6 LABORATORIO Aggiornamenti Focus sulle infezioni dell’apparato genitale PER LE MALATTIE L’ apparato genitale fem- tipica delle malattie a trasmissione solo nelle indagini di seconda istanza. ceppi (alcuni dei quali possiedono at- minile è bersaglio di nu- sessuale. Inoltre, sia il microbiologo È stato inoltre potenziato l’utilizzo di tività cancerogena). Nel caso delle APPROCCIO INTEGRATO E merosi microrganismi (virus, batteri, che i clinici devono mantenersi conti- tecnologie in biologia molecolare per Malattie a Trasmissione Sessuale, le CENTRATO SUL PAZIENTE. miceti, protozoi) che possono causare nuamente aggiornati sia sulle rivolu- la ricerca di “patogeni emergenti”co- nuove tecniche di microbiologia mole- patologie acute, recidivanti e croniche zionarie possibilità che le nuove tec- me Chlamydia trachomatis e HPV. colare si inseriscono perfettamente con danno nella sede di infezione (es. nologie oggi offrono, sia sui continui Tali tecniche, basate sullo studio diret- non solo nella diagnostica, ma anche uretrite, cervicite, vaginite) o a di- progressi in campo preventivo e tera- to dell’“acido nucleico personale”dei nella prevenzione (studio delle fertili- stanza (salpingi- peutico. Tutto questo in un momento microrganismi, consentono in tempi tà, prevenzione delle infezioni in gra- te, pelviperitoni- epidemiologico in cui si assiste, anche brevi (4-5 ore) di evidenziare la pre- vidanza, popolazioni a rischio). te) o che addirit- nel nostro Paese, ad un netto aumento senza degli agenti patogeni, anche in In una realtà come questa, in continua tura, come nel delle Malattie a Trasmissione Sessuale presenza di cariche bassissime, dove evoluzione tecnico-scientifica, è chia- caso delle infe- (MST). A conferma di questo inquie- i metodi tradizionali (immunofluore- ramente indispensabile uno stretto zioni da Papillo- tante scenario basti ricordare che in scenza, immuno enzimatici) non coordinamento tra gli specialisti coin- ma virus di par- Italia nel 2007 ogni giorno si verifica- riescono a rilevarli a causa della scarsa volti (microbiologi, ginecologi, urolo- ticolare tipo ge- no 10 nuovi casi di infezione da HIV e sensibilità. Ad esempio la ricerca di gi, infettivologi) per quel continuo nomico, possono che le patologie da Chlamydia tracho- Chlamydia trachomatis a livello cervi- scambio di informazioni che consente indurre il carci- matis, Herpes virus, e Papilloma virus cale nelle popolazioni a rischio, ese- realmente un vero approccio integrato noma dell’utero. sono in costante aumento secondo i guita con le tecniche biomolecolari, e centrato sul paziente, vero obiettivo Lo studio di dati dell’Osservatorio Nazionale sulle consente di ottenere circa il 25% di della nostra mission. queste patologie MST dell’Istituto Superiore di Sanità. positività in più rispetto alle metodi- è particolarmen- Il Centro Diagnostico Italiano che da che tradizionali (quindi il 25% in me- te complesso ed tempo si occupa di diagnosi delle ma- no in falsi negativi). Addirittura, data interdisciplinare lattie a trasmissione sessuale, nel per- l’alta sensibilità delle metodiche bio- perché richiede, corso all’eccellenza ha, anche in que- molecolari, è possibile, nelle ricerche a da parte degli sto settore e sulle scorte delle più re- screening, sostituire il campionamen- specialisti coin- centi acquisizioni, rivisitato ed ag- to tradizionale mediante tampone cer- volti (microbio- giornato i criteri di diagnosi micro- vicale o uretrale con uno meno invasi- logi e clinici), conoscenze sul “micro- biologica tradizionale: ad esempio, vo (primo mitto urinario o auto-tam- biota genitale”, sulla fisiopatologia nel caso della diagnosi di vaginosi pone vaginale). Altrettanto affasci- dell’apparato riproduttivo e sulle ca- batterica è stato ampliato lo studio al- nante è la possibilità, già in uso, di ri- pacità di colonizzazione dei microrga- l’ecologia globale vaginale, lasciando levare non solo la presenza di HPV a nismi nell’aggressione “ab externo”, la ricerca di Ureaplasma urealitycum livello genitale, ma anche di tipizzare i SESSUALMENTE TRASMISSIBILI È NECESSARIO UN VERO L A B O RATO R I O I N U OV I ARRIVI CDI dà il benvenuto al dottor Vittorio Grazioli Dal 1° giugno il dottor Vittorio Grazioli ha assunto la carica di Direttore di Laboratorio del CDI. Laureato a Pavia nel 1981, specializzato in biologia clinica e in malattie infettive, ha lavorato a lungo per l’Ospedale San Raffaele (tra Milano, Roma e Salvador de Bahia) prima di essere nominato direttore dei Laboratori dell’Istituto Humanitas di Milano, carica che ha ricoperto per 9 anni, per poi arrivare alla direzione del dipartimento dei laboratori della provincia del Verbanio-Cusio-Ossola. Autore di numerose pubblicazioni scientifiche, il dr. Grazioli è particolarmente interessato all'impiego della genomica e della proteomica nella prevenzione, diagnosi e prognosi dei tumori e delle malattie cardiovascolari. 51 anni, milanese, tre figli, è ancora sportivo praticante e tifoso dell’Olimpia Basket. NUOVI SERVIZI Prof. Enrico Magliano Microbiologo, medico - consulente CDI I VACC I NA Z I O N I La vaccinazione contro l'HPV A pochi mesi dall’arrivo sul mercato del vaccino contro il cancro del collo dell’utero, il Centro Diagnostico Italiano ha istituito un servizio apposito per la vaccinazione contro l’HPV, (Human Papilloma Virus), la cui infezione rappresenta la più comune e diffusa tra le malattie a trasmissione sessuale. Il virus è causa del tumore del collo dell’utero, che, in ordine di frequenza, nelle donne è secondo solo al cancro al seno. Il vaccino, l’unico contro il cancro del collo utero attualmente in commercio, può essere som- ministrato a bambini ed adolescenti di età compresa tra i 9 e i 15 anni e ad adulti di sesso femminile tra i 16 e 26 anni ed è indicato per la prevenzione del carcinoma del collo dell’utero, per la displasia del collo dell’utero (CIN 2/3) di grado elevato (lesioni precancerose del collo dell’utero), per le lesioni vulvari displastiche (VIN 2/3) di grado elevato (lesioni vulvari precancerose) e per condilomi genitali esterni o interni (acuminati o piani ) causati da Papilloma Virus di tipo 6, 11, 16 e 18 (ad alto rischio). Al momento è in fase di studio un vaccino che copra un arco temporale maggiore, e che possa essere effettuato da donne di età superiore ai 26 anni. L’importanza di questo tipo di prevenzione primaria non si limita tuttavia solo alle donne che non sono mai venute a contatto con il virus: se, infatti, una donna è già stata infettata da uno solo dei quattro tipi di virus (6, 11, 16 e 18), vaccinandosi può proteggersi dagli tre ceppi di HPV. Il vaccino consiste in tre somministrazioni intramuscolari, da effettuarsi nell’arco di un anno: la seconda a distanza di non oltre due mesi dalla prima e l’ultima tre mesi dopo la seconda. Presso CDI è possibile prenotare la vaccinazione previo un consulto con uno dei nostri specialisti ginecologi o unitamente alla visita ginecologica, o in abbinamento al Pap test.