Leggi l`approndimento sulla ricerca del prof. Bondanza

All’Ospedale San Raffaele la ricerca di frontiera sull’immunoterapia genica dei tumori
Il dottor Bondanza si è aggiudicato il riconoscimento grazie
al suo lavoro pionieristico sullo sviluppo di linfociti T – un tipo
di cellule del sistema immunitario – ingegnerizzati per
esprimere recettori che li rendono più efficaci nel
combattere i tumori del sangue come le leucemie, il mieloma
multiplo e i linfomi. «Bisogna immaginare i recettori presenti
sulla superficie esterna dei linfociti come delle “chiavi” che
permettono loro di riconoscere specificamente e annientare
diverse minacce, come virus e batteri o tumori», spiega il
dottor Attilio Bondanza. «Quello che facciamo è fornire a
queste cellule dei recettori “artificiali” – chiamati chimerici –
che sappiamo utili per riconoscere e sconfiggere i tumori. Di
fatto li aiutiamo a fare il loro lavoro meglio di quanto non
sappiano già fare, cioè li trasformiamo in super-linfociti
meglio noti come linfociti CAR-T».
Ma come si fa a “fornire” a un linfocita un recettore chimerico? Dandogli le istruzioni – i geni –
necessarie per produrlo da sé. «I geni vengono inseriti nei linfociti utilizzando come “cavalli di troia”
dei virus inattivati, svuotati del loro contenuto virale. Una tecnica che viene già impiegata in diverse
applicazioni di terapia genica. L’unica differenza è che nel nostro caso, invece di correggere un errore
genetico, si potenzia una cellula sana per renderla ancora più efficiente a svolgere il suo lavoro»,
conclude il medico-ricercatore.
Presso il laboratorio di Attilio Bondanza sono stati sviluppati innanzitutto dei nuovi modelli animali
che hanno permesso di comprendere il funzionamento dei linfociti CAR-T, un passo necessario per
testare efficacia e sicurezza della procedura. Si è poi attraversato tutto il processo preclinico che
condurrà presto ai primi studi sull’uomo. Tra i recettori più promettenti ce n’è uno in particolare –
contro il CD44v6 – che ha già superato tutte le fasi di ricerca preclinica e si appresta a entrare nel
primo studio clinico nel 2018. Risultati resi possibili anche dai finanziamenti dell’Associazione per la
Ricerca sul Cancro (AIRC) e della Comunità Europea: il gruppo di Attilio Bondanza è parte di CARAT
(Chimeric Antigen Receptors for Advanced Therapies), un programma di ricerca da 6 milioni di Euro,
ed è coordinatore accademico di EURE-CART (European Endeavor for Chimeric Antigen Receptor T
cells), per altri 6 milioni di Euro. L’insieme di questi riconoscimenti pone Attilio Bondanza e la
comunità scientifica dell’Ospedale San Raffaele in prima linea a livello Europeo e globale nel campo
dell’immunoterapia del cancro, con importanti ricadute scientifiche e clinico-assistenziali.
Chi è Attilio Bondanza
Attilio Bondanza nasce a Milano il 6 Giugno del 1972. Ottiene la laurea in Medicina e la successiva
specializzazione in Immunologia Clinica presso l’Università Statale di Milano. Appena conclusa la
specializzazione, inizia la sua attività di medico trapiantologo presso l’IRCCS Ospedale San Raffaele,
contribuendo in modo fondamentale allo sviluppo scientifico e clinico della prima terapia cellulare
genica contro i tumori, una terapia che consiste nell’inserimento di un gene suicida (il gene TK): il
gene permette di inattivare le cellule del sistema immunitario una volta trapiantate, per evitare di
perderne il controllo nel caso attacchino l’organismo in cui sono ospiti (graft-versus-host disease).
Dal 2005 al 2008 continua la sua attività di ricerca presso il Leiden University Medical Center, in
A cura dell’Ufficio Stampa Ospedale San Raffaele - Mi
Olanda, dove consegue un dottorato in Immunologia dei Trapianti. Lavora per due anni come Medical
Director per Pfizer Inc. con sede a New York, sempre nel campo dell’immunoterapia dei tumori, per
poi rientrare al San Raffaele, dove riprende la sua attività di ricerca traslazionale, concentrandosi in
particolare sullo sviluppo dei linfociti CAR-T. È autore di oltre 60 articoli originali e due brevetti
internazionali già licenziati. Dal 2013 è docente di ruolo presso il Corso Internazionale di Laurea in
Medicina (International MD Program) dell’Università Vita-Salute San Raffaele.
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