OTORINOLARINGOIATRIA VIA CAVOUR, 87 - 9100 PRATO TEL. 0574 434292 FAX 0574 434756 Informazioni al paziente sull’intervento di: TIROIDECTOMIA COME SI ESEGUE • L’intervento viene eseguito in anestesia generale • L’intervento si svolge tramite una incisione a livello del giugulo e cioè in un punto molto basso del collo, in genere mascherato da una piega dello stesso. La lunghezza dell’incisione sarà in funzione della grandezza della ghiandola da asportare. Il chirurgo procede quindi all’asportazione di tutta la ghiandola tiroide (tiroidectomia totale) o di uno dei tue lobi della ghiandola (emitiroidectomia). • La tiroide o l’emitiroide asportata viene sempre inviata al Laboratorio di Anatomia Patologica per l’esame istologico che consente di determinare la natura della lesione. In base alla risposta al paziente potrebbe essere indicato un trattamento complementare. • L’intervento prevede la conservazione dei nervi ricorrenti e delle ghiandole paratiroidi a meno che una o più di queste strutture siano invase o prossime ad un tumore maligno e che la loro salvaguardia ponga a rischio della vita il paziente. In genere la decisione di sacrificare queste strutture avviene prima dell’intervento e il paziente verrà adeguatamente informato, ma in alcuni casi, la decisione deve essere presa intra-operatoriamente. • Altre strutture che possono essere infiltrate dalla patologia tumorale maligna sono: la trachea, la laringe e l’esofago. Anche in questo caso, la presa in carico terapeutica avviene prima dell’intervento, ma anche in questo caso potrebbe rendersi necessaria una decisione intra-operatoria sulla procedura da adottare. • In alcuni casi l’intervento di tiroidectomia deve essere associato ad intervento di svuotamento linfonodale del collo che, per la complessità dello stesso e le sue numerose variabili, necessita di una spiegazione accurata e specifica da parte del personale medico. • L’intervento si completa con il posizionamento di un drenaggio (tubicino) che serve a scaricare i liquidi ematici e che verrà tenuto in sede per 2-4 giorni in media. 1 di 2 cod. az. 01090INF10_rev0_20/05/2011 CHE COS’È E A COSA SERVE La ghiandola tiroide è una ghiandola endocrina e cioè che secerne ormoni e in particolare gli ormoni tiroidei. La sua asportazione totale (tiroidectomia totale) prevede una terapia sostitutiva e cioè la necessità, da parte del paziente, di assumere quotidianamente ormoni tiroidei. L’obiettivo dell’intervento chirurgico è: • rimuovere i tumori della ghiandola tiroide; • curare il gozzo della tiroide (patologia benigna che causa compressione delle strutture circostanti quali trachea ed esofago); • curare alcune malattie specifiche della tiroide (Morbo di Basedow); • curare mediante di solito la emitiroidectomia gli inestetismi dei noduli singoli della tiroide. La ghiandola tiroide è anatomicamente suddivisa in due lobi (destro e sinistro), ed ha rapporti molto stretti con i nervi ricorrenti del decimo nervo cranico (i nervi che permettono la motilità delle corde vocali), le ghiandole paratiroidei (le ghiandole endocrine che regolano il metabolismo del calcio), la trachea, la laringe e l’esofago cervicale. Nel caso in cui il tumore si sia esteso a queste strutture potrebbe rendersi necessaria la loro asportazione parziale o totale. RISCHI E POSSIBILI EFFETTI COLLATERALI • Nel post-operatorio, come nella maggioranza degli interventi chirurgici si può assistere ad un sanguinamento che in casi molto rari necessita di una revisione chirurgica. • In qualche caso, seppur conservato il nervo ricorrente potrà andare incontro ad uno “stupor” transitorio e cioè una infiammazione con alcuni movimenti dei muscoli vocali potrebbero, solo transitoriamente essere ridotti o impediti. Questo stupor è sempre e comunque reversibile e comporta una disfonia e cioè una alterazione della voce. • Sempre per motivi infiammatori o per necrosi (morte cellulare) secondaria a problematiche vascolari o microcircolatorie, può verificarsi un alterato funzionamento delle ghiandole paratiroidi, con problematiche transitorie al metabolismo del calcio, e necessità di assumere terapia specifica per un periodo più o meno lungo. • In altri casi le problematiche del nervo ricorrente o delle ghiandole paratiroidi possono essere definitivi, o comunque necessitare cure mediche prolungate o riabilitazione ortofonica (per migliorare la voce). • Se la sofferenza o la sezione del nervo ricorrente è bilaterale, si può in alcuni casi dover ricorrere ad una tracheotomia e cioè il posizionamento di una cannula per la respirazione in trachea, con necessità di revisione chirurgica in un secondo momento. CONSEGUENZE DEL RIFIUTO E ALTERNATIVE • Nel caso di patologia tumorale nessun’altra cura ha mostrato un successo adeguato o comunque sovrapponibile alla chirurgia. • Nel caso di una patologia sospetta per malignità, si può scegliere di attendere ad eseguire l’intervento ovviamente prendendo in considerazioni i rischi dovuti all’attesa. • Nel caso di patologia benigna (gozzo multinodulare, Morbo di Basedow o Nodulo singolo) la scelta dell’intervento avviene dopo aver vagliato le eventuali complicanze della malattia (sulla trachea, sull’esofago, sui nervi ricorrenti ma anche solo l’inestetismo causato dai noduli neoformati), i benefici dell’operazione e le eventuali complicanze della stessa. • Per quanto riguarda il Morbo di Basedow esiste una alternativa alla chirurgia sia con la terapia medica che con la radio-iodioterapia, e prima di essere sottoposti ad intervento chirurgico è buona norma informarsi sulle possibilità di cura che si possono ottenere con una terapia alternativa alla chirurgia. 2 di 2