Documentazione I PIIGS Chi controlla Eurolandia? Strumenti e prospettive dopo il caso Grecia SCENARI E POLITICHE DI STABILITÀ E CONVERGENZA La tabella 2.1 mostra come l’anno da poco concluso sia stato caratterizzato da una notevole contrazione dell’attività economica. La fase di recessione iniziata con il 2008 dovrebbe terminare nel 2010, il 2011 sarà un anno di transizione, con una crescita moderata, mentre solo dal 2012 è previsto che le economie tornino ai livelli di crescita precedenti la crisi. Tabella 2.1 Tassi di crescita del Pil a prezzi costanti, su base annua. (Variazione percentuale rispetto ad anno precedente, previsioni a partire dal 2009) Paese\Periodo Mondo G7 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 5,2 2,2 3,0 0,3 -1,1 -3,6 3,1 1,3 4,2 2,4 4,4 2,4 4,6 2,3 4,5 2,1 UE Area Euro 3,1 2,7 1,0 0,7 -4,2 -4,2 0,5 0,3 1,8 1,3 2,3 1,7 2,4 2,0 2,5 2,1 Irlanda Grecia Spagna Italia Portogallo 6,0 4,0 3,6 1,6 1,9 -3,0 2,9 0,9 -1,0 0,0 -7,5 -0,8 -3,8 -5,1 -3,0 -2,5 -0,1 -0,7 0,2 0,4 1,0 0,7 0,9 0,7 0,9 2,3 1,2 1,4 1,4 1,3 2,6 1,6 1,7 1,6 1,3 2,6 1,9 2,1 1,9 1,3 Fonte: Fondo Monetario Internazionale, World Economic Outlook, ottobre 2009. L’Unione Europea è ovviamente coinvolta in questo fenomeno di contrazione dell’attività economica. L’Area Euro pesa per sette decimi del totale dell’attività economica nel Mercato Unico Europeo, ed I PIIGS rappresentano poco meno di un quarto dell’attività economica dell’Area Euro; i dati sono riportati in tabella 2.2. 2 Tabella 2.2 Pil a prezzi di mercato. 2003 10110 7475 2004 10608 7777 2005 11062 8060 2006 11684 8460 2007 12363 8926 2008 12507 9201 2009 12168 9010 Previsioni 2010 2011 12409 12811 9168 9432 140 172 783 1335 139 149 186 841 1392 144 162 195 909 1429 149 177 210 984 1485 155 190 226 1053 1545 163 182 239 1089 1572 166 164 240 1051 1534 162 160 243 1048 1573 164 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 Previsioni 2010 2011 1,9 2,3 10,5 17,9 1,9 1,9 2,4 10,8 17,9 1,9 2,0 2,4 11,3 17,7 1,9 2,1 2,5 11,6 17,6 1,8 2,1 2,5 11,8 17,3 1,8 2,0 2,6 11,8 17,1 1,8 1,8 2,7 11,7 17,0 1,8 1,8 2,7 11,4 17,2 1,8 (Miliardi di Euro) Paese\Periodo UE 27 Area Euro (evol.) Irlanda Grecia Spagna Italia Portogallo (Percentuale rispetto all'Area Euro) Paese\Periodo Irlanda Grecia Spagna Italia Portogallo 167 250 1073 1624 168 1,8 2,7 11,4 17,2 1,8 Fonte: elaborazioni ISPI su dati Eurostat, marzo 2010. In presenza di una così ampia contrazione dell’attività economica particolare attenzione dovrà essere data a Paesi con livelli di indebitamento elevati. Pertanto una misura del rischio associato ai cinque PIIGS può essere rappresentata dal differenziale tra i tassi di interesse sui titoli di stato. In quanto l’emittente è il governo sovrano, il tasso di interesse sui titoli di stato valuta le capacità attese della finanza pubblica di essere solvibile, pertanto approssima il rischio minimo nel medio-lungo termine che si può associare ad un’attività economica localizzata nel Paese. Il confronto tra diverse economie consente di stilare una graduatoria dei Paesi in termini di rischio. Tabella 2.3 Tassi di interesse sui titoli di Stato a scadenza 10 anni sul mercato secondario. (Unità pecentuali) Paese\Periodo Area Euro (evol.) Irlanda Grecia Spagna Italia Portogallo 1998 2000 2002 2004 2006 2007 2008 2009 4,71 4,80 8,48 4,83 4,88 4,88 5,44 5,51 6,10 5,53 5,58 5,59 4,91 5,01 5,12 4,96 5,03 5,01 4,12 4,08 4,26 4,10 4,26 4,14 3,84 3,76 4,07 3,78 4,05 3,91 4,32 4,31 4,50 4,31 4,49 4,42 4,30 4,53 4,80 4,37 4,68 4,52 3,81 5,23 5,17 3,98 4,31 4,21 Fonte: elaborazioni ISPI su dati Eurostat, marzo 2010. 3 Dalla tabella 2.3 emerge che nello scorso anno, due economie, Irlanda e Grecia, sono risultate le più rischiose nell’area Euro. La dinamica mostrata dall’Irlanda è particolarmente preoccupante (la finanza pubblica irlandese era tra le migliori dell’area Euro nel 2006). Ulteriori e più dettagliate informazioni sulla qualità della finanza pubblica si possono ottenere dai documenti Programmi di Stabilità e Convergenza presentati dai paesi alla Commissione europea. Questa documentazione acquista particolare rilevanza oggi, in quanto tutti i PIIGS sono attualmente sotto procedura di infrazione (decisione redatta dall’EcoFin del 27 aprile 2009) per deficit eccessivo. Di seguito si riporta una breve sintesi delle ultime linee guida dichiarate dai governi per rientrare entro i limiti stabiliti dal Patto. Grecia. Il Programma di Stabilità e Convergenza per il 2010 sconta un notevole, e sfavorevole, disallineamento tra le previsioni della precedente analisi e le attuali stime. Il rapporto debito su PIL è cresciuto dal 99,2% del 2008 al 113,4% del 2009, e crescerà fino ad un massimo del 120,6% previsto nel 2011. La previsione di deficit su Pil per il 2010 è 8,7%, a cui segue un 5,6% nel 2011 e 2,8% nel 2012. Il documento prevede una riduzione della spesa pubblica pari al 4,4% nel 2010 e 5,9% nel 2011; risultato da ottenere attraverso una riduzione delle spese per compensi dei funzionari pubblici, blocco delle assunzioni, riduzione nel numero di contratti a breve termine, riduzione della spesa pensionistica ecc. Le riforme di politica economica si concentrano principalmente su una ristrutturazione della spesa pubblica, finalizzata a spostare maggiori risorse sulle spese per investimenti; l’obiettivo è un rapporto tra spesa pubblica per investimenti e Pil del 4,2% nel 2010, 4,4% nel 2011, 4,5% nel 2012 e 5% nel 2013. Tali risorse verranno stanziate al fine di promuovere i settori della “green economy”, delle telecomunicazioni, dei trasporti, del turismo ed dell’agro-alimentare. Irlanda. Il Programma di Stabilità e Convergenza per il 2010 si apre con la dichiarata difficoltà nel riportare la finanza pubblica su un percorso sostenibile. Il governo irlandese quantifica al 7,5 % in termini reali su base annua la riduzione di Pil nel 2009 e stima un’ulteriore riduzione dell’1,3% nel 2010. Questo scenario si accompagna a un progressivo deterioramento della finanza pubblica. Dopo un sostanziale pareggio di bilancio nel 2007, la spesa pubblica è cresciuta a fronte di una riduzione del gettito complessivo; nel 2009 il rapporto deficit su Pil è pari all’11,7%. Lo scenario rimane sostanzialmente immutato nel 2010 (11,6%) e non si prevede un rientro nel limite del 3% fino al 2014. Il miglioramento della qualità della finanza pubblica dal lato delle maggiori entrate viene attuato attraverso un 4 aumento della base imponibile, la riforma del sistema di contribuzione, l’introduzione della “carbon tax” e la fine delle misure a sostegno dei titolari di mutui. La riduzione delle spese si articola in un maggior prelievo per contributi previdenziali dei dipendenti pubblici (7%), una riduzione (fino al 15 %) delle retribuzioni dei dirigenti pubblici, ed una spesa programmata ridotta del 10% per gli enti pubblici. L’obiettivo della sostenibilità della finanza pubblica nel lungo periodo verrà favorito dalle caratteristiche demografiche che consentiranno nei prossimi anni un aumento del tasso di popolazione attiva e dell’età pensionabile. Italia. Nel Programma di Stabilità e Convergenza per il 2010 il governo italiano quantifica la recessione del 2009 con una caduta del Pil del 4,8% in termini reali su base annua; nel 2010 si auspica un ritorno alla crescita (1,1%). Il 2010 dovrebbe essere l’anno in cui anche investimenti e consumi privati riprenderanno a crescere (0,8% e 1,4% rispettivamente); invece la spesa pubblica rimarrà sostanzialmente inalterata. Il decreto legge sulla finanza pubblica, approvato nell’estate del 2009, ha inteso perseguire il duplice scopo di aumentare le risorse che provengono dal gettito fiscale e ridurre la spesa nel periodo 2010 – 2012. Complessivamente il programma prevedeva una copertura di 13 miliardi di Euro, un avanzo primario di 7 milioni di Euro nel 2009, e circa 100 milioni di Euro per gli anni successivi. Le maggiori entrate dovrebbero derivare da misure di lotta all’evasione fiscale e di regolarizzazione del lavoro nero. Le minori uscite sarebbero invece legate all’azione di contenimento della spesa sanitaria e a misure volte a ritardare l’età pensionabile per le donne dipendenti pubblici. La spesa complessiva prevista è di 4,16 miliardi di Euro nel 2009 e 4,67 nel 2010; di questi 1,86 miliardi di Euro verranno stanziati nel solo 2010 per l’abbattimento della tassazione sull’acquisto di beni di investimento per le attività produttive. Portogallo. Al momento il Programma di Stabilità e Convergenza per il 2010 non è stato ancora presentato (ma dovrebbe esserlo a breve). Il parere ufficiale della Commissione sul documento 2009, datato 10 marzo 2009, certifica un rapporto deficit su Pil pari al 3,9%. La Commissione ha invitato le autorità portoghesi a “rafforzare la qualità delle finanze pubbliche alla luce dell'aggiustamento necessario degli squilibri esistenti”. 5 Spagna. Il Programma di Stabilità e Convergenza per il 2010 presentato dal governo spagnolo indica per il 2009 una flessione del Pil pari al 3,6% in termini reali su base annua e stima una leggera flessione anche nel 2010 (0.3%). Il consumo delle famiglie e gli investimenti fanno registrare un forte calo nel 2009, rispettivamente 5% e 15,2% che va solo attenuandosi nel 2010 (0.1% e 6,5%). La spesa pubblica nel 2009 mantiene il trend di crescita dell’anno precedente e fa registrare un 5,2% che nel 2010 è stimato pari all’1.2%. Emerge pertanto una strategia che punta ad una compensazione, quando non ad una vera alternanza tra settore pubblico e settore privato, finalizzata a sostenere la domanda aggregata. Ciò contribuisce però al deterioramento della finanza pubblica, con un deficit su Pil che sale all’11,4% nel 2009 e che è previsto al 9,8% nel 2010. Il processo di rientro entro i limiti venne realizzato a partire dal 2010 attraverso l’eliminazione progressiva delle misure fiscali a sostegno dei privati introdotte nel 2008 per fronteggiare la crisi; inoltre l’aliquota standard di tassazione indiretta passerà dal 16% al 18%, e l’intero sistema di tassazione progressiva verrà riformato. Nel complesso ci si attende che queste misure determinino un aumento dell’1,4% del gettito ed una riduzione dello 0,3% della spesa pubblica. Nel triennio 2010 – 2013 dovrebbero aggiungersi a questo scenario la riforma del sistema previdenziale e misure volte a ridurre la spesa sanitaria. 6 LA STRUTTURA DEL DEBITO Per la valutazione della sostenibilità dei conti di ciascun paese dei PIIGS, in questo paragrafo viene analizzato l’indebitamento complessivo e la sua scomposizione per settori: settore finanziario, imprese non finanziarie, famiglie, settore pubblico. Indebitamento complessivo: il debito necessario a finanziare l’attività economica di un paese eccede il valore della stessa, secondo una leva finanziaria che ciascuna economia sfrutta più o meno intensamente. Nella tabella 3.1 si può constatare come, nell’anno 2008, in Irlanda il rapporto tra debito (totale, a breve e lungo termine) supera di 22 volte il Pil, mentre in Grecia supera le 5 volte. Tabella 3.1 Indebitamento complessivo dell’economia. (Percentuale del PIL) Paese \ Anno Irlanda Grecia Spagna Italia Portogallo 2003 2004 2005 2006 2007 2008 1382,1 448,7 686,1 619,2 868,6 1505,0 457,9 728,9 641,3 878,0 1800,8 505,0 804,3 680,6 913,7 1959,4 519,1 879,2 704,1 956,3 2048,7 556,5 927,1 704,7 1002,3 2262,9 504,7 892,8 679,0 1018,3 Fonte: elaborazioni ISPI su dati Eurostat, marzo 2010. La dinamica di questo rapporto mostra una sostanziale stabilità per l’Italia, mentre in tutte le altre economie si osserva un trend di crescita. In Grecia e Spagna si osserva una riduzione della leva tra il 2007 ed il 2008 mentre in Irlanda e Portogallo il peso del debito su Pil è in continua crescita. Il settore finanziario. La tabella 3.2 mostra come circa la metà del totale del capitale di debito sia emesso dagli istituti di credito, in generale dal settore finanziario. Pertanto nel seguito dell’analisi sarà facile constatare come questo (e non il settore pubblico) sia il settore di attività economica da cui ha origine la maggior parte delle passività dell’economia. Tabella 3.2 Indebitamento del settore finanziario. (Percentuale del PIL) Paese \ Anno Irlanda Grecia Spagna Italia Portogallo 2003 2004 2005 2006 2007 2008 1029,8 178,8 276,3 259,7 349,2 1145,4 177,4 296,1 267,7 345,9 1408,0 200,8 341,0 291,8 368,3 1561,1 211,8 374,7 308,1 388,7 1646,0 237,0 410,1 303,4 406,8 1753,7 232,7 415,1 296,3 422,5 Fonte: elaborazioni ISPI su dati Eurostat, marzo 2010. 7 Anche in questo caso l’Irlanda mostra una dinamica piuttosto preoccupante. In valore assoluto il settore finanziario detiene oltre due terzi del debito complessivo dell’economia; se si osserva l’andamento è evidente come la dinamica di crescita sia molto più rapida delle altre economie soprattutto a partire dal 2005. Anche in Spagna, Portogallo e Grecia l’indebitamento del settore finanziario cresce; in Italia tale l’andamento può essere considerato stabile. Le imprese non finanziarie. La tabella 3.3 mostra una crescita dell’indebitamento delle imprese non finanziarie fino al 2007. Nell’ultimo anno si assiste invece ad una riduzione del livello di indebitamento, moderata nel caso di Spagna, Italia e Portogallo, più accentuata per quanto riguarda la Grecia. L’Irlanda è l’unica economia in cui l’indebitamento delle imprese non finanziare è cresciuto ed in maniera davvero vistosa. Tabella 3.3 Indebitamento delle imprese non finanziarie. (Percentuale del PIL) Paese \ Anno Irlanda Grecia Spagna Italia Portogallo 2003 2004 2005 2006 2007 2008 251,7 113,9 285,0 197,2 358,8 250,5 117,3 303,3 208,5 361,8 270,8 135,8 329,3 217,6 368,1 271,1 139,9 368,4 225,4 386,4 270,4 149,3 381,5 233,8 411,0 344,3 99,5 336,2 212,1 405,1 Nota: aggregato composto da totale dell'economia - settore finanziario - assicurazioni e fondi pensione - settore pubblico - famiglie. Fonte: elaborazioni ISPI su dati Eurostat, marzo 2010. Le famiglie. La detenzione di debito da parte delle famiglie è probabilmente uno degli indicatori strutturali di maggiore interesse. Sebbene a livello così aggregato il suo contenuto informativo sia limitato, un maggiore indebitamento delle famiglie indica che il consumo corrente viene finanziato attraverso una riduzione del consumo futuro, a meno che non si realizzino scenari particolarmente favorevoli nei prossimi anni. Tabella 3.4 Indebitamento delle famiglie. (Percentuale del PIL) Paese \ Anno Irlanda Grecia Spagna Italia Portogallo 2003 2004 2005 2006 2007 2008 64,4 31,7 64,3 42,2 85,7 74,0 36,3 70,3 44,7 90,4 86,7 42,2 77,3 48,3 95,1 95,8 48,7 84,5 50,6 99,7 101,2 55,3 87,7 52,6 104,2 113,4 60,0 87,8 53,2 105,6 Fonte: elaborazioni ISPI su dati Eurostat, marzo 2010. 8 La tabella 3.4 mostra un crescente indebitamento delle famiglie per tutte le economie, lungo l’intero periodo di osservazione. Nel 2003 le famiglie di Grecia e Italia sono relativamente poco indebitate, rispetto a Spagna ed Irlanda, ma soprattutto rispetto al Portogallo (le famiglie portoghesi risultano le più indebitate fino al 2007). In Spagna, Italia e Portogallo il debito cresce progressivamente (anche se le famiglie italiane rimangono le meno indebitate), mentre a sorprendere sono Grecia ed Irlanda per le quali l’indebitamento delle famiglie quasi raddoppia in soli cinque anni. Il settore pubblico. La tabella 3.5 mostra l’indebitamento dello Stato. È possibile apprezzare come il settore pubblico detenga una parte del debito totale dell’economia comparabile con quanto detenuto dalle famiglie, ma assolutamente inferiore rispetto a quanto detenuto dal settore finanziario, o dal settore privato (famiglie ed imprese non finanziarie). Tabella 3.5 Indebitamento del settore pubblico. (Percentuale del PIL) Paese \ Anno Irlanda Grecia Spagna Italia Portogallo 2003 2004 2005 2006 2007 2008 36,3 124,3 60,5 120,1 74,9 35,1 126,9 59,3 120,4 79,9 35,3 126,2 56,7 123,0 82,3 31,4 118,8 51,7 119,9 81,5 31,1 114,9 47,8 115,0 80,4 51,6 112,5 53,8 117,4 85,2 Fonte: elaborazioni ISPI su dati Eurostat, marzo 2010. Grecia ed Italia sono storicamente le economie con una maggiore incidenza del debito pubblico sul Pil, e questo trova conferma nella tabella 3.5. A partire dal 2003 la finanza pubblica in entrambe le economie ha iniziato un percorso di riduzione dello stock di debito, più efficace in Grecia che in Italia. Tra le cinque economie la più virtuosa sembra essere la Spagna, che inizia il periodo con un rapporto debito su Pil tra i più bassi dell’area Euro ed è in grado di ridurlo ulteriormente (mantenersi così ben al di sotto del 60%, uno degli obiettivi del Patto di Stabilità). Ancora una volta è degna di nota l’Irlanda; è infatti vero che il rapporto debito pubblico su Pil sia relativamente basso (caratteristica comune dei sistemi anglosassoni), ma tra il 2007 ed il 2008 tale rapporto cresce di oltre il 67%. 9 DINAMICA DELLE TRANSIZIONI FINANZIARIE: IL TRASFERIMENTO DEL DEBITO DA PUBBLICO A PRIVATO Mentre nel precedente paragrafo è stato valutato lo stock di debito detenuto dai diversi settori dell’economia, in questo paragrafo viene analizzato il saldo (creditore netto o debitore netto) nelle transazioni finanziarie di ciascun settore in ogni anno nel singolo anno. I grafici che seguono sono da interpretare secondo i principi contabili ESA95: se nell’anno di osservazione un settore fa registrare un saldo nelle transazioni finanziarie positivo, ciò indica che il settore dell’economia in quell’anno si è comportato come un creditore netto rispetto al resto del sistema, viceversa un segno negativo identifica un debitore netto. Indebitamento complessivo dell’economia. Il grafico 4.1 mostra il saldo nelle transazioni finanziarie dell’economia nel suo complesso. Trattandosi del totale dell’economia, la controparte è il settore estero; infatti nel successivo paragrafo il grafico 5.1, del tutto speculare a questo, mostra l’entità di debito nazionale detenuta da soggetti esteri. Grafico 4.1 Transazioni finanziarie dell’economia; saldo attività – passività. 20,0 15,0 10,0 Irlanda 5,0 Grecia 0,0 Spagna ‐5,0 Italia ‐10,0 Portogallo ‐15,0 ‐20,0 2003 2004 2005 2006 2007 2008 Nota: il grafico mostra l'andamento delle transazioni finanziarie: un segno positivo indica una posizione di creditore netto, un segno negativo indica una posizione di debitore netto; l'entità del saldo è espressa in termini percentuali di Pil. Fonte: elaborazioni ISPI su dati Eurostat, marzo 2010. 10 Tra il 2007 ed il 2008 tutte le cinque economie dei PIIGS hanno avuto una posizione di debitore netto. A differenza degli altri Paesi però, l’Irlanda nel triennio 2004 – 2006 aveva una posizione di creditore netto che oggi è radicalmente cambiata a testimonianza del maggiore impatto della crisi economica in questo Paese. Mentre per le altre economie si osserva un deterioramento delle transazioni finanziarie in Irlanda si osserva un vero e proprio ribaltamento della posizione. Il settore finanziario. Il grafico 4.2 mostra il saldo nelle transazioni del solo settore finanziario. Sebbene a partire dal 2005 si possa osservare un peggioramento, le istituzioni finanziarie si sono comportate da creditori netti lungo tutto il periodo per tutte le economie PIIGS, ad eccezione della Grecia. Grafico 4.2 Transazioni del settore finanziario; saldo attività – passività. 20,0 15,0 10,0 Irlanda Grecia 5,0 Spagna 0,0 Italia Portogallo ‐5,0 ‐10,0 2003 2004 2005 2006 2007 2008 Nota: il grafico mostra l'andamento delle transazioni finanziarie: un segno positivo indica una posizione di creditore netto, un segno negativo indica una posizione di debitore netto; l'entità del saldo è espressa in termini percentuali di Pil. Fonte: elaborazioni ISPI su dati Eurostat, marzo 2010. Il caso greco è meglio compreso se si osserva che il settore finanziario mostrava già un saldo sfavorevole nel 2003. Appare dunque plausibile che il ciclo positivo per le economie europee nel biennio 2004 e 2005 abbia nascosto problematiche specifiche di questo settore nel Paese, ed il progressivo e generale peggioramento abbia quindi avuto un impatto maggiore sul settore finanziario greco. 11 Le imprese non finanziarie. Le imprese non finanziarie mostrano una dinamica di transazioni finanziarie nette in passivo (si osservi il grafico 4.3). Le imprese non finanziarie in Irlanda, Grecia e Portogallo peggiorano progressivamente la propria posizione di debitori netti. In Italia il comportamento delle imprese è stabile, mentre è degno di nota il “rimbalzo” evidente che caratterizza il caso spagnolo. In Spagna la crescita del triennio 2004 – 2006 è stata finanziata fortemente attraverso debito, ma con l’inizio della fase negativa del ciclo le imprese spagnole hanno finora mostrato la capacità di riportare sotto controllo le proprie transazioni finanziarie. Grafico 4.3 Transazioni delle imprese non finanziarie; saldo attività – passività. 0,0 ‐5,0 Irlanda ‐10,0 Grecia Spagna ‐15,0 Italia Portogallo ‐20,0 ‐25,0 2003 2004 2005 2006 2007 2008 Nota: il grafico mostra l'andamento delle transazioni finanziarie: un segno positivo indica una posizione di creditore netto, un segno negativo indica una posizione di debitore netto; l'entità del saldo è espressa in termini percentuali di Pil. Fonte: elaborazioni ISPI su dati Eurostat, marzo 2010. Quelli che seguono sono i due settori dell’economia su cui si invita a rivolgere maggiore attenzione: le famiglie ed il settore pubblico. L’analisi economica si è spesso concentrata sul ruolo di debitore netto del settore pubblico, ma questa analisi, benché corretta, oggi sarebbe riduttiva. Scontate le differenze tra Stati, in tutte le economie si è assistito ad un intervento dei Governi per sostenere i consumi: in maniera diretta (con politiche fiscali espansive) ed in maniera indiretta (con il tentativo di influenzare le decisioni di spesa delle famiglie). Questo scenario va completato considerando che tanto il settore pubblico quanto quello privato si sono trovati ad operare in presenza di vincoli di bilancio resi più stringenti dalla fase recessiva degli ultimi due anni. 12 Pertanto ciò che si invita a verificare è il comportamento congiunto dei due settori. In particolare al fine di valutare il deterioramento complessivo delle capacità di finanziamento, va compreso quanto un (eventuale) contenimento della posizione debitoria del settore pubblico venga “pagato” con un peggioramento della posizione delle famiglie. Questa è la tesi del “trasferimento del debito da pubblico a privato” a cui fa riferimento il titolo del paragrafo. Le famiglie. Dal grafico 4.4 emerge come le famiglie di Spagna ed Irlanda si caratterizzino per avere un forte profilo da debitore netto lungo tutto il periodo; da notare che questo è vero anche nei primi anni di osservazione in cui il ciclo economico in queste economie ed in Europa poteva considerarsi favorevole. In misura minore, anche la Grecia mostra un andamento simile; mentre le famiglie italiane mostrano il minor deterioramento nella propria posizione. L’andamento più interessante riguarda il Portogallo, le famiglie portoghesi mostrano infatti un progressivo ma crescente deterioramento della propria posizione finanziaria. Grafico 4.4 Famiglie, complesso delle transazioni finanziarie (escluse in valuta); saldo attività – passività. Nota: la tabella mostra l'andamento delle transazioni finanziarie: + indica un aumento delle transazioni di tale denominazione da parte del settore; - indica una contrazione delle transazioni di tale denominazione da parte del settore. L'entità della variazione è espressa in termini percentuali di Pil. 13 Il settore pubblico. E’ possibile commentare l’andamento della posizione finanziaria del settore pubblico in maniera speculare rispetto alla posizione delle famiglie (grafico 4.5). Grafico 4.5 Transazioni finanziarie del settore pubblico; saldo attività – passività. 4,0 2,0 0,0 Irlanda Grecia ‐2,0 Spagna ‐4,0 Italia Portogallo ‐6,0 ‐8,0 2003 2004 2005 2006 2007 2008 Nota: il grafico mostra l'andamento delle transazioni finanziarie: un segno positivo indica una posizione di creditore netto, un segno negativo indica una posizione di debitore netto; l'entità del saldo è espressa in termini percentuali di Pil. Fonte: elaborazioni ISPI su dati Eurostat, marzo 2010. In Irlanda e Spagna una forte posizione di debitore netto delle famiglie coincide con una posizione di creditore netto per lo Stato: è il caso del 2004, 2005, e 2006 in Irlanda e del 2005, 2006, 2007 in Spagna. In Grecia ed in Italia l’andamento è invece più equilibrato, mentre in Portogallo si osserva come dopo il 2005 la posizione dello Stato migliori, di pari passo con l’ampio deterioramento nella posizione delle famiglie. 14 CONTO CORRENTE E TRANSAZIONI FINANZIARIE CON L’ESTERO Oltre che verso i soggetti nazionali ciascuna economia va analizzata anche rispetto ai propri pagamenti internazionali. Il conto corrente, ossia il bilancio con l’estero nell’acquisto di beni, servizi e redditi, è una misura di flusso della posizione di creditore netto verso il resto del mondo (se positivo), debitore netto verso il resto del mondo (se negativo), detenuta dal Paese in un dato anno. Tabella 5.1 Pagamenti internazionali, bilancio con l'estero nell'acquisto di beni e servizi La tabella 5.1 mostra come l’Italia sia uno spartiacque tra i PIIGS, mantenendosi sostanzialmente in pareggio con l’estero per tutto il periodo. L’Irlanda è l’unica economia dei PIIGS ad avere una forte posizione di creditore netto verso l’estero. La Spagna mostra una contenuta ma permanente posizione di debitore netto, mentre la posizione di Grecia e Portogallo verso l’estero è di un progressivo e ampio indebitamento. Come per l’analisi del paragrafo precedente, il grafico 5.2 riporta i dati sulle transazioni finanziarie per misurare la variazione nell’entità dei diritti vantati dal settore estero (soggetti non residenti) verso le cinque economie in esame. Un segno positivo di tale misura è da interpretarsi come un peggioramento dell’esposizione dell’economia in esame verso il resto del mondo. 15 Grafico 5.2 Credito detenuto dal settore estero; saldo attività – passività. 20,0 15,0 10,0 Irlanda 5,0 Grecia 0,0 Spagna ‐5,0 Italia ‐10,0 Portogallo ‐15,0 ‐20,0 2003 2004 2005 2006 2007 2008 Nota: il grafico mostra l'andamento delle transazioni finanziarie: un segno positivo indica una posizione di creditore netto, un segno negativo indica una posizione di debitore netto; l'entità del saldo è espressa in termini percentuali di Pil. Fonte: elaborazioni ISPI su dati Eurostat, marzo 2010. L’Italia mostra un andamento di crescente esposizione verso l’estero ma in condizioni di controllo. La Spagna, il Portogallo ed in particolar modo la Grecia mostrano un’esposizione verso l’estero che cresce a tassi maggiori; inoltre mentre per l’economia spagnola tale andamento si riduce nel 2008, gli altri due Paesi mostrano un ulteriore marcato deterioramento tra il 2007 ed il 2008. L’Irlanda si caratterizza per essere l’unico tra i PIIGS con una posizione di creditore netto fino al 2006; impressiona poi il cambiamento intercorso tra il 2006 ed il 2007 e l’assestamento in una posizione di debitore netto nel 2008. 16