Ottica geometrica L'ottica studia i fenomeni luminosi, cioè quelli provocati dall'emissioneda parte di sorgenti di onde elettromagnetichenello spettro del visibile (430-690 nm). Alla fine dell'800 fu infatti assodatoche la luce è un'onda elettromagneticacome le onde radio, i raggi X, le microonde. Per lo studio, però, di fenomeni quali la riflessionee la rifrazione e delle loro applicazioni pratiche (specchi e lenti) è piu opportuno utilizzare LLrrmodello semplificato in cui si immaginache la propagazionedella luce sia rettilinea. La sorgenteluminosaemette "raggi luminosi" raffigurati come semirette.Ciò è assolutamenteplausibile nello studio di fenomenimacroscopici;infatti, per esempio,le ornbre generateda corpi opachi hanno forme simili all'oggetto, a suffiagio della pr op agazionerettilinea. Si dicono sorgentiprimariedi luce tutti i corpi che emettonoluce propria (sole, stelle,lampadine...); si dicono sorgenti secondarietutti i corpi che, ricevendo radiaziornda una sorgenteprimaria la riemettono tutta o in parte (in pratica tutto ciò che è visibile). Si dice corpo opaco un co{po che non si lascia attraversaredalla luce; si dice trasparenteun corpo che si lasciaattraversaredalla luce. I corpi trasparentidi dividono in diafani, se consentonodi distinguere i contorni degli oggetti, traslucidi se permettono di vederei contorni solo in manieraimperfetfa. OMBRA E PENOMBRA Se la sorgenteè puntiforme, I'ornbra è totale ed ha forma geometricamentesimile all'oggetto opaco. P ( *-ir* ua: Se la sorgenteè estesasi ha una zona d'ombra dove penombradove arrivano parte dei raggi luminosi. nessunraggio luminoso e una zona di r-.i ,--".2 --a/- ./ " ,'-\ \s ) ,d,u"ruo \-./ RIFLESSIONEDELLA LUCE Valgono le stesseleggi già scritte per le onde in generale. Vale inoltre il principio di invertibilità del cammino luminoso: mandandoun raggio di luce nella direzione del raggio riflesso, questo viene deviato nella direzione del raggio incidenteoriginario. In pratica il raggio riflesso ripercorre a ritroso il camminodel raggio incidente. Il fenomenodella riflessionesi manifestaquando la luce incide su superficiriflettenti dette "specchi". A secondadella forma della superficieriflettente si possonoavere specchipiani, sferici, parabolici.... 40 Specchipiani E' facile verificare, applicandole leggi della riflessione,che I'immagine di una sorgentepuntiforme è nel punto simmetricodi S rispetto al piano dello specchio. Se la sorgenteè estesqla sua immaginesarà la figura simmetricadell'oggetto rispetto al piano dello specchio. t. ,4\ ^ 4 tLr ''{ :2 'aPezt/t a I t 5' Gli specchipiani forniscono immagini virtuali le quali non sono date dall'incontro dei raggi riflessi, ma dall'incontro dei loro prolungamenti. Inoltre le immagini sono sempre di dimensioneuguale a quelladell'oggetto. Specchisferici Negli specchi sferici la superficieriflettente è una calotta sferica. Se la superficie riflettente è all'interno, lo specchio si dice concavo, se è all'esterno, si dice convesso.Nel nostro studio prendiamo in considerazione calotte sferiche di raggio molto grande, quindi specchipoco curvi. Si parla di specchidi piccolaapertura,essendol'apertural'angolo sottesodal centro della sfera sulla calotta. Negli specchisfericitutti i raggiparalleliall'asseottico si riflettonoin un puntodettofuoco. V: vertice;C : centro;F: fuoco. Vogliamodimostrare che,per piccoleaperture,VF: %1\r7.cioèf :Yzr. metàdelraggio. VC=PC:r, 'i ,- "t 'c559 t-' { ltfic l_ VF ::VC'" 2 - l= -r'. "î2 FC . cioè il fuoco sta a metà tra centro e vertice. 41 La distanzafocaleè la PC è la normale allo specchionel punto P. Gli angoli o, sono congruenti per le leggi della riflessione;inoltre o, : u,' , perché alterni interni. Quindi PFC è isoscele,PF : Fe. Per l'ipotesi dipartenzasecondocui lo specchio ha raggio estremamentegrande, si puo considerare PF r VF; quindi VF : Equazionedei punti coniugati. S : oggettoluminoso;Sr : immagine. flF:f:distanzafocale;VS:p:distanzadell'oggettodalvertice;Ve:r:raggiodellospecchio; dalverticedellospecchio. VSr : q: distanza dell'immagine ConsideroPSS,; Fe è bisettrice,valendole leggi della riflessione; quindi si awà, per il teorema della bisettri- FS PS ce: 67= 7q- f uL Per f ipotesi di piccola apertura: tJ,l , TS, V-s ff, = LS,:PS= fS: quindi sostituendo ' +L 5 , = #: 5L' q p ^ (, orrengo: q_r=r_ptqp-pr=qr-qp.'qr*fp=r*\1 Ingrandimento. t1-L-?-1.1-1-1 *r.j p q r f,p'q f . 6= + Si definisce ingrandimento il rapporto G =1 dou.[è of la dimensionedell'immagine, mentre o è la dimensione dell'oggetto.Si può dimostrare cheI'ingrandimento è datodalleformuleG = -f^ opp-r q-f G 'pure f .(peresercizio) Specchiconcavie immaginiriflesse. Per disegnarel'immagine di un oggetto, si traccia il raggio parallelo all'asseottico che si riflette nel fuoco e quello passanteper il centro che si riflette su se stesso. Caso1 p)r, allora ftq.t AB è l'oggetto, ab è l'immagine. L'immagineè realercapovolta e rimpicciolitae: f<q<r. 42 Caso2 AB è il soggetto, ab è I'immagine. L'immagine è realercapovoltae uguale. Se: p : r, g : r . Caso3 kp.t, allora: q>r. L'immagine è capovolta e ingrandita. Caso4 I raggi sono paralleli, l'immagine si forma all'infinito; per p : f, q : -. \ [ ''\ t"t Caso6 Dietro lo specchionon c'è luce, I'immagine è quindi virtuale, diritta ed ingrandita. p<f, allora q<0. E' il casodello specchioingrandente. 43 Specchiconvessied immaginiriflesse. Il fuoco è un fuoco virtuale (f<0) in cui vanno solo i prolungamenti dei raggi, non i raggi stessi.L'immagine è semprevirtuale, diritta e rimpicciolita. E' il caso dello specchioin cui vedo immagini rimpicciolite. 7' b// Rifrazionedella luce. DEFINIZIONE Si definisceangolo di rifrazione î, q.r"tlo formato dal raggio rifratto con la normale alla superficiedi separazionedei due mezzi. À , , ) , r : v ,' , ' ^ ÀrY=Vri " r r " ^ ' - " ' " si " ' -ottiene: "-'1,, facendoil' ' rapporto l"l vl V) 1. Raggio incidente,raggio rifratto e normale alla superficiedi separazionedei due mezzi, appartengonoad uno stessopiano. 2. L'angolo di incidenzae di rifrazione sono legati dalla relazione: '.1 rii vl ^ = - = nr,,' dove fl,, è I'indicedi rifrazionedel seconsenÍ v2 do mezzo rispetto al primo. Se n,, > 1 > î t î ulloru il secondomezzo è più rifrangentedel senl t primo. Dette poi c e v le velocità di propagazionedella luce nel woto e in un mezzo drpropagazionequalc c c siasi,n è I'indice di rifrazione assoluto,si ha la relazione: n == - e q u m q ln t = - : n 2 = î . y+ Infine,datocherisulta .u ut senÎ = t' jL - r, si avrà r,' v2 n2 ut n, r. e poi lL nt v) :"z Aneolo limite. '\! \r\: ,\i ; \/ 'tta- >-----_-_-_ : -// ,t =r^6'o .\ \. \> ,\l , L ,\ . . f i, ) l "(w*" v i-3." lr l Considerandodue mezzi di cui il primo più rifralgente del secondoe aumentandol'angolo di inciderua progressivamente,si raggiungeun angolo / per cui l'angolo di rifrazione è di 90', quindi si ha solamentepiù la riflessione:questo angolo / è detto angolo limite. 44 Quindi îî Y4= "" s e n r allora do" :\i^ flr2, r t ' t possiamo = îr.z,da cui sllsr:rsrrrs's€nl '/ sgn90" A\ 1 UU,<r -.rt1i\- -> ( -Ql" = n) -----..1 d{l nl ) Prismaa riflessionetotale. Consideriamoun prisma di vetro a sezione di triangolo rettangolo isoscelee con facce piane e levigate. Si presenterannodue casi particolari. i_ In ognuno dei due casi si ha solamenteriflessione e non rifrazione; i due prismi funzionano come specchi.Prismi di questo tipo sono util:zzati per esempionei periscopi dei sommergibili. MIRAGGIO Il fenomeno del miraggio ha luogo quando gli strati d'aria vicini al terreno sono più caldi di quelli superiori. Essendola densitàdell'aria semprepiù bassain prossimitàdel terreno, i raggi, attraversando gli strati d'aria, ad un certo punto raggiungonol'angolo limite e vengono riflessi verso I'alto. L'osservatore vede quindi, oltre all'immagine effettiva dell'oggetto, ancheuna sua immagine capovolta che crea f illusione di uno specchiod'acqua per terra. {î\ -\ I -.* -R'---- ,/- - -",-' /é= Í'"2'11t *ii'' I FATA MORGANA E' una situazioneanalogaalla precedentema in cui gli strati d'aria inferiori sono più freddi quindi più densi di quelli superiori. Il fenomenodella riflessionetotale fa quindi sì che l'osservatoreveda in cielo I'immagine capovolta di un o-ggettoqhe,per esemplo,e rn realtà una nave sul mare. /.1, ) -1I-*. ,-t' -/'\- -sa--\ , n.rt \t- .\ Y t\ (u'í vlil \ tllJ_ 45 RIFRAZIONE ATTRAVERSO UNA LASTRA A FACCE PIANE E PARALLELE paralleloal raggioincidentesullaprimafaccia. dallasecondafacciaè Il raggioemergente t\L or,1 \ _.--...--:_ ' Ì\i{/Vf e \ '_ -'- -\: ' ,---) '. ---.---.-'i r\. ì'\ at\ éu Se la lastra è molto sottile si può quindi ipotuzarc che il raggio emergentesia la prosecuzionedel raggio incidente. Lenti Una lente è unmezzo trasparentelimitato da due facce di cui almenouna è curva. A secondadelle loro caratteristichele lenti si classificanoin: Biconvessa Piano convessa Menisco converqente Biconcava Piano concava Menisco divergente Ogni lente, avendo due facce con curvature diverse, awà due raggi diversi: viceversai due fuochi della lente si trovano a uguali distanzedal centro della lente; per la costruzionedelle immagini si utiluzano la distanzafocale e la doppia distanzafocale. Per la trattazioneseguenteconsideriamolenti sottili, cioè di piccola apertura; ipotizziarnoche i raggi luminosi siano molto vicini all'asseottico e poco inclinati rispetto ad essoed inoltre che siano raggi di luce monocromatica. Se la lente è sottile, tutti i raggi passantiper il centro ottico O non sono deviati. Nelle lenti convergentii raggi paralleli all'asseottico vengono rifratti nel fuoco. Nelle lenti divergenti i raggi paralleli all'asseottico vengono rifratti in modo che i loro prolungamenti si rifrangano nel fuoco virtuale. EQUAZIONE DEI PUNTI CONIUGATI Ar B î= ,l ql I A L. At u ...\ AB : PO: o; A'B' : i; OF : OF' : f; AO : p; A'O: Q. I triangoli POB e OB'A' sono simili, quindi: o 0r-. . tq 46 t, I . { -t ! : , L,,, o I triangoli POF e A'FB' sono simili, quindi: - = i L-Uguagliandosiha: tll- e mtme fqp q-f .]-*! pq q- f e moltiplicando:pq - pf : q,f; dividendotutto peî pqf, si ottiene: = 1 , cioèl'equazione deipunticoniugati. 7 -q L'ingrandimento è ancorail rapporto: . - i - q-f p-"f nt) COSTRUZIONEDI IMMAGINI FORNITE DA UNA LENTE CONVERGENTE CasoI p>2f allora f<q<2f 13 î ól I (l A I 'tt4' '-'.-- l t ' -ù L' immagineè reale,capovoltarrimpicciolita. Caso2 p :2f alloraq: 2f t) ,îi" I -l vl I I I A ,\ t< It " lot | .'t" I J \r ól L'immagine è reale,capovolta,diuguale d imensione. Caso3 f<p<2falkrrcq>2f $ î-- , "lA F 1, -'-' - --{F-' 47 I rl L Caso4 p : f alloraq: oo g , î'I" tl A Caso5 p<f allora q<0 L'immagineè virtuale,diritta,ingrandita.La lentefunzionacomelentedi ingrandimento. COSTRUZIONI,DI IMMAGINI FORNITE DA UNA LENTE DIVERGENTE Il fuoco della lente divergenteè virtuale (f<0). Qualunquesia la posizionedell'oggetto,si ottiene sempreun'immaginevirtuale,diritta e rimpicciolita. ;-- î:-t6 t{_ AFN' POTERE DIOTTRICO O POTENZA DI UNA LENTE E' il reciprocodellqfocalemisuratain metri. (1/m: diottria) p= 1 . î Equazione dei costruttoridi lenti: | = A - t{;. ;) dove rr ed rz sono i raggi di curvatura delle due facce e n è I'indice di rifrazione del materialecostituente la lente. MICROSCOPIO E' uno strumentoottico che serveper vedereoggetti molto piccoli. Consta di due lenti convergenti,una detta obiettivo, di altissimapotenza(focale dell'ordine del mm), una detta oculare (focale dell'ordine del cm),. Le due lenti sono coassialie montate all'estremità di un tubo metallico in modo che i loro fuochi si trovino ad una distarza D detta "lunghezza ottica" (circa 16 cm). i\ & N il ! Llt l----1 Ít l=r ',t\ rlì È t'l ,t.I I ,] ìi is .,---'j" i,J. - \! I A ,ii r î" llA tj I j l '-\/ dl L'immagine fornita è virtuale, capovolta e molto ingrandita. L'ingrandimento fornito dal microscopio è uguale al prodotto degli in grandipnti delle due lenti: G = Go, 'Goc = dellavisione dove0.25è la misurain metridetta"distanza distinta" I#, CANNOCCHIALEASTRONOMICO Serveper vedereoggettilontani.Constadi due lenti convergenti,l'obiettivoe l'oculare.L'obiettivo ha distarzafocalemolto maggioredell'oculare,qualchemetrocontroqualchecentimetro. r"ttJ À F. B -î ì-"F A I l\. | i+-.f- --:1 ' sr r<A' 'l I i IY I R -t.e" ;-'r L'ingrandimento non è reale, ma è un ingrandimento angolare che equivale all'alrzicinamento dell'oggetto.Essoè dato dal rapporto: G = .fou .fo,' L'immagine è virtuale e capovolta. Per ottenere immagini diritte, ad esempionei cannocchialiterrestri, si utiluzaunaterza lente detta raddruzatore. 49