PARTE SECONDA: ANALISI DEI DATI 216 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati 217 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati CAPITOLO IV: ANALISI DELLA GESTIONE FAUNISTICO-VENATORIA ATTUALE 1. Pressione venatoria I cacciatori iscritti all’anagrafe venatoria regionale per l’anno 2007 sono 30.795, a cui vanno aggiunti 4.754 “foranei”, cioè cacciatori ammessi ma residenti fuori regione, che portano ad un totale di 35.549 cacciatori potenziali in Piemonte, anche se le ammissioni effettive all’esercizio venatorio non rappresentano la totalità degli iscritti. Se si confrontano i dati con i cacciatori ammessi nelle ultime sette stagioni venatorie si può osservare un trend in leggera ma costante diminuzione. Come è evidenziato dalla Fig. 1, le persone in possesso di tesserino venatorio in Regione hanno subito un calo costante fra l’1% ed il 2% annuo, tale da ridursi in 7 anni di oltre il 10%, per un totale di circa 4.000 cacciatori in meno rispetto all’anno 2000 per quanto riguarda i residenti in Piemonte. Se si esamina la diminuizione su base provinciale (Fig. 2), si può osservare in tutte le province una tendenza ad una diminuzione variabile compresa fra il 2% (Alessandria) e il 7% (Cuneo), con la sola eccezione delle Province di Torino e di Biella, in cui la riduzione si attesta intorno al 25%, e dei cacciatori ammessi nell’Astigiano che sono rimasti stabili. In aumento è invece la presenza in Piemonte di soggetti provenienti da fuori regione, sostanzialmente dalla Lombardia e dalla Liguria (+12% in 7 anni). 45000 40000 numero cacciatori 35000 30000 residenti 25000 foranei 20000 totale Regione 15000 10000 5000 0 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 stagioni venatorie Fig. 1: Numero di cacciatori in Piemonte in riferimento a 7 stagioni venatorie. I dati regionali confermano la tendenza nazionale che ha visto una costante e progressiva diminuzione del numero dei cacciatori in tutta Italia. Se il trend medio regionale si attesta sul 2% annuo, considerando anche l’età anagrafica media dei cacciatori, evidenziata nelle Fig. 3 e 4, che non indica un ricambio generazionale, nel medio periodo si prevede una probabile contrazione del numero dei cacciatori in Piemonte. 218 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati 10000 AL numero cacciatori 8000 AT BI 6000 CN NO TO 4000 VB VC 2000 0 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 stagioni venatorie Fig. 2: Numero di cacciatori suddivisi per province in riferimento a 7stagioni venatorie. 100% 90% 80% classi di età 70% > 70 60% 61-70 50% 40% 51-60 30% 41-50 20% 10% < 30 0% regionali foranei totale Fig. 3: Cacciatori in Piemonte suddivisi per classi di età. Le fasce di età più elevate sono infatti quelle che contano il numero maggiore di cacciatori, con i valori più alti (26 e 27%) per le fasce di età 51-60 anni e 61-70 anni. Se si addiziona a queste due classi anche la classe > 70 anni si può osservare come il 66% di tutti i cacciatori regionali sia rappresentato da persone che hanno più di 50 anni. 219 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati 12.000 10.000 numero di cacciatori (anno 2003) 51-60 anni 61-70 anni 8.000 41-50 anni 6.000 classi di età > 70 anni 4.000 31-40 anni 2.000 <30 anni 0 Fig. 4: Cacciatori in Piemonte suddivisi per classi di età. Tab. 1: Rapporto cacciatori/popolazione in Piemonte (anno 2002). Provincia AL AT BI CN NO TO VCO VC TOTALE numero abitanti 418.231 208.339 187.249 556.33 343.04 2.165.619 159.04 176.829 4.214.677 numero % cacciatori cacciatori su abitanti 7.125 1,70 2.036 0,98 1.234 0,66 5.608 1,01 2.671 0,78 9.303 0,43 1.439 0,90 1.754 0,99 31.167 0,74 220 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati Tab. 2: Cacciatori ammessi per A.T.C. e C.A. in Piemonte (anno 2002). Il numero di cacciatori totale non corrisponde a quello delle tabelle precedenti perché alcuni cacciatori sono ammessi in più di un ATC o CA. ATC/CA ATCAL1 ATCAL2 ATCAL3 ATCAL4 ATCAT1 ATCAT2 ATCBI1 ATCCN1 ATCCN2 ATCCN3 ATCCN4 ATCCN5 ATCNO1 ATCNO2 ATCTO1 ATCTO2 ATCTO3 ATCTO4 ATCTO5 ATCVC1 ATCVC2 CABI1 CACN1 CACN2 CACN3 CACN4 CACN5 CACN6 CACN7 CATO1 CATO2 CATO3 CATO4 CATO5 CAVC1 CAVCO1 CAVCO2 CAVCO3 TOTALE totale residenti DENOMINAZIONE VAL CERRINA E CASALESE PIANURA ALESSANDRINA VAL CURONE, BORBERA E GRUE OVADESE E ACQUESE NORD TANARO SUD TANARO PIANURA E COLLINA BIELLESE CUNEO-FOSSANO SAVIGLIANO ROERO ALBA-DOGLIANI CORTEMILIA TICINO SESIA ZONA EPOREDIESE ZONA BASSO CANAVESE ZONA PINEROLESE ZONA CARMAGNOLA-POIRINO COLLINA TORINESE PIANURA VERCELLESE NORD PIANURA VERCELLESE SUD ALTE VALLI BIELLESI VALLE PO VALLE VARAITA VALLI MAIRA E GRANA VALLE STURA VALLI GESSO, VERMENAGNA E PESIO VALLI MONREGALESI ALTA VALLE TANARO VALLE PELLICE, CHISONE E GERMANASCA ALTA VALLE SUSA BASSA VALLE SUSA E VAL SANGONE VALLI LANZO, CERONDA E CASTERNONE VALLI ORCO, SOANA E CHIUSELLA VALLE DEL SESIA VERBANIA-CUSIO OSSOLA NORD OSSOLA SUD 1.29 2.498 1.919 2.184 1.55 1.101 968 768 569 773 686 710 1.617 1.28 1.411 1.3 1.289 514 761 958 700 307 350 386 544 383 321 526 276 855 774 686 520 541 540 493 521 401 33.27 totale foranei 213 164 188 319 296 252 164 337 133 131 124 191 191 202 218 38 15 7 21 184 206 8 18 22 52 34 26 26 26 8 0 0 13 17 48 27 36 34 3.989 221 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati cacciatori totale prelievo cacciatori selettivo ungulati 1.503 2.662 2.107 111 2.503 292 1.846 1.353 39 1.132 72 1.105 702 904 810 25 901 81 1.808 1.482 73 1.629 1.338 1.304 53 521 782 1.142 906 315 239 368 99 408 222 596 208 417 280 347 98 552 99 302 60 863 759 774 704 686 400 533 291 558 151 588 542 520 329 557 392 435 546 37.259 6.165 2. Analisi dei prelievi 2.1. Tipica fauna alpina Introduzione In questo capitolo sono presentati i risultati dei prelievi delle specie di tipica fauna alpina realizzati in Piemonte dal 1996. A questo gruppo sistematicamente eterogeneo appartengono i galliformi alpini (tetraonidi: fagiano di monte e pernice bianca; fasianidi: coturnice) e la lepre variabile. E’ fornito un quadro di sintesi per ciascuna delle specie, con alcuni confronti tra Province e settori dell’arco alpino. Ove possibile, si è cercato di evidenziare gli effetti degli strumenti gestionali adottati (piano di prelievo, numero di giornate di caccia, verifica dell’andamento degli abbattimenti), al fine di trarne utili indicazioni per una gestione più oculata. Il prelievo di tipica fauna alpina in Piemonte avviene secondo le disposizioni della Legge Regionale 70/96, articoli 44 (Specie cacciabili e periodi di attività venatoria) e 45 (Calendario venatorio). Fagiano di monte, pernice bianca, coturnice e lepre variabile possono essere prelevati dal 1° ottobre al 30 novembre, il mercoledì e la domenica, in base a piani numerici predisposti dai Comitati di Gestione dei Comprensori Alpini (CA) e approvati dalla Giunta regionale. Dal 1997, per maggiore tutela della coturnice, la chiusura della stagione, solo per questa specie, è anticipata all’ultimo giorno utile del mese di ottobre. Sempre dal 1997, per maggiore tutela di tutta la tipica fauna alpina, lo sviluppo dei piani è verificato dopo alcune giornate di caccia, il cui numero è stabilito ogni anno. In base a questo provvedimento, qualora il numero di capi consegnato ai centri di controllo sia pari o inferiore alla metà dei capi assegnati, si deve procedere alla chiusura della caccia alla specie interessata. Tale provvedimento si fonda sulla convinzione che buona parte del piano sia realizzata nelle prime giornate, quando è massima la pressione venatoria dopo lunghi mesi di inattività ed è più facile contattare gli animali, soprattutto i giovani. Se i capi consegnati sono meno della metà si può ipotizzare che la consistenza sia molto bassa ed è più prudente procedere alla sospensione del prelievo. Tutti i cacciatori nei CA possono prelevare al massimo 4 capi annuali, con il limite di due per coturnice e pernice bianca ed uno per fagiano di monte e lepre variabile. Nel 2004 sono state redatte e approvate le Linee Guida per la gestione che forniscono le indicazioni per l’esecuzione dei censimenti e per la predisposizione dei piani di prelievo. Materiali e metodi Risultati dei piani di prelievo I risultati dei piani di prelievo sono stati ricavati dalle relazioni annuali presentate dai coordinatori faunistici regionali e dai dati inseriti dai Comprensori Alpini nella Banca Dati faunistica regionale. Per le analisi i Comprensori Alpini sono stati raggruppati in cinque macro-aree climaticamente omogenee: valli Pellice, Chisone e Susa (TO1-TO2-TO3), valli di Lanzo, Orco, Soana e Chiusella (TO4-TO5), valli Stura, Grana, Maira e Varaita (CN1-2-3-4), Alpi Marittime (CN5-6-7), Vercellese, Biellese e Verbano-Cusio-Ossola (BI-VC-VCO1-2-3). Pressione venatoria A partire dal 2004, i Comitati di gestione hanno predisposto specifici tagliandi di uscita da consegnare ai cacciatori che esercitano il prelievo dei galliformi alpini e della lepre variabile, secondo quanto stabilito dalle D.G.R. di approvazione dei piani numerici di prelievo. I dati che vengono presentati sono stati forniti dai singoli CA, che al termine della stagione venatoria hanno comunicato all’Osservatorio regionale sulla fauna selvatica il numero di tagliandi imbucati per ogni giornata di caccia. L’analisi dei tagliandi consente di calcolare la pressione venatoria giornata per giornata e sul territorio di ciascun CA e rappresenta quindi uno strumento gestionale estremamente importante. 222 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati Risultati e discussione Fagiano di monte Per il fagiano di monte è consentito il prelievo soltanto dei maschi. Negli 11 anni compresi tra il 1996 ed il 2006 sono stati assegnati complessivamente 6037 fagiani di monte, mediamente 549 capi annuali (Tabella 1). Tab. 1: Fagiani di monte assegnati e abbattuti in Piemonte nel periodo 1996-2006. AS=assegnati, AB=abbattuti, % = percentuale di completamento del piano di prelievo. Anno BI-VC-VCO TO 1-2-3 TO 4-5 CN 1-2-3-4 CN 5-6-7 TOT AS AB % AS AB % AS AB % AS AB % AS AB % AS AB % 1996 631 97 15,4 115 64 55,7 80 50 62,5 130 76 58,5 75 37 49,3 1031 324 31,4 1997 150 103 68,7 82 55 67,1 62 50 80,6 135 98 72,6 70 44 62,9 499 350 70,1 1998 176 153 86,9 90 82 91,1 72 58 80,6 155 87 56,1 62 58 93,5 555 438 78,9 1999 182 114 62,6 91 50 54,9 78 48 61,5 132 63 47,7 62 40 64,5 545 315 57,8 2000 162 133 82,1 97 73 75,3 78 39 50,0 96 78 81,3 65 49 75,4 498 372 74,7 2001 158 151 95,6 99 92 92,9 76 57 75,0 112 72 64,3 70 51 72,9 515 423 82,1 2002 127 118 92,9 103 84 81,6 66 52 78,8 100 79 79,0 60 55 91,7 456 388 85,1 2003 174 148 85,1 101 73 72,3 64 56 87,5 103 94 91,3 65 44 67,7 507 415 81,9 2004 160 162 101 99 87 87,9 68 64 94,1 106 103 97,2 57 52 91,2 490 468 95,5 2005 179 156 87,2 112 93 83,0 68 54 79,4 116 101 87,1 63 56 88,9 538 460 85,5 2006 134 129 96,3 71 68 95,8 56 52 92,9 87 87 100 55 52 94,5 403 388 96,3 TOT 2233 1464 65,6 1060 821 77,5 768 580 75,5 1272 938 73,7 704 538 76,4 6037 4341 71,9 I piani assegnati ogni anno sono risultati del tutto confrontabili, con l’unica eccezione rappresentata dal 1996, primo anno di applicazione della legge regionale. Annualmente, i capi assegnati sono stati abbattuti in percentuali comprese tra il 31% nel 1996 e il 96% nel 2006. Se non si considera il 1996, le percentuali medie di realizzazione sono state dell’80% nei CA TO1-2-3 e CN5-6-7, del 78% nei CA CN1-2-3-4 e TO 4-5 e dell’86% nei CA BI1, VC1, VCO1-2-3. Nelle province di CN e TO è stato abbattuto oltre il 60% dei 4341 capi prelevati (34% e 32% rispettivamente), il 34% nelle province di BI, VC e VCO (Fig. 1). I prelievi sono stati realizzati su tutto l’arco alpino piemontese, fatta eccezione per alcuni comuni con caratteristiche ambientali non idonee oppure ricadenti in aree protette (Fig. 2). BI-VC-VCO 34% CN 1-2-3-4 22% CN 5-6-7 12% TO 4-5 13% TO 1-2-3 19% Fig. 1: Percentuale del totale di fagiani di monte abbattuti nelle cinque macro-aree (dati cumulati del periodo 1996-2006). 223 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati Fig. 2: Numero medio annuo di abbattimenti di fagiano di monte per comune nel periodo 2000-2006. 224 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati Struttura di popolazione e tendenza La tendenza del numero di capi abbattuti negli anni non è risultata statisticamente significativa, né a livello regionale né nell’ambito delle singole province, come si può osservare dalle Figg. 3-8. Si rileva però un netto miglioramento nella percentuale di completamento del piano di prelievo (fig. 3). In particolare, confrontando la percentuale di capi prelevati su quelli assegnati nel periodo 20022006 con quella del periodo 1997-2001, emerge una differenza significativa (Mann-Whitney test U=111,00; p<0,01). 600 500 400 300 200 100 0 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 TO1-2-3 TO4-5 CN1-2-3-4 BI-VC-VCO ASSEGNATI TOT ABBATTUTI 2005 2006 CN5-6-7 Fig. 3: Fagiani di monte assegnati e abbattuti in Piemonte nel periodo 1997-2006. E’ rappresentato il totale regionale e la ripartizione dei capi abbattuti nelle cinque macro-aree. 120 . CA TO1-2-3 100 80 60 40 20 0 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 ASSEGNATI ABBATTUTI Fig. 4: Fagiani di monte assegnati e abbattuti nei CA TO1-2-3 nel periodo 1997-2006. 90 CA TO4-5 80 70 60 50 40 30 20 10 0 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 ASSEGNATI ABBATTUTI Fig. 5: Fagiani di monte assegnati e abbattuti nei CA TO4 e TO5 nel periodo 1997-2006. 225 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati 180 CA CN1-2-3-4 160 140 120 100 80 60 40 20 0 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 ASSEGNATI ABBATTUTI Fig. 6: Fagiani di monte assegnati e abbattuti nei CA CN1-2-3-4 nel periodo 1997-2006. CA CN5-6-7 80 70 60 50 40 30 20 10 0 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 ASSEGNATI ABBATTUTI Fig. 7: Fagiani di monte assegnati e abbattuti nei CA CN5-6-7 nel periodo1997-2006. 200 BI-VC-VCO 180 160 140 120 100 80 60 40 20 0 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 ASSEGNATI ABBATTUTI Fig. 8. Fagiani di monte assegnati e abbattuti nei CA BI1, VC1 e VCO1-2-3 nel periodo 1997-2006. La percentuale di giovani nel carniere si aggira intorno al 50%, con valori minimi del 45% nel 1999 e massimi del 59% nel 1998 e nel 2003 (Tab. 2). Le differenze tra i valori medi annuali non sono risultate significative né a livello regionale, né nelle cinque zone in cui è stato suddiviso l’arco alpino. Nelle figure 9-13 è confrontato l’andamento del successo riproduttivo e della frazione dei giovani nel carniere nelle cinque macro-aree. I valori non sono direttamente confrontabili, perché il successo riproduttivo viene espresso come totale di giovani (maschi+femmine) sul totale di femmine osservate, mentre il rapporto giovani/adulti nel carniere è riferito soltanto ai maschi (maschi giovani/ maschi adulti). I due parametri sembrano avere andamenti correlati negli anni, 226 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati anche se in alcuni casi il rapporto tra giovani ed adulti nel carniere è più basso di quanto ci si potrebbe attendere in base al successo riproduttivo desunto dai censimenti. Tab. 2: Numero di giovani (J) e di adulti (A) e % di giovani sul totale dei fagiani di monte abbattuti in Piemonte nel periodo 1998-2006. BI-VC-VCO TO 1-2-3 TO 4-5 CN 1-2-3-4 CN 5-6-7 TOT J A %J J A %J J A %J J A %J J A %J J A %J 1998 90 62 59,2 44 38 53,7 41 17 70,7 53 34 60,9 28 30 48,3 256 181 58,6 1999 60 54 52,6 21 29 42,0 21 27 43,8 25 38 39,7 16 24 40,0 143 172 45,4 2000 67 66 50,4 29 44 39,7 15 24 38,5 36 42 46,2 26 23 53,1 173 199 46,5 2001 74 77 49,0 48 44 52,2 34 23 59,6 32 40 44,4 29 22 56,9 217 206 51,3 2002 70 48 59,3 39 45 46,4 30 22 57,7 36 43 45,6 28 27 50,9 203 185 52,3 2003 85 63 57,4 35 38 47,9 38 18 67,9 60 34 63,8 27 17 61,4 245 170 59,0 2004 71 91 43,8 40 47 46,0 26 38 40,6 53 50 51,5 29 23 55,8 219 249 46,8 2005 85 71 54,5 41 52 44,1 26 28 48,1 51 50 50,5 23 33 41,1 226 234 49,1 2006 60 69 46,5 33 35 48,5 21 31 40,4 44 43 50,6 24 28 46,2 182 206 46,9 TOT 662 601 52,4 330 372 47,0 252 228 52,5 390 374 51,0 230 227 50,3 1864 1802 50,8 CA TO1-2-3 4,0 4,0 3,0 3,0 2,0 2,0 1,0 1,0 0,0 0,0 1998 1999 2000 2001 2002 J/F CENS 2003 2004 2005 MJ/MA ABB 2006 Fig. 9: Rapporto giovani/femmine desunto dai censimenti (J/F CENS) e rapporto maschi giovani/maschi adulti nel carniere (MJ/MA ABB) nei CA TO1-2-3. CA TO4-5 4,0 4,0 3,0 3,0 2,0 2,0 1,0 1,0 0,0 0,0 2000 2001 2002 2003 J/F CENS 2004 2005 2006 MJ/MA ABB Fig. 10: Rapporto giovani/femmine desunto dai censimenti (J/F CENS) e rapporto maschi giovani/maschi adulti nel carniere (MJ/MA ABB) nei CA TO4-5. 227 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati CA CN1-2-3-4 4,0 4,0 3,0 3,0 2,0 2,0 1,0 1,0 0,0 0,0 1998 1999 2000 2001 2002 2003 J/F CENS 2004 2005 2006 MJ/MA ABB Fig. 11: Rapporto giovani/femmine desunto dai censimenti (J/F CENS) e rapporto maschi giovani/maschi adulti nel carniere (MJ/MA ABB) nei CA CN1-2-3-4. 4,0 4,0 CA CN5-6-7 3,0 3,0 2,0 2,0 1,0 1,0 0,0 0,0 1998 1999 2000 2001 2002 J/F CENS 2003 2004 2005 2006 MJ/MA ABB Fig. 12: Rapporto giovani/femmine desunto dai censimenti (J/F CENS) e rapporto maschi giovani/maschi adulti nel carniere (MJ/MA ABB) nei CA CN5-6-7. CA BI1, VC1, VCO1-2-3 4,0 4,0 3,0 3,0 2,0 2,0 1,0 1,0 0,0 0,0 1998 1999 2000 2001 2002 J/F CENS 2003 2004 2005 2006 MJ/MA ABB Fig. 13: Rapporto giovani/femmine desunto dai censimenti (J/F CENS) e rapporto maschi giovani/maschi adulti nel carniere (MJ/MA ABB) nei CA BI1, VC1, VCO1-2-3. Intensità e caratteristiche del prelievo Il numero medio annuo di giornate di caccia, dalla data di apertura alla data di chiusura, è compreso tra 15 nel 1997 e 8 nel 2006 (Tab. 3) (si ricordi che il numero totale di giornate di caccia utilizzabili, da calendario, è pari a 17 o 18 nei diversi anni). 228 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati In Tab. 3 sono indicate il numero di giornate per ogni CA. Un numero di giornate inferiore al totale utilizzabile (17 o 18 a seconda degli anni) può indicare la chiusura anticipata della caccia per il completamento del piano di prelievo oppure il mancato raggiungimento della soglia di salvaguardia del 50% alla giornata della verifica. La Fig. 14 riassume per ogni stagione venatoria il numero di chiusure anticipate per completamento del piano di prelievo e per mancato raggiungimento della soglia di salvaguardia. Dall’analisi della figura è evidente come negli anni sia aumentato il numero di CA che completano gli abbattimenti e parallelamente sia diminuito il numero di chiusure per mancato raggiungimento del 50% del piano. Tab. 3: Numero di giornate di caccia (dalla data di apertura alla data di chiusura) per ogni CA nel periodo 1997-2006. Sono riportati anche il numero totale di giornate previste dal calendario e la giornata della verifica. Con un asterisco sono indicate le chiusure anticipate per mancato raggiungimento della soglia del 50%. Anno VCO BI1 VC1 CN TO media totale verifica giorn. 1 2 3 1 2 3 4 5 6 7 1 2 3 4 5 8* 8 18 18 18 18 18 18 6 18 18 2 18 18 18 15 18 8 15 10 6 7 1997 8* 18 1998 11 17 17 17 17 17 17 17 1999 17 11 * 7* 17 17 13 * 8 * 17 9 * 12 * 10 * 15 * 2000 18 18 14 * 12 9 13 * 18 18 18 18 13 * 2001 11 17 7 10 9 8* 17 17 17 17 2002 17 17 6 3 4 14 9* 17 17 13 2003 9* 14 10 6 6 9 2 18 7 9* 18 4 18 9 18 11 18 9 2004 9 13 9 5 11 6 3 9 17 17 6 5 17 6 11 7 11 10 17 9 2005 6 7* 8 7 8 18 5 8 7* 18 8 13 18 10 10 6 18 10 18 7 2006 9 7 3 5 6 12 4 8 4 14 8 6 12 7 11 6 16 8 16 7 Media 12 14 9 9 11 13 10 15 13 15 8 12 15 5 13 12 16 12 17 4 17 17 17 14 17 8 10 * 3 6* 17 17 12 17 6 9 18 7 18 18 10 * 15 18 10 7* 17 11 4 8* 7* 17 12 17 6 7 17 11 5 9* 17 17 12 17 8 16 * 7 * 16 14 12 10 8 6 4 2 0 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 chiusura anticipata (piano completato) chiusura anticipata (piano non completato) tutte le giornate Fig. 14: Numero di comprensori che hanno utilizzato tutte le giornate di caccia (in grigio) e che hanno chiuso anticipatamente la caccia per completamento del piano di prelievo (in blu) o per mancato raggiungimento della soglia di salvaguardia del 50% (in rosso) dal 1997 al 2006. 229 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati Sono stati consegnati mediamente 2,3 capi per giornata di caccia (minimo 1,5 nel 2000, massimo 2,9 nel 2004, Tab. 4). Il numero di capi per giornata è più elevato nel mese di ottobre (in media 2,9) e più basso a novembre (in media 0,7). Si osservano inoltre differenze tra le cinque macroaree, con i valori più alti per il Piemonte settentrionale (in media 3,3 capi/giornata) ed i valori più bassi per le Alpi Marittime (in media 1,5 capi/giornata di caccia). Le differenze dipendono sia dalla pressione venatoria esercitata sia dal numero di capi prelevabili, che raggiunge il valore più alto nel Piemonte settentrionale. Tab. 4: Rapporto tra totale dei capi abbattuti e numero totale di giornate di caccia (somma delle giornate di caccia di ogni CA) riferito al mese di ottobre (ott), novembre (nov) e all’intera stagione venatoria (totale). BI-VC-VCO TO1-2-3 TO4-5 CN1-2-3-4 CN5-6-7 TOT ott nov tot ott nov tot ott nov tot ott nov tot ott nov tot ott nov tot 2000 2,9 0,4 2,1 2,7 0,3 1,7 1,8 0,6 1,4 1,6 0,6 1,2 1,8 0,0 1,2 2,2 0,4 1,5 2001 3,2 3,7 3,2 4,2 1,5 4,0 2,8 1,5 2,4 1,8 0,3 1,2 1,6 0,3 1,1 2,6 0,7 2,1 2002 3,5 0,6 2,5 3,6 1,0 3,4 2,4 0,6 1,5 1,8 0,8 1,4 2,1 0,1 1,5 2,6 0,6 1,9 2003 3,7 0,8 3,3 3,2 0,1 1,8 2,9 0,4 2,1 3,5 0,0 2,6 1,8 0,0 1,4 3,1 0,2 2,3 2004 3,5 2,8 3,4 3,2 1,0 2,6 3,4 4,5 3,6 3,5 1,1 2,9 2,5 0,3 1,9 3,3 1,4 2,9 2005 4,3 - 4,3 3,1 0,8 2,4 3,5 0,2 2,3 3,5 0,0 2,7 2,1 0,1 1,4 3,4 0,3 2,6 2006 4,4 2,5 4,3 2,4 1,9 2,3 2,8 1,7 2,4 3,4 2,0 3,1 2,4 0,6 1,9 3,2 1,6 2,8 Media 3,6 1,8 3,3 3,2 0,9 2,6 2,8 1,4 2,2 2,7 0,7 2,2 2,0 0,2 1,5 2,9 0,7 2,3 Anno 16 3,5 14 3 12 2,5 10 2 8 1,5 6 1 4 2 0,5 0 0 giornate capi/giornata 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 Fig. 15:. Numero medio di giornate di caccia e numero medio di fagiani di monte abbattuti per giornata di caccia per Comprensorio Alpino nel periodo 2000-2006. Complessivamente, a fronte di piani di prelievo sostanzialmente stabili, nel corso degli anni si è verificata una diminuzione del numero di giornate di caccia ed un parallelo aumento del numero di capi consegnati per giornata (Fig. 15). Nelle Figg. 16-18 è presentato il numero di fagiani di monte consegnati al termine di ogni giornata di caccia. Dopo 3-4 giornate si realizza il 50% dei capi e alla giornata della verifica sono stati consegnati mediamente l’85% dei fagiani di monte abbattuti. Come già evidenziato nelle tabelle e figure precedenti, nella maggior parte dei casi la chiusura della caccia avviene prima dell’ultima giornata utile, e nel mese di novembre vengono abbattuti soltanto il 9% dei capi totali. 230 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati 25 25 2001 % 20 20 15 15 V 10 % 2002 10 V 5 5 0 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 ottobre 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 1112 131415 1617 ottobre novembre novembre Fig. 16: Fagiani di monte (%) consegnati per giornata di caccia nel 2001 e nel 2002. Verifiche in data 21/10/01 (giornata n. 6) e 27/10/02 (giornata n. 8). 25 25 2003 % 20 20 15 15 10 10 5 % 2004 V 5 V 0 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 1112 1314 15 1617 ottobre novembre 1 2 3 4 5 6 7 8 9 101112131415161718 ottobre novembre Fig. 17: Fagiani di monte (%) consegnati per giornata di caccia nel 2003 e nel 2004. Verifiche in data 29/10/03 (giornata n. 9) e 31/10/04 (giornata n. 9). 25 25 2005 % 20 20 15 15 10 V 10 5 % 2006 V 5 0 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 101112131415161718 ottobre novembre 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 ottobre novembre Fig. 18: Fagiani di monte (%) consegnati per giornata di caccia nel 2005 e nel 2006. Verifiche in data 23/10/05 (giornata n. 7) e 29/10/06 (giornata n. 7). 231 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati Coturnice In Piemonte sono state assegnate complessivamente 3884 coturnici tra il 1996 ed il 2006 (Tab. 5). Il piano medio dei CA è risultato significativamente superiore nel 1996 rispetto agli altri anni, presumibilmente per la mancanza di dati su cui calibrare i piani di prelievo nel primo anno di entrata in vigore della L.R. 70/96. Se non si considera il 1996, soltanto il piano del 1997 è risultato significativamente superiore a quello degli anni seguenti. La percentuale di realizzazione è aumentata progressivamente negli anni, da circa il 25% nel 1996-1997 al totale completamento dei piani di prelievo nelle ultime quattro stagioni (Tab. 5). Il 42% delle coturnici abbattute proveniva dalla provincia di Torino, il 29% dalla provincia di Cuneo, il 28% dalle province di Biella, Vercelli e Verbania (Fig. 19). Tab. 5: Coturnici assegnate e abbattute in Piemonte nel periodo 1996-2006. AS=assegnati, AB=abbattuti, % = percentuale di completamento del piano di prelievo. Anno BI-VC-VCO TO 1-2-3 TO 4-5 CN 1-2-3-4 CN 5-6-7 TOT AS AB % AS AB % AS AB % AS AB % AS AB % 1996 350 93 26,6 300 57 19,0 215 62 28,8 150 57 38,0 70 7 10,0 1085 276 25,4 1997 135 32 23,7 104 15 14,4 65 33 50,8 85 30 35,3 32 7 21,9 421 117 27,8 1998 83 68 81,9 60 33 55,0 41 46 112 52 49 94,2 19 9 47,4 255 205 80,4 1999 93 72 77,4 49 27 55,1 56 35 62,5 78 43 55,1 5 4 80,0 281 181 64,4 2000 85 76 89,4 47 38 80,9 56 53 94,6 30 29 96,7 5 5 100 223 201 90,1 2001 82 41 50,0 49 44 89,8 51 48 94,1 65 67 103 5 5 100 252 205 81,3 2002 53 38 71,7 50 39 78,0 51 47 92,2 71 50 70,4 15 9 60,0 240 183 76,3 2003 57 59 104 52 50 96,2 54 55 102 66 68 103 7 4 57,1 236 236 100 2004 83 85 102 56 55 98,2 65 66 102 69 81 117 11 11 100 284 298 105 2005 85 83 97,6 68 68 100 72 72 100 86 96 112 14 14 100 325 333 102 2006 75 79 105 74 73 98,6 55 56 102 69 87 126 9 11 122 282 306 109 1181 726 61,5 909 499 54,9 781 573 73,4 821 657 80,0 192 86 44,8 3884 2541 65,4 TOT CN 1-2-3-4 26% BI-VC-VCO 28% CN 5-6-7 3% TO 1-2-3 20% TO 4-5 23% Fig. 19: Coturnici abbattute nelle cinque macro-aree nel periodo 1996-2006. 232 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati AS AB % Fig. 20: Numero medio annuo di abbattimenti di coturnice per comune nel periodo 2000-2006. 233 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati La distribuzione degli abbattimenti sulle Alpi piemontesi è pressoché continua tra l’alta Valle Susa a nord ed il Parco Nazionale delle Alpi Marittime a sud, e tra la Valle di Susa sotto Novalesa e le valli di Lanzo; verso est e verso nord è più frammentata, per poi ritornare continua nell’Ossola centrale e meridionale (Fig. 20). I comuni dove sono state abbattute più coturnici (6-7 capi per anno) sono Sampeyre, Prazzo e Vinadio nel cuneese, Condove, Bobbio Pellice e Frassinetto in provincia di Torino, e Montecrestese nel verbano. Struttura di popolazione e tendenza Il numero di abbattimenti annuo rimane sostanzialmente stabile dal 1998 al 2002 ed aumenta nei quattro anni successivi, durante i quali il piano di prelievo è stato sempre completato (Figg. 21-26). Se si confronta la percentuale di capi assegnati su quelli prelevati nel periodo 1997-2001 e nel periodo 2002-2006, emerge una differenza significativa (Mann-Whitney test U=121,00; p>0,01). 400 350 300 250 200 150 100 50 0 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 TO1-2-3 TO4-5 CN1-2-3-4 BI-VC-VCO ASSEGNATI TOT ABBATTUTI 2005 2006 CN5-6-7 Fig. 21: Coturnici assegnate e abbattute in Piemonte nel periodo 1997-2006. E’ rappresentato il totale regionale e la ripartizione dei capi abbattuti nelle cinque macro-aree. CA TO1-2-3 . 100 80 60 40 20 0 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 ASSEGNATI ABBATTUTI Fig. 22: Coturnici assegnate e abbattute nei CA TO1-2-3 nel periodo 1997-2006. 234 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati CA TO4-5 100 80 60 40 20 0 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 ASSEGNATI ABBATTUTI Fig. 23: Coturnici assegnate e abbattute nei CA TO4 e TO5 nel periodo 1997-2006. 120 CA CN1-2-3-4 100 80 60 40 20 0 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 ASSEGNATI ABBATTUTI Fig. 24: Coturnici assegnate e abbattute nei CA CN1-2-3-4 nel periodo 1997-2006. CA CN5-6-7 40 30 20 10 0 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 ASSEGNATI ABBATTUTI Fig. 25: Coturnici assegnate e abbattute nei CA CN5-6-7 nel periodo 1997-2006. 140 BI-VC-VCO 120 100 80 60 40 20 0 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 ASSEGNATI ABBATTUTI Fig. 26: Coturnici assegnate e abbattute nei CA BI1, VC1, VCO1-2-3 nel periodo 1997-2006. 235 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati La percentuale di giovani nel carniere è in media del 55% (minimo 45% nel 2002, massimo 64% nel 2004) (Tab. 6). I valori più elevati riguardano la provincia di Cuneo (in media 58%), quelli più bassi i CA TO1-2-3 (52%). Il rapporto tra giovani e adulti desunto dai prelievi è sempre più basso di quello rilevato nei censimenti estivi, ed i due parametri non hanno un andamento correlabile negli anni (Figg. 27-30). Tab. 6: Numero di giovani (J) e di adulti (A) e percentuale dei giovani sul totale delle coturnici abbattute in Piemonte nel periodo 1996-2006. Anno . BI-VC-VCO TO 1-2-3 TO 4-5 CN 1-2-3-4-5-6-7 TOT J A %J J A %J J A %J J A %J J A %J 1998 42 26 61,8 18 15 54,5 24 22 52,2 34 24 58,6 118 87 57,6 1999 45 27 62,5 10 17 37,0 18 17 51,4 29 18 61,7 102 79 56,4 2000 34 42 44,7 17 21 44,7 27 26 50,9 18 16 52,9 96 105 47,8 2001 19 22 46,3 24 20 54,5 27 21 56,3 45 27 62,5 115 90 2002 13 25 34,2 14 25 35,9 29 18 61,7 26 33 44,1 82 101 44,8 2003 33 26 55,9 24 26 48,0 36 19 65,5 45 23 66,2 138 94 2004 49 36 57,6 34 21 61,8 43 23 65,2 64 28 69,6 190 108 63,8 2005 43 40 51,8 44 24 64,7 34 38 47,2 67 43 60,9 188 145 56,5 2006 38 41 48,1 36 37 49,3 29 27 51,8 44 54 44,9 147 159 48,0 TOT 316 285 52,6 221 206 51,8 267 211 55,9 372 266 58,3 100 56,1 59,5 1176 968 54,9 CA TO1-2-3 % 80 60 40 20 0 1998 1999 2000 2001 2002 % JUV CENS 2003 2004 2005 % JUV ABB 2006 Fig. 27: Percentuale di giovani sul totale degli individui desunto dai censimenti (CENS) e dai prelievi (ABB) di coturnice nei CA TO1-2-3. 100 CA TO4-5 % 80 60 40 20 0 1998 1999 2000 2001 2002 % JUV CENS 2003 2004 2005 % JUV ABB 2006 Fig. 28: Percentuale di giovani sul totale degli individui desunto dai censimenti (CENS) e dai prelievi (ABB) di coturnice nei CA TO4 e TO5. 236 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati 100 CUNEO % 80 60 40 20 0 1998 1999 2000 2001 2002 2003 % JUV CENS 2004 2005 2006 % JUV ABB Fig. 29: Percentuale di giovani sul totale degli individui desunto dai censimenti (CENS) e dai prelievi (ABB) di coturnice in provincia di Cuneo. 100 BI-VC-VCO % 80 60 40 20 0 1998 1999 2000 2001 2002 % JUV CENS 2003 2004 2005 2006 % JUV ABB Fig. 30: Percentuale di giovani sul totale degli individui desunto dai censimenti (CENS) e dai prelievi (ABB) di coturnice nelle province di Biella, Vercelli e Verbania.. Intensità e caratteristiche del prelievo Dal 1997 la Giunta Regionale ha disposto annualmente la chiusura della caccia alla coturnice l’ultimo giorno utile di ottobre. Le giornate di caccia disponibili sono pertanto state 17 nel 1996 e da 9 a 11 negli anni successivi. Nel 2000, in occasione dell’alluvione, la Regione ha consentito di proseguire la caccia oltre il limite fissato, fino alla diciottesima giornata. Nel periodo 1997-2006 la stagione di caccia è stata chiusa in media tra la quinta e la dodicesima giornata (Tab. 7). Escludendo il 2000, nel 1997 sono state utilizzate mediamente più giornate (media regionale 10), mentre nel 2006 la stagione di caccia è terminata in media alla sesta giornata. Come nel caso del fagiano di monte, un numero di giornate inferiore al totale utilizzabile può indicare la chiusura anticipata della caccia per il completamento del piano di prelievo oppure il mancato raggiungimento della soglia di salvaguardia del 50% alla giornata della verifica. Dall’analisi della Fig. 31 è evidente come negli anni sia aumentato il numero di CA che completano gli abbattimenti e parallelamente sia diminuito il numero di chiusure per mancato raggiungimento del 50% del piano. Soltanto quattro CA nel 2003 e nel 2004 e due nel 2005 e nel 2006 hanno utilizzato tutte le giornate disponibili da calendario. 237 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati Tab. 7: Numero di giornate di caccia (dalla data di apertura alla data di chiusura) per ogni CA nel periodo 1997-2006. Sono riportati anche il numero totale di giornate previste dal calendario e la giornata della verifica. Con un asterisco sono indicate le chiusure anticipate per mancato raggiungimento della soglia di salvaguardia. Anno 1 2 TO 3 1 2 3 4 5 6 7 1 2 10 * 6 * media 3 4 5 totale verifica giorn. 6 * 10 * 11 11 11 11 11 11 6* 11 11 11 10 * 10 11 8 1998 4 3 10 10 10 10 10 5 10 10 6* 7 5 8* 10 10 5 8 10 8 1999 4 9 7* 9 9 7* 8 9 9 9 - - 9 6* 6* 9 9 8 9 6 1997 8 * 10 * CN VCO BI1 VC1 2000 7 17 14 12 9 - - 4 11 8 - - 9 13 18 18 18 12 18 10 2001 8* 7* 6* 9 9 6 8 6 9 8 - - 5 7 9 5 9 7 9 6 2002 9 9 9 8 3 9 9 7 9 9 - 2* 5 9 9 9 9 8 9 8 2003 5 6 - 9 7 6 3 6 5 9 - - 9 6 9 5 6 7 9 9 2004 8 4 9 6 9 1 4 3 7 5 - 5 7 9 9 4 8 6 9 9 2005 3 7 7 6 6 3 4 4 7 7 - 9 7 9 5 6 7 6 9 7 2006 5 2 6 6 6 2 3 3 2 5 - - 9 5 9 3 2 5 9 7 Media 6 7 8 9 8 6 7 6 8 8 6 7 8 8 10 8 9 8 16 14 12 10 8 6 4 2 0 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 chiusura anticipata (piano completato) chiusura anticipata (piano non completato) tutte le giornate Fig. 31: Numero di comprensori che hanno utilizzato tutte le giornate di caccia (in grigio) e che hanno chiuso anticipatamente la caccia per completamento del piano di prelievo (in blu) o per mancato raggiungimento della soglia di salvaguardia del 50% (in rosso) dal 1997 al 2006. Nel periodo 2000-2006 sono state abbattute in media 2,6 coturnici/giornata (minimo 1,3 nel 2000, massimo 4,5 nel 2006) (Tab. 8). I valori più alti riguardano i comprensori TO4 e 5, quelli più bassi le province di Biella, Vercelli e Verbania. Come per il fagiano di monte, alla diminuzione del numero di giornate di caccia annue corrisponde un aumento del numero di capi prelevati per giornata (Fig. 32). 238 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati Tab. 8: Rapporto tra totale dei capi abbattuti e numero totale di giornate di caccia (somma delle giornate di caccia di ogni CA). Anno BI-VC-VCO TO 1-2-3 TO 4-5 CN TOT REGIONE 2000 1,3 1,0 1,5 1,5 1,3 2001 1,1 2,1 3,4 1,9 1,8 2002 1,0 1,7 2,6 1,3 1,5 2003 2,2 2,1 5,0 2,5 2,6 2004 2,4 2,2 5,5 3,7 3,0 2005 2,9 3,2 5,5 3,2 3,4 2006 3,2 3,2 11,2 6,5 4,5 Media 2,0 2,2 5,0 3,0 2,6 9 5 8 4,5 4 7 3,5 6 3 5 2,5 4 2 3 1,5 2 1 1 0,5 giornate capi/giornata 0 0 2001 2002 2003 2004 2005 2006 Fig. 32: Numero medio di giornate di caccia e numero medio di coturnici abbattute per giornata di caccia per Comprensorio Alpino nel periodo 2001-2006. Le Figg. 33-35 presentano la percentuale di capi abbattuti sul totale per ogni giornata di caccia dal 2001 al 2006. Più del 60% delle coturnici vengono prelevate nelle prime quattro giornate di caccia. Nel 2006, in sole due giornate sono stati abbattuti il 62% dei capi totali. 239 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati % 35 % 35 2001 30 30 25 25 20 20 15 15 10 10 5 5 0 2002 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 1 2 3 4 5 6 7 8 9 Fig. 33: Coturnici (%) consegnate per giornata di caccia nel 2001 e nel 2002. Verifiche in data 21/10/01 (giornata n. 6) e 27/10/02 (giornata n. 8). % 35 2003 2004 % 35 30 30 25 25 20 20 15 15 10 10 5 5 0 0 1 2 3 4 5 6 7 8 1 9 2 3 4 5 6 7 8 9 Fig. 34: Coturnici (%) consegnate per giornata di caccia nel 2003 e nel 2004. Verifiche in data 29/10/03 (giornata n. 9) e 31/10/04 (giornata n. 9). % % 2005 35 35 30 30 25 25 20 20 15 15 10 10 5 5 0 0 1 2 3 4 5 6 7 8 2006 1 9 2 3 4 5 6 7 8 9 Fig. 35: Coturnici (%) consegnate per giornata di caccia nel 2005 e nel 2006. Verifiche in data 23/10/05 (giornata n. 7) e 29/10/06 (giornata n. 7). 240 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati Pernice bianca In Piemonte, tra il 1996 ed il 2006, sono state assegnate 1987 pernici bianche, in media 181 all’anno (Tab. 9). I piani di prelievo annui non mostrano variazioni significative tra il 1997 ed il 2003, mentre si riducono nei tre anni successivi, per raggiungere il minimo nel 2006. Il basso numero di pernici bianche assegnate nel 2006 dipende dell’applicazione del decreto-legge 16 agosto 2006, n. 251 (“Disposizioni urgenti per assicurare l’adeguamento dell’ordinamento nazionale alla Direttiva 79/409/CEE in materia di conservazione della fauna selvatica”) che stabilisce il divieto di caccia alla specie all’interno delle ZPS. Per questo motivo i piani di prelievo sono stati sensibilmente ridotti ed in alcuni casi sospesi. Escludendo il 1996, primo anno di applicazione della L.R. 70, tra il 1997 ed il 2005 la percentuale di realizzazione annua ha fluttuato tra il 67% e il 99; nel 2006 tutti i piani di abbattimento sono stati raggiunti o superati. l 46% dei capi abbattuti proveniva dalla provincia di Torino, il 32% dalla provincia di Cuneo, il 22% dalle province di Biella, Vercelli e Verbania (Fig. 36). Tab. 9: Pernici bianche assegnate e abbattute in Piemonte nel periodo 1996-2006. AS=assegnati, AB=abbattuti, % = percentuale di completamento del piano di prelievo. Anno BI-VC-VCO TO 1-2-3 TO 4-5 CN 1-2-3-4 TOT AS AB % AS AB % AS AB % AS AB % AS AB % 1996 157 30 19,1 45 22 48,9 40 23 57,5 62 29 46,8 304 104 34,2 1997 50 38 76,0 37 39 105 32 16 50,0 63 35 55,6 182 128 70,3 1998 48 45 93,8 48 45 93,8 28 18 64,3 55 43 78,2 179 151 84,4 1999 46 32 69,6 47 48 102 33 24 72,7 55 50 90,9 181 154 85,1 2000 41 23 56,1 44 45 102 33 13 39,4 73 71 97,3 191 152 79,6 2001 33 30 90,9 40 43 108 32 30 93,8 80 77 96,3 185 180 97,3 2002 34 33 97,1 47 55 117 32 27 84,4 79 62 78,5 192 177 92,2 2003 39 30 76,9 54 46 85,2 29 18 62,1 73 36 49,3 195 130 66,7 2004 32 29 90,6 50 52 104 19 18 94,7 44 44 100 145 143 98,6 2005 30 26 86,7 55 49 89,1 21 14 66,7 52 23 44,2 158 112 70,9 2006 10 9 90,0 31 33 106 8 10 125 26 28 108 75 80 107 TOT 520 325 62,5 498 477 95,8 307 211 68,7 662 498 75,2 BI-VC-VCO 22% CN 1-2-3-4 32% TO 4-5 14% TO 1-2-3 32% Fig. 36: Pernici bianche abbattute nelle cinque macro-aree nel periodo 1996-2006. 241 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati 1987 1511 76,0 Fig. 37: Numero medio annuo di abbattimenti di pernice bianca per comune nel periodo 2000-2006 242 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati La carta dei prelievi su base comunale (Fig. 37) individua una zona continua tra la valle della Stura di Demonte a sud e l’alta Valle Susa a nord; procedendo verso nord e verso est si osservano aree disgiunte nelle alte Valli di Lanzo, Soana, Cervo, Sesia, Anzasca, Bognanco, Divedro, Antigorio e Formazza. La pernice bianca non è cacciata nei CA CN5-6-7 e nel CA VCO1. Il comune dove sono state abbattute più pernici bianche è Prali (in media 11 capi/anno); ad Acceglio, Bellino e Pontechianale nel cuneese e a Sauze di Cesana in alta valle di Susa sono stati abbattuti tra 8 e 9 capi all’anno. Struttura di popolazione e tendenza La tendenza degli abbattimenti regionali negli anni 1997-2002 è positiva, mentre decresce nei quattro anni successivi (Figg. 38-42). A differenza del fagiano di monte e della coturnice non si osserva un aumento delle percentuali di abbattimento negli ultimi cinque anni rispetto ai precedenti, probabilmente anche perchè per questa specie il successo dei piani di prelievo è largamente dipendente dalle condizioni atmosferiche e dal grado di innevamento. 200 180 160 140 120 100 80 60 40 20 0 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 TO1-2-3 TO4-5 CN1-2-3-4 BI-VC-VCO ASSEGNATI TOT ABBATTUTI Fig. 38: Pernici bianche assegnate e abbattute in Piemonte nel periodo 1997-2006. E’ rappresentato il totale regionale e la ripartizione dei capi abbattuti nelle cinque macro-aree. . 60 CA TO1-2-3 50 40 30 20 10 0 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 ASSEGNATI ABBATTUTI Fig. 39: Pernici bianche assegnate e abbattute nei CA TO1-2-3 nel periodo 1997-2006. 243 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati 35 CA TO4-5 30 25 20 15 10 5 0 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 ASSEGNATI ABBATTUTI Fig. 40: Pernici bianche assegnate e abbattute nei CA TO4 e TO5 nel periodo 1997-2006. 90 CA CN1-2-3-4 80 70 60 50 40 30 20 10 0 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 ASSEGNATI ABBATTUTI Fig. 41: Pernici bianche assegnate e abbattute nei CA CN1-2-3-4 nel periodo 1997-2006. 60 CA BI1-VC1-VCO2-3 50 40 30 20 10 0 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 ASSEGNATI ABBATTUTI Fig. 42: Pernici bianche assegnate e abbattute nelle province di Biella, Vercelli e Verbania nel periodo 19972006. La percentuale di giovani nel carniere raggiunge percentuali molto basse, inferiori al 50% (in media, per tutto il Piemonte nel periodo 1998-2006, del 35%) (Tab. 10). Nel caso della pernice bianca, si può ipotizzare che esista una certa difficoltà nella determinazione dell’età ai centri di controllo. A conferma di questa ipotesi, il rapporto tra i giovani e gli adulti prelevati in autunno non mostra alcuna relazione con quello desunto dai censimenti estivi (Figg. 43-46). 244 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati Tab. 10: Numero di giovani (J) e di adulti (A) e percentuale dei giovani sul totale delle pernici bianche abbattute in Piemonte nel periodo 1998-2006. Anno BI-VC-VCO TO 1-2-3 TO 4-5 CN 1-2-3-4 TOT J A %J J A %J J A %J J A %J J A %J 1998 23 22 51,1 17 28 37,8 7 11 38,9 22 21 51,2 69 82 45,7 1999 4 28 12,5 16 32 33,3 11 13 45,8 21 29 42,0 52 102 33,8 2000 7 16 30,4 16 29 35,6 5 8 38,5 28 43 39,4 56 96 2001 8 22 26,7 9 34 20,9 13 17 43,3 31 46 40,3 61 119 33,9 2002 17 16 51,5 20 35 36,4 14 13 51,9 11 51 17,7 62 115 35,0 2003 8 22 26,7 17 29 37,0 5 13 27,8 11 25 30,6 41 89 31,5 2004 8 21 27,6 18 34 34,6 13 5 72,2 12 32 27,3 51 92 35,7 2005 12 14 46,2 7 42 14,3 9 5 64,3 7 16 30,4 35 77 31,3 2006 0 9 0,0 13 20 39,4 4 6 40,0 5 23 17,9 22 58 27,5 TOT 87 170 33,9 133 283 32,0 81 91 47,1 148 286 34,1 449 830 35,1 100,0 36,8 CA TO1-2-3 % 80,0 60,0 40,0 20,0 0,0 1998 1999 2000 2001 2002 % JUV CENS 2003 2004 2005 2006 % JUV ABB Fig. 43: Percentuale di giovani sul totale degli individui desunto dai censimenti (CENS) e dai prelievi (ABB) di pernice bianca nei CA TO1-2-3. 100,0 CA TO4-5 % 80,0 60,0 40,0 20,0 0,0 1998 1999 2000 2001 2002 % JUV CENS 2003 2004 2005 2006 % JUV ABB Fig. 44: Percentuale di giovani sul totale degli individui desunto dai censimenti (CENS) e dai prelievi (ABB) di pernice bianca nei CA TO4 e TO5. 245 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati 100,0 CA CN1-2-3-4 % 80,0 60,0 40,0 20,0 0,0 1998 1999 2000 2001 2002 2003 % JUV CENS 2004 2005 2006 % JUV ABB Fig. 45: Percentuale di giovani sul totale degli individui desunto dai censimenti (CENS) e dai prelievi (ABB) di pernice bianca nei CA CN1-2-3-4. 100,0 CA BI1-VC1-VCO2-3 % 80,0 60,0 40,0 20,0 0,0 1999 2000 2001 2002 2003 % JUV CENS 2004 2005 2006 % JUV ABB Fig. 46: Percentuale di giovani sul totale degli individui desunto dai censimenti (CENS) e dai prelievi (ABB) di pernice bianca nei CA BI1, VC1, VCO2 e VCO3. Intensità e caratteristiche del prelievo Il numero medio annuo di giornate di caccia è compreso tra 4 e 12 (Tab. 11, media complessiva 9). Dal 1997 al 2003 non emergono differenze significative tra anni, né tra province o zone, mentre nei tre anni successivi il numero medio di giornate diminuisce. A differenza del fagiano di monte e della coturnice tuttavia, non si osserva una riduzione negli anni del numero di chiusure anticipate per il mancato raggiungimento della soglia di salvaguardia. Il successo dei piani di prelievo mostra variazioni significative da un anno all’altro, senza alcuna tendenza evidente (Fig. 47). Giornalmente sono state prelevate in media tra 1,3 e 2,8 pernici bianche, con una media complessiva di 1,6 (Tab. 12). Si osservano evidenti differenze tra il mese di ottobre (in media 1,8 pernici bianche/giornata) ed il mese di novembre (0,3 capi/giornata) e tra le diverse zone dell’arco alpino. Il numero massimo di pernici bianche abbattute per giornata di caccia si ha nei CA TO1 e 2, mentre i valori minimi si registrano nel Piemonte settentrionale. Il numero medio di giornate di caccia è più basso nelle ultime tre stagioni venatorie rispetto alle tre precedenti, mentre il numero medio di capi consegnati per giornata per ogni CA presenta delle oscillazioni ed un picco nel 2006, quando sono state abbattute in media circa tre pernici per giornata di caccia (Fig. 48). 246 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati Tab. 11: Numero di giornate di caccia (dalla data di apertura alla data di chiusura) per ogni CA nel periodo 1997-2006. Sono riportati anche il numero totale di giornate previste dal calendario e la giornata della verifica. Con un asterisco sono indicate le chiusure anticipate per mancato raggiungimento della soglia del 50%. Anno 1997 1998 VCO BI1 VC1 2 10 17 17 1999 10 * 10 * 2000 9* 2 CN TO media 2 3 1 2 3 4 1 2 3 4 5 8* 18 18 6 18 18 1 1 18 18 18 12 totale verifica giorn. 18 8 - 17 17 17 4 17 2 6 17 17 17 14 17 8 8 17 4 3 11 9* 4 3 6* 9* 17 9 17 6 12 * 9* 11 18 9 9 4 2 10 * 10 * 10 * 9 18 10 2001 - 4 7 10 17 10 8 17 8 3 - 8 17 10 17 6 2002 5 17 8 6 9* 17 10 17 9 4 - 11 9* 10 17 8 2003 9 18 10 * 8 9* 3 9* 18 9* 4 - 18 18 11 18 9 2004 17 7 7 11 - 8 7 8 1 3 - 6 1 7 17 9 2005 - 13 7* 8 7* 7* 7 7* 7* 9 - 7* 5 8 18 7 2006 - - - 7 - 4 4 7* 2 4 - 1 - 4 16 7 10 11 8 11 12 9 9 13 5 4 13 11 12 9 1997 1998 1999 2000 Media 12 10 8 6 4 2 0 2001 2002 2003 2004 2005 2006 chiusura anticipata (piano completato) chiusura anticipata (piano non completato) tutte le giornate Fig. 47: Numero di comprensori che hanno utilizzato tutte le giornate di caccia (in grigio) e che hanno chiuso anticipatamente la caccia per completamento del piano di prelievo (in blu) o per mancato raggiungimento della soglia di salvaguardia del 50% (in rosso) dal 1997 al 2006. Il numero totale di CA varia negli anni (13 nel 1997, 7 nel 2006). 247 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati Tab. 12: Rapporto tra totale dei capi abbattuti e numero totale di giornate di caccia (somma delle giornate di caccia di ogni CA) riferito al mese di ottobre (ott), novembre (nov) e all’intera stagione di caccia (totale). Anno BI-VC-VCO TO1-2-3 TO4-5 CN1-2-3-4 TOT REGIONE ott nov tot ott nov tot ott nov tot ott nov tot ott nov tot 2000 0,8 0,0 0,7 3,0 0,0 2,8 0,7 0,0 0,7 1,9 0,2 1,5 1,5 0,1 1,3 2001 1,4 2,0 1,4 3,9 - 3,9 1,7 0,1 1,2 2,0 0,4 1,5 2,1 0,3 1,7 2002 1,1 0,1 0,9 4,2 - 4,2 1,3 2,0 1,4 1,6 0,4 1,2 1,7 0,4 1,5 2003 0,9 0,0 0,7 3,5 - 3,5 0,9 0,1 0,5 1,2 0,0 0,9 1,3 0,1 1,0 2004 0,8 0,4 0,7 13,0 - 13,0 2,6 - 2,6 1,9 - 1,9 2,1 0,4 1,9 2005 1,0 0,8 0,9 3,1 - 3,1 1,2 - 1,2 0,8 - 0,8 1,4 0,8 1,3 2006 1,3 - 1,3 5,5 - 5,5 10,0 - 10,0 1,9 - 1,9 2,8 - 2,8 Media 1,0 0,5 1,0 5,2 0,0 5,2 2,6 0,6 2,5 1,6 0,2 1,4 1,8 0,3 1,6 12,0 3,00 10,0 2,50 8,0 2,00 6,0 1,50 4,0 1,00 giornate 2,0 0,50 0,0 0,00 capi/giornata 2001 2002 2003 2004 2005 2006 Fig. 48: Numero medio di giornate di caccia e numero medio di pernici bianche abbattute per giornata di caccia per Comprensorio Alpino nel periodo 2001-2006. Nel periodo compreso tra il 2001 ed il 2006 il 96% degli abbattimenti è stato realizzato nel mese di ottobre (Figg. 49-51); in media più del 60% degli abbattimenti viene realizzato nelle prime quattro giornate di caccia. Nel caso della pernice bianca, le condizioni meteorologiche, in particolare l’innevamento, influenzano il successo di caccia: questo aspetto è evidente ad esempio dal confronto tra 2005 e 2006 (Fig. 51). La scarsa percentuale di prelievi nelle prime giornate del 2005 è dipesa da una precoce e copiosa nevicata verificatasi all’inizio del mese di ottobre. 248 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati 40 35 30 25 20 15 10 5 0 40 35 30 25 20 15 10 5 0 2001 % V V 1 2 3 4 5 6 7 8 9 1011 1213 1415 1617 ottobre novembre 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 ottobre 2002 % novembre Fig. 49: Pernici bianche (%) consegnate per giornata di caccia nel 2001 e nel 2002. Verifiche in data 21/10/01 (giornata n. 6) e 27/10/02 (giornata n. 8). 40 35 30 % 40 35 30 25 20 15 10 5 0 2003 25 20 15 10 5 V 0 % 2004 V 1 2 3 4 5 6 7 8 9 1011 1213 1415 1617 ottobre novembre 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 111213 1415 161718 ottobre novembre Fig. 50: Pernici bianche (%) consegnate per giornata di caccia nel 2003 e nel 2004. Verifiche in data 29/10/03 (giornata n. 9) e 31/10/04 (giornata n. 9). 40 35 30 25 20 15 10 5 0 % 2005 45 40 35 30 25 20 15 10 5 0 V 1 2 3 4 5 6 7 8 9 101112131415161718 ottobre novembre % 2006 V 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 ottobre novembre Fig. 51: Pernici bianche (%) consegnate per giornata di caccia nel 2005 e nel 2006. Verifiche in data 23/10/05 (giornata n. 7) e 29/10/06 (giornata n. 7). 249 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati Lepre variabile Tra il 1996 e il 2006 sono state assegnate 1693 lepri variabili (Tab. 13). Come già osservato per le altre specie, nel 1996 sono stati concessi piani mediamente più consistenti rispetto agli altri anni; nel 1997 i piani sono stati ridimensionati, ma emerge ancora una differenza statisticamente significativa rispetto agli anni successivi. La percentuale di realizzazione è stata molto contenuta nei primi due anni (30% e 42% rispettivamente), ed è aumentata in seguito, attestandosi su un totale del 52% con un massimo dell’81% nel 2004 (Tab. 13). In realtà, i piani autorizzati sono stati semplicemente adattati al numero di capi abbattuti nelle stagioni precedenti; a conferma di questa deduzione, non emergono fluttuazioni statisticamente significative nel numero medio di capi consegnati negli anni. Tab. 13: Lepri variabili assegnate e abbattute in Piemonte nel periodo 1996-2006. AS=assegnati, AB=abbattuti, % = percentuale di completamento del piano di prelievo. Anno BI-VC-VCO TO 1-2-3 TO 4-5 CN 1-2-3-4 CN 5-6-7 TOT AS AB % AS AB % AS AB % AS AB % AS AB % AS AB 1996 158 27 17,1 58 34 58,6 50 17 34,0 64 30 46,9 36 1 2,8 366 109 29,8 1997 60 21 35,0 39 17 43,6 34 9 26,5 64 35 54,7 16 8 50,0 213 90 42,3 1998 49 22 44,9 32 15 46,9 24 17 70,8 57 24 42,1 14 3 21,4 176 81 46,0 1999 38 27 71,1 29 22 75,9 29 13 44,8 40 26 65,0 14 4 28,6 150 92 61,3 2000 38 23 60,5 34 27 79,4 30 18 60,0 46 19 41,3 14 1 7,1 162 88 54,3 2001 34 20 58,8 34 20 58,8 30 23 76,7 36 29 80,6 5 0 0,0 139 92 66,2 2002 26 16 61,5 24 21 87,5 30 12 40,0 33 31 93,9 - - - 113 80 70,8 2003 29 18 62,1 24 16 66,7 21 7 33,3 43 21 48,8 - - - 117 62 53,0 2004 25 16 64,0 22 20 90,9 16 14 87,5 35 29 82,9 - - - 98 79 80,6 2005 20 18 90,0 25 18 72,0 16 11 68,8 37 17 45,9 - - - 98 64 65,3 2006 18 7 38,9 15 18 120 10 9 90,0 18 14 77,8 - - - 61 48 78,7 TOT 495 215 43,4 99 17 17,2 336 228 67,9 290 150 51,7 473 275 58,1 BI-VC-VCO 24% CN 1-2-3-4 31% CN 5-6-7 2% TO 4-5 17% TO 1-2-3 26% Fig. 52: Lepri variabili abbattute nelle cinque macro-aree nel periodo 1996-2006. 250 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati % 1693 885 52,3 Fig. 53: Numero medio annuo di abbattimenti di lepre variabile per comune nel periodo 2000-2006 251 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati Il 46% delle lepri variabili provenivano dalla provincia di Torino, il 33% dalla provincia di Cuneo ed il 24% dalle province di Verbania, Vercelli e Biella (Fig. 52). La distribuzione degli abbattimenti è pressoché continua tra l’alta valle della Stura di Demonte a sud e l’alta Valle Susa a nord e nelle alte valli di Lanzo, diventa discontinua tra la Valle Orco e l’alta Valle Sesia, e poi ancora continua nell’Ossola settentrionale (Divedro, Antigorio e Formazza, Fig. 53). Il numero massimo di abbattimenti è stato registrato nei comuni di Cesana Torinese (in media 5 capi abbattuti/anno), Acceglio e Oulx (4 capi). Struttura di popolazione e tendenza Il numero di capi assegnati è andato progressivamente diminuendo negli anni, mentre il numero di capi abbattuti è rimasto sostanzialmente stabile fino al 2002, per poi diminuire nei quattro anni successivi (Fig. 54). Se si esaminano in dettaglio le cinque macro-zone (Figg. 55-59), si osserva in tutti i casi una diminuzione progressiva dei capi assegnati, mentre il numero di capi abbattuti è più o meno stabile nei comprensori del torinese, in diminuzione nel cuneese (in particolare nei CA CN5-6-7 dove a partire dal 2002 non sono più state prelevate lepri variabili) e nei CA del Piemonte settentrionale. 200 150 100 50 0 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 TO1-2-3 TO4-5 CN1-2-3-4 BI-VC-VCO ASSEGNATI TOT ABBATTUTI 2005 2006 CN5-6-7 Fig. 54: Lepri variabili assegnate e abbattute in Piemonte nel periodo 1997-2006. E’ rappresentato il totale regionale e la ripartizione dei capi abbattuti nelle cinque macro-aree. 45 CA TO1-2-3 40 35 30 25 20 15 10 5 . 0 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 ASS ABB Fig. 55: Lepri variabili assegnate e abbattute nei CA TO1-2-3 nel periodo 1997-2006. 252 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati 40 CA TO4-5 35 30 25 20 15 10 5 0 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 ASS ABB Fig. 56: Lepri variabili assegnate e abbattute nei CA TO4-5 nel periodo 1997-2006. 70 CA CN1-2-3-4 60 50 40 30 20 10 0 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 ASS ABB Fig. 57: Lepri variabili assegnate e abbattute nei CA CN1-2-3-4 nel periodo 1997-2006. 18 CA CN5-6-7 16 14 12 10 8 6 4 2 0 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 ASS ABB Fig. 58: Lepri variabili assegnate e abbattute nei CA CN5-6-7 nel periodo 1997-2006. 60 BI-VC-VCO 50 40 30 20 10 0 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 ASSEGNATI ABBATTUTI Fig. 59: Lepri variabili assegnate e abbattute nei CA BI1-VC1-VCO2-3 nel periodo 1997-2006. 253 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati La percentuale di giovani nel carniere è sempre inferiore al 50% (Tab. 14), con valori più alti nel Piemonte settentrionale (in media 42%) e più bassi nel cuneese (in media 30%), mentre il rapporto tra i sessi è quasi paritario (la media totale del periodo in Piemonte è del 52%). Tab. 14: Percentuale di giovani (% J) e di maschi (% M) sul totale delle lepri variabili abbattute in Piemonte (AB) nel periodo 1996-2006. (nd = dato non disponibile) BI-VC-VCO Anno TO CN TOT AB %J %M AB %J %M AB %J %M AB %J %M 1996 27 33,3 59,3 51 20,8 nd 31 33,3 43,3 109 27,6 50,9 1997 21 40,0 45,0 26 42,3 28,6 43 nd nd 90 41,3 40,7 1998 22 54,5 59,1 32 21,9 59,4 27 29,2 62,5 81 33,3 60,3 1999 27 59,3 40,7 35 28,6 62,9 30 23,1 61,5 92 36,4 55,7 2000 23 52,2 43,5 45 44,4 46,5 20 21,1 52,6 88 41,4 47,1 2001 20 52,6 45,0 43 39,5 40,0 29 27,6 61,3 92 38,5 50,7 2002 16 37,5 31,3 33 39,4 66,7 31 35,5 45,2 80 37,5 48,5 2003 18 16,7 50,0 23 54,5 40,0 21 33,3 61,9 62 36,1 50,8 2004 16 31,3 66,7 34 35,3 44,1 29 31,0 58,6 79 32,9 53,8 2005 18 38,9 27,8 29 37,9 55,2 17 29,4 82,4 64 35,9 54,7 2006 7 14,3 14,3 27 40,7 66,7 14 28,6 64,3 48 33,3 56,4 TOT 215 41,8 46,0 378 35,8 52,5 292 29,6 57,9 885 35,6 52,4 Intensità e caratteristiche del prelievo Il numero medio di giornate di caccia è compreso tra 9 e 14, con media complessiva di 10 (Tab. 15). Anche nel caso della lepre variabile, si ricorda che il numero totale di giornate utilizzabili è 17 o 18 a seconda degli anni e che la chiusura anticipata della caccia può dipendere dal completamento del piano di prelievo o dal mancato raggiungimento della soglia di salvaguardia alla data della verifica. Negli anni si osserva una riduzione del numero di giornate di caccia, ma come per la pernice bianca non si osserva una diminuzione nel numero di chiusure anticipate alla verifica (Fig. 60). Si noti come dal 1997 al 2000 la caccia alla lepre variabile fosse praticata da 16 comprensori, mentre negli anni seguenti il numero si è ridotto progressivamente, fino ad arrivare a 6 CA nel 2006. Tab. 15: Numero di giornate di caccia (dalla data di apertura alla data di chiusura) per ogni CA nel periodo 1997-2006. Sono riportati anche il numero totale di giornate previste dal calendario e la giornata della verifica. Con un asterisco sono indicate le chiusure anticipate per mancato raggiungimento della soglia del 50%. Anno BI1 VC1 VCO 2 3 CN 1 2 3 4 TO media totale verifica giorn. 5 6 7 1 2 3 4 5 18 6* 18 18 2 18 18 18 14 18 8 10 * 6 * 9 17 2 17 17 17 14 17 8 10 * 15 * 10 3 6* 9* 17 11 17 6 10 * 11 * 10 * 10 * 10 * 9 * 18 3 10 * 10 * 18 11 18 10 1997 6 * 10 * 8* 18 18 18 18 18 1998 10 * 10 * 17 17 17 17 17 17 1999 10 * 17 13 17 7* 8 9 9* 9 9* 18 12 2000 10 10 * 2001 8* 7* 8 8* 7 9 8* 17 6* - - 6 6* 6* 17 16 9 17 6 2002 10 17 8 8* 17 11 6 15 - - - 17 4 - 9* 17 12 17 8 2003 9* 9* 6 8 9* 9* 18 9* - - - 18 3 - 9* 9* 10 18 9 2004 17 9* 6 9* 9* 9 8 7 - - - 3 3 - 12 11 9 17 9 2005 - - 9 12 7* 7* 7 18 - - - 7* 3 - 7* 9 9 18 7 2006 - - 7* 7* - - 6 7* - - - - 2 - - 11 7 16 7 10 11 9 11 12 11 11 13 11 8 13 13 3 11 12 14 10 Media 254 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati 16 14 12 10 8 6 4 2 0 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 chiusura anticipata (piano completato) chiusura anticipata (piano non completato) tutte le giornate Fig. 60: Numero di comprensori che hanno utilizzato tutte le giornate di caccia (in grigio) e che hanno chiuso anticipatamente la caccia per completamento del piano di prelievo (in blu) o per mancato raggiungimento della soglia di salvaguardia del 50% (in rosso) dal 1997 al 2006. Il numero totale di CA varia negli anni (16 nel 1997, 6 nel 2006). Dal 1997 sono state mediamente abbattute tra 0,5 e 1,3 lepri variabili per giornata di caccia per CA (Tab. 16); anche in questo caso si osservano variazioni notevoli tra il mese di ottobre (media 0,9) ed il mese di novembre (media 0,2). Come per la pernice bianca, il numero medio di capi abbattuti per giornata è più elevato nei CA TO 1 e 2 e raggiunge i valori minimi nel Piemonte settentrionale. Il numero medio di giornate di caccia per CA diminuisce tra il 2000 ed il 2006 (Fig. 61), mentre il numero medio di capi prelevati per giornata per CA è più o meno stabile, con l’eccezione del 2006 quando il valore risulta quasi raddoppiato rispetto agli anni precedenti. Tab. 16: Rapporto tra totale dei capi abbattuti e numero totale di giornate di caccia (somma delle giornate di caccia di ogni CA) riferito al mese di ottobre (ott), novembre (nov) e all’intera stagione di caccia (totale). Anno BI-VC-VCO TO1-2-3 TO4-5 CN1-2-3-4 TOT REGIONE ott nov tot ott nov tot ott nov tot ott nov tot ott nov tot 2000 0,7 1,0 0,7 1,2 0,1 0,9 0,9 0,1 0,6 0,5 0,2 0,4 0,8 0,1 0,6 2001 0,7 - 0,8 1,1 - 1,1 1,1 0,4 0,8 0,8 0,1 0,7 0,9 0,4 0,8 2002 0,4 0,1 0,4 1,6 0,0 1,0 0,6 0,1 0,5 0,8 0,3 0,7 0,8 0,1 0,6 2003 0,6 - 0,6 1,3 0,0 0,8 0,4 0,4 0,6 0,0 0,5 0,6 0,0 0,5 2004 0,5 0,0 0,4 3,3 - 3,3 0,6 0,8 0,6 0,9 - 0,9 0,8 0,3 0,8 2005 1,0 0,0 0,9 1,8 - 1,8 0,7 0,7 0,6 0,0 0,4 0,9 0,0 0,7 2006 0,5 - 0,5 9,0 - 9,0 1,3 0,8 1,1 1,1 - 1,1 1,3 0,8 1,3 Media 0,6 0,3 0,6 2,8 0,0 2,6 0,8 0,4 0,7 0,8 0,1 0,7 0,9 0,2 0,8 255 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati 2 14 12 1,5 10 8 1 6 4 0,5 giornate 2 capi/giornata 0 0 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 Fig. 61: Numero medio di giornate di caccia e numero medio di lepri variabili abbattute per giornata di caccia per Comprensorio Alpino nel periodo 2000-2006. Nel periodo compreso tra il 2001 ed il 2006 il 95% dei capi è stato abbattuto nel mese di ottobre (Figg. 62-64). Nel 2003 e nel 2005 nessun capo è stato consegnato a novembre. Complessivamente, su 425 lepri variabili abbattute, solo 22 sono state consegnate dopo la nona giornata di caccia. 256 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati 30 % 30 % 2001 25 25 20 20 15 2002 V 15 V 10 10 5 5 0 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 1213 14 1516 17 ottobre 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 1213 14 1516 17 ottobre novembre novembre Fig. 62: Lepri variabili (%)consegnate per giornata di caccia nel 2001 e nel 2002. Verifiche in data 21/10/01 (giornata n. 6) e 27/10/02 (giornata n. 8). % 30 30 2003 25 25 20 20 15 15 10 10 5 % 2004 V 5 V 0 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 101112131415161718 ottobre novembre 1 2 3 4 5 6 7 8 9 1011 12 1314 15 1617 ottobre novembre Fig. 63: Lepri variabili (%)consegnate per giornata di caccia nel 2003 e nel 2004. Verifiche in data 29/10/03 (giornata n. 9) e 31/10/04 (giornata n. 9). 30 % 2005 30 25 25 20 20 15 15 V 10 % 2006 V 10 5 5 0 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 ottobre novembre 1 2 3 4 5 6 7 8 9 101112131415161718 ottobre novembre Fig. 64: Lepri variabili (%)consegnate per giornata di caccia nel 2005 e nel 2006. Verifiche in data 23/10/05 (giornata n. 7) e 29/10/06 (giornata n. 7). 257 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati Pressione venatoria I risultati per gli anni 2004 e 2005 sono riassunti nelle tabelle 17a e 17b. I dati relativi al 2005, del tutto sovrapponibili a quelli raccolti nel 2004, confermano che il numero di cacciatori che praticano questo tipo di caccia è nell’ordine del 25-30% del totale dei soci dei Comprensori. In particolare nel 2005, su un totale di 8906 cacciatori ammessi nei 17 CA piemontesi, il 47% circa (4178 cacciatori) ha richiesto di poter partecipare alla caccia ai galliformi alpini ed alla lepre variabile e ha quindi ritirato il contrassegno. Il 53,5% di questi cacciatori (2237, pari al 25% del totale dei cacciatori ammessi) ha poi effettivamente praticato la caccia a queste specie effettuando almeno un’uscita nel corso della stagione. Il rapporto tra numero di cacciatori che hanno praticato la caccia e numero totale di capi abbattuti (considerando tutte e quattro le specie) risulta essere in media di 2,3. Nel 2005 le giornate totali di caccia sono state 18 (9 nel caso della coturnice); la verifica era prevista per la settima giornata. In cinque comprensori soltanto la caccia è proseguita per tutto il mese di novembre, in tutti gli altri casi l’attività venatoria è stata sospesa prima della diciottesima giornata a causa del mancato raggiungimento del 50% degli abbattimenti alla giornata della verifica oppure del completamento dei piani di prelievo. Considerando in dettaglio le singole specie, per quanto riguarda il fagiano di monte su un totale di 17 CA in 11 casi il piano di prelievo è stato completato mentre in due casi l’attività venatoria è stata sospesa alla settima giornata per il mancato raggiungimento della soglia di salvaguardia. Per la pernice bianca, su un totale di undici comprensori si sono avute 6 chiusure alla settima giornata (mancato raggiungimento del 50%) e 5 chiusure anticipate dovute al completamento del piano. I piani di prelievo della coturnice sono stati completati prima della nona giornata in 14 casi su sedici mentre per la lepre variabile in nove casi su dieci la caccia è stata chiusa prima della diciottesima giornata, in cinque casi a causa del completamento del piano ed in quattro per il mancato raggiungimento della soglia del 50%. L’andamento giornaliero dei prelievi (considerando tutte le specie insieme) è riportato nella tabella 18, mentre in figura 66 è rappresentata la percentuale di capi consegnati giornalmente sul totale dei prelevati per ciascuna specie. Il grafico in figura 65 è riferito al solo mese di ottobre: è evidente come la maggior parte degli abbattimenti si concentri nelle prime cinque giornate di caccia (735 abbattimenti, pari al 76% del totale), con un picco alla terza giornata. 258 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati Tab. 17a) e b): Analisi dell’attività venatoria, anni 2004 e 2005. TOT = numero totale di cacciatori ammessi nel CA; R = cacciatori che hanno ritirato il contrassegno, quindi autorizzati alla caccia alla tipica fauna alpina; I = cacciatori che hanno imbucato il tagliando, quindi hanno effettuato almeno un’uscita. R/TOT = % di cacciatori che hanno ritirato il contrassegno sul totale dei cacciatori ammessi; I/TOT = % di cacciatori che hanno imbucato il tagliando sul totale dei cacciatori ammessi; I/R = % di cacciatori che hanno imbucato il tagliando sul totale dei cacciatori autorizzati. Capi ASS = numero totale di capi assegnati, ovvero previsti dal piano di prelievo; ABB = numero totale di capi abbattuti. Cacciatori/capi = rapporto tra numero di cacciatori autorizzati (R) o che hanno imbucato almeno una volta (I) e numero totale di capi assegnati (ASS) o abbattuti (ABB). * = Il numero di cacciatori che hanno effettuato almeno un’uscita nel CA VC1 nel 2005 non è disponibile: al fine di poter calcolare un totale regionale si è utilizzato il dato relativo al 2004. a) cacciatori R I 229 239 76 220 104 362 214 170 266 119 585 491 131 284 352 437 76 39 62 281 285 94 175 118 105 51,7 46,3 37,2 64,1 62,2 18,7 52,8 60,7 70,4 23,1 6,8 19,4 30,8 36,1 13,4 32,5 20,3 16,9 44,7 14,7 52,1 48,0 58,0 71,8 61,6 33,5 24,0 288 216 280 144 67,4 32,3 65,6 21,5 97,2 66,7 capi ASS ABB 54 54 36 34 64 61 92 101 62 61 30 26 20 19 18 18 106 95 87 85 34 34 74 72 94 90 49 50 37 34 75 72 85 82 % R/TOT I/TOT I/R 75,1 31,7 42,2 53,0 18,4 34,7 47,4 23,3 49,2 60,6 36,0 59,4 63,3 28,1 44,5 41,8 21,4 51,1 15,1 10,3 68,2 31,5 18,8 59,8 66,3 32,9 49,6 68,0 36,9 54,2 18,9 13,0 68,9 52,7 24,7 46,9 57,7 23,8 41,3 40,3 27,5 21,8 79,5 47,5 47,5 100,0 32,3 19,6 60,6 46,9 25,1 53,5 capi ASS ABB 56 55 54 32 73 53 100 111 64 41 30 27 22 22 25 21 126 86 94 104 40 38 79 63 98 88 54 32 37 37 85 76 82 83 1119 969 CA BI1 CN1 CN2 CN3 CN4 CN5 CN6 CN7 TO1 TO2 TO3 TO4 TO5 VC1 VCO1 VCO2 VCO3 TOT 309 360 431 549 397 329 574 320 912 790 700 538 580 621 501 427 669 CA BI1 CN1 CN2 CN3 CN4 CN5 CN6 CN7 TO1 TO2 TO3 TO4 TO5 VC1 VCO1 VCO2 VCO3 TOTALE cacciatori TOT R I 309 232 98 364 193 67 403 191 94 564 342 203 430 272 121 318 133 68 564 85 58 308 97 58 858 569 282 776 528 286 700 132 91 526 277 130 555 320 132 629 250 105* 550 151 120 417 198 198 643 208 126 8906 4178 2237 % R/TOT I/TOT 74,1 66,4 21,1 51,0 24,1 65,9 39,0 I/R 31,8 47,3 59,1 cacciatori/capi R/ASS R/ABB I/ASS I/ABB 4,2 4,2 6,6 7,0 2,1 2,2 3,4 3,6 1,6 1,7 3,9 3,6 2,3 2,1 cacciatori/capi R/ASS R/ABB I/ASS I/ABB 4,1 4,2 1,8 1,8 3,6 6,0 1,2 2,1 2,6 3,6 1,3 1,8 3,4 3,1 2,0 1,8 4,3 6,6 1,9 3,0 4,4 4,9 2,3 2,5 3,9 3,9 2,6 2,6 3,9 4,6 2,3 2,8 4,5 6,6 2,2 3,3 5,6 5,1 3,0 2,8 3,3 3,5 2,3 2,4 3,5 4,4 1,6 2,1 3,3 3,6 1,3 1,5 4,6 7,8 4,1 4,1 3,2 3,2 2,3 2,6 2,3 2,6 2,5 2,5 1,5 1,5 3,7 4,3 2,0 2,3 5,7 13,3 6,6 5,5 5,6 3,9 3,8 3,7 8,9 6,5 14,0 6,6 6,2 5,8 3,9 3,9 3,9 8,7 2,5 2,0 3,4 2,7 3,3 2,8 2,4 1,3 2,1 2,9 2,1 3,4 3,0 3,4 2,8 2,4 1,3 2,1 3,8 2,5 4,0 2,6 3,7 1,7 3,9 1,8 b) 259 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati Tab. 18: Numero di capi abbattuti per ogni giornata di caccia nel 2005. Il numero riportato in tabella si riferisce al totale delle quattro specie. Le giornate successive alla chiusura della caccia sono colorate in grigio. La giornata della verifica è evidenziata dal riquadro rosso. 2 DO 2/10 ME 5/10 BI1 11 14 16 4 9 1 - - - - - - - - - - - - CN1 10 3 11 2 2 0 2 2 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 CA 3 4 5 6 7 GIORNATA 9 10 11 1 8 DO ME DO ME DO ME DO ME 9/10 12/10 16/10 19/10 23/10 26/10 30/10 2/11 12 DO 6/11 13 14 15 16 17 18 ME DO ME DO ME DO ME 9/11 13/11 16/11 20/11 23/11 27/11 30/11 CN2 9 4 15 12 10 1 2 - - - - - - - - - - - CN3 19 4 24 16 21 4 13 10 - - - - - - - - - - CN4 5 4 7 9 7 2 7 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 CN5 5 0 3 5 2 2 4 5 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 CN6 7 1 4 2 2 2 2 2 - - - - - - - - - - CN7 5 0 5 3 2 1 1 3 1 0 0 0 0 - - - - - TO1 17 9 13 8 8 5 17 2 1 1 0 1 1 0 3 0 0 0 TO2 27 8 20 3 15 0 4 8 17 2 - - - - - - - - TO3 14 2 7 4 4 0 1 4 1 1 - - - - - - - - TO4 11 5 12 8 15 9 3 - - - - - - - - - - - TO5 9 19 13 5 16 5 7 5 7 1 0 0 1 0 0 0 0 0 VC1 4 5 6 4 6 1 3 0 0 0 0 0 3 - - - - - VCO1 2 6 6 6 7 2 5 3 - - - - - - - - - - VCO2 3 14 10 11 21 9 4 1 3 - - - - - - - - - VCO3 TOT 0 158 8 106 17 189 15 117 18 165 5 49 5 80 13 58 2 32 0 0 0 - - - - - - 0 1 5 0 4 0 0 0 189 200 180 5 165 158 160 140 120 117 100 106 80 80 58 60 40 32 49 20 DO 30/10 ME 26/10 DO 23/10 ME 19/10 DO 16/10 ME 12/10 DO 9/10 ME 5/10 DO 2/10 0 Fig. 65: Numero di capi abbattuti nel mese di ottobre 2005 per ogni giornata di caccia. Il numero riportato si riferisce al totale delle quattro specie ed è relativo a tutta la regione. La giornata della verifica è evidenziata dal riquadro rosso. 260 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati FAGIANO DI MONTE 25 40 % PERNICE BIANCA % 35 20 30 25 15 20 10 15 10 5 5 0 COTURNICE 30 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 0 20 % 25 LEPRE VARIABILE % 15 20 10 15 10 5 5 0 0 2 3 4 5 6 7 8 9 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 1 Fig. 66: Percentuale dei capi consegnati (sul totale dei prelevati) per ogni giornata di caccia nel 2005. Verifica alla settima giornata. Il numero di cacciatori che hanno imbucato il tagliando per ogni giornata di caccia ed in ogni CA è riassunto in tabella 19, mentre la figura 67 è relativa alle prime nove giornate, ovvero al mese di ottobre. Come ci si poteva attendere, l’andamento è sovrapponibile a quello degli abbattimenti, con il maggior numero di uscite concentrato nelle prime cinque giornate di caccia. Il numero massimo è stato registrato durante la prima giornata, con 1486 cacciatori. Durante il mese di ottobre (Fig. 67) è evidente come il numero di cacciatori sia notevolmente più alto la domenica rispetto al mercoledì; le differenze si riducono nel mese di novembre. In tabella 20 il numero di cacciatori viene rapportato al numero di capi delle quattro specie complessivamente abbattuto per ogni giornata di caccia. Lo sforzo di caccia nel mese di ottobre varia in media tra 7 e 11 uscite/capo abbattuto, con oscillazioni notevoli tra giornate e comprensori diversi. Il rapporto aumenta nel mese di novembre, quando alla drastica riduzione del numero di capi abbattuti (15 capi prelevati a novembre contro i 954 di ottobre) non corrisponde un’altrettanto drastica riduzione del numero di uscite. I valori più elevati si registrano all’undicesima giornata, con 98 uscite e nessun capo prelevato, e alla dodicesima, con 50 uscite e un capo prelevato. In tabella 21 il numero di uscite viene invece rapportato al numero di capi ancora prelevabili, ovvero al numero di capi delle quattro specie previsti dal piano di prelievo e non ancora abbattuti. Il valore varia tra 0,9 e 3,6 nel mese di ottobre, mentre diminuisce a novembre: nelle ultime 261 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati cinque giornate di caccia il numero di uscite risulta essere molto più basso dei capi ancora prelevabili. Alcuni comprensori hanno fornito anche i dati relativi al numero di uscite effettuate da ogni singolo cacciatore (tabelle 22a e 22b per il 2004 ed il 2005 rispettivamente). Anche in questo caso non si osservano differenze particolari tra le due stagioni venatorie. In media il 25-30% dei cacciatori che ha praticato la caccia ai galliformi alpini ed alla lepre variabile è uscito a caccia una sola giornata, il 20% ha invece effettuato due uscite. Il 65% circa dei cacciatori non ha effettuato più di 3 uscite durante la stagione venatoria. Tab. 19: Numero di cacciatori che hanno imbucato il tagliando per ogni giornata di caccia (anno 2005). Le giornate successive alla chiusura della caccia sono colorate in grigio. CA BI1 CN1 CN2 CN3 CN4 CN5 CN6 CN7 TO1 TO2 TO3 TO4 TO5 VC1 VCO1 VCO2 VCO3 TOTALE 1 2 3 DO 2/10 ME 5/10 DO 9/10 98 84 53 27 72 36 174 80 83 29 50 7 42 7 42 25 157 60 179 75 65 30 88 66 74 55 39 31 55 53 158 127 57 56 1486 848 4 5 6 7 8 GIORNATA 9 10 ME DO ME DO ME DO 12/10 16/10 19/10 23/10 26/10 30/10 71 48 39 19 60 51 135 105 58 45 43 30 27 23 32 40 80 38 144 69 55 42 94 58 65 19 41 25 60 62 185 120 71 70 1260 864 29 37 61 117 64 41 22 31 102 124 56 76 32 41 68 171 75 1147 12 22 35 4 15 41 109 8 22 5 33 7 12 13 28 27 129 19 75 5 27 33 47 18 13 13 39 73 58 89 43 55 57 444 742 ME 2/11 11 12 DO 6/11 ME 9/11 13 14 15 16 17 - - - - - - - - - - - 19 25 12 15 8 11 7 0 0 0 0 - - - - - - - - - - - 67 3 27 6 21 32 48 22 - - - - - - - - - - 18 15 3 4 2 7 0 0 0 3 0 1 2 2 0 0 0 1 0 0 - - - - - - - - - - 21 66 97 33 4 21 19 10 7 47 4 30 8 32 - - - - - 12 33 4 13 3 - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - 44 11 11 3 8 12 1 7 1 8 9 1 15 0 0 - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - 8 95 0 0 - - - - - - 63 29 38 19 14 15 16 53 5 66 400 19 12 361 98 50 1486 1400 1260 1147 1200 1000 800 742 864 848 600 361 400 444 400 200 DO 30/10 ME 26/10 DO 23/10 ME 19/10 DO 16/10 ME 12/10 DO 9/10 ME 5/10 0 DO 2/10 18 DO ME DO ME DO ME 13/11 16/11 20/11 23/11 27/11 30/11 Fig. 67: Numero di cacciatori che hanno imbucato il tagliando per ogni giornata di caccia nel mese di ottobre 2005. 262 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati 3 Tab. 20: Rapporto tra cacciatori che hanno imbucato e capi prelevati per ogni giornata di caccia nel 2005. GIORNATA BI1 1 DO 2/10 2 3 CN 1 2 8,9 5,3 8,0 ME 5/10 6,0 9,0 9,0 20,0 7,3 DO 9/10 4,4 3,5 4,0 5,6 8,3 14,3 6,8 4 ME 12/10 12,0 9,5 4,3 6,6 5,0 5 DO 16/10 3,2 18,5 6,1 5,6 6 ME 19/10 12,0 22/0 4,0 10,3 4,0 7 DO 23/10 - 17,5 7,5 8,4 8 ME 26/10 - 9,5 6,7 9 DO 30/10 - 3 4 TO 5 6 9,2 16,6 10,0 6,0 7/0 7 1 2 3 4 5 8,4 9,2 6,6 4,6 8,0 8,2 7,0 25/0 6,7 VC1 VCO 1 2 3 TOT 9,8 27,5 52,7 57/0 9,4 7,0 8,0 7,8 5,0 6,8 10,0 18,5 4,2 6,7 6,0 11,5 13,3 4,8 23,0 10,5 7,3 3,8 6,3 10,3 10,9 4,7 7,4 9,1 20,5 11,0 15,5 12,8 8,3 14,0 5,1 2,0 6,8 7,0 6,4 6,2 9,4 15,0 13,2 2,9 6,2 7,2 7,9 9,7 9,1 8,1 4,2 2,5 3,5 13,0 5,4 19/0 5/0 3,1 8,3 6,0 28,0 7,6 18,8 27,0 15,7 1,9 13,0 11,6 10,8 11,4 9,3 3/0 5,4 3,0 7,0 16,0 6,0 5,5 3,7 8,8 - 3,0 16/0 17,7 5,0 5,1 6,3 11/0 6,9 - 6,3 6,0 11,3 - - 8/0 21,0 8/0 12/0 - - 0/0 98/0 1/0 7/0 - - 0/0 50,0 - 1,0 2,7 - - - 12,6 - 25/0 - - 18/0 15/0 - 21,0 66,0 5,7 33,0 - 10 ME 2/11 - 12/0 - - 3/0 - 4/0 21,0 9,5 10,0 - 11 DO 6/11 - 15/0 - - 2/0 7/0 - 7/0 47/0 - - - 12 ME 9/11 - 8/0 - - 0/0 0/0 - 4/0 30,0 - - - 13 DO 13/11 - 11/0 - - 0/0 3/0 - 8/0 32,0 - - 4/0 3,6 13,0 36,5 9,9 11,0 9,1 11,0 3/0 14 ME 16/11 - 7/0 - - 0/0 1/0 - - 12/0 - - - 9/0 - - - - 29/0 15 DO 20/11 - 0/0 - - 2/0 2/0 - - 11,0 - - - 1/0 - - - - 9,5 16 ME 23/11 - 0/0 - - 0/0 0/0 - - 4/0 - - - 15/0 - - - - 19/0 17 DO 27/11 18 ME 30/11 - 0/0 0/0 - - 0/0 0/0 1/0 0/0 - - 13/0 3/0 - - - - - - - - - - 0/0 0/0 - - - - 14/0 3/0 - Tab. 21: Rapporto tra cacciatori che hanno imbucato e numero di capi ancora prelevabili per ogni giornata di caccia nel 2005. GIORNATA BI1 1 DO 2/10 2 ME 5/10 3 4 CN TO 1 2 3 4 5 6 7 1 2 3 4 5 1,8 1,0 1,0 1,7 1,3 1,7 1,9 1,7 1,2 1,9 1,6 1,1 0,8 1,9 0,6 0,6 1,0 0,5 0,3 0,5 1,3 0,6 1,1 1,2 1,0 0,6 DO 9/10 2,3 1,0 1,0 1,8 1,1 1,7 1,9 1,6 0,8 2,4 2,3 1,5 ME 12/10 3,2 0,7 1,1 2,0 0,9 1,4 2,3 2,7 0,4 1,4 2,5 1,1 5 DO 16/10 2,6 1,4 1,8 3,2 1,6 2,4 2,8 2,6 1,3 2,6 4,3 6 ME 19/10 6,0 0,9 0,1 2,6 0,3 0,3 1,2 1,3 0,4 0,6 0,6 7 DO 23/10 - 1,4 0,5 9,1 0,7 2,5 3,0 3,1 2,0 2,3 8 ME 26/10 - 1,7 - 22,3 0,8 2,5 3,0 2,6 0,7 1,7 9 DO 30/10 - 2,8 - - 4,5 2,5 - 4,2 2,8 10 ME 2/11 - 1,3 - - 0,8 0,7 - 2,0 11 DO 6/11 - 1,7 - - 0,5 1,2 - 3,5 12 ME 9/11 - 0,9 - - 0,0 0,0 - 13 DO 13/11 - 1,2 - - 0,0 0,5 - 14 ME 16/11 - 0,8 - - 0,0 0,2 15 DO 20/11 - 0 - - 0,5 0,3 16 ME 23/11 - 0 - - 0,0 17 DO 27/11 18 ME 30/11 - 0 0 - - 0,0 0,0 VC1 VCO TOT 1 2 3 0,7 1,5 1,9 0,7 1,3 0,6 1,5 1,5 0,7 0,9 0,9 0,9 2,1 2,7 1,0 1,5 0,3 0,6 2,7 2,1 1,2 1,3 1,8 0,6 1,2 4,0 3,6 1,8 2,0 1,2 0,5 0,4 7,3 3,4 2,3 1,1 3,4 2,6 0,4 1,4 7,3 3,1 3,0 2,1 3,1 - 0,6 5,3 26,5 1,3 4,7 2,3 4,6 11,0 - 2,3 3,7 - 6,3 3,0 3,6 0,9 6,3 5,0 - 0,8 1,0 - - 4,0 1,4 2,1 - - - 0,6 4,0 - - 0,0 1,6 2,0 1,4 - - - 0,1 2,3 - - 0,0 0,8 4,0 1,5 - - - 0,1 2,7 - - - 1,1 - - 0,6 - - - 0,8 - - - - 0,6 - - 1,7 - - - 0,1 - - - - 0,7 0,0 - - 0,2 - - - 1,3 - - - - 0,4 0,2 0,0 - - 0,8 0,2 - - - - - - - - - - 0,0 0,0 - - - - 0,3 0,1 - 263 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati Tab. 22a) e b): Numero di cacciatori che hanno effettuato una o più uscite nelle stagioni 2004 e 2005 (dati forniti dai CA TO1, TO2, TO5, CN1, CN2, CN3, CN5, CN7). a) USCITE TO2 N % TO5 N % CN1 N % CN2 N % CN3 N % CN5 N % CN7 N % TOTALE N % 1 75 26,7 89 31,2 17 14,4 17 22,4 29 28,2 43 20,1 20 26,3 15 24,2 305 25,1 2 59 21,0 84 29,5 19 16,1 13 17,1 15 14,6 36 16,8 15 19,7 13 21,0 254 20,9 3 33 11,7 45 15,8 20 16,9 13 17,1 15 14,6 21 8 12,9 164 13,5 4 35 12,5 29 10,2 14 11,9 11 14,5 17 16,5 25 11,7 6 7,9 17 27,4 154 12,7 5 17 6,0 17 6,0 10 8,5 16 21,1 7,9 9 14,5 6 19 6,8 10 3,5 3 2,5 7 11 3,9 7 2,5 8 13 4,6 4 1,4 9 6 2,1 TO1 1 93 2 33 2 2,6 64 5,3 5 6,6 43 3,5 19 1,6 3 76 100 103 100 214 100 TO2 % 8,4 1,9 281 100 285 100 118 100 N 6,7 18 13 12,6 4 0,8 USCITE 81 1,9 1 1,1 9 11,8 2 2,5 3 30 14,0 5,9 4,2 14 8,6 3,9 7 3 0,4 105 4 6,5 5 1,4 6 14 1,1 1 23 10,7 1,0 0,7 4 6,8 1 3 N 9 11,8 7 5,1 2 12 7,9 9,8 6 10 13 6 13 11,0 11 15 TOT b) TO1 N % TO3 % N TO5 % N 1 1,3 76 100 N 40 30,3 231 29,2 55 19,5 60 16 17,6 29 3 41 14,5 55 19,2 4 25 8,87 38 13,3 20 22 15 11,4 98 12,4 5 21 7,45 16 5,59 11 12,1 12 9,09 60 7,59 6 14 4,96 17 5,94 0,2 0,3 3 0,2 1 0,1 62 100 1215 100 7 14 4,96 8 8 9 3,19 6 9 4 1,42 5 1,75 10 4 1,42 4 0,51 11 1 0,35 1 0,13 24 18,2 129 16,3 4,4 5 3,79 40 5,06 2,8 4 4,4 6 4,55 32 4,05 2,1 8 8,79 1 0,76 24 3,03 2,2 2 4 22 160 20,2 4 2 0,7 0,6 % 17 18,7 9 9,89 9 7 TOTALE % 81 28,3 21 3,9 11 1,39 12 13 14 TOT 1 0,35 282 100 286 100 1 0,13 91 100 132 100 791 100 In conclusione, la caccia ai galliformi alpini ed alla lepre variabile in Piemonte durante le due stagioni venatorie 2004 e 2005 è stata praticata in media dalla metà dei cacciatori autorizzati (che hanno ritirato il contrassegno). Si ha cioè che circa un quarto dei cacciatori soci dei Comprensori alpini pratica effettivamente questo tipo di caccia. La maggior parte dei cacciatori ha effettuato un numero di uscite non superiore a tre, e la pressione venatoria è risultata concentrata soprattutto nelle prime cinque giornate di caccia, in particolare di domenica. L’andamento degli abbattimenti riflette questa tendenza, con il 76% dei capi prelevati nelle prime cinque giornate. Nel mese di novembre diminuiscono sia il numero di capi abbattuti, sia il numero di cacciatori per giornata. La riduzione dei capi abbattuti dipende dal fatto che molti piani di prelievo vengono chiusi prima del termine della stagione venatoria, ma anche da un più basso successo di caccia. La diminuzione è infatti molto più drastica per quanto riguarda gli abbattimenti (soltanto 15 capi prelevati a fronte dei 68 ancora disponibili alla decima giornata di caccia) che non per i cacciatori (409 uscite a novembre). Il rapporto tra numero di cacciatori e numero di capi prelevati è quindi molto differente nei due mesi, con valori massimi per i primi giorni di novembre. 264 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati 2.2 Ungulati Introduzione In questo capitolo verranno descritti ed analizzati i dati relativi ai piani di prelievo selettivo ed agli abbattimenti di ungulati ruminanti e cinghiale, riferiti alle stagioni venatorie dal 1996/97 al 2005/2006. Per ogni specie sono stati analizzati e confrontati i dati quali-quantitativi ed è stata valutata la dinamica di popolazione sulla base delle ripartizioni in classi di sesso ed età. Sono inoltre brevemente presentate le statistiche relative all’analisi dei dati biometrici, con particolare riferimento ai pesi. Per quanto riguarda il cinghiale, sono stati analizzati i dati di dinamica di popolazione e biometrici relativi agli abbattimenti delle stagioni venatorie dal 1996 al 2005 nei Comprensori alpini, per i quali vige l’obbligo della consegna dei capi abbattuti ai Centri di controllo per la raccolta dei dati. Dal 2001 è iniziata una raccolta dati organica anche negli ATC. Banca dati Per le elaborazioni del presente capitolo sono stati utilizzati i dati contenuti nei PPGU 2000/2004. Dall’anno 2000 è stata inoltre avviata la Banca Dati Ungulati, contenente le informazioni relative alle schede di rilevamento dati che vengono compilate nei Centri di controllo per tutti gli ungulati prelevati. Su questi dati, concernenti pertanto le ultime stagioni venatorie, sono state condotte le analisi biometriche e di dinamica di popolazione. Il sesso e l’età presunta di tutti gli ungulati sono stati attribuiti dai tecnici addetti ai centri di controllo, sulla base dell’esame visivo dell’individuo, dell’eruzione della dentizione definitiva e dell’usura della tavola dentaria (cervidi e cinghiale), e del conteggio degli anelli di accrescimento degli astucci cornei (bovidi). I risultati di seguito presentati si riferiscono tutti al periodo 1996-2005 in quanto i dati della stagione venatoria 2006-2007 non sono confrontabili con gli altri a causa di alcune sospensioni del periodo di prelievo. Risultati Cinghiale Comprensori alpini I dati disponibili per questa specie presentati nella tabella sottostante si riferiscono ai Comprensori Alpini della Regione Piemonte, dove vi è l’obbligo di consegna dei capi ai centri di controllo. Tra il 1996 ed il 2005 sono stati prelevati 48.116 cinghiali (Tabella 1). La tendenza in aumento è statisticamente significativa a livello regionale (rho Spearman =0.98, p<0.01) ed in tutte le province, fatta eccezione per il torinese dove i prelievi annuali sono rimasti costanti (Figura 1). Il prelievo è concentrato nelle province di Cuneo e Torino, dove sono stati abbattuti il 90% di tutti i capi; nel Verbano Cusio Ossola è stato prelevato poco meno del 10%, e a Biella e Vercelli tra l’1 e il 2% (Figura 2). L’indice cinegetico medio (capi abbattuti/100 ha) su tutto il territorio alpino piemontese ha mostrato una generale tendenza all’aumento dal 1996 al 2005; questo indice è risultato significativamente diverso fra le province, con valori più alti in quelle di Torino e Cuneo (Tab. 2; Kruskal Wallis = 30.95, p < 0.01). Questi risultati sono in linea con quanto rilevato per l’analisi dei prelievi e riflettono la distribuzione della specie sul territorio piemontese. 265 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati Tab. 1: Cinghiali abbattuti nei Comprensori alpini del Piemonte nel periodo 1996-2005. Anno 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 Totale Media DS BI CN 1164 1331 1833 1680 2271 2247 2584 2822 2937 4011 22880 2548 851 1 1 7 38 53 82 85 89 356 45 38 TO 1860 1910 2268 1821 2274 1954 2021 1934 2007 2243 20292 2065 171 VC * * 16 26 84 102 161 137 200 264 990 124 85 VCO 138 192 299 354 360 302 459 319 539 636 3598 409 151 TOT 3162 3433 4417 3882 4996 4643 5278 5294 5768 7243 48116 5190 1201 * dato non disponibile 8000 7000 6000 5000 4000 3000 2000 1000 0 1996 BI 1997 1998 CN 1999 2000 TO 2001 VC 2002 2003 VCO 2004 2005 TOTALE Fig. 1: Cinghiali abbattuti nei CA del Piemonte nel periodo 1996-2005. VCO VC 7% 2% BI 1% CN 48% TO 42% Fig. 2: Distribuzione del prelievo di cinghiale nelle province piemontesi nel periodo 1996-2005. 266 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati Tab. 2: Indice cinegetico (capi abbattuti/100ha) per il cinghiale in Piemonte (Zona Alpi) nel periodo 1996-2005. PROVINCIA N. CA S.U.S. (ha) 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 media VC VB TO CN BI Totale 1 3 5 7 1 17 44.252 114.289 210.616 203.146 23.000 595.303 0,12 0,88 0,57 0,17 0,91 0,66 0,04 0,26 1,08 0,9 0,06 0,31 0,86 0,83 0,19 0,31 1,08 1,12 0,53 0,58 0,74 0,65 0,84 0,23 0,45 0,93 1,11 0,17 0,82 0,36 0,4 0,96 1,27 0,23 0,89 0,31 0,51 0,97 1,48 0,36 0,97 0,45 0,47 0,95 1,45 0,37 0,97 0,6 0,56 1,06 1,97 0,39 1,22 0,28 0,36 0,97 1,14 0,3 0,82 La struttura di età è stata desunta da un campione di 30.654 cinghiali portati ai centri di controllo negli anni dal 2000 al 2005. Dal grafico in figura 3 si vede che il prelievo ha influito soprattutto sulla classe di età dei rossi (25–30%), mentre gli individui più giovani sono prelevati in misura trascurabile (<5%); per quanto riguarda le classi adulte il prelievo è distribuito in maniera abbastanza uniforme con percentuali tra il 10 ed il 15%. ADULTO 4 ADULTO 3 ADULTO 2 ADULTO 1 SUBADULTO ROSSO STRIATO 0 5 10 % Femmine 15 20 25 30 % Maschi Fig. 3: Struttura di età dei cinghiali prelevati in Zona Alpi. In ascissa è rappresentata la percentuale sul totale dei capi (maschi e femmine separatamente), in ordinata l’età dei cinghiali abbattuti. In figura 4 è rappresentato il tipo di caccia praticato nei comprensori alpini del Piemonte, dove si manifesta una predilezione per la caccia collettiva in tutte le province, anche se a Verbania viene praticata anche la caccia singola, con percentuali che si aggirano tra il 40-50%; il tipo di caccia maggiormente praticato a Vercelli infine, è la caccia singola con percentuali attorno al 70%. La dimensione media delle squadre in Zona Alpi si aggira intorno ai 9-10 partecipanti (Figura 5). Le squadre con un maggior numero di partecipanti si trovano nelle province di Cuneo e Biella (1214 partecipanti), mentre le più piccole sono localizzate nel Verbano Cusio Ossola e nel vercellese, dove è peraltro praticata principalmente la caccia singola: probabilmente in tali province non è ancora viva la tradizione della caccia collettiva, anche perché sono state colonizzate dalla specie più tardi rispetto alle altre ed anche più tardi (anni ‘90) ne è iniziata la gestione. 267 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 % BI CN TO VB singola VC Totale collettiva Fig. 4: Tipo di caccia al cinghiale in Zona Alpi. Numero di partecipanti 18 16 14 12 10 8 6 4 2 0 BI CN TO VB VC Fig. 5: Numero medio di partecipanti alla caccia collettiva in Zona Alpi nelle province piemontesi. Come si vede dal grafico in figura 6, la percentuale di femmine gravide è minima nella classe di età 6-12 mesi, prossima al 10% nella classe tra i 12 e 18 mesi, di poco superiore nella classe tra i 18 e i 24, per poi scendere nuovamente nelle femmine adulte (> 24 mesi). Il numero di feti per femmina gravida aumenta con il crescere dell’età e la variabilità maggiore si trova nelle classi di età più giovani (figura 7). 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 % 6-12 mesi 12-18 mesi 18-24 mesi non gravide gravide oltre 24 mesi Fig. 6: Percentuale di femmine gravide nelle diverse classi di età. 268 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati 35 30 25 20 15 10 5 0 1 2 3 4 5 6 6-12 mesi 7 8 9 12-18 mesi 10 18-24 mesi 11 12 13 15 oltre 24 mesi Fig. 7: Numero di feti per femmina gravida nelle diverse classi di età. Suddividendo i pesi dei cinghiali abbattuti nelle diverse fasce altitudinali (figura 8), si ha che tra i 200 ed i 600 m di altezza i pesi sono risultati maggiori in tutte le classi di età, anche se queste differenze sono significative soltanto nelle fasce di età 6-12 mesi, 18-24 mesi e oltre 24 mesi (per tutte e tre le classi One-Way ANOVA, p<0.000). 160 140 120 kg 100 80 60 200-600 m 40 700-1200 m 20 1300-1800 m 0 oltre 1800 m ol 4 -2 18 tre 24 i es i es i es m m m i es i es m 8 -1 12 m 12 6- 6 0- Fig. 8: Peso dei cinghiali abbattuti a diverse altitudini. 269 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati Ambiti territoriali di caccia La raccolta dati per la zona di pianura è iniziata nel 2000 con la predisposizione dei registri di caccia organizzati da alcuni ambiti. In seguito, con la D.G.R. n 23-3501 del 16/07/2001 si è reso obbligatorio l’utilizzo del registro di caccia a tutte le squadre partecipanti a tale attività. Dal 2000 al 2005 sono stati abbattuti complessivamente 28156 cinghiali (Tabella 3). La tendenza in aumento è statisticamente significativa a livello regionale ed in tutte le province. Occorre precisare che i dati di questi primi anni sono stati raccolti direttamente dalle squadre di caccia non essendo previsto l’obbligo di consegna del capo al centro di controllo. Tab. 3: Cinghiali abbattuti negli ambiti territoriali di pianura del Piemonte nel periodo 2000-2005. Anno 2000 2001 2002 2003 2004 2005 Totale Media DS AL 1989 1816 2078 2634 2429 3273 14219 2370 534 AT 80 214 313 331 386 492 1816 303 142 BI CN 378 1433 1420 1657 1835 1882 8605 1434 553 317 314 311 330 521 1793 359 91 TO 35 23 125 147 263 364 957 160 133 NO 277 243 246 766 255 19 Totale 2482 3803 4250 5357 5486 6778 28156 4693 1503 7000 6000 5000 4000 3000 2000 1000 0 2000 AL 2001 AT 2002 BI CN 2003 TO 2004 NO 2005 TOTALE Fig. 9: Cinghiali abbattuti negli ATC del Piemonte nel periodo 2000-2005. La maggior parte dei prelievi (51%) avviene nei tre ATC della provincia di Alessandria, seguita dalla Provincia di Cuneo (31%). Il prelievo nelle altre province è compreso tra il 3 ed il 6% (Figura 10). 270 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati TO NO 3% 3% CN 31% AL 51% BI 6% AT 6% Fig. 10: Distribuzione del prelievo nelle diverse province piemontesi (Zona Pianura) tra il 2000 e il 2005. Nella Tabella 4 è riportato l’indice cinegetico (capi abbattuti/100 ha) per la zona di Pianura negli anni dal 2000 al 2005. Tale indice varia negli anni in relazione al numero di ambiti territoriali in cui viene recepita la delibera regionale che obbliga l’utilizzo del registro giornaliero di caccia. Dai dati riportati l’indice varia da 1,84 nel 2000 a 2,14 nel 2005; dei 17 ATC presenti in regione Piemonte solo in 3 non viene effettuata la gestione venatoria del cinghiale nelle modalità previste dalla delibera regionale. Tab.4: Indice cinegetico (capi abbattuti/100ha) per il cinghiale in Piemonte (Zona Pianura) nel periodo 20002005. 2000 SUS capi/ 2001 SUS capi/ 2002 SUS capi/ 2003 SUS capi/ 2004 SUS capi/ 2005 SUS capi/ media (ha) 100 ha (ha) 100 ha (ha) 100 ha (ha) 100 ha (ha) (ha) AL 89143 2,2 80715 2,3 89143 2,3 89143 3,0 89143 2,7 89143 3,7 2,7 AT 20599 0,4 32871 0,7 32871 1,0 32871 1,0 32871 1,2 32871 1,5 0,9 23211 1,4 23211 1,4 23211 1,3 23211 1,4 23211 2,2 1,5 38978 3,7 38978 3,6 45359 3,7 45359 4,1 45359 4,2 3,6 27028 1,0 27028 0,9 27028 0,9 0,9 22402 240013 0,7 2,2 47216 264828 0,6 2,1 47216 264828 0,8 2,6 0,5 2,1 PROVINCIA BI CN 16865 2,2 NO TO Totale 8609 135216 0,4 1,8 8609 184384 0,3 2,1 22402 206604 0,6 2,1 100 ha 100 ha La struttura di età è stata desunta da un campione di 4647 cinghiali abbattuti nella zona di pianura nella stagione venatoria 2005-2006 (Figura 11). Il prelievo appare ben distribuito nelle diverse classi di età ad eccezione di quella degli striati nei confronti dei quali l’interesse venatorio è piuttosto scarso e degli animali più vecchi che sono normalmente poco rappresentati nelle popolazioni di cinghiale. In zona di pianura la raccolta dei dati biometrici è affidata direttamente alle squadre, in quanto non è stata prevista l’istituzione di centri di controllo. E’ stata pertanto predisposta a campione una verifica presso un ATC attraverso la raccolta di dati biometrici effettuata da personale specializzato. Nelle figure seguenti (Figure 12-13) vengono riportati, a titolo comparativo, le due strutture di popolazioni rilevate. 271 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati ADULTO 4 ADULTO 3 ADULTO 2 ADULTO 1 SUBADULTO ROSSO STRIATO 0,0 5,0 10,0 % Femmine 15,0 20,0 25,0 % Maschi Fig. 11: Struttura di età dei cinghiali prelevati in Zona di Pianura. In ascissa è rappresentata la percentuale sul totale dei capi (maschi e femmine separatamente), in ordinata l’età dei cinghiali abbattuti ADULTO 4 ADULTO 4 ADULTO 3 ADULTO 3 ADULTO 2 ADULTO 2 ADULTO 1 ADULTO 1 SUBADULTO SUBADULTO ROSSO ROSSO STRIATO STRIATO 0 10 20 30 % Femmine 40 50 60 0 10 20 30 % Femmine % Maschi Fig. 12: Struttura di età rilevata da un ATC campione. 40 50 % Maschi Fig.13: Verifica della struttura di popolazione. La differenza emersa dal confronto tra le due strutture, già rilevata in altre analoghe esperienze (Monaco et al. 2003) evidenzia la necessità di proseguire la formazione dei cacciatori addetti alla raccolta di tali informazioni al fine di uniformare le metodologie adottate. Per tale motivo non vengono presi in considerazione gli altri parametri biometrici e biologici. 272 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati 60 Cervo Tra il 1996 ed il 2005 sono stati assegnati 7467 cervi e ne sono stati abbattuti 4786, con una media di 479 all’anno ( + 99 DS, min =322, max = 651, tabella 5). In figura 14 sono riportati i cervi assegnati ed abbattuti negli anni dal 1996 al 2005 in tutto il territorio piemontese, mentre le figure dalla 15 alla 17 mostrano gli andamenti dei cervi assegnati e abbattuti suddivisi per provincia. Soltanto nella provincia del Verbano Cusio Ossola c’è stato un significativo incremento dei cervi prelevati (rho di Spearman=0,97, p<0,01, figura 17), mentre nelle province di Cuneo e Torino e su tutto il territorio regionale si evidenziano delle fluttuazioni, ma le tendenze non sono statisticamente significative. Tali fluttuazioni sono evidenti anche nelle percentuali di completamento dei piani di prelievo, che si aggirano su valori medi pari al 64% (tab. 5). Lo sforzo di prelievo è di circa 3,3 giornate di caccia per i fusoni, 4 giornate per i maschi adulti, 4,3 giornate per le femmine e 4,6 per i piccoli (tab.6). Tab. 5: Cervi assegnati (ASS) e abbattuti (ABB) nei CA del Piemonte nel periodo 1996-2005. CN Anno 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 Totale Media DS TO AS AB % 15 27 24 30 33 25 27 34 129 38 6 6 13 20 23 13 25 25 33 75 20 9 40,0 48,1 83,3 76,7 39,4 100,0 92,6 97,1 58,1 70,6 70,6 AS 570 610 575 565 620 670 580 575 560 498 4190 582 45 AB 420 289 270 386 546 375 321 394 332 272 2607 361 84 VCO % 73,7 47,4 47,0 68,3 88,1 56,0 55,3 68,5 59,3 54,6 62,2 61,9 60,8 AS 85 121 79 70 97 133 176 202 208 230 761 140 59 AB 38 41 46 52 85 114 142 139 178 167 518 100 55 TOT % 44,7 33,9 58,2 74,3 87,6 85,7 80,7 68,8 85,6 72,6 68,1 69,1 71,3 AS 655 731 669 662 741 833 789 802 795 790 7467 747 65 AB 458 330 322 451 651 512 476 558 535 493 4786 479 99 media % 69,9 45,1 48,1 68,1 87,9 61,5 60,3 69,6 67,3 62,4 64,1 64,0 63,5 AS 437 487 335 331 371 417 395 401 398 388 3137 396 46 AB 305 220 161 226 326 256 238 279 268 241 1997 252 47 % 62,8 42,1 48,3 64,7 86,7 70,0 58,9 76,7 76,2 71,7 63,1 65,6 65,8 Dal 2005 anche il comprensorio alpino VC1 ha iniziato gli abbattimenti selettivi dei cervi con un piano di abbattimento di 28 capi di cui ne sono stati prelevati 21 (75%). % N 900 100 800 80 700 600 60 500 400 40 300 200 20 100 0 0 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 AS AB %PRELIEVO Fig. 14: Cervi assegnati e abbattuti in Piemonte nel periodo 1996-2005. 273 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati N % 100 Provincia di Cuneo 40 35 80 30 25 60 20 40 15 10 20 5 0 0 1998 1999 2000 AS 2001 2002 AB 2003 2004 2005 %PRELIEVO Fig. 15: Cervi assegnati e abbattuti in Provincia di Cuneo nel periodo 1998-2005. N 800 Provincia di Torino % 100 700 80 600 500 60 400 40 300 200 20 100 0 0 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 AS AB %PRELIEVO Fig. 16: Cervi assegnati e abbattuti in Provincia di Torino nel periodo 1996-2005. N 250 Provincia di Verbania % 100 200 80 150 60 100 40 50 20 0 0 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 AS AB %PRELIEVO Fig. 17: Cervi assegnati e abbattuti in Provincia di Verbania nel periodo 1996-2005. 274 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati Tab. 6: Numero medio di giornate per cervo prelevato nelle diverse classi di sesso e di età (2000-2005). Classi di età/sesso Classe 0 Maschio fusone Maschio adulto Femmina adulta Totale N 666 322 1004 1036 3028 Media 4,6 3,3 4,1 4,3 4,1 Minimo 1 1 1 1 1 Massimo 17 15 16 16 17 In Figura 18 è riportata la suddivisione dei prelievi per provincia: oltre il 75% è prelevato nella provincia di Torino, il 21% nella provincia del Verbano Cusio Ossola ed il restante 3,3 % nella provincia di Cuneo; si ha infine una percentuale pari a 0,4 in provincia di Vercelli in cui la gestione della specie è iniziata solo nel 2005. VC 0,4% CN 3,3% VCO 20,9% TO 75,3% Fig. 18: Distribuzione del prelievo di cervo nelle province piemontesi, periodo 1996-2005. La struttura di età è stata desunta da un campione di 3287 individui portati ai centri di controllo negli anni 2000-2005. Le percentuali relative agli individui dell’anno e dei maschi di classe 1 (indicati con il tratteggio nel grafico in figura 19) dipendono dal numero di capi assegnati e quindi non riflettono la reale struttura della popolazione. La classe di adulti di 2-3 anni rappresenta circa il 20% dei prelievi con un valore un po’ più elevato per le femmine, la classe degli adulti di 4-6 anni tra il 20 ed il 25% e gli individui anziani poco meno del 15% Le linee guida regionali forniscono alcune indicazioni di massima su come debba essere strutturato il piano di prelievo, che riflettono la struttura media di una popolazione dopo le nascite. Il piano deve incidere sulla classe dei piccoli dell’anno per il 30-40%, sui maschi di classe 1 per il 6-10%, sui maschi adulti per il 26-35% e sulle femmine adulte per il 30-40%. Dal confronto tra l’assegnato ed il realizzato si osserva (figura 20) come i piccoli siano poco ricercati, mentre l’interesse dei cacciatori tende a concentrarsi sugli adulti di entrambi i sessi. L’analisi dei dati biometrici ha riguardato un campione di 3234 cervi prelevati nel periodo 20002005. Le curve di accrescimento dei pesi con le età raggiungono un punto di flesso nella classe di età 7-9 nei maschi e nella classe di età 4-6 nelle femmine; l’accrescimento ponderale medio è decisamente più lento rispetto al capriolo, come riportato in letteratura e tipico di ungulati di dimensioni maggiori (figura 21, Gaillard et al. 2000). 275 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati oltre 6 da 4 a 6 da 2 a 3 1 0 30,0 20,0 10,0 0,0 % maschi 10,0 20,0 30,0 % femmine Fig. 19: Struttura di età del cervo in Piemonte desunta dagli abbattimenti (N=3287). Femmine adulte Maschi adulti Maschi fusoni Classe 0 0,0 5,0 10,0 15,0 20,0 ASS% 25,0 30,0 35,0 40,0 45,0 PREL% Fig. 20: Percentuali per classi di sesso ed età dei cervi assegnati (ASS) e prelevati (PREL) (N=4005) 276 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati 160 250 140 200 120 100 150 80 60 100 Peso (Kg) Peso (Kg) 40 50 0 N= 275 259 128 127 308 131 23 0 1 2 3 4_6 7_9 >9 20 0 N= 284 211 202 154 313 132 46 0 1 2 3 4_6 7_9 >9 Età Età Fig. 21: Andamento con l’età dei pesi completamente eviscerati dei cervi abbattuti in Piemonte nel periodo 2000-2005. In figura, per ogni classe di età/sesso sono rappresentati la mediana, i quartili superiore e inferiore e il range massimo e minimo dei pesi completamente eviscerati. In blu sono riportati i maschi ed in arancione le femmine, si noti la scala differente delle ordinate. La lunghezza della stanga sinistra (N=1120) cresce gradualmente con l’età fino ai 7-9 anni circa (fig. 22). La variabilità appare molto ampia nei maschi di un anno e nella classe di età 4-6. Il numero di punte (N=910) si stabilizza tra i 7-9 anni di età e comincia a diminuire negli individui anziani, la classe di individui superiori ai 9 anni di età è quella che presenta la maggiore variabilità. 14 140 120 12 100 10 80 8 60 N.punte stanga Lungh.stanga (cm) 6 40 20 0 -20 1 2 3 4_6 7_9 4 2 0 >9 1 Età 2 3 4_6 7_9 >9 Età Fig. 22: Andamento con l’età della lunghezza della stanga sinistra e del numero di punte a sinistra dei cervi abbattuti in Piemonte nel periodo 2000-2005. In figura, per ogni classe di età sono rappresentati la mediana, i quartili superiore e inferiore e il range massimo e minimo della lunghezza stanga e del numero di punte. 277 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati Daino Tra il 2000 ed il 2005 sono stati assegnati 656 daini e ne sono stati abbattuti 454, con una media di 38 all’anno (Tab. 7). In figura 23 sono riportati i daini assegnati ed abbattuti negli anni dal 2000 al 2005 in tutto il territorio piemontese. Le percentuali di completamento dei piani di prelievo si aggirano su valori medi pari al 69 % (tabella 7). Lo sforzo di prelievo è stato di circa 4 giornate di caccia, senza differenze significative fra le diverse classi di età/sesso (tabella 8). La maggioranza dei daini è stato prelevato in provincia di Alessandria (96%) mentre solo il 4 % è stato prelevato in provincia di Asti (fig. 24). Tab. 7: Daini assegnati e abbattuti negli Ambiti territoriali di caccia del Piemonte nel periodo 2000-2005. Anno 2000 2001 2002 2003 2004 2005 Totale Media DS AS 90 105 105 80 120 130 630 105 18 AL AB 36 73 52 69 100 107 437 73 27 % 40,0 69,5 49,5 86,2 83,3 82,3 69,4 68,5 19,5 AT AB 11 1 0 0 4 1 17 3 4 AS 15 3 0 0 4 4 26 4 6 % 73,3 33,3 100,0 25,0 65,4 57,9 35,1 AS 105 108 105 80 124 134 656 109 19 TOTALE AB 47 74 52 69 104 108 454 76 26 % 44,8 68,5 49,5 86,2 83,9 80,6 69,2 68,9 18,0 160 140 Numero capi 120 100 80 60 40 20 0 2000 2001 2002 Assegnati 2003 2004 2005 Abbattuti Fig. 23: Daini assegnati e abbattuti in Piemonte nel periodo 2000-2005. Tab. 8: Numero medio di giornate per daino prelevato nelle diverse classi di sesso e di età (2000-2005). Classi di età/sesso Classe 0 Maschio fusone Maschio adulto Femmina adulta Totale N 84 29 50 106 269 Media 4,0 3,3 4,1 3,4 3,6 Minimo 1 1 1 1 1 Massimo 10 8 12 12 12 278 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati AT 4% AL 96% Fig. 24: Distribuzione del prelievo di daino nelle province piemontesi nel periodo 2000-2005. La struttura di età dei daini prelevati è stata desunta da un campione di 486 soggetti portati ai centri di controllo dal 2000 al 2005. I dati, rappresentati nella figura 25, indicano una percentuale di abbattimento piuttosto elevata (30%) a carico della classe 0. Tale percentuale decresce via via all’aumentare delle classi di età fino ad arrivare al 5% per gli animali di età compresa tra i 7e i 9 anni. La dimensione del campione a disposizione per le analisi non permette però alcuna speculazione su questi risultati. Anche il numero di animali per i quali si dispongono di dati biometrici è ancora troppo esiguo per una valutazione delle variazioni fra le diverse classi di età/sesso. 7-9 4-6 3 2 1 0 0 5 10 15 20 % Femmine 25 30 35 % Maschi Fig. 25: Struttura di età dei daini prelevati in Piemonte nel periodo 2000-2005. In ascissa è rappresentata la percentuale sul totale dei capi (maschi e femmine separatamente), in ordinata l’età dei daini abbattuti. 279 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati Capriolo In Piemonte tra il 1996 ed il 2005 sono stati assegnati 24151 caprioli e ne sono stati prelevati 16525, pari al 68%: nei CA ne sono stati assegnati 19694 e prelevati 13282 (rispettivamente media=1969, DS=570 e media=1328, DS=608, Tabella 9) e negli ATC 4457 e 3243 (rispettivamente media=690, DS=314 e media=513, DS=264, Tabella 10). Oltre l’80% di tutti i caprioli è stato pertanto abbattuto nella Zona Alpi. La gestione venatoria del capriolo negli ATC è iniziata nel 1998. L’andamento dei prelievi negli anni è positivo sia se si considera tutta la Regione (figura 26), sia disaggregando i dati negli ATC e CA, pur con qualche fluttuazione nelle province di BI e VC (figure da 27 a 31). Il prelievo di caprioli è aumentato in media del 18% all’anno nei CA (figura 32) e del 48% all’anno negli ATC (figura 33). Le percentuali di completamento dei piani sono aumentate gradualmente nel periodo considerato, dal 39% del 1996 al 78% del 2005 nei CA e dal 42% al 81% negli ATC. Ciò è probabilmente da attribuire a due fattori: da un lato, il numero dei capi assegnati è stato gradualmente calibrato sulla base dei prelievi effettuati l’anno precedente, dall’altro, negli anni è aumentato l’interesse dei cacciatori nei confronti di questa specie, inizialmente considerata forse poco remunerativa o interessante rispetto ad altri ungulati; a conferma di questa seconda ipotesi, si osservi il basso successo di prelievo di alcuni ATC che hanno da poco iniziato la gestione venatoria del capriolo (Tabella 10). Tab. 9: Caprioli assegnati e abbattuti nei Comprensori alpini del Piemonte nel periodo 1996-2005. Anno 1996 BI CN TO VC VCO TOT AS AB % AS AB % AS AB % AS AB % AS AB % AS AB % 140 46 33 16 2 13 566 255 45 220 91 41 310 99 32 1252 493 39 1997 160 75 47 29 6 21 583 246 42 188 82 44 340 103 30 1300 512 39 1998 170 71 42 60 22 37 656 389 59 195 98 50 383 128 33 1464 708 48 1999 90 69 77 135 60 44 711 483 68 240 136 57 230 170 74 1406 918 65 2000 130 101 78 208 170 82 1000 736 74 324 242 75 250 227 91 1912 1476 77 2001 140 108 77 343 241 70 1085 769 71 338 223 66 310 274 88 2216 1615 73 2387 1752 73 2002 149 128 86 433 322 74 1106 772 70 309 208 67 390 322 83 2003 150 122 81 519 414 80 1185 876 74 261 180 69 410 293 71 2525 1885 75 2004 135 96 71 612 477 78 1191 815 68 240 164 68 400 313 78 2578 1865 72 2005 127 106 83 687 590 86 1213 891 73 227 160 70 400 311 78 2654 2058 78 Tot 1391 922 66 3042 2304 76 9296 6232 67 2542 1584 62 3423 2240 65 19694 13282 67 Media 139 92 68 304 230 58 930 623 64 254 158 61 342 224 66 1969 1328 64 DS 22 26 19 250 214 27 269 254 12 53 56 12 65 91 24 570 608 16 Tab. 10: Caprioli assegnati e abbattuti negli Ambiti territoriali di caccia del Piemonte nel periodo 19982005. Anno AL AT AS AB BI % AS AB CN % AS AB NO % AS AS AB % AS AB % 150 63 42 150 63 42 1999 165 101 61 165 101 61 2000 210 181 86 30 14 47 36 7 19 33 17 52 309 219 71 2001 310 242 78 60 39 65 72 29 40 78 69 89 595 392 66 2002 328 295 90 65 45 69 85 39 46 90 43 48 75 18 24 40 16 40 683 456 67 2003 387 338 87 65 57 88 58 26 45 108 80 74 66 24 36 36 23 64 720 548 76 2004 460 406 88 79 69 87 57 27 47 152 116 76 75 25 33 36 28 78 859 671 78 2005 500 448 90 103 82 80 63 44 70 188 149 79 75 39 52 47 31 66 976 793 81 Tot 2510 2074 83 402 306 76 371 172 46 649 474 73 366 119 33 159 98 62 4457 3243 73 Media 314 259 78 67 51 73 62 29 45 108 79 70 73 24 33 40 25 62 690 513 73 DS 132 139 17 24 24 16 16 13 16 55 48 16 4 10 13 5 7 16 314 264 12 13 % AS AB TOT 1998 75 AB TO % 17 280 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati 4000 Numero capi 3500 3000 2500 2000 1500 1000 500 0 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 Assegnati Abbattuti Fig. 26: Caprioli assegnati e abbattuti in Piemonte nel periodo 1996-2005. 250 Numero capi 200 150 100 50 0 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 Assegnati Abbattuti Numero capi Fig. 27: Caprioli assegnati e abbattuti in Provincia di Biella nel periodo 1996-2005. 1000 900 800 700 600 500 400 300 200 100 0 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 Assegnati Abbattuti Fig. 28: Caprioli assegnati e abbattuti in Provincia di Cuneo nel periodo 1996-2005. 281 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati 1400 Numero capi 1200 1000 800 600 400 200 0 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 Assegnati Abbattuti Fig. 29: Caprioli assegnati e abbattuti in Provincia di Torino nel periodo 1996-2005. Numero capi 450 400 350 300 250 200 150 100 50 0 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 Assegnati Abbattuti Fig. 30: Caprioli assegnati e abbattuti in Provincia di Verbania nel periodo 1996-2005. 400 350 Numero capi 300 250 200 150 100 50 0 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 Assegnati Abbattuti Fig. 31: Caprioli assegnati e abbattuti in Provincia di Vercelli nel periodo 1996-2005. 282 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati 3000 Numero capi 2500 2000 1500 1000 500 0 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 Assegnati Abbattuti Fig. 32: Caprioli assegnati e abbattuti nei CA piemontesi nel periodo 1996-2005. 1200 Numero capi 1000 800 600 400 200 0 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 Assegnati Abbattuti Fig. 33: Caprioli assegnati e abbattuti negli ATC piemontesi nel periodo 1996-2005. Negli anni 2000-2005 i cacciatori dei CA hanno impiegato mediamente 3,3 giornate per ogni piccolo di capriolo, 3 per ogni femmina adulta e 2,7 per ogni maschio adulto (tabella 11); negli ATC il numero di giornate medio per l’abbattimento dei piccoli è 2,9, per la femmina 2,6 e per il maschio adulto 2,1 (tabella 12). Tab. 11: Numero medio di giornate per capriolo prelevato nei CA nelle diverse classi di sesso e di età (anni 2000-2005). Classi di età/sesso Classe 0 Maschio adulto Femmina adulta Totale N 1865 3435 3651 8941 Media 3,3 2,7 3,0 2,9 Minimo 1 1 1 1 Massimo 19 16 16 19 283 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati Tab. 12: Numero medio di giornate per capriolo prelevato negli ATC nelle diverse classi di sesso e di età (anni 2000-2005). Classi di età/sesso Classe 0 Maschio adulto Femmina adulta Totale N 909 1256 1114 3279 Media 2,9 2,1 2,6 2,5 Minimo 1 1 1 1 Massimo 11 11 11 11 La distribuzione dei prelievi nelle province è riportata nella figura 34. Oltre il 35% dei caprioli è stato abbattuto nella provincia di Torino, seguono Cuneo (21%), Verbano Cusio Ossola e Alessandria (13-12%), Vercelli (9%), Biella (6%), Asti (2%) e Novara (1%). VC 9% NO 1% AT 2% AL 12% BI 6% CN 21% VCO 13% TO 36% Fig. 34: Distribuzione del prelievo di capriolo nelle province piemontesi nel periodo 1996-2005. L’aumentato interesse nei confronti del capriolo si rileva anche dal progressivo aumento della superficie regionale ove se ne esercita il prelievo, aumentata da circa 3000 a circa 8500 km2; analogamente, è aumentato l’indice cinegetico, cioè la densità di capi prelevati per unità di superficie, da 0,1 a 0,34 caprioli/km2 (tabella 13 e figura 35). Tab. 13: Estensione del territorio sottoposto al prelievo di capriolo nel periodo 1996-2005 e densità (capi/km2) dei capi assegnati e abbattuti. 2003 2004 2005 Anno 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 Sup. (ha) 473.231 500.238 707.752 720.686 777.997 829.086 838.656 838.656 850.354 850.354 3245 3437 3630 Assegnati 1252 1300 1614 1571 2221 2811 3070 2433 2536 2851 Abbattuti 493 512 771 1019 1695 2007 2208 0,39 0,40 0,43 Ass/sup 0,26 0,26 0,23 0,22 0,29 0,34 0,37 0,29 0,30 0,34 Abb/sup 0,10 0,10 0,11 0,14 0,22 0,24 0,26 284 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati 0,45 0,4 0,35 0,3 0,25 0,2 0,15 0,1 0,05 0 1996 1997 1998 1999 2000 2001 Ass/sup 2002 2003 2004 2005 Abb/sup Fig. 35: Indice cinegetico (numero di capi di capriolo abbattuti per kmq) in relazione ai capi assegnati (Ass/sup) e ai capi abbattuti (Abb/sup) in Piemonte nel periodo 1996-2005. La struttura di età ed il rapporto sessi sono stati desunti da un campione di 9795 individui nei CA e 3417 negli ATC. In Zona Alpi i piccoli costituiscono circa il 20% della popolazione prelevata durante la stagione venatoria, i giovani quasi il 15%, la classe dei 2-3 anni il 35% e gli anziani meno del 5% (figura 36). Negli ATC i piccoli rappresentano circa il 25% della popolazione, mentre le altre classi di età sono in percentuale paragonabile a quella dei CA (figura 37) con una prevalenza per i maschi prelevati nella classe di giovani di 1 anno. In entrambi i casi, i piccoli costituiscono circa un terzo di una popolazione in autunno (media di varie popolazioni europee, Ferloni 1998). Anche i piani di prelievo generalmente prevedono l’assegnazione di un terzo di individui dell’anno rispetto al totale. Il fatto che siano scarsamente rappresentati nel carniere (successo di prelievo del 50% circa) è anche conseguenza del minore interesse dei cacciatori nei loro confronti; è infatti prelevata solo circa la metà degli individui appartenenti a questa classe di età nei CA, mentre negli ATC la percentuale di prelievo è più elevata. >7 6-7 4-5 2-3 1 0 0 5 10 15 20 % Femmine 25 30 35 % Maschi Fig. 36: Struttura di età del capriolo nei Comprensori Alpini (N=9795). In ascissa è rappresentata la percentuale sul totale dei capi (maschi e femmine separatamente), in ordinata l’età dei caprioli abbattuti. 285 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati >7 6-7 4-5 2-3 1 0 0 5 10 15 20 % Femmine 25 30 35 % Maschi Fig. 37: Struttura di età del capriolo negli Ambiti territoriali di caccia (N=3417). In ascissa è rappresentata la percentuale sul totale dei capi (maschi e femmine separatamente), in ordinata l’età dei caprioli abbattuti. Il rapporto sessi, desunto dallo stesso campione, è pari complessivamente a 1 f/m nei CA ed a 0,9 f/m negli ATC (tabelle 14 e 15). Ipotizzando un prelievo casuale, esso dovrebbe riflettere il rapporto reale esistente nella popolazione. In una popolazione naturale non soggetta a prelievo, il rapporto sessi è tendenzialmente paritario, ovvero leggermente a favore delle femmine, fisiologicamente più longeve dei maschi; in effetti, nei CA il prelievo incide in misura sostanzialmente paritaria, ovvero leggermente a favore delle femmine, in giovani e subadulti e negli adulti; nei piccoli vengono prelevati più maschi rispetto alle femmine, mentre nella classe di età anziana vengono prelevate più del doppio delle femmine rispetto ai maschi (tabella 14). Negli ATC, il prelievo incide in misura maggiore sui maschi di tutte le età, fatta eccezione per i piccoli dell’anno (tabella 15). Tab. 14: Rapporto tra i sessi nelle diverse classi di età dei caprioli abbattuti nei CA (N=9795) Età 0 1 2-3 4-5 6-7 >7 Totale f/m 0,93 1,00 1,05 0,95 1,29 1,75 1,03 Tab. 15: Rapporto tra i sessi nelle diverse classi di età dei caprioli abbattuti negli ATC (N=3417) Età 0 1 2-3 4-5 6-7 >7 Tot f/m 1,03 0,61 0,90 0,94 1,13 1,27 0,92 286 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati 40 30 30 20 20 10 10 Pe so (kg) 40 0 N= 619 404 968 589 236 61 0 1 2_3 4_5 6_7 >7 0 N= 570 447 949 578 315 121 0 1 2_3 4_5 6_7 >7 Età Età Fig. 38: Andamento con l’età dei pesi completamente eviscerati dei caprioli abbattuti nei Comprensori alpini nel periodo 2000-2005. In figura, per ogni classe di età/sesso (maschi blu, femmine arancioni) sono rappresentati la mediana, i quartili superiore e inferiore e il range massimo e minimo dei pesi completamente eviscerati. Negli ATC per l’analisi dei dati biometrici si è utilizzato un campione di 2338 caprioli prelevati nel periodo 2000-2005. I risultati non si discostano da quelli ottenuti per i comprensori alpini ed il peso asintotico viene raggiunto per entrambi i sessi intorno ai 2-3 anni di età (figura 39). Non si è ritenuto opportuno fare confronti tra i pesi dei caprioli provenienti da ATC o CA perché il prelievo avviene in periodi dell’anno differenti. Pesi (kg) Pe so (kg) L’analisi dei dati biometrici dei caprioli abbattuti nei comprensori alpini ha riguardato un campione di 9796 capi prelevati nel periodo 2000-2005. Il peso asintotico viene raggiunto per entrambi i sessi nella classe 2-3 anni come riportato in letteratura e tipico di ungulati di piccole dimensioni (figura 38, Gaillard et al. 2000). 40 40 30 30 20 20 10 10 0 0 N= 363 111 344 228 93 43 0 1 2_3 4_5 6_7 >7 N= Età 333 154 349 215 77 28 0 1 2_3 4_5 6_7 >7 Età Fig. 39: Andamento con l’età dei pesi completamente eviscerati dei caprioli abbattuti negli ATC nel periodo 2000-2005. In figura, per ogni classe di età/sesso (maschi blu, femmine arancioni) sono rappresentati la mediana, i quartili superiore e inferiore e il range massimo e minimo dei pesi completamente eviscerati. 287 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati La variabilità della lunghezza della stanga appare più ampia rispetto al peso, e riflette condizioni ambientali (disponibilità di cibo, clima) e patrimonio genetico degli individui. Nel complesso, l’asintoto viene raggiunto anche in questo caso tra i due e tre anni di età (figura 40) sia negli ATC che nei CA; nei primi si assiste ad una variabilità maggiore nella lunghezza della stanga rispetto ai secondi. 40 50 30 30 20 Lunghezza stanga sx (cm) Lunghezza stanga sinistra (cm) 40 20 10 0 -10 N= 3 237 527 305 96 38 0 1 2_3 4_5 6_7 >7 10 0 -10 N= 58 493 1308 736 276 66 0 1 2_3 4_5 6_7 >7 Età Età Fig. 40: Andamento con l’età della lunghezza della stanga sinistra in ATC (figura a sinistra) e CA (figura a destra) dei caprioli abbattuti in Piemonte nel periodo 2000-2005. In figura, per ogni classe di età sono rappresentati la mediana, i quartili superiore e inferiore e il range massimo e minimo della lunghezza della stanga. Muflone Su tutto il territorio piemontese tra il 1996 e il 2005 sono stati assegnati 1784 mufloni e ne sono stati prelevati 741, corrispondenti al 41,5% dei capi assegnati (Tabella 16). La percentuale di prelievo risulta essere decisamente bassa se la si confronta con quelle delle altre specie di ungulati ruminanti prelevate in Piemonte. Questo risultato si può in parte spiegare con il fatto che, essendo il muflone una specie alloctona, manca ancora una cultura venatoria nei suoi confronti. Tuttavia le percentuali di abbattimento sono progressivamente aumentate nel corso degli anni fino a raggiungere il 56% circa nel 2005. L’andamento annuo dei mufloni assegnati ed abbattuti sul territorio piemontese è riportato in figura 41. Nelle figure 42-44 sono rappresentati gli andamenti annuali dei capi assegnati e abbattuti divisi per provincia (ad eccezione della Provincia di Verbania in cui la gestione del muflone è iniziata solo nel 2005). Il numero medio di giornate per capo prelevato dal 2000 al 2005 è stato di 3,67 (min.=1, max.=16) con un numero di giornate superiore per il prelievo delle femmine adulte (tabella 17). 288 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati Tab. 16: Mufloni assegnati e abbattuti in Piemonte nel periodo 1996-2005. Anno CN TO % VC VCO TOTALE MEDIA AS AB AS AB % AS AB % AS AB % AS AB % AS AB % 1996 38 4 10,5 190 38 20,0 45 21 46,7 - - - 273 63 23,1 91 21 23,1 1997 26 8 30,8 108 25 23,1 57 11 19,3 - - - 191 44 23,0 64 15 23,1 1998 20 6 30,0 88 26 29,5 45 16 35,6 - - - 153 48 31,4 51 16 31,4 1999 18 5 27,8 76 20 26,3 70 30 42,9 - - - 164 55 33,5 55 18 33,5 2000 18 11 61,1 90 34 37,8 75 43 57,3 - - - 183 88 48,1 61 29 48,0 2001 15 11 73,3 93 40 43,0 75 44 58,7 - - - 183 95 51,9 61 32 52,0 2002 20 14 70,0 61 27 44,3 47 30 63,8 - - - 128 71 55,5 43 24 55,5 2003 24 11 45,8 65 25 38,5 47 32 68,1 - - - 136 68 50,0 45 23 50,1 2004 30 22 73,3 70 33 47,1 60 35 58,3 - - - 160 90 56,3 53 30 56,3 2005 72 39 54,2 66 36 54,5 60 35 58,3 15 9 119 55,9 53 30 55,9 Totale 281 131 46,6 907 304 33,5 581 297 51,1 15 9 60,0 1784 741 41,5 446 185 41,5 Media 28 13 47,7 91 30 36,4 58 30 50,9 15 9 60,0 178 74 42,9 58 24 42,9 DS 16 10 21,0 36 6 10,7 11 10 14,1 0 0 0,0 22 12,9 13 6 13,6 60,0 213 40 300 Numero capi 250 200 150 100 50 0 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 Assegnati Abbattuti Fig. 41: Mufloni assegnati e abbattuti in Piemonte nel periodo 1996-2005. 80 70 Numero capi 60 50 40 30 20 10 0 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 Assegnati Abbattuti Fig. 42: Mufloni assegnati e abbattuti in provincia di Cuneo nel periodo 1996-2005. 289 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati Numero capi 200 180 160 140 120 100 80 60 40 20 0 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 Assegnati Abbattuti Fig. 43: Mufloni assegnati e abbattuti in provincia di Torino nel periodo 1996-2005. 80 70 Numero capi 60 50 40 30 20 10 0 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 Assegnati Abbattuti Fig. 44: Mufloni assegnati e abbattuti in provincia di Vercelli nel periodo 1996-2005. Tab. 17: Numero medio di giornate per muflone prelevato nelle diverse classi di sesso e di età (anni 20002005). Classi di età/sesso N Media Minimo Massimo Classe 0 58 3,1 1 15 Maschio yearling 32 3,8 1 16 Maschio adulto 159 3,3 1 16 Femmina adulta 142 4,2 1 15 Totale 391 3,7 1 16 La struttura di età dei mufloni abbattuti è stata desunta da un campione di 496 mufloni prelevati in Piemonte dal 2000 al 2005 (Fig. 45). La maggior parte dei maschi (80%) è stata prelevata fra 1 e 4 anni di età, per le femmine la percentuale scende al 70%. La classe adulta (5-8 anni) rappresenta rispettivamente il 26% del prelievo dei maschi ed il 19% delle femmine. La classe dei vecchi costituisce meno del 2% in entrambi i sessi. 290 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati Il numero di animali per i quali si dispone di dati biometrici è ancora troppo esiguo per una valutazione delle variazioni fra le diverse classi di età/sesso, prime elaborazioni evidenziano come nei maschi il raggiungimento del massimo peso corporeo avvenga intorno ai 4-5 anni di età, e così pure la lunghezza massima del corno, mentre per le femmine l’asintoto è raggiunto già dopo il primo anno di età. >9 5-8 2-4 1 0 0 10 20 30 %Maschi 40 50 60 %Femmine Fig. 45: Struttura di età dei mufloni prelevati in Piemonte dal 1996 al 2005. In ascissa è rappresentata la percentuale sul totale dei capi (maschi e femmine separatamente), in ordinata l’età dei mufloni abbattuti. Camoscio Nei 10 anni dal 1996 al 2005 sono stati assegnati complessivamente su tutto il territorio regionale 21.145 camosci, con una media di 2115 (min = 1734, max = 2232) camosci per anno (tabella 18). Gli andamenti anno per anno dei capi assegnati e abbattuti per tutto il territorio regionale sono riportati in figura 46. Nelle figure 47-51 sono invece rappresentati gli andamenti annuali divisi per provincia. Come si vede dalla figura 46, c’è stato un significativo (Spearman =0,91) e costante aumento nei camosci prelevati dal 1996 al 2005. Le percentuali di completamento dei piani sono aumentate gradualmente dal 69,8% del 1996 al 91,7% nel 2005 su tutto il territorio regionale. Un trend analogo è riscontrabile analizzando le percentuali di completamento dei piani dei singoli Comprensori. Ciò è probabilmente da attribuire al fatto che i piani sono stati gradualmente calibrati sulla base dei prelievi effettuati l’anno precedente. Il numero di giornate di caccia per capo prelevato è massimo per le femmine, diminuisce per gli individui di 1 anno compiuto (yearling) e per la classe maschio adulto ed è minimo per i capretti (tabella 19) per i quali il numero di capi abbattuti è circa 1/6 rispetto alle altre classi di sesso ed età; la media complessiva è di 2,44 giornate/capo. 291 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati Tab. 18: Camosci assegnati e abbattuti in Piemonte nel periodo 1996-2005. BI Anno CN TO VC VCO TOT AS AB % AS AB % AS AB % AS AB % AS AB % AS AB % 1996 60 27 45 385 284 74 654 502 77 270 174 64 365 223 61 1734 1210 70 1997 80 52 65 437 237 54 853 543 64 255 152 60 515 313 61 2140 1297 61 1998 20 15 75 478 265 55 818 676 83 280 186 66 455 286 63 2051 1428 70 1999 32 27 84 485 363 75 859 676 79 310 203 66 375 356 95 2061 1625 79 2000 33 32 97 467 405 87 926 740 80 320 221 69 450 466 104 2196 1864 85 2001 31 30 97 547 513 94 835 727 87 326 243 75 469 458 98 2208 1971 89 2002 37 41 111 579 544 94 808 695 86 283 228 81 525 505 96 2232 2013 90 2003 33 31 94 571 541 95 821 707 86 257 203 79 545 511 94 2227 1993 89 2004 34 33 97 603 558 93 673 618 92 241 207 86 535 501 94 2086 1917 92 2005 39 40 103 612 604 99 759 683 90 250 195 78 550 505 92 2210 2027 92 Totale 399 328 82 5164 4314 84 8006 6567 82 2792 2012 72 4784 4124 86 21145 17345 82 Media 40 33 87 516 82 801 82 279 72 478 86 2115 82 2003 2004 2005 431 657 201 412 2500 Numero capi 2000 1500 1000 500 0 1996 1997 1998 1999 2000 2001 Assegnati 2002 Abbattuti Fig. 46: Camosci assegnati e abbattuti in Piemonte nel periodo 1996-2005. 90 Numero capi 80 70 60 50 40 30 20 10 0 1996 1997 1998 1999 2000 Assegnati 2001 2002 2003 2004 Abbattuti Fig. 47: Camosci assegnati e abbattuti in Provincia di Biella nel periodo 1996-2005. 292 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati 2005 1735 700 Numero capi 600 500 400 300 200 100 0 1996 1997 1998 1999 2000 Assegnati 2001 2002 2003 2004 2005 Abbattuti Numero capi Fig. 48: Camosci assegnati e abbattuti in Provincia di Cuneo nel periodo 1996-2005. 1000 900 800 700 600 500 400 300 200 100 0 1996 1997 1998 1999 2000 Assegnati 2001 2002 2003 2004 2005 Abbattuti Fig. 49: Camosci assegnati e abbattuti in Provincia di Torino nel periodo 1996-2005. 600 Numero capi 500 400 300 200 100 0 1996 1997 1998 1999 2000 Assegnati 2001 2002 2003 2004 Abbattuti Fig. 50: Camosci assegnati e abbattuti in Provincia di Verbania nel periodo 1996-2005. 293 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati 2005 350 Numero capi 300 250 200 150 100 50 0 1996 1997 1998 1999 2000 2001 Assegnati 2002 2003 2004 2005 Abbattuti Fig. 51: Camosci assegnati e abbattuti in Provincia di Vercelli nel periodo 1996-2005. Tab. 19: Numero medio di giornate per camoscio prelevato nelle diverse classi di sesso e di età (anni 20002005). Classi di età/sesso Classe 0 Yearling Femmina adulta Maschio adulto Totale N 500 2895 3136 3331 9862 Media 2,1 2,6 2,7 2,4 2,4 Minimo 1 1 1 1 1 Massimo 10 18 17 16 18 La distribuzione dei prelievi nelle varie province è riportata in figura 52. Il 37 % dei camosci è stato prelevato in Provincia di Torino, seguito dalla provincia di Cuneo e del Verbano Cusio Ossola (24% e 25 % rispettivamente), la provincia di Vercelli con il 12 % e infine la provincia di Biella con il 2 % dei capi prelevati. BI 2% VCO 24% CN 25% VC 12% TO 37% Fig. 52: Camosci abbattuti nelle province piemontesi nel periodo 1996-2005. 294 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati La struttura di età (Figura 53) ed il rapporto fra i sessi in ciascuna classe di età (Tabella 20) dei capi abbattuti sono stati desunti da un campione di 10952 camosci prelevati dal 2000 al 2005. Si tenga conto che la struttura di età e i rapporti fra i sessi indicati non rispecchiano assolutamente la reale struttura di età della popolazione, essendo influenzati dalla relativa difficoltà a cacciare determinate classi di età/sesso e dallo sforzo di caccia da parte dei cacciatori. I piccoli rappresentano meno del 5% dei camosci abbattuti, gli yearling circa il 30% , i subadulti di 2-3 anni ca. il 20% e gli individui adulti fino a 10 anni di età ca. il 40% dei capi. I soggetti più vecchi di 10 anni rappresentano circa il 10% di tutti i capi abbattuti con una notevole differenza tra maschi e femmine (12% per le femmine e 4,4% per i maschi). Sia dalla figura 53 che dalla tabella 20, si rileva che tendenzialmente vengono abbattuti più maschi che femmine. Tab. 20: Rapporto tra i sessi per classe di età dei camosci abbattuti in Piemonte nel periodo 2000-2005 (N=10952). Età 0 1 2-3 4-10 >10 Totale f/m 0,7 0,8 0,8 0,8 2,3 0,9 >10 4-10 2-3 1 0 0 5 10 15 20 %Femmine 25 30 35 40 45 %Maschi Fig. 53: Camoscio: struttura di popolazione ripartita per sessi e classi di età nel periodo 2000-2005 (N=10952). In ascissa è rappresentata la percentuale sul totale dei capi (maschi e femmine separatamente), in ordinata l’età dei camosci abbattuti. 295 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati In figura 54 vengono confrontate le percentuali di prelievo di femmine allattanti e non divise per classi di età. Anche in questo caso, la percentuale di femmine allattanti non può assolutamente essere considerata rappresentativa della reale proporzione di femmine con il piccolo nella popolazione, considerata la tendenza da parte del mondo venatorio a non abbattere femmine con il piccolo. Tenuto conto di questo, il notevole aumento nella percentuale di femmine allattanti nel passaggio dalla classe di età 2-3 anni a quella 4-10 è probabilmente interpretabile con il raggiungimento della primiparità fra i 2 e i 4 anni di età per la maggior parte della popolazione femminile di camoscio alpino in Piemonte. 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 1 2-3 4-10 % non allattante >10 % allattante Peso (Kg) Fig. 54: Camoscio: % di femmine allattanti ripartite per classi di età. In ascissa le classi di età, in ordinata la percentuale. 40 40 30 30 20 20 10 10 0 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 0 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 22 Età Fig. 55: Andamento con l’età dei pesi completamente eviscerati dei camosci alpini abbattuti in Piemonte nel periodo 2000-2005 (blu maschi, arancione femmine). In figura, per ogni classe di età/sesso sono rappresentati la mediana, i quartili superiore e inferiore e il range massimo e minimo dei pesi completamente eviscerati. 296 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati Lunghezza corno (cm) L’analisi dei dati biometrici per quanto attiene la specie camoscio si è concentrata sull’andamento dei pesi completamente eviscerati e della lunghezza del corno (Figure 55 e 56) ed ha riguardato un campione di 6827 camosci prelevati in tutto il territorio regionale dal 2000 al 2005. Come già riportato in letteratura (Bassano et al. 2003), il peso asintotico dei camosci in Piemonte viene raggiunto a circa 4 anni di età nei maschi e a 3 anni di età nelle femmine. La lunghezza del corno è risultato molto meno variabile come misura, e l’asintoto nella sua lunghezza viene raggiunto a 3 anni di età sia nei maschi che nelle femmine. 40 40 30 30 20 20 10 10 0 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 Età Fig. 56: Andamento con l’età della lunghezza del corno sinistro dei camosci alpini abbattuti in Piemonte nel periodo 2000-2005 (blu maschi, arancione femmine). In figura, per ogni classe di età/sesso sono rappresentati la mediana, i quartili superiore e inferiore e il range massimo e minimo della lunghezza del corno sinistro. 297 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati 3. Ripopolamenti in Piemonte nel periodo 2000-2006 Introduzione Fino dagli albori della civiltà umana, l’uomo ha portato con sé, volontariamente od involontariamente, specie di piante o di animali che lo hanno seguito nella sua inarrestabile marcia alla conquista del globo (Pullin 2002). Il trasferimento di individui di una specie da un’area ad un’altra è indicato genericamente con la parola “immissione”. Esistono vari tipi di immissioni, che hanno un valore ed un significato ben diverso dal punto di vista della conservazione e della gestione dell’ambiente. Schematicamente, si può distinguere tra tre diversi casi: ripopolamenti, reintroduzioni e introduzioni (Boitani 1997). Con il termine di ripopolamento si indica il rilascio di una specie animale in un ambiente ed in un’area in cui questa è già presente. Occorre distinguere dunque tra ripopolamenti e reintroduzioni, che hanno invece l’obiettivo di riportare una specie in siti dove questa è scomparsa, solitamente a causa di modificazioni causate dall’attività umana. Ancora diverso è infine il significato delle introduzioni, che si verificano se una specie viene rilasciata dove essa non era presente nel passato. Da un punto di vista molto generale (e non privo di eccezioni), le reintroduzioni sono di norma considerate azioni positive, in quanto hanno l’obiettivo di ricostituire equilibri ambientali alterati dalla scomparsa di alcune specie, mentre al contrario le introduzioni sono generalmente causa di gravi danni ambientali, quando non di vere e proprie catastrofi ecologiche (Andreotti et al. 2001a). Molto più sfumato è invece il significato dei ripopolamenti, la cui reale necessità ecologica è in pratica limitata ai casi in cui una popolazione di una specie minacciata sia diminuita a tal punto da rendere necessaria l’introduzione di nuovi individui al fine di evitare “colli di bottiglia” genetici. Questo caso si presenta estremamente di rado (Perco 1997). Ben più frequente è invece il rischio di inquinamento genetico, ossia di danneggiare il patrimonio genetico delle specie soggette a ripopolamento introducendo geni provenienti da popolazioni non autoctone. Questa situazione si è purtroppo verificata in molti casi, ed in Italia è emblematico quello della starna Perdix perdix, la cui sottospecie endemica (Perdix perdix italica), è ormai considerata estinta a causa della massiccia introduzione di individui provenienti da paesi esteri (Bulgarini et al. 1998). Casi analoghi si sono verificati per numerose altre specie, in particolare per gli ungulati (Lovari 1997). In realtà, i ripopolamenti sono giudicati negativamente dalla maggior parte dei biologi, che li considera solitamente inutili, spesso dannosi, ed in generale poco produttivi dal punto di vista del rapporto tra costi e benefici (Boitani 1997). Nonostante i forti dubbi sul loro significato, i ripopolamenti faunistici sono una realtà che non può più essere ignorata. Già agli inizi degli anni ’80 in Italia venivano liberati annualmente almeno 300.000 lepri, 200.000 starne e 300.000 fagiani (Unione Zoologica Italiana 1982), e questo numero è con tutta probabilità molto cresciuto negli anni più recenti. In questa sezione vengono analizzati i dati disponibili sugli interventi di ripopolamento effettuati in Piemonte nel periodo 2000-2006. I dati sono stati raccolti da ATC, CA e Amministrazioni provinciali e inseriti nella Banca Dati faunistica regionale. Non sono invece disponibili i dati relativi alle Aziende faunistico-venatorie e agri-turistico-venatorie. 298 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati Risultati Nel periodo considerato sono stati immessi in natura almeno 845.203 capi di 9 specie di mammiferi ed uccelli (Tabella 1). La cifra reale complessiva, considerando anche gli Istituti privati (AFV e AATV), è sicuramente superiore al milione di capi. Cuneo è la provincia in cui è stato immesso il numero maggiore di esemplari in totale (Fig. 1). Il numero di capi immessi è solo parzialmente correlato con la superficie provinciale: la densità di capi immessi (n° individui/100 ha SASP) è infatti massima nelle province di Novara e Asti (Fig. 2) mentre il Verbano-Cusio-Ossola è l’ultima fra le province piemontesi, sia come numero totale che come densità di capi immessi (Fig. 1 e 2). Il fagiano è di gran lunga la specie più frequentemente oggetto di ripopolamenti in Piemonte, seguito a notevole distanza dalla lepre, dalla starna e dalla pernice rossa (Fig. 3). Anche considerando singolarmente le diverse province la predominanza del fagiano è sempre evidente, anche se è possibile osservare alcune chiare differenze (Fig. 4), in quanto alcune province puntano maggiormente sul rilascio di una maggiore quantità di lepri (VB, AL), mentre in altre (CN, TO) sono immessi cospicui numeri di altri galliformi (starna, pernice rossa). 140000 120000 100000 80000 60000 40000 20000 0 2000 AL AT 2001 BI 2002 2003 CN 2004 NO 2005 TO VB 2006 VC Fig. 1: Numero totale di capi immessi (2000-2006) nelle province piemontesi. Numero capi/100 ha SASP 100 80 60 40 20 0 VB TO CN BI AL VC AT NO Fig. 2: Numero totale di capi immessi / 100 ha SASP nelle province piemontesi (dati cumulati 2000-2006). 299 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati Tab. 1: Numero totale di capi immessi nel periodo 2000-2006, ripartiti per specie, anno e provincia di immissione. ANNO Capriolo Cervo Coniglio selvatico Fagiano comune Germano reale Lepre comune Pernice rossa Quaglia Starna Totale (provincia) 2000 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2001 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2004 2005 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 AL AT BI CN NO TO VB VC 0 0 0 0 0 0 0 0 0 11674 7705 8885 23797 11117 9978 10700 0 0 0 0 0 0 0 5578 4939 4377 4143 5023 5274 4471 0 489 914 499 0 0 0 0 0 0 438 470 206 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 12221 25607 26539 11036 11009 12481 12543 0 0 0 0 0 0 0 1235 1358 1061 763 1214 969 933 0 0 100 0 0 1 0 0 0 0 0 100 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 4690 4950 4500 4190 3399 4780 500 0 0 0 0 0 0 0 618 691 210 45 473 71 360 0 0 0 0 0 0 0 0 0 400 0 0 0 0 0 0 22 19 0 80 7 3 4 7 0 14185 16203 13360 11766 17571 17555 15620 600 200 450 300 600 100 100 3857 4513 4193 1966 4506 3686 2417 2550 2900 2587 3370 5596 8863 8100 80 100 3593 4105 4463 4934 5940 3670 3590 0 0 0 0 0 0 0 0 0 13138 12818 28479 15324 16164 17452 18194 0 0 0 0 0 0 0 1024 773 2081 710 1228 1245 1356 0 0 0 0 0 0 0 0 0 210 266 3823 1990 1298 471 548 0 0 0 25 30 78 100 0 0 13081 11200 13911 17404 7261 15424 13280 0 0 0 0 0 0 0 2774 3535 1303 3273 3738 1728 2094 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1004 550 1876 2710 2300 910 700 0 0 28 30 0 0 0 0 90 0 1000 300 460 0 355 350 0 0 0 0 0 0 0 250 496 410 210 138 172 88 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 14499 13631 14792 15293 20871 15403 15596 0 0 0 0 0 0 0 1015 593 386 350 900 437 124 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Totale (per anno) 22 19 28 135 37 81 104 7 90 83488 93114 110766 99270 87392 93428 86783 600 200 450 300 600 100 100 16351 16898 14021 11460 17220 13582 11843 2550 3389 3601 3869 5596 8864 8100 80 100 5207 5359 10732 9840 9538 5051 4838 4377 113890 845203 120677 119170 29877 198331 138592 120289 300 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati n = 845.203 lepre comune 12,0% fagiano comune 77,4% starna 6,0% pernice rossa 4,2% altro 0,4% Fig. 3: Percentuale di capi delle principali specie di fauna utilizzate nei ripopolamenti in Piemonte, dati cumulati 2000-2006. n=113.890 n=119.170 n=29.877 n=138.592 n=120.289 n=120.677 n=198.331 n=4.377 100% percentuale dei capi immessi 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% VC Fagiano comune AT BI Lepre comune NO TO Pernice rossa AL CN Starna VB Altre specie Fig. 4: Percentuale di capi delle diverse specie immessi nelle province piemontesi, dati cumulati 2000-2006. Il numero totale di capi immessi in Piemonte è aumentato tra il 2000 ed il 2002, per poi assestarsi nei quattro anni successivi intorno ai 120.000 capi all’anno. Esaminando in dettaglio le quattro specie principali (Fig. 5), si osserva un aumento nel numero di pernici rosse immesse (da 2250 capi immessi nel 2000 a 8864 nel 2005 e 8100 nel 2006); per fagiano e starna il numero di capi aumenta tra il 2000 ed il 2002 e diminuisce dal 2003 al 2006, mentre per la lepre si ha un andamento decrescente fino al 2003 e un picco di crescita nel 2004. Analizzando i dati relativi ai territori delle singole province, si hanno oscillazioni tra un anno ed il successivo, senza nessuna chiara tendenza (fig. 6 e 7). 301 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati migliaia di capi immessi (fagiano comune) 35 100 30 80 25 20 60 15 40 10 20 5 0 0 2000 2001 2002 2003 2004 2005 migliaia di capi immessi (altre specie) 40 120 2006 Fagiano comune Lepre comune Pernice rossa Starna Fig. 5: Numero di capi di fagiano, pernice rossa, starna e lepre immessi in Piemonte tra il 2000 ed il 2006. 25000 20000 15000 10000 5000 0 2000 2001 VB 2002 2003 BI 2004 2005 VC 2006 TO Fig. 6: Numero totale di capi immessi a scopo di ripopolamento nelle province di Biella, Verbania, Vercelli e Torino negli anni 2000-2006. 40000 35000 30000 25000 20000 15000 10000 5000 0 2000 AL 2001 2002 2003 AT 2004 NO 2005 2006 CN Fig. 7: Numero totale di capi immessi a scopo di ripopolamento nelle province di Alessandria, Asti, Novara e Cuneo negli anni 2000-2006. 302 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati La Tab. 2 presenta il totale di individui delle specie immesse a scopo di ripopolamento suddivisi per provincia e per tipo di istituto (ATC e CA). Si noti che anche i capi immessi dalle Amministrazioni provinciali sono stati raggruppati all’interno delle due tipologie. Si osservano differenze significative nelle proporzioni rappresentate dalle diverse specie utilizzate a scopo di ripopolamento (Fig. 8): negli ATC si osserva una nettissima preponderanza del fagiano (81% degli individui immessi) mentre nei CA questa specie costituisce una percentuale decisamente inferiore del totale (41%) e sono molto più frequenti le immissioni di lepre (25%) e starna (30%). La pernice rossa non è oggetto di immissioni all’interno dei CA, con un’unica eccezione rappresentata dal CA CN6, mentre il germano reale è stato immesso soltanto in alcuni Comprensori alpini del cuneese. Tab. 2: Numero totale di individui rilasciati a scopo di ripopolamento in Piemonte nel periodo 2000-2006 nei diversi Istituti di gestione della caccia (Ambiti Territoriali di Caccia e Comprensori Alpini). Istituto Specie ATC Capriolo Cervo Coniglio selvatico Fagiano comune Germano reale Lepre comune Pernice rossa Quaglia Starna CA Capriolo Cervo Coniglio selvatico Fagiano comune Germano reale Lepre comune Pernice rossa Quaglia Starna ATC (n=763.528) AL AT BI 0 0 0 0 0 0 83856 111436 0 0 33805 7533 1902 101 0 0 1114 100 0 0 0 27009 0 2106 0 0 400 - - 0 0 0 0 0 362 0 0 0 NO TO 0 0 0 0 0 0 79916 121569 0 0 14975 8417 33716 0 180 0 12346 8606 0 0 0 86817 0 11476 0 0 2700 22 120 0 26344 2350 10163 250 0 17949 - 0 233 0 4744 0 6969 0 0 7350 VC Totale (per specie) 0 0 0 - 109885 0 3583 0 0 0 0 0 0 620488 0 81895 35719 180 25266 VB 0 58 90 2465 0 1764 0 0 0 0 0 0 200 0 222 0 0 0 CA (n=81.655) lepre comune 11% starna 31% pernice rossa 5% fagiano comune 81% CN lepre comune 24% altre specie 4% starna 3% fagiano comune 41% Fig. 8: Ripartizione percentuale dei capi delle diverse specie utilizzate a scopo di ripopolamento in ATC e CA. 303 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati 22 411 90 33753 2350 19480 250 0 25299 Le Figg. 9-12 presentano la distribuzione degli interventi di ripopolamento su base comunale per le quattro specie più frequentemente utilizzate. L’analisi delle carte mostra chiaramente come nel periodo analizzato siano state effettuate immissioni praticamente sulla totalità del territorio regionale, con l’eccezione di alcuni comuni alpini del Piemonte settentrionale. La densità di capi immessi è in generale maggiore nelle aree di pianura (ATC) rispetto alle zone montane (CA), dove vengono effettuate immissioni soprattutto di lepri. Fig. 9: Comuni del Piemonte in cui sono state effettuate immissioni di fagiano nel periodo 2000-2005. La linea verde indica i limiti della Zona Alpi, quella rossa i confini provinciali. In azzurro sono rappresentati gli Istituti di gestione per i quali non è disponibile la ripartizione delle immissioni per comune. 304 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati Fig. 10: Comuni del Piemonte in cui sono state effettuate immissioni di lepre nel periodo 2000-2005. La linea verde indica i limiti della Zona Alpi, quella rossa i confini provinciali. In azzurro sono rappresentati gli Istituti di gestione per i quali non è disponibile la ripartizione delle immissioni per comune. 305 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati Fig. 11: Comuni del Piemonte in cui sono state effettuate immissioni di starna nel periodo 2000-2005. La linea verde indica i limiti della Zona Alpi, quella rossa i confini provinciali. In azzurro sono rappresentati gli Istituti di gestione per i quali non è disponibile la ripartizione delle immissioni per comune. 306 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati Fig. 12: Comuni del Piemonte in cui sono state effettuate immissioni di pernice rossa nel periodo 2000-2005. La linea verde indica i limiti della Zona Alpi, quella rossa i confini provinciali. 307 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati La Tab. 3 riassume i totali dei capi immessi in base alla provenienza (allevamento o cattura) nelle diverse province per le quattro specie più frequentemente utilizzate nei ripopolamenti, mentre in Fig. 13 è presentata la ripartizione per fagiano, lepre e starna all’interno di ATC e CA. Tab. 3: Provenienza (allevamento o cattura) dei capi utilizzati a scopo di ripopolamento nelle province del Piemonte (dati cumulati del periodo 2000-2006) Specie Provenienza Fagiano comune allevamento cattura non indicato allevamento cattura non indicato allevamento cattura non indicato allevamento cattura non indicato Lepre comune Pernice rossa Starna AL AT BI CN NO TO VB VC Totale 25924 57932 0 0 33805 0 1902 0 0 1114 0 0 110400 1036 0 33 7473 27 100 1 0 100 0 0 8338 631 18040 1 1177 1290 0 0 0 0 0 400 77167 13154 15939 12743 9721 2674 27010 0 6956 22960 818 6517 111316 3453 6800 4334 4083 0 0 0 0 7156 0 1450 64042 2600 24899 5415 8469 4561 0 0 0 3386 604 6060 2465 0 0 244 1518 2 0 0 0 0 0 0 107881 2054 150 1176 2587 42 0 0 0 0 0 0 507533 80860 65828 23946 68833 8596 29012 1 6956 34716 1422 14427 Fagiano comune (n=654.221) 100% 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% ATC Lepre comune (n=101.375) 100% 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% ATC CA Starna (n=50.565) CA non indicato 100% 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% cattura allevamento ATC CA Fig. 13: Percentuale di capi di allevamento o cattura di fagiano, lepre e starna in ATC e CA (dati cumulati 2000-2006). 308 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati Per le tre specie di galliformi la maggior parte dei capi immessi è di allevamento, con un’unica eccezione per il fagiano in provincia di Alessandria, dove il 69% dei capi proviene da catture. La situazione è opposta per la lepre, con un’assoluta preponderanza delle catture nelle province di Alessandria ed Asti, ed una maggior percentuale di capi di allevamento a Cuneo e Novara. Per quanto riguarda le differenze tra ATC e CA, si osserva per il fagiano e la lepre un maggior utilizzo di capi di cattura nelle aree di pianura rispetto a quelle alpine; la differenza è particolarmente evidente nel caso della lepre (negli ATC circa il 72% dei capi sono di cattura, la percentuale scende al 52% nei CA). Occorre sottolineare come la maggior percentuale di lepri di cattura negli ATC rispetto ai CA dipenda soprattutto dalle province di Alessandria ed Asti. Tab. 4: Provenienza (estera o nazionale) dei capi utilizzati a scopo di ripopolamento nelle province del Piemonte, dati cumulati 2000-2006 Specie Capriolo Cervo Coniglio selvatico Fagiano comune Germano reale Lepre comune Pernice rossa Quaglia Starna provenienza estera nazionale non indicato totale estera nazionale non indicato totale estera nazionale non indicato totale estera nazionale non indicato totale estera nazionale non indicato totale estera nazionale non indicato totale estera nazionale non indicato totale estera nazionale non indicato totale estera nazionale non indicato totale AL AT 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1012 83856 110424 0 0 83856 111436 0 0 0 0 0 0 0 0 0 2852 33805 4657 0 24 33805 7533 0 0 1902 101 0 0 1902 101 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1114 100 0 0 1114 100 BI CN NO 0 0 0 0 14 0 0 0 0 0 22 0 0 99 0 0 21 0 0 0 0 0 120 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 9274 2235 27009 88903 112534 0 8153 6800 27009 106330 121569 0 0 0 0 2350 0 0 0 0 0 2350 0 512 8486 3024 670 16064 5393 1286 592 0 2468 25142 8417 0 0 0 0 31970 0 0 1996 0 0 33966 0 0 0 0 0 180 0 0 0 0 0 180 0 0 0 0 410 25958 7146 0 4337 1450 410 30295 8596 TO 0 0 0 0 139 79 15 233 0 0 0 0 2600 82023 6938 91561 0 0 0 0 7975 8821 1649 18445 0 0 0 0 0 0 0 0 504 9436 110 10050 309 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati VB VC Totale 0 0 0 0 0 14 0 0 8 0 0 22 58 0 296 0 0 100 0 0 15 58 0 411 0 0 0 90 0 90 0 0 0 90 0 90 0 470 15591 2465 109545 616759 0 21891 2465 110015 654241 0 0 0 0 0 2350 0 0 0 0 0 2350 1438 2980 27267 324 779 70513 2 42 3595 1764 3801 101375 0 0 0 0 0 33973 0 0 1996 0 0 35969 0 0 0 0 0 180 0 0 0 0 0 180 0 0 504 0 0 44164 0 0 5897 0 0 50565 Considerando l’area geografica di provenienza dei capi utilizzati (Tab. 4), si ha che circa il 90% dei capi immessi è di provenienza nazionale. Individui di provenienza estera costituiscono una frazione importante del totale solo nel caso del cervo (72% dei capi immessi) e della lepre (27% del totale). Soltanto in provincia di Alessandria non sono stati immessi capi di provenienza estera nel periodo considerato; nelle province di Asti, Biella, Novara e Vercelli gli individui di provenienza estera rappresentano meno del 5% del totale, mentre arrivano al 34% in provincia di Verbania. L’utilizzo di capi di provenienza estera tende a diventare meno frequente negli anni: la totalità dei capi immessi nel 2006 è di origine nazionale. La figura 14 rappresenta l’origine dei capi di provenienza nazionale per ogni specie, mentre in figura 15 sono indicate le province di origine dei capi di provenienza regionale per le quattro specie immesse più frequentemente. Per quanto riguarda la lepre, il 73% dei capi di provenienza nazionale proviene dalla stessa provincia di rilascio, il 14% da un’altra provincia piemontese; circa la metà dei fagiani di provenienza nazionale è di origine regionale (il 29% della stessa provincia di rilascio). Per il fagiano, la lepre e la pernice rossa la provincia di Alessandria è la principale area di origine dei capi di provenienza regionale (fig. 15), seguita da Cuneo, che rappresenta anche l’area di provenienza del 72% delle starne immesse. n=14 n=100 n=90 n=616.759 n=2.350 n=70.513 n=33.973 Capriolo Cervo Coniglio selvatico n=180 n=44.164 100% 80% 60% 40% 20% 0% Fagiano comune Germano Lepre reale comune Pernice rossa Quaglia Regionale stessa provincia Regionale altra provincia Nazionale extraregione Nazionale non indicato Starna Fig. 14: Provenienza dei capi di origine nazionale utilizzati a scopo di ripopolamento nell’intero Piemonte nel periodo 2000-2006. 310 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati fagiano comune (N=317.246) lepre comune (N=61.138) CN 23% CN 14% VC 24% AL 57% altre province 7% AT 13% NO 7% AL 46% altre province 3% pernice rossa (N=8.960) starna (N=22.402) TO 6% NO 11% altre province 1% CN 31% AL 16% AL 69% CN 72% Fig. 15: Provincia di origine dei capi di provenienza regionale (dati cumulati 2000-2006) per le quattro specie più utilizzate a scopo di ripopolamento La Tab. 5 presenta il numero di capi rilasciati in zone aperte alla caccia o di divieto venatorio (principalmente ZRC, zone di ripopolamento e cattura). Circa il 65% dei capi è stato rilasciato in territorio libero, il 24% in zone di divieto, mentre nell’11% dei casi il sito di rilascio non è indicato. Tab. 5: Numero di capi immessi in territorio aperto alla caccia o in zone di divieto, dati cumulati 2000-2006. Specie Capriolo Cervo Coniglio selvatico Fagiano comune Germano reale Lepre comune Pernice rossa Quaglia Starna Totale zona di divieto 0 41 0 171388 800 9723 4725 180 17576 204433 territorio non libero indicato 22 0 259 111 90 0 430500 52353 1550 0 71326 20326 21528 9716 0 0 22751 10238 548026 92744 Totale 22 411 90 654241 2350 101375 35969 180 50565 845203 311 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati La Tab. 6 e la Fig. 16 riepilogano il numero di capi immessi nei diversi mesi dell’anno. In generale, per i galliformi (fagiano, starna, pernice rossa), le immissioni vengono effettuate principalmente nei mesi estivi (luglio-agosto), e, meno frequentemente, nel periodo tardo invernale (febbraio-marzo). Per la lepre invece i ripopolamenti sono effettuati in massima parte nei mesi di dicembre e gennaio (Fig. 16). Coniglio selvatico Fagiano comune Germano reale Lepre comune Pernice rossa Quaglia Starna Totale gennaio 0 28 90 12669 0 35437 0 0 30 48254 febbraio 5 253 0 34507 0 8371 1067 0 252 44455 marzo 17 66 0 51569 400 4832 818 0 4877 62579 aprile 0 44 0 620 0 473 0 0 110 1247 maggio 0 5 0 11638 0 1771 5 0 90 13509 Capriolo Cervo Tab. 6: Numero di capi immessi per mese (dati cumulati 2000-2006). Mese giugno 0 8 0 18172 300 2584 7107 0 2597 30768 luglio 0 3 0 280645 1450 4778 21973 0 19534 328383 agosto 0 1 0 117540 200 1087 4325 180 7777 131110 settembre 0 1 0 45977 0 152 500 0 7330 53960 ottobre 0 0 0 9113 0 170 174 0 1550 11007 novembre 0 2 0 8723 0 74 0 0 600 9399 dicembre 0 0 0 4483 0 20723 0 0 0 25206 0 22 0 411 0 90 58585 654241 0 2350 20923 101375 0 35969 0 180 5818 50565 85326 845203 300000 40000 35000 numero capi (fagiano) 250000 30000 200000 25000 150000 20000 15000 100000 10000 50000 5000 Fagiano comune io ag os to se tte m br e ot to br no e ve m br e di ce m br e lu gl no o gi ug m ag gi ap ril e zo m ar fe b br a io 0 ai o 0 ge nn numero capi (altre specie) non indicato Totale Lepre comune Pernice rossa Starna Fig. 16: Numero di capi immessi per mese (dati cumulati 2000-2006, non sono stati presi in considerazioni i dati per il quale il mese non era indicato). 312 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati Tab. 7. Numero di individui adulti, giovani e di età indeterminata (MM=maschi, FF=femmine, IND=indeterminati per sesso) immessi per mese per le quattro specie più frequentemente oggetto di ripopolamenti (dati cumulati 2000-2006). MM FF Adulti IND TOT MM Giovani FF IND 0 0 0 89 660 2531 39940 15876 2179 0 100 0 20 61395 0 0 0 0 0 0 11 0 11 374 137 600 1140 8845 10645 3428 7485 13444 44472 111867 196279 15845 10834 42555 2179 6275 10633 0 1318 1318 100 140 340 0 0 0 0 3000 3020 67549 149901 278845 TOT Età indeterminata FF IND MM Totale TOT Fagiano gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic nd Totale 1059 2794 4084 13530 9796 25488 14 3 68 145 781 789 11722 12894 20069 20456 9549 10515 2971 2969 3657 3876 715 1395 16189 29765 80674 124619 225 4078 9037 26651 2839 38123 3 20 780 993 300 1870 11080 35696 19910 60435 15220 35284 1355 7295 350 7883 25 2135 1000 46954 62124 267417 2798 1696 800 0 0 120 0 0 0 0 0 520 0 5934 5666 2919 1735 0 0 0 0 0 0 0 0 1328 0 11648 127 8591 3241 7856 10900 13435 0 0 0 0 2718 2838 48670 48670 14550 14550 70 70 500 500 500 500 500 2348 8611 8611 90387 107969 12669 34507 51569 620 11638 18152 280645 117540 45987 9113 8723 4483 58585 654231 Lepre gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic nd Totale 8350 1742 1400 67 95 102 50 63 3 16 608 5887 12590 30973 9802 1998 1561 83 117 101 61 37 3 17 763 7562 13663 35768 1576 766 61 12 0 103 155 0 28 0 264 1292 1267 5524 19728 4506 3022 162 212 306 266 100 34 33 1635 14741 27520 72265 49 0 521 44 231 497 684 268 49 72 28 6 51 2500 39 0 523 44 250 498 825 309 51 62 42 6 51 2700 506 664 0 259 1118 1648 1794 343 14 3 0 0 1379 7728 594 664 1044 347 1599 2643 3303 920 114 137 70 12 1481 12928 5714 1003 0 0 0 0 0 0 0 0 0 2069 12 8798 6268 1055 0 0 2 0 0 0 0 0 0 2901 13 10239 2063 858 0 285 31 264 207 50 0 20 0 3820 1390 8988 14045 2916 0 285 33 264 207 50 0 20 0 8790 1415 28025 34367 8086 4066 794 1844 3213 3776 1070 148 190 1705 23543 30416 113218 0 125 150 0 0 0 799 0 0 87 0 0 0 1161 0 126 150 0 0 0 801 0 0 87 0 0 0 1164 0 0 518 0 0 0 1605 2785 500 0 0 0 0 5408 0 251 818 0 0 0 3205 2785 500 174 0 0 0 7733 0 0 0 0 0 0 0 250 0 0 0 0 0 250 0 0 0 0 0 0 0 250 0 0 0 0 0 250 0 0 0 0 5 5107 7934 251 0 0 0 0 0 13297 0 0 0 0 5 5107 7934 751 0 0 0 0 0 13797 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 816 0 0 0 2000 10834 789 0 0 0 0 0 14439 0 816 0 0 0 2000 10834 789 0 0 0 0 0 14439 0 1067 818 0 5 7107 21973 4325 500 174 0 0 0 35969 0 0 997 25 0 0 691 350 375 150 0 0 1350 3938 0 0 1016 25 0 0 1444 350 375 150 0 0 1350 4710 0 0 600 60 90 0 1608 550 40 0 0 0 0 2948 0 0 2613 110 90 0 3743 1250 790 300 0 0 2700 11596 15 86 559 0 0 0 280 250 100 0 0 0 0 1290 15 86 561 0 0 0 280 250 100 0 0 0 0 1292 0 0 100 0 0 2577 7051 4227 4080 1100 100 0 0 19235 30 172 1220 0 0 2577 7611 4727 4280 1100 100 0 0 21817 0 0 230 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 230 0 0 245 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 245 0 80 569 0 0 20 8180 1800 2260 150 500 0 3118 16677 0 80 1044 0 0 20 8180 1800 2260 150 500 0 3118 17152 30 252 4877 110 90 2597 19534 7777 7330 1550 600 0 5818 50565 Pernice rossa gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic nd Totale Starna gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic nd Totale 313 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati N 300000 fagiano comune lepre comune N INDET. 70000 250000 FEMMINE 200000 MASCHI 60000 50000 40000 150000 30000 100000 20000 50000 10000 0 0 adulti N giovani età indet. adulti N pernice rossa giovani età indet. starna 15000 20000 15000 10000 10000 5000 5000 0 0 adulti giovani età indet. adulti giovani età indet. Fig. 17: Numero di individui adulti, giovani e di età indeterminata immessi per le quattro specie più frequentemente oggetto di ripopolamenti (dati cumulati 2000-2006). La ripartizione per classi di sesso e di età è riassunta nella tab. 7 e nella fig 17. Per tutte e quattro le specie si ha un rapporto tra i sessi prossimo all’unità. Per il fagiano si osserva una ripartizione equilibrata fra giovani ed adulti, mentre nel caso della lepre si ha una predominanza degli individui adulti. Per la pernice rossa e la starna sembra più elevato il numero di giovani rispetto agli adulti, tuttavia questa osservazione potrebbe essere falsata dall’elevato numero di individui di età indeterminata. 314 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati 4. Il controllo delle specie di fauna selvatica in Piemonte nel periodo 2001-2006 Introduzione Nel corso degli ultimi decenni nella nostra regione, come d’altra parte in gran parte d’Europa, si è assistito a rilevanti cambiamenti negli equilibri che regolano le popolazioni di numerose specie di vertebrati selvatici. Le cause di questo processo sono molteplici, ma in tutti i casi indubbiamente correlate con le attività umane. Se molte specie sono entrate in una fase di progressivo declino, che assume ormai una gravità di livello continentale o addirittura globale, in altri casi si è osservata un’esplosione demografica che ha in breve tempo portato al fortissimo incremento di alcune specie che hanno saputo adattarsi con successo agli ambienti condizionati dall’uomo, o che hanno rioccupato gli habitat marginali non più sfruttati dall’agricoltura. In sintesi, le specie le cui popolazioni sono notevolmente cresciute in Piemonte possono essere suddivise in tre gruppi: specie alloctone, introdotte dall’uomo a scopi venatori (silvilago) o sfuggite ad allevamenti 1) (nutria, scoiattolo grigio). Queste specie, forse per la scarsità di competitori, si sono espanse con successo soprattutto nelle aree di pianura, dove la loro presenza è ormai pressoché ubiquitaria (Cocchi e Riga 2001; Provincia di Alessandria 2002; Genovesi e Bertolino 2001b; Andreotti et al. 2001a) specie autoctone che hanno rioccupato ambienti da cui in precedenza erano state 2) eliminate. Si tratta in particolare di varie specie di ungulati (cervo, capriolo, cinghiale), scomparse dal Piemonte probabilmente a causa dell’eccessivo prelievo venatorio, e progressivamente ritornate nella regione a partire dagli anni ‘60-70, in parte grazie a reintroduzioni, ma anche per l’espansione delle popolazioni oltralpine (Pedrotti et al. 2001). Queste specie occupano ora in prevalenza le aree agricole marginali, in cui la presenza dell’uomo è andata diminuendo e la percentuale di boschi si è progressivamente accresciuta. Queste aree sono localizzate in particolare lungo l’arco alpino e nell’alta pianura 3) specie autoctone che hanno tratto un giovamento dalle modificazioni ambientali causate dall’uomo. Questo gruppo comprende essenzialmente alcuni corvidi (cornacchia e gazza) dotati di una spiccata adattabilità che permette loro di trovare condizioni di vita ottimali anche in aree di pianura fortemente modificate dall’agricoltura intensiva. In questi ambienti i corvidi trovano ampie disponibilità di cibo e di siti di nidificazione e godono della praticamente completa assenza di competitori e predatori (Rolando 1995). Parallelamente all’incremento numerico delle specie sopra elencate, si è assistito all’aumento dei danni economici ad esse attribuiti. I danni all’agricoltura sono ormai una fonte di spesa che raggiunge l’ordine dei milioni di euro all’anno, ed i costi degli incidenti stradali attribuibili alla fauna selvatica hanno importi complessivi di poco inferiori (cfr. i rispettivi capitoli in questo stesso volume). Più controverso è il ruolo rivestito da alcune specie predatrici (cornacchia, gazza, volpe) nella riduzione numerica di specie di avifauna di interesse venatorio o conservazionistico. Se infatti alcuni lavori hanno effettivamente messo in luce significative diminuzioni del successo riproduttivo di alcune specie di selvaggina in aree ad alta densità di predatori (Tapper et al. 1990, 1996), altri non hanno invece evidenziato questo effetto (Baeyens e Jerzak 1997, Birkhead 1991) o hanno sottolineato come le specie predate siano in grado di compensare l’entità della predazione tramite nidificazioni di sostituzione (Paradis et al. 2000). In ogni caso, i danni economici provocati dalla fauna selvatica sono ormai un problema fortemente sentito, in particolare nelle aree agricole, e giustamente le Amministrazioni pubbliche sono alla ricerca di modi per ridurli o mantenerli sotto controllo. La limitazione numerica delle specie considerate in soprannumero (“controllo”) viene di norma effettuata tramite campagne di abbattimento diretto, e nel corso degli ultimi anni questa strada è stata seguita con crescente impegno anche in Piemonte, ad opera delle Amministrazioni Provinciali (ed in misura minore delle Aree Protette), a cui la legge affida questo incarico (art. 29, L.R 70/96). In realtà, non sempre a questi interventi seguono risultati significativi: può infatti accadere che la mortalità dovuta agli abbattimenti compensi, e non incrementi, la mortalità naturale; inoltre la capacità riproduttiva delle specie animali è spesso talmente alta da rendere del tutto passeggeri i risultati ottenuti; infine, in molte specie la capacità riproduttiva è densità315 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati dipendente, per cui le popolazioni semplicemente reagiscono ad una diminuzione delle consistenze con un aumentato tasso di riproduzione, che vanifica lo sforzo di controllo. Per questi motivi è ormai urgente tentare di quantificare l’efficacia dei controlli di fauna selvatica finora eseguiti, al fine di proporre eventuali modifiche o miglioramenti nell’ambito delle modalità impiegate. In questo capitolo vengono analizzati i dati disponibili a livello regionale sugli interventi di controllo di specie selvatiche nel periodo 2001-2006. I dati analizzati sono costituiti dalle informazioni pervenute all’Osservatorio Regionale sulla Fauna Selvatica sugli interventi di controllo effettuati in Piemonte dalle Amministrazioni Provinciali e dalle Aree Protette. Il campione comprende dati relativi a 16.520 interventi realizzati in tutte le province del Piemonte. I dati sono stati informatizzati a cura dei singoli Enti tramite maschere di immissione standardizzate predisposte dall’Osservatorio Regionale. Risultati Nel periodo 2001-2006 le attività di controllo faunistico effettuate dalle Amministrazioni Provinciali e dai Parchi hanno portato all’abbattimento di almeno 236.738 capi di specie selvatiche (Tab. 1 e 2). Questo totale è da ritenere in parte sottostimato in quanto non è stato possibile ottenere informazioni dettagliate su alcuni interventi, che sono stati dunque esclusi dalle analisi qui riportate (provincia di Cuneo 2003 e 2004, provincia di Torino e Verbania 2006). E’ inoltre possibile che alcuni interventi effettuati all’interno delle Aree Protette non siano stati inseriti nella Banca Dati faunistica regionale. La cornacchia e la minilepre sono le due specie sottoposte a più intensa attività di controllo (Fig. 1). Il numero di capi abbattuti in totale nelle diverse province varia notevolmente, (minimo nel Verbano-Cusio-Ossola, massimo in provincia di Alessandria, Fig. 2), ma un’idea più precisa dello sforzo compiuto dalle singole province può essere ottenuta confrontando il numero di capi abbattuti per km² di territorio (Fig. 3): gli interventi sono svolti con particolare intensità nelle zone di pianura del Piemonte orientale, mentre sono meno frequenti nelle province con una percentuale significativa di territorio montano (minimo a Verbania). Si osservano inoltre notevoli differenze da provincia a provincia dal punto di vista della proporzione rappresentata dalle singole specie sul totale dei capi abbattuti (Fig. 4): in generale nelle aree di pianura predominano gli abbattimenti di corvidi, mentre nelle province con una maggiore percentuale di territorio montano si osserva una più alta frequenza di abbattimenti di cinghiale. Nel periodo considerato, circa il 50% dei capi sono stati abbattuti in ZRC (Fig. 5). L’enfasi posta dalle Amministrazioni provinciali sulle ZRC è ulteriormente sottolineata se si considera che queste aree occupano complessivamente solo il 7,3% del territorio regionale. La Fig. 6 illustra la proporzione delle singole specie all’interno delle diverse tipologie di istituto di gestione. Si osservano notevoli differenze nella scelta delle specie controllate: all’interno di ATC e Aziende Faunistiche prevalgono i corvidi, mentre per quanto riguarda le Zone di Ripopolamento e Cattura e le Zone di Addestramento Cani la specie più abbattuta è la minilepre. Il cinghiale è la specie maggiormente controllata nelle Oasi di protezione e, soprattutto, nelle Aree protette (41% e 80% del totale rispettivamente). 316 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati Volpe Daino Cervo Colombo Cuneo Nutria Biella Minilepre Asti 2001 2002 2003 2004 2005 2006 tot. 01-06 2001 2002 2003 2004 2005 2006 tot. 01-06 2001 2002 2003 2004 2005 2006 tot. 01-06 2001 2002 2003 2004 2005 2006 tot. 01-06 Gazza Alessandria Anno Cornacchia Provincia Cinghiale Tab. 1: Numero di capi abbattuti durante le attività di controllo faunistico da parte di Amministrazioni provinciali e Aree protette per specie ed anno nelle province di Alessandria, Asti, Biella, Cuneo. nd = dato non disponibile; * = il dato per la provincia di Cuneo per il 2003 ed il 2004 è incompleto, in quanto non sono disponibili i dati relativi ai controlli effettuati dall’Amministrazione Provinciale, ma solo dai Parchi. 657 393 369 302 312 265 2298 20 60 63 45 220 76 484 35 136 63 96 89 182 601 92 120 61* 51* 271 211 806* 5622 4154 3063 2345 3708 5431 24323 1405 1237 541 509 398 415 4505 793 579 1285 770 689 0 4116 8809 8625 10069 10506 9013 2686 49708 1137 627 646 523 1046 1543 5522 1319 1267 633 613 431 191 4454 0 0 0 0 0 0 0 87 0 257 43 503 248 1138 3513 4602 5952 8188 11277 13848 47380 0 632 436 1018 1051 1098 4235 0 0 0 0 0 0 0 0 0 nd nd 175 1184 1359 57 466 824 678 796 1240 4061 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 69 36 95 200 0 0 0 0 0 20 20 115 128 125 99 118 125 710 269 508 442 365 329 377 2290 0 0 0 0 0 0 0 0 0 nd nd 424 413 837 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 21 21 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 4659 1140 0 0 0 0 5799 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 317 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati Volpe Daino Cervo Colombo Verbania Nutria Vercelli Minilepre Torino 2001 2002 2003 2004 2005 2006 tot. 01-06 2001 2002 2003 2004 2005 2006 tot. 01-06 2001 2002 2003 2004 2005 2006 tot. 01-06 2001 2002 2003 2004 2005 2006 tot. 01-06 Gazza Novara Anno Cornacchia Provincia Cinghiale Tab. 2: Numero di capi abbattuti durante le attività di controllo faunistico da parte di Amministrazioni provinciali e Aree protette per specie ed anno nelle province di Novara, Torino, Vercelli e Verbania (nd = dato non disponibile) 176 181 233 191 104 199 1084 903 814 771 685 968 1019 5160 137 285 250 177 203 256 1308 47 25 44 32 8 119 275 3489 2311 2763 2335 3497 3671 18066 2025 3746 2492 2050 6982 nd 17295 1965 2163 2140 1861 2297 1970 12396 28 15 25 11 10 nd 89 0 0 0 0 0 0 0 72 164 183 140 233 nd 792 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 94 235 62 484 622 1687 3184 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 254 586 182 415 1153 1809 4399 105 0 4 52 40 9 210 355 386 868 533 887 831 3860 0 0 0 0 0 0 0 42 45 38 94 88 88 395 652 505 nd nd nd nd 1157 228 206 304 340 224 273 1575 24 16 17 13 14 nd 84 0 0 0 0 0 0 0 15 18 22 15 24 14 108 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 85 67 89 51 63 79 434 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 volpe 3,0% dainocervo 0,2% nutria 5,4% colombo 2,4% cinghiale 5,1% minilepre 23,7% cornacchia 55,1% gazza 5,0% Fig. 1: Composizione percentuale dei controlli faunistici effettuati in Piemonte tra il 2001 ed il 2006 (totale 236.738 capi abbattuti) 318 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati Numero di capi abbattuti 100000 90000 80000 70000 60000 50000 40000 30000 20000 10000 0 VB BI AT VC TO NO CN AL Fig. 2: Numero complessivo di capi abbattuti nelle province del Piemonte (dati cumulati 2001-2006) numero capi abbattuti/100 ha 30 25 20 15 10 5 0 VB TO BI CN VC AT NO AL Fig. 3: Numero di capi abbattuti per km² di sASP nelle province del Piemonte (2001-2006) Altro 100% Volpe 90% Nutria 80% Gazza 70% Cinghiale 60% Minilepre 50% Cornacchia 40% 30% 20% 10% 0% AL AT BI CN NO TO VC VB Fig. 4: Percentuale delle diverse specie interessate da operazioni di controllo faunistico effettuate dalle diverse province (2001-2006) 319 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati O NO N IN DI CA T AL TR O ZR C AP O F C AT AF VAT V ZA C Capi abbattuti (%) 50 45 40 35 30 25 20 15 10 5 0 Fig. 5: Numero totale di capi abbattuti nei diversi tipi di Istituti di Gestione della caccia (2001-2006). ZAC = Zone di Addestramento Cani; OF = Oasi di protezione della Fauna; AP = Aree Protette provinciali, regionali e nazionali; ZRC = Zone di Ripopolamento e Cattura Volpe 100% Nutria Minilepre 80% Corvidi Cinghiale 60% Cervo-Daino Colombo 40% 20% 0% ATC AFVATV ZAC OF AP ZRC Fig. 6: Percentuale delle diverse specie interessate da operazioni di controllo faunistico all’interno delle diverse tipologie di Istituto (2001-2006). ZAC = Zone di Addestramento Cani; OF = Oasi di protezione della Fauna; AP = Aree Protette provinciali, regionali e nazionali; ZRC = Zone di Ripopolamento e Cattura L’abbattimento a distanza tramite armi da fuoco è la modalità maggiormente utilizzata in Piemonte per il controllo di cervidi, volpe, cinghiale e minilepre. Per i corvidi si osserva una netta prevalenza della cattura di animali vivi tramite trappole; per la nutria la situazione è intermedia (Fig. 7). L’analisi delle modalità di smaltimento dei capi abbattuti è difficile in quanto nella grande maggioranza dei casi (80% dei capi abbattuti) le Amministrazioni Provinciali non hanno fornito indicazioni precise a questo proposito. Sembra comunque che la donazione o la vendita della carcassa per fini alimentari umani sia la modalità prevalente di smaltimento per cervo e cinghiale. Per le altre specie è stato di norma fatto ricorso al sotterramento o all’incenerimento dei capi. 320 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati 100% 80% 60% 40% 20% 0% CervoDaino Volpe Cinghiale Abbattimento con arma da fuoco Minilepre Nutria Corvidi Cattura di animali vivi Non indicato Fig. 7: Percentuale dei capi controllati tramite abbattimento con arma da fuoco o cattura di animali vivi (2001-2006). Per quanto riguarda la distribuzione temporale degli interventi, occorre sottolineare come l’attendibilità delle analisi presentate sia ridotta a causa dell’incompletezza delle informazioni disponibili. Fra i dati pervenuti all’Osservatorio Faunistico infatti, il 36% risulta privo dell’indicazione del mese in cui è stato effettuato il controllo. Per quel che riguarda sesso ed età, queste indicazioni sono state fornite solo per una parte dei dati (cinghiale, sesso 58% età 33%; minilepre, sesso 41% età 4%; volpe, sesso 46,5% età 50%; cervo, sesso 12% età 12%; nutria, sesso 26% età 50%). Per nessuna delle specie di uccelli è stata fornita alcuna indicazione su sesso o età dei capi controllati. 40 % 35 Cervo Cinghiale 30 25 20 15 10 5 0 gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic Fig. 8: % dei controlli di cervo e cinghiale nei diversi mesi dell’anno (dati cumulati 2001-2006). 321 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati 40 Colombo % Cornacchia 35 Gazza 30 25 20 15 10 5 0 gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic Fig. 9: % dei controlli di corvidi e colombi nei diversi mesi dell’anno (dati cumulati 2001-2006). % 40 Minilepre Nutria 35 Volpe 30 25 20 15 10 5 0 gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic Fig. 10: % dei controlli di minilepre, nutria e volpe nei diversi mesi dell’anno (dati cumulati 2001-2006). La distribuzione del numero totale di capi controllati nell’arco dei mesi dell’anno è presentata nelle Fig. 8-10, ed evidenzia notevoli differenze da specie a specie, da correlare in parte alla diversa eco-etologia, in parte al diverso sforzo di cattura attuato dalle province. L’evidente picco di controlli della nutria nei mesi invernali e dei corvidi in primavera è probabilmente da mettere in relazione con una maggior catturabilità degli animali in questi periodi. Per il cervo, l’incremento del numero di controlli nei mesi di ottobre-gennaio è probabilmente da collegare ad una maggiore frequentazione di zone di fondovalle e quindi ad un maggior numero di danni e incidenti in questo periodo dell’anno. Per quel che riguarda il rapporto tra i sessi negli individui controllati (Fig. 11), pur tenendo conto dell’elevata frazione di indeterminati, esso risulta sbilanciato verso le femmine nel cervo mentre nel cinghiale la prevalenza di femmine è lieve. Nella minilepre il rapporto tra maschi e femmine non differisce in modo singificativo dall’unità, mentre nella volpe e nella nutria si osserva una prevalenza di maschi. Il rapporto fra classi di età dei capi controllati (Fig. 12) non differisce dall’unità nel cervo, mentre è significativamente a favore degli adulti nelle altre specie. 322 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati 100% 80% 60% 40% 20% 0% Cervo MASCHI Cinghiale Minilepre FEMMINE Nutria Volpe INDETERMINATI Fig. 11: Rapporto percentuale tra maschi e femmine sottoposti ad interventi di controllo in cervo, cinghiale, nutria, silvilago e volpe; periodo 2001-2006. 100% 80% 60% 40% 20% 0% Cervo ADULTI Cinghiale Minilepre GIOVANI Nutria Volpe INDETERMINATI Fig. 12: Rapporto percentuale tra giovani ed adulti sottoposti ad interventi di controllo in cervo, cinghiale, nutria, silvilago e volpe; periodo 2001-2006 La quantificazione del numero di giornate lavorative impiegate per l’esecuzione dei controlli faunistici è un elemento essenziale per valutare l’efficacia dei risultati, in particolare se si tiene conto del fatto che una delle finalità principali dei controlli è quella di limitare i danni economici (danni all’agricoltura, incidenti stradali, predazione su specie di interesse venatorio) attribuiti alle specie selvatiche. La Tab. 3 elenca il personale impiegato nelle operazioni di controllo nel periodo 2001-2006. I dati presentati si riferiscono soltanto agli interventi che hanno avuto successo (che hanno cioè portato all’abbattimento di uno o più capi), in quanto gli interventi infruttuosi non sono inseriti nella Banca Dati faunistica. Se si considerassero anche questi, il numero di persone impiegate nelle operazioni di controllo sarebbe molro più elevato. Si noti inoltre come il numero totale di capi abbattuti sia notevolmente inferiore al totale riportato nelle Tabelle 1 e 2: anche in questo caso, come nei grafici precedenti, questo risultato dipende dall’elevato numero di schede incomplete. 323 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati Il numero medio di partecipanti alle operazioni di controllo faunistico varia notevolmente in rapporto alle specie controllate; in generale il numero di dipendenti pubblici (guardaparco, dipendenti ATC/CA, guardie provinciali) risulta abbastanza costante (tra 1 e 2), mentre si osservano forti variazioni nel numero medio di operatori appartenenti ad altre categorie (cacciatori, selecontrollori), che sono indubbiamente da attribuire alle diverse metodiche di controllo utilizzate. Il numero elevato di personale coinvolto in interventi di controllo di volpe e cinghiale va correlato all’adozione prevalente della caccia a battuta (o “braccata”) per queste specie. Al contrario, per il cervo, solitamente cacciato tramite armi di precisione a lunga distanza, il numero di partecipanti risulta più basso. Va notato che per le specie controllate tramite cattura di animali vivi (nutria e corvidi, per i quali si fa uso di trappole) il numero di partecipanti all’intervento risulta decisamente inferiore. L’elevato successo delle operazioni di controllo della minilepre è un indice dell’elevata confidenza della specie, e quindi delle sua facile catturabilità. Tab. 3: Personale impiegato nell’esecuzione di interventi di controllo faunistico (2001-2006). Sono riportati solo gli interventi durante i quali sono stati abbattuti uno o più capi, mentre sono esclusi gli interventi infruttuosi. Il totale di capi abbattuti è inferiore a quello delle tabelle 1 e 2 a causa dell’incompletezza dei dati disponibili (per un numero consistente di interventi non è stato fornito il dato relativo al personale impiegato nell’operazione). Specie Cervo Cinghiale Cornacchia Gazza Minilepre Nutria Volpe Totale Numero di capi abbattuti 53 4476 29515 4450 36489 7031 4645 86659 Numero di interventi 52 2371 1932 510 1311 1525 3227 10928 Personale totale 117 33208 9567 1893 7058 2631 23482 77956 Numero medio di persone impiegate per capo per intervento abbattuto 2.3 2.2 14.0 7.4 5.0 0.3 3.7 0.4 5.4 0.2 1.7 0.4 7.3 5.1 7.1 0.9 Una delle principali, per quanto non la sola, ragioni dei controlli di fauna selvatica è da ricercare nel tentativo di limitare i danni causati all’agricoltura. E’ dunque di estremo interesse verificare se esista una correlazione tra l’esecuzione di controlli faunistici in una determinata area e l’importo economico dei danni verificati nella stessa area nel periodo immediatamente successivo. E’ evidente che sarà possibile affermare che gli interventi hanno avuto una reale efficacia solo nel caso in cui questa correlazione risulti di segno negativo, ossia solo se ad una maggiore intensità di controllo corrisponda una diminuzione dei danni economici. Le Fig. 13 e 14 evidenziano le relazioni tra abbattimenti di corvidi e cinghiali e danni agricoli ad essi attribuiti: per ogni provnicia e per ogni anno sono stati confrontati il numero di capi controllati ed il numero di danni agricoli denunciati l’anno successivo all’intervento di controllo. In entrambi i casi le relazioni sono positive, ad indicazione non solo di assenza di effetti di controllo, ma addirittura di un incremento dei danni a seguito dei controlli stessi. Questo risultato è più evidente per i corvidi ed è compatibile con due ipotesi: - Gli interventi di controllo non hanno ottenuto nessun risultato in termini di limitazione numerica, e le popolazioni delle specie oggetto di controllo sono in aumento numerico a causa di cambiamenti ambientali tuttora in corso. Questi cambiamenti (ad es. l’incremento della maidicoltura fornisce ampie risorse alimentari per i corvidi) modificano l’ambiente in una direzione compatibile con le necessità vitali delle specie oggetto di controllo, e ne determinano l’incremento numerico. Di conseguenza, i danni agricoli crescono nell’anno successivo ai controlli per via dell’aumento naturale delle popolazioni delle specie responsabili dei danni; - Gli interventi di controllo non solo sono inefficaci nel limitare le popolazioni animali, ma addirittura causano un incremento di queste specie (ad es. la rimozione degli individui territoriali può causare un incremento dell’immigrazione di individui da aree circostanti; oppure, l’abbattimento prevalente di individui adulti può determinare una destrutturazione demografica delle popolazioni, che a sua volta causa l’incremento di particolari classi di età (giovani) 324 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati numero di danni agricoli particolarmente propense ad alimentarsi nelle colture agricole). In questo caso quindi, le operazioni di controllo sono totalmente svantaggiose, in quanto non fanno che incrementare l’entità dei danni economici subiti dalle colture. 350 300 250 R2 = 0,57 200 150 100 50 0 0 2000 4000 6000 8000 10000 12000 numero di capi abbattuti numero di danni agricoli Fig. 13: Corvidi: relazione tra numero di capi abbattuti e danni all’agricoltura ad essi attribuiti nell’anno successivo a quello in cui sono stati svolti gli interventi di controllo. Ciascun punto del grafico rappresenta una provincia in un determinato anno (n = 39). La linea di tendenza indica che l’ammontare complessivo dei danni riscontrati nell’anno successivo allo svolgimento dei controlli tende ad aumentare con l’incremento del numero di capi abbattuti. 2500 2000 R2 = 0,22 1500 1000 500 0 0 200 400 600 800 1000 numero di capi abbattuti Fig. 14: Cinghiale: relazione tra numero di capi abbattuti e danni all’agricoltura attribuiti alla specie nell’anno successivo a quello in cui sono stati svolti gli interventi di controllo. Ciascun punto del grafico rappresenta una provincia in un determinato anno (n = 38). La linea di tendenza indica che l’ammontare complessivo dei danni riscontrati nell’anno successivo allo svolgimento dei controlli tende ad aumentare con l’incremento del numero di capi abbattuti, anche se la relazione tra le due variabili è meno stretta rispetto ai corvidi. 325 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati numero di volpi abbattute Per quanto riguarda la nutria, per la quale invece sembra esista una relazione negativa tra numero di controlli e numero di danni, si rimanda al cap. 3.5 dove la specie è trattata in dettaglio. Prendendo infine in considerazione la volpe, è interessante notare l’esistenza di una correlazione positiva tra il numero di volpi abbattute in interventi di controllo faunistico ed il numero di individui di piccola selvaggina (fagiano, lepre, pernice rossa, starna) immessi a scopo di ripopolamento (Fig. 15). Questa osservazione è compatibile con due possibili spiegazioni, non necessariamente esclusive l’una dell’altra. Una prima ipotesi è che le Amministrazioni provinciali tendano a incrementare gli abbattimenti di volpe negli anni in cui è stato effettuato un maggiore sforzo nelle attività di ripopolamento. La seconda possibilità è invece che le popolazioni di volpe siano favorite dalla maggiore disponibilità di cibo che si verifica in seguito all’immissione nell’ambiente di numerose prede facilmente catturabili (osservazione particolarmente verosimile per la piccola selvaggina proveniente da allevamenti). L’immissione di cospicue quantità di piccola selvaggina potrebbe dunque tradursi in un incremento del numero di predatori, a sua volta indicato da una crescita del numero di capi di volpe abbattuti negli interventi di controllo. 600 500 400 300 200 100 0 0 5000 10000 15000 20000 25000 30000 35000 ripopolamenti (numero di capi) Fig. 15: Relazione tra numero di volpi abbattute in operazioni di controllo faunistico e numero di capi di piccola selvaggina (fagiano, pernice rossa, starna, lepre) immessi a scopo di ripopolamento. Ciascun punto della figura indica il dato complessivo relativo ad una provincia del Piemonte in un determinato anno (n = 33). La linea di tendenza indica che il numero di volpi abbattute in un determinato anno cresce all’aumentare del numero di capi di selvaggina immessi a scopo di ripopolamento. 326 Regione Piemonte – Piano faunistico-venatorio – presentazione e analisi dei dati