Letteratura dialettale

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11/07/2016 |
Letteratura dialettale
Ognuna delle tre principali regioni linguistiche della Svizzera - ted., franc. e it. - ha una propria produzione
letteraria in Dialetto, ancorché di importanza diseguale. La Letteratura romancia - prima della determinazione
a lingua standard del Rumantsch Grischun, alla fine del XX sec. - è di per sé una letteratura dialettale. Nella
Svizzera franc. esistono oggi solo sopravvivenze folcloriche, dato che il dialetto stesso è praticamente
scomparso. La storia della letteratura della Svizzera ted. nel XIX e XX sec. mostra invece un ritorno spesso
inatteso ai valori formali e affettivi del dialetto: rappresentazione del mondo sociale e culturale del passato,
rurale o cittadino (in Rudolf von Tavel), universo interiore nella produzione lirica di Albert Streich, traduzione
in dialetto bernese dell'Odissea con Albert Meyer, combinazione ironica di dialetto e "buon ted." nei poemi
politici di Carl Böckli ("Bö") o nei canti improvvisati ispirati dall'attualità (Schnitzelbänke) del carnevale di
Basilea, gioco verbale che rinvia all'avanguardia intern. (moderna lirica in dialetto, o modern mundart).
Questo rinnovamento della letteratura dialettale resta in generale circoscritto ai generi letterari brevi, come
già era stato il caso per una parte importante della poesia popolare in età romantica. Rispetto a quest'ultima,
la produzione della fine del XX sec. si differenzia tuttavia per l'impegno critico nei confronti del mondo
moderno, anche quando resta volutamente attenta, come in Mani Matter, alla realtà della vita quotidiana.
Nella produzione letteraria dialettale della Svizzera it. è possibile rilevare un analogo passaggio dal folclore a
un impegno sociale e politico più marcato e a una più accentuata consapevolezza letteraria.
Autrice/Autore: Manfred Gsteiger / cor
1 - Svizzera tedesca
La letteratura dialettale può esistere unicamente in una comunità linguistica che utilizzi, a seconda delle
diverse funzioni, due varietà chiaramente distinte di una medesima lingua (diglossia). Per questa ragione si è
potuta sviluppare nella Svizzera ted. una letteratura dialettale in grado di esprimere le diversità regionali
dialettali solo dopo l'abbandono, all'inizio del XVII sec., dell'idea di una lingua scritta, dai tratti dialettali,
propria alla Conf. (Schweizerhochdeutsch), la cosiddetta "lingua conf. del Paese" (Tedesco).
Accanto a forme poetiche orali in dialetto, la cui trascrizione è in alcuni casi di molto posteriore alla loro
nascita (ad esempio aneddoti, proverbi, Canti popolari), si trovano passaggi scritti in dialetto in testi teatrali
realizzati alla fine del XVIII sec. da gesuiti di Lucerna. Le prime attestazioni di una vera e propria letteratura
dialettale sono i Lieder, in parte tramandati fino a oggi, degli ecclesiastici lucernesi Josef Felix Ineichen e Jost
Bernhard Häfliger, dei bernesi Gottlieb Jakob Kuhn e Johann Rudolf Wyss e del solettese (di Olten) Alois Franz
Peter Glutz.
La formazione di una ricca e diffusa letteratura in dialetto (poesia, idilli, Teatro, prosa) nel XIX sec. può essere
interpretata come un movimento diretto contro la cultura scritta di orientamento intern., spesso motivato da
una visione conservatrice, nel quale si impegnarono esponenti delle classi più istruite (medici, funzionari,
ecclesiastici, insegnanti) desiderosi di salvaguardare la minacciata identità linguistica locale e regionale e più
in generale nazionale. Retta dalla nostalgia delle origini e dal richiamo a un'idilliaca arcadia, questa
letteratura dialettale fece riferimento al patrimonio narrativo popolare e ricavò una forte legittimazione dalla
linguistica storica. Mentre il genere dell'idillio, che ebbe i suoi più rilevanti rappresentanti negli zurighesi
Johann Martin Usteri e August Corrodi e nel basilese Jonas Breitenstein, ebbe vita effimera, la poesia
dialettale, che richiamava la canzone popolare e spesso metteva in luce il mondo contadino e artigianale, è
rimasta viva fino a oggi; i suoi maggiori esponenti furono lo svittese Meinrad Lienert e il solettese Josef
Reinhart (Letteratura regionale). Anche il teatro dialettale, che comprende tutti i generi, dalla modesta pièce
sentimentale e dalla farsa all'ambiziosa opera drammatica (Jakob Bührer, Paul Haller, Hansjörg Schneider) al
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Festspiel, e che è praticato sia da gruppi di professionisti sia da amatori dilettanti, è tuttora vitale. Cosmus
Freuler (di Glarona) e Jakob Stutz (dell'Oberland zurighese) furono autori di dialoghi e di racconti, in versi e in
prosa, di vita popolare; questo filone proseguì, a cavallo tra XIX e XX sec., con una prosa narrativa dialettale
incentrata fino a oggi in particolare su vicende storiche e biografiche e sulla vita contadina e paesana. Un
genere a sé è costituito dal romanzo dialettale, dove gli autori di maggiore rilievo sono Rudolf von Tavel e
Simon Gfeller (entrambi di Berna) e Albert Bächtold (del Klettgau). Meritevole di rilievo è pure l'apporto dei
traduttori (ad esempio Hans Ulrich Schwaar). Un importante contributo alla letteratura dialettale è poi
derivato dalla radio (dagli anni 1920-30) e dalla televisione, che hanno reso possibile la diffusione di opere in
dialetto.
Durante la seconda guerra mondiale e fino agli anni 1960-70 la letteratura dialettale venne fortemente
influenzata, nella Svizzera ted., dallo spirito della Difesa spirituale. Per questa ragione nel periodo 1960-90 il
moderno movimento dialettale, formatosi attorno ai poeti bernesi Kurt Marti e Ernst Eggimann, tentò di
promuovere un nuovo orientamento avvicinandosi, in campo culturale, ai movimenti di rottura sociale,
propugnando il rifiuto dei condizionamenti formali, contenutistici e ideologici tradizionali, un'apertura critica
all'attualità e alla letteratura moderna e alla lirica sperimentale (Ernst Burren, Martin Frank). Nello stesso
periodo fece la sua comparsa la canzone dialettale, molto popolare (i Berner Troubadours con Mani Matter,
Toni Vescoli, Tinu Heiniger), da cui si svilupparono in seguito gruppi rock, pop e rap in dialetto (Polo Hofer,
Züri West, Patent Ochsner, Sina, Rään, Sendak, Wrecked Mob e altri). Mentre queste moderne forme di
canzone sono sempre rimaste molto amate, la produzione di libri in dialetto ha subito una forte flessione dopo
la metà degli anni 1980-90. All'inizio del XXI sec. essa conosce comunque un nuovo sviluppo.
Autrice/Autore: Christian Schmid / cor
2 - Svizzera romanda
La produzione "letteraria" dialettale nella Svizzera franc. è sporadica e attualmente quasi inesistente. A
eccezione del Canto dei vaccai e della Chanson de l'Escalade (Cé qu'é lainô, "Colui che è là in alto"), i cui testi
non sono più compresi, essa è anche praticamente caduta nell'oblio. I primi testi risalgono al XVI sec. e sono
stati scritti nel Paese di Vaud e a Ginevra. In Vallese, dove il dialetto è sopravvissuto fino al XXI sec., il primo
testo conservato è del 1785.
I generi presenti sono diversi, con una predilezione per i Lieder e i poemi. Alcuni testi contengono elementi
giocosi (Farces, Vevey, ca. 1520; Conto dau craizu, cioè "canto della lampada a olio", poema umoristico
scritto a Losanna nel 1730). A Ginevra erano invece prevalenti testi politici o identitari: Chanson de la
complanta (contro il clero catt., inizio del XVI sec.), Placard (di Jacques Gruet, in dialetto ginevrino, contro i
ministri del culto prot., 1547), Chansons sur l'Escalade (XVII-XVIII sec.), Conspiration de Compesières (1695),
Couplets sur la médiation (1766). Tra gli scritti in prosa, la Lettre d'un batellier (1767), la Lettre d'un Citoyen
du Mandement (1776) e il Dialogue sur l'Assemblée nationale (Charles Pictet de Rochemont, 1791). A
Neuchâtel, i primi scritti affrontarono il problema della successione alla guida del principato nel 1707
(Harangue patoise de David Boyve e Reima dei chou du corti (cioè "Poema del cavolo del giardino", in cui i
pretendenti in gara erano paragonati a legumi). Gli avvenimenti della seconda metà del XVIII sec. furono
commentati da Lieder satirici; nel XX sec. i motivi ispiratori furono piuttosto di natura folclorica o nostalgica.
Nel Giura il testo di maggiore rilievo, il Paniers (1735/1736), poema satirico di Ferdinand Raspieler, è
l'adattamento di un poema anonimo di Besançon. Nel XIX sec. si registrò una notevole produzione di Lieder
patriottici e folcloristici; il più celebre è certamente la Chanson des Pétignats, scritta in franc. nel 1833 e
tradotta in dialetto nel 1854. A Friburgo il notaio Jean-Pierre Python fu autore del più rilevante tentativo nella
Svizzera franc. di dare dignità letteraria al vernacolo, attraverso la traduzione nel dialetto di Gruyère delle
Bucoliche di Virgilio (1788). Nel XIX e agli inizi del XX sec. diversi autori (tra cui Louis Bornet e Cyprien
Ruffieux) ebbero un certo successo presso un pubblico locale, il solo in grado di comprendere la lingua.
Autrice/Autore: Andres Kristol / cor
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3 - Svizzera italiana
Poco numerose sono le testimonianze significative di letteratura in dialetto nella Svizzera it. prima del XX
sec.; tra le eccezioni, figura un testo dialettale luganese della metà del XVIII sec. opera di Agostino Maria
Neuroni, vescovo di Como di origini luganesi: il pregio del testo è tuttavia prevalentemente documentario, per
il dialettologo. Quantitativamente ragguardevole è invece, benché la specificità dei dialetti sia l'oralità, la
pubblicazione, già nel XIX e soprattutto agli inizi del XX sec., di poesie in almanacchi, fogli volanti e
pubblicazioni sparse, in genere di tono ridanciano oppure di satira politica e di fustigazione di costumi e
società secondo la moda dell'epoca e molto spesso solo quale esercizio d'occasione. Anche le produzioni
successive (dagli anni 1930-40 di Enrico Talamona, di Ulisse Pocobelli e di altri) non si discostano da un livello
in genere modesto (con le dovute eccezioni: ad esempio Alina Borioli), dal quadretto oleografico, dal
bozzettismo elegiaco. La svolta verso una poesia in dialetto più originale, rinnovata nella forma e nei
contenuti, può essere collocata negli anni 1940-60, con le prove di Giovanni Bianconi e, via via, Pino
Bernasconi, Giulietta Martelli Tamoni, Sergio Maspoli (attivo spec. nella commedia dialettale), Ugo Canonica,
Giovanni Orelli, Fernando Grignola, Elio Scamara, Gabriele Alberto Quadri, che, pur nella diversità degli esiti,
concorrono ad affermare la dignità della poesia dialettale. Complessi, e in qualche caso redditizi, i rapporti tra
filologia e poesia in dialetto: basti pensare allo scavo di Carlo Salvioni su Emilio Zanini; per la prosa, sono
degne di attenzione le prove di Elio Solari. Un ruolo importante hanno poi avuto (e in parte ancora hanno)
radio e televisione, così come numerose compagnie locali, nella diffusione e nel successo popolare del teatro
dialettale.
Autrice/Autore: La redazione
Riferimenti bibliografici
Bibliografia
Svizzera tedesca
– O. von Greyerz, Die Mundartdichtung der deutschen Schweiz, 1924
– W. Haas, «Zeitgenössische Mundartliteratur der deutschen Schweiz», in Michigan Germanic Studies,
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– R. Ris, Bibliographie der berndeutschen Mundartliteratur, 1989
– C. Schmid-Cadalbert, «Entwicklungen und Tendenzen der neuen Mundartliteratur der deutschen
Schweiz», in Alemannisch-schwäbische Mundartliteratur nach 1945, 1989, 99-123
– D. Fringeli, «Agonie und neue Blüte. Die Mundartliteratur im Wandel», in Geschichte der
deutschsprachigen Schweizer Literatur im 20. Jahrhundert, a cura di Klaus Pezold, 1991, 296-309
– C. Schmid, «"Bach- und Wöschtag" - Deutschschweizer Mundartliteratur am Ende des 20.
Jahrhunderts», in Gömmer MiGro?: Veränderungen und Entwicklungen im heutigen
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– A. Burger, Cé qu'é lainô, 1952
– Z. Marzys, «De la scripta au patois littéraire», in Vox romanica, 37, 1978, 193-213
– C. Barbier, O. Frutiger (a cura di), La conspiration de Compesières, 1988
– R. Merle, Une naissance suspendue: l'écriture des "patois", 1991
– O. Frutiger, «La conspiration de Compesières: le patois et la satire politique au XVIIe siècle à
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Svizzera italiana
– G. Orelli, Svizzera italiana, 1986
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– F. Grignola, Le radici ostinate, 1995
– G. Bonalumi et al. (a cura di), Cento anni di poesia nella Svizzera italiana, 1997
– F. Brevini (a cura di), La poesia in dialetto, 1999
– H. W. Haller, The Other Italy: the Literary Canon in Dialect, 1999
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