mercoledì 25 luglio 2012 - pagina 38 indovina chi è calabrese MIMMO ROTELLA L’ARTISTA CATANZARESE RIVOLUZIONÒ LA POP ART GRAZIE AI CELEBRI MANIFESTI PROFETA E SPIRITO VERACE Ci sono giornate in cui, col caldo sul collo e le frustate gelide di un condizionatore a tutto spiano, prende la voglia di occuparsi d’arte. Snoccioleremo pensieri sull’indagatore della materia insolente, a tratti ossessiva, coniugata sul viso turgido di Norma Jean divenuta Marilyn. Mimmo Rotella è stato un sigillatore di quelle lacerazioni cartacee e di quel torpedone espressivo spalmato sulle più importanti testate artistiche mondiali che richiamava l’eco del cinema, il segno primordiale, e la vorticosa giocoleria del Pop. Parte da Catanzaro, in un’epoca fortemente denutrita artisticamente, per poi esporre accanto ai grandi della pittura imponendo la cromatica poesia del manifesto agonizzante. Le opere di Rotella nascondono l’armoniosa tortura dei contrari che si rincorrono tra le crepe di un interessante fenomeno sociologico. Lo spirito pesca a piene mani nella street culture tra silhouette décor o motivi imbrattati da grafismi metropolitani. Complementi d’arredo di un’epoca che nessuna ondata espressiva è mai riuscita a sdoganare. Erano gli irripetibili anni ‘60, e sulla scena romana iniziarono a muovere i primi passi i famigerati ragazzi della Scuola di Piazza del Popolo: artisti maledetti, belli, ribelli, dannati, e scaltri. Giovani demoni dostoevskiani & borderline, abili strateghi della propria immagine e di un’arte pervasa dalla crisi del concetto di autenticità del soggetto che abbracciava la filosofia estrema del kitsch e il gusto della reificazione Pop. Un ciclone devastante. Un desiderio di rottura dai borghesi canoni della pittura. Una necessità di ricerca contemporanea. L’epicentro artistico di Mimmo Rotella tanto caro ai maestri del dadaismo - abbracciava le divinità dello schermo, i film, le scritte promozionali, le signorine che prestavano il loro viso alla pubblicità, gli animali da circo, le automobili e gli aeroplani. Mimmo Rotella è stato, prima di tutti, l’unico testimone di una serie di armoniche sovrapposizioni di vita bohémien vissuta tra l’Italia e Kansas City, arricchita dai vezzi e dai capricci vistosissimi dell’artista. Scrisse di lui Marina Ripa di Meana: «Spesso gli cedevo il mio appartamento che trasformava in un bordello. Ogni notte bongo-parties e recital di poesia epistaltica. Rotella era tirchio, tirchissimo, mi aspettavo in cambio mi regalasse uno dei suoi famosi manifesti, ma mai nulla. Quando finalmente mi regalò un quadro, se lo fece pagare da un collezionista milanese, mio grande ammiratore». La rivoluzione Rotella fu soprattutto nell’ironica chiave di lettura di una società consumistica che sapeva consacrare l’inesauribile filosofia del riciclaggio. Opere autentiche, dalla semplicità indiscussa che a distanza di anni accelerano l’emozione e rallentano la contemplazione. Domenico Marcella DA SOLDATO A MAESTRO Mimmo Rotella nasce a Catanzaro il 7 ottobre 1918. Conclusa la scuola media si sposta a Napoli nel 1933 per intraprendere gli studi artistici, ma ottenuto un impiego al ministero delle Poste e telecomunicazioni, nel 1941 si trasferisce a Roma. Poco dopo viene chiamato alle armi. Nel ‘44 lascia l’esercito ed ottiene il diploma al liceo artistico di Napoli. Tra il 1944 e il 1945 insegna Disegno a Catanzaro. Nel 1945 è nuovamente a Roma e, dopo gli inizi figurativi e le prime sperimentazioni, inizia a dipingere quadri neo-geometrici. Nel 1949 si dedica ad esperimenti di poesia fonetica, che denomina epistaltica. Ormai convinto che non ci sia più niente da fare di nuovo nell’arte, ha improvvisamente quella Pubblicato dall’Ufficio Stampa – Università Mediterranea che egli definisce “illuminazione Zen”: la scoperta del manifesto pubblicitario come espressione artistica della città. Così nasce il décollage: incolla sulla tela pezzi di manifesti strappati per strada, adottando il collage dei cubisti e contaminandolo con la matrice dadaista del ready made. Nel 1955, a Roma, nella mostra “Esposizione d’arte attuale”, espone per la prima volta il manifesto lacerato. Nel 2000 viene costituita, per volontà dell’artista, una fondazione a lui dedicata: la Fondazione Mimmo Rotella, con l’obiettivo di raccogliere le opere e le documentazioni catalogate della vita artistica del maestro. Muore a Milano l’8 gennaio 2006. do. ma.