qualche notizia sui ghiacciai - Città Metropolitana di Torino

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QUALCHE NOTIZIA SUI GHIACCIAI
Nelle zone più fredde della Terra, quindi anche alle quote più elevate delle Alpi, la neve caduta
durante la stagione invernale non fonde completamente nel corso della successiva stagione estiva; così, di anno in anno, un accumulo continuo di neve si deposita progressivamente in strati successivi
sempre che, nel frattempo, non scoscenda a valle o non venga allontanato dal vento.
Il tempo, il peso degli strati superiori, la fusione e il rigelo, le deformazioni indotte dal lento scivolamento verso valle della massa nevosa determinano cambiamenti dello stato fisico della neve fino al
generarsi del ghiaccio. La concentrazione di grandi masse di ghiaccio forma i ghiacciai, il movimento
dei quali è generalmente lento e continuo verso valle.
La neve fresca ha
una densità di circa
100 kg/m3 ; la maggior parte del volume è occupato
dell’aria che si frappone tra i cristalli.
Via, via che l’aria
viene espulsa la neve si compatta e assume le caratteristiche di nevato o firn
(circa 500 kg/m3 ). Il
passaggio dal nevato al ghiaccio (circa
900 kg/m3 ) avviene
nel volgere di approssimativamente
5 anni.
Fig.4 - La trasformazione da neve a ghiaccio (dal poster di Mercalli et al.,
2002: Ghiacciai: forme e variazioni).
COME SI MUOVE UN GHIACCIAIO?
BACINO DI ALIMENTAZIONE
Fig.5 - Sezione del corpo di un ghiacciaio (da Smiraglia, 1992: Guida ai ghiacciai e alla glaciologia, Zanichelli, modificato)
BACINO DI ALIMENTAZIONE
BACINO DI ABLAZIONE
La dinamica di un
ghiacciaio è un processo molto complesso che qui si può
schematizzare e inevitabilmente semplificare in:
incremento della massa di ghiaccio nella
parte alta del ghiacciaio (bacino di alimentazione), conseguente aumento della
gravità, scivolamento
degli strati superficiali
di ghiaccio sugli strati
inferiori (flusso interno
del ghiaccio) e di quest'ultimi sul substrato
roccioso (scivolamento
basale).
GHIACCIO
Fig.6 - Schema della dinamica di un ghiacciaio (da Smiraglia, 1992: Guida ai ghiacciai e alla glaciologia, Zanichelli modificato)
Il flusso interno del
ghiaccio e lo scivolamento
basale sono movimenti di
entità
diver sa
che
inducono deformazioni
nella massa di ghiaccio
con
conseguente
formazione di fessure,
rettilinee od arcuate,
variamente orientate,
profonde anche decine di
metri: i crepacci.
In corrispondenza di marcate variazioni di pendenza del letto roccioso, i crepacci tendono a scomporre il ghiacciaio in
parallelepipedi con pareti verticali o strapiombanti, (seracchi).
Più il gradino roccioso è alto e ripido più i seracchi perdono regolarità geometrica frammentandosi in un caotico insieme di
guglie e pinnacoli instabili, sino a trasformarsi in una vera e propria cascata di ghiaccio, sovente di spettacolare valore
scenografico.
Fig.7 - Schema del progressivo avanzamento di un
ghiacciaio
BACINI DI ALIMENTAZIONE
(da Trevisan, 1976: La Terra. Utet, modif.)
Dal bacino di alimentazione il ghiaccio si trasferisce verso valle nel bacino di ablazione con
velocità variabile, per le Alpi, da 1 m fino a circa 100 metri all'anno nel caso di grandi apparati glaciali
come quello balteo. La perdita di quota e l'aumento della temperatura portano ad una progressiva
fusione del ghiaccio. Se l'accumulo di ghiaccio nel bacino di alimentazione non compensa
quantitativamente la fusione il ghiacciaio perde massa e arretra; se eccede, il ghiacciaio avanza
(pulsazione del ghiacciaio).
QUALI TRACCE LASCIA UN GHIACCIAIO?
Nel fluire verso valle, la massa del ghiacciaio induce importanti modificazioni sull'ambiente
circostante esarando(1) la roccia su cui scivola e modellando l’ambiente circostante in molte forme: la
forma concava dei circhi e delle conche di sovraescavazione glaciale, la forma ad U delle sezione
trasversali delle vallate, la forma convessa delle rocce montonate.
I FRAMMENTI DETRITICI, INGLOBATI NEL GHIACCIO IN MOVIMENTO VERSO VALLE, SMUSSANO LE ASPERITA’ DEL SUBSTRATO ROCCIOSO CHE NEL TEMPO VIENE MODELLATO
roccia
m
t
on
(1) I due meccanismi principali
dell’esarazione glaciale sono l’abrasione
e lo sradicamento. L’abrasione è l’azione
che il ghiacciaio, agendo come una gigantesca raspa, produce sul fondo compatto; con lo sradicamento, il ghiacciaio,
dopo aver indebolito le rocce del fondo
allargando le preesistenti fratture come
un gigantesco scalpello, libera e asporta i
frammenti rocciosi.
a
at
on
Fig.8 - Schema di modellamento di rocce montonate per effetto di processi di abrasione sul
lato di monte (da Castiglioni, 1998: Geomorfologia. Utet, modificato)
Fig.9 - Fianchi ripidi e
fondovalle subpianeggiante conferiscono il tipico
profilo ad U a molte valli
alpine un tempo occupate
dal ghiacciaio (da Castiglioni, 1998: Geomorfologia. Utet, modificato)
a destra
Fig.10 - Circo glaciale,
tipica
espressione
dell’azione esaratrice
esercitata da un ghiacciaio
a ridosso delle dorsali
spartiacque (da Smiraglia,
1996: Guida ai ghiacciai e
alla glaciologia. Zanichelli)
SUBSTRATO ROCCIOSO
Il ghiacciaio spinge verso valle parte di quanto rimuove dal fondo su cui scivola e dai
versanti; inoltre trasporta sulla superficie i blocchi rocciosi forniti dalle frane che si staccano
dalle pareti laterali costruendo accumuli dalle forme caratteristiche. Arretrando, abbandona con
modalità diverse i detriti e i blocchi mobilizzati in fase di avanzamento.
Questi depositi, organizzati in forme dette morene, se non vengono smantellati e
rimobilizzati da successive pulsazioni, costituiscono la testimonianza dell'antica presenza del
ghiacciaio in una certa area e consentono di ricostruirne la forma, le dimensioni e la dinamica
di movimento.
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