Omelia nella consacrazione nell`Ordo Virginum di Isabella Gia

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Omelia nella consacrazione nell’Ordo Virginum di Isabella Giampieretti
Cattedrale di Senigallia, 4 ottobre 2014
E’ motivo di grande gioia per la nostra Chiesa di Senigallia accogliere la
consacrazione nell’Ordine Virginum della nostra sorella Isabella. Rivolgo un
affettuoso saluto anzitutto a te, carissima Isabella; saluto i tuoi genitori, Fabio e
Giancarla, i familiari, gli amici, la parrocchia del Portone, il gruppo dello’Ordo
Virginum e quanti ti hanno accompagnato nel tuo cammino di discernimento; saluto
tutto il popolo di Dio qui presente.
Che senso ha per una donna scegliere nel mondo di oggi, in questa particolare
cultura superficiale e materialistica in cui siamo immersi, la verginità per consacrarsi
al servizio di Dio e della Chiesa? Non è forse una follia? In un certo senso, sì, è una
follia, una follia dell’amore. “E’ solo per un innamoramento, per una irresistibile,
totalizzante attrazione d’amore. Infatti non ci si innamora di una grande idea, né di un
altissimo valore, fosse pure la pace o la giustizia, e neanche di una nobile virtù, fosse
pure la povertà o la castità o la carità. Ci si innamora solo di una persona. E quella
persona può essere solo Gesù, che ti ha amata e ha dato se stesso per te” (Lambiasi).
Tutto nasce dall’iniziativa del Signore. Il profeta Osea usa questa espressione:
“La condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore… Ti farò mia sposa per sempre” (Os
2,16-21). Con queste parole il profeta dipinge con un’immagine sponsale il rapporto
che Dio desidera stabilire con il suo popolo, la Chiesa. Ma allo stesso tempo descrive
il rapporto personale con coloro che Dio chiama a condividere intimamente la sua
vita di amore; ti farò mia sposa. La storia di una vita consacrata non è altro che una
storia di amore. Anche il Vangelo ci ricorda che questa storia nasce dall’iniziativa
gratuita di Dio: “Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi” (Gv 15,16).
Peraltro la verginità consacrata non è una rinuncia alla propria umanità.
L’esperienza mostra che soltanto quando ci si sente amati e si ama si può accettare di
donare se stessi. E in questa donazione è contenuto il segreto della propria
realizzazione umana.
“Rimanete nel mio amore” dice ancora Gesù nel Vangelo: solo così potrete
portare frutto. In effetti, rimanendo nell’amore del Signore, la vergine consacrata
realizza la sua fecondità: non diventa sterile, ma madre. Madre non biologica ma
spirituale che genera figli nella fede, madre capace di donare affetto ben oltre i
legami coniugali e familiari, madre che con il suo amore sponsale aiuta gli sposi a
vivere anch’essi il matrimonio come un rapporto di fedeltà, di amore e di fecondità
con il Signore.
“Rimanete nel mio amore”: la consacrazione unisce per sempre al Signore. Ma
stare con lui non significa isolarsi, rinchiudersi nella sua intimità. Chiunque sta col
Signore è anche mandato ad annunciare e testimoniare il suo amore. Questo è il
compito di ogni persona consacrata.
Non a caso la consacrazione nell’Ordo Virginum avviene nella Chiesa
Cattedrale. Questo tempio è il centro, il simbolo della Chiesa locale: è il luogo dove il
vescovo, pastore della diocesi, esercita gli atti più importanti del suo ministero. La
vergine consacrata si pone al servizio della Chiesa locale in un rapporto di filiale
obbedienza e stretta collaborazione con il Vescovo.
Cara Isabella, ama la Chiesa. Tu divieni sposa di Cristo nella Chiesa e per la
Chiesa, in quanto la Chiesa è sposa di Cristo. Ama questa nostra Chiesa di Senigallia:
è la tua nuova famiglia. La donna sposata ha una sua famiglia come pure la religiosa
fa riferimento a una comunità e a una congregazione: la consacrata nell’Ordo
Virginum ha la diocesi come sua famiglia e in essa è chiamata a esprimere tutto il
dono di sé.
In piena comunione con il Vescovo sii mano operosa della generosità della
Chiesa locale; sii espressione della sua misericordia, soccorso dei suoi poveri,
consolazione dei suoi afflitti, sostegno dei suoi orfani e delle sue vedove. Pur
continuando a vivere nel mondo e svolgendo il tuo lavoro professionale, in vista della
realizzazione della tua persona e quale responsabilità verso il bene comune, partecipa
attivamente alla vita e alla missione della nostra comunità ecclesiale. Aiutala ad
essere fedele al suo Signore con il profumo della tua verginità, con la tenerezza della
tua maternità spirituale, con i doni che il Signore ti ha elargito.
Alla conclusione del rito di consacrazione ti sarà consegnato l’anello: è l’anello
nuziale, simbolo del legame indissolubile e fedele tra Cristo sposo e la Chiesa sua
sposa, ed anche segno dell’unione tra te, il Signore e la Chiesa. Portalo con gioia,
come memoria viva del mistero di grazia che oggi si compie in te. Allo stesso tempo
ti sarà consegnato il libro della liturgia delle Ore: è l’impegno che tu ti assumi di farti
voce della Chiesa e per la Chiesa pregando con perseveranza per la salvezza di tutto il
mondo.
La tua consacrazione avviene in questo giorno in cui la Chiesa celebra la festa
di San Francesco, il patrono d’Italia, il santo più amato dagli italiani. Il Santo di
Assisi ha voluto prendere il Vangelo “sine glossa”, alla lettera, cercando di imitare
radicalmente l’esempio di Gesù. Anche lui ha avuto e vissuto il dono della verginità.
Sia per te una fonte di viva ispirazione per vivere una vita piena, fatta di amore, di
totale donazione, di semplicità, di umiltà, di “perfetta letizia”.
Carissima Isabella, insieme con tutta la nostra Chiesa ti auguro ogni bene:
possa tu sperimentare la gioia della sequela dello Sposo divino, possa tu seguirlo con
umiltà e fiducia ovunque egli vada e dovunque egli vorrà condurti. Maria Santissima,
la Madre e Regina delle vergini, ti accompagni e ti custodisca; San Francesco
interceda per te e per la tua e nostra Chiesa. Così sia.
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