(gruppo di lavoro: Valentina Angheben, Marco Groff, Luca Sordo, Pietro Gerola, Diego Cosner) GEMELLAGGIO ROTHOLZ-SAN MICHELE ESCURSIONE SUL GHIACCIAIO DI STUBAI Invitati dagli amici di Rotholz, nello scorso ottobre abbiamo fatto un’escursione sul ghiacciaio di Stubai, nella Stubaital a pochi passi da Innsbruck. INQUADRAMENTO GEOGRAFICO: Questo famoso ghiacciaio europeo è situato nella regione del Tirolo nell’ Austria meridionale ed è il più alto della regione. E’ famoso soprattutto perché vi è una rinomata location sciistica invernale e estiva visto che le piste sono agibili da ottobre fino ai primi giorni di luglio. Nel piccolo paese di Mutterberg è presente la stazione centrale della funivia che permette a sciatori e turisti di raggiungere (a più fermate) la vetta della montagna a circa 3200m di quota. Questa cabinovia è una delle più lunghe e spettacolari dell’intera Austria. Il comprensorio montuoso possiede molte vette spettacolari e mozzafiato con altezza variabile, certamente la più famosa e importante è lo Zuckermutl (Pan di Zucchero) che raggiunge quota 3507m, ovvero una delle più imponenti d’ Europa, altre vette che meritano di essere citate sono Sonklarspitze (3467m), Schrankogel (3496m) e il Ruderhofspitze (3474m). www.tirolo.tl/.../ghiacciaio-stubai.html Cinque tappe principali: PRIMA TAPPA: PIATTAFORMA (3.260 m slm) Ci troviamo a 3.260 m slm. Osservazioni e alcune considerazioni sul paesaggio e sulla geologia. In particolare il ghiacciaio di Stubaital è costituito da rocce di granito, mentre Rotholz (dove si trova la scuola con i centri di formazione forestale) ha una conformazione rocciosa simile alle rocce dolomitiche. Si possono osservare dalla piattaforma le caratteristiche geomorfologiche dell’area, in particolare i residui morenici che delimitavano la fine di un ghiacciaio di circa 200 anni fa, i rilievi a nord sono più bassi rispetto a sud. SECONDA TAPPA: IMPIANTI SCIISTICI (3.000 m slm) La seconda tappa ha riguardato essenzialmente gli impianti sciistici e la storia della stazione. La costruzione dell’impianto è stata realizzata attraverso una s.p.a. e, nonostante nessuno inizialmente fosse favorevole a questa nuova idea, grazie a molta buona volontà e impegno si è riusciti nell’intento. Il comprensorio annovera 120 km di piste; i pilastri che sostengono le funivie e gli impianti di risalita si presentano “galleggianti sul ghiacciaio” in quanto quando il ghiaccio si sposta verso valle trascina con se anche i pilastri. Quindi, per evitare che i pilastri si muovano, alla Foto Marco Groff base di questi, sopra la neve, è stato messo un “tessuto non tessuto” che permette di mantenere il ghiaccio ed evitare che si sciolga. L’anno scorso un pilastro della seggiovia si era spostato a causa dello scioglimento del ghiacciaio e la seggiovia è rimasta chiusa per parecchi mesi. TERZA TAPPA: CAMBIAMENTI CLIMATICI E FORMAZIONE DEL GHIACCIO La temperatura si è alzata di 2°C rispetto agli anni precedenti. Infatti, nel 2007 lo spessore del manto nevoso nuovo era di appena 2 m, mentre nel 2004 raggiungeva i 5 m. Nel 1850, dove ora vediamo i residui morenici, c’erano 50 m di ghiaccio che, a causa dei cambiamenti climatici, si è notevolmente ritirato. Considerazioni relative al ghiacciaio: - Il ghiacciaio si sposta di 2-5m/anno; - Quando uno strato di ghiaccio scorre su una collina si forma un crepaccio, quando questo raggiunge una concavità il crepaccio formatosi precedentemente si richiude. Possono esistere anche crepacci sotterranei; - Il ghiaccio più profondo è più vecchio e compresso; - Per determinare l’età si possono fare degli esami chimici, oppure uno studio della stratificazione; - Il ghiaccio si può formare dall’acqua in due modi: 1. per la pressione del ghiaccio soprastante; 2. per la neve che si scioglie e che di notte ghiaccia; - Nevica meno di quanto ghiaccio si scioglie (bilancio di massa). Scendendo abbiamo attraversato un percorso dove una volta c’era una distesa di ghiaccio, mentre ora troviamo solo roccia. Una volta, al posto del ristorante in cui siamo andati a pranzare, c’era una distesa di ghiaccio. Sullo Stubaier sono presenti vari bacini idrici naturali e artificiali (utilizzati per produrre neve artificiale) ed un torrente che percorre tutta la valle fino ad immettersi nel fiume principe, ovvero l’ Inn. QUARTA TAPPA: MOVIMENTO DEL GHIACCIAIO Il ghiacciaio, spostandosi, trascina con sè anche rocce e le porta a valle; in più crea anche attrito, leviga le rocce e sciogliendosi dà origine a ruscelli e fiumi. I residui morenici che osserviamo segnano il confine delimitato dal ghiaccio prima del suo scioglimento. Foto di Luca Sordo QUINTA TAPPA: HABITAT IDEALE Il ghiacciaio è più avanzato perché non dovendo riempire una conca come prima il suo avanzamento risulta più veloce e più evidente. Infine, le rocce levigate e il tappeto di erbacee molto vario costituiscono l’habitat adatto per la pernice bianca. Foto Marco Groff I ghiacciai sono una risorsa molto importante non solo per l’uomo ma per tutti gli esseri viventi, perciò vanno tutelati trovando il modo per preservarli. È stata un’esperienza interessante perché, avendo come guide dei ragazzi giovani che ci spiegavano dettagliatamente le informazioni sul ghiacciaio, ci ha permesso di acquisire maggiori conoscenze su realtà di cui spesso sentiamo parlare. La continua evoluzione della modernità (sciistica e turistica) non è di sicuro un fattore che avvantaggia la salvaguardia di questi territori. Anche sui ghiacciai l’impatto ambientale causato dall’uomo e dalle sue attività è elevatissimo. Non avremmo mai pensato di trovare in cima al ghiacciaio un escavatore e una movimentazione terreno tramite macchine così elevata. Un ringraziamento alla scuola di Rotholz e agli insegnanti accompagnatori per la grande opportunità data. Il gruppo delle classi di Rotholz e di San Michele Parte del gruppo di San Michele