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corrente che è dovuta alla ^ del MOS M I è attenuata per >*v. Qualunque trucco circuitale ci stabilizzi la
tensione ai capi del transistor che sta sotto ci aiuta a mantenere la resistenza di uscita elevata.
Nota 4: Nel caseorie attivo visualizzato in figura Fanello, ancora una volta, prova ad imporre una tensione
fissa qui attraverso la retroazione. Quindi questo oggetto sintetizza un amplificatore invertente a retroazione
quindi io impongo qui una tensione di statica. Grazie alla controreazione questa tensione di statica me la
ritrovo qui, costante. Anche se noi stimoliamo nella misura dell'impedenza di uscita il potenziale di uscita, il
potenziale qui rimane sostanzialmente costante. Grazie a questo trucco, ci aspettiamo che l'impedenza cresca
ancora. E cresce in funzione del guadagno di questo oggetto qui. Attraverso ^i stabiliamo questa tensione
qua. quindi riusciamo a controreazione a polarizzare M I . Simuliamo: adesso abbiamo 10 G& . Supponiamo
che, misurata l'impedenza di uscita, essa sia ancora troppo bassa: allora possiamo aumentarla aggiungendo
un altro stadio caseorie. Però, ogni volta che noi aggiungiamo un transistor, limitiamo la dinamica di uscita
perché ogni transistor ha bisogno di una ^ 7 cj. Se aggiungiamo un common source perdiamo una ^Jds. se
mettiamo una ^ d? ne perdiamo due, se abbiamo il caseorie doppio ne abbiamo tre. Noi vogliamo il vantaggio
dell'approccio caseorie, con aita impedenza di uscita, senza pagare il prezzo della riduzione della dinamica di
uscita. Allora trasferiamo l'effetto benefico di questo transistor nel fatto che il cascode diventa attivo, quindi
qui mettiamo un amplificatore che sente questa tensione e usa questa tensione per mantenere bloccato questo
nodo.
Nota 5: Parallelo resistenza-capacità che modellizza la porta di ingresso dell'OPA. Banali celle passa passo
scritte in modo tale che riusciamo a fissare un polo. Il primo sarà un polo dominante e il secondo un polo non
dominante. L'ultima cella sintetizza uno zero che può essere positivo o negativo. Complessivamente questa
struttura sintetizza la funzione di trasferimento del guadagno di modo differenziale dell'operazionale in
configurazione non invertente. Il guadagno è O dB. Va d'accordo con la rete di reazione che stiamo usando?
E' sostanzialmente una chiusura a retroazione unitaria perché c'è una resistenza ^6 di 1 fì . quindi è giusto
che il valore del guadagno in bassa frequenza sia 0. Due poli e uno zero, situazione semplice. Però, a mano a
mano che Io zero si sposta si manifesta un fenomeno di peaking. Ripetiamo allora la simulazione finché non
troviamo lo zero che determina il picco della risposta in frequenza che vogliamo noi. Se vogliamo
visualizzare la funzione di trasferimento di errore, impieghiamo i marker differenziali per farci dare come
uscita la tensione all'ingresso. Siccome la tensione all'ingresso dell'OP è, per questo schema di reazione, la
tensione di errore, otteniamo la funzione di trasferimento che cerchiamo. In bassa frequenza la funzione di
J_
trasferimento di errore è ^- (avevamo impostato come guadagno -^v "• 500000 ) p O j risale in
corrispondenza del primo polo. A un certo punto c'è l'attraversamento con la linea dello O dB. A quel punto
vuoi dire che l'amplificatore è in reazione positiva. Quel peaking che osservavamo prima è direttamente
correlato al peaking della funzione di trasferimento di errore.
Nota 6: Supponiamo di avere questo circuito con R variabile. Come facciamo ad imporre che la corrente sia
costante? Allo O temporale R ha un certo valore. V ha un certo valore e quella corrente ci sta bene. Poi ad un
certo punto R cambia e passa da R a ^' 1 ~*~ 10 ^ c ( . Possiamo avere ancora la stessa corrente? Se il
potenziale è fisso no. ma se anche lui diventa I'"1 1 + -v ' alla fine per la legge di Ohm la corrente è la stessa. Il
trucco e che. anche se usciamo a bassa impedenza, abbiamo controllo sull'impedenza di uscita nella misura
in cui riusciamo a comandare la base del transistor 3 a salire quando sale l'impedenza di carico e a scendere
quando scende l'impedenza di carico. A fronte di un incremento di resistenza dobbiamo far salire
grossolanamente dello stesso percentuale la tensione di comando del collettore comune (transistor 3). In
realtà la situazione non è così semplice perché il transistor 3 non è un generatore a resistenza interna nulla,
quindi se porta più corrente aumenta la sua H*. Ci fa molto comodo dunque il fatto che lo schema sia a
retroazione: chi governa questa struttura è la differenza tra la tensione di base del 3, che è un riferimento, e la
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