48 Milano cultura il Giornale 쐌 Domenica 3 giugno 2007 «Vivo a Roma per mio figlio, ma la mia casa resta in piazza Vetra» CHI È Al debutto aveva diciannove anni Attrice di teatro, cinema e televisione, Ivana Monti nasce a Milano il 20 febbraio 1947.DebuttaconunapiccolapartealPiccoloTeatroa19annigrazieaGiorgioStrehler e dopo l'Accademia, affronta con lui il Re Lear. Ha lavorato negli anni Settanta con Eduardo De Filippo, Dario Fo e Franca Rame, con Walter Chiari, negli anni Ottanta con Rossella Falk con Applause e dal 1986 in ditta per dieci anni con Andrea Giordana, con un repertorio brillante. Dal 1996 è impegnata nel teatro contemporaneo e ha appena terminato una serie di spettacoli basati su personaggi storici «riscoperti». In questa stagione teatrale ha portatoinscenailcampioned'incassiIndovinachiviene a cena,conGianfrancoD'Angelo, e Le cose sottili nell'aria, diretta da André Ruth Shammah. Stefania Vitulli uando nel 1966 Giorgio Strehler la vuole per interpretare Maddalena ne I giganti della montagna di Pirandello, Ivana Monti ci riflette. Poi al maestro dice un bel no. Perché quella ragazzina che fa scuola di mimo è già un tipo deciso e siccome deve fare la maturità, non può perdere la concentrazione. Strehler fa tanti altri provini. Ma alla fine s'impunta e ordina: «Deve venire l'Ivana». E allora l'Ivana va. E l'incontro diventa uno dei ricordi più nitidi della sua vita teatrale: «Io non lo avevo mai visto e me lo immaginavo come Orson Welles: un gigante, un Falstaff corpulento, da fiaba. Invece entro al Lirico e vedo due figurine magre magre, una vestita color vinaccia e l'altra tutta di nero. Lei era Nuccia Fumo, lui era Strehler. Mi sembrò uno gnomo, una cosa delicata, fragile, con quei capelli turchini: “Ciao, Maddalena”, mi disse». Ivana Monti ama parlare dell' oggi, sentirsi immersa in un teatro della contemporaneità, secondo la promessa che fece al marito Andrea Barbato, scomparso undici anni fa, di essere testimone responsabile del suo tempo. Ma poi non può fare a meno di ripetere, come in un mantra protettivo, che «viene dal Piccolo» e che ha anche conosciuto il primo abbonato, il signor Luciano Bossa. Ma cos'aveva quel Piccolo Teatro di così magico? «Prima di tutto i milanesi. Erano i cittadini a fare il teatro, consapevoli di partecipare a una storia. Poi Strehler, che ci diceva: Voi siete attori, ma non interpretate voi stessi, bensì l'umanità, in tutti i suoi orrori e speranze. Poi Paolo Grassi e Nina Vinchi, che ci hanno spinto ad uscire dal teatro e a portarlo ad Affori, in piazza Cuoco col tendone. A portare la cultura in giro, alla gente, dal centro alla periferia. Il Piccolo Teatro era il cervel- Q Ivana Monti, sposata con Andrea Barbato, scomparso 11 anni fa, conobbe Strehler nel 1966, quando dopo un provino, lui la volle per la parte di Maddalena IVANA MONTI Testimone del mio tempo L’attrice milanese di nascita ha mosso i primi passi in teatro con Strehler: oggi sogna un grande spettacolo sulla sua città lo, il significato di una comunità». E oggi chi è il cervello e il cuore del teatro, a Milano? «Quelli erano spiriti magici, che venivano dalla guerra, che hanno inventato la vita dopo la morte. Oggi ci sono persone che cercano di tenere vivo quell'insegnamento. Una è André Ruth Shammah. Eravamo compagne in Accademia, l'ho reincontrata nel 1999 e professionalmente non ci siamo più lasciate. In questi anni mi ha insegnato una cosa grande: l'importanza della quoti- DONNE DI MILANO dianità. Dire cose fondanti come se si stesse bevendo un caffè». Però il caffè a Milano ormai lo prende solo per lavoro… «Dopo la morte di Andrea sono stata costretta a prendere la residenza romana, per curare mio figlio. Prima non mi sarebbe mai venuto in mente di farlo e questo ‘ la dice lunga sul mio legame inscindibile con Milano. I romani, però, rispetto a noi, sentono di più il senso di appartenenza, di un destino comune di cittadini. Una specie di abbraccio» Ma lei si sente abbracciata solo da Milano. «La mia famiglia di origine è qui, , Il Piccolo era magico, negli anni Sessanta era il cervello e il cuore della cultura milanese. Oggi ci sono persone che continuano quella tradizione: una è Ruth Shammah la mia casa in piazza Vetra è il luogo che desidero rivedere, insieme alla mia periferia sironiana di piazzale Corvetto, il luogo del mio orgoglio e dell'amor proprio». E da vent'anni si porta nel cuore uno spettacolo sulla città. «Da realizzare al Franco Parenti, con grandi attori milanesi. Spero sarà pronto nel 2008». L'ultimo ruolo in cui la Shammah l'ha diretta è una madre. Ci ha messo una parte di sé? «La madre de “Le cose sottile nell'aria” incarna le fatiche di una vita. Ormai mio figlio Tommaso ha diciotto anni, scrive, ha fatto un corso di regia, mi ha aiutato con qualche messa in scena. Ma la mia maternità è stata un massacro: non è vero che con i figli non conta la quantità, ma la qualità del tempo. Bisogna che le madri possano esserci di più. Che nessuno si vanti di essere il NUOVI REALISMI MUSEO A CIELO APERTO Il grande alchimista a Milano 2 Luciana Baldrighi n collaborazione con la Fondazione Mimmo Rotella, la nuova Galleria d’Arte Emmedue, apre con una personale completa dedicata all’autore di spicco del «Nouveau Realisme», Movimento al quale è attualmente dedicata un’importante esposizione al Grand Palais di Parigi. L’artista nato a Catanzaro nel 2005 e scomparso a Milano l’anno scorso è oggi considerato uno degli autori italiani più importanti internazionali. Nella mostra dal titolo «Il grande alchimista» che durerà fino al 23 giugno (aperta dal martedì al sabato e domenica chiuso), raccoglie «décollages» degli anni ’50, per la maggior parte senza titolo, come era abitudine dell’autore, soggetti sempre degli anni Cinquanta tratti dal mondo del cinema con immagini e manife- I motore della famiglia: sono le madri che si sfiancano. E meritano diritti, non beneficenza». Il ruolo di madre le è toccato anche in due fiction. Ha sentito la differenza con il teatro? «La madre di Distretto di polizia, che ho accettato perché c'era Isabella Ferrari, straordinario campione di antiretorica, mi ricordava la mia difficile vita di vedova. Quella di Incantesimo, un po' pazzoide, l'ho fatta solo perché la prima frase del copione faceva presagire un'anti-madre, visto che lei rifiutava alla figlia incredibile! - di accompagnare la nipotina a scuola. La differenza nei ruoli si sente eccome, eppure mi creda, anche le fiction hanno qualcosa da insegnare: senza aver fatto Incantesimo non avrei mai potuto “governare” il ruolo di quest'ultimo spettacolo». In cui recupera un forte accento milanese. «Per una milanese non c'è niente di più bello che parlare con la cadenza della propria infanzia. Scatta il confronto sentimentale con quello che allora ti immaginavi avresti fatto. E ti ritrovi lì con te bambina, sul palcoscenico con il tuo quartiere». Apre una nuova galleria con un’antologica dedicata a Mimmo Rotella, scomparso un anno fa sti di Marilyn e della Loren fino agli esempi più eclatanti di Blank e Artypo. Non manca il ciclo dedicato alla Tauromachia dei manifesti spagnoli d’epoca ai décollage con sovrapittura. L’antologica si propone inoltre di cristallizzare gli elementi chiave di una cultura e di una società in perenne trasformazione, analizzando e intervenendo sugli elementi più trash della nostra quotidianità dai manifesti pubblicitari a ogni forma di comunicazione. La mostra è accompagnata da un catalogo a colori che riporta fotografie di Rotella al lavoro, suoi scritti, testi critici e immagini dei suoi capolavori, nonché una biografia ricca di immagini di Mimmo Rotella in compagnia di importanti personaggi del mondo della cultuta, dell’imprenditoria e della politica. Scriveva Rotella: «Quando ero bambino i miei compagni di scuola mi guardavano sorpresi perché ero La mostra allestita alla Nuova Galleria d’arte Emmedue resterà aperta fino al 23 giugno sempre pensieroso e distratto. Disegnavo spesso ed ero concentrato su ciò che stavo facendo. Tempo fa ho riflettuto molto su tutto ciò. Ho pensato che quel fatto di meditazione e di concentrazione mi ha portato alla creatività. In genere l’intuizione arriva se si è «“puri di spirito”... un fenomeno quasi miracoloso. Si dice che Leonardo da Vinci dopo aver raggiunto la “super illuminazione” parlasse con Dio». Per poi aggiungere che un famoso filosofo cinese di cultura Zen diceva spesso che i pittori, i musicisti e i poeti sono come i funghi, solo uno su dieci è buono. È stato Pierre Restany a inventare il neologismo «rotellizzare» e «rotellizzazione». Il critico francese più importante è stato il più lungimirante e il vero anticipatore dell’arte di Rotella che ha seguito con passione a partire dal 1958. Il suo lavoro lo definiva «un processo perenne di modernità» basato su un formulario espressivo autoreferenziale. Il suo sguardo sensibile e attento coglieva immagini e segni che partivano dall’inconscio come diceva Lacan; un palinsesto dei messaggi delle informazioni che la cultura urbana si scambia in continuazione. Una scelta decisamente d’avanguardia definiva Restany e Martina Corniati che ha curato il catalogo, del tutto inusuale in Italia e prossima alle performances letterarie e di poesia fonetica di area tedesca, mitteleuropea che ricordano tanto il «rumorismo futurista» del quale Rotella aveva colto il valore quando in Italia del Futurismo compromesso con Mussolini non ne parlava nessuno. Visuali, sogni, luci e linguaggi del Novecento con Mimmo Rotella hanno preso vita. Accanto a lui in particolare anche Burri con la densità della «materia pulsionale». Il grande alchimista Galleria d’Arte Emmedue, sito Residenza Botteghe 16, Milano 2. Aperta dal martedì al sabato Alla scoperta del Monumentale 쎲 Si terrà oggi la quarta giornata dedicata ai «Musei a cielo aperto» al cimitero Monumentale. «Questo luogo - ha detto l’assessore Stefano Pillitteri - è il secondo monumento di Milano più visitato dai turisti. All’interno sono conservate vere e proprie opere d’arte. È un luogo che coniuga cultura, arte e storia. Lo scopo dell’iniziativa è quello di avvicinare i milanesi a questo grande tesoro». «Per oggi - ha spiegato Pillitteri - abbiamo organizzato varie iniziative. Ci saranno letture teatrali ricollegate a personaggi storici e visite guidate gratuite. Si esibiranno inoltre tre cori: il Coro dei Ragazzi della Città di Milano, il Coro da Camera e Consort delle Muse e il Coro dei Civici Corsi di Jazz. La giornata si concluderà con uno spettacolo di danzatori su trampoli». «Molti saranno anche i momenti dedicati ai bambini - ha concluso l’assessore Pillitteri -; in uno di questi, verrà proposto di ricostruire un puzzle che ritrae il volto di Arturo Toscanini». La manifestazione è promossa dall’assessorato ai Servizi Civici e dal Cimitero Monumentale, in collaborazione con Asce (Association of Significant Cemeteries in Europe). L’iniziativa, che ha ottenuto il patrocinio del ministero per i Beni e le Attività Culturali e della Commissione Europea, è curata dalla Fondazione Scuole Civiche di Milano.