Le identità vegetariane dott.ssa Cristiana Zippi Per primo si scagliò sull’abitudine di cibarsi di animali, per primo lasciò uscire dalla sua bocca parole come le seguenti: “Smettetela uomini ,di profanare i vostri corpi con i cibi empi! Ci sono le messi, ci sono alberi stracarichi di frutti, ci sono turgidi grappoli d’uva sulle viti. (….). Che enorme delitto è ingurgitare viscere altrui nelle proprie, far ingrassare il proprio corpo ingordo a spese di altri corpi, e vivere, noi animali, della morte di altri animali”. Metamorfosi, Ovidio Le prime testimonianze attendibili di una pratica vegetariana risalgono all’incirca al VI secolo a.c. e sono associate alla nascita dei primi grandi movimenti religiosi: l’Induismo, lo Zoroastrismo, il Giainismo, il Taoismo, ecc. La Grecia ricorda colui che è considerato l’emblema e l’iniziatore del movimento vegetariano: Pitagora. Pitagora riteneva che “la dieta carnea” fosse il rifiuto della splendida età dell’oro greca, durante la quale “il popolo umano si nutriva dell’abbondanza delle messi che la terra donava”. Nella Metamorfosi di Ovidio si spiega come Pitagora condannasse anche il sacrificio rituale, ritenendolo una pratica dai risvolti politici e sociali. La Gran Bretagna è considerata la patria drl vegetarismo moderno; il capostipite fu il cappellaio Roger Crab che considerava il consumo di carne un lusso e causa di rialzo dei prezzi e di aggravamento della povertà. Nel ‘7oo il vegetarismo comincia ad essere un argomento sostenuto e diffuso anche dai medici, in nome della salute e delle caratteristiche dell’anatomia e della fisiologia umana che, a partire dall’apparato digerente, dalla dentatura e dalle mani, dimostrerebbero la natura vegetariana dell’uomo. In Inghilterra, il fenomeno del vegetarismo, porterà, nella prima metà dell’ottocento, alla nascita della “Vegetarian Society” fondata il 30 settembre 1847; Nel 1867 Eduard Blatzer fonda la prima società vegetariana tedesca; Nella seconda metà del novecento nasce “L’Associazione Vegetariana Italiana”. Nel 1908 nasce l’International Vegetarian Union; Nel 1975 viene pubblicato “Liberazione animale” di Peter Singer che apre un vero e proprio dibattito filosofico sui diritti degli animali. Il termine italiano “vegetariano” è un neologismo diffusosi all’inizio del XX secolo come adattamento dell’inglese “vegetarian ( derivante da vegetable cioè che vive e cresce come una pianta) con radice dal latino “vegetus” (sano, attivo, vigoroso). Il vegetarismo è una pratica che evita l’uso e il consumo, per quanto possibile e praticabile, di prodotti (non solo alimentari) derivanti da sfruttamento e uccisioni di animali. Nel vegetarismo si distinguono il latto-ovovegetarismo, il latto-vegetarismo, l’ovovegetarismo. Tutti coloro che seguono una di queste pratiche sono considerati “vegetariani”. Esistono poi vari compromessi tra i vegetariani nel senso che ci sono coloro che integrano l’alimentazione vegetariana con determinate carni o pesce, per ragione di ordine pratico e/o di convivenza sociale (vegetariani flessibili o flexitarianismo). Oltre alle scelte di consumo quotidiano, un vegetariano di solito, evita anche la pratica, la partecipazione e il sostegno ad attività che implicano un uso dell’animale e/o la sua uccisione, quali la sperimentazione su animali, caccia , pesca, zoo, acquari e attività simili. Le ragioni che comunemente sono alla base di una scelta vegetariana includono motivazioni etiche di rispetto per la vita animale, principi religiosi, attenzione per la salute e preoccupazione per l’ambiente. Tali motivazioni non sono necessariamente adottate tutte insieme; solitamente una prevale sulle altre e ciò potrebbe essere collegato alla sessualità, al paese, nonché allo specifico regime vegetariano scelto. Fernando Dogana e Marina Giampietro dell’Università Cattolica di Milano si sono occupati dello studio della personalità del vegetariano che appare come un soggetto aperto e originale, stabile mentalmente ed equilibrato; è probabile che siano individui che focalizzano le proprie ansie sull’oggetto fobico “carne”. La loro morale è ispirata alla non violenza e alla pace universale con il rispetto di tutte le forme di vita. (Saben 1997) I due studiosi affermano che il vegetarismo rimanda ad un mondo femminile; infatti nel campione studiato il 61% sono donne (Carol Adams, Le politiche sessuali della carne). L’identità attribuita ai cibi vegetariani è femminile mentre; la carne fa pensare ad un mondo maschile ed aggressivo: “beefeaters”. Tra i vegetariani solo il 9% fuma perché generalmente chi rifiuta la carne è piuttosto attento alla propria salute e spesso rifiuta anche gli alcoolici. Il 71% ritiene che la scelta vegetariana abbia determinato effetti positivi sulla salute mente il 65% parla di una maggiore apertura mentale e di un maggiore equilibrio. Inoltre dallo studio emerge che il vegetariano ha una cultura medio-alta, tendenzialmente libero professionista e risultano essere superiori alla media per quanto concerne valori come apertura mentale e stabilità emotiva. DOMANDE??? “Si faccia del sapere dietetico un’arte originale o vi si veda una derivazione ulteriore, è una categoria fondamentale attraverso la quale si può riflettere sul comportamento umano”. Michel Foucault, La volontà di sapere Grazie per l’attenzione Dott.ssa cristiana zippi