SCIENZA E FILOSOFIA di Karl Raimund POPPER

SCIENZA E FILOSOFIA di Karl Raimund POPPER
E’ un’opera che contiene cinque saggi, attraverso i qauli Popper vuole offrire una riflessione critica
del rapporto tra filosofia e scienza.
1. tre punti di vista a proposito della conoscenza umana
2. Lo scopo della scienza
3. le fonti della conoscenza e dell’ignoranza
4. problemi, scopi e responsabilità della scienza
5. verità, razionalità e accrescimento della conoscenza scientifica
Cap. 1 . - TRE PUNTI DI VISTA A PROPOSITO DELLA CONOSCENZA UMANA.
Paragrafo 1. La Scienza di Galileo e il nuovo tradimento.
(introduzione I)
Popper introduce il suo ragionamento attraverso l’esperienza galileiana, nel senso che le sue teorie confermando quanto già sostenuto da Copernico sul moto dei pianeti e della centralità del sole –
rappresentavano una seria minaccia al vecchio sistema terra-centrico appoggiato dalla Chiesa in
virtù dei dogmi.
La stessa Chiesa era pronta ad ammettere che il nuovo Sistema rendeva più semplice il calcolo
astronomico e non c’era alcun problema circa il fatto che Galileo insegnasse la teoria matematica,
bastava che le sue teorie rimanessero nell’ambito degli strumenti di calcolo, cioè che il valore delle
sue teorie fosse soltanto strumentale, nient’altro che supposizione o ipotesi matematica.
Galileo non aveva alcun problema ad ammettere la superiorità del nuovo sistema come strumento di
calcolo, solo che per lui era in realtà la descrizione vera del mondo.
La Chiesa ovviamente non poteva prendere in considerazione l’idea di un Nuovo Sistema del
mondo , incontrasto con quanto riferito dal Vecchio Testamento. La ragione di ciò venne formulata
dal vescovo Berkeley….
….Ai suoi tempi vigeva la “nuova” legge di Newton, che Berkeley vedeva come una seria
competitrice della religione. Non poteva infatti ammettere la correttezza delle idee formulate da
questi liberi pensatori, perché ciò avrebbe rappresentato il declino della fede e dell’Autorità
Religiosa. Berkeley vedeva nel successo della nuova scienza la capacità di scoprire, senza l’aiuto
della rivelazione divina, i segreti del nostro mondo, cioè la realtà nascosta dietro l’apparenza.
Berkeley analizzò senza pregiudizi la teoria di Newton convincendosi che altro non era che
un’ipotesi matematica, uno strumento sicuramente utile per i calcoli, ma che non descriveva nulla di
reale.
Il punto di vista strumentalistico rimane un dogma indiscusso, appoggiato ancora dalla maggior
parte dei fisici.
Paragrafo 2. Il problema in questione (introduzione II)
Sembrerebbe quindi che il pensiero filosofico abbia vinto sul realismo ingenuo dei fisici, i quali
credono di essersi comunque tenuti lontani dalla filosofia. Ciò che infatti a loro importa è:
essere padroni del formalismo matematico e delle sue applicazioni.
Al proposito, Popper affronta il Principio di complementarietà di Niels Bohr (vds. Moto
corpuscolare e ondulatorio) come una rinuncia al tentativo di interpretare la teoria atomica come la
descrizione di alcunché. La fisica insomma non si contraddice solo se non tentiamo di interpretare
le sue teorie.
Qui, la teoria strumentalistica viene applicata ad hoc allo scopo di fornire alla teoria una scappatoia
da certe contraddizioni che la minacciavano. Il P.D.C. è in effetti rimasto completamente sterile
all’interno della Fisica, non avendo prodotto nulla.
E’ vero che dalla teoria atomica, attraverso il principio di complementarietà, si ottennero altri grossi
risultati pratici che i fisici presero come prova delle loro teorie e, strano ma vero, come conferme
dello Strumentalismo.
Per il punto di vista strumentalistico le teorie non sono nient’altro che strumenti, mentre
secondo il punto di vista galileiano, oltre che strumenti sono descrizioni del Mondo.
Quindi per Popper, il problema è il seguente:
Parte dalla tradizione razionalistica ereditata dai greci, sottolineandone il ruolo di liberatrice delle
menti dalle credenze, dai pregiudizi per offrirci nuove idee e ipotesi nuove, ardite. La scienza è
considerata per la sua influenza liberalizzatrice e le nuove teorie vanno oltre il semplice esercizio
per l’immaginazione, poiché noi stessi le sottoponiamo a diversi controlli, tentando di dedurre da
queste alcune regolarità del mondo conosciuto dell’esperienza comune, cioè tentando di spiegarle.
In sostanza, si vuole spiegare il noto mediante l’ignoto, estendendo smisuratamente il regno di ciò
che è noto.
Per alcuni, però, la scienza non può rivelarci alcun mondo nuovo nascosto dietro la superficie del
mondo quotidiano, perché il mondo fisico non ha profondità, è solo superficie.
Il mondo, insomma, non è altro che ciò che ci appare. Solo le teorie non sono quali ci
appaiono.
Una teoria scientifica non spiega né descrive il mondo: è solo uno strumento.
Ciò che si discute sta a metà tra un RAZIONALISMO CRITICO e voglioso di scoprire e un
CREDO ANGUSTO che non ritiene di dover imparare altro sul mondo già noto.
Da qui Popper vorrà difendere parte del punto di vista galileiano. Per lui gli strumentalisti avevano
ragione ad attaccare una parte di questo punto di vista, ovvero quello secondo cui la Scienza è in
grado di descrivere l’essenza delle cose (diventando quindi una spiegazione ultima).
Popper discute (e critica) due punti di vista sulla conoscenza umana:
- Essenzialismo
- Strumentalismo
estendendo la discussione a congetture, verità e realtà (ovvero, ciò che rimane del punto di vista
galileiano dopo la ragione all’attacco strumentalistico)
Paragrafo 3. (Il primo punto di vista. Spiegazione ultima in termini di essenze)
L’essenzialismo – che P. non vuole difendere - è parte della filosofia della scienza, all’interno della
quale Popper distingue tre dottrine:
a. Lo scienziato tende a trovare una teoria vera e descrizione del mondo che spieghi anche i
fatti osservabili (difesa da Popper)
b. Lo scienziato è in grado di stabilire la verità di una teoria oltre ogni ragionevole dubbio
c. Le teorie migliori descrivono “l’essenza” delle cose: la realtà oltre le apparenze
I filosofi strumentalisti della scienza concordano che la spiegazione non è lo scopo della scienza
fisica (Mach, Berkeley, Duhem)
La spiegazione ultima è impossibile e visto che non c’è un’essenza occulta che le teorie possano
descrivere, queste non descrivono nulla affatto, quindi sono puri e semplici strumenti.
I filosofi strum. rifiutano quindi la 3^ dottrina ma contemporaneamente sono obbligati a rifiutare
anche la 2^, infatti se una teoria è uno strumento, non può essere vera.
P. è d’accordo che non vi sia certezza nelle teorie (che possono sempre essere confutate) e che
queste teorie siano strumenti, ma la ragione è che “…I nostri controlli non possono essere mai
esaurienti”.
E’ però disposto a concedere all’essenzialismo che molto ci è nascosto e che molto di ciò che è
nascosto può essere scoperto. La dottrina essenzialistica che P. contesta è che la scienza tende
ad essere una spiegazione ultima, ovvero una spiegazione che per sua stessa natura non può essere
ulteriormente spiegata e non ha bisogno di nessuna ulteriore spiegazione.
La critica popperiana all’Essenzialismo non dice che le essenze non esistono, ma che queste,
esistano o no, il crederci non ci aiuta, anzi ci ostacola, perché ci impedisce di sollevare questioni
più profonde e fruttuose.
Ad es., Popper cita Newton che traduce con linguaggio matematico la questione della gravità, e
Cotes che invece ne fa una proprietà essenziale della materia. Così restando non potremmo
chiederci qual è la causa della gravità (mentre lo stesso newton sentiva la necessità di dare una
spiegazione). Quindi, la credenza nelle essenze (vera o falsa che sia) crea ostacoli al pensiero,
ovvero alla formulazione di nuovi e fecondi problemi.
Paragrafo 2. ( II secondo punto di vista. Le teorie come strumenti)
Secondo l’Essenzialismo, dobbiamo distinguere tra:
 l’universo della realtà essenziale;
 l’universo dei fenomeni osservabili;
 l’universo del linguaggio descrittivo (o della rappresentazione simbolica).
La funzione delle teorie può essere descritta come segue:
E
gamma
a
A
alfa
b
B
Fenomeni osservabili
realtà essenziale
beta
descrizioni
Ora possiamo spiegare perché “a” conduce a “b”
1) a e b sono i fenomeni che osserviamo
2) A-B sono le realtà corrispondenti ai fenomeni osservati e E le proprietà di A e B
Gamma la teoria che descrive E
3) Alfa e beta le descrizioni delle realtà A e B
(Dimostrazione)
rappresentiamo lo strumentalismo omettendo la realtà essenziale, cosicché alfa descriverà
direttamente “a” e Beta descriverà direttamente “b”; Gamma non descriverà nulla.: è solo uno
strumento che ci aiuta a dedurre Beta da Alfa.
(Conclusione)
Una legge universale - o una teoria – non è un’asserzione vera e propria, ma una regola o un
insieme di regole per derivare asserzioni singolari da altre asserzioni singolari.
Popper applica l’esempio della dinamica Newtoniana. Mettiamo che ALFA E BETA sono le
formule e GAMMA un modello di sistema solare.
Nell’universo osservabile non esiste GAMMA perché non esistono per es. le forze d’attrazione ,
cioè non sono un’entità tangibile che determini l’accertamento dei corpi, ma solo strumenti dei
matematici.
Questo è il punto di vista strumentalistico.
A favore dello strumentalismo, BERKELEY, formulò un argomento basato sulla filosofia
nominalistica del linguaggio,ad es. “Forza d’attrazione” è un’espressione priva di significato, dal
momento che non è visibile.
Possiamo osservarne i movimenti, ma non le cause occulte, quindi secondo BERKELEY e la sua
teoria del linguaggio, ciò basta a sostenere che la teoria di Newton non ha alcun contenuto
descrittivo o informativo. Perciò, se applicata coerentemente, questa teoria equivale alla tesi che
tutti i termini disposizionali sono privi di significato. Questo vale per tutti i nomi di cose non
osservabili.
Viene quindi analizzato il significato dei termini e delle asserzioni disposizionali.
La loro funzione non è di descrivere, bensì di permetterci di argomentare da uno stato di fatto ad
un altro. Usando parole disposizionali, descriviamo ciò che può accadere a una cosa in certe
circostanze. Sono quindi descrizioni, ma hanno una funzione puramente strumentale.
CRITICA DEL P.D.V. STRUMENTALISTICO.
Per Popper, tralasciata la teoria Berkeleyana del linguaggo, lo Strumentalismo può essere formulato
come la tesi secondo cui le teorie scientifiche (delle cd scienze pure) non sono altro che REGOLE
DI CALCOLO che hanno fondamentalmente lo stesso carattere delle regole di calcolo delle cd
Scienze applicate.
Ciò che vuole mostrare è che esistono differenze tra le teorie pure e le regole tecnologiche di
calcolo.
Lo Strumentalismo può descrivere le regole, ma non può rendere conto delle differenze tra le
regole e le teorie.
Le regole di calcolo sono messe alla prova, mentre le Teorie sono sottoposte a controllo.
Le teorie sono sottoposte a controllo mediante confutazione, mentre per le regole tecnologiche
non c’è nulla che vi corrisponda.
Nel caso degli strumenti di calcolo non esiste un controllo simile alle teorie. Il controllo si svolge
entro limiti di applicabilità (o sicurezza).
Per scopi pratici, possiamo continuare ad usare una teoria anche se confutata, entro i limiti della
sua applicabilità, magari ottenendo nuove informazioni.
Ora, gli STRUMENTI e le TEORIE in quanto strumenti, non possono essere confutati.
L’interpretazione strumentaliastica non potrà quindi rendere conto dei controlli autentici che
sono tentativi di confutazione. Non potrà dire altro che teorie diverse hanno diversi campi di
applicazione e non renderà conto del progresso scientifico.
Popper afferma che si giunge alla FALSIFICAZIONE delle teorie, ma mettendo l’accento
sull’applicazione: Lo strumentalismo è tanto oscurantista quanto l’essenzialismo.
Perché solo cercando le confutazioni la scienza può progredire. Lo strumento non può falsificarsi.
La falsificazione si rivela così una clausola che ci avvisa che la sua applicabilità è limitata. Quindi
alla domanda: “Perché la concezione strument. può essere usata ad hoc per salvare una teoria
fisica minacciata dalle contraddizioni?”
La risposta sarà: “perché se le teorie sono semplici strumenti di predizione, non c’è bisogno di
scartare alcuna teoria particolare, anche se crediamo che non esista nessuna interpretazione
coerente del suo formalismo”
LO STRUMENTALISMO non è in grado di rendere conto dell’importanza (per la scienza pura) di
sottoporre a controlli severi le sue teorie.
In contrasto con l’atteggiamento altamente critico che si richiede allo scienziato puro,
l’atteggiamento strumentalista è un atteggiamento di compiacenza di fronte ai successi delle
applicazioni.
Paragrafo 3. (Terzo punto di vista. Congetture-verità-realtà)
Per Popper, lo strumentalismo è accettabile quanto l’essenzialismo e non c’è neanche bisogno di
accettare l’uno o l’altro di questi p.d.v., visto che ce n’è un terzo.
Il 3^ pdv mantiene ferma la dottrina Galileana secondo cui lo scienziato tende ad una
descrizione vera del mondo e dei fatti osservabili e la combina con il punto di vista ( non Galileano)
che lo scienziato non può avere la certezza della verità delle sue teorie.
Quindi le teorie scientifiche sono vere e proprie congetture, ovvero tentativi di indovinare le
cose del mondo e pur non verificabili, possono essere sottoposte a severi controlli critici.
Qui Popper citerà gli aspetti che distinguono il suo 3PDV da essenzialismo e Strumentalismo.
Popper afferma che per l’essenzialismo il mondo ordinario è APPARENZA e dietro c’è la
REALTA’ VERA. Ma se possiamo spiegare questo mondo reale con ulteriori teorie significa che
esisteranno, come su strati sempre più elevati, diverse apparenze e altrettante realtà esistenziali che
verranno descritte sempre più da ulteriori teorie ad un grado più alto di astrazione , universalità e
controllo. Crolla quindi anche la “spiegazione ultima”.
Popper analizza il mondo nei suoi diversi livelli, fatti alternativamente a strati di realtà e congetture.
Accetta il PDV per cui dovremmo chiamare reale uno stato di cose, solo se l’asserzione che lo
descrive è vera.
Ma sarebbe sbagliato concludere che l’incertezza di una teoria sminuisce la sua pretesa di
descrivere qualcosa di reale.
Una congettura può essere vera e descrivere qualcosa di reale, e se è falsa, contraddice lo stato di
cose reale. Inoltre, se controlliamo al nostra congettura e riusciamo a falsificarla, noteremo che
esiste una realtà con la quale andava a collidere.
Le falsificazioni, quini, ci indicano i punti in cui abbiamo toccato la realtà e la nostra ultima e
migliore teoria è un tentativo di incorporare tutte le falsificazioni trovate in questo campo,
speigandole nel modo + semplice e+ controllabile.
Se una teoria è controllabile, implica che eventi di un certo tipo non possano accadere e quindi
asserisce qualcosa intorno alla realtà.
Le congetture controllabili sono quindi tentativi di indovinare intorno alla realtà, quindi, per il loro
carattere incerto deriva che la nostra conoscenza della realtà è incerta o congetturale ed è un errore
pensare che sia reale solo ciò che è conosciuto con certezza come reale.
Le teorie sono nostre idee, nostre invenzioni che impongono su di noi, ma sono uno strumento del
nostro pensiero e circondiamo che possono essere errate quando si scontrano con la realtà, ed è qui
che il realista ha ragione.ciò che è conosciuto con certezza come reale.
Le teorie sono nostre idee, nostre invenzioni che impongono su di noi, ma sono uno strumento del
nostro pensiero e circondiamo che possono essere errate quando si scontrano con la realtà, ed è qui
che il realista ha ragione.
Popper distingue tra due tipi di predizione scientifica legati al problema della scoperta scientifica,
ovvero la predizione di :
- eventi di un genere noto (eclissi, temporali, ecc)
- nuovo genere di eventi (scoperta onde radio, nuovi elementi chimici, ecc)
per Popper è chiaro che los trumentalismo può rendere conto solo per le predizioni del primo tipo,
quindi si presume che se le teorie sono strumenti di predizione, il loro scopo deve essere
determinato in anticipo, mentre quelle del secondo tipo possono essere comprese nelle scoperte.
Per Popper le scoperte sono guidate dalla teoria e on sono le teorie ad essere il risultato di scoperte
dovute all’osservazione.
Il contrasto interessante tra il 3 pdv e lo Strumentalismo sorge quando loStrumentalismo nega la
FUNZIONE DESCRITTIVA DELLE PAROLE ASTRATTE O DISPOSIZIONALI
(tra l’altro vi è una tendenza essenzialistica all’interno dello strumentalismo, cioè che gli eventi
direttamente osservabili debbano essere più realid elle disposizioni (che osservabili non sono).
Per Popper è diverso. Non accetta che siano definite Forze Occulte (es quelle di accelerazione di
newton) le forze newtoniane e quindi messe da parte a favore delle accelerazioni. Queste sono
infatti tanto disposizionali quanto le forze . Per cui tuti gli universali sono disposizionali. Il criterio
è il “comportamento in certe condizioni”. Esistono anche gradi di carattere disposizionale. Per
poper quindi ogni asserzione ha il carattere di una congettura, di un’ipotesi e dun linguaggio senza
universali non potrà funzionare. Conclude che la distinzione tra termini teorici e termini
ossrvazionali è errata, poiché TUTTI i termini sono, in qualche grado, TEORICI e che quindi
possiamo operare con campi di propensioni (o disposizioni a ….) oppure entità che definiscono
propensioni.