IL VALORE E L’ATTENZIONE AI MESSAGGI NON VERBALI NEL PROCESSO DI INSEGNAMENTO-APPRENDIMENTO Breve saggio inerente l’attività del laboratorio 3: gestione della classe e problematiche relazionali; del corso neoimmessi in ruolo a.s. 2014-2015 di Grosseto Docente: Devis Pieri Negli ultimi anni, i temi della comunicazione sono diventati un argomento centrale in ogni discussione sulla didattica e sui processi educativi in generale. Oggi le competenze comunicative e relazionali dell'insegnante sono giudicate importanti almeno quanto quelle disciplinari. Per questo motivo è aumentata anche la richiesta di percorsi formativi sulla comunicazione che aiutino il docente a sviluppare uno stile personale più efficace. Intanto, sarà utile definire meglio il concetto di comunicazione, elemento fondamentale del lavoro dell'insegnante, indispensabile per promuovere il passaggio di conoscenze e competenze ma anche per creare un clima cooperativo che renda l'apprendimento più piacevole ed efficace. La comunicazione è parte fondamentale del processo di socializzazione ed un fattore immancabile nella costruzione delle relazioni interpersonali. Nella comunità scolastica, la comunicazione può essere definita come un processo di condivisione delle informazioni attraverso l'utilizzazione di un insieme di regole comunemente accettate. L'instaurarsi di una buona comunicazione tra le diverse figure coinvolte nel contesto scolastico può: • accrescere la consapevolezza su problemi e soluzioni didattiche; • potenziare comportamenti di supporto individuali o di gruppo; • mettere in luce le abilità di ciascuno; • implementare la cooperazione; • rinforzare i comportamenti e gli atteggiamenti positivi. Nel contesto scolastico la comunicazione non è solo un “fare pratica insieme”, ma soprattutto un'interazione creativa per il raggiungimento di un fine comune: la crescita dell'allievo e dell'insegnante. La comunicazione umana si riferisce all'interazione tra persone che usano un linguaggio simbolico. Per esempio, può essere rappresentata dal rapporto tra produzione e valutazione tra insegnante e alunno, ma anche da tutta una serie di messaggi verbali e non verbali volti a stabilire un legame emotivo-relazionale che va oltre i semplici fini didattici. L'attenzione ai messaggi non-verbali è un elemento fondamentale per una comunicazione efficace. I messaggi non verbali potranno essere ricavati da molti elementi: la postura, la gestualità, l'espressione facciale, il tono e l'inflessione delle parole pronunciate, l'abbigliamento e il modo di occupare lo spazio. Ognuno di questi elementi riflette la personalità dell'interlocutore e la sua estrazione socioculturale, oltre che rivelare degli stati emotivi transitori e contingenti. Segnali facili da rilevare sono mediati dai movimenti del corpo. Tutto questo può migliorare l'efficacia dell'insegnamento. Come si può notare, in questo campo, non ci sono scorciatoie ma solo dei suggerimenti che prevedono un percorso di aggiornamento e progettazione continua e permanente. E’ indispensabile che i’insegnante mostri COMPETENZA: chi parla deve essere un esperto nell'esposizione orale e nella spiegazione verbale di determinati concetti. Alcune tecniche come la chiarezza dell'eloquio, la coerenza espositiva e la ripetizione dei concetti chiave sono spesso spontaneamente applicate. Ma non è solo ciò che si dice ad essere importante, ma anche il come lo si dice. I messaggi non verbali sono una componente fondamentale della comunicazione nel processo di insegnamento. Ci sono diverse ragioni per le quali un insegnante dovrebbe essere consapevole di quali siano i messaggi non verbali che circolano all'interno della classe. La prima riguarda il fatto che la consapevolezza rende l'insegnante più attento ai messaggi che lo studente gli invia. La seconda è legata al fatto che in questo modo il docente riesce ad essere più efficace nella comunicazione delle informazioni didattiche. Infine, questo livello di comunicazione è in grado di implementare il grado di vicinanza psicologica percepita tra studente ed insegnante. Le aree nelle quali si può migliorare la propria comunicazione non verbale riguardano: contatto oculare, espressioni facciali, gestualità, postura ed orientamento del corpo, prossemica, atti paraliguistici, umorismo. Partendo dalla prima area, possiamo facilmente comprendere come il contatto oculare sia un canale di comunicazione interpersonale molto importante nella regolazione del flusso dei messaggi. Gli occhi possono essere usati per segnalare interesse in ciò che gli studenti dicono o per coordinare una discussione di gruppo senza dover intervenire verbalmente. Altro aspetto importante è il fatto che il contatto oculare con l'audience può accrescere la credibilità del parlante, aspetto non trascurabile. Sintetizzando, l'insegnante che ha un pieno controllo nella gestione dei contatti oculari faciliterà la comunicazione e concentrerà su di sé l'attenzione e l'interesse degli studenti. È facile capire che l'espressione facciale comunica lo stato d'animo dell'insegnante e lega all'argomento spiegato una specifica emozione. Riuscire a rilassare i muscoli del viso magari sorridendo, di tanto in tanto, avrà l'effetto di trasmettere una sensazione di allegria, calore e vicinanza emotiva che rinforzeranno il processo di apprendimento. In particolare il sorriso può risultare contagioso e contribuire a creare un clima sereno nella classe. Sarà comunque importante per l'insegnante rilevare quale espressione solitamente accompagna il suo eloquio attraverso un automonitoraggio costante che consenta opportune modifiche quando questo sia necessario. La mancanza di gestualità, durante l'eloquio, può rendere l'insegnate rigido e noioso agli occhi dell'audience. Anche in questo caso una particolare attenzione, alle proprie abitudini gestuali può rendere più facile un aggiustamento nell'utilizzo dei movimenti. La gestualità rende il materiale didattico più interessante e può coinvolgere meglio gli studenti nel processo educativo; si rivela inoltre importante anche in fase di rinforzo delle comunicazione degli studenti. Seguire con i ritmi giusti le esternazioni dei ragazzi diffonde un clima di ascolto attento che facilita la comunicazione. Ci sono molti messaggi che, inconsciamente, si trasmettono attraverso la postura e l’orientamento del corpo. In alcuni casi, camminare per la classe permette di raggiungere ogni studente e riattivare un'attenzione calante. Anche alzarsi in piedi all'improvviso in concomitanza dell'esposizione di un concetto importante, può rendere più efficace la propria comunicazione. In generale, una posizione eretta ma non rigida e il busto leggermente proteso in avanti comunica agli studenti che il docente è ricettivo, disponibile nei confronti dei propri alunni. Altro elemento importante è parlare agli studenti, faccia a faccia, evitando di rivolgersi a loro con la schiena voltata o guardando il pavimento. Questo rende ogni allievo maggiormente partecipe della comunicazione e contribuisce a farlo sentire un vero interlocutore. Gli atti paraliguistici sono un aspetto della comunicazione non-verbale che riguarda degli elementi vocali come: tono, ritmo, timbro, volume, cadenza. Per rendere il proprio stile comunicativo massimamente efficace l’insegnante dovrà imparare a variare questi sei elementi della sua voce. Una delle critiche più frequenti riportate dai ragazzi nei riguardi dei propri insegnanti è proprio il fatto che l'eloquio del docente è talmente monotono da farli morire di noia. E' molto probabile che questi studenti possano percepire in modo sgradevole i suddetti docenti. E' difficile parlare di umorismo, dal momento che lo studio viene da sempre associato alla serietà ed al rigore, anche se le ricerche, sulle emozioni e gli studi sull'apprendimento, dimostrano come un'emozione gradevole faciliti la ritenzione ed il recupero delle informazioni. Per questo sarà utile poter esercitare il senso dell'umorismo strumento potente anche per smorzare eventuali tensioni che spesso si creano in classe. Un umorismo ben dosato può aiutare a rendere il clima piacevole e facilita le relazioni positive. Da quanto detto, è evidente che la conoscenza dell'argomento che si insegna non è l'unico elemento da tenere in considerazione e forse nemmeno il più importante al fine della trasmissione delle competenze. E' certo che tutto ciò che riguarda il potenziamento delle strategie di comunicazione non-verbale è più facilmente attuabile quando si padroneggi bene la materia insegnata. Un ascoltatore efficace è poi attivamente coinvolto nella conversazione almeno quanto il parlante, ma il suo ruolo richiede un maggiore sforzo ed una maggiore concentrazione rispetto a quello di chi parla. Dato che la comunicazione non-verbale del parlante rivela più di quanto non facciano le parole, l'ascoltatore dovrà essere attento alla postura, alla gestualità, all'espressione facciale, al movimento degli occhi, al tono ed all'inflessione della voce del parlante. Se l'ascoltatore fraintende ciò che è stato detto, una segnalazione immediata al parlante può evitare il prolungarsi del fraintendimento.