PARTE SECONDA: ANALISI DEI DATI
216
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
217
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
CAPITOLO IV: ANALISI DELLA GESTIONE FAUNISTICO-VENATORIA
ATTUALE
1. Pressione venatoria
I cacciatori iscritti all’anagrafe venatoria regionale per l’anno 2007 sono 30.795, a cui vanno
aggiunti 4.754 “foranei”, cioè cacciatori ammessi ma residenti fuori regione, che portano ad un
totale di 35.549 cacciatori potenziali in Piemonte, anche se le ammissioni effettive all’esercizio
venatorio non rappresentano la totalità degli iscritti.
Se si confrontano i dati con i cacciatori ammessi nelle ultime sette stagioni venatorie si può
osservare un trend in leggera ma costante diminuzione.
Come è evidenziato dalla Fig. 1, le persone in possesso di tesserino venatorio in Regione hanno
subito un calo costante fra l’1% ed il 2% annuo, tale da ridursi in 7 anni di oltre il 10%, per un totale
di circa 4.000 cacciatori in meno rispetto all’anno 2000 per quanto riguarda i residenti in Piemonte.
Se si esamina la diminuizione su base provinciale (Fig. 2), si può osservare in tutte le province una
tendenza ad una diminuzione variabile compresa fra il 2% (Alessandria) e il 7% (Cuneo), con la
sola eccezione delle Province di Torino e di Biella, in cui la riduzione si attesta intorno al 25%, e
dei cacciatori ammessi nell’Astigiano che sono rimasti stabili.
In aumento è invece la presenza in Piemonte di soggetti provenienti da fuori regione,
sostanzialmente dalla Lombardia e dalla Liguria (+12% in 7 anni).
45000
40000
numero cacciatori
35000
30000
residenti
25000
foranei
20000
totale Regione
15000
10000
5000
0
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
stagioni venatorie
Fig. 1: Numero di cacciatori in Piemonte in riferimento a 7 stagioni venatorie.
I dati regionali confermano la tendenza nazionale che ha visto una costante e progressiva
diminuzione del numero dei cacciatori in tutta Italia.
Se il trend medio regionale si attesta sul 2% annuo, considerando anche l’età anagrafica media dei
cacciatori, evidenziata nelle Fig. 3 e 4, che non indica un ricambio generazionale, nel medio
periodo si prevede una probabile contrazione del numero dei cacciatori in Piemonte.
218
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
10000
AL
numero cacciatori
8000
AT
BI
6000
CN
NO
TO
4000
VB
VC
2000
0
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
stagioni venatorie
Fig. 2: Numero di cacciatori suddivisi per province in riferimento a 7stagioni venatorie.
100%
90%
80%
classi di
età
70%
> 70
60%
61-70
50%
40%
51-60
30%
41-50
20%
10%
< 30
0%
regionali
foranei
totale
Fig. 3: Cacciatori in Piemonte suddivisi per classi di età.
Le fasce di età più elevate sono infatti quelle che contano il numero maggiore di cacciatori, con i
valori più alti (26 e 27%) per le fasce di età 51-60 anni e 61-70 anni. Se si addiziona a queste due
classi anche la classe > 70 anni si può osservare come il 66% di tutti i cacciatori regionali sia
rappresentato da persone che hanno più di 50 anni.
219
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
12.000
10.000
numero di cacciatori (anno 2003)
51-60 anni
61-70 anni
8.000
41-50 anni
6.000
classi di età
> 70 anni
4.000
31-40 anni
2.000
<30 anni
0
Fig. 4: Cacciatori in Piemonte suddivisi per classi di età.
Tab. 1: Rapporto cacciatori/popolazione in Piemonte (anno 2002).
Provincia
AL
AT
BI
CN
NO
TO
VCO
VC
TOTALE
numero
abitanti
418.231
208.339
187.249
556.33
343.04
2.165.619
159.04
176.829
4.214.677
numero
% cacciatori
cacciatori
su abitanti
7.125
1,70
2.036
0,98
1.234
0,66
5.608
1,01
2.671
0,78
9.303
0,43
1.439
0,90
1.754
0,99
31.167
0,74
220
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Tab. 2: Cacciatori ammessi per A.T.C. e C.A. in Piemonte (anno 2002). Il numero di cacciatori totale non
corrisponde a quello delle tabelle precedenti perché alcuni cacciatori sono ammessi in più di un ATC o CA.
ATC/CA
ATCAL1
ATCAL2
ATCAL3
ATCAL4
ATCAT1
ATCAT2
ATCBI1
ATCCN1
ATCCN2
ATCCN3
ATCCN4
ATCCN5
ATCNO1
ATCNO2
ATCTO1
ATCTO2
ATCTO3
ATCTO4
ATCTO5
ATCVC1
ATCVC2
CABI1
CACN1
CACN2
CACN3
CACN4
CACN5
CACN6
CACN7
CATO1
CATO2
CATO3
CATO4
CATO5
CAVC1
CAVCO1
CAVCO2
CAVCO3
TOTALE
totale
residenti
DENOMINAZIONE
VAL CERRINA E CASALESE
PIANURA ALESSANDRINA
VAL CURONE, BORBERA E GRUE
OVADESE E ACQUESE
NORD TANARO
SUD TANARO
PIANURA E COLLINA BIELLESE
CUNEO-FOSSANO
SAVIGLIANO
ROERO
ALBA-DOGLIANI
CORTEMILIA
TICINO
SESIA
ZONA EPOREDIESE
ZONA BASSO CANAVESE
ZONA PINEROLESE
ZONA CARMAGNOLA-POIRINO
COLLINA TORINESE
PIANURA VERCELLESE NORD
PIANURA VERCELLESE SUD
ALTE VALLI BIELLESI
VALLE PO
VALLE VARAITA
VALLI MAIRA E GRANA
VALLE STURA
VALLI GESSO, VERMENAGNA E PESIO
VALLI MONREGALESI
ALTA VALLE TANARO
VALLE PELLICE, CHISONE E GERMANASCA
ALTA VALLE SUSA
BASSA VALLE SUSA E VAL SANGONE
VALLI LANZO, CERONDA E CASTERNONE
VALLI ORCO, SOANA E CHIUSELLA
VALLE DEL SESIA
VERBANIA-CUSIO
OSSOLA NORD
OSSOLA SUD
1.29
2.498
1.919
2.184
1.55
1.101
968
768
569
773
686
710
1.617
1.28
1.411
1.3
1.289
514
761
958
700
307
350
386
544
383
321
526
276
855
774
686
520
541
540
493
521
401
33.27
totale
foranei
213
164
188
319
296
252
164
337
133
131
124
191
191
202
218
38
15
7
21
184
206
8
18
22
52
34
26
26
26
8
0
0
13
17
48
27
36
34
3.989
221
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
cacciatori
totale
prelievo
cacciatori selettivo
ungulati
1.503
2.662
2.107
111
2.503
292
1.846
1.353
39
1.132
72
1.105
702
904
810
25
901
81
1.808
1.482
73
1.629
1.338
1.304
53
521
782
1.142
906
315
239
368
99
408
222
596
208
417
280
347
98
552
99
302
60
863
759
774
704
686
400
533
291
558
151
588
542
520
329
557
392
435
546
37.259
6.165
2. Analisi dei prelievi
2.1. Tipica fauna alpina
Introduzione
In questo capitolo sono presentati i risultati dei prelievi delle specie di tipica fauna alpina realizzati
in Piemonte dal 1996. A questo gruppo sistematicamente eterogeneo appartengono i galliformi
alpini (tetraonidi: fagiano di monte e pernice bianca; fasianidi: coturnice) e la lepre variabile. E’
fornito un quadro di sintesi per ciascuna delle specie, con alcuni confronti tra Province e settori
dell’arco alpino. Ove possibile, si è cercato di evidenziare gli effetti degli strumenti gestionali
adottati (piano di prelievo, numero di giornate di caccia, verifica dell’andamento degli abbattimenti),
al fine di trarne utili indicazioni per una gestione più oculata. Il prelievo di tipica fauna alpina in
Piemonte avviene secondo le disposizioni della Legge Regionale 70/96, articoli 44 (Specie
cacciabili e periodi di attività venatoria) e 45 (Calendario venatorio). Fagiano di monte, pernice
bianca, coturnice e lepre variabile possono essere prelevati dal 1° ottobre al 30 novembre, il
mercoledì e la domenica, in base a piani numerici predisposti dai Comitati di Gestione dei
Comprensori Alpini (CA) e approvati dalla Giunta regionale. Dal 1997, per maggiore tutela della
coturnice, la chiusura della stagione, solo per questa specie, è anticipata all’ultimo giorno utile del
mese di ottobre. Sempre dal 1997, per maggiore tutela di tutta la tipica fauna alpina, lo sviluppo dei
piani è verificato dopo alcune giornate di caccia, il cui numero è stabilito ogni anno. In base a
questo provvedimento, qualora il numero di capi consegnato ai centri di controllo sia pari o
inferiore alla metà dei capi assegnati, si deve procedere alla chiusura della caccia alla specie
interessata. Tale provvedimento si fonda sulla convinzione che buona parte del piano sia
realizzata nelle prime giornate, quando è massima la pressione venatoria dopo lunghi mesi di
inattività ed è più facile contattare gli animali, soprattutto i giovani. Se i capi consegnati sono meno
della metà si può ipotizzare che la consistenza sia molto bassa ed è più prudente procedere alla
sospensione del prelievo. Tutti i cacciatori nei CA possono prelevare al massimo 4 capi annuali,
con il limite di due per coturnice e pernice bianca ed uno per fagiano di monte e lepre variabile. Nel
2004 sono state redatte e approvate le Linee Guida per la gestione che forniscono le indicazioni
per l’esecuzione dei censimenti e per la predisposizione dei piani di prelievo.
Materiali e metodi
Risultati dei piani di prelievo
I risultati dei piani di prelievo sono stati ricavati dalle relazioni annuali presentate dai coordinatori
faunistici regionali e dai dati inseriti dai Comprensori Alpini nella Banca Dati faunistica regionale.
Per le analisi i Comprensori Alpini sono stati raggruppati in cinque macro-aree climaticamente
omogenee: valli Pellice, Chisone e Susa (TO1-TO2-TO3), valli di Lanzo, Orco, Soana e Chiusella
(TO4-TO5), valli Stura, Grana, Maira e Varaita (CN1-2-3-4), Alpi Marittime (CN5-6-7), Vercellese,
Biellese e Verbano-Cusio-Ossola (BI-VC-VCO1-2-3).
Pressione venatoria
A partire dal 2004, i Comitati di gestione hanno predisposto specifici tagliandi di uscita da
consegnare ai cacciatori che esercitano il prelievo dei galliformi alpini e della lepre variabile,
secondo quanto stabilito dalle D.G.R. di approvazione dei piani numerici di prelievo. I dati che
vengono presentati sono stati forniti dai singoli CA, che al termine della stagione venatoria hanno
comunicato all’Osservatorio regionale sulla fauna selvatica il numero di tagliandi imbucati per ogni
giornata di caccia.
L’analisi dei tagliandi consente di calcolare la pressione venatoria giornata per giornata e sul
territorio di ciascun CA e rappresenta quindi uno strumento gestionale estremamente importante.
222
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
Risultati e discussione
Fagiano di monte
Per il fagiano di monte è consentito il prelievo soltanto dei maschi. Negli 11 anni compresi tra il
1996 ed il 2006 sono stati assegnati complessivamente 6037 fagiani di monte, mediamente 549
capi annuali (Tabella 1).
Tab. 1: Fagiani di monte assegnati e abbattuti in Piemonte nel periodo 1996-2006. AS=assegnati,
AB=abbattuti, % = percentuale di completamento del piano di prelievo.
Anno
BI-VC-VCO
TO 1-2-3
TO 4-5
CN 1-2-3-4
CN 5-6-7
TOT
AS
AB
%
AS
AB
%
AS
AB
%
AS
AB
%
AS
AB
%
AS
AB
%
1996
631
97
15,4
115
64
55,7
80
50
62,5
130
76
58,5
75
37
49,3
1031 324
31,4
1997
150
103
68,7
82
55
67,1
62
50
80,6
135
98
72,6
70
44
62,9
499
350
70,1
1998
176
153
86,9
90
82
91,1
72
58
80,6
155
87
56,1
62
58
93,5
555
438
78,9
1999
182
114
62,6
91
50
54,9
78
48
61,5
132
63
47,7
62
40
64,5
545
315
57,8
2000
162
133
82,1
97
73
75,3
78
39
50,0
96
78
81,3
65
49
75,4
498
372
74,7
2001
158
151
95,6
99
92
92,9
76
57
75,0
112
72
64,3
70
51
72,9
515
423
82,1
2002
127
118
92,9
103
84
81,6
66
52
78,8
100
79
79,0
60
55
91,7
456
388
85,1
2003
174
148
85,1
101
73
72,3
64
56
87,5
103
94
91,3
65
44
67,7
507
415
81,9
2004
160
162
101
99
87
87,9
68
64
94,1
106
103
97,2
57
52
91,2
490
468
95,5
2005
179
156
87,2
112
93
83,0
68
54
79,4
116
101
87,1
63
56
88,9
538
460
85,5
2006
134
129
96,3
71
68
95,8
56
52
92,9
87
87
100
55
52
94,5
403
388
96,3
TOT
2233 1464 65,6
1060 821
77,5
768
580
75,5
1272 938
73,7
704
538
76,4
6037 4341 71,9
I piani assegnati ogni anno sono risultati del tutto confrontabili, con l’unica eccezione rappresentata
dal 1996, primo anno di applicazione della legge regionale.
Annualmente, i capi assegnati sono stati abbattuti in percentuali comprese tra il 31% nel 1996 e il
96% nel 2006. Se non si considera il 1996, le percentuali medie di realizzazione sono state
dell’80% nei CA TO1-2-3 e CN5-6-7, del 78% nei CA CN1-2-3-4 e TO 4-5 e dell’86% nei CA BI1,
VC1, VCO1-2-3.
Nelle province di CN e TO è stato abbattuto oltre il 60% dei 4341 capi prelevati (34% e 32%
rispettivamente), il 34% nelle province di BI, VC e VCO (Fig. 1). I prelievi sono stati realizzati su
tutto l’arco alpino piemontese, fatta eccezione per alcuni comuni con caratteristiche ambientali non
idonee oppure ricadenti in aree protette (Fig. 2).
BI-VC-VCO
34%
CN 1-2-3-4
22%
CN 5-6-7
12%
TO 4-5
13%
TO 1-2-3
19%
Fig. 1: Percentuale del totale di fagiani di monte abbattuti nelle cinque macro-aree (dati cumulati del periodo
1996-2006).
223
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
Fig. 2: Numero medio annuo di abbattimenti di fagiano di monte per comune nel periodo 2000-2006.
224
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
Struttura di popolazione e tendenza
La tendenza del numero di capi abbattuti negli anni non è risultata statisticamente significativa, né
a livello regionale né nell’ambito delle singole province, come si può osservare dalle Figg. 3-8. Si
rileva però un netto miglioramento nella percentuale di completamento del piano di prelievo (fig. 3).
In particolare, confrontando la percentuale di capi prelevati su quelli assegnati nel periodo 20022006 con quella del periodo 1997-2001, emerge una differenza significativa (Mann-Whitney test
U=111,00; p<0,01).
600
500
400
300
200
100
0
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
TO1-2-3
TO4-5
CN1-2-3-4
BI-VC-VCO
ASSEGNATI
TOT ABBATTUTI
2005
2006
CN5-6-7
Fig. 3: Fagiani di monte assegnati e abbattuti in Piemonte nel periodo 1997-2006. E’ rappresentato il totale
regionale e la ripartizione dei capi abbattuti nelle cinque macro-aree.
120
.
CA TO1-2-3
100
80
60
40
20
0
1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006
ASSEGNATI
ABBATTUTI
Fig. 4: Fagiani di monte assegnati e abbattuti nei CA TO1-2-3 nel periodo 1997-2006.
90
CA TO4-5
80
70
60
50
40
30
20
10
0
1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006
ASSEGNATI
ABBATTUTI
Fig. 5: Fagiani di monte assegnati e abbattuti nei CA TO4 e TO5 nel periodo 1997-2006.
225
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
180
CA CN1-2-3-4
160
140
120
100
80
60
40
20
0
1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006
ASSEGNATI
ABBATTUTI
Fig. 6: Fagiani di monte assegnati e abbattuti nei CA CN1-2-3-4 nel periodo 1997-2006.
CA CN5-6-7
80
70
60
50
40
30
20
10
0
1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006
ASSEGNATI
ABBATTUTI
Fig. 7: Fagiani di monte assegnati e abbattuti nei CA CN5-6-7 nel periodo1997-2006.
200
BI-VC-VCO
180
160
140
120
100
80
60
40
20
0
1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006
ASSEGNATI
ABBATTUTI
Fig. 8. Fagiani di monte assegnati e abbattuti nei CA BI1, VC1 e VCO1-2-3 nel periodo 1997-2006.
La percentuale di giovani nel carniere si aggira intorno al 50%, con valori minimi del 45% nel 1999
e massimi del 59% nel 1998 e nel 2003 (Tab. 2). Le differenze tra i valori medi annuali non sono
risultate significative né a livello regionale, né nelle cinque zone in cui è stato suddiviso l’arco
alpino.
Nelle figure 9-13 è confrontato l’andamento del successo riproduttivo e della frazione dei giovani
nel carniere nelle cinque macro-aree. I valori non sono direttamente confrontabili, perché il
successo riproduttivo viene espresso come totale di giovani (maschi+femmine) sul totale di
femmine osservate, mentre il rapporto giovani/adulti nel carniere è riferito soltanto ai maschi
(maschi giovani/ maschi adulti). I due parametri sembrano avere andamenti correlati negli anni,
226
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
anche se in alcuni casi il rapporto tra giovani ed adulti nel carniere è più basso di quanto ci si
potrebbe attendere in base al successo riproduttivo desunto dai censimenti.
Tab. 2: Numero di giovani (J) e di adulti (A) e % di giovani sul totale dei fagiani di monte abbattuti in
Piemonte nel periodo 1998-2006.
BI-VC-VCO
TO 1-2-3
TO 4-5
CN 1-2-3-4
CN 5-6-7
TOT
J
A
%J
J
A
%J
J
A
%J
J
A
%J
J
A
%J
J
A
%J
1998
90
62
59,2
44
38
53,7
41
17
70,7
53
34
60,9
28
30
48,3
256
181
58,6
1999
60
54
52,6
21
29
42,0
21
27
43,8
25
38
39,7
16
24
40,0
143
172
45,4
2000
67
66
50,4
29
44
39,7
15
24
38,5
36
42
46,2
26
23
53,1
173
199
46,5
2001
74
77
49,0
48
44
52,2
34
23
59,6
32
40
44,4
29
22
56,9
217
206
51,3
2002
70
48
59,3
39
45
46,4
30
22
57,7
36
43
45,6
28
27
50,9
203
185
52,3
2003
85
63
57,4
35
38
47,9
38
18
67,9
60
34
63,8
27
17
61,4
245
170
59,0
2004
71
91
43,8
40
47
46,0
26
38
40,6
53
50
51,5
29
23
55,8
219
249
46,8
2005
85
71
54,5
41
52
44,1
26
28
48,1
51
50
50,5
23
33
41,1
226
234
49,1
2006
60
69
46,5
33
35
48,5
21
31
40,4
44
43
50,6
24
28
46,2
182
206
46,9
TOT
662
601
52,4
330
372
47,0
252
228
52,5
390
374
51,0
230
227
50,3
1864 1802 50,8
CA TO1-2-3
4,0
4,0
3,0
3,0
2,0
2,0
1,0
1,0
0,0
0,0
1998
1999
2000
2001 2002
J/F CENS
2003
2004 2005
MJ/MA ABB
2006
Fig. 9: Rapporto giovani/femmine desunto dai censimenti (J/F CENS) e rapporto maschi giovani/maschi
adulti nel carniere (MJ/MA ABB) nei CA TO1-2-3.
CA TO4-5
4,0
4,0
3,0
3,0
2,0
2,0
1,0
1,0
0,0
0,0
2000
2001
2002
2003
J/F CENS
2004
2005
2006
MJ/MA ABB
Fig. 10: Rapporto giovani/femmine desunto dai censimenti (J/F CENS) e rapporto maschi giovani/maschi
adulti nel carniere (MJ/MA ABB) nei CA TO4-5.
227
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
CA CN1-2-3-4
4,0
4,0
3,0
3,0
2,0
2,0
1,0
1,0
0,0
0,0
1998
1999
2000
2001
2002
2003
J/F CENS
2004
2005
2006
MJ/MA ABB
Fig. 11: Rapporto giovani/femmine desunto dai censimenti (J/F CENS) e rapporto maschi giovani/maschi
adulti nel carniere (MJ/MA ABB) nei CA CN1-2-3-4.
4,0
4,0
CA CN5-6-7
3,0
3,0
2,0
2,0
1,0
1,0
0,0
0,0
1998
1999
2000
2001
2002
J/F CENS
2003
2004
2005
2006
MJ/MA ABB
Fig. 12: Rapporto giovani/femmine desunto dai censimenti (J/F CENS) e rapporto maschi giovani/maschi
adulti nel carniere (MJ/MA ABB) nei CA CN5-6-7.
CA BI1, VC1, VCO1-2-3
4,0
4,0
3,0
3,0
2,0
2,0
1,0
1,0
0,0
0,0
1998
1999
2000
2001
2002
J/F CENS
2003
2004
2005
2006
MJ/MA ABB
Fig. 13: Rapporto giovani/femmine desunto dai censimenti (J/F CENS) e rapporto maschi giovani/maschi
adulti nel carniere (MJ/MA ABB) nei CA BI1, VC1, VCO1-2-3.
Intensità e caratteristiche del prelievo
Il numero medio annuo di giornate di caccia, dalla data di apertura alla data di chiusura, è
compreso tra 15 nel 1997 e 8 nel 2006 (Tab. 3) (si ricordi che il numero totale di giornate di caccia
utilizzabili, da calendario, è pari a 17 o 18 nei diversi anni).
228
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
In Tab. 3 sono indicate il numero di giornate per ogni CA. Un numero di giornate inferiore al totale
utilizzabile (17 o 18 a seconda degli anni) può indicare la chiusura anticipata della caccia per il
completamento del piano di prelievo oppure il mancato raggiungimento della soglia di salvaguardia
del 50% alla giornata della verifica.
La Fig. 14 riassume per ogni stagione venatoria il numero di chiusure anticipate per
completamento del piano di prelievo e per mancato raggiungimento della soglia di salvaguardia.
Dall’analisi della figura è evidente come negli anni sia aumentato il numero di CA che completano
gli abbattimenti e parallelamente sia diminuito il numero di chiusure per mancato raggiungimento
del 50% del piano.
Tab. 3: Numero di giornate di caccia (dalla data di apertura alla data di chiusura) per ogni CA nel periodo
1997-2006. Sono riportati anche il numero totale di giornate previste dal calendario e la giornata della
verifica. Con un asterisco sono indicate le chiusure anticipate per mancato raggiungimento della soglia del
50%.
Anno
VCO
BI1 VC1
CN
TO
media
totale
verifica
giorn.
1
2
3
1
2
3
4
5
6
7
1
2
3
4
5
8*
8
18
18
18
18
18
18
6
18
18
2
18
18
18
15
18
8
15
10
6
7
1997
8*
18
1998
11
17
17
17
17
17
17
17
1999
17 11 *
7*
17
17
13 * 8 *
17
9 * 12 * 10 * 15 *
2000
18
18
14 * 12
9
13 * 18
18
18
18 13 *
2001
11
17
7
10
9
8*
17
17
17
17
2002
17
17
6
3
4
14
9*
17
17
13
2003
9*
14
10
6
6
9
2
18
7
9*
18
4
18
9
18
11
18
9
2004
9
13
9
5
11
6
3
9
17
17
6
5
17
6
11
7
11
10
17
9
2005
6
7*
8
7
8
18
5
8
7*
18
8
13
18
10
10
6
18
10
18
7
2006
9
7
3
5
6
12
4
8
4
14
8
6
12
7
11
6
16
8
16
7
Media
12
14
9
9
11
13
10
15
13
15
8
12
15
5
13
12
16
12
17
4
17
17
17
14
17
8
10 *
3
6*
17
17
12
17
6
9
18
7
18
18 10 *
15
18
10
7*
17
11
4
8*
7*
17
12
17
6
7
17
11
5
9*
17
17
12
17
8
16 * 7 *
16
14
12
10
8
6
4
2
0
1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006
chiusura anticipata (piano completato)
chiusura anticipata (piano non completato)
tutte le giornate
Fig. 14: Numero di comprensori che hanno utilizzato tutte le giornate di caccia (in grigio) e che hanno chiuso
anticipatamente la caccia per completamento del piano di prelievo (in blu) o per mancato raggiungimento
della soglia di salvaguardia del 50% (in rosso) dal 1997 al 2006.
229
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
Sono stati consegnati mediamente 2,3 capi per giornata di caccia (minimo 1,5 nel 2000, massimo
2,9 nel 2004, Tab. 4). Il numero di capi per giornata è più elevato nel mese di ottobre (in media
2,9) e più basso a novembre (in media 0,7). Si osservano inoltre differenze tra le cinque macroaree, con i valori più alti per il Piemonte settentrionale (in media 3,3 capi/giornata) ed i valori più
bassi per le Alpi Marittime (in media 1,5 capi/giornata di caccia). Le differenze dipendono sia dalla
pressione venatoria esercitata sia dal numero di capi prelevabili, che raggiunge il valore più alto
nel Piemonte settentrionale.
Tab. 4: Rapporto tra totale dei capi abbattuti e numero totale di giornate di caccia (somma delle giornate di
caccia di ogni CA) riferito al mese di ottobre (ott), novembre (nov) e all’intera stagione venatoria (totale).
BI-VC-VCO
TO1-2-3
TO4-5
CN1-2-3-4
CN5-6-7
TOT
ott nov tot
ott nov tot
ott nov tot
ott nov tot
ott nov tot
ott nov tot
2000
2,9
0,4
2,1
2,7
0,3
1,7
1,8
0,6
1,4
1,6
0,6
1,2
1,8
0,0
1,2
2,2
0,4
1,5
2001
3,2
3,7
3,2
4,2
1,5
4,0
2,8
1,5
2,4
1,8
0,3
1,2
1,6
0,3
1,1
2,6
0,7
2,1
2002
3,5
0,6
2,5
3,6
1,0
3,4
2,4
0,6
1,5
1,8
0,8
1,4
2,1
0,1
1,5
2,6
0,6
1,9
2003
3,7
0,8
3,3
3,2
0,1
1,8
2,9
0,4
2,1
3,5
0,0
2,6
1,8
0,0
1,4
3,1
0,2
2,3
2004
3,5
2,8
3,4
3,2
1,0
2,6
3,4
4,5
3,6
3,5
1,1
2,9
2,5
0,3
1,9
3,3
1,4
2,9
2005
4,3
-
4,3
3,1
0,8
2,4
3,5
0,2
2,3
3,5
0,0
2,7
2,1
0,1
1,4
3,4
0,3
2,6
2006
4,4
2,5
4,3
2,4
1,9
2,3
2,8
1,7
2,4
3,4
2,0
3,1
2,4
0,6
1,9
3,2
1,6
2,8
Media
3,6
1,8
3,3
3,2
0,9
2,6
2,8
1,4
2,2
2,7
0,7
2,2
2,0
0,2
1,5
2,9
0,7
2,3
Anno
16
3,5
14
3
12
2,5
10
2
8
1,5
6
1
4
2
0,5
0
0
giornate
capi/giornata
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
Fig. 15:. Numero medio di giornate di caccia e numero medio di fagiani di monte abbattuti per giornata di
caccia per Comprensorio Alpino nel periodo 2000-2006.
Complessivamente, a fronte di piani di prelievo sostanzialmente stabili, nel corso degli anni si è
verificata una diminuzione del numero di giornate di caccia ed un parallelo aumento del numero di
capi consegnati per giornata (Fig. 15).
Nelle Figg. 16-18 è presentato il numero di fagiani di monte consegnati al termine di ogni giornata
di caccia. Dopo 3-4 giornate si realizza il 50% dei capi e alla giornata della verifica sono stati
consegnati mediamente l’85% dei fagiani di monte abbattuti. Come già evidenziato nelle tabelle e
figure precedenti, nella maggior parte dei casi la chiusura della caccia avviene prima dell’ultima
giornata utile, e nel mese di novembre vengono abbattuti soltanto il 9% dei capi totali.
230
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
25
25
2001
%
20
20
15
15
V
10
%
2002
10
V
5
5
0
0
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17
ottobre
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 1112 131415 1617
ottobre
novembre
novembre
Fig. 16: Fagiani di monte (%) consegnati per giornata di caccia nel 2001 e nel 2002. Verifiche in data
21/10/01 (giornata n. 6) e 27/10/02 (giornata n. 8).
25
25
2003
%
20
20
15
15
10
10
5
%
2004
V
5
V
0
0
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 1112 1314 15 1617
ottobre
novembre
1 2 3 4 5 6 7 8 9 101112131415161718
ottobre
novembre
Fig. 17: Fagiani di monte (%) consegnati per giornata di caccia nel 2003 e nel 2004. Verifiche in data
29/10/03 (giornata n. 9) e 31/10/04 (giornata n. 9).
25
25
2005
%
20
20
15
15
10
V
10
5
%
2006
V
5
0
0
1 2 3 4 5 6 7 8 9 101112131415161718
ottobre
novembre
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16
ottobre
novembre
Fig. 18: Fagiani di monte (%) consegnati per giornata di caccia nel 2005 e nel 2006. Verifiche in data
23/10/05 (giornata n. 7) e 29/10/06 (giornata n. 7).
231
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
Coturnice
In Piemonte sono state assegnate complessivamente 3884 coturnici tra il 1996 ed il 2006 (Tab. 5).
Il piano medio dei CA è risultato significativamente superiore nel 1996 rispetto agli altri anni,
presumibilmente per la mancanza di dati su cui calibrare i piani di prelievo nel primo anno di
entrata in vigore della L.R. 70/96. Se non si considera il 1996, soltanto il piano del 1997 è risultato
significativamente superiore a quello degli anni seguenti.
La percentuale di realizzazione è aumentata progressivamente negli anni, da circa il 25% nel
1996-1997 al totale completamento dei piani di prelievo nelle ultime quattro stagioni (Tab. 5).
Il 42% delle coturnici abbattute proveniva dalla provincia di Torino, il 29% dalla provincia di Cuneo,
il 28% dalle province di Biella, Vercelli e Verbania (Fig. 19).
Tab. 5: Coturnici assegnate e abbattute in Piemonte nel periodo 1996-2006. AS=assegnati, AB=abbattuti,
% = percentuale di completamento del piano di prelievo.
Anno
BI-VC-VCO
TO 1-2-3
TO 4-5
CN 1-2-3-4
CN 5-6-7
TOT
AS
AB
%
AS
AB
%
AS
AB
%
AS
AB
%
AS
AB
%
1996
350
93
26,6
300
57
19,0
215
62
28,8
150
57
38,0
70
7
10,0
1085 276
25,4
1997
135
32
23,7
104
15
14,4
65
33
50,8
85
30
35,3
32
7
21,9
421
117
27,8
1998
83
68
81,9
60
33
55,0
41
46
112
52
49
94,2
19
9
47,4
255
205
80,4
1999
93
72
77,4
49
27
55,1
56
35
62,5
78
43
55,1
5
4
80,0
281
181
64,4
2000
85
76
89,4
47
38
80,9
56
53
94,6
30
29
96,7
5
5
100
223
201
90,1
2001
82
41
50,0
49
44
89,8
51
48
94,1
65
67
103
5
5
100
252
205
81,3
2002
53
38
71,7
50
39
78,0
51
47
92,2
71
50
70,4
15
9
60,0
240
183
76,3
2003
57
59
104
52
50
96,2
54
55
102
66
68
103
7
4
57,1
236
236
100
2004
83
85
102
56
55
98,2
65
66
102
69
81
117
11
11
100
284
298
105
2005
85
83
97,6
68
68
100
72
72
100
86
96
112
14
14
100
325
333
102
2006
75
79
105
74
73
98,6
55
56
102
69
87
126
9
11
122
282
306
109
1181 726
61,5
909
499
54,9
781
573
73,4
821
657
80,0
192
86
44,8
3884 2541 65,4
TOT
CN 1-2-3-4
26%
BI-VC-VCO
28%
CN 5-6-7
3%
TO 1-2-3
20%
TO 4-5
23%
Fig. 19: Coturnici abbattute nelle cinque macro-aree nel periodo 1996-2006.
232
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
AS
AB
%
Fig. 20: Numero medio annuo di abbattimenti di coturnice per comune nel periodo 2000-2006.
233
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
La distribuzione degli abbattimenti sulle Alpi piemontesi è pressoché continua tra l’alta Valle Susa
a nord ed il Parco Nazionale delle Alpi Marittime a sud, e tra la Valle di Susa sotto Novalesa e le
valli di Lanzo; verso est e verso nord è più frammentata, per poi ritornare continua nell’Ossola
centrale e meridionale (Fig. 20).
I comuni dove sono state abbattute più coturnici (6-7 capi per anno) sono Sampeyre, Prazzo e
Vinadio nel cuneese, Condove, Bobbio Pellice e Frassinetto in provincia di Torino, e
Montecrestese nel verbano.
Struttura di popolazione e tendenza
Il numero di abbattimenti annuo rimane sostanzialmente stabile dal 1998 al 2002 ed aumenta nei
quattro anni successivi, durante i quali il piano di prelievo è stato sempre completato (Figg. 21-26).
Se si confronta la percentuale di capi assegnati su quelli prelevati nel periodo 1997-2001 e nel
periodo 2002-2006, emerge una differenza significativa (Mann-Whitney test U=121,00; p>0,01).
400
350
300
250
200
150
100
50
0
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
TO1-2-3
TO4-5
CN1-2-3-4
BI-VC-VCO
ASSEGNATI
TOT ABBATTUTI
2005
2006
CN5-6-7
Fig. 21: Coturnici assegnate e abbattute in Piemonte nel periodo 1997-2006. E’ rappresentato il totale
regionale e la ripartizione dei capi abbattuti nelle cinque macro-aree.
CA TO1-2-3
.
100
80
60
40
20
0
1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006
ASSEGNATI
ABBATTUTI
Fig. 22: Coturnici assegnate e abbattute nei CA TO1-2-3 nel periodo 1997-2006.
234
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
CA TO4-5
100
80
60
40
20
0
1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006
ASSEGNATI
ABBATTUTI
Fig. 23: Coturnici assegnate e abbattute nei CA TO4 e TO5 nel periodo 1997-2006.
120
CA CN1-2-3-4
100
80
60
40
20
0
1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006
ASSEGNATI
ABBATTUTI
Fig. 24: Coturnici assegnate e abbattute nei CA CN1-2-3-4 nel periodo 1997-2006.
CA CN5-6-7
40
30
20
10
0
1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006
ASSEGNATI
ABBATTUTI
Fig. 25: Coturnici assegnate e abbattute nei CA CN5-6-7 nel periodo 1997-2006.
140
BI-VC-VCO
120
100
80
60
40
20
0
1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006
ASSEGNATI
ABBATTUTI
Fig. 26: Coturnici assegnate e abbattute nei CA BI1, VC1, VCO1-2-3 nel periodo 1997-2006.
235
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
La percentuale di giovani nel carniere è in media del 55% (minimo 45% nel 2002, massimo 64%
nel 2004) (Tab. 6). I valori più elevati riguardano la provincia di Cuneo (in media 58%), quelli più
bassi i CA TO1-2-3 (52%).
Il rapporto tra giovani e adulti desunto dai prelievi è sempre più basso di quello rilevato nei
censimenti estivi, ed i due parametri non hanno un andamento correlabile negli anni (Figg. 27-30).
Tab. 6: Numero di giovani (J) e di adulti (A) e percentuale dei giovani sul totale delle coturnici abbattute in
Piemonte nel periodo 1996-2006.
Anno
.
BI-VC-VCO
TO 1-2-3
TO 4-5
CN 1-2-3-4-5-6-7
TOT
J
A
%J
J
A
%J
J
A
%J
J
A
%J
J
A
%J
1998
42
26
61,8
18
15
54,5
24
22
52,2
34
24
58,6
118
87
57,6
1999
45
27
62,5
10
17
37,0
18
17
51,4
29
18
61,7
102
79
56,4
2000
34
42
44,7
17
21
44,7
27
26
50,9
18
16
52,9
96
105 47,8
2001
19
22
46,3
24
20
54,5
27
21
56,3
45
27
62,5
115
90
2002
13
25
34,2
14
25
35,9
29
18
61,7
26
33
44,1
82
101 44,8
2003
33
26
55,9
24
26
48,0
36
19
65,5
45
23
66,2
138
94
2004
49
36
57,6
34
21
61,8
43
23
65,2
64
28
69,6
190
108 63,8
2005
43
40
51,8
44
24
64,7
34
38
47,2
67
43
60,9
188
145 56,5
2006
38
41
48,1
36
37
49,3
29
27
51,8
44
54
44,9
147
159 48,0
TOT
316
285 52,6
221
206 51,8
267
211 55,9
372
266 58,3
100
56,1
59,5
1176 968 54,9
CA TO1-2-3
%
80
60
40
20
0
1998
1999
2000
2001 2002
% JUV CENS
2003
2004 2005
% JUV ABB
2006
Fig. 27: Percentuale di giovani sul totale degli individui desunto dai censimenti (CENS) e dai prelievi (ABB)
di coturnice nei CA TO1-2-3.
100
CA TO4-5
%
80
60
40
20
0
1998
1999
2000
2001 2002
% JUV CENS
2003
2004 2005
% JUV ABB
2006
Fig. 28: Percentuale di giovani sul totale degli individui desunto dai censimenti (CENS) e dai prelievi (ABB)
di coturnice nei CA TO4 e TO5.
236
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
100
CUNEO
%
80
60
40
20
0
1998
1999
2000
2001
2002
2003
% JUV CENS
2004
2005
2006
% JUV ABB
Fig. 29: Percentuale di giovani sul totale degli individui desunto dai censimenti (CENS) e dai prelievi (ABB)
di coturnice in provincia di Cuneo.
100
BI-VC-VCO
%
80
60
40
20
0
1998
1999
2000
2001
2002
% JUV CENS
2003
2004
2005
2006
% JUV ABB
Fig. 30: Percentuale di giovani sul totale degli individui desunto dai censimenti (CENS) e dai prelievi (ABB)
di coturnice nelle province di Biella, Vercelli e Verbania..
Intensità e caratteristiche del prelievo
Dal 1997 la Giunta Regionale ha disposto annualmente la chiusura della caccia alla coturnice
l’ultimo giorno utile di ottobre. Le giornate di caccia disponibili sono pertanto state 17 nel 1996 e da
9 a 11 negli anni successivi. Nel 2000, in occasione dell’alluvione, la Regione ha consentito di
proseguire la caccia oltre il limite fissato, fino alla diciottesima giornata.
Nel periodo 1997-2006 la stagione di caccia è stata chiusa in media tra la quinta e la dodicesima
giornata (Tab. 7).
Escludendo il 2000, nel 1997 sono state utilizzate mediamente più giornate (media regionale 10),
mentre nel 2006 la stagione di caccia è terminata in media alla sesta giornata. Come nel caso del
fagiano di monte, un numero di giornate inferiore al totale utilizzabile può indicare la chiusura
anticipata della caccia per il completamento del piano di prelievo oppure il mancato
raggiungimento della soglia di salvaguardia del 50% alla giornata della verifica.
Dall’analisi della Fig. 31 è evidente come negli anni sia aumentato il numero di CA che completano
gli abbattimenti e parallelamente sia diminuito il numero di chiusure per mancato raggiungimento
del 50% del piano. Soltanto quattro CA nel 2003 e nel 2004 e due nel 2005 e nel 2006 hanno
utilizzato tutte le giornate disponibili da calendario.
237
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
Tab. 7: Numero di giornate di caccia (dalla data di apertura alla data di chiusura) per ogni CA nel periodo
1997-2006. Sono riportati anche il numero totale di giornate previste dal calendario e la giornata della
verifica. Con un asterisco sono indicate le chiusure anticipate per mancato raggiungimento della soglia di
salvaguardia.
Anno
1
2
TO
3
1
2
3
4
5
6
7
1
2
10 * 6 *
media
3
4
5
totale
verifica
giorn.
6 * 10 * 11
11
11
11
11
11
6*
11
11
11 10 *
10
11
8
1998
4
3
10
10
10
10
10
5
10
10
6*
7
5
8*
10
10
5
8
10
8
1999
4
9
7*
9
9
7*
8
9
9
9
-
-
9
6*
6*
9
9
8
9
6
1997
8 * 10 *
CN
VCO
BI1 VC1
2000
7
17
14
12
9
-
-
4
11
8
-
-
9
13
18
18
18
12
18
10
2001
8*
7*
6*
9
9
6
8
6
9
8
-
-
5
7
9
5
9
7
9
6
2002
9
9
9
8
3
9
9
7
9
9
-
2*
5
9
9
9
9
8
9
8
2003
5
6
-
9
7
6
3
6
5
9
-
-
9
6
9
5
6
7
9
9
2004
8
4
9
6
9
1
4
3
7
5
-
5
7
9
9
4
8
6
9
9
2005
3
7
7
6
6
3
4
4
7
7
-
9
7
9
5
6
7
6
9
7
2006
5
2
6
6
6
2
3
3
2
5
-
-
9
5
9
3
2
5
9
7
Media
6
7
8
9
8
6
7
6
8
8
6
7
8
8
10
8
9
8
16
14
12
10
8
6
4
2
0
1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006
chiusura anticipata (piano completato)
chiusura anticipata (piano non completato)
tutte le giornate
Fig. 31: Numero di comprensori che hanno utilizzato tutte le giornate di caccia (in grigio) e che hanno chiuso
anticipatamente la caccia per completamento del piano di prelievo (in blu) o per mancato raggiungimento
della soglia di salvaguardia del 50% (in rosso) dal 1997 al 2006.
Nel periodo 2000-2006 sono state abbattute in media 2,6 coturnici/giornata (minimo 1,3 nel 2000,
massimo 4,5 nel 2006) (Tab. 8). I valori più alti riguardano i comprensori TO4 e 5, quelli più bassi
le province di Biella, Vercelli e Verbania.
Come per il fagiano di monte, alla diminuzione del numero di giornate di caccia annue corrisponde
un aumento del numero di capi prelevati per giornata (Fig. 32).
238
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
Tab. 8: Rapporto tra totale dei capi abbattuti e numero totale di giornate di caccia (somma delle giornate di
caccia di ogni CA).
Anno
BI-VC-VCO
TO 1-2-3
TO 4-5
CN
TOT REGIONE
2000
1,3
1,0
1,5
1,5
1,3
2001
1,1
2,1
3,4
1,9
1,8
2002
1,0
1,7
2,6
1,3
1,5
2003
2,2
2,1
5,0
2,5
2,6
2004
2,4
2,2
5,5
3,7
3,0
2005
2,9
3,2
5,5
3,2
3,4
2006
3,2
3,2
11,2
6,5
4,5
Media
2,0
2,2
5,0
3,0
2,6
9
5
8
4,5
4
7
3,5
6
3
5
2,5
4
2
3
1,5
2
1
1
0,5
giornate
capi/giornata
0
0
2001
2002
2003
2004
2005
2006
Fig. 32: Numero medio di giornate di caccia e numero medio di coturnici abbattute per giornata di caccia per
Comprensorio Alpino nel periodo 2001-2006.
Le Figg. 33-35 presentano la percentuale di capi abbattuti sul totale per ogni giornata di caccia dal
2001 al 2006. Più del 60% delle coturnici vengono prelevate nelle prime quattro giornate di caccia.
Nel 2006, in sole due giornate sono stati abbattuti il 62% dei capi totali.
239
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
%
35
%
35
2001
30
30
25
25
20
20
15
15
10
10
5
5
0
2002
0
1
2
3
4
5
6
7
8
9
1
2
3
4
5
6
7
8
9
Fig. 33: Coturnici (%) consegnate per giornata di caccia nel 2001 e nel 2002. Verifiche in data 21/10/01
(giornata n. 6) e 27/10/02 (giornata n. 8).
%
35
2003
2004
%
35
30
30
25
25
20
20
15
15
10
10
5
5
0
0
1
2
3
4
5
6
7
8
1
9
2
3
4
5
6
7
8
9
Fig. 34: Coturnici (%) consegnate per giornata di caccia nel 2003 e nel 2004. Verifiche in data 29/10/03
(giornata n. 9) e 31/10/04 (giornata n. 9).
%
%
2005
35
35
30
30
25
25
20
20
15
15
10
10
5
5
0
0
1
2
3
4
5
6
7
8
2006
1
9
2
3
4
5
6
7
8
9
Fig. 35: Coturnici (%) consegnate per giornata di caccia nel 2005 e nel 2006. Verifiche in data 23/10/05
(giornata n. 7) e 29/10/06 (giornata n. 7).
240
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
Pernice bianca
In Piemonte, tra il 1996 ed il 2006, sono state assegnate 1987 pernici bianche, in media 181
all’anno (Tab. 9). I piani di prelievo annui non mostrano variazioni significative tra il 1997 ed il
2003, mentre si riducono nei tre anni successivi, per raggiungere il minimo nel 2006. Il basso
numero di pernici bianche assegnate nel 2006 dipende dell’applicazione del decreto-legge 16
agosto 2006, n. 251 (“Disposizioni urgenti per assicurare l’adeguamento dell’ordinamento
nazionale alla Direttiva 79/409/CEE in materia di conservazione della fauna selvatica”) che
stabilisce il divieto di caccia alla specie all’interno delle ZPS. Per questo motivo i piani di prelievo
sono stati sensibilmente ridotti ed in alcuni casi sospesi.
Escludendo il 1996, primo anno di applicazione della L.R. 70, tra il 1997 ed il 2005 la percentuale
di realizzazione annua ha fluttuato tra il 67% e il 99; nel 2006 tutti i piani di abbattimento sono stati
raggiunti o superati.
l 46% dei capi abbattuti proveniva dalla provincia di Torino, il 32% dalla provincia di Cuneo, il 22%
dalle province di Biella, Vercelli e Verbania (Fig. 36).
Tab. 9: Pernici bianche assegnate e abbattute in Piemonte nel periodo 1996-2006. AS=assegnati,
AB=abbattuti, % = percentuale di completamento del piano di prelievo.
Anno
BI-VC-VCO
TO 1-2-3
TO 4-5
CN 1-2-3-4
TOT
AS
AB
%
AS
AB
%
AS
AB
%
AS
AB
%
AS
AB
%
1996
157
30
19,1
45
22
48,9
40
23
57,5
62
29
46,8
304
104
34,2
1997
50
38
76,0
37
39
105
32
16
50,0
63
35
55,6
182
128
70,3
1998
48
45
93,8
48
45
93,8
28
18
64,3
55
43
78,2
179
151
84,4
1999
46
32
69,6
47
48
102
33
24
72,7
55
50
90,9
181
154
85,1
2000
41
23
56,1
44
45
102
33
13
39,4
73
71
97,3
191
152
79,6
2001
33
30
90,9
40
43
108
32
30
93,8
80
77
96,3
185
180
97,3
2002
34
33
97,1
47
55
117
32
27
84,4
79
62
78,5
192
177
92,2
2003
39
30
76,9
54
46
85,2
29
18
62,1
73
36
49,3
195
130
66,7
2004
32
29
90,6
50
52
104
19
18
94,7
44
44
100
145
143
98,6
2005
30
26
86,7
55
49
89,1
21
14
66,7
52
23
44,2
158
112
70,9
2006
10
9
90,0
31
33
106
8
10
125
26
28
108
75
80
107
TOT
520
325
62,5
498
477
95,8
307
211
68,7
662
498
75,2
BI-VC-VCO
22%
CN 1-2-3-4
32%
TO 4-5
14%
TO 1-2-3
32%
Fig. 36: Pernici bianche abbattute nelle cinque macro-aree nel periodo 1996-2006.
241
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
1987 1511 76,0
Fig. 37: Numero medio annuo di abbattimenti di pernice bianca per comune nel periodo 2000-2006
242
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
La carta dei prelievi su base comunale (Fig. 37) individua una zona continua tra la valle della Stura
di Demonte a sud e l’alta Valle Susa a nord; procedendo verso nord e verso est si osservano aree
disgiunte nelle alte Valli di Lanzo, Soana, Cervo, Sesia, Anzasca, Bognanco, Divedro, Antigorio e
Formazza. La pernice bianca non è cacciata nei CA CN5-6-7 e nel CA VCO1.
Il comune dove sono state abbattute più pernici bianche è Prali (in media 11 capi/anno); ad
Acceglio, Bellino e Pontechianale nel cuneese e a Sauze di Cesana in alta valle di Susa sono stati
abbattuti tra 8 e 9 capi all’anno.
Struttura di popolazione e tendenza
La tendenza degli abbattimenti regionali negli anni 1997-2002 è positiva, mentre decresce nei
quattro anni successivi (Figg. 38-42).
A differenza del fagiano di monte e della coturnice non si osserva un aumento delle percentuali di
abbattimento negli ultimi cinque anni rispetto ai precedenti, probabilmente anche perchè per
questa specie il successo dei piani di prelievo è largamente dipendente dalle condizioni
atmosferiche e dal grado di innevamento.
200
180
160
140
120
100
80
60
40
20
0
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
TO1-2-3
TO4-5
CN1-2-3-4
BI-VC-VCO
ASSEGNATI
TOT ABBATTUTI
Fig. 38: Pernici bianche assegnate e abbattute in Piemonte nel periodo 1997-2006. E’ rappresentato il totale
regionale e la ripartizione dei capi abbattuti nelle cinque macro-aree.
.
60
CA TO1-2-3
50
40
30
20
10
0
1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006
ASSEGNATI
ABBATTUTI
Fig. 39: Pernici bianche assegnate e abbattute nei CA TO1-2-3 nel periodo 1997-2006.
243
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
35
CA TO4-5
30
25
20
15
10
5
0
1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006
ASSEGNATI
ABBATTUTI
Fig. 40: Pernici bianche assegnate e abbattute nei CA TO4 e TO5 nel periodo 1997-2006.
90
CA CN1-2-3-4
80
70
60
50
40
30
20
10
0
1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006
ASSEGNATI
ABBATTUTI
Fig. 41: Pernici bianche assegnate e abbattute nei CA CN1-2-3-4 nel periodo 1997-2006.
60
CA BI1-VC1-VCO2-3
50
40
30
20
10
0
1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006
ASSEGNATI
ABBATTUTI
Fig. 42: Pernici bianche assegnate e abbattute nelle province di Biella, Vercelli e Verbania nel periodo 19972006.
La percentuale di giovani nel carniere raggiunge percentuali molto basse, inferiori al 50% (in
media, per tutto il Piemonte nel periodo 1998-2006, del 35%) (Tab. 10). Nel caso della pernice
bianca, si può ipotizzare che esista una certa difficoltà nella determinazione dell’età ai centri di
controllo.
A conferma di questa ipotesi, il rapporto tra i giovani e gli adulti prelevati in autunno non mostra
alcuna relazione con quello desunto dai censimenti estivi (Figg. 43-46).
244
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
Tab. 10: Numero di giovani (J) e di adulti (A) e percentuale dei giovani sul totale delle pernici bianche
abbattute in Piemonte nel periodo 1998-2006.
Anno
BI-VC-VCO
TO 1-2-3
TO 4-5
CN 1-2-3-4
TOT
J
A
%J
J
A
%J
J
A
%J
J
A
%J
J
A
%J
1998
23
22
51,1
17
28
37,8
7
11
38,9
22
21
51,2
69
82
45,7
1999
4
28
12,5
16
32
33,3
11
13
45,8
21
29
42,0
52
102 33,8
2000
7
16
30,4
16
29
35,6
5
8
38,5
28
43
39,4
56
96
2001
8
22
26,7
9
34
20,9
13
17
43,3
31
46
40,3
61
119 33,9
2002
17
16
51,5
20
35
36,4
14
13
51,9
11
51
17,7
62
115 35,0
2003
8
22
26,7
17
29
37,0
5
13
27,8
11
25
30,6
41
89
31,5
2004
8
21
27,6
18
34
34,6
13
5
72,2
12
32
27,3
51
92
35,7
2005
12
14
46,2
7
42
14,3
9
5
64,3
7
16
30,4
35
77
31,3
2006
0
9
0,0
13
20
39,4
4
6
40,0
5
23
17,9
22
58
27,5
TOT
87
170 33,9
133
283 32,0
81
91
47,1
148
286 34,1
449
830 35,1
100,0
36,8
CA TO1-2-3
%
80,0
60,0
40,0
20,0
0,0
1998
1999
2000
2001
2002
% JUV CENS
2003
2004
2005
2006
% JUV ABB
Fig. 43: Percentuale di giovani sul totale degli individui desunto dai censimenti (CENS) e dai prelievi (ABB)
di pernice bianca nei CA TO1-2-3.
100,0
CA TO4-5
%
80,0
60,0
40,0
20,0
0,0
1998
1999
2000
2001
2002
% JUV CENS
2003
2004
2005
2006
% JUV ABB
Fig. 44: Percentuale di giovani sul totale degli individui desunto dai censimenti (CENS) e dai prelievi (ABB)
di pernice bianca nei CA TO4 e TO5.
245
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
100,0
CA CN1-2-3-4
%
80,0
60,0
40,0
20,0
0,0
1998
1999
2000
2001
2002
2003
% JUV CENS
2004
2005
2006
% JUV ABB
Fig. 45: Percentuale di giovani sul totale degli individui desunto dai censimenti (CENS) e dai prelievi (ABB)
di pernice bianca nei CA CN1-2-3-4.
100,0
CA BI1-VC1-VCO2-3
%
80,0
60,0
40,0
20,0
0,0
1999
2000
2001
2002
2003
% JUV CENS
2004
2005
2006
% JUV ABB
Fig. 46: Percentuale di giovani sul totale degli individui desunto dai censimenti (CENS) e dai prelievi (ABB)
di pernice bianca nei CA BI1, VC1, VCO2 e VCO3.
Intensità e caratteristiche del prelievo
Il numero medio annuo di giornate di caccia è compreso tra 4 e 12 (Tab. 11, media complessiva
9). Dal 1997 al 2003 non emergono differenze significative tra anni, né tra province o zone, mentre
nei tre anni successivi il numero medio di giornate diminuisce. A differenza del fagiano di monte e
della coturnice tuttavia, non si osserva una riduzione negli anni del numero di chiusure anticipate
per il mancato raggiungimento della soglia di salvaguardia. Il successo dei piani di prelievo mostra
variazioni significative da un anno all’altro, senza alcuna tendenza evidente (Fig. 47).
Giornalmente sono state prelevate in media tra 1,3 e 2,8 pernici bianche, con una media
complessiva di 1,6 (Tab. 12). Si osservano evidenti differenze tra il mese di ottobre (in media 1,8
pernici bianche/giornata) ed il mese di novembre (0,3 capi/giornata) e tra le diverse zone dell’arco
alpino. Il numero massimo di pernici bianche abbattute per giornata di caccia si ha nei CA TO1 e 2,
mentre i valori minimi si registrano nel Piemonte settentrionale. Il numero medio di giornate di
caccia è più basso nelle ultime tre stagioni venatorie rispetto alle tre precedenti, mentre il numero
medio di capi consegnati per giornata per ogni CA presenta delle oscillazioni ed un picco nel 2006,
quando sono state abbattute in media circa tre pernici per giornata di caccia (Fig. 48).
246
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
Tab. 11: Numero di giornate di caccia (dalla data di apertura alla data di chiusura) per ogni CA nel periodo
1997-2006. Sono riportati anche il numero totale di giornate previste dal calendario e la giornata della
verifica. Con un asterisco sono indicate le chiusure anticipate per mancato raggiungimento della soglia del
50%.
Anno
1997
1998
VCO
BI1 VC1
2
10
17
17
1999
10 * 10 *
2000
9*
2
CN
TO
media
2
3
1
2
3
4
1
2
3
4
5
8*
18
18
6
18
18
1
1
18
18
18
12
totale
verifica
giorn.
18
8
-
17
17
17
4
17
2
6
17
17
17
14
17
8
8
17
4
3
11
9*
4
3
6*
9*
17
9
17
6
12 *
9*
11
18
9
9
4
2
10 * 10 * 10 *
9
18
10
2001
-
4
7
10
17
10
8
17
8
3
-
8
17
10
17
6
2002
5
17
8
6
9*
17
10
17
9
4
-
11
9*
10
17
8
2003
9
18
10 *
8
9*
3
9*
18
9*
4
-
18
18
11
18
9
2004
17
7
7
11
-
8
7
8
1
3
-
6
1
7
17
9
2005
-
13
7*
8
7*
7*
7
7*
7*
9
-
7*
5
8
18
7
2006
-
-
-
7
-
4
4
7*
2
4
-
1
-
4
16
7
10
11
8
11
12
9
9
13
5
4
13
11
12
9
1997
1998
1999
2000
Media
12
10
8
6
4
2
0
2001
2002
2003
2004
2005
2006
chiusura anticipata (piano completato)
chiusura anticipata (piano non completato)
tutte le giornate
Fig. 47: Numero di comprensori che hanno utilizzato tutte le giornate di caccia (in grigio) e che hanno chiuso
anticipatamente la caccia per completamento del piano di prelievo (in blu) o per mancato raggiungimento
della soglia di salvaguardia del 50% (in rosso) dal 1997 al 2006. Il numero totale di CA varia negli anni (13
nel 1997, 7 nel 2006).
247
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
Tab. 12: Rapporto tra totale dei capi abbattuti e numero totale di giornate di caccia (somma delle giornate di
caccia di ogni CA) riferito al mese di ottobre (ott), novembre (nov) e all’intera stagione di caccia (totale).
Anno
BI-VC-VCO
TO1-2-3
TO4-5
CN1-2-3-4
TOT REGIONE
ott
nov
tot
ott
nov
tot
ott
nov
tot
ott
nov
tot
ott
nov
tot
2000
0,8
0,0
0,7
3,0
0,0
2,8
0,7
0,0
0,7
1,9
0,2
1,5
1,5
0,1
1,3
2001
1,4
2,0
1,4
3,9
-
3,9
1,7
0,1
1,2
2,0
0,4
1,5
2,1
0,3
1,7
2002
1,1
0,1
0,9
4,2
-
4,2
1,3
2,0
1,4
1,6
0,4
1,2
1,7
0,4
1,5
2003
0,9
0,0
0,7
3,5
-
3,5
0,9
0,1
0,5
1,2
0,0
0,9
1,3
0,1
1,0
2004
0,8
0,4
0,7
13,0
-
13,0
2,6
-
2,6
1,9
-
1,9
2,1
0,4
1,9
2005
1,0
0,8
0,9
3,1
-
3,1
1,2
-
1,2
0,8
-
0,8
1,4
0,8
1,3
2006
1,3
-
1,3
5,5
-
5,5
10,0
-
10,0
1,9
-
1,9
2,8
-
2,8
Media
1,0
0,5
1,0
5,2
0,0
5,2
2,6
0,6
2,5
1,6
0,2
1,4
1,8
0,3
1,6
12,0
3,00
10,0
2,50
8,0
2,00
6,0
1,50
4,0
1,00
giornate
2,0
0,50
0,0
0,00
capi/giornata
2001
2002
2003
2004
2005
2006
Fig. 48: Numero medio di giornate di caccia e numero medio di pernici bianche abbattute per giornata di
caccia per Comprensorio Alpino nel periodo 2001-2006.
Nel periodo compreso tra il 2001 ed il 2006 il 96% degli abbattimenti è stato realizzato nel mese di
ottobre (Figg. 49-51); in media più del 60% degli abbattimenti viene realizzato nelle prime quattro
giornate di caccia. Nel caso della pernice bianca, le condizioni meteorologiche, in particolare
l’innevamento, influenzano il successo di caccia: questo aspetto è evidente ad esempio dal
confronto tra 2005 e 2006 (Fig. 51). La scarsa percentuale di prelievi nelle prime giornate del 2005
è dipesa da una precoce e copiosa nevicata verificatasi all’inizio del mese di ottobre.
248
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
40
35
30
25
20
15
10
5
0
40
35
30
25
20
15
10
5
0
2001
%
V
V
1 2 3 4 5 6 7 8 9 1011 1213 1415 1617
ottobre
novembre
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17
ottobre
2002
%
novembre
Fig. 49: Pernici bianche (%) consegnate per giornata di caccia nel 2001 e nel 2002. Verifiche in data
21/10/01 (giornata n. 6) e 27/10/02 (giornata n. 8).
40
35
30
%
40
35
30
25
20
15
10
5
0
2003
25
20
15
10
5
V
0
%
2004
V
1 2 3 4 5 6 7 8 9 1011 1213 1415 1617
ottobre
novembre
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 111213 1415 161718
ottobre
novembre
Fig. 50: Pernici bianche (%) consegnate per giornata di caccia nel 2003 e nel 2004. Verifiche in data
29/10/03 (giornata n. 9) e 31/10/04 (giornata n. 9).
40
35
30
25
20
15
10
5
0
%
2005
45
40
35
30
25
20
15
10
5
0
V
1 2 3 4 5 6 7 8 9 101112131415161718
ottobre
novembre
%
2006
V
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16
ottobre
novembre
Fig. 51: Pernici bianche (%) consegnate per giornata di caccia nel 2005 e nel 2006. Verifiche in data
23/10/05 (giornata n. 7) e 29/10/06 (giornata n. 7).
249
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
Lepre variabile
Tra il 1996 e il 2006 sono state assegnate 1693 lepri variabili (Tab. 13). Come già osservato per le
altre specie, nel 1996 sono stati concessi piani mediamente più consistenti rispetto agli altri anni;
nel 1997 i piani sono stati ridimensionati, ma emerge ancora una differenza statisticamente
significativa rispetto agli anni successivi.
La percentuale di realizzazione è stata molto contenuta nei primi due anni (30% e 42%
rispettivamente), ed è aumentata in seguito, attestandosi su un totale del 52% con un massimo
dell’81% nel 2004 (Tab. 13). In realtà, i piani autorizzati sono stati semplicemente adattati al
numero di capi abbattuti nelle stagioni precedenti; a conferma di questa deduzione, non emergono
fluttuazioni statisticamente significative nel numero medio di capi consegnati negli anni.
Tab. 13: Lepri variabili assegnate e abbattute in Piemonte nel periodo 1996-2006. AS=assegnati,
AB=abbattuti, % = percentuale di completamento del piano di prelievo.
Anno
BI-VC-VCO
TO 1-2-3
TO 4-5
CN 1-2-3-4
CN 5-6-7
TOT
AS
AB
%
AS
AB
%
AS
AB
%
AS
AB
%
AS
AB
%
AS
AB
1996
158
27
17,1
58
34
58,6
50
17
34,0
64
30
46,9
36
1
2,8
366
109 29,8
1997
60
21
35,0
39
17
43,6
34
9
26,5
64
35
54,7
16
8
50,0
213
90
42,3
1998
49
22
44,9
32
15
46,9
24
17
70,8
57
24
42,1
14
3
21,4
176
81
46,0
1999
38
27
71,1
29
22
75,9
29
13
44,8
40
26
65,0
14
4
28,6
150
92
61,3
2000
38
23
60,5
34
27
79,4
30
18
60,0
46
19
41,3
14
1
7,1
162
88
54,3
2001
34
20
58,8
34
20
58,8
30
23
76,7
36
29
80,6
5
0
0,0
139
92
66,2
2002
26
16
61,5
24
21
87,5
30
12
40,0
33
31
93,9
-
-
-
113
80
70,8
2003
29
18
62,1
24
16
66,7
21
7
33,3
43
21
48,8
-
-
-
117
62
53,0
2004
25
16
64,0
22
20
90,9
16
14
87,5
35
29
82,9
-
-
-
98
79
80,6
2005
20
18
90,0
25
18
72,0
16
11
68,8
37
17
45,9
-
-
-
98
64
65,3
2006
18
7
38,9
15
18
120
10
9
90,0
18
14
77,8
-
-
-
61
48
78,7
TOT
495 215 43,4
99
17
17,2
336 228 67,9
290 150 51,7
473 275 58,1
BI-VC-VCO
24%
CN 1-2-3-4
31%
CN 5-6-7
2%
TO 4-5
17%
TO 1-2-3
26%
Fig. 52: Lepri variabili abbattute nelle cinque macro-aree nel periodo 1996-2006.
250
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
%
1693 885 52,3
Fig. 53: Numero medio annuo di abbattimenti di lepre variabile per comune nel periodo 2000-2006
251
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
Il 46% delle lepri variabili provenivano dalla provincia di Torino, il 33% dalla provincia di Cuneo ed
il 24% dalle province di Verbania, Vercelli e Biella (Fig. 52).
La distribuzione degli abbattimenti è pressoché continua tra l’alta valle della Stura di Demonte a
sud e l’alta Valle Susa a nord e nelle alte valli di Lanzo, diventa discontinua tra la Valle Orco e
l’alta Valle Sesia, e poi ancora continua nell’Ossola settentrionale (Divedro, Antigorio e Formazza,
Fig. 53). Il numero massimo di abbattimenti è stato registrato nei comuni di Cesana Torinese (in
media 5 capi abbattuti/anno), Acceglio e Oulx (4 capi).
Struttura di popolazione e tendenza
Il numero di capi assegnati è andato progressivamente diminuendo negli anni, mentre il numero di
capi abbattuti è rimasto sostanzialmente stabile fino al 2002, per poi diminuire nei quattro anni
successivi (Fig. 54).
Se si esaminano in dettaglio le cinque macro-zone (Figg. 55-59), si osserva in tutti i casi una
diminuzione progressiva dei capi assegnati, mentre il numero di capi abbattuti è più o meno stabile
nei comprensori del torinese, in diminuzione nel cuneese (in particolare nei CA CN5-6-7 dove a
partire dal 2002 non sono più state prelevate lepri variabili) e nei CA del Piemonte settentrionale.
200
150
100
50
0
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
TO1-2-3
TO4-5
CN1-2-3-4
BI-VC-VCO
ASSEGNATI
TOT ABBATTUTI
2005
2006
CN5-6-7
Fig. 54: Lepri variabili assegnate e abbattute in Piemonte nel periodo 1997-2006. E’ rappresentato il totale
regionale e la ripartizione dei capi abbattuti nelle cinque macro-aree.
45
CA TO1-2-3
40
35
30
25
20
15
10
5
.
0
1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006
ASS
ABB
Fig. 55: Lepri variabili assegnate e abbattute nei CA TO1-2-3 nel periodo 1997-2006.
252
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
40
CA TO4-5
35
30
25
20
15
10
5
0
1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006
ASS
ABB
Fig. 56: Lepri variabili assegnate e abbattute nei CA TO4-5 nel periodo 1997-2006.
70
CA CN1-2-3-4
60
50
40
30
20
10
0
1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006
ASS
ABB
Fig. 57: Lepri variabili assegnate e abbattute nei CA CN1-2-3-4 nel periodo 1997-2006.
18
CA CN5-6-7
16
14
12
10
8
6
4
2
0
1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006
ASS
ABB
Fig. 58: Lepri variabili assegnate e abbattute nei CA CN5-6-7 nel periodo 1997-2006.
60
BI-VC-VCO
50
40
30
20
10
0
1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006
ASSEGNATI
ABBATTUTI
Fig. 59: Lepri variabili assegnate e abbattute nei CA BI1-VC1-VCO2-3 nel periodo 1997-2006.
253
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
La percentuale di giovani nel carniere è sempre inferiore al 50% (Tab. 14), con valori più alti nel
Piemonte settentrionale (in media 42%) e più bassi nel cuneese (in media 30%), mentre il rapporto
tra i sessi è quasi paritario (la media totale del periodo in Piemonte è del 52%).
Tab. 14: Percentuale di giovani (% J) e di maschi (% M) sul totale delle lepri variabili abbattute in Piemonte
(AB) nel periodo 1996-2006. (nd = dato non disponibile)
BI-VC-VCO
Anno
TO
CN
TOT
AB
%J
%M
AB
%J
%M
AB
%J
%M
AB
%J
%M
1996
27
33,3
59,3
51
20,8
nd
31
33,3
43,3
109
27,6
50,9
1997
21
40,0
45,0
26
42,3
28,6
43
nd
nd
90
41,3
40,7
1998
22
54,5
59,1
32
21,9
59,4
27
29,2
62,5
81
33,3
60,3
1999
27
59,3
40,7
35
28,6
62,9
30
23,1
61,5
92
36,4
55,7
2000
23
52,2
43,5
45
44,4
46,5
20
21,1
52,6
88
41,4
47,1
2001
20
52,6
45,0
43
39,5
40,0
29
27,6
61,3
92
38,5
50,7
2002
16
37,5
31,3
33
39,4
66,7
31
35,5
45,2
80
37,5
48,5
2003
18
16,7
50,0
23
54,5
40,0
21
33,3
61,9
62
36,1
50,8
2004
16
31,3
66,7
34
35,3
44,1
29
31,0
58,6
79
32,9
53,8
2005
18
38,9
27,8
29
37,9
55,2
17
29,4
82,4
64
35,9
54,7
2006
7
14,3
14,3
27
40,7
66,7
14
28,6
64,3
48
33,3
56,4
TOT
215
41,8
46,0
378
35,8
52,5
292
29,6
57,9
885
35,6
52,4
Intensità e caratteristiche del prelievo
Il numero medio di giornate di caccia è compreso tra 9 e 14, con media complessiva di 10 (Tab.
15). Anche nel caso della lepre variabile, si ricorda che il numero totale di giornate utilizzabili è 17
o 18 a seconda degli anni e che la chiusura anticipata della caccia può dipendere dal
completamento del piano di prelievo o dal mancato raggiungimento della soglia di salvaguardia
alla data della verifica. Negli anni si osserva una riduzione del numero di giornate di caccia, ma
come per la pernice bianca non si osserva una diminuzione nel numero di chiusure anticipate alla
verifica (Fig. 60). Si noti come dal 1997 al 2000 la caccia alla lepre variabile fosse praticata da 16
comprensori, mentre negli anni seguenti il numero si è ridotto progressivamente, fino ad arrivare a
6 CA nel 2006.
Tab. 15: Numero di giornate di caccia (dalla data di apertura alla data di chiusura) per ogni CA nel periodo
1997-2006. Sono riportati anche il numero totale di giornate previste dal calendario e la giornata della
verifica. Con un asterisco sono indicate le chiusure anticipate per mancato raggiungimento della soglia del
50%.
Anno
BI1 VC1
VCO
2
3
CN
1
2
3
4
TO
media
totale
verifica
giorn.
5
6
7
1
2
3
4
5
18
6*
18
18
2
18
18
18
14
18
8
10 * 6 *
9
17
2
17
17
17
14
17
8
10 * 15 *
10
3
6*
9*
17
11
17
6
10 * 11 * 10 * 10 * 10 * 9 *
18
3
10 * 10 * 18
11
18
10
1997
6 * 10 *
8*
18
18
18
18
18
1998
10 * 10 *
17
17
17
17
17
17
1999
10 * 17
13
17
7*
8
9
9*
9
9*
18
12
2000
10
10 *
2001
8*
7*
8
8*
7
9
8*
17
6*
-
-
6
6*
6*
17
16
9
17
6
2002
10
17
8
8*
17
11
6
15
-
-
-
17
4
-
9*
17
12
17
8
2003
9*
9*
6
8
9*
9*
18
9*
-
-
-
18
3
-
9*
9*
10
18
9
2004
17
9*
6
9*
9*
9
8
7
-
-
-
3
3
-
12
11
9
17
9
2005
-
-
9
12
7*
7*
7
18
-
-
-
7*
3
-
7*
9
9
18
7
2006
-
-
7*
7*
-
-
6
7*
-
-
-
-
2
-
-
11
7
16
7
10
11
9
11
12
11
11
13
11
8
13
13
3
11
12
14
10
Media
254
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
16
14
12
10
8
6
4
2
0
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
chiusura anticipata (piano completato)
chiusura anticipata (piano non completato)
tutte le giornate
Fig. 60: Numero di comprensori che hanno utilizzato tutte le giornate di caccia (in grigio) e che hanno chiuso
anticipatamente la caccia per completamento del piano di prelievo (in blu) o per mancato raggiungimento
della soglia di salvaguardia del 50% (in rosso) dal 1997 al 2006. Il numero totale di CA varia negli anni (16
nel 1997, 6 nel 2006).
Dal 1997 sono state mediamente abbattute tra 0,5 e 1,3 lepri variabili per giornata di caccia per CA
(Tab. 16); anche in questo caso si osservano variazioni notevoli tra il mese di ottobre (media 0,9)
ed il mese di novembre (media 0,2). Come per la pernice bianca, il numero medio di capi abbattuti
per giornata è più elevato nei CA TO 1 e 2 e raggiunge i valori minimi nel Piemonte settentrionale.
Il numero medio di giornate di caccia per CA diminuisce tra il 2000 ed il 2006 (Fig. 61), mentre il
numero medio di capi prelevati per giornata per CA è più o meno stabile, con l’eccezione del 2006
quando il valore risulta quasi raddoppiato rispetto agli anni precedenti.
Tab. 16: Rapporto tra totale dei capi abbattuti e numero totale di giornate di caccia (somma delle giornate di
caccia di ogni CA) riferito al mese di ottobre (ott), novembre (nov) e all’intera stagione di caccia (totale).
Anno
BI-VC-VCO
TO1-2-3
TO4-5
CN1-2-3-4
TOT REGIONE
ott
nov
tot
ott
nov
tot
ott
nov
tot
ott
nov
tot
ott
nov
tot
2000
0,7
1,0
0,7
1,2
0,1
0,9
0,9
0,1
0,6
0,5
0,2
0,4
0,8
0,1
0,6
2001
0,7
-
0,8
1,1
-
1,1
1,1
0,4
0,8
0,8
0,1
0,7
0,9
0,4
0,8
2002
0,4
0,1
0,4
1,6
0,0
1,0
0,6
0,1
0,5
0,8
0,3
0,7
0,8
0,1
0,6
2003
0,6
-
0,6
1,3
0,0
0,8
0,4
0,4
0,6
0,0
0,5
0,6
0,0
0,5
2004
0,5
0,0
0,4
3,3
-
3,3
0,6
0,8
0,6
0,9
-
0,9
0,8
0,3
0,8
2005
1,0
0,0
0,9
1,8
-
1,8
0,7
0,7
0,6
0,0
0,4
0,9
0,0
0,7
2006
0,5
-
0,5
9,0
-
9,0
1,3
0,8
1,1
1,1
-
1,1
1,3
0,8
1,3
Media
0,6
0,3
0,6
2,8
0,0
2,6
0,8
0,4
0,7
0,8
0,1
0,7
0,9
0,2
0,8
255
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
2
14
12
1,5
10
8
1
6
4
0,5
giornate
2
capi/giornata
0
0
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
Fig. 61: Numero medio di giornate di caccia e numero medio di lepri variabili abbattute per giornata di caccia
per Comprensorio Alpino nel periodo 2000-2006.
Nel periodo compreso tra il 2001 ed il 2006 il 95% dei capi è stato abbattuto nel mese di ottobre
(Figg. 62-64). Nel 2003 e nel 2005 nessun capo è stato consegnato a novembre.
Complessivamente, su 425 lepri variabili abbattute, solo 22 sono state consegnate dopo la nona
giornata di caccia.
256
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
30 %
30 %
2001
25
25
20
20
15
2002
V
15
V
10
10
5
5
0
0
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 1213 14 1516 17
ottobre
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 1213 14 1516 17
ottobre
novembre
novembre
Fig. 62: Lepri variabili (%)consegnate per giornata di caccia nel 2001 e nel 2002. Verifiche in data 21/10/01
(giornata n. 6) e 27/10/02 (giornata n. 8).
%
30
30
2003
25
25
20
20
15
15
10
10
5
%
2004
V
5
V
0
0
1 2 3 4 5 6 7 8 9 101112131415161718
ottobre
novembre
1 2 3 4 5 6 7 8 9 1011 12 1314 15 1617
ottobre
novembre
Fig. 63: Lepri variabili (%)consegnate per giornata di caccia nel 2003 e nel 2004. Verifiche in data 29/10/03
(giornata n. 9) e 31/10/04 (giornata n. 9).
30
%
2005
30
25
25
20
20
15
15
V
10
%
2006
V
10
5
5
0
0
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16
ottobre
novembre
1 2 3 4 5 6 7 8 9 101112131415161718
ottobre
novembre
Fig. 64: Lepri variabili (%)consegnate per giornata di caccia nel 2005 e nel 2006. Verifiche in data 23/10/05
(giornata n. 7) e 29/10/06 (giornata n. 7).
257
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
Pressione venatoria
I risultati per gli anni 2004 e 2005 sono riassunti nelle tabelle 17a e 17b.
I dati relativi al 2005, del tutto sovrapponibili a quelli raccolti nel 2004, confermano che il numero di
cacciatori che praticano questo tipo di caccia è nell’ordine del 25-30% del totale dei soci dei
Comprensori.
In particolare nel 2005, su un totale di 8906 cacciatori ammessi nei 17 CA piemontesi, il 47% circa
(4178 cacciatori) ha richiesto di poter partecipare alla caccia ai galliformi alpini ed alla lepre
variabile e ha quindi ritirato il contrassegno. Il 53,5% di questi cacciatori (2237, pari al 25% del
totale dei cacciatori ammessi) ha poi effettivamente praticato la caccia a queste specie effettuando
almeno un’uscita nel corso della stagione.
Il rapporto tra numero di cacciatori che hanno praticato la caccia e numero totale di capi abbattuti
(considerando tutte e quattro le specie) risulta essere in media di 2,3.
Nel 2005 le giornate totali di caccia sono state 18 (9 nel caso della coturnice); la verifica era
prevista per la settima giornata. In cinque comprensori soltanto la caccia è proseguita per tutto il
mese di novembre, in tutti gli altri casi l’attività venatoria è stata sospesa prima della diciottesima
giornata a causa del mancato raggiungimento del 50% degli abbattimenti alla giornata della
verifica oppure del completamento dei piani di prelievo. Considerando in dettaglio le singole
specie, per quanto riguarda il fagiano di monte su un totale di 17 CA in 11 casi il piano di prelievo è
stato completato mentre in due casi l’attività venatoria è stata sospesa alla settima giornata per il
mancato raggiungimento della soglia di salvaguardia. Per la pernice bianca, su un totale di undici
comprensori si sono avute 6 chiusure alla settima giornata (mancato raggiungimento del 50%) e 5
chiusure anticipate dovute al completamento del piano. I piani di prelievo della coturnice sono stati
completati prima della nona giornata in 14 casi su sedici mentre per la lepre variabile in nove casi
su dieci la caccia è stata chiusa prima della diciottesima giornata, in cinque casi a causa del
completamento del piano ed in quattro per il mancato raggiungimento della soglia del 50%.
L’andamento giornaliero dei prelievi (considerando tutte le specie insieme) è riportato nella tabella
18, mentre in figura 66 è rappresentata la percentuale di capi consegnati giornalmente sul totale
dei prelevati per ciascuna specie.
Il grafico in figura 65 è riferito al solo mese di ottobre: è evidente come la maggior parte degli
abbattimenti si concentri nelle prime cinque giornate di caccia (735 abbattimenti, pari al 76% del
totale), con un picco alla terza giornata.
258
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
Tab. 17a) e b): Analisi dell’attività venatoria, anni 2004 e 2005.
TOT = numero totale di cacciatori ammessi nel CA; R = cacciatori che hanno ritirato il contrassegno, quindi
autorizzati alla caccia alla tipica fauna alpina; I = cacciatori che hanno imbucato il tagliando, quindi hanno
effettuato almeno un’uscita.
R/TOT = % di cacciatori che hanno ritirato il contrassegno sul totale dei cacciatori ammessi; I/TOT = % di
cacciatori che hanno imbucato il tagliando sul totale dei cacciatori ammessi; I/R = % di cacciatori che hanno
imbucato il tagliando sul totale dei cacciatori autorizzati. Capi ASS = numero totale di capi assegnati, ovvero
previsti dal piano di prelievo; ABB = numero totale di capi abbattuti. Cacciatori/capi = rapporto tra numero di
cacciatori autorizzati (R) o che hanno imbucato almeno una volta (I) e numero totale di capi assegnati (ASS)
o abbattuti (ABB).
* = Il numero di cacciatori che hanno effettuato almeno un’uscita nel CA VC1 nel 2005 non è disponibile: al
fine di poter calcolare un totale regionale si è utilizzato il dato relativo al 2004.
a)
cacciatori
R
I
229
239
76
220
104
362
214
170
266
119
585
491
131
284
352
437
76
39
62
281
285
94
175
118
105
51,7
46,3
37,2
64,1
62,2
18,7
52,8
60,7
70,4
23,1
6,8
19,4
30,8
36,1
13,4
32,5
20,3
16,9
44,7
14,7
52,1
48,0
58,0
71,8
61,6
33,5
24,0
288
216
280
144
67,4
32,3
65,6
21,5
97,2
66,7
capi
ASS ABB
54
54
36
34
64
61
92
101
62
61
30
26
20
19
18
18
106
95
87
85
34
34
74
72
94
90
49
50
37
34
75
72
85
82
%
R/TOT I/TOT
I/R
75,1
31,7
42,2
53,0
18,4
34,7
47,4
23,3
49,2
60,6
36,0
59,4
63,3
28,1
44,5
41,8
21,4
51,1
15,1
10,3
68,2
31,5
18,8
59,8
66,3
32,9
49,6
68,0
36,9
54,2
18,9
13,0
68,9
52,7
24,7
46,9
57,7
23,8
41,3
40,3
27,5
21,8
79,5
47,5
47,5 100,0
32,3
19,6
60,6
46,9
25,1
53,5
capi
ASS ABB
56
55
54
32
73
53
100
111
64
41
30
27
22
22
25
21
126
86
94
104
40
38
79
63
98
88
54
32
37
37
85
76
82
83
1119
969
CA
BI1
CN1
CN2
CN3
CN4
CN5
CN6
CN7
TO1
TO2
TO3
TO4
TO5
VC1
VCO1
VCO2
VCO3
TOT
309
360
431
549
397
329
574
320
912
790
700
538
580
621
501
427
669
CA
BI1
CN1
CN2
CN3
CN4
CN5
CN6
CN7
TO1
TO2
TO3
TO4
TO5
VC1
VCO1
VCO2
VCO3
TOTALE
cacciatori
TOT
R
I
309
232
98
364
193
67
403
191
94
564
342
203
430
272
121
318
133
68
564
85
58
308
97
58
858
569
282
776
528
286
700
132
91
526
277
130
555
320
132
629
250
105*
550
151
120
417
198
198
643
208
126
8906 4178 2237
%
R/TOT I/TOT
74,1
66,4
21,1
51,0
24,1
65,9
39,0
I/R
31,8
47,3
59,1
cacciatori/capi
R/ASS R/ABB I/ASS I/ABB
4,2
4,2
6,6
7,0
2,1
2,2
3,4
3,6
1,6
1,7
3,9
3,6
2,3
2,1
cacciatori/capi
R/ASS R/ABB I/ASS I/ABB
4,1
4,2
1,8
1,8
3,6
6,0
1,2
2,1
2,6
3,6
1,3
1,8
3,4
3,1
2,0
1,8
4,3
6,6
1,9
3,0
4,4
4,9
2,3
2,5
3,9
3,9
2,6
2,6
3,9
4,6
2,3
2,8
4,5
6,6
2,2
3,3
5,6
5,1
3,0
2,8
3,3
3,5
2,3
2,4
3,5
4,4
1,6
2,1
3,3
3,6
1,3
1,5
4,6
7,8
4,1
4,1
3,2
3,2
2,3
2,6
2,3
2,6
2,5
2,5
1,5
1,5
3,7
4,3
2,0
2,3
5,7
13,3
6,6
5,5
5,6
3,9
3,8
3,7
8,9
6,5
14,0
6,6
6,2
5,8
3,9
3,9
3,9
8,7
2,5
2,0
3,4
2,7
3,3
2,8
2,4
1,3
2,1
2,9
2,1
3,4
3,0
3,4
2,8
2,4
1,3
2,1
3,8
2,5
4,0
2,6
3,7
1,7
3,9
1,8
b)
259
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
Tab. 18: Numero di capi abbattuti per ogni giornata di caccia nel 2005. Il numero riportato in tabella si
riferisce al totale delle quattro specie. Le giornate successive alla chiusura della caccia sono colorate in
grigio. La giornata della verifica è evidenziata dal riquadro rosso.
2
DO
2/10
ME
5/10
BI1
11
14
16
4
9
1
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
CN1
10
3
11
2
2
0
2
2
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
CA
3
4
5
6
7
GIORNATA
9
10
11
1
8
DO
ME
DO
ME
DO
ME
DO
ME
9/10 12/10 16/10 19/10 23/10 26/10 30/10 2/11
12
DO
6/11
13
14
15
16
17
18
ME
DO
ME
DO
ME
DO
ME
9/11 13/11 16/11 20/11 23/11 27/11 30/11
CN2
9
4
15
12
10
1
2
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
CN3
19
4
24
16
21
4
13
10
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
CN4
5
4
7
9
7
2
7
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
CN5
5
0
3
5
2
2
4
5
0
0
0
0
0
0
1
0
0
0
CN6
7
1
4
2
2
2
2
2
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
CN7
5
0
5
3
2
1
1
3
1
0
0
0
0
-
-
-
-
-
TO1
17
9
13
8
8
5
17
2
1
1
0
1
1
0
3
0
0
0
TO2
27
8
20
3
15
0
4
8
17
2
-
-
-
-
-
-
-
-
TO3
14
2
7
4
4
0
1
4
1
1
-
-
-
-
-
-
-
-
TO4
11
5
12
8
15
9
3
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
TO5
9
19
13
5
16
5
7
5
7
1
0
0
1
0
0
0
0
0
VC1
4
5
6
4
6
1
3
0
0
0
0
0
3
-
-
-
-
-
VCO1
2
6
6
6
7
2
5
3
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
VCO2
3
14
10
11
21
9
4
1
3
-
-
-
-
-
-
-
-
-
VCO3
TOT
0
158
8
106
17
189
15
117
18
165
5
49
5
80
13
58
2
32
0
0
0
-
-
-
-
-
-
0
1
5
0
4
0
0
0
189
200
180
5
165
158
160
140
120
117
100
106
80
80
58
60
40
32
49
20
DO 30/10
ME 26/10
DO 23/10
ME 19/10
DO 16/10
ME 12/10
DO 9/10
ME 5/10
DO 2/10
0
Fig. 65: Numero di capi abbattuti nel mese di ottobre 2005 per ogni giornata di caccia. Il numero riportato si
riferisce al totale delle quattro specie ed è relativo a tutta la regione. La giornata della verifica è evidenziata
dal riquadro rosso.
260
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
FAGIANO DI MONTE
25
40
%
PERNICE BIANCA
%
35
20
30
25
15
20
10
15
10
5
5
0
COTURNICE
30
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
0
20
%
25
LEPRE VARIABILE
%
15
20
10
15
10
5
5
0
0
2
3
4
5
6
7
8
9
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
1
Fig. 66: Percentuale dei capi consegnati (sul totale dei prelevati) per ogni giornata di caccia nel 2005.
Verifica alla settima giornata.
Il numero di cacciatori che hanno imbucato il tagliando per ogni giornata di caccia ed in ogni CA è
riassunto in tabella 19, mentre la figura 67 è relativa alle prime nove giornate, ovvero al mese di
ottobre.
Come ci si poteva attendere, l’andamento è sovrapponibile a quello degli abbattimenti, con il
maggior numero di uscite concentrato nelle prime cinque giornate di caccia. Il numero massimo è
stato registrato durante la prima giornata, con 1486 cacciatori.
Durante il mese di ottobre (Fig. 67) è evidente come il numero di cacciatori sia notevolmente più
alto la domenica rispetto al mercoledì; le differenze si riducono nel mese di novembre.
In tabella 20 il numero di cacciatori viene rapportato al numero di capi delle quattro specie
complessivamente abbattuto per ogni giornata di caccia. Lo sforzo di caccia nel mese di ottobre
varia in media tra 7 e 11 uscite/capo abbattuto, con oscillazioni notevoli tra giornate e
comprensori diversi. Il rapporto aumenta nel mese di novembre, quando alla drastica riduzione
del numero di capi abbattuti (15 capi prelevati a novembre contro i 954 di ottobre) non
corrisponde un’altrettanto drastica riduzione del numero di uscite. I valori più elevati si registrano
all’undicesima giornata, con 98 uscite e nessun capo prelevato, e alla dodicesima, con 50 uscite
e un capo prelevato.
In tabella 21 il numero di uscite viene invece rapportato al numero di capi ancora prelevabili,
ovvero al numero di capi delle quattro specie previsti dal piano di prelievo e non ancora abbattuti.
Il valore varia tra 0,9 e 3,6 nel mese di ottobre, mentre diminuisce a novembre: nelle ultime
261
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
cinque giornate di caccia il numero di uscite risulta essere molto più basso dei capi ancora
prelevabili.
Alcuni comprensori hanno fornito anche i dati relativi al numero di uscite effettuate da ogni
singolo cacciatore (tabelle 22a e 22b per il 2004 ed il 2005 rispettivamente). Anche in questo
caso non si osservano differenze particolari tra le due stagioni venatorie. In media il 25-30% dei
cacciatori che ha praticato la caccia ai galliformi alpini ed alla lepre variabile è uscito a caccia
una sola giornata, il 20% ha invece effettuato due uscite. Il 65% circa dei cacciatori non ha
effettuato più di 3 uscite durante la stagione venatoria.
Tab. 19: Numero di cacciatori che hanno imbucato il tagliando per ogni giornata di caccia (anno 2005). Le
giornate successive alla chiusura della caccia sono colorate in grigio.
CA
BI1
CN1
CN2
CN3
CN4
CN5
CN6
CN7
TO1
TO2
TO3
TO4
TO5
VC1
VCO1
VCO2
VCO3
TOTALE
1
2
3
DO
2/10
ME
5/10
DO
9/10
98
84
53
27
72
36
174
80
83
29
50
7
42
7
42
25
157
60
179
75
65
30
88
66
74
55
39
31
55
53
158 127
57
56
1486 848
4
5
6
7
8
GIORNATA
9
10
ME
DO
ME
DO
ME
DO
12/10 16/10 19/10 23/10 26/10 30/10
71
48
39
19
60
51
135 105
58
45
43
30
27
23
32
40
80
38
144
69
55
42
94
58
65
19
41
25
60
62
185 120
71
70
1260 864
29
37
61
117
64
41
22
31
102
124
56
76
32
41
68
171
75
1147
12
22
35
4
15
41
109
8
22
5
33
7
12
13
28
27
129
19
75
5
27
33
47
18
13
13
39
73
58
89
43
55
57
444 742
ME
2/11
11
12
DO
6/11
ME
9/11
13
14
15
16
17
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
19
25
12
15
8
11
7
0
0
0
0
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
67
3
27
6
21
32
48
22
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
18
15
3
4
2
7
0
0
0
3
0
1
2
2
0
0
0
1
0
0
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
21
66
97
33
4
21
19
10
7
47
4
30
8
32
-
-
-
-
-
12
33
4
13
3
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
44
11
11
3
8
12
1
7
1
8
9
1
15
0
0
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
8
95
0
0
-
-
-
-
-
-
63
29
38
19
14
15
16
53
5
66
400
19
12
361
98
50
1486
1400
1260
1147
1200
1000
800
742
864
848
600
361
400
444
400
200
DO 30/10
ME 26/10
DO 23/10
ME 19/10
DO 16/10
ME 12/10
DO 9/10
ME 5/10
0
DO 2/10
18
DO
ME
DO
ME
DO
ME
13/11 16/11 20/11 23/11 27/11 30/11
Fig. 67: Numero di cacciatori che hanno imbucato il tagliando per ogni giornata di caccia nel mese di ottobre
2005.
262
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
3
Tab. 20: Rapporto tra cacciatori che hanno imbucato e capi prelevati per ogni giornata di caccia nel 2005.
GIORNATA
BI1
1
DO 2/10
2
3
CN
1
2
8,9
5,3
8,0
ME 5/10
6,0
9,0
9,0 20,0 7,3
DO 9/10
4,4
3,5
4,0
5,6
8,3 14,3 6,8
4
ME 12/10 12,0 9,5
4,3
6,6
5,0
5
DO 16/10
3,2 18,5 6,1
5,6
6
ME 19/10 12,0 22/0 4,0 10,3 4,0
7
DO 23/10
-
17,5 7,5
8,4
8
ME 26/10
-
9,5
6,7
9
DO 30/10
-
3
4
TO
5
6
9,2 16,6 10,0 6,0
7/0
7
1
2
3
4
5
8,4
9,2
6,6
4,6
8,0
8,2
7,0 25/0 6,7
VC1
VCO
1
2
3
TOT
9,8 27,5 52,7 57/0 9,4
7,0
8,0
7,8
5,0
6,8 10,0 18,5 4,2
6,7
6,0 11,5 13,3 4,8 23,0 10,5 7,3
3,8
6,3 10,3 10,9 4,7
7,4
9,1 20,5 11,0 15,5 12,8 8,3 14,0 5,1
2,0
6,8
7,0
6,4
6,2
9,4 15,0 13,2 2,9
6,2
7,2
7,9
9,7
9,1
8,1
4,2
2,5
3,5 13,0 5,4 19/0 5/0
3,1
8,3
6,0 28,0 7,6 18,8 27,0 15,7 1,9 13,0 11,6 10,8 11,4 9,3
3/0
5,4
3,0
7,0 16,0 6,0
5,5
3,7
8,8
-
3,0 16/0 17,7 5,0
5,1
6,3 11/0
6,9
-
6,3
6,0 11,3
-
-
8/0 21,0
8/0 12/0
-
-
0/0 98/0
1/0
7/0
-
-
0/0 50,0
-
1,0
2,7
-
-
-
12,6
-
25/0
-
-
18/0 15/0
-
21,0 66,0 5,7 33,0
-
10 ME 2/11
-
12/0
-
-
3/0
-
4/0 21,0 9,5 10,0
-
11 DO 6/11
-
15/0
-
-
2/0
7/0
-
7/0 47/0
-
-
-
12 ME 9/11
-
8/0
-
-
0/0
0/0
-
4/0 30,0
-
-
-
13 DO 13/11
-
11/0
-
-
0/0
3/0
-
8/0 32,0
-
-
4/0
3,6 13,0 36,5 9,9 11,0 9,1
11,0 3/0
14 ME 16/11
-
7/0
-
-
0/0
1/0
-
-
12/0
-
-
-
9/0
-
-
-
-
29/0
15 DO 20/11
-
0/0
-
-
2/0
2/0
-
-
11,0
-
-
-
1/0
-
-
-
-
9,5
16 ME 23/11
-
0/0
-
-
0/0
0/0
-
-
4/0
-
-
-
15/0
-
-
-
-
19/0
17 DO 27/11
18 ME 30/11
-
0/0
0/0
-
-
0/0
0/0
1/0
0/0
-
-
13/0
3/0
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
0/0
0/0
-
-
-
-
14/0
3/0
-
Tab. 21: Rapporto tra cacciatori che hanno imbucato e numero di capi ancora prelevabili per ogni giornata
di caccia nel 2005.
GIORNATA
BI1
1
DO 2/10
2
ME 5/10
3
4
CN
TO
1
2
3
4
5
6
7
1
2
3
4
5
1,8
1,0
1,0
1,7
1,3
1,7
1,9
1,7
1,2
1,9
1,6
1,1
0,8
1,9
0,6
0,6
1,0
0,5
0,3
0,5
1,3
0,6
1,1
1,2
1,0
0,6
DO 9/10
2,3
1,0
1,0
1,8
1,1
1,7
1,9
1,6
0,8
2,4
2,3
1,5
ME 12/10
3,2
0,7
1,1
2,0
0,9
1,4
2,3
2,7
0,4
1,4
2,5
1,1
5
DO 16/10
2,6
1,4
1,8
3,2
1,6
2,4
2,8
2,6
1,3
2,6
4,3
6
ME 19/10
6,0
0,9
0,1
2,6
0,3
0,3
1,2
1,3
0,4
0,6
0,6
7
DO 23/10
-
1,4
0,5
9,1
0,7
2,5
3,0
3,1
2,0
2,3
8
ME 26/10
-
1,7
-
22,3 0,8
2,5
3,0
2,6
0,7
1,7
9
DO 30/10
-
2,8
-
-
4,5
2,5
-
4,2
2,8
10 ME 2/11
-
1,3
-
-
0,8
0,7
-
2,0
11 DO 6/11
-
1,7
-
-
0,5
1,2
-
3,5
12 ME 9/11
-
0,9
-
-
0,0
0,0
-
13 DO 13/11
-
1,2
-
-
0,0
0,5
-
14 ME 16/11
-
0,8
-
-
0,0
0,2
15 DO 20/11
-
0
-
-
0,5
0,3
16 ME 23/11
-
0
-
-
0,0
17 DO 27/11
18 ME 30/11
-
0
0
-
-
0,0
0,0
VC1
VCO
TOT
1
2
3
0,7
1,5
1,9
0,7
1,3
0,6
1,5
1,5
0,7
0,9
0,9
0,9
2,1
2,7
1,0
1,5
0,3
0,6
2,7
2,1
1,2
1,3
1,8
0,6
1,2
4,0
3,6
1,8
2,0
1,2
0,5
0,4
7,3
3,4
2,3
1,1
3,4
2,6
0,4
1,4
7,3
3,1
3,0
2,1
3,1
-
0,6
5,3 26,5 1,3
4,7
2,3
4,6 11,0
-
2,3
3,7
-
6,3
3,0
3,6
0,9
6,3
5,0
-
0,8
1,0
-
-
4,0
1,4
2,1
-
-
-
0,6
4,0
-
-
0,0
1,6
2,0
1,4
-
-
-
0,1
2,3
-
-
0,0
0,8
4,0
1,5
-
-
-
0,1
2,7
-
-
-
1,1
-
-
0,6
-
-
-
0,8
-
-
-
-
0,6
-
-
1,7
-
-
-
0,1
-
-
-
-
0,7
0,0
-
-
0,2
-
-
-
1,3
-
-
-
-
0,4
0,2
0,0
-
-
0,8
0,2
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
0,0
0,0
-
-
-
-
0,3
0,1
-
263
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
Tab. 22a) e b): Numero di cacciatori che hanno effettuato una o più uscite nelle stagioni 2004 e 2005 (dati
forniti dai CA TO1, TO2, TO5, CN1, CN2, CN3, CN5, CN7).
a)
USCITE
TO2
N
%
TO5
N
%
CN1
N
%
CN2
N
%
CN3
N
%
CN5
N
%
CN7
N
%
TOTALE
N
%
1
75 26,7
89 31,2
17 14,4
17 22,4
29 28,2
43 20,1
20 26,3
15 24,2
305 25,1
2
59 21,0
84 29,5
19 16,1
13 17,1
15 14,6
36 16,8
15 19,7
13 21,0
254 20,9
3
33 11,7
45 15,8
20 16,9
13 17,1
15 14,6
21
8 12,9
164 13,5
4
35 12,5
29 10,2
14 11,9
11 14,5
17 16,5
25 11,7
6
7,9
17 27,4
154 12,7
5
17
6,0
17
6,0
10
8,5
16 21,1
7,9
9 14,5
6
19
6,8
10
3,5
3
2,5
7
11
3,9
7
2,5
8
13
4,6
4
1,4
9
6
2,1
TO1
1
93
2
33
2
2,6
64
5,3
5
6,6
43
3,5
19
1,6
3
76 100 103 100 214 100
TO2
%
8,4
1,9
281 100 285 100 118 100
N
6,7
18
13 12,6
4
0,8
USCITE
81
1,9
1
1,1
9 11,8
2
2,5
3
30 14,0
5,9
4,2
14
8,6
3,9
7
3
0,4
105
4
6,5
5
1,4
6
14
1,1
1
23 10,7
1,0
0,7
4
6,8
1
3
N
9 11,8
7
5,1
2
12
7,9
9,8
6
10
13
6
13 11,0
11
15
TOT
b)
TO1
N
%
TO3
%
N
TO5
%
N
1 1,3
76 100
N
40 30,3 231 29,2
55 19,5
60
16 17,6
29
3
41 14,5
55 19,2
4
25 8,87
38 13,3
20
22
15 11,4
98 12,4
5
21 7,45
16 5,59
11 12,1
12 9,09
60 7,59
6
14 4,96
17 5,94
0,2
0,3
3
0,2
1 0,1
62 100 1215 100
7
14 4,96
8
8
9 3,19
6
9
4 1,42
5 1,75
10
4 1,42
4 0,51
11
1 0,35
1 0,13
24 18,2 129 16,3
4,4
5 3,79
40 5,06
2,8
4
4,4
6 4,55
32 4,05
2,1
8 8,79
1 0,76
24 3,03
2,2
2
4
22 160 20,2
4
2
0,7
0,6
%
17 18,7
9 9,89
9
7
TOTALE
%
81 28,3
21
3,9
11 1,39
12
13
14
TOT
1 0,35
282 100 286 100
1 0,13
91 100 132 100 791 100
In conclusione, la caccia ai galliformi alpini ed alla lepre variabile in Piemonte durante le due
stagioni venatorie 2004 e 2005 è stata praticata in media dalla metà dei cacciatori autorizzati (che
hanno ritirato il contrassegno). Si ha cioè che circa un quarto dei cacciatori soci dei Comprensori
alpini pratica effettivamente questo tipo di caccia. La maggior parte dei cacciatori ha effettuato un
numero di uscite non superiore a tre, e la pressione venatoria è risultata concentrata soprattutto
nelle prime cinque giornate di caccia, in particolare di domenica. L’andamento degli abbattimenti
riflette questa tendenza, con il 76% dei capi prelevati nelle prime cinque giornate.
Nel mese di novembre diminuiscono sia il numero di capi abbattuti, sia il numero di cacciatori per
giornata. La riduzione dei capi abbattuti dipende dal fatto che molti piani di prelievo vengono chiusi
prima del termine della stagione venatoria, ma anche da un più basso successo di caccia. La
diminuzione è infatti molto più drastica per quanto riguarda gli abbattimenti (soltanto 15 capi
prelevati a fronte dei 68 ancora disponibili alla decima giornata di caccia) che non per i cacciatori
(409 uscite a novembre). Il rapporto tra numero di cacciatori e numero di capi prelevati è quindi
molto differente nei due mesi, con valori massimi per i primi giorni di novembre.
264
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
2.2 Ungulati
Introduzione
In questo capitolo verranno descritti ed analizzati i dati relativi ai piani di prelievo selettivo ed agli
abbattimenti di ungulati ruminanti e cinghiale, riferiti alle stagioni venatorie dal 1996/97 al
2005/2006.
Per ogni specie sono stati analizzati e confrontati i dati quali-quantitativi ed è stata valutata la
dinamica di popolazione sulla base delle ripartizioni in classi di sesso ed età. Sono inoltre
brevemente presentate le statistiche relative all’analisi dei dati biometrici, con particolare
riferimento ai pesi.
Per quanto riguarda il cinghiale, sono stati analizzati i dati di dinamica di popolazione e biometrici
relativi agli abbattimenti delle stagioni venatorie dal 1996 al 2005 nei Comprensori alpini, per i
quali vige l’obbligo della consegna dei capi abbattuti ai Centri di controllo per la raccolta dei dati.
Dal 2001 è iniziata una raccolta dati organica anche negli ATC.
Banca dati
Per le elaborazioni del presente capitolo sono stati utilizzati i dati contenuti nei PPGU 2000/2004.
Dall’anno 2000 è stata inoltre avviata la Banca Dati Ungulati, contenente le informazioni relative
alle schede di rilevamento dati che vengono compilate nei Centri di controllo per tutti gli ungulati
prelevati. Su questi dati, concernenti pertanto le ultime stagioni venatorie, sono state condotte le
analisi biometriche e di dinamica di popolazione.
Il sesso e l’età presunta di tutti gli ungulati sono stati attribuiti dai tecnici addetti ai centri di
controllo, sulla base dell’esame visivo dell’individuo, dell’eruzione della dentizione definitiva e
dell’usura della tavola dentaria (cervidi e cinghiale), e del conteggio degli anelli di accrescimento
degli astucci cornei (bovidi).
I risultati di seguito presentati si riferiscono tutti al periodo 1996-2005 in quanto i dati della
stagione venatoria 2006-2007 non sono confrontabili con gli altri a causa di alcune
sospensioni del periodo di prelievo.
Risultati
Cinghiale
Comprensori alpini
I dati disponibili per questa specie presentati nella tabella sottostante si riferiscono ai
Comprensori Alpini della Regione Piemonte, dove vi è l’obbligo di consegna dei capi ai centri di
controllo. Tra il 1996 ed il 2005 sono stati prelevati 48.116 cinghiali (Tabella 1). La tendenza in
aumento è statisticamente significativa a livello regionale (rho Spearman =0.98, p<0.01) ed in
tutte le province, fatta eccezione per il torinese dove i prelievi annuali sono rimasti costanti
(Figura 1).
Il prelievo è concentrato nelle province di Cuneo e Torino, dove sono stati abbattuti il 90% di tutti i
capi; nel Verbano Cusio Ossola è stato prelevato poco meno del 10%, e a Biella e Vercelli tra l’1
e il 2% (Figura 2). L’indice cinegetico medio (capi abbattuti/100 ha) su tutto il territorio alpino
piemontese ha mostrato una generale tendenza all’aumento dal 1996 al 2005; questo indice è
risultato significativamente diverso fra le province, con valori più alti in quelle di Torino e Cuneo
(Tab. 2; Kruskal Wallis = 30.95, p < 0.01). Questi risultati sono in linea con quanto rilevato per
l’analisi dei prelievi e riflettono la distribuzione della specie sul territorio piemontese.
265
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
Tab. 1: Cinghiali abbattuti nei Comprensori alpini del Piemonte nel periodo 1996-2005.
Anno
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
Totale
Media
DS
BI
CN
1164
1331
1833
1680
2271
2247
2584
2822
2937
4011
22880
2548
851
1
1
7
38
53
82
85
89
356
45
38
TO
1860
1910
2268
1821
2274
1954
2021
1934
2007
2243
20292
2065
171
VC
*
*
16
26
84
102
161
137
200
264
990
124
85
VCO
138
192
299
354
360
302
459
319
539
636
3598
409
151
TOT
3162
3433
4417
3882
4996
4643
5278
5294
5768
7243
48116
5190
1201
* dato non disponibile
8000
7000
6000
5000
4000
3000
2000
1000
0
1996
BI
1997
1998
CN
1999
2000
TO
2001
VC
2002
2003
VCO
2004
2005
TOTALE
Fig. 1: Cinghiali abbattuti nei CA del Piemonte nel periodo 1996-2005.
VCO
VC
7%
2%
BI
1%
CN
48%
TO
42%
Fig. 2: Distribuzione del prelievo di cinghiale nelle province piemontesi nel periodo 1996-2005.
266
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
Tab. 2: Indice cinegetico (capi abbattuti/100ha) per il cinghiale in Piemonte (Zona Alpi) nel periodo 1996-2005.
PROVINCIA N. CA S.U.S. (ha) 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 media
VC
VB
TO
CN
BI
Totale
1
3
5
7
1
17
44.252
114.289
210.616
203.146
23.000
595.303
0,12
0,88
0,57
0,17
0,91
0,66
0,04
0,26
1,08
0,9
0,06
0,31
0,86
0,83
0,19
0,31
1,08
1,12
0,53
0,58
0,74
0,65
0,84
0,23
0,45
0,93
1,11
0,17
0,82
0,36
0,4
0,96
1,27
0,23
0,89
0,31
0,51
0,97
1,48
0,36
0,97
0,45
0,47
0,95
1,45
0,37
0,97
0,6
0,56
1,06
1,97
0,39
1,22
0,28
0,36
0,97
1,14
0,3
0,82
La struttura di età è stata desunta da un campione di 30.654 cinghiali portati ai centri di controllo
negli anni dal 2000 al 2005. Dal grafico in figura 3 si vede che il prelievo ha influito soprattutto
sulla classe di età dei rossi (25–30%), mentre gli individui più giovani sono prelevati in misura
trascurabile (<5%); per quanto riguarda le classi adulte il prelievo è distribuito in maniera
abbastanza uniforme con percentuali tra il 10 ed il 15%.
ADULTO 4
ADULTO 3
ADULTO 2
ADULTO 1
SUBADULTO
ROSSO
STRIATO
0
5
10
% Femmine
15
20
25
30
% Maschi
Fig. 3: Struttura di età dei cinghiali prelevati in Zona Alpi. In ascissa è rappresentata la percentuale sul
totale dei capi (maschi e femmine separatamente), in ordinata l’età dei cinghiali abbattuti.
In figura 4 è rappresentato il tipo di caccia praticato nei comprensori alpini del Piemonte, dove si
manifesta una predilezione per la caccia collettiva in tutte le province, anche se a Verbania viene
praticata anche la caccia singola, con percentuali che si aggirano tra il 40-50%; il tipo di caccia
maggiormente praticato a Vercelli infine, è la caccia singola con percentuali attorno al 70%.
La dimensione media delle squadre in Zona Alpi si aggira intorno ai 9-10 partecipanti (Figura 5).
Le squadre con un maggior numero di partecipanti si trovano nelle province di Cuneo e Biella (1214 partecipanti), mentre le più piccole sono localizzate nel Verbano Cusio Ossola e nel vercellese,
dove è peraltro praticata principalmente la caccia singola: probabilmente in tali province non è
ancora viva la tradizione della caccia collettiva, anche perché sono state colonizzate dalla specie
più tardi rispetto alle altre ed anche più tardi (anni ‘90) ne è iniziata la gestione.
267
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
100
90
80
70
60
50
40
30
20
10
0
%
BI
CN
TO
VB
singola
VC
Totale
collettiva
Fig. 4: Tipo di caccia al cinghiale in Zona Alpi.
Numero di partecipanti
18
16
14
12
10
8
6
4
2
0
BI
CN
TO
VB
VC
Fig. 5: Numero medio di partecipanti alla caccia collettiva in Zona Alpi nelle province piemontesi.
Come si vede dal grafico in figura 6, la percentuale di femmine gravide è minima nella classe di età
6-12 mesi, prossima al 10% nella classe tra i 12 e 18 mesi, di poco superiore nella classe tra i 18 e
i 24, per poi scendere nuovamente nelle femmine adulte (> 24 mesi).
Il numero di feti per femmina gravida aumenta con il crescere dell’età e la variabilità maggiore si
trova nelle classi di età più giovani (figura 7).
100
90
80
70
60
50
40
30
20
10
0
%
6-12 mesi
12-18 mesi
18-24 mesi
non gravide
gravide
oltre 24 mesi
Fig. 6: Percentuale di femmine gravide nelle diverse classi di età.
268
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
35
30
25
20
15
10
5
0
1
2
3
4
5
6
6-12 mesi
7
8
9
12-18 mesi
10
18-24 mesi
11
12
13
15
oltre 24 mesi
Fig. 7: Numero di feti per femmina gravida nelle diverse classi di età.
Suddividendo i pesi dei cinghiali abbattuti nelle diverse fasce altitudinali (figura 8), si ha che tra i
200 ed i 600 m di altezza i pesi sono risultati maggiori in tutte le classi di età, anche se queste
differenze sono significative soltanto nelle fasce di età 6-12 mesi, 18-24 mesi e oltre 24 mesi (per
tutte e tre le classi One-Way ANOVA, p<0.000).
160
140
120
kg
100
80
60
200-600 m
40
700-1200 m
20
1300-1800 m
0
oltre 1800 m
ol
4
-2
18
tre
24
i
es
i
es
i
es
m
m
m
i
es
i
es
m
8
-1
12
m
12
6-
6
0-
Fig. 8: Peso dei cinghiali abbattuti a diverse altitudini.
269
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
Ambiti territoriali di caccia
La raccolta dati per la zona di pianura è iniziata nel 2000 con la predisposizione dei registri di
caccia organizzati da alcuni ambiti. In seguito, con la D.G.R. n 23-3501 del 16/07/2001 si è reso
obbligatorio l’utilizzo del registro di caccia a tutte le squadre partecipanti a tale attività. Dal 2000 al
2005 sono stati abbattuti complessivamente 28156 cinghiali (Tabella 3). La tendenza in aumento è
statisticamente significativa a livello regionale ed in tutte le province. Occorre precisare che i dati di
questi primi anni sono stati raccolti direttamente dalle squadre di caccia non essendo previsto
l’obbligo di consegna del capo al centro di controllo.
Tab. 3: Cinghiali abbattuti negli ambiti territoriali di pianura del Piemonte nel periodo 2000-2005.
Anno
2000
2001
2002
2003
2004
2005
Totale
Media
DS
AL
1989
1816
2078
2634
2429
3273
14219
2370
534
AT
80
214
313
331
386
492
1816
303
142
BI
CN
378
1433
1420
1657
1835
1882
8605
1434
553
317
314
311
330
521
1793
359
91
TO
35
23
125
147
263
364
957
160
133
NO
277
243
246
766
255
19
Totale
2482
3803
4250
5357
5486
6778
28156
4693
1503
7000
6000
5000
4000
3000
2000
1000
0
2000
AL
2001
AT
2002
BI
CN
2003
TO
2004
NO
2005
TOTALE
Fig. 9: Cinghiali abbattuti negli ATC del Piemonte nel periodo 2000-2005.
La maggior parte dei prelievi (51%) avviene nei tre ATC della provincia di Alessandria, seguita
dalla Provincia di Cuneo (31%). Il prelievo nelle altre province è compreso tra il 3 ed il 6% (Figura
10).
270
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
TO NO
3% 3%
CN
31%
AL
51%
BI
6%
AT
6%
Fig. 10: Distribuzione del prelievo nelle diverse province piemontesi (Zona Pianura) tra il 2000 e il 2005.
Nella Tabella 4 è riportato l’indice cinegetico (capi abbattuti/100 ha) per la zona di Pianura negli
anni dal 2000 al 2005. Tale indice varia negli anni in relazione al numero di ambiti territoriali in cui
viene recepita la delibera regionale che obbliga l’utilizzo del registro giornaliero di caccia. Dai dati
riportati l’indice varia da 1,84 nel 2000 a 2,14 nel 2005; dei 17 ATC presenti in regione Piemonte
solo in 3 non viene effettuata la gestione venatoria del cinghiale nelle modalità previste dalla
delibera regionale.
Tab.4: Indice cinegetico (capi abbattuti/100ha) per il cinghiale in Piemonte (Zona Pianura) nel periodo 20002005.
2000
SUS
capi/
2001
SUS
capi/
2002
SUS
capi/
2003
SUS
capi/
2004
SUS
capi/
2005
SUS
capi/ media
(ha)
100 ha
(ha)
100 ha
(ha)
100 ha
(ha)
100 ha
(ha)
(ha)
AL
89143
2,2
80715
2,3
89143
2,3
89143
3,0
89143
2,7
89143
3,7
2,7
AT
20599
0,4
32871
0,7
32871
1,0
32871
1,0
32871
1,2
32871
1,5
0,9
23211
1,4
23211
1,4
23211
1,3
23211
1,4
23211
2,2
1,5
38978
3,7
38978
3,6
45359
3,7
45359
4,1
45359
4,2
3,6
27028
1,0
27028
0,9
27028
0,9
0,9
22402
240013
0,7
2,2
47216
264828
0,6
2,1
47216
264828
0,8
2,6
0,5
2,1
PROVINCIA
BI
CN
16865
2,2
NO
TO
Totale
8609
135216
0,4
1,8
8609
184384
0,3
2,1
22402
206604
0,6
2,1
100 ha
100 ha
La struttura di età è stata desunta da un campione di 4647 cinghiali abbattuti nella zona di pianura
nella stagione venatoria 2005-2006 (Figura 11).
Il prelievo appare ben distribuito nelle diverse classi di età ad eccezione di quella degli striati nei
confronti dei quali l’interesse venatorio è piuttosto scarso e degli animali più vecchi che sono
normalmente poco rappresentati nelle popolazioni di cinghiale.
In zona di pianura la raccolta dei dati biometrici è affidata direttamente alle squadre, in quanto
non è stata prevista l’istituzione di centri di controllo. E’ stata pertanto predisposta a campione
una verifica presso un ATC attraverso la raccolta di dati biometrici effettuata da personale
specializzato. Nelle figure seguenti (Figure 12-13) vengono riportati, a titolo comparativo, le due
strutture di popolazioni rilevate.
271
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
ADULTO 4
ADULTO 3
ADULTO 2
ADULTO 1
SUBADULTO
ROSSO
STRIATO
0,0
5,0
10,0
% Femmine
15,0
20,0
25,0
% Maschi
Fig. 11: Struttura di età dei cinghiali prelevati in Zona di Pianura. In ascissa è rappresentata la percentuale
sul totale dei capi (maschi e femmine separatamente), in ordinata l’età dei cinghiali abbattuti
ADULTO 4
ADULTO 4
ADULTO 3
ADULTO 3
ADULTO 2
ADULTO 2
ADULTO 1
ADULTO 1
SUBADULTO
SUBADULTO
ROSSO
ROSSO
STRIATO
STRIATO
0
10
20
30
% Femmine
40
50
60
0
10
20
30
% Femmine
% Maschi
Fig. 12: Struttura di età rilevata da un ATC campione.
40
50
% Maschi
Fig.13: Verifica della struttura di popolazione.
La differenza emersa dal confronto tra le due strutture, già rilevata in altre analoghe esperienze
(Monaco et al. 2003) evidenzia la necessità di proseguire la formazione dei cacciatori addetti alla
raccolta di tali informazioni al fine di uniformare le metodologie adottate.
Per tale motivo non vengono presi in considerazione gli altri parametri biometrici e biologici.
272
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
60
Cervo
Tra il 1996 ed il 2005 sono stati assegnati 7467 cervi e ne sono stati abbattuti 4786, con una
media di 479 all’anno ( + 99 DS, min =322, max = 651, tabella 5). In figura 14 sono riportati i cervi
assegnati ed abbattuti negli anni dal 1996 al 2005 in tutto il territorio piemontese, mentre le figure
dalla 15 alla 17 mostrano gli andamenti dei cervi assegnati e abbattuti suddivisi per provincia.
Soltanto nella provincia del Verbano Cusio Ossola c’è stato un significativo incremento dei cervi
prelevati (rho di Spearman=0,97, p<0,01, figura 17), mentre nelle province di Cuneo e Torino e su
tutto il territorio regionale si evidenziano delle fluttuazioni, ma le tendenze non sono
statisticamente significative. Tali fluttuazioni sono evidenti anche nelle percentuali di
completamento dei piani di prelievo, che si aggirano su valori medi pari al 64% (tab. 5). Lo sforzo
di prelievo è di circa 3,3 giornate di caccia per i fusoni, 4 giornate per i maschi adulti, 4,3 giornate
per le femmine e 4,6 per i piccoli (tab.6).
Tab. 5: Cervi assegnati (ASS) e abbattuti (ABB) nei CA del Piemonte nel periodo 1996-2005.
CN
Anno
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
Totale
Media
DS
TO
AS
AB
%
15
27
24
30
33
25
27
34
129
38
6
6
13
20
23
13
25
25
33
75
20
9
40,0
48,1
83,3
76,7
39,4
100,0
92,6
97,1
58,1
70,6
70,6
AS
570
610
575
565
620
670
580
575
560
498
4190
582
45
AB
420
289
270
386
546
375
321
394
332
272
2607
361
84
VCO
%
73,7
47,4
47,0
68,3
88,1
56,0
55,3
68,5
59,3
54,6
62,2
61,9
60,8
AS
85
121
79
70
97
133
176
202
208
230
761
140
59
AB
38
41
46
52
85
114
142
139
178
167
518
100
55
TOT
%
44,7
33,9
58,2
74,3
87,6
85,7
80,7
68,8
85,6
72,6
68,1
69,1
71,3
AS
655
731
669
662
741
833
789
802
795
790
7467
747
65
AB
458
330
322
451
651
512
476
558
535
493
4786
479
99
media
%
69,9
45,1
48,1
68,1
87,9
61,5
60,3
69,6
67,3
62,4
64,1
64,0
63,5
AS
437
487
335
331
371
417
395
401
398
388
3137
396
46
AB
305
220
161
226
326
256
238
279
268
241
1997
252
47
%
62,8
42,1
48,3
64,7
86,7
70,0
58,9
76,7
76,2
71,7
63,1
65,6
65,8
Dal 2005 anche il comprensorio alpino VC1 ha iniziato gli abbattimenti selettivi dei cervi con un
piano di abbattimento di 28 capi di cui ne sono stati prelevati 21 (75%).
%
N
900
100
800
80
700
600
60
500
400
40
300
200
20
100
0
0
1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005
AS
AB
%PRELIEVO
Fig. 14: Cervi assegnati e abbattuti in Piemonte nel periodo 1996-2005.
273
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
N
%
100
Provincia di Cuneo
40
35
80
30
25
60
20
40
15
10
20
5
0
0
1998
1999
2000
AS
2001
2002
AB
2003
2004
2005
%PRELIEVO
Fig. 15: Cervi assegnati e abbattuti in Provincia di Cuneo nel periodo 1998-2005.
N
800
Provincia di Torino
%
100
700
80
600
500
60
400
40
300
200
20
100
0
0
1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005
AS
AB
%PRELIEVO
Fig. 16: Cervi assegnati e abbattuti in Provincia di Torino nel periodo 1996-2005.
N
250
Provincia di Verbania
%
100
200
80
150
60
100
40
50
20
0
0
1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005
AS
AB
%PRELIEVO
Fig. 17: Cervi assegnati e abbattuti in Provincia di Verbania nel periodo 1996-2005.
274
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
Tab. 6: Numero medio di giornate per cervo prelevato nelle diverse classi di sesso e di età (2000-2005).
Classi di età/sesso
Classe 0
Maschio fusone
Maschio adulto
Femmina adulta
Totale
N
666
322
1004
1036
3028
Media
4,6
3,3
4,1
4,3
4,1
Minimo
1
1
1
1
1
Massimo
17
15
16
16
17
In Figura 18 è riportata la suddivisione dei prelievi per provincia: oltre il 75% è prelevato nella
provincia di Torino, il 21% nella provincia del Verbano Cusio Ossola ed il restante 3,3 % nella
provincia di Cuneo; si ha infine una percentuale pari a 0,4 in provincia di Vercelli in cui la gestione
della specie è iniziata solo nel 2005.
VC
0,4%
CN
3,3%
VCO
20,9%
TO
75,3%
Fig. 18: Distribuzione del prelievo di cervo nelle province piemontesi, periodo 1996-2005.
La struttura di età è stata desunta da un campione di 3287 individui portati ai centri di controllo
negli anni 2000-2005. Le percentuali relative agli individui dell’anno e dei maschi di classe 1
(indicati con il tratteggio nel grafico in figura 19) dipendono dal numero di capi assegnati e quindi
non riflettono la reale struttura della popolazione. La classe di adulti di 2-3 anni rappresenta circa
il 20% dei prelievi con un valore un po’ più elevato per le femmine, la classe degli adulti di 4-6
anni tra il 20 ed il 25% e gli individui anziani poco meno del 15% Le linee guida regionali
forniscono alcune indicazioni di massima su come debba essere strutturato il piano di prelievo,
che riflettono la struttura media di una popolazione dopo le nascite. Il piano deve incidere sulla
classe dei piccoli dell’anno per il 30-40%, sui maschi di classe 1 per il 6-10%, sui maschi adulti
per il 26-35% e sulle femmine adulte per il 30-40%. Dal confronto tra l’assegnato ed il realizzato
si osserva (figura 20) come i piccoli siano poco ricercati, mentre l’interesse dei cacciatori tende a
concentrarsi sugli adulti di entrambi i sessi.
L’analisi dei dati biometrici ha riguardato un campione di 3234 cervi prelevati nel periodo 20002005. Le curve di accrescimento dei pesi con le età raggiungono un punto di flesso nella classe di
età 7-9 nei maschi e nella classe di età 4-6 nelle femmine; l’accrescimento ponderale medio è
decisamente più lento rispetto al capriolo, come riportato in letteratura e tipico di ungulati di
dimensioni maggiori (figura 21, Gaillard et al. 2000).
275
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
oltre 6
da 4 a 6
da 2 a 3
1
0
30,0
20,0
10,0
0,0
% maschi
10,0
20,0
30,0
% femmine
Fig. 19: Struttura di età del cervo in Piemonte desunta dagli abbattimenti (N=3287).
Femmine adulte
Maschi adulti
Maschi fusoni
Classe 0
0,0
5,0
10,0
15,0
20,0
ASS%
25,0
30,0
35,0
40,0
45,0
PREL%
Fig. 20: Percentuali per classi di sesso ed età dei cervi assegnati (ASS) e prelevati (PREL) (N=4005)
276
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
160
250
140
200
120
100
150
80
60
100
Peso (Kg)
Peso (Kg)
40
50
0
N=
275
259
128
127
308
131
23
0
1
2
3
4_6
7_9
>9
20
0
N=
284
211
202
154
313
132
46
0
1
2
3
4_6
7_9
>9
Età
Età
Fig. 21: Andamento con l’età dei pesi completamente eviscerati dei cervi abbattuti in Piemonte nel periodo
2000-2005. In figura, per ogni classe di età/sesso sono rappresentati la mediana, i quartili superiore e
inferiore e il range massimo e minimo dei pesi completamente eviscerati. In blu sono riportati i maschi ed in
arancione le femmine, si noti la scala differente delle ordinate.
La lunghezza della stanga sinistra (N=1120) cresce gradualmente con l’età fino ai 7-9 anni circa
(fig. 22). La variabilità appare molto ampia nei maschi di un anno e nella classe di età 4-6. Il
numero di punte (N=910) si stabilizza tra i 7-9 anni di età e comincia a diminuire negli individui
anziani, la classe di individui superiori ai 9 anni di età è quella che presenta la maggiore
variabilità.
14
140
120
12
100
10
80
8
60
N.punte stanga
Lungh.stanga (cm)
6
40
20
0
-20
1
2
3
4_6
7_9
4
2
0
>9
1
Età
2
3
4_6
7_9
>9
Età
Fig. 22: Andamento con l’età della lunghezza della stanga sinistra e del numero di punte a sinistra dei
cervi abbattuti in Piemonte nel periodo 2000-2005. In figura, per ogni classe di età sono rappresentati la
mediana, i quartili superiore e inferiore e il range massimo e minimo della lunghezza stanga e del numero
di punte.
277
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
Daino
Tra il 2000 ed il 2005 sono stati assegnati 656 daini e ne sono stati abbattuti 454, con una media
di 38 all’anno (Tab. 7).
In figura 23 sono riportati i daini assegnati ed abbattuti negli anni dal 2000 al 2005 in tutto il
territorio piemontese. Le percentuali di completamento dei piani di prelievo si aggirano su valori
medi pari al 69 % (tabella 7). Lo sforzo di prelievo è stato di circa 4 giornate di caccia, senza
differenze significative fra le diverse classi di età/sesso (tabella 8).
La maggioranza dei daini è stato prelevato in provincia di Alessandria (96%) mentre solo il 4 % è
stato prelevato in provincia di Asti (fig. 24).
Tab. 7: Daini assegnati e abbattuti negli Ambiti territoriali di caccia del Piemonte nel periodo 2000-2005.
Anno
2000
2001
2002
2003
2004
2005
Totale
Media
DS
AS
90
105
105
80
120
130
630
105
18
AL
AB
36
73
52
69
100
107
437
73
27
%
40,0
69,5
49,5
86,2
83,3
82,3
69,4
68,5
19,5
AT
AB
11
1
0
0
4
1
17
3
4
AS
15
3
0
0
4
4
26
4
6
%
73,3
33,3
100,0
25,0
65,4
57,9
35,1
AS
105
108
105
80
124
134
656
109
19
TOTALE
AB
47
74
52
69
104
108
454
76
26
%
44,8
68,5
49,5
86,2
83,9
80,6
69,2
68,9
18,0
160
140
Numero capi
120
100
80
60
40
20
0
2000
2001
2002
Assegnati
2003
2004
2005
Abbattuti
Fig. 23: Daini assegnati e abbattuti in Piemonte nel periodo 2000-2005.
Tab. 8: Numero medio di giornate per daino prelevato nelle diverse classi di sesso e di età (2000-2005).
Classi di età/sesso
Classe 0
Maschio fusone
Maschio adulto
Femmina adulta
Totale
N
84
29
50
106
269
Media
4,0
3,3
4,1
3,4
3,6
Minimo
1
1
1
1
1
Massimo
10
8
12
12
12
278
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
AT
4%
AL
96%
Fig. 24: Distribuzione del prelievo di daino nelle province piemontesi nel periodo 2000-2005.
La struttura di età dei daini prelevati è stata desunta da un campione di 486 soggetti portati ai
centri di controllo dal 2000 al 2005. I dati, rappresentati nella figura 25, indicano una percentuale
di abbattimento piuttosto elevata (30%) a carico della classe 0. Tale percentuale decresce via via
all’aumentare delle classi di età fino ad arrivare al 5% per gli animali di età compresa tra i 7e i 9
anni.
La dimensione del campione a disposizione per le analisi non permette però alcuna speculazione
su questi risultati. Anche il numero di animali per i quali si dispongono di dati biometrici è ancora
troppo esiguo per una valutazione delle variazioni fra le diverse classi di età/sesso.
7-9
4-6
3
2
1
0
0
5
10
15
20
% Femmine
25
30
35
% Maschi
Fig. 25: Struttura di età dei daini prelevati in Piemonte nel periodo 2000-2005. In ascissa è rappresentata
la percentuale sul totale dei capi (maschi e femmine separatamente), in ordinata l’età dei daini abbattuti.
279
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
Capriolo
In Piemonte tra il 1996 ed il 2005 sono stati assegnati 24151 caprioli e ne sono stati prelevati
16525, pari al 68%: nei CA ne sono stati assegnati 19694 e prelevati 13282 (rispettivamente
media=1969, DS=570 e media=1328, DS=608, Tabella 9) e negli ATC 4457 e 3243
(rispettivamente media=690, DS=314 e media=513, DS=264, Tabella 10). Oltre l’80% di tutti i
caprioli è stato pertanto abbattuto nella Zona Alpi. La gestione venatoria del capriolo negli ATC è
iniziata nel 1998. L’andamento dei prelievi negli anni è positivo sia se si considera tutta la
Regione (figura 26), sia disaggregando i dati negli ATC e CA, pur con qualche fluttuazione nelle
province di BI e VC (figure da 27 a 31). Il prelievo di caprioli è aumentato in media del 18%
all’anno nei CA (figura 32) e del 48% all’anno negli ATC (figura 33). Le percentuali di
completamento dei piani sono aumentate gradualmente nel periodo considerato, dal 39% del
1996 al 78% del 2005 nei CA e dal 42% al 81% negli ATC. Ciò è probabilmente da attribuire a
due fattori: da un lato, il numero dei capi assegnati è stato gradualmente calibrato sulla base dei
prelievi effettuati l’anno precedente, dall’altro, negli anni è aumentato l’interesse dei cacciatori nei
confronti di questa specie, inizialmente considerata forse poco remunerativa o interessante
rispetto ad altri ungulati; a conferma di questa seconda ipotesi, si osservi il basso successo di
prelievo di alcuni ATC che hanno da poco iniziato la gestione venatoria del capriolo (Tabella 10).
Tab. 9: Caprioli assegnati e abbattuti nei Comprensori alpini del Piemonte nel periodo 1996-2005.
Anno
1996
BI
CN
TO
VC
VCO
TOT
AS
AB
%
AS
AB
%
AS
AB
%
AS
AB
%
AS
AB
%
AS
AB
%
140
46
33
16
2
13
566
255
45
220
91
41
310
99
32
1252
493
39
1997
160
75
47
29
6
21
583
246
42
188
82
44
340
103
30
1300
512
39
1998
170
71
42
60
22
37
656
389
59
195
98
50
383
128
33
1464
708
48
1999
90
69
77
135
60
44
711
483
68
240
136
57
230
170
74
1406
918
65
2000
130
101
78
208
170
82
1000
736
74
324
242
75
250
227
91
1912
1476
77
2001
140
108
77
343
241
70
1085
769
71
338
223
66
310
274
88
2216
1615
73
2387
1752
73
2002
149
128
86
433
322
74
1106
772
70
309
208
67
390
322
83
2003
150
122
81
519
414
80
1185
876
74
261
180
69
410
293
71
2525
1885
75
2004
135
96
71
612
477
78
1191
815
68
240
164
68
400
313
78
2578
1865
72
2005
127
106
83
687
590
86
1213
891
73
227
160
70
400
311
78
2654
2058
78
Tot
1391
922
66
3042 2304
76
9296 6232
67
2542 1584
62
3423 2240
65
19694 13282
67
Media
139
92
68
304
230
58
930
623
64
254
158
61
342
224
66
1969
1328
64
DS
22
26
19
250
214
27
269
254
12
53
56
12
65
91
24
570
608
16
Tab. 10: Caprioli assegnati e abbattuti negli Ambiti territoriali di caccia del Piemonte nel periodo 19982005.
Anno
AL
AT
AS
AB
BI
%
AS
AB
CN
%
AS
AB
NO
%
AS
AS
AB
%
AS
AB
%
150
63
42
150
63
42
1999
165
101
61
165
101
61
2000
210
181
86
30
14
47
36
7
19
33
17
52
309
219
71
2001
310
242
78
60
39
65
72
29
40
78
69
89
595
392
66
2002
328
295
90
65
45
69
85
39
46
90
43
48
75
18
24
40
16
40
683
456
67
2003
387
338
87
65
57
88
58
26
45
108
80
74
66
24
36
36
23
64
720
548
76
2004
460
406
88
79
69
87
57
27
47
152 116
76
75
25
33
36
28
78
859
671
78
2005
500
448
90
103
82
80
63
44
70
188 149
79
75
39
52
47
31
66
976
793
81
Tot
2510 2074
83
402 306
76
371 172
46
649 474
73
366 119
33
159
98
62
4457 3243
73
Media
314
259
78
67
51
73
62
29
45
108
79
70
73
24
33
40
25
62
690
513
73
DS
132
139
17
24
24
16
16
13
16
55
48
16
4
10
13
5
7
16
314
264
12
13
%
AS
AB
TOT
1998
75
AB
TO
%
17
280
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
4000
Numero capi
3500
3000
2500
2000
1500
1000
500
0
1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005
Assegnati
Abbattuti
Fig. 26: Caprioli assegnati e abbattuti in Piemonte nel periodo 1996-2005.
250
Numero capi
200
150
100
50
0
1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005
Assegnati
Abbattuti
Numero capi
Fig. 27: Caprioli assegnati e abbattuti in Provincia di Biella nel periodo 1996-2005.
1000
900
800
700
600
500
400
300
200
100
0
1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005
Assegnati
Abbattuti
Fig. 28: Caprioli assegnati e abbattuti in Provincia di Cuneo nel periodo 1996-2005.
281
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
1400
Numero capi
1200
1000
800
600
400
200
0
1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005
Assegnati
Abbattuti
Fig. 29: Caprioli assegnati e abbattuti in Provincia di Torino nel periodo 1996-2005.
Numero capi
450
400
350
300
250
200
150
100
50
0
1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005
Assegnati
Abbattuti
Fig. 30: Caprioli assegnati e abbattuti in Provincia di Verbania nel periodo 1996-2005.
400
350
Numero capi
300
250
200
150
100
50
0
1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005
Assegnati
Abbattuti
Fig. 31: Caprioli assegnati e abbattuti in Provincia di Vercelli nel periodo 1996-2005.
282
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
3000
Numero capi
2500
2000
1500
1000
500
0
1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005
Assegnati
Abbattuti
Fig. 32: Caprioli assegnati e abbattuti nei CA piemontesi nel periodo 1996-2005.
1200
Numero capi
1000
800
600
400
200
0
1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005
Assegnati
Abbattuti
Fig. 33: Caprioli assegnati e abbattuti negli ATC piemontesi nel periodo 1996-2005.
Negli anni 2000-2005 i cacciatori dei CA hanno impiegato mediamente 3,3 giornate per ogni
piccolo di capriolo, 3 per ogni femmina adulta e 2,7 per ogni maschio adulto (tabella 11); negli ATC
il numero di giornate medio per l’abbattimento dei piccoli è 2,9, per la femmina 2,6 e per il maschio
adulto 2,1 (tabella 12).
Tab. 11: Numero medio di giornate per capriolo prelevato nei CA nelle diverse classi di sesso e di età (anni
2000-2005).
Classi di età/sesso
Classe 0
Maschio adulto
Femmina adulta
Totale
N
1865
3435
3651
8941
Media
3,3
2,7
3,0
2,9
Minimo
1
1
1
1
Massimo
19
16
16
19
283
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
Tab. 12: Numero medio di giornate per capriolo prelevato negli ATC nelle diverse classi di sesso e di età
(anni 2000-2005).
Classi di età/sesso
Classe 0
Maschio adulto
Femmina adulta
Totale
N
909
1256
1114
3279
Media
2,9
2,1
2,6
2,5
Minimo
1
1
1
1
Massimo
11
11
11
11
La distribuzione dei prelievi nelle province è riportata nella figura 34. Oltre il 35% dei caprioli è
stato abbattuto nella provincia di Torino, seguono Cuneo (21%), Verbano Cusio Ossola e
Alessandria (13-12%), Vercelli (9%), Biella (6%), Asti (2%) e Novara (1%).
VC
9%
NO
1%
AT
2%
AL
12%
BI
6%
CN
21%
VCO
13%
TO
36%
Fig. 34: Distribuzione del prelievo di capriolo nelle province piemontesi nel periodo 1996-2005.
L’aumentato interesse nei confronti del capriolo si rileva anche dal progressivo aumento della
superficie regionale ove se ne esercita il prelievo, aumentata da circa 3000 a circa 8500 km2;
analogamente, è aumentato l’indice cinegetico, cioè la densità di capi prelevati per unità di
superficie, da 0,1 a 0,34 caprioli/km2 (tabella 13 e figura 35).
Tab. 13: Estensione del territorio sottoposto al prelievo di capriolo nel periodo 1996-2005 e densità
(capi/km2) dei capi assegnati e abbattuti.
2003
2004
2005
Anno
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
Sup. (ha) 473.231 500.238 707.752 720.686 777.997 829.086 838.656 838.656 850.354 850.354
3245
3437
3630
Assegnati
1252
1300
1614
1571
2221
2811
3070
2433
2536
2851
Abbattuti
493
512
771
1019
1695
2007
2208
0,39
0,40
0,43
Ass/sup
0,26
0,26
0,23
0,22
0,29
0,34
0,37
0,29
0,30
0,34
Abb/sup
0,10
0,10
0,11
0,14
0,22
0,24
0,26
284
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
0,45
0,4
0,35
0,3
0,25
0,2
0,15
0,1
0,05
0
1996
1997
1998
1999
2000
2001
Ass/sup
2002
2003
2004
2005
Abb/sup
Fig. 35: Indice cinegetico (numero di capi di capriolo abbattuti per kmq) in relazione ai capi assegnati
(Ass/sup) e ai capi abbattuti (Abb/sup) in Piemonte nel periodo 1996-2005.
La struttura di età ed il rapporto sessi sono stati desunti da un campione di 9795 individui nei CA e
3417 negli ATC. In Zona Alpi i piccoli costituiscono circa il 20% della popolazione prelevata
durante la stagione venatoria, i giovani quasi il 15%, la classe dei 2-3 anni il 35% e gli anziani
meno del 5% (figura 36). Negli ATC i piccoli rappresentano circa il 25% della popolazione, mentre
le altre classi di età sono in percentuale paragonabile a quella dei CA (figura 37) con una
prevalenza per i maschi prelevati nella classe di giovani di 1 anno.
In entrambi i casi, i piccoli costituiscono circa un terzo di una popolazione in autunno (media di
varie popolazioni europee, Ferloni 1998). Anche i piani di prelievo generalmente prevedono
l’assegnazione di un terzo di individui dell’anno rispetto al totale. Il fatto che siano scarsamente
rappresentati nel carniere (successo di prelievo del 50% circa) è anche conseguenza del minore
interesse dei cacciatori nei loro confronti; è infatti prelevata solo circa la metà degli individui
appartenenti a questa classe di età nei CA, mentre negli ATC la percentuale di prelievo è più
elevata.
>7
6-7
4-5
2-3
1
0
0
5
10
15
20
% Femmine
25
30
35
% Maschi
Fig. 36: Struttura di età del capriolo nei Comprensori Alpini (N=9795). In ascissa è rappresentata la
percentuale sul totale dei capi (maschi e femmine separatamente), in ordinata l’età dei caprioli abbattuti.
285
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
>7
6-7
4-5
2-3
1
0
0
5
10
15
20
% Femmine
25
30
35
% Maschi
Fig. 37: Struttura di età del capriolo negli Ambiti territoriali di caccia (N=3417). In ascissa è rappresentata
la percentuale sul totale dei capi (maschi e femmine separatamente), in ordinata l’età dei caprioli abbattuti.
Il rapporto sessi, desunto dallo stesso campione, è pari complessivamente a 1 f/m nei CA ed a
0,9 f/m negli ATC (tabelle 14 e 15). Ipotizzando un prelievo casuale, esso dovrebbe riflettere il
rapporto reale esistente nella popolazione. In una popolazione naturale non soggetta a prelievo, il
rapporto sessi è tendenzialmente paritario, ovvero leggermente a favore delle femmine,
fisiologicamente più longeve dei maschi; in effetti, nei CA il prelievo incide in misura
sostanzialmente paritaria, ovvero leggermente a favore delle femmine, in giovani e subadulti e
negli adulti; nei piccoli vengono prelevati più maschi rispetto alle femmine, mentre nella classe di
età anziana vengono prelevate più del doppio delle femmine rispetto ai maschi (tabella 14). Negli
ATC, il prelievo incide in misura maggiore sui maschi di tutte le età, fatta eccezione per i piccoli
dell’anno (tabella 15).
Tab. 14: Rapporto tra i sessi nelle diverse classi di età dei caprioli abbattuti nei CA (N=9795)
Età
0
1
2-3
4-5
6-7
>7
Totale
f/m
0,93
1,00
1,05
0,95
1,29
1,75
1,03
Tab. 15: Rapporto tra i sessi nelle diverse classi di età dei caprioli abbattuti negli ATC (N=3417)
Età
0
1
2-3
4-5
6-7
>7
Tot
f/m
1,03
0,61
0,90
0,94
1,13
1,27
0,92
286
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
40
30
30
20
20
10
10
Pe so (kg)
40
0
N=
619
404
968
589
236
61
0
1
2_3
4_5
6_7
>7
0
N=
570
447
949
578
315
121
0
1
2_3
4_5
6_7
>7
Età
Età
Fig. 38: Andamento con l’età dei pesi completamente eviscerati dei caprioli abbattuti nei Comprensori
alpini nel periodo 2000-2005. In figura, per ogni classe di età/sesso (maschi blu, femmine arancioni) sono
rappresentati la mediana, i quartili superiore e inferiore e il range massimo e minimo dei pesi
completamente eviscerati.
Negli ATC per l’analisi dei dati biometrici si è utilizzato un campione di 2338 caprioli prelevati nel
periodo 2000-2005. I risultati non si discostano da quelli ottenuti per i comprensori alpini ed il
peso asintotico viene raggiunto per entrambi i sessi intorno ai 2-3 anni di età (figura 39). Non si è
ritenuto opportuno fare confronti tra i pesi dei caprioli provenienti da ATC o CA perché il prelievo
avviene in periodi dell’anno differenti.
Pesi (kg)
Pe so (kg)
L’analisi dei dati biometrici dei caprioli abbattuti nei comprensori alpini ha riguardato un campione
di 9796 capi prelevati nel periodo 2000-2005. Il peso asintotico viene raggiunto per entrambi i sessi
nella classe 2-3 anni come riportato in letteratura e tipico di ungulati di piccole dimensioni (figura
38, Gaillard et al. 2000).
40
40
30
30
20
20
10
10
0
0
N=
363
111
344
228
93
43
0
1
2_3
4_5
6_7
>7
N=
Età
333
154
349
215
77
28
0
1
2_3
4_5
6_7
>7
Età
Fig. 39: Andamento con l’età dei pesi completamente eviscerati dei caprioli abbattuti negli ATC nel periodo
2000-2005. In figura, per ogni classe di età/sesso (maschi blu, femmine arancioni) sono rappresentati la
mediana, i quartili superiore e inferiore e il range massimo e minimo dei pesi completamente eviscerati.
287
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
La variabilità della lunghezza della stanga appare più ampia rispetto al peso, e riflette condizioni
ambientali (disponibilità di cibo, clima) e patrimonio genetico degli individui. Nel complesso,
l’asintoto viene raggiunto anche in questo caso tra i due e tre anni di età (figura 40) sia negli ATC
che nei CA; nei primi si assiste ad una variabilità maggiore nella lunghezza della stanga rispetto
ai secondi.
40
50
30
30
20
Lunghezza stanga sx (cm)
Lunghezza stanga sinistra (cm)
40
20
10
0
-10
N=
3
237
527
305
96
38
0
1
2_3
4_5
6_7
>7
10
0
-10
N=
58
493
1308
736
276
66
0
1
2_3
4_5
6_7
>7
Età
Età
Fig. 40: Andamento con l’età della lunghezza della stanga sinistra in ATC (figura a sinistra) e CA (figura a
destra) dei caprioli abbattuti in Piemonte nel periodo 2000-2005. In figura, per ogni classe di età sono
rappresentati la mediana, i quartili superiore e inferiore e il range massimo e minimo della lunghezza della
stanga.
Muflone
Su tutto il territorio piemontese tra il 1996 e il 2005 sono stati assegnati 1784 mufloni e ne sono
stati prelevati 741, corrispondenti al 41,5% dei capi assegnati (Tabella 16). La percentuale di
prelievo risulta essere decisamente bassa se la si confronta con quelle delle altre specie di
ungulati ruminanti prelevate in Piemonte. Questo risultato si può in parte spiegare con il fatto che,
essendo il muflone una specie alloctona, manca ancora una cultura venatoria nei suoi confronti.
Tuttavia le percentuali di abbattimento sono progressivamente aumentate nel corso degli anni
fino a raggiungere il 56% circa nel 2005. L’andamento annuo dei mufloni assegnati ed abbattuti
sul territorio piemontese è riportato in figura 41. Nelle figure 42-44 sono rappresentati gli
andamenti annuali dei capi assegnati e abbattuti divisi per provincia (ad eccezione della Provincia
di Verbania in cui la gestione del muflone è iniziata solo nel 2005). Il numero medio di giornate
per capo prelevato dal 2000 al 2005 è stato di 3,67 (min.=1, max.=16) con un numero di giornate
superiore per il prelievo delle femmine adulte (tabella 17).
288
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
Tab. 16: Mufloni assegnati e abbattuti in Piemonte nel periodo 1996-2005.
Anno
CN
TO
%
VC
VCO
TOTALE
MEDIA
AS
AB
AS
AB
%
AS
AB
%
AS
AB
%
AS
AB
%
AS
AB
%
1996
38
4
10,5 190
38
20,0
45
21
46,7
-
-
-
273
63
23,1
91
21
23,1
1997
26
8
30,8 108
25
23,1
57
11
19,3
-
-
-
191
44
23,0
64
15
23,1
1998
20
6
30,0
88
26
29,5
45
16
35,6
-
-
-
153
48
31,4
51
16
31,4
1999
18
5
27,8
76
20
26,3
70
30
42,9
-
-
-
164
55
33,5
55
18
33,5
2000
18
11
61,1
90
34
37,8
75
43
57,3
-
-
-
183
88
48,1
61
29
48,0
2001
15
11
73,3
93
40
43,0
75
44
58,7
-
-
-
183
95
51,9
61
32
52,0
2002
20
14
70,0
61
27
44,3
47
30
63,8
-
-
-
128
71
55,5
43
24
55,5
2003
24
11
45,8
65
25
38,5
47
32
68,1
-
-
-
136
68
50,0
45
23
50,1
2004
30
22
73,3
70
33
47,1
60
35
58,3
-
-
-
160
90
56,3
53
30
56,3
2005
72
39
54,2
66
36
54,5
60
35
58,3
15
9
119 55,9
53
30
55,9
Totale
281 131 46,6 907 304 33,5 581 297 51,1
15
9
60,0 1784 741 41,5 446 185 41,5
Media
28
13
47,7
91
30
36,4
58
30
50,9
15
9
60,0 178
74
42,9
58
24
42,9
DS
16
10
21,0
36
6
10,7
11
10
14,1
0
0
0,0
22
12,9
13
6
13,6
60,0 213
40
300
Numero capi
250
200
150
100
50
0
1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005
Assegnati
Abbattuti
Fig. 41: Mufloni assegnati e abbattuti in Piemonte nel periodo 1996-2005.
80
70
Numero capi
60
50
40
30
20
10
0
1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005
Assegnati
Abbattuti
Fig. 42: Mufloni assegnati e abbattuti in provincia di Cuneo nel periodo 1996-2005.
289
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
Numero capi
200
180
160
140
120
100
80
60
40
20
0
1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005
Assegnati
Abbattuti
Fig. 43: Mufloni assegnati e abbattuti in provincia di Torino nel periodo 1996-2005.
80
70
Numero capi
60
50
40
30
20
10
0
1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005
Assegnati
Abbattuti
Fig. 44: Mufloni assegnati e abbattuti in provincia di Vercelli nel periodo 1996-2005.
Tab. 17: Numero medio di giornate per muflone prelevato nelle diverse classi di sesso e di età (anni 20002005).
Classi di età/sesso
N
Media
Minimo
Massimo
Classe 0
58
3,1
1
15
Maschio yearling
32
3,8
1
16
Maschio adulto
159
3,3
1
16
Femmina adulta
142
4,2
1
15
Totale
391
3,7
1
16
La struttura di età dei mufloni abbattuti è stata desunta da un campione di 496 mufloni prelevati in
Piemonte dal 2000 al 2005 (Fig. 45). La maggior parte dei maschi (80%) è stata prelevata fra 1 e
4 anni di età, per le femmine la percentuale scende al 70%. La classe adulta (5-8 anni)
rappresenta rispettivamente il 26% del prelievo dei maschi ed il 19% delle femmine. La classe dei
vecchi costituisce meno del 2% in entrambi i sessi.
290
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
Il numero di animali per i quali si dispone di dati biometrici è ancora troppo esiguo per una
valutazione delle variazioni fra le diverse classi di età/sesso, prime elaborazioni evidenziano
come nei maschi il raggiungimento del massimo peso corporeo avvenga intorno ai 4-5 anni di
età, e così pure la lunghezza massima del corno, mentre per le femmine l’asintoto è raggiunto già
dopo il primo anno di età.
>9
5-8
2-4
1
0
0
10
20
30
%Maschi
40
50
60
%Femmine
Fig. 45: Struttura di età dei mufloni prelevati in Piemonte dal 1996 al 2005. In ascissa è rappresentata la
percentuale sul totale dei capi (maschi e femmine separatamente), in ordinata l’età dei mufloni abbattuti.
Camoscio
Nei 10 anni dal 1996 al 2005 sono stati assegnati complessivamente su tutto il territorio regionale
21.145 camosci, con una media di 2115 (min = 1734, max = 2232) camosci per anno (tabella 18).
Gli andamenti anno per anno dei capi assegnati e abbattuti per tutto il territorio regionale sono
riportati in figura 46. Nelle figure 47-51 sono invece rappresentati gli andamenti annuali divisi per
provincia. Come si vede dalla figura 46, c’è stato un significativo (Spearman =0,91) e costante
aumento nei camosci prelevati dal 1996 al 2005.
Le percentuali di completamento dei piani sono aumentate gradualmente dal 69,8% del 1996 al
91,7% nel 2005 su tutto il territorio regionale. Un trend analogo è riscontrabile analizzando le
percentuali di completamento dei piani dei singoli Comprensori. Ciò è probabilmente da attribuire
al fatto che i piani sono stati gradualmente calibrati sulla base dei prelievi effettuati l’anno
precedente.
Il numero di giornate di caccia per capo prelevato è massimo per le femmine, diminuisce per gli
individui di 1 anno compiuto (yearling) e per la classe maschio adulto ed è minimo per i capretti
(tabella 19) per i quali il numero di capi abbattuti è circa 1/6 rispetto alle altre classi di sesso ed
età; la media complessiva è di 2,44 giornate/capo.
291
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
Tab. 18: Camosci assegnati e abbattuti in Piemonte nel periodo 1996-2005.
BI
Anno
CN
TO
VC
VCO
TOT
AS
AB
%
AS
AB
%
AS
AB
%
AS
AB
%
AS
AB
%
AS
AB
%
1996
60
27
45
385
284
74
654
502
77
270
174
64
365
223
61
1734
1210
70
1997
80
52
65
437
237
54
853
543
64
255
152
60
515
313
61
2140
1297
61
1998
20
15
75
478
265
55
818
676
83
280
186
66
455
286
63
2051
1428
70
1999
32
27
84
485
363
75
859
676
79
310
203
66
375
356
95
2061
1625
79
2000
33
32
97
467
405
87
926
740
80
320
221
69
450
466
104
2196
1864
85
2001
31
30
97
547
513
94
835
727
87
326
243
75
469
458
98
2208
1971
89
2002
37
41
111
579
544
94
808
695
86
283
228
81
525
505
96
2232
2013
90
2003
33
31
94
571
541
95
821
707
86
257
203
79
545
511
94
2227
1993
89
2004
34
33
97
603
558
93
673
618
92
241
207
86
535
501
94
2086
1917
92
2005
39
40
103
612
604
99
759
683
90
250
195
78
550
505
92
2210
2027
92
Totale
399
328
82
5164 4314
84
8006 6567
82
2792 2012
72
4784 4124
86
21145 17345
82
Media
40
33
87
516
82
801
82
279
72
478
86
2115
82
2003 2004
2005
431
657
201
412
2500
Numero capi
2000
1500
1000
500
0
1996
1997 1998
1999
2000 2001
Assegnati
2002
Abbattuti
Fig. 46: Camosci assegnati e abbattuti in Piemonte nel periodo 1996-2005.
90
Numero capi
80
70
60
50
40
30
20
10
0
1996
1997
1998
1999
2000
Assegnati
2001
2002
2003
2004
Abbattuti
Fig. 47: Camosci assegnati e abbattuti in Provincia di Biella nel periodo 1996-2005.
292
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
2005
1735
700
Numero capi
600
500
400
300
200
100
0
1996
1997
1998
1999
2000
Assegnati
2001
2002
2003
2004
2005
Abbattuti
Numero capi
Fig. 48: Camosci assegnati e abbattuti in Provincia di Cuneo nel periodo 1996-2005.
1000
900
800
700
600
500
400
300
200
100
0
1996
1997
1998
1999
2000
Assegnati
2001
2002
2003
2004
2005
Abbattuti
Fig. 49: Camosci assegnati e abbattuti in Provincia di Torino nel periodo 1996-2005.
600
Numero capi
500
400
300
200
100
0
1996
1997
1998
1999
2000
Assegnati
2001
2002
2003
2004
Abbattuti
Fig. 50: Camosci assegnati e abbattuti in Provincia di Verbania nel periodo 1996-2005.
293
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
2005
350
Numero capi
300
250
200
150
100
50
0
1996
1997
1998
1999
2000
2001
Assegnati
2002
2003
2004
2005
Abbattuti
Fig. 51: Camosci assegnati e abbattuti in Provincia di Vercelli nel periodo 1996-2005.
Tab. 19: Numero medio di giornate per camoscio prelevato nelle diverse classi di sesso e di età (anni 20002005).
Classi di età/sesso
Classe 0
Yearling
Femmina adulta
Maschio adulto
Totale
N
500
2895
3136
3331
9862
Media
2,1
2,6
2,7
2,4
2,4
Minimo
1
1
1
1
1
Massimo
10
18
17
16
18
La distribuzione dei prelievi nelle varie province è riportata in figura 52. Il 37 % dei camosci è
stato prelevato in Provincia di Torino, seguito dalla provincia di Cuneo e del Verbano Cusio
Ossola (24% e 25 % rispettivamente), la provincia di Vercelli con il 12 % e infine la provincia di
Biella con il 2 % dei capi prelevati.
BI
2%
VCO
24%
CN
25%
VC
12%
TO
37%
Fig. 52: Camosci abbattuti nelle province piemontesi nel periodo 1996-2005.
294
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
La struttura di età (Figura 53) ed il rapporto fra i sessi in ciascuna classe di età (Tabella 20) dei
capi abbattuti sono stati desunti da un campione di 10952 camosci prelevati dal 2000 al 2005. Si
tenga conto che la struttura di età e i rapporti fra i sessi indicati non rispecchiano assolutamente la
reale struttura di età della popolazione, essendo influenzati dalla relativa difficoltà a cacciare
determinate classi di età/sesso e dallo sforzo di caccia da parte dei cacciatori. I piccoli
rappresentano meno del 5% dei camosci abbattuti, gli yearling circa il 30% , i subadulti di 2-3 anni
ca. il 20% e gli individui adulti fino a 10 anni di età ca. il 40% dei capi. I soggetti più vecchi di 10
anni rappresentano circa il 10% di tutti i capi abbattuti con una notevole differenza tra maschi e
femmine (12% per le femmine e 4,4% per i maschi). Sia dalla figura 53 che dalla tabella 20, si
rileva che tendenzialmente vengono abbattuti più maschi che femmine.
Tab. 20: Rapporto tra i sessi per classe di età dei camosci abbattuti in Piemonte nel periodo 2000-2005
(N=10952).
Età
0
1
2-3
4-10
>10
Totale
f/m
0,7
0,8
0,8
0,8
2,3
0,9
>10
4-10
2-3
1
0
0
5
10
15
20
%Femmine
25
30
35
40
45
%Maschi
Fig. 53: Camoscio: struttura di popolazione ripartita per sessi e classi di età nel periodo 2000-2005
(N=10952). In ascissa è rappresentata la percentuale sul totale dei capi (maschi e femmine
separatamente), in ordinata l’età dei camosci abbattuti.
295
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
In figura 54 vengono confrontate le percentuali di prelievo di femmine allattanti e non divise per
classi di età. Anche in questo caso, la percentuale di femmine allattanti non può assolutamente
essere considerata rappresentativa della reale proporzione di femmine con il piccolo nella
popolazione, considerata la tendenza da parte del mondo venatorio a non abbattere femmine con
il piccolo. Tenuto conto di questo, il notevole aumento nella percentuale di femmine allattanti nel
passaggio dalla classe di età 2-3 anni a quella 4-10 è probabilmente interpretabile con il
raggiungimento della primiparità fra i 2 e i 4 anni di età per la maggior parte della popolazione
femminile di camoscio alpino in Piemonte.
100
90
80
70
60
50
40
30
20
10
0
1
2-3
4-10
% non allattante
>10
% allattante
Peso (Kg)
Fig. 54: Camoscio: % di femmine allattanti ripartite per classi di età. In ascissa le classi di età, in ordinata la
percentuale.
40
40
30
30
20
20
10
10
0
0
1
2
3
4
5
6
7
8
9 10 11 12 13 14 15 16 17
0
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 22
Età
Fig. 55: Andamento con l’età dei pesi completamente eviscerati dei camosci alpini abbattuti in Piemonte
nel periodo 2000-2005 (blu maschi, arancione femmine). In figura, per ogni classe di età/sesso sono
rappresentati la mediana, i quartili superiore e inferiore e il range massimo e minimo dei pesi
completamente eviscerati.
296
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
Lunghezza corno (cm)
L’analisi dei dati biometrici per quanto attiene la specie camoscio si è concentrata sull’andamento
dei pesi completamente eviscerati e della lunghezza del corno (Figure 55 e 56) ed ha riguardato
un campione di 6827 camosci prelevati in tutto il territorio regionale dal 2000 al 2005. Come già
riportato in letteratura (Bassano et al. 2003), il peso asintotico dei camosci in Piemonte viene
raggiunto a circa 4 anni di età nei maschi e a 3 anni di età nelle femmine. La lunghezza del corno
è risultato molto meno variabile come misura, e l’asintoto nella sua lunghezza viene raggiunto a 3
anni di età sia nei maschi che nelle femmine.
40
40
30
30
20
20
10
10
0
0
1
2
3
4
5
6
7
8
9 10 11 12 13 14 15 16
1 2 3 4 5
6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20
Età
Fig. 56: Andamento con l’età della lunghezza del corno sinistro dei camosci alpini abbattuti in Piemonte
nel periodo 2000-2005 (blu maschi, arancione femmine). In figura, per ogni classe di età/sesso sono
rappresentati la mediana, i quartili superiore e inferiore e il range massimo e minimo della lunghezza del
corno sinistro.
297
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
3. Ripopolamenti in Piemonte nel periodo 2000-2006
Introduzione
Fino dagli albori della civiltà umana, l’uomo ha portato con sé, volontariamente od
involontariamente, specie di piante o di animali che lo hanno seguito nella sua inarrestabile marcia
alla conquista del globo (Pullin 2002). Il trasferimento di individui di una specie da un’area ad
un’altra è indicato genericamente con la parola “immissione”. Esistono vari tipi di immissioni, che
hanno un valore ed un significato ben diverso dal punto di vista della conservazione e della
gestione dell’ambiente. Schematicamente, si può distinguere tra tre diversi casi: ripopolamenti,
reintroduzioni e introduzioni (Boitani 1997).
Con il termine di ripopolamento si indica il rilascio di una specie animale in un ambiente ed in
un’area in cui questa è già presente. Occorre distinguere dunque tra ripopolamenti e
reintroduzioni, che hanno invece l’obiettivo di riportare una specie in siti dove questa è scomparsa,
solitamente a causa di modificazioni causate dall’attività umana. Ancora diverso è infine il
significato delle introduzioni, che si verificano se una specie viene rilasciata dove essa non era
presente nel passato.
Da un punto di vista molto generale (e non privo di eccezioni), le reintroduzioni sono di norma
considerate azioni positive, in quanto hanno l’obiettivo di ricostituire equilibri ambientali alterati
dalla scomparsa di alcune specie, mentre al contrario le introduzioni sono generalmente causa di
gravi danni ambientali, quando non di vere e proprie catastrofi ecologiche (Andreotti et al. 2001a).
Molto più sfumato è invece il significato dei ripopolamenti, la cui reale necessità ecologica è in
pratica limitata ai casi in cui una popolazione di una specie minacciata sia diminuita a tal punto da
rendere necessaria l’introduzione di nuovi individui al fine di evitare “colli di bottiglia” genetici.
Questo caso si presenta estremamente di rado (Perco 1997). Ben più frequente è invece il rischio
di inquinamento genetico, ossia di danneggiare il patrimonio genetico delle specie soggette a
ripopolamento introducendo geni provenienti da popolazioni non autoctone. Questa situazione si è
purtroppo verificata in molti casi, ed in Italia è emblematico quello della starna Perdix perdix, la cui
sottospecie endemica (Perdix perdix italica), è ormai considerata estinta a causa della massiccia
introduzione di individui provenienti da paesi esteri (Bulgarini et al. 1998). Casi analoghi si sono
verificati per numerose altre specie, in particolare per gli ungulati (Lovari 1997). In realtà, i
ripopolamenti sono giudicati negativamente dalla maggior parte dei biologi, che li considera
solitamente inutili, spesso dannosi, ed in generale poco produttivi dal punto di vista del rapporto tra
costi e benefici (Boitani 1997).
Nonostante i forti dubbi sul loro significato, i ripopolamenti faunistici sono una realtà che non può
più essere ignorata. Già agli inizi degli anni ’80 in Italia venivano liberati annualmente almeno
300.000 lepri, 200.000 starne e 300.000 fagiani (Unione Zoologica Italiana 1982), e questo numero
è con tutta probabilità molto cresciuto negli anni più recenti.
In questa sezione vengono analizzati i dati disponibili sugli interventi di ripopolamento effettuati in
Piemonte nel periodo 2000-2006. I dati sono stati raccolti da ATC, CA e Amministrazioni provinciali
e inseriti nella Banca Dati faunistica regionale. Non sono invece disponibili i dati relativi alle
Aziende faunistico-venatorie e agri-turistico-venatorie.
298
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
Risultati
Nel periodo considerato sono stati immessi in natura almeno 845.203 capi di 9 specie di
mammiferi ed uccelli (Tabella 1). La cifra reale complessiva, considerando anche gli Istituti privati
(AFV e AATV), è sicuramente superiore al milione di capi.
Cuneo è la provincia in cui è stato immesso il numero maggiore di esemplari in totale (Fig. 1). Il
numero di capi immessi è solo parzialmente correlato con la superficie provinciale: la densità di
capi immessi (n° individui/100 ha SASP) è infatti massima nelle province di Novara e Asti (Fig. 2)
mentre il Verbano-Cusio-Ossola è l’ultima fra le province piemontesi, sia come numero totale che
come densità di capi immessi (Fig. 1 e 2).
Il fagiano è di gran lunga la specie più frequentemente oggetto di ripopolamenti in Piemonte,
seguito a notevole distanza dalla lepre, dalla starna e dalla pernice rossa (Fig. 3). Anche
considerando singolarmente le diverse province la predominanza del fagiano è sempre evidente,
anche se è possibile osservare alcune chiare differenze (Fig. 4), in quanto alcune province
puntano maggiormente sul rilascio di una maggiore quantità di lepri (VB, AL), mentre in altre (CN,
TO) sono immessi cospicui numeri di altri galliformi (starna, pernice rossa).
140000
120000
100000
80000
60000
40000
20000
0
2000
AL
AT
2001
BI
2002
2003
CN
2004
NO
2005
TO
VB
2006
VC
Fig. 1: Numero totale di capi immessi (2000-2006) nelle province piemontesi.
Numero capi/100 ha SASP
100
80
60
40
20
0
VB
TO
CN
BI
AL
VC
AT
NO
Fig. 2: Numero totale di capi immessi / 100 ha SASP nelle province piemontesi (dati cumulati 2000-2006).
299
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
Tab. 1: Numero totale di capi immessi nel periodo 2000-2006, ripartiti per specie, anno e provincia di
immissione.
ANNO
Capriolo
Cervo
Coniglio selvatico
Fagiano comune
Germano reale
Lepre comune
Pernice rossa
Quaglia
Starna
Totale (provincia)
2000
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2001
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2004
2005
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
AL
AT
BI
CN
NO
TO
VB
VC
0
0
0
0
0
0
0
0
0
11674
7705
8885
23797
11117
9978
10700
0
0
0
0
0
0
0
5578
4939
4377
4143
5023
5274
4471
0
489
914
499
0
0
0
0
0
0
438
470
206
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
12221
25607
26539
11036
11009
12481
12543
0
0
0
0
0
0
0
1235
1358
1061
763
1214
969
933
0
0
100
0
0
1
0
0
0
0
0
100
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
4690
4950
4500
4190
3399
4780
500
0
0
0
0
0
0
0
618
691
210
45
473
71
360
0
0
0
0
0
0
0
0
0
400
0
0
0
0
0
0
22
19
0
80
7
3
4
7
0
14185
16203
13360
11766
17571
17555
15620
600
200
450
300
600
100
100
3857
4513
4193
1966
4506
3686
2417
2550
2900
2587
3370
5596
8863
8100
80
100
3593
4105
4463
4934
5940
3670
3590
0
0
0
0
0
0
0
0
0
13138
12818
28479
15324
16164
17452
18194
0
0
0
0
0
0
0
1024
773
2081
710
1228
1245
1356
0
0
0
0
0
0
0
0
0
210
266
3823
1990
1298
471
548
0
0
0
25
30
78
100
0
0
13081
11200
13911
17404
7261
15424
13280
0
0
0
0
0
0
0
2774
3535
1303
3273
3738
1728
2094
0
0
0
0
0
0
0
0
0
1004
550
1876
2710
2300
910
700
0
0
28
30
0
0
0
0
90
0
1000
300
460
0
355
350
0
0
0
0
0
0
0
250
496
410
210
138
172
88
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
14499
13631
14792
15293
20871
15403
15596
0
0
0
0
0
0
0
1015
593
386
350
900
437
124
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
Totale (per
anno)
22
19
28
135
37
81
104
7
90
83488
93114
110766
99270
87392
93428
86783
600
200
450
300
600
100
100
16351
16898
14021
11460
17220
13582
11843
2550
3389
3601
3869
5596
8864
8100
80
100
5207
5359
10732
9840
9538
5051
4838
4377 113890
845203
120677 119170
29877 198331 138592 120289
300
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
n = 845.203
lepre comune
12,0%
fagiano
comune 77,4%
starna 6,0%
pernice rossa
4,2%
altro 0,4%
Fig. 3: Percentuale di capi delle principali specie di fauna utilizzate nei ripopolamenti in Piemonte, dati
cumulati 2000-2006.
n=113.890 n=119.170 n=29.877 n=138.592 n=120.289 n=120.677 n=198.331 n=4.377
100%
percentuale dei capi immessi
90%
80%
70%
60%
50%
40%
30%
20%
10%
0%
VC
Fagiano comune
AT
BI
Lepre comune
NO
TO
Pernice rossa
AL
CN
Starna
VB
Altre specie
Fig. 4: Percentuale di capi delle diverse specie immessi nelle province piemontesi, dati cumulati 2000-2006.
Il numero totale di capi immessi in Piemonte è aumentato tra il 2000 ed il 2002, per poi assestarsi
nei quattro anni successivi intorno ai 120.000 capi all’anno.
Esaminando in dettaglio le quattro specie principali (Fig. 5), si osserva un aumento nel numero di
pernici rosse immesse (da 2250 capi immessi nel 2000 a 8864 nel 2005 e 8100 nel 2006); per
fagiano e starna il numero di capi aumenta tra il 2000 ed il 2002 e diminuisce dal 2003 al 2006,
mentre per la lepre si ha un andamento decrescente fino al 2003 e un picco di crescita nel 2004.
Analizzando i dati relativi ai territori delle singole province, si hanno oscillazioni tra un anno ed il
successivo, senza nessuna chiara tendenza (fig. 6 e 7).
301
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
migliaia di capi immessi
(fagiano comune)
35
100
30
80
25
20
60
15
40
10
20
5
0
0
2000
2001 2002
2003
2004 2005
migliaia di capi immessi
(altre specie)
40
120
2006
Fagiano comune
Lepre comune
Pernice rossa
Starna
Fig. 5: Numero di capi di fagiano, pernice rossa, starna e lepre immessi in Piemonte tra il 2000 ed il 2006.
25000
20000
15000
10000
5000
0
2000
2001
VB
2002
2003
BI
2004
2005
VC
2006
TO
Fig. 6: Numero totale di capi immessi a scopo di ripopolamento nelle province di Biella, Verbania, Vercelli e
Torino negli anni 2000-2006.
40000
35000
30000
25000
20000
15000
10000
5000
0
2000
AL
2001
2002
2003
AT
2004
NO
2005
2006
CN
Fig. 7: Numero totale di capi immessi a scopo di ripopolamento nelle province di Alessandria, Asti, Novara e
Cuneo negli anni 2000-2006.
302
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
La Tab. 2 presenta il totale di individui delle specie immesse a scopo di ripopolamento suddivisi
per provincia e per tipo di istituto (ATC e CA). Si noti che anche i capi immessi dalle
Amministrazioni provinciali sono stati raggruppati all’interno delle due tipologie.
Si osservano differenze significative nelle proporzioni rappresentate dalle diverse specie utilizzate
a scopo di ripopolamento (Fig. 8): negli ATC si osserva una nettissima preponderanza del fagiano
(81% degli individui immessi) mentre nei CA questa specie costituisce una percentuale
decisamente inferiore del totale (41%) e sono molto più frequenti le immissioni di lepre (25%) e
starna (30%). La pernice rossa non è oggetto di immissioni all’interno dei CA, con un’unica
eccezione rappresentata dal CA CN6, mentre il germano reale è stato immesso soltanto in alcuni
Comprensori alpini del cuneese.
Tab. 2: Numero totale di individui rilasciati a scopo di ripopolamento in Piemonte nel periodo 2000-2006 nei
diversi Istituti di gestione della caccia (Ambiti Territoriali di Caccia e Comprensori Alpini).
Istituto
Specie
ATC
Capriolo
Cervo
Coniglio selvatico
Fagiano comune
Germano reale
Lepre comune
Pernice rossa
Quaglia
Starna
CA
Capriolo
Cervo
Coniglio selvatico
Fagiano comune
Germano reale
Lepre comune
Pernice rossa
Quaglia
Starna
ATC (n=763.528)
AL
AT
BI
0
0
0
0
0
0
83856 111436
0
0
33805
7533
1902
101
0
0
1114
100
0
0
0
27009
0
2106
0
0
400
-
-
0
0
0
0
0
362
0
0
0
NO
TO
0
0
0
0
0
0
79916 121569
0
0
14975
8417
33716
0
180
0
12346
8606
0
0
0
86817
0
11476
0
0
2700
22
120
0
26344
2350
10163
250
0
17949
-
0
233
0
4744
0
6969
0
0
7350
VC
Totale
(per specie)
0
0
0
- 109885
0
3583
0
0
0
0
0
0
620488
0
81895
35719
180
25266
VB
0
58
90
2465
0
1764
0
0
0
0
0
0
200
0
222
0
0
0
CA (n=81.655)
lepre
comune
11%
starna
31%
pernice
rossa
5%
fagiano
comune
81%
CN
lepre
comune
24%
altre
specie
4%
starna
3%
fagiano
comune
41%
Fig. 8: Ripartizione percentuale dei capi delle diverse specie utilizzate a scopo di ripopolamento in ATC e
CA.
303
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
22
411
90
33753
2350
19480
250
0
25299
Le Figg. 9-12 presentano la distribuzione degli interventi di ripopolamento su base comunale per le
quattro specie più frequentemente utilizzate. L’analisi delle carte mostra chiaramente come nel
periodo analizzato siano state effettuate immissioni praticamente sulla totalità del territorio
regionale, con l’eccezione di alcuni comuni alpini del Piemonte settentrionale.
La densità di capi immessi è in generale maggiore nelle aree di pianura (ATC) rispetto alle zone
montane (CA), dove vengono effettuate immissioni soprattutto di lepri.
Fig. 9: Comuni del Piemonte in cui sono state effettuate immissioni di fagiano nel periodo 2000-2005. La
linea verde indica i limiti della Zona Alpi, quella rossa i confini provinciali. In azzurro sono rappresentati gli
Istituti di gestione per i quali non è disponibile la ripartizione delle immissioni per comune.
304
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
Fig. 10: Comuni del Piemonte in cui sono state effettuate immissioni di lepre nel periodo 2000-2005. La linea
verde indica i limiti della Zona Alpi, quella rossa i confini provinciali. In azzurro sono rappresentati gli Istituti di
gestione per i quali non è disponibile la ripartizione delle immissioni per comune.
305
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
Fig. 11: Comuni del Piemonte in cui sono state effettuate immissioni di starna nel periodo 2000-2005. La
linea verde indica i limiti della Zona Alpi, quella rossa i confini provinciali. In azzurro sono rappresentati gli
Istituti di gestione per i quali non è disponibile la ripartizione delle immissioni per comune.
306
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
Fig. 12: Comuni del Piemonte in cui sono state effettuate immissioni di pernice rossa nel periodo 2000-2005.
La linea verde indica i limiti della Zona Alpi, quella rossa i confini provinciali.
307
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
La Tab. 3 riassume i totali dei capi immessi in base alla provenienza (allevamento o cattura) nelle
diverse province per le quattro specie più frequentemente utilizzate nei ripopolamenti, mentre in
Fig. 13 è presentata la ripartizione per fagiano, lepre e starna all’interno di ATC e CA.
Tab. 3: Provenienza (allevamento o cattura) dei capi utilizzati a scopo di ripopolamento nelle province del
Piemonte (dati cumulati del periodo 2000-2006)
Specie
Provenienza
Fagiano comune
allevamento
cattura
non indicato
allevamento
cattura
non indicato
allevamento
cattura
non indicato
allevamento
cattura
non indicato
Lepre comune
Pernice rossa
Starna
AL
AT
BI
CN
NO
TO
VB
VC
Totale
25924
57932
0
0
33805
0
1902
0
0
1114
0
0
110400
1036
0
33
7473
27
100
1
0
100
0
0
8338
631
18040
1
1177
1290
0
0
0
0
0
400
77167
13154
15939
12743
9721
2674
27010
0
6956
22960
818
6517
111316
3453
6800
4334
4083
0
0
0
0
7156
0
1450
64042
2600
24899
5415
8469
4561
0
0
0
3386
604
6060
2465
0
0
244
1518
2
0
0
0
0
0
0
107881
2054
150
1176
2587
42
0
0
0
0
0
0
507533
80860
65828
23946
68833
8596
29012
1
6956
34716
1422
14427
Fagiano comune (n=654.221)
100%
90%
80%
70%
60%
50%
40%
30%
20%
10%
0%
ATC
Lepre comune (n=101.375)
100%
90%
80%
70%
60%
50%
40%
30%
20%
10%
0%
ATC
CA
Starna (n=50.565)
CA
non indicato
100%
90%
80%
70%
60%
50%
40%
30%
20%
10%
0%
cattura
allevamento
ATC
CA
Fig. 13: Percentuale di capi di allevamento o cattura di fagiano, lepre e starna in ATC e CA (dati cumulati
2000-2006).
308
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
Per le tre specie di galliformi la maggior parte dei capi immessi è di allevamento, con un’unica
eccezione per il fagiano in provincia di Alessandria, dove il 69% dei capi proviene da catture. La
situazione è opposta per la lepre, con un’assoluta preponderanza delle catture nelle province di
Alessandria ed Asti, ed una maggior percentuale di capi di allevamento a Cuneo e Novara.
Per quanto riguarda le differenze tra ATC e CA, si osserva per il fagiano e la lepre un maggior
utilizzo di capi di cattura nelle aree di pianura rispetto a quelle alpine; la differenza è
particolarmente evidente nel caso della lepre (negli ATC circa il 72% dei capi sono di cattura, la
percentuale scende al 52% nei CA). Occorre sottolineare come la maggior percentuale di lepri di
cattura negli ATC rispetto ai CA dipenda soprattutto dalle province di Alessandria ed Asti.
Tab. 4: Provenienza (estera o nazionale) dei capi utilizzati a scopo di ripopolamento nelle province del
Piemonte, dati cumulati 2000-2006
Specie
Capriolo
Cervo
Coniglio selvatico
Fagiano comune
Germano reale
Lepre comune
Pernice rossa
Quaglia
Starna
provenienza
estera
nazionale
non indicato
totale
estera
nazionale
non indicato
totale
estera
nazionale
non indicato
totale
estera
nazionale
non indicato
totale
estera
nazionale
non indicato
totale
estera
nazionale
non indicato
totale
estera
nazionale
non indicato
totale
estera
nazionale
non indicato
totale
estera
nazionale
non indicato
totale
AL
AT
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
1012
83856 110424
0
0
83856 111436
0
0
0
0
0
0
0
0
0
2852
33805
4657
0
24
33805
7533
0
0
1902
101
0
0
1902
101
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
1114
100
0
0
1114
100
BI
CN
NO
0
0
0
0
14
0
0
0
0
0
22
0
0
99
0
0
21
0
0
0
0
0
120
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
9274
2235
27009 88903 112534
0
8153
6800
27009 106330 121569
0
0
0
0
2350
0
0
0
0
0
2350
0
512
8486
3024
670 16064
5393
1286
592
0
2468 25142
8417
0
0
0
0 31970
0
0
1996
0
0 33966
0
0
0
0
0
180
0
0
0
0
0
180
0
0
0
0
410 25958
7146
0
4337
1450
410 30295
8596
TO
0
0
0
0
139
79
15
233
0
0
0
0
2600
82023
6938
91561
0
0
0
0
7975
8821
1649
18445
0
0
0
0
0
0
0
0
504
9436
110
10050
309
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
VB
VC Totale
0
0
0
0
0
14
0
0
8
0
0
22
58
0
296
0
0
100
0
0
15
58
0
411
0
0
0
90
0
90
0
0
0
90
0
90
0
470 15591
2465 109545 616759
0
21891
2465 110015 654241
0
0
0
0
0
2350
0
0
0
0
0
2350
1438
2980 27267
324
779 70513
2
42
3595
1764
3801 101375
0
0
0
0
0 33973
0
0
1996
0
0 35969
0
0
0
0
0
180
0
0
0
0
0
180
0
0
504
0
0 44164
0
0
5897
0
0 50565
Considerando l’area geografica di provenienza dei capi utilizzati (Tab. 4), si ha che circa il 90% dei
capi immessi è di provenienza nazionale. Individui di provenienza estera costituiscono una
frazione importante del totale solo nel caso del cervo (72% dei capi immessi) e della lepre (27%
del totale).
Soltanto in provincia di Alessandria non sono stati immessi capi di provenienza estera nel periodo
considerato; nelle province di Asti, Biella, Novara e Vercelli gli individui di provenienza estera
rappresentano meno del 5% del totale, mentre arrivano al 34% in provincia di Verbania.
L’utilizzo di capi di provenienza estera tende a diventare meno frequente negli anni: la totalità dei
capi immessi nel 2006 è di origine nazionale.
La figura 14 rappresenta l’origine dei capi di provenienza nazionale per ogni specie, mentre in
figura 15 sono indicate le province di origine dei capi di provenienza regionale per le quattro specie
immesse più frequentemente. Per quanto riguarda la lepre, il 73% dei capi di provenienza
nazionale proviene dalla stessa provincia di rilascio, il 14% da un’altra provincia piemontese; circa
la metà dei fagiani di provenienza nazionale è di origine regionale (il 29% della stessa provincia di
rilascio).
Per il fagiano, la lepre e la pernice rossa la provincia di Alessandria è la principale area di origine
dei capi di provenienza regionale (fig. 15), seguita da Cuneo, che rappresenta anche l’area di
provenienza del 72% delle starne immesse.
n=14
n=100
n=90
n=616.759 n=2.350 n=70.513 n=33.973
Capriolo
Cervo
Coniglio
selvatico
n=180
n=44.164
100%
80%
60%
40%
20%
0%
Fagiano
comune
Germano Lepre
reale
comune
Pernice
rossa
Quaglia
Regionale stessa provincia
Regionale altra provincia
Nazionale extraregione
Nazionale non indicato
Starna
Fig. 14: Provenienza dei capi di origine nazionale utilizzati a scopo di ripopolamento nell’intero Piemonte nel
periodo 2000-2006.
310
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
fagiano comune (N=317.246)
lepre comune (N=61.138)
CN 23%
CN 14%
VC 24%
AL 57%
altre
province
7%
AT 13%
NO 7%
AL 46%
altre
province
3%
pernice rossa (N=8.960)
starna (N=22.402)
TO 6%
NO 11%
altre
province
1%
CN 31%
AL 16%
AL 69%
CN 72%
Fig. 15: Provincia di origine dei capi di provenienza regionale (dati cumulati 2000-2006) per le quattro specie
più utilizzate a scopo di ripopolamento
La Tab. 5 presenta il numero di capi rilasciati in zone aperte alla caccia o di divieto venatorio
(principalmente ZRC, zone di ripopolamento e cattura). Circa il 65% dei capi è stato rilasciato in
territorio libero, il 24% in zone di divieto, mentre nell’11% dei casi il sito di rilascio non è indicato.
Tab. 5: Numero di capi immessi in territorio aperto alla caccia o in zone di divieto, dati cumulati 2000-2006.
Specie
Capriolo
Cervo
Coniglio selvatico
Fagiano comune
Germano reale
Lepre comune
Pernice rossa
Quaglia
Starna
Totale
zona di
divieto
0
41
0
171388
800
9723
4725
180
17576
204433
territorio
non
libero
indicato
22
0
259
111
90
0
430500
52353
1550
0
71326
20326
21528
9716
0
0
22751
10238
548026
92744
Totale
22
411
90
654241
2350
101375
35969
180
50565
845203
311
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
La Tab. 6 e la Fig. 16 riepilogano il numero di capi immessi nei diversi mesi dell’anno.
In generale, per i galliformi (fagiano, starna, pernice rossa), le immissioni vengono effettuate
principalmente nei mesi estivi (luglio-agosto), e, meno frequentemente, nel periodo tardo invernale
(febbraio-marzo). Per la lepre invece i ripopolamenti sono effettuati in massima parte nei mesi di
dicembre e gennaio (Fig. 16).
Coniglio
selvatico
Fagiano
comune
Germano
reale
Lepre
comune
Pernice
rossa
Quaglia
Starna
Totale
gennaio
0
28
90
12669
0
35437
0
0
30
48254
febbraio
5
253
0
34507
0
8371
1067
0
252
44455
marzo
17
66
0
51569
400
4832
818
0
4877
62579
aprile
0
44
0
620
0
473
0
0
110
1247
maggio
0
5
0
11638
0
1771
5
0
90
13509
Capriolo
Cervo
Tab. 6: Numero di capi immessi per mese (dati cumulati 2000-2006).
Mese
giugno
0
8
0
18172
300
2584
7107
0
2597
30768
luglio
0
3
0
280645
1450
4778
21973
0
19534
328383
agosto
0
1
0
117540
200
1087
4325
180
7777
131110
settembre
0
1
0
45977
0
152
500
0
7330
53960
ottobre
0
0
0
9113
0
170
174
0
1550
11007
novembre
0
2
0
8723
0
74
0
0
600
9399
dicembre
0
0
0
4483
0
20723
0
0
0
25206
0
22
0
411
0
90
58585
654241
0
2350
20923
101375
0
35969
0
180
5818
50565
85326
845203
300000
40000
35000
numero capi (fagiano)
250000
30000
200000
25000
150000
20000
15000
100000
10000
50000
5000
Fagiano comune
io
ag
os
to
se
tte
m
br
e
ot
to
br
no
e
ve
m
br
e
di
ce
m
br
e
lu
gl
no
o
gi
ug
m
ag
gi
ap
ril
e
zo
m
ar
fe
b
br
a
io
0
ai
o
0
ge
nn
numero capi (altre specie)
non indicato
Totale
Lepre comune
Pernice rossa
Starna
Fig. 16: Numero di capi immessi per mese (dati cumulati 2000-2006, non sono stati presi in considerazioni i
dati per il quale il mese non era indicato).
312
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
Tab. 7. Numero di individui adulti, giovani e di età indeterminata (MM=maschi, FF=femmine,
IND=indeterminati per sesso) immessi per mese per le quattro specie più frequentemente oggetto di
ripopolamenti (dati cumulati 2000-2006).
MM
FF
Adulti
IND
TOT
MM
Giovani
FF
IND
0
0
0
89
660
2531
39940
15876
2179
0
100
0
20
61395
0
0
0
0
0
0
11
0
11
374
137
600
1140
8845
10645
3428
7485
13444
44472 111867 196279
15845
10834
42555
2179
6275
10633
0
1318
1318
100
140
340
0
0
0
0
3000
3020
67549 149901 278845
TOT
Età indeterminata
FF
IND
MM
Totale
TOT
Fagiano
gen
feb
mar
apr
mag
giu
lug
ago
set
ott
nov
dic
nd
Totale
1059
2794
4084 13530
9796 25488
14
3
68
145
781
789
11722 12894
20069 20456
9549 10515
2971
2969
3657
3876
715
1395
16189 29765
80674 124619
225
4078
9037 26651
2839 38123
3
20
780
993
300
1870
11080 35696
19910 60435
15220 35284
1355
7295
350
7883
25
2135
1000 46954
62124 267417
2798
1696
800
0
0
120
0
0
0
0
0
520
0
5934
5666
2919
1735
0
0
0
0
0
0
0
0
1328
0
11648
127
8591
3241
7856
10900 13435
0
0
0
0
2718
2838
48670 48670
14550 14550
70
70
500
500
500
500
500
2348
8611
8611
90387 107969
12669
34507
51569
620
11638
18152
280645
117540
45987
9113
8723
4483
58585
654231
Lepre
gen
feb
mar
apr
mag
giu
lug
ago
set
ott
nov
dic
nd
Totale
8350
1742
1400
67
95
102
50
63
3
16
608
5887
12590
30973
9802
1998
1561
83
117
101
61
37
3
17
763
7562
13663
35768
1576
766
61
12
0
103
155
0
28
0
264
1292
1267
5524
19728
4506
3022
162
212
306
266
100
34
33
1635
14741
27520
72265
49
0
521
44
231
497
684
268
49
72
28
6
51
2500
39
0
523
44
250
498
825
309
51
62
42
6
51
2700
506
664
0
259
1118
1648
1794
343
14
3
0
0
1379
7728
594
664
1044
347
1599
2643
3303
920
114
137
70
12
1481
12928
5714
1003
0
0
0
0
0
0
0
0
0
2069
12
8798
6268
1055
0
0
2
0
0
0
0
0
0
2901
13
10239
2063
858
0
285
31
264
207
50
0
20
0
3820
1390
8988
14045
2916
0
285
33
264
207
50
0
20
0
8790
1415
28025
34367
8086
4066
794
1844
3213
3776
1070
148
190
1705
23543
30416
113218
0
125
150
0
0
0
799
0
0
87
0
0
0
1161
0
126
150
0
0
0
801
0
0
87
0
0
0
1164
0
0
518
0
0
0
1605
2785
500
0
0
0
0
5408
0
251
818
0
0
0
3205
2785
500
174
0
0
0
7733
0
0
0
0
0
0
0
250
0
0
0
0
0
250
0
0
0
0
0
0
0
250
0
0
0
0
0
250
0
0
0
0
5
5107
7934
251
0
0
0
0
0
13297
0
0
0
0
5
5107
7934
751
0
0
0
0
0
13797
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
816
0
0
0
2000
10834
789
0
0
0
0
0
14439
0
816
0
0
0
2000
10834
789
0
0
0
0
0
14439
0
1067
818
0
5
7107
21973
4325
500
174
0
0
0
35969
0
0
997
25
0
0
691
350
375
150
0
0
1350
3938
0
0
1016
25
0
0
1444
350
375
150
0
0
1350
4710
0
0
600
60
90
0
1608
550
40
0
0
0
0
2948
0
0
2613
110
90
0
3743
1250
790
300
0
0
2700
11596
15
86
559
0
0
0
280
250
100
0
0
0
0
1290
15
86
561
0
0
0
280
250
100
0
0
0
0
1292
0
0
100
0
0
2577
7051
4227
4080
1100
100
0
0
19235
30
172
1220
0
0
2577
7611
4727
4280
1100
100
0
0
21817
0
0
230
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
230
0
0
245
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
245
0
80
569
0
0
20
8180
1800
2260
150
500
0
3118
16677
0
80
1044
0
0
20
8180
1800
2260
150
500
0
3118
17152
30
252
4877
110
90
2597
19534
7777
7330
1550
600
0
5818
50565
Pernice rossa
gen
feb
mar
apr
mag
giu
lug
ago
set
ott
nov
dic
nd
Totale
Starna
gen
feb
mar
apr
mag
giu
lug
ago
set
ott
nov
dic
nd
Totale
313
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
N
300000
fagiano comune
lepre comune
N
INDET.
70000
250000
FEMMINE
200000
MASCHI
60000
50000
40000
150000
30000
100000
20000
50000
10000
0
0
adulti
N
giovani
età indet.
adulti
N
pernice rossa
giovani
età indet.
starna
15000
20000
15000
10000
10000
5000
5000
0
0
adulti
giovani
età indet.
adulti
giovani
età indet.
Fig. 17: Numero di individui adulti, giovani e di età indeterminata immessi per le quattro specie più
frequentemente oggetto di ripopolamenti (dati cumulati 2000-2006).
La ripartizione per classi di sesso e di età è riassunta nella tab. 7 e nella fig 17. Per tutte e quattro
le specie si ha un rapporto tra i sessi prossimo all’unità. Per il fagiano si osserva una ripartizione
equilibrata fra giovani ed adulti, mentre nel caso della lepre si ha una predominanza degli individui
adulti. Per la pernice rossa e la starna sembra più elevato il numero di giovani rispetto agli adulti,
tuttavia questa osservazione potrebbe essere falsata dall’elevato numero di individui di età
indeterminata.
314
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
4. Il controllo delle specie di fauna selvatica in Piemonte nel periodo
2001-2006
Introduzione
Nel corso degli ultimi decenni nella nostra regione, come d’altra parte in gran parte d’Europa, si è
assistito a rilevanti cambiamenti negli equilibri che regolano le popolazioni di numerose specie di
vertebrati selvatici. Le cause di questo processo sono molteplici, ma in tutti i casi indubbiamente
correlate con le attività umane. Se molte specie sono entrate in una fase di progressivo declino,
che assume ormai una gravità di livello continentale o addirittura globale, in altri casi si è osservata
un’esplosione demografica che ha in breve tempo portato al fortissimo incremento di alcune specie
che hanno saputo adattarsi con successo agli ambienti condizionati dall’uomo, o che hanno
rioccupato gli habitat marginali non più sfruttati dall’agricoltura.
In sintesi, le specie le cui popolazioni sono notevolmente cresciute in Piemonte possono essere
suddivise in tre gruppi:
specie alloctone, introdotte dall’uomo a scopi venatori (silvilago) o sfuggite ad allevamenti
1)
(nutria, scoiattolo grigio). Queste specie, forse per la scarsità di competitori, si sono espanse
con successo soprattutto nelle aree di pianura, dove la loro presenza è ormai pressoché
ubiquitaria (Cocchi e Riga 2001; Provincia di Alessandria 2002; Genovesi e Bertolino 2001b;
Andreotti et al. 2001a)
specie autoctone che hanno rioccupato ambienti da cui in precedenza erano state
2)
eliminate. Si tratta in particolare di varie specie di ungulati (cervo, capriolo, cinghiale),
scomparse dal Piemonte probabilmente a causa dell’eccessivo prelievo venatorio, e
progressivamente ritornate nella regione a partire dagli anni ‘60-70, in parte grazie a
reintroduzioni, ma anche per l’espansione delle popolazioni oltralpine (Pedrotti et al. 2001).
Queste specie occupano ora in prevalenza le aree agricole marginali, in cui la presenza
dell’uomo è andata diminuendo e la percentuale di boschi si è progressivamente accresciuta.
Queste aree sono localizzate in particolare lungo l’arco alpino e nell’alta pianura
3)
specie autoctone che hanno tratto un giovamento dalle modificazioni ambientali causate
dall’uomo. Questo gruppo comprende essenzialmente alcuni corvidi (cornacchia e gazza)
dotati di una spiccata adattabilità che permette loro di trovare condizioni di vita ottimali anche in
aree di pianura fortemente modificate dall’agricoltura intensiva. In questi ambienti i corvidi
trovano ampie disponibilità di cibo e di siti di nidificazione e godono della praticamente
completa assenza di competitori e predatori (Rolando 1995).
Parallelamente all’incremento numerico delle specie sopra elencate, si è assistito all’aumento dei
danni economici ad esse attribuiti. I danni all’agricoltura sono ormai una fonte di spesa che
raggiunge l’ordine dei milioni di euro all’anno, ed i costi degli incidenti stradali attribuibili alla fauna
selvatica hanno importi complessivi di poco inferiori (cfr. i rispettivi capitoli in questo stesso
volume). Più controverso è il ruolo rivestito da alcune specie predatrici (cornacchia, gazza, volpe)
nella riduzione numerica di specie di avifauna di interesse venatorio o conservazionistico. Se infatti
alcuni lavori hanno effettivamente messo in luce significative diminuzioni del successo riproduttivo
di alcune specie di selvaggina in aree ad alta densità di predatori (Tapper et al. 1990, 1996), altri
non hanno invece evidenziato questo effetto (Baeyens e Jerzak 1997, Birkhead 1991) o hanno
sottolineato come le specie predate siano in grado di compensare l’entità della predazione tramite
nidificazioni di sostituzione (Paradis et al. 2000). In ogni caso, i danni economici provocati dalla
fauna selvatica sono ormai un problema fortemente sentito, in particolare nelle aree agricole, e
giustamente le Amministrazioni pubbliche sono alla ricerca di modi per ridurli o mantenerli sotto
controllo.
La limitazione numerica delle specie considerate in soprannumero (“controllo”) viene di norma
effettuata tramite campagne di abbattimento diretto, e nel corso degli ultimi anni questa strada è
stata seguita con crescente impegno anche in Piemonte, ad opera delle Amministrazioni
Provinciali (ed in misura minore delle Aree Protette), a cui la legge affida questo incarico (art. 29,
L.R 70/96). In realtà, non sempre a questi interventi seguono risultati significativi: può infatti
accadere che la mortalità dovuta agli abbattimenti compensi, e non incrementi, la mortalità
naturale; inoltre la capacità riproduttiva delle specie animali è spesso talmente alta da rendere del
tutto passeggeri i risultati ottenuti; infine, in molte specie la capacità riproduttiva è densità315
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
dipendente, per cui le popolazioni semplicemente reagiscono ad una diminuzione delle
consistenze con un aumentato tasso di riproduzione, che vanifica lo sforzo di controllo. Per questi
motivi è ormai urgente tentare di quantificare l’efficacia dei controlli di fauna selvatica finora
eseguiti, al fine di proporre eventuali modifiche o miglioramenti nell’ambito delle modalità
impiegate.
In questo capitolo vengono analizzati i dati disponibili a livello regionale sugli interventi di controllo
di specie selvatiche nel periodo 2001-2006. I dati analizzati sono costituiti dalle informazioni
pervenute all’Osservatorio Regionale sulla Fauna Selvatica sugli interventi di controllo effettuati in
Piemonte dalle Amministrazioni Provinciali e dalle Aree Protette. Il campione comprende dati
relativi a 16.520 interventi realizzati in tutte le province del Piemonte. I dati sono stati informatizzati
a cura dei singoli Enti tramite maschere di immissione standardizzate predisposte dall’Osservatorio
Regionale.
Risultati
Nel periodo 2001-2006 le attività di controllo faunistico effettuate dalle Amministrazioni Provinciali
e dai Parchi hanno portato all’abbattimento di almeno 236.738 capi di specie selvatiche (Tab. 1 e
2). Questo totale è da ritenere in parte sottostimato in quanto non è stato possibile ottenere
informazioni dettagliate su alcuni interventi, che sono stati dunque esclusi dalle analisi qui riportate
(provincia di Cuneo 2003 e 2004, provincia di Torino e Verbania 2006). E’ inoltre possibile che
alcuni interventi effettuati all’interno delle Aree Protette non siano stati inseriti nella Banca Dati
faunistica regionale.
La cornacchia e la minilepre sono le due specie sottoposte a più intensa attività di controllo (Fig.
1). Il numero di capi abbattuti in totale nelle diverse province varia notevolmente, (minimo nel
Verbano-Cusio-Ossola, massimo in provincia di Alessandria, Fig. 2), ma un’idea più precisa dello
sforzo compiuto dalle singole province può essere ottenuta confrontando il numero di capi
abbattuti per km² di territorio (Fig. 3): gli interventi sono svolti con particolare intensità nelle zone di
pianura del Piemonte orientale, mentre sono meno frequenti nelle province con una percentuale
significativa di territorio montano (minimo a Verbania). Si osservano inoltre notevoli differenze da
provincia a provincia dal punto di vista della proporzione rappresentata dalle singole specie sul
totale dei capi abbattuti (Fig. 4): in generale nelle aree di pianura predominano gli abbattimenti di
corvidi, mentre nelle province con una maggiore percentuale di territorio montano si osserva una
più alta frequenza di abbattimenti di cinghiale.
Nel periodo considerato, circa il 50% dei capi sono stati abbattuti in ZRC (Fig. 5). L’enfasi posta
dalle Amministrazioni provinciali sulle ZRC è ulteriormente sottolineata se si considera che queste
aree occupano complessivamente solo il 7,3% del territorio regionale.
La Fig. 6 illustra la proporzione delle singole specie all’interno delle diverse tipologie di istituto di
gestione. Si osservano notevoli differenze nella scelta delle specie controllate: all’interno di ATC e
Aziende Faunistiche prevalgono i corvidi, mentre per quanto riguarda le Zone di Ripopolamento e
Cattura e le Zone di Addestramento Cani la specie più abbattuta è la minilepre. Il cinghiale è la
specie maggiormente controllata nelle Oasi di protezione e, soprattutto, nelle Aree protette (41% e
80% del totale rispettivamente).
316
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
Volpe
Daino
Cervo
Colombo
Cuneo
Nutria
Biella
Minilepre
Asti
2001
2002
2003
2004
2005
2006
tot. 01-06
2001
2002
2003
2004
2005
2006
tot. 01-06
2001
2002
2003
2004
2005
2006
tot. 01-06
2001
2002
2003
2004
2005
2006
tot. 01-06
Gazza
Alessandria
Anno
Cornacchia
Provincia
Cinghiale
Tab. 1: Numero di capi abbattuti durante le attività di controllo faunistico da parte di Amministrazioni
provinciali e Aree protette per specie ed anno nelle province di Alessandria, Asti, Biella, Cuneo.
nd = dato non disponibile; * = il dato per la provincia di Cuneo per il 2003 ed il 2004 è incompleto, in quanto
non sono disponibili i dati relativi ai controlli effettuati dall’Amministrazione Provinciale, ma solo dai Parchi.
657
393
369
302
312
265
2298
20
60
63
45
220
76
484
35
136
63
96
89
182
601
92
120
61*
51*
271
211
806*
5622
4154
3063
2345
3708
5431
24323
1405
1237
541
509
398
415
4505
793
579
1285
770
689
0
4116
8809
8625
10069
10506
9013
2686
49708
1137
627
646
523
1046
1543
5522
1319
1267
633
613
431
191
4454
0
0
0
0
0
0
0
87
0
257
43
503
248
1138
3513
4602
5952
8188
11277
13848
47380
0
632
436
1018
1051
1098
4235
0
0
0
0
0
0
0
0
0
nd
nd
175
1184
1359
57
466
824
678
796
1240
4061
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
69
36
95
200
0
0
0
0
0
20
20
115
128
125
99
118
125
710
269
508
442
365
329
377
2290
0
0
0
0
0
0
0
0
0
nd
nd
424
413
837
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
21
21
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
4659
1140
0
0
0
0
5799
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
317
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
Volpe
Daino
Cervo
Colombo
Verbania
Nutria
Vercelli
Minilepre
Torino
2001
2002
2003
2004
2005
2006
tot. 01-06
2001
2002
2003
2004
2005
2006
tot. 01-06
2001
2002
2003
2004
2005
2006
tot. 01-06
2001
2002
2003
2004
2005
2006
tot. 01-06
Gazza
Novara
Anno
Cornacchia
Provincia
Cinghiale
Tab. 2: Numero di capi abbattuti durante le attività di controllo faunistico da parte di Amministrazioni
provinciali e Aree protette per specie ed anno nelle province di Novara, Torino, Vercelli e Verbania (nd =
dato non disponibile)
176
181
233
191
104
199
1084
903
814
771
685
968
1019
5160
137
285
250
177
203
256
1308
47
25
44
32
8
119
275
3489
2311
2763
2335
3497
3671
18066
2025
3746
2492
2050
6982
nd
17295
1965
2163
2140
1861
2297
1970
12396
28
15
25
11
10
nd
89
0
0
0
0
0
0
0
72
164
183
140
233
nd
792
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
94
235
62
484
622
1687
3184
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
254
586
182
415
1153
1809
4399
105
0
4
52
40
9
210
355
386
868
533
887
831
3860
0
0
0
0
0
0
0
42
45
38
94
88
88
395
652
505
nd
nd
nd
nd
1157
228
206
304
340
224
273
1575
24
16
17
13
14
nd
84
0
0
0
0
0
0
0
15
18
22
15
24
14
108
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
85
67
89
51
63
79
434
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
volpe 3,0%
dainocervo 0,2%
nutria
5,4%
colombo
2,4%
cinghiale
5,1%
minilepre
23,7%
cornacchia
55,1%
gazza
5,0%
Fig. 1: Composizione percentuale dei controlli faunistici effettuati in Piemonte tra il 2001 ed il 2006 (totale
236.738 capi abbattuti)
318
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
Numero di capi abbattuti
100000
90000
80000
70000
60000
50000
40000
30000
20000
10000
0
VB
BI
AT
VC
TO
NO
CN
AL
Fig. 2: Numero complessivo di capi abbattuti nelle province del Piemonte (dati cumulati 2001-2006)
numero capi abbattuti/100 ha
30
25
20
15
10
5
0
VB
TO
BI
CN
VC
AT
NO
AL
Fig. 3: Numero di capi abbattuti per km² di sASP nelle province del Piemonte (2001-2006)
Altro
100%
Volpe
90%
Nutria
80%
Gazza
70%
Cinghiale
60%
Minilepre
50%
Cornacchia
40%
30%
20%
10%
0%
AL
AT
BI
CN
NO
TO
VC
VB
Fig. 4: Percentuale delle diverse specie interessate da operazioni di controllo faunistico effettuate dalle
diverse province (2001-2006)
319
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
O
NO
N
IN
DI
CA
T
AL
TR
O
ZR
C
AP
O
F
C
AT
AF
VAT
V
ZA
C
Capi abbattuti (%)
50
45
40
35
30
25
20
15
10
5
0
Fig. 5: Numero totale di capi abbattuti nei diversi tipi di Istituti di Gestione della caccia (2001-2006).
ZAC = Zone di Addestramento Cani; OF = Oasi di protezione della Fauna; AP = Aree Protette provinciali,
regionali e nazionali; ZRC = Zone di Ripopolamento e Cattura
Volpe
100%
Nutria
Minilepre
80%
Corvidi
Cinghiale
60%
Cervo-Daino
Colombo
40%
20%
0%
ATC
AFVATV
ZAC
OF
AP
ZRC
Fig. 6: Percentuale delle diverse specie interessate da operazioni di controllo faunistico all’interno delle
diverse tipologie di Istituto (2001-2006).
ZAC = Zone di Addestramento Cani; OF = Oasi di protezione della Fauna; AP = Aree Protette provinciali,
regionali e nazionali; ZRC = Zone di Ripopolamento e Cattura
L’abbattimento a distanza tramite armi da fuoco è la modalità maggiormente utilizzata in Piemonte
per il controllo di cervidi, volpe, cinghiale e minilepre. Per i corvidi si osserva una netta prevalenza
della cattura di animali vivi tramite trappole; per la nutria la situazione è intermedia (Fig. 7).
L’analisi delle modalità di smaltimento dei capi abbattuti è difficile in quanto nella grande
maggioranza dei casi (80% dei capi abbattuti) le Amministrazioni Provinciali non hanno fornito
indicazioni precise a questo proposito. Sembra comunque che la donazione o la vendita della
carcassa per fini alimentari umani sia la modalità prevalente di smaltimento per cervo e cinghiale.
Per le altre specie è stato di norma fatto ricorso al sotterramento o all’incenerimento dei capi.
320
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
100%
80%
60%
40%
20%
0%
CervoDaino
Volpe
Cinghiale
Abbattimento con arma da fuoco
Minilepre
Nutria
Corvidi
Cattura di animali vivi
Non indicato
Fig. 7: Percentuale dei capi controllati tramite abbattimento con arma da fuoco o cattura di animali vivi
(2001-2006).
Per quanto riguarda la distribuzione temporale degli interventi, occorre sottolineare come
l’attendibilità delle analisi presentate sia ridotta a causa dell’incompletezza delle informazioni
disponibili. Fra i dati pervenuti all’Osservatorio Faunistico infatti, il 36% risulta privo dell’indicazione
del mese in cui è stato effettuato il controllo. Per quel che riguarda sesso ed età, queste indicazioni
sono state fornite solo per una parte dei dati (cinghiale, sesso 58% età 33%; minilepre, sesso 41%
età 4%; volpe, sesso 46,5% età 50%; cervo, sesso 12% età 12%; nutria, sesso 26% età 50%).
Per nessuna delle specie di uccelli è stata fornita alcuna indicazione su sesso o età dei capi
controllati.
40
%
35
Cervo
Cinghiale
30
25
20
15
10
5
0
gen feb mar apr mag giu lug ago set
ott nov dic
Fig. 8: % dei controlli di cervo e cinghiale nei diversi mesi dell’anno (dati cumulati 2001-2006).
321
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
40
Colombo
%
Cornacchia
35
Gazza
30
25
20
15
10
5
0
gen feb mar apr mag giu
lug ago set
ott
nov dic
Fig. 9: % dei controlli di corvidi e colombi nei diversi mesi dell’anno (dati cumulati 2001-2006).
%
40
Minilepre
Nutria
35
Volpe
30
25
20
15
10
5
0
gen
feb mar apr mag giu
lug
ago set
ott
nov dic
Fig. 10: % dei controlli di minilepre, nutria e volpe nei diversi mesi dell’anno (dati cumulati 2001-2006).
La distribuzione del numero totale di capi controllati nell’arco dei mesi dell’anno è presentata nelle
Fig. 8-10, ed evidenzia notevoli differenze da specie a specie, da correlare in parte alla diversa
eco-etologia, in parte al diverso sforzo di cattura attuato dalle province. L’evidente picco di controlli
della nutria nei mesi invernali e dei corvidi in primavera è probabilmente da mettere in relazione
con una maggior catturabilità degli animali in questi periodi. Per il cervo, l’incremento del numero di
controlli nei mesi di ottobre-gennaio è probabilmente da collegare ad una maggiore frequentazione
di zone di fondovalle e quindi ad un maggior numero di danni e incidenti in questo periodo
dell’anno.
Per quel che riguarda il rapporto tra i sessi negli individui controllati (Fig. 11), pur tenendo conto
dell’elevata frazione di indeterminati, esso risulta sbilanciato verso le femmine nel cervo mentre nel
cinghiale la prevalenza di femmine è lieve. Nella minilepre il rapporto tra maschi e femmine non
differisce in modo singificativo dall’unità, mentre nella volpe e nella nutria si osserva una
prevalenza di maschi.
Il rapporto fra classi di età dei capi controllati (Fig. 12) non differisce dall’unità nel cervo, mentre è
significativamente a favore degli adulti nelle altre specie.
322
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
100%
80%
60%
40%
20%
0%
Cervo
MASCHI
Cinghiale
Minilepre
FEMMINE
Nutria
Volpe
INDETERMINATI
Fig. 11: Rapporto percentuale tra maschi e femmine sottoposti ad interventi di controllo in cervo, cinghiale,
nutria, silvilago e volpe; periodo 2001-2006.
100%
80%
60%
40%
20%
0%
Cervo
ADULTI
Cinghiale
Minilepre
GIOVANI
Nutria
Volpe
INDETERMINATI
Fig. 12: Rapporto percentuale tra giovani ed adulti sottoposti ad interventi di controllo in cervo, cinghiale,
nutria, silvilago e volpe; periodo 2001-2006
La quantificazione del numero di giornate lavorative impiegate per l’esecuzione dei controlli
faunistici è un elemento essenziale per valutare l’efficacia dei risultati, in particolare se si tiene
conto del fatto che una delle finalità principali dei controlli è quella di limitare i danni economici
(danni all’agricoltura, incidenti stradali, predazione su specie di interesse venatorio) attribuiti alle
specie selvatiche.
La Tab. 3 elenca il personale impiegato nelle operazioni di controllo nel periodo 2001-2006. I dati
presentati si riferiscono soltanto agli interventi che hanno avuto successo (che hanno cioè portato
all’abbattimento di uno o più capi), in quanto gli interventi infruttuosi non sono inseriti nella Banca
Dati faunistica. Se si considerassero anche questi, il numero di persone impiegate nelle operazioni
di controllo sarebbe molro più elevato. Si noti inoltre come il numero totale di capi abbattuti sia
notevolmente inferiore al totale riportato nelle Tabelle 1 e 2: anche in questo caso, come nei grafici
precedenti, questo risultato dipende dall’elevato numero di schede incomplete.
323
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
Il numero medio di partecipanti alle operazioni di controllo faunistico varia notevolmente in rapporto
alle specie controllate; in generale il numero di dipendenti pubblici (guardaparco, dipendenti
ATC/CA, guardie provinciali) risulta abbastanza costante (tra 1 e 2), mentre si osservano forti
variazioni nel numero medio di operatori appartenenti ad altre categorie (cacciatori, selecontrollori),
che sono indubbiamente da attribuire alle diverse metodiche di controllo utilizzate. Il numero
elevato di personale coinvolto in interventi di controllo di volpe e cinghiale va correlato all’adozione
prevalente della caccia a battuta (o “braccata”) per queste specie. Al contrario, per il cervo,
solitamente cacciato tramite armi di precisione a lunga distanza, il numero di partecipanti risulta più
basso. Va notato che per le specie controllate tramite cattura di animali vivi (nutria e corvidi, per i
quali si fa uso di trappole) il numero di partecipanti all’intervento risulta decisamente inferiore.
L’elevato successo delle operazioni di controllo della minilepre è un indice dell’elevata confidenza
della specie, e quindi delle sua facile catturabilità.
Tab. 3: Personale impiegato nell’esecuzione di interventi di controllo faunistico (2001-2006). Sono riportati
solo gli interventi durante i quali sono stati abbattuti uno o più capi, mentre sono esclusi gli interventi
infruttuosi. Il totale di capi abbattuti è inferiore a quello delle tabelle 1 e 2 a causa dell’incompletezza dei dati
disponibili (per un numero consistente di interventi non è stato fornito il dato relativo al personale impiegato
nell’operazione).
Specie
Cervo
Cinghiale
Cornacchia
Gazza
Minilepre
Nutria
Volpe
Totale
Numero di capi
abbattuti
53
4476
29515
4450
36489
7031
4645
86659
Numero di
interventi
52
2371
1932
510
1311
1525
3227
10928
Personale
totale
117
33208
9567
1893
7058
2631
23482
77956
Numero medio di persone
impiegate
per capo
per intervento
abbattuto
2.3
2.2
14.0
7.4
5.0
0.3
3.7
0.4
5.4
0.2
1.7
0.4
7.3
5.1
7.1
0.9
Una delle principali, per quanto non la sola, ragioni dei controlli di fauna selvatica è da ricercare nel
tentativo di limitare i danni causati all’agricoltura. E’ dunque di estremo interesse verificare se
esista una correlazione tra l’esecuzione di controlli faunistici in una determinata area e l’importo
economico dei danni verificati nella stessa area nel periodo immediatamente successivo. E’
evidente che sarà possibile affermare che gli interventi hanno avuto una reale efficacia solo nel
caso in cui questa correlazione risulti di segno negativo, ossia solo se ad una maggiore intensità di
controllo corrisponda una diminuzione dei danni economici.
Le Fig. 13 e 14 evidenziano le relazioni tra abbattimenti di corvidi e cinghiali e danni agricoli ad
essi attribuiti: per ogni provnicia e per ogni anno sono stati confrontati il numero di capi controllati
ed il numero di danni agricoli denunciati l’anno successivo all’intervento di controllo. In entrambi i
casi le relazioni sono positive, ad indicazione non solo di assenza di effetti di controllo, ma
addirittura di un incremento dei danni a seguito dei controlli stessi. Questo risultato è più evidente
per i corvidi ed è compatibile con due ipotesi: - Gli interventi di controllo non hanno ottenuto
nessun risultato in termini di limitazione numerica, e le popolazioni delle specie oggetto di controllo
sono in aumento numerico a causa di cambiamenti ambientali tuttora in corso. Questi cambiamenti
(ad es. l’incremento della maidicoltura fornisce ampie risorse alimentari per i corvidi) modificano
l’ambiente in una direzione compatibile con le necessità vitali delle specie oggetto di controllo, e ne
determinano l’incremento numerico. Di conseguenza, i danni agricoli crescono nell’anno
successivo ai controlli per via dell’aumento naturale delle popolazioni delle specie responsabili dei
danni; - Gli interventi di controllo non solo sono inefficaci nel limitare le popolazioni animali, ma
addirittura causano un incremento di queste specie (ad es. la rimozione degli individui territoriali
può causare un incremento dell’immigrazione di individui da aree circostanti; oppure,
l’abbattimento prevalente di individui adulti può determinare una destrutturazione demografica
delle popolazioni, che a sua volta causa l’incremento di particolari classi di età (giovani)
324
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
numero di danni agricoli
particolarmente propense ad alimentarsi nelle colture agricole). In questo caso quindi, le
operazioni di controllo sono totalmente svantaggiose, in quanto non fanno che incrementare
l’entità dei danni economici subiti dalle colture.
350
300
250
R2 = 0,57
200
150
100
50
0
0
2000
4000
6000
8000
10000
12000
numero di capi abbattuti
numero di danni agricoli
Fig. 13: Corvidi: relazione tra numero di capi abbattuti e danni all’agricoltura ad essi attribuiti nell’anno
successivo a quello in cui sono stati svolti gli interventi di controllo. Ciascun punto del grafico rappresenta
una provincia in un determinato anno (n = 39). La linea di tendenza indica che l’ammontare complessivo dei
danni riscontrati nell’anno successivo allo svolgimento dei controlli tende ad aumentare con l’incremento del
numero di capi abbattuti.
2500
2000
R2 = 0,22
1500
1000
500
0
0
200
400
600
800
1000
numero di capi abbattuti
Fig. 14: Cinghiale: relazione tra numero di capi abbattuti e danni all’agricoltura attribuiti alla specie nell’anno
successivo a quello in cui sono stati svolti gli interventi di controllo. Ciascun punto del grafico rappresenta
una provincia in un determinato anno (n = 38). La linea di tendenza indica che l’ammontare complessivo dei
danni riscontrati nell’anno successivo allo svolgimento dei controlli tende ad aumentare con l’incremento del
numero di capi abbattuti, anche se la relazione tra le due variabili è meno stretta rispetto ai corvidi.
325
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati
numero di volpi abbattute
Per quanto riguarda la nutria, per la quale invece sembra esista una relazione negativa tra numero
di controlli e numero di danni, si rimanda al cap. 3.5 dove la specie è trattata in dettaglio.
Prendendo infine in considerazione la volpe, è interessante notare l’esistenza di una correlazione
positiva tra il numero di volpi abbattute in interventi di controllo faunistico ed il numero di individui
di piccola selvaggina (fagiano, lepre, pernice rossa, starna) immessi a scopo di ripopolamento (Fig.
15). Questa osservazione è compatibile con due possibili spiegazioni, non necessariamente
esclusive l’una dell’altra. Una prima ipotesi è che le Amministrazioni provinciali tendano a
incrementare gli abbattimenti di volpe negli anni in cui è stato effettuato un maggiore sforzo nelle
attività di ripopolamento. La seconda possibilità è invece che le popolazioni di volpe siano favorite
dalla maggiore disponibilità di cibo che si verifica in seguito all’immissione nell’ambiente di
numerose prede facilmente catturabili (osservazione particolarmente verosimile per la piccola
selvaggina proveniente da allevamenti). L’immissione di cospicue quantità di piccola selvaggina
potrebbe dunque tradursi in un incremento del numero di predatori, a sua volta indicato da una
crescita del numero di capi di volpe abbattuti negli interventi di controllo.
600
500
400
300
200
100
0
0
5000
10000
15000
20000
25000
30000
35000
ripopolamenti (numero di capi)
Fig. 15: Relazione tra numero di volpi abbattute in operazioni di controllo faunistico e numero di capi di
piccola selvaggina (fagiano, pernice rossa, starna, lepre) immessi a scopo di ripopolamento. Ciascun punto
della figura indica il dato complessivo relativo ad una provincia del Piemonte in un determinato anno (n =
33). La linea di tendenza indica che il numero di volpi abbattute in un determinato anno cresce all’aumentare
del numero di capi di selvaggina immessi a scopo di ripopolamento.
326
Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati