Contributo dell`ICT alla crescita economica in Italia: un`analisi Input

Ministero dello Sviluppo Economico
Dipartimento per le Comunicazioni
DIPARTIMENTO PER LE COMUNICAZIONI
Contributo dell’ICT alla crescita economica in Italia:
un’analisi Input Output
n
Relatore:
Claudio Di Carlo
[email protected]
Elisabetta Santarelli
[email protected]
Documento disponibile in www.sviluppoeconomico.gov.it
Dipartimento Comunicazioni - Statistiche e Analisi - Osservatorio statistico e monografie
Novembre 2010
Contributo ICT alla crescita economica in Italia
DI CARLO Claudio SANTARELLI Elisabetta
Indice
Introduzione e obiettivi del lavoro ................................................................................................ 3
Teoria delle matrici Input Output .................................................................................................. 5
Risultati ......................................................................................................................................... 9
Conclusioni.................................................................................................................................. 14
Appendice .................................................................................................................................... 15
Sintesi
La diffusione crescente delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione nelle
imprese ha portato ad una trasformazione profonda del sistema produttivo italiano e la loro
pervasività incide, attraverso canali diversi, sui tempi, l’efficienza e la capacità innovativa della
produzione.
L’obiettivo del presente lavoro è di quello di valutare l’impatto sul sistema economico nazionale
degli investimenti in ICT attraverso l’analisi dei moltiplicatori della produzione e della domanda
calcolati sulle matrici Input Output rilasciate dall’Istat per gli anni 1995, 2000, 2005. I risultati
mostrano che l’ICT dà al sistema produttivo un impulso moltiplicativo molto più elevato rispetto al
settore non ICT e si conferma, dunque, un settore chiave per perseguire obiettivi di crescita
economica.
I contenuti espressi in questo lavoro riflettono esclusivamente le opinioni degli autori, senza impegnare la responsabilità
dell’Amministrazione di appartenenza.
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Contributo ICT alla crescita economica in Italia
DI CARLO Claudio SANTARELLI Elisabetta
Introduzione e obiettivi del lavoro
Le tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni (ICT) costituiscono parte integrante
del tessuto sociale delle economie sviluppate, tanto che sarebbe impensabile una società moderna
senza l’uso delle tecnologie ICT.
Le tecnologie ICT provocano cambiamenti profondi e veloci nelle economie avanzate. L’ICT sta
cambiando le tipologie di beni e servizi prodotti, le modalità e i sistemi produttivi, le sedi delle
attività produttive, le infrastrutture e l’organizzazione aziendale. I beni e servizi ICT vengono
utilizzati dai cittadini per le esigenze della vita quotidiana (lavoro, studio, comunicazione), dalle
pubbliche amministrazioni (PP.AA.) per l’erogazione di servizi tempestivi ed economici (es. servizi
sanitari, anagrafici, ecc.), dalle imprese per le loro attività produttive.
Riferendosi a tali trasformazioni, gli studi economici sono principalmente concentrati sull’ICT
come processo di innovazione e sul impatto sulla produttività dell’economia. L’ICT rende i processi
produttivi più efficienti ed offre anche una vasta gamma di innovazioni di prodotto. Nuovi beni e
servizi ICT creano nuova domanda, nuovi mercati e nuovi settori produttivi. In particolare, questa
nuova domanda sta guidando il cambiamento nella struttura delle economie moderne. Basti pensare
che le fabbriche produttrici di computers, cellulari, i-pods o fornitrici di servizi Internet non
esistevano 15 o 20 anni fa.
Secondo i più recenti dati Istat la diffusione delle tecnologie informatiche di base nelle imprese
dell’industria e dei servizi è prossima alla saturazione. Nel 2009 il 96,2% delle imprese con almeno
10 addetti ha usato il computer e il 93,9% aveva una connessione ad internet. Circa l’86,3% delle
imprese usufruisce della rete per accedere a servizi bancari e finanziari on line, circa il 60% ha un
proprio sito web (Istat 2009). In generale, tra il 2004 e il 2009 si è verificata una crescente
diffusione delle principali tecnologie di base nelle imprese italiane: tale aumento dell’ICT nelle
imprese innesca un circolo virtuoso per la crescita economica.
La crescita della domanda del settore ICT stimola la crescita di tutti gli altri settori dell’economia.
Infatti, poiché la produzione di beni e servizi ICT richiede input dai settori non ICT, l’aumento della
domanda ICT innesca l’aumento di produzione di settori non ICT. Ad esempio, la produzione di
computer richiede sia elementi ICT (es. componenti elettroniche) che elementi non ICT come
plastica, metalli e vetro. Inoltre, le fabbriche che producono computer usano servizi finanziari e
commerciali e hanno bisogno di nuovi uffici e, in generale, di nuove sedi. Allo stesso modo, la
commercializzazione di computer richiede servizi dai settori del commercio e del trasporto. Quindi,
la domanda finale di computer stimola la produzione non solo del settore ICT, direttamente
coinvolto nella produzione, ma anche di un’ampia gamma di settori più tradizionali non ICT. C’è
un'altra via attraverso cui l’ICT stimola la crescita dei settori non ICT. Infatti, il settore ICT fornisce
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Contributo ICT alla crescita economica in Italia
DI CARLO Claudio SANTARELLI Elisabetta
beni e servizi non solo ai consumatori - le componenti elettroniche sono presenti nella maggior
parte degli apparecchi per uso domestico (es. TV, lavastoviglie, ecc.) - ma anche alle aziende,
poiché i beni e servizi ICT sono usati come input intermedi nella produzione di una varietà di beni e
servizi non ICT. Si pensi, ad esempio, ai processi di produzione controllati elettronicamente nei
macchinari industriali o ai servizi di telecomunicazione utilizzati per le transazioni e gli scambi fra
le aziende.
L’industria automobilistica è un chiaro esempio dei cambiamenti resi possibili dall’ICT nel sistema
produttivo. Le componenti elettroniche hanno sostituito le tradizionali componenti meccaniche e
software built-in offrono funzioni moderne, come l’intrattenimento, la navigazione e il controllo del
clima. Tutto ciò non sarebbe possibile senza le nuove possibilità offerte dall’ICT. E’ quindi
evidente che l’ICT agisce come un moltiplicatore dell’economia innescando un circolo virtuoso
attraverso cui si genera e si alimenta lo sviluppo e la crescita.
Durante gli anni 90 gli investimenti in ICT sono aumentati considerevolmente (mantenendosi
sempre più alti di quelli non ICT) facendo accrescere la new economy nel quadro degli investimenti
nazionali (Iammarino et al. 2001). Secondo i più recenti dati Eurostat, la percentuale di spesa in
tecnologia dell’informazione (IT) sul PIL è stato 1,4% nel 2009 ed era 1,5% nel 2006. Il dato
analogo per le telecomunicazioni (TLC) è stato 2,7% nel 2009 ed era 2,6% nel 2006 (Eurostat
2010). Nel corso di 4 anni la spesa complessiva per ICT è rimasta pressoché invariata. Secondo le
ultime rilevazioni effettuate dall’ASSINFORM (l’Associazione Nazionale Produttori Tecnologie e
Servizi per l’Informazione e la Comunicazione - 2010), il mercato italiano ha registrato una
contrazione nel primo semestre del 2010 rispetto allo stesso periodo del 2009 di -2,5% per l’IT e 2,3% per le TLC per lo più a causa della crisi economica. La contrazione tuttavia, è stata inferiore a
quella del 2009 rispetto al 2008, ad indicare che molte imprese, nonostante la crisi, stanno avviando
processi di rinnovamento delle tecnologie aziendali, di maggiore informatizzazione, di investimenti
in infrastrutture innovative (Assinform 2010).
Nonostante l’evidenza non sia univoca, dalla maggior parte degli studi emerge che l’ICT ha
mostrato non soltanto una dinamica particolarmente sostenuta in quanto singola branca industriale
ad elevata intensità di conoscenza, ma anche una notevole capacità di contribuire alla crescita di
altri settori, tanto intensivi di tecnologia quanto di input tradizionali (Iammarino et al. 2001).
In questo lavoro ci si pone l’obiettivo di valutare l’impatto sull’intero sistema economico nazionale
di un aumento degli investimenti in ICT in Italia. A tale scopo, vengono calcolati opportuni
indicatori a partire dalle tavole Input Output (tavole I-O) dell’economia italiana per gli anni 1995,
2000, 2005 rilasciate dall’Istat.
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Contributo ICT alla crescita economica in Italia
DI CARLO Claudio SANTARELLI Elisabetta
Teoria delle matrici Input Output
Una tavola I-O mostra come l’output e l’input di un singolo settore (branca) economico è
distribuito tra gli altri settori dell’economia. In particolare, ogni riga di una tavola I-O rappresenta
la distribuzione dell’output di un particolare settore tra domanda intermedia e domanda finale. Per
domanda intermedia si intende la domanda che ogni settore riceve dagli altri settori dell’economia e
da se stesso (domanda intrasettoriale). Per domanda finale si intende quella proveniente dai
consumatori, le amministrazioni pubbliche, dall’estero o da altri settori sotto forma di beni di
investimenti.
Ogni colonna fornisce la distribuzione degli inputs di un particolare settore economico tra input
intermedi e valore aggiunto. Gli input intermedi sono gli input provenienti dalle branche del sistema
economico, mentre il valore aggiunto consiste nel contributo dei fattori della produzione
(principalmente lavoro e capitale) all’output del settore stesso (Leontief 1941). In generale, le
matrici I-O mostrano che l’equilibrio del sistema economico dipende dalla struttura delle
interdipendenze fra tutti i settori economici.
Tavola 1: Matrice Input-Output.
SETTORI ECONOMICI - INPUT
DOMANDA
DOMANDA
FINALE
TOTALE
(Consumi+Inve
stimenti+Esport
azioni)
1
2
…
…
j
…
…
n
n
∑x
j =1
SETTORI
1
x11
x12
x1j
x1n
Z1
X1
ECONOMICI 2 x21
- OUTPUT
…
x22
x2j
x2n
Z2
X2
xij
xin
Zi
Xi
Zn
Xn
…
…
i
…
xi1
xi2
…
n
VALORE
AGGIUNTO
OFFERTA
TOTALE
…
xn1
xn2
xnj
xnn
Y1
Y2
Yj
Yn
X1
X2
Xj
Xn
5
ij
+ Zi
Contributo ICT alla crescita economica in Italia
DI CARLO Claudio SANTARELLI Elisabetta
Nella tavola 1 è rappresentata una matrice I-O standard (Guarini, Tassinari 1990). Il generico
elemento xij esprime l’ammontare di beni e/o servizi scambiati fra i settori i e j. In particolare, se la
tavola è letta nel senso delle righe, xij rappresenta l’output del settore i utilizzato dal settore j. Se,
invece, la tavola è letta nel senso delle colonne, xij esprime l’input del settore j proveniente dal
settore i.
La domanda finale Zi è la somma della domanda dei settori non produttivi dell’economia, ovvero
famiglie, pubbliche amministrazioni, estero; il valore aggiunto Yi è la somma dei fattori di
produzione (capitale, forza lavoro, oneri sociali, ammortamenti, imposte dirette e indirette).
Un’economia importa (esporta) parte dei beni e servizi da (verso) l’estero: questi possono essere
inclusi nella matrice I-O (e solitamente lo sono), tuttavia per gli scopi di questo lavoro non verranno
prese in considerazione le importazioni (esportazioni).
Le matrici I-O sono caratterizzate dall’equazione di bilancio secondo cui la domanda totale
coincide con l’offerta totale:
n
∑x
j =1
ij
+ Zi = X i
Questa relazione consente di analizzare le produzioni delle varie branche secondo i rispettivi
impieghi, in quanto il primo termine rappresenta la parte utilizzata dalle branche produttive ed il
secondo quella destinata agli impieghi finali.
Inoltre, l’equazione di bilancio esprime che una tavola I-O è basata su un’ipotesi di linearità, cioè
ogni aumento (diminuzione) nella produzione causa un aumento (diminuzione) proporzionale degli
input intermedi. Le tavole I-O sono basate su due ulteriori ipotesi: 1) la produzione di ogni singolo
settore è omogenea (cioè ogni industria vende beni e servizi omogenei); 2) la domanda finale è
esogena. In base a quest’ultima ipotesi si suppone che un aumento della domanda sia causato
dall’aumento degli investimenti proveniente dall’estero e dalle famiglie il cui comportamento viene
considerato esogeno.
I prezzi dei beni e servizi sono determinati dalle seguenti componenti: prezzi alla produzione, cioè i
costi per gli input intermedi e i fattori della produzione; imposte indirette gravanti sulla produzione
e sugli scambi; costi di distribuzione formati dai margini commerciali e dai noli di trasporto. In
questo studio vengono utilizzate matrici I-O espresse ai prezzi alla produzione.
Le tavole I-O sono strumenti importanti per l’analisi economica (Leontief 1967). Operativamente,
per l’analisi del sistema produttivo esse vengono trasformate in tavole dei coefficienti tecnici
(Guarini, Tassinari 1990). Il coefficiente tecnico indica quante unità fisiche del bene proveniente
dalla branca i sono necessarie per produrre una unità fisica nella branca j. Si calcola dividendo gli
elementi di ogni colonna per l’output della corrispondente branca economica: a ij = xij / X ij . I
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Contributo ICT alla crescita economica in Italia
DI CARLO Claudio SANTARELLI Elisabetta
coefficienti tecnici possono essere espressi sia in termini fisici che monetari. Se essi rimangono
costanti nel tempo, è possibile calcolare l’ammontare di acquisti diretti richiesti da ogni settore
come risultato dell’aumento (o della diminuzione) dell’output di tutti i settori. La tavola 2 riporta
una matrice dei coefficienti tecnici.
Tavola 2: Matrice A dei coefficienti tecnici
1
1
a11
…
I
…
j
…
a1j
a1n
aij
ain
…
ai1
…
N
n
…
an1
anj
ann
Gli elementi della tavola 2 si leggono nel modo seguente: se l’output del settore ICT aumenta di
1.000 € (ipotizzando che i coefficienti tecnici rimangano costanti nel tempo), l’input diretto del
settore ICT (cioè gli acquisti dallo stesso settore ICT) aumenterebbe di una quantità pari a
aICT,ICT*€1.000, dove aICT, ICT è calcolato dividendo l’input proveniente della branca ICT per il suo
output. Se i coefficienti tecnici sono relativamente stabili, l’utilità della tavola dei coefficienti
tecnici è evidente. Infatti, tramite questi coefficienti, il manager di un’azienda ICT potrebbe
calcolare in anticipo quanto comprare da ogni singola branca in caso di aumento della domanda di
beni e servizi ICT.
Tuttavia, la tavola dei coefficienti tecnici di per sé è di uso limitato, poiché essa mostra
esclusivamente l’effetto diretto di un cambiamento nell’output di un settore sui settori da cui questo
acquista l’input per la sua produzione. Infatti, i coefficienti tecnici indicano gli acquisti diretti
effettuati da una determinata branca produttiva presso tutte le altre branche per ogni euro di output,
ma non danno il contributo totale alla produzione da parte della branca la cui domanda aumenta.
L’aumento della domanda finale di un determinato settore (proveniente, ad esempio, dagli
investimenti) comporta aumenti sia diretti che indiretti dell’output di tutti i settori dell’economia. In
corrispondenza dell’aumento della domanda di prodotti ICT, il settore ICT deve aumentare gli
acquisti di prodotti di settori non ICT (ad esempio, agricoltura, industria manifatturiera, ecc.). Ma
quando, ad esempio, l’industria manifatturiera aumenta la vendita di beni e servizi al settore ICT,
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Contributo ICT alla crescita economica in Italia
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aumenta anche la sua domanda di input dal settore agricolo, tessile, ecc., e a catena questi effetti si
diffondono in tutta l’economia.
Di conseguenza, una parte sostanziale dell’analisi I-O è la costruzione di una tavola che mostri sia
gli effetti diretti che indiretti di tali cambiamenti sulla crescita economica nel complesso. Tale
tavola deve mostrare la crescita totale dell’output di tutti i settori dell’economia come conseguenza
dell’aumento di 1.000 € della domanda proveniente dalle famiglie, la pubblica amministrazione, gli
investitori e acquirenti stranieri, ecc.
In termini tecnici, gli effetti diretti and indiretti si possono ottenere calcolando l’inversa di una
matrice ottenuta come differenza fra la matrice identità e la matrice dei coefficienti tecnici A:
B = (I − A) . La matrice (I-A) è la matrice di Leontief, da cui la matrice B prende il nome di
−1
matrice inversa di Leontief. Essa mostra gli effetti complessivi (diretti + indiretti) di un aumento di
1.000 euro di output per un generico settore dell’economia. La matrice inversa di Leontief è
schematizzata nella tavola 3.
Table 3: Matrice B inversa di Leontief.
1
1
b11
…
I
…
j
…
b1j
b1n
bij
bin
…
bi1
…
N
n
…
bn1
bnn
bnn
Sulla diagonale principale della matrice inversa di Leontief ci sono valori maggiori di 1, mentre gli
altri valori sono tutti minori di 1. La somma per colonna dei coefficienti della matrice inversa di
Leontief fornisce l’aumento della produzione di tutta l’economia per ogni 1.000 euro aggiuntive di
domanda di un determinato settore. Questo valore, chiamato moltiplicatore della produzione, può
essere scomposto in 2 componenti, diretta e indiretta. Infatti, la matrice B può essere scritta nel
seguente modo: (I - A)-1 = (I + A) + (A2 + A3 + … + An), dove (I+A) è la matrice degli effetti
diretti e (A2 + A3 + … + An) esprime gli effetti indiretti. La somma per riga dei coefficienti della
matrice inversa di Leontief indica quanto la produzione di una branca dell’economia aumenta a
seguito dell’aumento della domanda complessiva di tutta l’economia. Quest’ultimo valore è il
moltiplicatore della domanda (Miernyk 1965).
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Contributo ICT alla crescita economica in Italia
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L’obiettivo di questo studio è calcolare gli effetti diretti e indiretti di un aumento della domanda di
beni e servizi ICT sull’intera economia italiana attraverso l’applicazione della metodologia sopra
descritta alle tavole I-O per l’Italia relative agli anni 1995, 2000 e 2005. I risultati sono riportati nel
paragrafo seguente.
Risultati
Questa analisi si basa sulle tavole I-O dell’economia nazionale rilasciate dall’Istat il 26
gennaio 2010 per gli anni dal 1995 al 2006. In particolare, vengono utilizzate le tavole relative agli
anni 1995, 2000 e 2005 calcolate ai prezzi alla produzione (Istat 2010).
La classificazione dei settori di attività economica usata dall’Istat per la costruzione delle tavole I-O
è ATECO 2002 che corrisponde alla classificazione internazionale standard della Comunità
Europea, NACE Rev. 1.1. Le tavole I-O dell’Istat sono calcolate sia per 59 sia per 30 settori
economici. In questo lavoro si utilizzano le tavole calcolate per 59 branche dell’economia.
L’obiettivo di questo studio è di calcolare i contributi diretti e indiretti del settore ICT alla crescita
dell’economia italiana negli anni 1995, 2000 e 2005 come descritto nel paragrafo precedente.
In accordo con Spiezia (2008), non è necessario conoscere il valore degli input intermedi per ogni
settore economico (che è la forma in cui l’Istat diffonde le tavole), ma sono sufficienti: 1) l’offerta
di input intermedi ICT all’economia nel suo complesso; 2) la domanda di input intermedi a tutte le
branche economiche da parte del settore ICT. Quindi, è necessario costruire una matrice I-O con 2
settori: ICT e non ICT. A tal fine, nella prima fase del lavoro sono state aggregate le branche
produttive che rientrano nel settore ICT sulla base della classificazione ATECO 2002, ovvero sono
stati raggruppati tutti i settori considerati come ICT nell’unico “settore ICT”; i rimanenti sono stati
inseriti nel “settore non ICT”. Tali raggruppamenti sono state effettuate facendo riferimento alla
classificazione del settore ICT ISIC Rev. 4 utilizzata dall’OCSE (a tale proposito si vedano OCSE
2009 e Iammarino et al. 2001).
Il settore ICT è, dunque, costituito dalle seguenti branche (il codice numerico è riferito alla
classificazione Nace Rev. 1.1):
22 – Editoria, stampa e riproduzione di supporti registrati
30 – Fabbricazione di macchine per ufficio, di elaboratori e sistemi informatici
32 - Fabbricazione di apparecchi radiotelevisivi e di apparecchiature per le comunicazioni
33 - Fabbricazione di apparecchi medicali, di apparecchi di precisione, di strumenti ottici e di
orologi
64 – Poste e telecomunicazioni
72 – Informatica e attività connesse
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Contributo ICT alla crescita economica in Italia
DI CARLO Claudio SANTARELLI Elisabetta
L’aggregazione in un unico settore è stata effettuata sommando tutti gli input intermedi, valore
aggiunto, domanda finale e intermedia di ogni settore incluso nella branca ICT. Quindi, per ogni
anno in esame (una per il 1995, una per il 2000 e una per il 2005) è stata costruita la seguente tavola
I-O:
Tavola 4: Una matrice I-O standard con i settori ICT e non ICT.
ICT
non ICT
Domanda
Domanda
Finale
Totale
ICT
xict,ict
xict,nict
Zict
Xict
non ICT
xnict,ict
xnict,nict
Znict
Xnict
Xict
Xnict
Offerta totale
L’offerta totale è la somma dell’offerta intersettoriale (xict,ict + xnict,ict), salari, oneri sociali, altri
redditi e imposte indirette (non riportati in tavola 4).
A partire da questa matrice sono state calcolate le corrispondenti matrici dei coefficienti tecnici e le
matrici inverse di Leontief. Di seguito si riportano i risultati dettagliati per il 2005, mentre quelli per
il 2000 e 1995 sono presentati in appendice.
Tavola 5: Tavola Input Output a due settori, Italia 2005 (milioni di euro).
ICT
non ICT
Domanda
Domanda
Finale
Totale
ICT
24.104
87.392
82.594
194.090
non ICT
62.203
1.292.064
1.599.997
2.954.264
194.090
2.954.264
Offerta totale
Fonte: nostra elaborazione su dati Istat 2005.
La tavola 5 mostra il volume degli scambi fra i settori ICT e non ICT in Italia nel 2005 e la
domanda finale di entrambi i settori.
Nel 2005 l’output ICT è stato pari a 194.090 milioni di euro: 24.104 milioni di euro hanno costituito
beni di input per lo stesso settore ICT (il 12,4% del totale), 87.392 milioni di euro hanno costituito
input per il settore non ICT e i rimanenti 82.594 milioni di euro (cioè il 42,5% del totale) sono stati
destinati alla domanda finale delle PP.AA. e delle famiglie, agli investimenti e alle esportazioni.
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Contributo ICT alla crescita economica in Italia
DI CARLO Claudio SANTARELLI Elisabetta
Nel 2005 l’input del settore ICT è stato prevalentemente fornito dal settore non ICT (62.203
milioni di €), mentre 24.104 milioni di € provengono dal settore ICT stesso. La tavola evidenzia,
inoltre, che il settore ICT soddisfa il 6% della domanda totale, contro il 94% del settore non ICT.
La figura 1 mostra la distribuzione percentuale degli impieghi del settore ICT durante il periodo
1995-2005. E’ evidente che la composizione degli impieghi non è sostanzialmente variata nel
decennio considerato tranne per il fatto che nel 2005 si è registrato un leggero aumento degli
impieghi da parte del settore non ICT in corrispondenza di una diminuzione degli impieghi da parte
dei consumatori finali (PP.AA., famiglie, esportazioni e investimenti).
Figura 1: Impieghi del settore ICT, distribuzione percentuale - Italia 1995, 2000, 2005.
100%
90%
80%
70%
60%
50%
40%
30%
20%
10%
0%
1995
ICT
2000
NON ICT
2005
Final
Demand
Domanda
Finale
Fonte: nostra elaborazione su dati Istat 2005.
La tavola seguente riporta i coefficienti tecnici per l’Italia nel 2005.
Tavola 6: Matrice dei coefficienti tecnici, Italia 2005.
ICT
non ICT
Totale
ICT
0,124
0,029
0,153
non ICT
0,320
0,436
0,756
Totale
0,444
0,465
Fonte: nostra elaborazione su dati Istat 2005.
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Contributo ICT alla crescita economica in Italia
DI CARLO Claudio SANTARELLI Elisabetta
Gli elementi della tavola 6 si interpretano nel modo seguente: ipotizziamo un aumento di 1.000 €
della domanda di prodotti ICT. Questo aumenterà l’input intrasettoriale (cioè del settore ICT verso
se stesso) di 124 € (si veda la riga 1, colonna 1) e aumenterà l’input proveniente dal settore non ICT
di 320 € (riga 2, colonna 1). Ciò significa che per produrre 1.000 € il settore ICT usa principalmente
beni intermedi dal settore non ICT. L’aumento totale del valore degli input diretti dovuto ad un
aumento di 1.000 € dell’output ICT ammonta a 444 € (cioè 124+320 €). Quindi, l’output totale di
ICT aumenterà di almeno 1.124 € (1.000 € + 124 €).
Inoltre, in corrispondenza dell’aumento di 1.000 € della domanda del settore non ICT, l’input
proveniente dal settore ICT aumenta solo di 29 €.
Quando la domanda del settore ICT aumenta, le aziende ICT aumentano la loro richiesta di beni
verso le aziende del settore non ICT, attivando così una catena di impulsi diretti e indiretti che sono
presentati nella tavola 7.
Tavola 7: Matrice inversa di Leontief, Italia 2005.
ICT
non ICT
Totale
ICT
1,164
0,061
1,225
non ICT
0,662
1,810
2,472
Totale
1,826
1,871
Fonte: nostre elaborazioni su dati Istat 2005.
La tavola 7 mostra che le transazioni dirette + indirette interne al settore ICT raggiungono 1.164 €,
cioè passano da 1.124 € a 1.164 €. Ciò accade perché quando l’output ICT aumenta, il settore ICT
acquista beni e servizi dal settore non ICT. Quando il settore non ICT aumenta la vendita di input al
settore ICT esso deve, nello stesso tempo, comprare beni e servizi dal settore ICT per incrementare
la sua produzione. In generale, questo processo si innesca per tutte le branche economiche ogni
volta che aumenta la propria domanda di beni e/o servizi. La tavola 7, dunque, mostra la produzione
totale direttamente e indirettamente richiesta dal settore presente nell’intestazione di colonna per
1.000 € di aumento della domanda finale da parte del settore nell’intestazione di riga. Ogni volta
che aumenta di 1.000 € la vendita dei beni e/o servizi ICT alle famiglie, alle PP.AA. o ad altri
componenti della domanda finale, l’output del settore non ICT aumenta di 662 €.
Gli elementi della tavola 7 mostrano che gli effetti moltiplicativi sono più alti all’interno dello
stesso settore, mentre i moltiplicatori intersettoriali hanno valori più bassi.
La somma degli indicatori della colonna ICT - 1,826 - esprime l’impatto complessivo sull’economia
dell’aumento di domanda del settore ICT: questo valore è il moltiplicatore della produzione. Nello
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Contributo ICT alla crescita economica in Italia
DI CARLO Claudio SANTARELLI Elisabetta
specifico, 1,826 indica che per 1.000 € di aumento della domanda del settore ICT, l’output
complessivo dell’economia aumenta di 1.826 € (cioè 1.164 € + 662 €). L’analogo valore per il
settore non ICT è pari a 1,871, vale a dire che ogni 1.000 € di aumento della domanda non ICT si ha
un aumento della produzione di 1.871 €. Questo risultato indica che l’ICT ha un forte effetto sulla
crescita economica, ovvero è un grado di incrementare notevolmente il sistema produttivo
nazionale. Infatti, la spinta propulsiva del settore ICT che, in base alla classificazione effettuata è
costituito da 6 branche, è pressoché pari a quella del resto dell’economia che è l’insieme di 53
settori molto eterogenei fra loro. L’ICT pur soddisfacendo solo il 6% della domanda complessiva
(vedi tavola 5) contribuisce quasi quanto tutti i restanti settori all’aumento alla produzione.
La somma per riga degli indicatori della tavola 7 fornisce il moltiplicatore della domanda che
indica di quanto aumenta la produzione di ogni settore in corrispondenza dell’aumento della
domanda finale dell’economia nel complesso. Il moltiplicatore della domanda relativo al settore
ICT è 1,22 e quello del settore non ICT è 2,47: questo significa che il settore non ICT riceve un
maggiore impulso rispetto al settore ICT dall’aumento complessivo dell’output dell’economia,
ovvero che il settore ICT è “meno sensibile” del settore non ICT all’aumento globale della
produzione.
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Contributo ICT alla crescita economica in Italia
DI CARLO Claudio SANTARELLI Elisabetta
Conclusioni
I risultati di questo studio su un’economia semplificata a due settori, ICT e non ICT,
mostrano che il settore ICT trasmette un impulso propulsivo molto elevato alla produzione di beni e
servizi nazionali. Ciò indica che gli investimenti nel settore ICT innescano una catena di azioni e
reazioni tale da accrescere significativamente la produzione del sistema economico nazionale.
Questo virtuoso effetto moltiplicativo è principalmente legato all’elevata pervasività delle
tecnologie ICT e alla loro capacità di diffondersi velocemente nel tessuto economico. La crescente
adozione dell’ICT nelle aziende sta cambiando il valore dei fattori della produzione, le tecniche
produttive, migliora la tempestività e l’efficienza della produzione. Inoltre, l’utilizzo diffuso
dell’ICT può aprire la strada a nuove linee produttive, a loro volta orientate a sviluppare e
distribuire applicazioni ICT.
L’analisi svolta mostra che i moltiplicatori della produzione e della domanda sono sostanzialmente
invariati durante il decennio 1995-2005. Ipotizzando una struttura produttiva per lo più stabile, è
ragionevole attendersi per il 2010 valori pressoché analoghi dei moltiplicatori e quindi supporre
ancora molto importante l’impulso dell’ICT sul sistema economico. Tale ipotesi potrà essere
verificata appena saranno disponibili le tavole I-O del 2010.
Il presente lavoro costituisce il punto di partenza per ulteriori analisi volte ad analizzare gli effetti
delle tecnologie sulla crescita economica del paese. Il prossimo obiettivo consisterà nell’aggiornare
l’analisi I-O quando dati più recenti saranno disponibili.
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Contributo ICT alla crescita economica in Italia
DI CARLO Claudio SANTARELLI Elisabetta
Appendice
Tavola 1A: Tavola Input Output, Italia 1995.
ICT
non ICT
Domanda
Domanda
Finale
Totale
ICT
13.592
43.019
52.518
109.129
non ICT
35.473
797.339
1.028.786
1.861.598
109.129
1.861.598
Offerta Totale
Fonte: nostre elaborazioni su dati Istat 1995.
Tavola 2A: Matrice dei coefficienti tecnici, Italia 1995.
ICT
non ICT
Totale
ICT
0,125
0,023
0,148
non ICT
0,325
0,428
0,753
Totale
0,450
0,451
Fonte: nostre elaborazioni su dati Istat 1995.
Tavola 3A: Matrice inversa di Leontief, Italia 1995.
ICT
non ICT
Total
ICT
1,159
0,046
1,205
non ICT
0,659
1,776
2,435
Total
1,818
1,822
Fonte: nostre elaborazioni su dati Istat 1995.
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Contributo ICT alla crescita economica in Italia
DI CARLO Claudio SANTARELLI Elisabetta
Tavola 4A: Tavola Input Output, Italia 2000.
ICT
non ICT
Domanda
Domanda
Finale
Totale
ICT
21.405
65.917
79.076
166.398
non ICT
53.161
1.076.650
1.318.811
2.448.622
166.398
2.448.622
Offerta Totale
Fonte: nostre elaborazioni su dati Istat 2000.
Tavola 5A: Matrice dei coefficienti tecnici, Italia 2000.
ICT
non ICT
Totale
ICT
0,128
0,027
0,155
non ICT
0,319
0,440
0,759
Totale
0,447
0,467
Fonte: nostre elaborazioni su dati Istat 2000.
Tavola 6A: Matrice inversa di Leontief, Italia 2000.
ICT
non ICT
Total
ICT
1,168
0,056
1,224
non ICT
0,666
1,816
2,482
Total
1,834
1,872
Fonte: nostre elaborazioni su dati Istat 2000.
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Contributo ICT alla crescita economica in Italia
DI CARLO Claudio SANTARELLI Elisabetta
Riferimenti bibliografici
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multimediali 2010.
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http://epp.eurostat.ec.europa.eu/portal/page/portal/information_society/introduction
Istat (2009) Le tecnologie dell’informazione e della comunicazione nelle imprese. Statistiche in
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Guarini R., Tassinari F. (1990), Statistica Economica, Il Mulino Ed.
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