ESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIA Sabato 10 Agosto 2013 13 Nonostante l’ottimismo di Bruxelles, resta aperta la disputa sull’import di pannelli Solare, fragile tregua Ue-Cina L’affaire si incrocia con le ostilità nel settore delle tlc DI ELISA MAIUCCI L’ intesa fra Bruxelles e Pechino non arresta il dibattito. L’Ue e la Cina hanno trovato una soluzione concordata per porre fine alla disputa sull’importazione di pannelli solari cinesi in Europa, ha annunciato il commissario Ue al commercio, Karel De Gucht. «La soluzione trovata», ha spiegato, «porterà a un mercato più equilibrato a prezzi accettabili». Ma per l’Economist si dovrebbe parlare solo di tregua e non di pace. Uno scontro strisciante che prosegue, ma tutto a favore di Pechino, secondo alcuni osservatori. L’intesa raggiunta. Bruxelles ha usato toni di vittoria. L’intesa eviterà l’imposizione di dazi Ue sull’import dalla Cina. Secondo quanto riferito dal commissario europeo, «dopo settimane di intensi colloqui» le due parti hanno raggiunto un’intesa su un prezzo minimo per l’importazione dei pannelli solari cinesi, che secondo i fabbricanti europei erano venduti in condizioni di dumping sul mercato Ue. «Siamo fiduciosi che questo prezzo stabilizzerà il mercato dei pannelli solari cinesi e farà cessare il danno delle pratiche di dumping», ha aggiunto il commissario Ue. Il «prezzo minimo» accettato dai cinesi non è stato precisato nel comunicato di Bruxelles, ma potrebbe essere di 57 cent di euro per watt, applicabile ai primi 7 gigawatt di pannelli importati, con l’applicazione di dazi del 47,6% oltre questa soglia. La disputa. Lo scorso giugno la Commissione aveva infatti imposto dazi dell’11,8% sui pannelli importati dalla Cina, che sarebbero saliti al 47% in caso di mancato accordo entro il 6 agosto. Assieme ad altre dispute commerciali, quella sui pannelli solari si era acuita nei primi mesi dell’anno, facendo temere lo scoppio di una grave guerra commerciale fra Pechino e Bruxelles. La resa europea? Ma, no- nostante le parole di De Gucht, secondo l’Economist potrebbe essere troppo presto per parlare di una guerra evitata. Almeno per due ragioni. Primo, l’industria del fotovoltaico è terribilmente impaurita da questo accordo, che stabilisce il prezzo per i pannelli cinesi ben al di sotto di quello che era stato suggerito inizialmente. Dura la lobby europea del settore ProSun, secondo cui non si tratta di «un accordo ma di una capitolazione». Studio francese: nei topi danneggia lo sviluppo del feto La questione tlc. L’altra ragione per pensare che le ostilità possano riemergere ha a che fare con i giganti delle tlc. De Gucht ha chiarito che «il settore mobile non è stato nemmeno menzionato nelle trattative» sui pannelli, cosa che suggerisce che stia ancora seguendo la controversa disputa su quei sussidi a Huawei e Zte che vengono considerati illegali da Bruxelles. La battaglia di De Gucht. Ma anche qui De Gucht ha di fronte una forte opposizione. Non solo di Stati membri, come nel caso tedesco per i pannelli, ma anche dei gruppi tlc europei che sperano di potersi aggiudicare le ricche commesse cinesi per le reti 4G. E si prefigura così un’altra capitolazione per l’Europa. Ma non c’è da scommetterci, dice all’Economist un ministro delle finanze europeo: «De Gucht è un uomo molto testardo che non ha niente da perdere, dato che sta per lasciare la Commissione per tornare alla politica belga. Ergendosi a difesa dei consumatori e dell’industria europei, e mettendo allo stesso tempo un dito negli occhi degli interessi europei, potrebbe giocarsela bene». I furbi strategist commerciali cinesi, abili nel manipolare feudi e fazioni a loro vantaggio, hanno forse già vinto la loro battaglia? Con loro, intanto, sghignazza anche l’inglesissimo Economist. www.formiche.net Prodotta in Francia, è tutta in rame Gravidanza, dopo il fumo NY, il sindaco occhio anche al caffè in vasca deluxe DI ANDREA BRENTA L’ assunzione di caffeina durante la gravidanza può nuocere allo sviluppo del feto. Lo rivelano i risultati di uno studio francese condotto sui topi e pubblicato sulla rivista Science Translational Medicine. Secondo la ricerca, l’assunzione regolare di caffeina (l’equivalente di due-tre tazze al giorno per l’uomo) da topoline in gestazione ha conseguenze sullo sviluppo del cervello della progenie. «Nel corso dello sviluppo normale», spiega Christophe Bernard, principale autore dello studio condotto dall’Inserm all’università di Aix-Marsiglia, «i neuroni nascono in regioni cerebrali particolari, poi migrano verso le zone del cervello dove essi sono destinati a funzionare. Ma aggiungere caffeina all’acqua dei topi femmine nel corso della gestazione ritarda la migrazione di una sottopopolazione di neuroni nel cervello dei topolini». Nello specifico, la caffeina dimezza la veLe donne incinte che esagerano locità di migrazione di questi neuroni. Il con il caffè mettono blocco ha due effetti deleteri: uno a breve e a rischio il cervello del loro bambino l’altro a lungo termine. I topolini di meno di una settimana di vita sono più esposti alle crisi epilettiche. Mentre, una volta adulti, condurre, perché numerosi fattori potrebbequesti animali presentano turbe di memoria ro alterare il risultato. spaziale. Se ormai non ci sono dubbi sul fatto che «Si tratta del primo studio che dimostra alcol e fumo sono dannosi per il feto, un’omgli effetti nefasti della caffeibra si allunga ora anche sul na durante la gravidanza sul caffè e su tutti gli alimenti Le due pagine di «Estero cervello in corso di sviluppo», che contengono caffeina: dal Le notizie mai lette in aggiunge Bernard. «Questo tè al cioccolato, dalle bevande Italia» sono a cura di giustifi ca futuri studi presenergetiche ad alcune famose Sabina Rodi so le donne incinte». Questi, bibite. tuttavia, saranno difficili da © Riproduzione riservata La vasca da bagno ordinata da Bloomberg I l sindaco di New York, Michael Bloomberg, vuole concedersi dei bagni di lusso. Per questo ha ordinato una vasca di prima qualità, interamente in rame, prodotta da una piccola azienda francese. Per realizzarla sono state impiegate 250 ore di lavoro. Come hanno sottolineato dalla sede della storica azienda transalpina, l’Atelier du Cuivre (la Bottega del rame), che esiste da due secoli, si trova in Normandia e dà lavoro a 13 persone, si tratta di un pezzo raro: se ne producono due o tre all’anno. Il costo non è stato reso noto. La vasca, che pesa 90 chilogrammi, è composta da due strati di rame con uno spessore di 2 millimetri, lavorate interamente con il maglio. Questo metallo permette all’acqua, una volta versata nella vasca, di mantenere inalterata la sua temperatura. Inoltre, secondo gli esperti, questo tipo di vasca avrebbe effetti benefici sulla pelle e contribuirebbe alla distruzione dei batteri. Con una vasca così, perfino i cultori della doccia potrebbero cambiare idea. © Riproduzione riservata