Farmaci ad hoc con il chip usa e getta

42
Personal 4
n SALUTE n
Sabato 15 Gennaio 2005
nn Salute Approvato in Usa un test diagnostico per rilevare le variazioni genetiche che influenzano efficacia e tollerabilità dei medicinali
Farmaci ad hoc con il chip usa e getta
Su piccoli circuiti integrati molecolari sono applicati frammenti di geni da confrontare con quelli
del paziente. Terapie personalizzate più vicine grazie a questi strumenti di ultima generazione
di Silvia Fabiole Nicoletto
N
egli Stati Uniti i medici
potranno ora basarsi su
un numero maggiore di
informazioni per decidere quale farmaco somministrare
a ogni paziente e a quali dosaggi;
l’ente preposto al controllo dei medicinali, la Food and Drug Administration, ha approvato in questi
giorni il primo test diagnostico per
rilevare le variazioni genetiche
che influenzano l’efficacia e le reazioni avverse di molte classi di medicinali.
Il test si basa sulla tecnologia innovativa dei microarray, paragonati a microscopi molecolari che consentono analisi massive di migliaia
di geni. Si tratta di piccoli chip «usa
e getta» disegnati per rilevare simultaneamente e in modo specifico la presenza di diverse sequenze
di Dna, per esempio in un campione di sangue; sul microarray sono
applicate migliaia di sonde, cioè i
frammenti di geni da confrontare
con quelli del campione. Nel caso
di un test diagnostico il sangue del
paziente è inviato ai laboratori di
genetica dove si estrae il Dna, lo si
amplifica e lo si lega a molecole
fluorescenti. Messo a contatto con
il chip, può capitare che due sequenze uguali si attraggano ed è
allora che si sviluppa la fluorescenza a indicare la presenza di
quel tratto di Dna nel campione; il
chip può essere paragonato a una
casa con tante finestre che rappresentano ciascuna un frammento di
Dna. Se si accende la luce in corrispondenza di una finestra significa
che quel segmento è presente nel
campione. Le applicazioni di questa tecnologia spaziano dall’analisi
dei profili di espressione genica in
vari tessuti (si confrontano per
esempio i geni spenti e accesi in
tessuti sani e tumorali), all’identificazione delle varianti di uno stesso
gene, all’individuazione di un agente contaminante (per esempio nei
cibi). In campo diagnostico
Microarray
si sta tentando di sfruttarli
per individuare precoceIl chip «usa
e getta»
mente e in modo specifico i
disegnato
fattori che determinano una
per rilevare
simultaneamalattia, la sua progressiomente
ne e la risposta ai farmaci.
e in modo
specifico
Il microarray di recente
la presenza
approvazione analizza due
di diverse
sequenze
geni che possono influendi Dna
zare la tossicità e l’efficacia
di alcuni farmaci; i due geni
sintetizzano altrettanti enzimi, il citocromo P450 2D6
e il 2C19, responsabili del
metabolismo delle sostanze
estranee nel fegato, un processo influenzato anche da
innumerevoli fattori ambientali co- un effetto terapeutico prolungato
me la dieta o lo stato di salute com- con conseguenti effetti indesideraplessivo. La particolarità è che ti, viceversa per i metabolizzatori
questi geni possono avere sequen- ultra rapidi una dose standard delze diverse da un individuo all’altro, lo stesso farmaco potrebbe non
motivo per cui non tutti metaboliz- esercitare alcun effetto perché
ziamo le sostanze nello stesso mo- smaltita troppo in fretta. Le moltedo: i cosiddetti metabolizzatori len- plici varianti del gene del citocroti, per esempio, rischiano di avere mo 2D6 condizionano il metaboli-
smo di molti farmaci per
malattie del cuore, degli
antidepressivi e di alcuni
antitumorali mentre il
2C19 riguarda molte classi
tra cui gli anticonvulsivanti e gli antimalarici. «Questo nuovo test diagnostico consente di avere
accesso a informazioni
che garantiscono un uso
dei farmaci ottimale e sicuro» premette Heino
von Prondzynski, direttore della Divisione
della Roche Diagnostic
che ha messo a punto il sistema, «per un paziente è
importante sapere se un antidepressivo o un anestetico funziona e
è tollerato; il test, abbinato a una
valutazione clinica, può aiutare il
medico a scegliere l’opzione migliore per ogni paziente aprendo
la strada a vere e proprie terapie
personalizzate». (riproduzione riservata)