La Sinistra hegeliana e Feuerbach
1. Destra e Sinistra hegeliana
Premessa: Alla morte di Hegel, la sua scuola si spaccò in due parti, destra e sinistra, a causa del
diverso modo che avevano i discepoli di intendere la religione e la politica.
1.1 Conservazione o distruzione della religione?
Hegel sosteneva che religione e filosofia avessero lo stesso contenuto, che raccontassero la stessa
verità in due modi differenti; rispettivamente con la rappresentazione e con il concetto. Questo tipo
di dottrina portò la nascita di due correnti opposte:
 La Destra hegeliana: costituita da coloro che sostenevano l’identità di contenuto tra
religione e filosofia, ritenendo che la seconda fosse la conservazione della prima. Inoltre la
destra, sostenendo l’identità ontologica tra realtà e ragione, assunse un atteggiamento
giustificazionistico e conservatore nei confronti dell’esistente.
 La Sinistra hegeliana: costituita da coloro che sostenevano la diversità di forma tra
religione e filosofia, ritenendo che la seconda fosse la distruzione della prima. All’interno di
questa corrente la filosofia era intesa come strumento di contestazione razionale della
religione. I giovani di sinistra concepivano la filosofia come critica dell’esistente atta a
dover rivoluzionarle istituzioni politica del tempo.
1.2 Strauss:
Tra le due posizioni sopracitate la destra ebbe poca incidenza storia, mentre la sinistra fece valere i
caratteri dell’uomo concreto.
- Sul piano religioso la sinistra fece un’analisi critico-razionale dei testi biblici, mostrando il
modo inadeguato e superstizioso di raccontare i fatti.
- Sul piano politico, invece, fece in modo che la storia venisse interpretata in modo materialistico
e rivoluzionario.
Nel 1835 David Strauss pubblico un’opera, “La vita di Gesù”, che suscitò grandi polemiche
all’interno della società. Egli volle applicare il concetto hegeliano della religione alla critica dei testi
biblici, riducendo così il contenuto della fede religiosa a semplice mito.
 Cos’è il mito? Il mito non è altro che un’idea metafisica che si esprime sottoforma di
racconto fantastico. Esso ha due aspetti contrapposti:
- Negativo in quanto non può essere storia;
- Positivo perché è finzione prodotta dalla cultura di una società.
Si distingue dalla leggenda perché essa è la trasfigurazione o l’invenzione popolare di un fatto
storico, senza riferimenti metafisici. I miti costituiscono la parte essenziale della religione e ciò che
nelle religioni non è mito, o è storia o è filosofia.
I miti evangelici sono quei racconti che si riferiscono a Gesù. Nel caso del cristianesimo, secondo
Strauss, alcuni elementi dei vangeli sono mitici mentre altri leggendari; per esempio, la morte e la
resurrezione di Gesù si basano su un fatto storico, la sua crocifissione su un elemento leggendario
che è un'aggiunta dei suoi seguaci che non si volevano rassegnare alla sua morte. Tutti gli elementi
soprannaturali (o non fondati su vere testimonianze) presenti nei testi evangelici sono per Strauss
mito o leggenda. Quindi, per Strauss i contenuto della verità religioso è identico a quello della
verità filosofica e cioè che finito e infinito, reale e razionale, coincidono, ma la religione esprime
questo contenuto in forma mitica e quindi falsa o cmq deformata e imprecisa, adatta al popolo ma
inferiore alla forma filosofica che invece rappresenta la stessa verità in forma logica e concettuale.
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La Sinistra hegeliana e Feuerbach
Feuerbach
(1804-1872)
“Il fondatore dell’ateismo filosofico ottocentesco”
1. Il rovesciamento dei rapporti di predicazione:
Il programma di Feuerbach è quello di compiere una critica assoluta al modo in cui idealismo e
religione si rapportano con il mondo. Il filosofo si prefigge lo scopo di stravolgere i rapporti reali
tra soggetto e predicato attraverso un’inversione di tali rapporti tradizionali.
Infatti l’idealismo e la religione esprimono una visione rovesciata delle cose, in quanto rendono
soggetto (ad es. il pensiero) ciò che nella realtà è predicato e predicato (ad es. l’essere) ciò che nella
realtà è soggetto. In altri termini, fanno della causa (ad es. l’essere) l’effetto e dell’effetto (ad es. il
pensiero) la causa.
2. La critica alla religione
1.3 Dico come proiezione dell’uomo:
Temi: Dio come proiezione dell’uomo; l’antropologia alla base della religione; come nasce l’idea
di Dio?
Dio come proiezione: Il filosofo applica la sua filosofia materialistica anche alla religione,
introducendo una nuova concezione secondo cui non sarebbe stato Dio a creare l’uomo, ma sarebbe
stato l’uomo a creare Dio, infatti quest’ultimo per il filosofo costituisce una proiezione dell’uomo.
Infatti, secondo tale concezione, Dio costituisce una sorta di proiezione illusoria che incarna
determinate qualità dell’uomo, come la ragione, il cuore e la volontà. Nella sua opera intitolata
“L’essenza del cristianesimo”il filosofo sostiene che la religione costituisce l’insieme dei rapporti
dell’uomo con il proprio io (l’essere). Quindi tutte le caratteristiche dell’essere divino,
corrispondono a quelle dell’essere umano.
L’antropologia è la chiave di lettura della religione: se Dio altro non è che la proiezione illusoria
dell’ operata dall'uomo del proprio essere, allora è evidente che dio è semplicemente l'immagine che
l'uomo ha di se stesso e quindi per questo motivo, il filosofo sostiene che alla base della religione vi
è l'antropologia (cioè l'uomo stesso), che è anche la sua chiave di lettura.
Come nasce l’idea di Dio?: Il filosofo ha dato 3 interpretazioni circa la nascita dell’idea di Dio.
1. Per dare una risposta a questa incognita, egli sostiene che l’uomo possiede non solo la
coscienza di sé come individuo, ma anche come specie; e quindi se da una parte, come uomo
si sente debole e impotente, dall’altra come specie si sente onnipotente e infinito. E da
questo deriva la personificazione di Dio delle qualità della specie umana. E quindi la
religione deriva dalla coscienza dell’infinito, ovvero della consapevolezza dell’uomo
dell’infinità del suo essere.
2. Un’altra interpretazione che il filosofo da all’origine dell’idea di Dio è l’opposizione tra
volere e potere; tale opposizione secondo il filosofo porta l’uomo a creare la divinità, che
incarna la realizzazione di tutti i suoi desideri.
3. Altre volte, poi il filosofo sostiene che l’idea di Dio derivi dal sentimento di dipendenza
dell’uomo nei confronti della natura; infatti, tale sentimento spinge l’uomo a venerare cose
senza cui egli non potrebbe ne esistere, ne vivere, come la luce, la terra, l’aria, l’acqua e così
via. Infatti, proprio per dimostrare questo fatto il filosofo cita l’esempio dei messicani, che
“veneravano” il sale.
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2.2 L’alienazione e l’ateismo:
Temi: l’alienazione; l’ateismo; il nuovo compito della filosofia.
L’alienazione: Il filosofo sostiene che indipendentemente dalla sua origine, la religione rappresenta
una forma di alienazione. Tale termine, che venne utilizzato anche da Hegel e Marx, indicava lo
stato patologico attraverso cui l’uomo proietta fuori di sé una potenza superiore, che è Dio, alla
quale egli si sottomette.
L’ateismo: In base a ciò ,l’ateismo non costituisce soltanto un gesto di onestà filosofica, ma come
un dovere morale. In quanto è dovere dell’uomo recuperare e riportare dentro se stesso tutte le
qualificazioni positive che egli ha proiettato fuori di sé, “creando” Dio. In sostanza ciò che è
diventato soggetto della religione , deve ritornare ad essere predicato; quindi Dio che rappresenta la
sapienza non deve essere più il soggetto, e l’amore e la volontà l’oggetto della religione, ma
viceversa.
Compito della filosofia: Da ciò deriva il nuovo compito della filosofia, che non è più quello di
porre l’uomo come un “prodotto di Dio”, ma al contrario, deve essere quello di risolvere Dio
nell’uomo (nel senso che Dio diventa un prodotto dell’uomo).
2. LA CRITICA AD HEGEL:
Temi: critica ad Hegel
Il filosofo sebbene inizialmente fosse un seguace di Hegel, successivamente definì la sua filosofia
come una teologia razionalizzata, secondo la quale la realtà è l’espressione in termini di ragione
della teologia (secondo cui la natura è stata creata da Dio, e l’essere materiale da un essere astratto).
Infatti, la critica che il filosofo muove nei confronti di Hegel è di concepire lo spirito come una
realtà vera da cui deriva sia l’uomo, che la natura e la stessa storia umana. Mentre per F, la vera
realtà è il finito (la natura, l’uomo concreto), mentre lo spirito è solo un qualche cosa di secondario,
che viene dopo la vita reale. Quindi, secondo F. lo spirito di Hegel è una fantasma di noi stessi,
ovvero una sorta di astrazione. Il termine astrarre significa “portare fuori”, quindi portare l’essenza
della natura al di fuori della natura, l’essere dell’uomo al di fuori dell’uomo e così via. Per questo
motivo, l’essere della teologia, è un essere trascendente (ovvero l’essere dell’uomo proiettato al di
fuori dell’uomo stesso).
3. UMANSIMO E FILANTROPISMO:
Temi: l’umanismo naturalistico; la concezione dell’amore; la teoria degli alimenti; la filantropia.
F. compiendo una critica della filosofia di Hegel , crea una nuova filosofia incentrata sull’uomo.
Questa nuova filosofia (filosofia dell’avvenire), assume i connotati di una umanismo naturalistico:
 umanismo in quanto rende l’uomo l’oggetto unico e universale e il fine della filosofia
 naturalistico, in quanto concepisce la natura come la realtà primaria (una scienza
universale) da cui ogni cosa deriva, incluso l’uomo.
Il punto di partenza di questa filosofia è rappresentato dal riconoscere l’uomo come una realtà
vivente, fatta di “carne e sangue”, con una sensibilità e dei bisogni fisici, da cui logicamente
dipende. La sensibilità non è una qualità che ha un valore unicamente conoscitivo, ma possiede
anche un valore pratico, che è collegato al sentimento d’amore.
L’amore è una passione fondamentale, che ci fa tutt’uno con la vita; è il motore della vita, ciò che
ci apre al mondo; quel qualche cosa che quando esiste rende l’uomo felice, e quando manca lo
rende infelice. Ed è anche per questo che l’io da solo non può stare, ma esiste solo insieme al tu.
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La Sinistra hegeliana e Feuerbach
O meglio, l’uomo non può stare senza l’altro uomo: le idee scaturiscono dalla comunicazione, per
creare un uomo sono necessari due uomini e attraverso la coscienza dell’esistenza dell’altro si ha la
certezza dell’esistenza di altre cose oltre all’io.
In base al fatto che l’io ha un senso solo in relazione al tu, F. pensò una nuova teoria, nota come la
teoria degli alimenti, secondo cui l’uomo è ciò che mangia. Tale espressione significa che:
1. l’uomo ha una realtà psico-fisica;
2. se si vogliono migliorare le condizione di un popolo bisogna migliorare le sue condizioni
materiali (la fame e la sete abbattono non solo il fisico, ma anche il morale).
In base a ciò, si può dire che la filosofia di F., costituisca una forma di filantropia, in quanto il
filosofo sposta l’attenzione da Dio all’uomo, sostituendo l’amore per Dio con l’amore per l’uomo,
la fede in Dio con la fede nell’uomo e così via. Ed è anche per questo che si parla di ateismo
(proprio perché Dio non ha più alcun ruolo, ma viene sostituito direttamente dall’uomo).
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