasciate dalle civiltà esistenti in Thailandia prima della metà del I millennio a.C., infatti, sono stati scoperti nella provincia settentrionale di Lampang fossili di Homo erectus risalenti ad almeno 500.000 anni fa. Nell’insediamento preistorico più importante della Thailandia, quello di Ban Chiang nella provincia di Udon Thani, nel nord-est del paese, sono state rinvenute inoltre prove che dimostrano che nel periodo compreso fra il 4000 e il 2500 a.C. gli abitanti della zona coltivavano il riso e producevano oggetti in ceramica e utensili in bronzo. A Lampang Man sono state rinvenute le prime prove della presenza dell’Homo erectus in Asia al di fuori dell’Indonesia e della Cina. l’arrivo dei Tai I tai giunsero in Thailandia nel corso di ondate successive. Le coste della regione erano già state interessate dalle perlustrazioni dei commercianti indiani, che a partire dal III secolo a.C. avevano fra le altre cose fatto conoscere alle popolazioni del posto l’hinduismo. Le loro rotte erano state poi seguite dai mercanti cinesi, tanto che nel 230 a.C. numerose aree della Thailandia risultavano ormai annesse al potente regno di Funan. I tai parlavano il tai-kadai, termine che indica una famiglia di idiomi monosillabici e tonali che si dice rappresentino il gruppo etno-linguistico più significativo del Sud-est asiatico. Stanziatisi nell’entroterra della regione, i tai diedero vita a villaggi che praticavano l’agricoltura, la caccia e il commercio su brevi distanze. Tali villaggi erano raggruppati in meu·ang, unità amministrative che riunivano le comunità legate fra loro ed erano governate da un capo. Dai meu·ang sarebbero poi sorti gli stati tai. Entro la fine del primo millennio d.C., infatti, i tai avevano raggiunto anche le zone appartenenti all’attuale Thailandia meridionale, dove avevano sostituito o assimilato i mon (originari della Birmania, oggi Myanmar) e i khmer (provenienti dalla Cambogia), oppure coesistevano accanto a loro. Ma altri gruppi appartenenti al ceppo linguistico tai-kadai si separarono e si trasferirono in diverse zone del Sud-est asiatico continentale, come il Laos (nel caso dei lao) e la Birmania (dove si stabilirono gli shan). Così, ancora CRONOLOGIA 4000-2500 a.C. Gli abitanti preistorici della Thailandia nord-orientale iniziano a lavorare la ceramica e il bronzo e a coltivare il riso. III secolo a.C. I commercianti indiani arrivano nel territorio dell’odierna Thailandia e diffondono l’hinduismo. VI-XI secolo Nella Thailandia centrale e nord-orientale fioriscono le città-stato dvaravati, la cui civiltà si basa sulla cultura mon e sul buddhismo theravada. 22 S T O R I A l o n el y p l an et . c o m nel IX e X secolo d.C., quando ormai prosperavano gli imperi della Cina meridionale (Nanzhao), del Vietnam (Champa) e della Cambogia (Angkor), i tai rimanevano confinati ai margini della storia a causa dell’assenza di un’amministrazione centralizzata. regni antichi e regni tai Dvaravati, Angkor e Srivijaya Due libri fortemente consigliati in inglese sono Thailand: A Short History (2003) di David K. Wyatt e A History of Thailand (2005) di Chris Baker e Pasuk Phongpaichit. In italiano, potete leggere la scheda dedicata alla Thailandia – all’ambiente, ai popoli, ma anche alla storia del paese, dall’antichità ai giorni nostri – nel libro di Giulio Soravia Il sud-est asiatico (Pendragon, Bologna 1999). Lo storico francese Georges Cœdès sostiene che ‘l’indianizzazione’ sia stato un fenomeno assai frequente negli antichi stati del Sud-est asiatico, ma oggi si preferisce parlare di ‘localizzazione’. Nell’arco di tempo interessato dall’arrivo dei tai , il territorio dell’odierna Thailandia era stato via via occupato, come si diceva, anche dai mon e dai khmer, stabilitisi soprattutto nella pianura centrale; i khmer si erano poi spinti fino al nord-est, mentre il sud era controllato soprattutto dai malesi (alcune popolazioni di pelle scura provenienti dalla penisola malese, i mani, vivono tuttora nell’entroterra della Thailandia meridionale). I khmer avevano creato un regno hindu diventato famoso per le sue sculture e i templi di dimensioni imponenti, che influenzarono nel corso del tempo l’arte, la religione e la lingua della regione. Quanto ai mon, erano stati convertiti al buddhismo dai missionari dell’imperatore indiano Ahoka e controllarono l’area occidentale del paese soprattutto dal III al VI secolo, diffondendo la loro religione e costruendo il primo stupa buddhista della Thailandia a Nakhon Pathom, a ovest di Bangkok. Tra il VI al IX secolo d.C., cominciò a prendere piede nelle regioni centrali e nord-orientali della Thailandia una cultura buddhista distinta, associata ai mon e al nome ‘Dvaravati’. La scoperta a Nakhon Pathom di varie monete recanti la scritta ‘Signore di Dvaravati’ avvalora l’ipotesi secondo la quale Dvaravati era un regno il cui centro principale era costituito da Nakhon Pathom. Gli storici ritengono che potrebbe essersi trattato di un’aggregazione di città-stato che avevano in comune la cultura mon e buddhista e di cui facevano parte Ku Bua (Ratburi), Srimahosot (Prachinburi), Nakhon Ratchasima e U Thong. I manufatti rinvenuti nei siti dvaravati e l’attuale mappatura di questi luoghi indicano inoltre la presenza a quel tempo di numerose rotte commerciali via terra, precisamente a ovest verso la Birmania, a est in direzione della Cambogia, a nord alla volta di Chiang Mai e del Laos e a nord-est verso l’altopiano di Khorat. Nelle città dvaravati si riscontrano un’arte e un’architettura che presentano un proprio stile caratteristico, oltre a iscrizioni su pietra in lingua mon. Vi sono anche molti segni di influenza indiana, che pervadono vari aspetti della cultura dvaravati, come i nomi delle città, le credenze religiose e la cultura materiale – anche se il processo che portò alla nascita delle civiltà e degli stati nell’antico Sud-est asiatico, in passato indicato dal termine ‘indianizzazione’, ora viene spesso definito ‘localizzazione’, in quanto non viene più visto come una semplice ricezione passiva della cultura indiana. Nell’XI secolo, l’importanza delle città-stato mon-dvaravati declinò rapidamente dopo l’espansione dell’impero khmer verso ovest nell’odierna VIII-XIII secolo Espansione dell’impero marittimo di Srivijaya nella Thailandia meridionale e ingresso della religione islamica nel territorio. X secolo I tai si sono ormai stanziati in Thailandia in villaggi indipendenti diffusi su tutto il territorio. XI-XII secolo Massima espansione e fioritura del regno di Angkor nella Thailandia centrale e nordorientale. S T O R I A 23 l o nely p lanet ita l ia.it Thailandia centrale e nord-orientale. I centri amministrativi regionali khmer erano Lavo (Lopburi), Sukhothai e Phimai (Nakhon Ratchasima), collegati alla capitale Angkor da strade lungo le quali sorgevano grandi templi in stile khmer, simbolo evidente del potere imperiale. La cultura thailandese di questo periodo è in generale pervasa da elementi khmer e da tracce di brahmanesimo e di buddhismo theravada e mahayana. I bassorilievi dell’Angkor Wat risalenti all’inizio del XII secolo raffigurano anche alcuni mercenari tai al servizio degli eserciti khmer; i khmer chiamavano questi soldati ‘syam’, termine forse adottato dai tai stessi che in seguito prese a indicare i vari regni tai diventando ‘Sayam’ e infine ‘Siam’. Dall’VIII al XIII secolo la Thailandia meridionale rimase invece sotto il dominio dell’impero marittimo di Srivijaya, una confederazione di cittàstato malesi che controllava i commerci fra il Mar Cinese Meridionale e l’Oceano Indiano e aveva il suo centro principale in territorio thailandese a Chaiya (vicino a Surat Thani). Qui, così come nel museo di Nakhon Si Thammarat, è possibile ammirare alcuni reperti risalenti alla cultura srivijaya. In questa città sono nate numerose forme artistiche tipiche del regno di Srivijaya, come il năng đà·lung (spettacolo di ombre) e il lákon (teatrodanza classico), successivamente entrate a far parte della cultura thailandese moderna, e sempre a Nakhon Si Thammarat si trova l’antico monastero di Wat Phra Mahathat, che molto probabilmente risale all’epoca di massimo splendore del regno Srivijaya. Durante il cosiddetto regno di Srivijaya si verificò nel Sud-est asiatico una differenziazione culturale destinata a rivelarsi essenziale per la regione: la città-stato di Tambralinga (Nakhon Si Thammarat) adottò il buddhismo, mentre le città-stato malesi più a sud si convertirono all’Islam. Così, già nel XV secolo, si era ormai creata nella penisola una frontiera religiosa definitiva fra il Sud-est asiatico continentale, di fede buddhista, e la Malesia musulmana. Tutti questi grandi imperi iniziarono gradualmente a declinare fra il XII e il XVI secolo, periodo durante il quale i popoli tai dell’entroterra del Sud-est asiatico fondarono alcuni nuovi centri da cui nacquero gli stati buddhisti di Lanna e Sukhothai, affiancati in breve tempo Ayuthaya. Srivijaya fu l’impero commerciale più importante dell’antico Sud-est asiatico e si ritiene che il suo centro fosse Palembang, a Sumatra. Il regno di Lanna Il regno di Lanna fu creato dal re tai Mangrai, che nel 1292 stabilì la propria capitale a Chiang Mai (che significa ‘città nuova’). Il successo di questo sovrano fu determinato dalla creazione di un’identità tai comune e dalla realizzazione di una rete di rapporti con gli altri re tai confinanti, soprattutto con Ngam Muang di Phayao e con Ramkhamhaeng di Sukhothai. Il sovrano inoltre adottò un sistema legale – dal titolo Le sentenze di re Mangrai – che dava prova di grande benevolenza e ragionevolezza. Nella seconda metà del XIV secolo salì al trono Kü Na, un monarca particolarmente erudito che fondò la setta singalese del buddhismo theravada. Nello stesso periodo il Lanna assunse la leadership culturale dell’area XIV secolo Pattani diventa capitale di un sultanato malese asservito ai regni tai. 1238 Nascita del regno tai di Sukhothai. 1283 Il re Ramkhamhaeng di Sukhothai inventa la prima scrittura thai. 24 S T O R I A l o n el y p l an et . c o m tai settentrionale (Tai Yuan) e la sua egemonia si rafforzò nel XV secolo con il lungo regno di Tilok. Un’altra fase di generosi patrocini a favore del buddhismo portò negli anni ’20 del Cinquecento alla creazione delle grandi cronache in lingua pali dal titolo Jinakalamali, contenenti la narrazione della vita del Buddha e della diffusione del buddhismo. Il Lanna era però afflitto da complicati intrighi dinastici e guerre, specialmente contro Sukhothai e Ayuthaya, e alla fine del XVI secolo cadde vittima della lotta di potere fra il Laos e Ayuthaya. Il regno di Sukhothai Il Traiphum Phra Ruang (I Tre Regni del Re Ruang), descrive la cosmologia buddhista e lega il sistema di gerarchia sociale di Sukhothai al merito religioso. Intorno alla metà del XIII secolo, i sovrani tai Pha Muang e Bang Klang Hao riunirono le forze per espellere l’avamposto khmer dalla regione di Sukhothai e nel 1238, con il consenso di Pha Muang, Bang Klang Hao fu incoronato re di uno nuovo stato indipendente con il nome di Sri Indraditya. Sotto la guida del figlio di questi Ramkhamhaeng, il regno di Sukhothai divenne pian piano una potenza a livello dell’intera regione, con possedimenti nell’est (Phitsanulok e Vientiane), nel sud (Nakhon Sawan, Chainat, Suphanburi, Ratburi, Phetburi e Nakhon Si Thammarat), nell’ovest (Pegu e Martaban) e nel nord (Phrae, Nan e Luang Prabang). Questi territori, che si estendevano fino all’alta valle del Fiume Mekong nel Laos e a Bago (Pegu) nel Myanmar meridionale e costituivano quindi un’area ben più ampia della Thailandia attuale, non furono conquistati sempre con la forza: quello meridionale, per esempio, fu probabilmente annesso per via di matrimonio o grazie all’esistenza di un rapporto di parentela fra Ramkhamhaeng e le famiglie dei sovrani locali. Il tai siamese stava inoltre diventando la lingua dell’élite e si dice che nel 1283 il re abbia inventato una variante della scrittura che rappresentò la prima versione del thai odierno. Quanto alla città di Sukhothai, era un importante centro del buddhismo theravada del Sud-est asiatico continentale, come dimostrano le opere d’arte e il Traiphum Phra Ruang, uno dei testi buddhisti fondamentali scritto dal re Li Thai nel 1345. Dopo la morte di Ramkhamhaeng, tuttavia, l’impero si dissolse rapidamente. Il lungo periodo di Ayuthaya Verso la metà del XIV secolo, nel bacino del Fiume Chao Phraya iniziò a emergere una nuova potenza, il regno di Ayuthaya, che le fonti contemporanee fuori dalla Thailandia spesso chiamavano Siam. Il suo leggendario fondatore, U Thong, ha peraltro origini oscure: nativo forse di Phetchaburi o della Cina, sembra essersi alleato per via di matrimonio con le potenti case di Suphanburi e Lopburi. L’ascesa di Ayuthaya dipese comunque dalla capacità del suo sovrano di mobilitare un’ingente forza lavoro e di trarre vantaggio dai traffici internazionali. Grazie alla ricchezza accumulata e agli intensi rapporti commerciali, Ayuthaya si trovò infatti particolarmente avvantaggiata nell’accesso alle 1292 Chiang Mai diventa la capitale del regno tai del Lanna. 1351 Data leggendaria della fondazione del regno di Ayuthaya. 1431-32 Il regno tai di Ayuthaya sconfigge quello di Angkor. S T O R I A 25 l o nely p lanet ita l ia.it L’iscrizione di Ramkamhaeng In un’iscrizione del 1292, il re Ramkhamhaeng descrive il suo regno come un luogo idilliaco, privo di costrizioni, e se stesso come un benevolo patriarca: Ai tempi del re Ramkhamhaeng la terra di Sukhothai è fiorente. Le acque sono ricche di pesci e i campi abbondano di riso… chiunque voglia commerciare elefanti, lo fa; chiunque voglia commerciare cavalli, lo fa; … se un suddito ha motivi di lamentele… è facile, va a suonare la campana che il re ha appeso; il re Ramkhamhaeng ode il suono della campana, va a interrogare l’uomo, esamina il suo caso e prende la decisione giusta per lui. Dalla traduzione inglese di A.B. Griswold e Prasert Na Nagara, Journal of the Siam Society (luglio 1971) armi da fuoco e ai mercenari portoghesi. La capitale fortificata, inoltre, sorgeva su una piccola isola circondata da fiumi. Con 36 re e cinque dinastie avvicendatisi per un periodo di 416 anni, Ayuthaya ebbe una vita politica interna caratterizzata da episodi di grande violenza, dal momento che, quanto più un sovrano detiene il potere assoluto sulla popolazione, sul territorio e sulle risorse che amministra, tanto più difficile diventa per lui gestirli. Una pratica alquanto grottesca, per esempio, prevedeva che i re o principi vittime delle manovre di corte venissero avvolte in un telo e picchiate a morte con una mazza di legno di sandalo (un legno raro e lussuoso) per evitare che il loro sangue (sacro) penetrasse nel terreno. Per rafforzare il sistema amministrativo del regno, il re Trailok (rimasto sul trono dal 1448 al 1488) promulgò la Legge della Gerarchia Civile e la Legge delle Gerarchie Militari e Provinciali. Le due disposizioni definivano la struttura governativa per mezzo di elaborati elenchi degli incarichi ufficiali, con titoli e categorie specifici che chiarivano la posizione e le mansioni dei singoli individui all’interno di una complessa scala sociale. La posizione sociale individuale era infatti misurata in unità numeriche di sàk·dì·nah, corrispondenti alla quantità di territorio posseduto (virtualmente) dal singolo, e anche le sanzioni o eventuali punizioni erano proporzionali al sàk·dì·nah della persona in questione. A grandi linee, la società del regno di Ayuthaya risultava così costituita da membri della cerchia reale, nobili e comuni cittadini. Questi ultimi erano prai (uomini liberi) oppure tâht (schiavi). I liberi cittadini erano comunque assegnati a un protettore dell’aristocrazia, se non reale, e per sei mesi all’anno dovevano lavorare per l’élite al governo svolgendo commissioni personali, partecipando ai lavori pubblici o prestando servizio militare. Nonostante questa gerarchia sociale ben definita, una certa mobilità rimaneva comunque possibile, pur dipendendo, oltre che dalle capacità personali, dalle conoscenze o parentele (inclusi i legami acquisiti per 1511 Ad Ayuthaya si insedia un’ambasciata portoghese. 1518 Ayuthaya conclude il suo primo trattato con una nazione occidentale, un accordo commerciale con il Portogallo. Alcuni studiosi ritengono che l’iscrizione di Ramkhamhaeng sia in realtà un falso del XIX secolo, realizzato a sostegno della teoria secondo la quale la regione di Sukhothai faceva storicamente parte del Siam. 1569 Ayuthaya è sconfitta una prima volta dalla Birmania. 26 S T O R I A Sembra che le armi da fuoco siano state introdotte nel Sud-est asiatico fra il XIII e il XV secolo prima dai cinesi e dagli arabi e in seguito dai portoghesi. Il primo Treatise on Victorious Warfare (Trattato sulla vittoria militare) del Siam fu scritto per istruire le armate del re Ramathibodi II nel 1498. Nel 2008, a Phetchabun è stata anche rinvenuta una versione autentica di un trattato risalente all’antica era di Bangkok. Nel XVII secolo la Thailandia esportava in Giappone grandi quantitativi di pelli di animali, pari all’incirca a 100.000 pezzi all’anno. l o n el y p l an et . c o m via di matrimonio) su cui si poteva contare e dal favore di cui si godeva presso la corte reale. La sfera d’influenza di Ayuthaya si rafforzò con il contributo delle città di frontiera: Khorat a est, Kanchanaburi a ovest, Phitsanulok a nord e Nakhon Si Thammarat a sud. Dopo aver sconfitto Angkor nel 1431-32, inoltre, l’élite di Ayuthaya adottò le usanze di corte, i titoli onorifici e la concezione monarchica del governo dei khmer. Tuttavia, benché l’appellativo del monarca fosse ormai diventato devaraja (re divino), come per i sovrani khmer, anziché dhammaraja (re giusto), secondo la tradizione di Sukhothai, Ayuthaya continuò a pagare i tributi all’imperatore cinese, che ricambiava questo rito di sottomissione con doni generosi e invidiabili privilegi commerciali. D’altra parte il regno siamese aveva anche diversi regni vassalli, costretti a fornire soldati e a versare tributi, come i regni di Songkhla, Cambogia e Pattani, che manifestavano simbolicamente la loro sottomissione donando alberi d’oro e d’argento di squisita fattura. Questa fu un’era di intensi commerci per il Sud-est asiatico. Fiorente centro politico ed economico, Ayuthaya traeva grandi profitti dai traffici marittimi, perché, oltre a essere la capitale del regno, ne era anche il porto principale, collegato all’entroterra da un’articolata rete fluviale. Che avvenissero via mare o via terra, comunque, i commerci con l’estero rivestivano grande importanza, visto che, oltre al riso, Ayuthaya esportava i prodotti della foresta. La gestione degli affari e dei commerci esteri era affidata al ministero di Phra Khlang, che deteneva il monopolio su determinati prodotti d’importazione e di esportazione stabilendo di conseguenza prezzi e tariffe. A partire dal XVII secolo, quindi, l’economia commerciale di Ayuthaya estese sempre più i propri confini. All’inizio del XVI secolo, inoltre, avevano iniziato ad arrivare gli europei e nel 1511 ad Ayuthaya si insediò un’ambasceria portoghese. Sarebbe stato poi il turno degli olandesi nel 1604, degli inglesi nel 1612, dei danesi nel 1621 e dei francesi nel 1662. La folta presenza di stranieri nel regno di Ayuthaya è testimoniata ancora oggi dai resti degli insediamenti giapponesi, olandesi e francesi sulle sponde del fiume attorno all’isola e dall’esistenza di antiche mappe cinesi, moresche e inglesi. I visitatori provenienti dai paesi esteri hanno lasciato anche diversi testi in cui descrivono la corte e i mercati cosmopoliti di Ayuthaya. Le comunità straniere avevano un governo autonomo, anche se i loro leader furono via via assorbiti nella burocrazia siamese diventando sempre più dipendenti dal favore del re. Gli occidentali erano comunque terrorizzati dalla legge siamese e dalle sue crudeli punizioni fisiche, finché gli olandesi per primi chiesero, e nel 1664 ottennero, il riconoscimento dei diritti territoriali, sottraendosi così alla giurisdizione siamese. Le ingenti ricchezze e la prosperità che Ayuthaya derivava dai tributi e dai profitti commerciali figuravano fra gli argomenti più diffusi nella 1604-12 1621-22 Arrivo sul territorio di olandesi e inglesi. Giungono dall’Europa anche danesi e francesi. 1767 Distruzione di Ayuthaya da parte dei birmani. S T O R I A 27 l o nely p lanet ita l ia.it il mondo del re Narai L’interesse del re Narai (sul trono dal 1658 al 1688) per i paesi stranieri si manifestò attraverso uno scambio di ambasciate con i grandi sovrani di Persia, Francia, Portogallo e Vaticano negli anni ‘80 del XVII secolo. Le ambasciate siamesi in Francia suscitarono un grande interesse nei confronti di questo paese e, da parte sua, il re si mostrò interessato ad acquistare e utilizzare materiali, cultura e idee straniere. Anche la sua corte ordinò diverse merci, quali binocoli, clessidre, carta, noci, formaggi, vino e fontane di marmo. Prima di invitare i gesuiti francesi a osservare l’eclisse nel suo palazzo di Lopburi, del resto, il monarca siamese aveva già ricevuto numerosi doni, fra cui un mappamondo donato da Luigi XIV. Nell’ultimo ventennio del Seicento Narai reclutò al proprio servizio l’avventuriero greco Constantine Phaulkon, il quale approfittò della propria posizione di intermediario fra i siamesi e il mondo occidentale per abusare del proprio potere di ministro e di favorito del re. Quando il re Narai morì senza lasciare eredi, Phaulkon cadde in disgrazia e rimase vittima degli intrighi di corte siamesi che si intrecciarono durante la ‘rivoluzione di palazzo del 1688’, nella quale peraltro svolse un ruolo importante. Diversi autori dell’epoca scrissero libri ispirati all’ascesa e caduta di Constantine Phaulkon. letteratura di viaggio europea dell’epoca. L’ostentazione del benessere era del resto uno degli elementi della propaganda reale e si manifesta tuttora con evidenza nelle aree storiche del regno. Ma le glorie di Ayuthaya furono bruscamente interrotte dall’espansione birmana. Nel 1569 la città fu conquistata dal grande re birmano Bayinnaung e riottenne l’indipendenza soltanto con il re Naresuan. Poi, negli anni ’60 del Settecento, l’ambiziosa dinastia birmana di Kongbaung, da poco ascesa al trono, tornò a rivolgersi a est allo scopo di eliminare la concorrenza politica e commerciale di Ayuthaya. Le truppe birmane assediarono la capitale per un anno prima di riuscire a distruggerla nel 1767, quando la città fu completamente devastata: i suoi edifici vennero rasi al suolo, la popolazione sterminata e le zone circostanti abbandonate fino a restare disabitate. I saccheggi e le distruzioni furono talmente agghiaccianti che ancora oggi nella mente di molti thailandesi persiste la concezione che i birmani siano un popolo di aggressori e nemici spietati. l’era di Bangkok La rinascita La successione reale venne dunque interrotta, così, grazie anche al malcontento popolare esploso a seguito dell’invasione birmana, un ex generale, Taksin, avanzò i propri diritti al trono. Dopo aver sconfitto gli altri contendenti, fra cui un fratello dell’ultimo re di Ayuthaya, il nuovo sovrano scelse come capitale Thonburi, un insediamento a valle sulle rive del Fiume Chao Phraya, di fronte all’odierna Bang­kok. Il luogo, dotato di un forte costruito dai francesi, era più facilmente difendibile e aveva un migliore accesso ai 1768-82 Il re Taksin regna dalla nuova capitale, Thonburi, ed espande i confini del Siam. 1782 Morte del re Taksin; fondazione della dinastia Chakri; Bangkok diventa la nuova capitale. Il re Naresuan è ritenuto un eroe nazionale ed è diventato una figura di culto, in particolare fra l’esercito thailandese. La sua storia ha ispirato una trilogia cinematografica, King Naresuan (2007), girata con grande dispendio di risorse economiche dal regista Chatrichalerm Yukol. 1805 Codifica delle Leggi dei tre Sigilli. 28 S T O R I A I resoconti sull’Ayuthaya del Seicento scritti da Jeremias van Vliet, Simon de la Loubère, Nicolas Gervaise ed Engelbert Kaempfer sono ottime letture. l o n el y p l an et . c o m commerci anche rispetto ad Ayuthaya. Figlio di un immigrato cinese e di una donna tai, Taksin consolidò il proprio potere promuovendo appunto i traffici commerciali con la Cina, ma pare che verso la fine dei suoi 15 anni di regno fosse diventato mentalmente instabile, arrivando a comportarsi impropriamente nei confronti dei monaci buddhisti. Anche i membri del suo governo cominciarono a diffidarne, così, nel 1782, due dei generali più potenti organizzarono un colpo di stato e lo fecero giustiziare. Uno di essi, Chao Phraya Chakri, fu incoronato re con il nome di Yot Fa (Rama I) e diede inizio alla dinastia Chakri, sul trono ancora oggi. Anche in questo caso, il nuovo sovrano decise di trasferire la capitale, ma questa volta sulla sponda opposta del Fiume Chao Phraya. La nuova città (Bangkok) fu chiamata Rattanakosin (Gioiello di Indra), più comunemente nota come Krungthep (Città degli Angeli). Nei 70 anni che trascorsero fra i regni di Taksin e di Nangklao (Rama III), i sovrani si dedicarono a ripristinare l’unità del popolo siamese e riportarono in vita i modelli di Ayuthaya, reinstaurando le conoscenze e le pratiche di quel periodo che ancora non erano andate perdute, oppure incorporandole in nuove leggi, manuali di governo, testi storici e religiosi o libri di letteratura. I nuovi monarchi centralizzarono il potere amministrativo e militare, trasformando le azioni difensive in tattiche di espansione territoriale e muovendo guerra contro gli altri stati per estendere la propria influenza in tutte le direzioni. Dopo aver distrutto le capitali del Laos e della Cambogia, il Siam contenne l’aggressione birmana e ridusse a condizioni di vassallaggio Chiang Mai, che era stata anch’essa attaccata dalla Birmania. Le popolazioni sconfitte furono trasferite in territorio siamese e svolsero un ruolo importante nell’aumento della produzione del riso, gran parte del quale veniva esportato in Cina – il re Nangklao nutriva infatti un profondo interesse per la cultura cinese ed era pertanto incline a intrattenere rapporti commerciali con quel paese. A differenza dei re di Ayuthaya, che si identificavano con la divinità hindu Vishnu, i re Chakri assunsero il ruolo di difensori del buddhismo e a tale scopo fecero compilare e tradurre nella propria lingua i principali testi LE DONNE ThaiLANDESI NELLA STORIA I visitatori stranieri che si recavano in Siam durante il periodo di Ayuthaya notavano che in quel paese le donne svolgevano praticamente qualsiasi lavoro, incluse le attività commerciali. Soltanto nel 1868, tuttavia, il re Mongkut (Rama IV) abolì il diritto del marito di vendere la moglie o i figli senza il permesso della consorte, sostenendo che la vecchia legge trattava la donne ‘alla stregua di un bufalo’. In un’opera scritta a metà Ottocento, Suphasit Son Ying (Detti per le donne), risulta d’altra parte che le donne di classe elevata volevano avere voce in capitolo riguardo alla scelta del marito e che contribuivano alle attività economiche della famiglia; il testo aveva proprio la funzione di consigliarle in questi due campi. 1851-68 Regno del re Mongkut (Rama IV); l’influenza cinese declina, mentre aumenta quella dell’Occidente. 1855 Il Siam e la Gran Bretagna concludono il Trattato di Bowring, che stimola l’economia di mercato thailandese e garantisce diritti territoriali ai cittadini inglesi in Siam. 1868-1910 Regno del re Chulalongkorn (Rama V): modernizzazione e imperialismo europeo.