La struttura stellare La struttura stellare Una stella è una sfera di gas tenuta insieme dall’auto gravità ed il cui collasso è impedito dalla presenza di gradienti di pressione. Con ottima approssimazione una stella è un sistema a simmetria sferica, ovvero le grandezze fisiche sono funzione soltanto della distanza r dal centro della stella. ! Prima di procedere vediamo alcuni cenni di teoria del campo gravitazionale. Il campo gravitazionale in P generato da una massa puntiforme in P’ è (⇥x) = GM |⇥x ⇥x0 | pertanto il campo generato da una distribuzione di massa è ⇥(⇤x) = A. Marconi G Z V (⇤x0 )dV |⇤x ⇤x0 | 3 0 dV = d x Introduzione all’Astrofisica 2013/2014 0 dM = (⇥x )dV 2 La struttura stellare Vediamo ora di ottenere l’energia gravitazionale. Data una distribuzione di massa l’elemento di massa in i è soggetto al campo gravitazionale generato dall’elemento di massa in j ovvero l’energia gravitazionale associata sarà ! ! ! ! Wij = mi ⇥j (⇤xi ) = (⇤xi ) ⇥j (⇤xi ) Vi 1X W = (⇤xi ) ⇥j (⇤xi ) Vi 2 i6=j dove ϕj(xi) è il potenziale gravitazionale generato dalla massa j in i ed il fattore 1/2 è necessario per non contare due volte l’energia gravitazionale dell’interazione ij ovvero ΔWij e ΔWji sono la stessa cosa e devono contribuire una sola volta a W. Infine, passando al limite per elementi di volume infinitesimi 1 W = 2 Z (⇤x)⇥(⇤x) dV V che esprime l’energia potenziale di una distribuzione di massa. A. Marconi Introduzione all’Astrofisica 2013/2014 3 La struttura stellare sostituiamo ora l’espressione del potenziale in W 1 W = 2 = 1 |x 2 Z 3 d ⇥x (⇥x) V 1 G 2 Z 3 d ⇥x V " Z Z V X 1 0 2 x| = (xi 2 i V 0 (⇥ x ) (⇥ x ) 3 ⇥0 |⇥x d x 0 3 |⇥x ⇥x | 1X = xi (xi 2 i 0 xi )(xi 1X = xi (xi 2 i A. Marconi G (⇥x0 )d3 x⇥0 |⇥x ⇥x0 | # x0i ) 0 2 ⇥x | 0 xi ) 1X 0 xj (xj 2 j X 1 x0i ) + x0j (x0j 2 j Introduzione all’Astrofisica 2013/2014 x0j ) xj ) 4 La struttura stellare ma siccome nell’integrale le variabili x e x’ sono perfettamente interscambiabili allora posso scrivere (sempre e solo ai fini dell’integrale) 1 |x 2 x0 |2 = ovvero Z X xi (xi i x0i ) = x · (x x0 ) Z 0 (⇥ x ) (⇥ x ) 3 3 ⇥0 0 ⇥ x · (⇥ x ⇥ x ) W = G d ⇥x d x 0 3 |⇥x ⇥x | V V Z Z 0 G (⇥ x ) 3 3 ⇥0 0 W = d ⇥x (⇥x)⇥x · d x (⇥ x ⇥ x ) 0 3 |⇥x ⇥x | V V ma l’espressione tra le parentesi quadre è quella del campo gravitazionale generato dalla stessa distribuzione di massa ⇥g (⇥x) = A. Marconi Z V G (⇥x0 )d3 x⇥0 (⇥x 0 3 |⇥x ⇥x | ⇥x0 ) Introduzione all’Astrofisica 2013/2014 5 Introduzione alla struttura stellare per cui si ottiene un’altra espressione per l’energia potenziale gravitazionale ! ! ! ! ! W = Z V (⇥x) ⇥x · ⇥g dV Per calcolare W si può adesso utilizzare una proprietà notevole della forza gravitazionale ovvero il teorema di Gauss secondo cui, data una superficie chiusa S, si ha ! ! ! Z S ⇥g · ⇥n dS = 4 GM dove n è la normale all’elemento di superficie dS, ed M è la massa contenuta all’interno di S. Questo teorema è l’analogo di quello visto nel corso di Fisica II per il campo elettrostatico. A. Marconi Introduzione all’Astrofisica 2013/2014 6 Introduzione alla struttura stellare Con una distribuzione sferica di massa M(r), se S è superficie sferica di raggio r si ha g = g(r)ur n = ur ! ! ! 4 GM (r) = ovvero Z S g(r) = ! ! ⇥g · ⇥n dS = Z g(r) dS = g(r) S Z dS = g(r) 4 r2 S G M (r) r2 pertanto g a distanza r dal centro dipende soltanto nella massa contenuta all'interno della sfera di raggio r ed è la stessa che si avrebbe se questa massa fosse concentrata nel centro della sfera stessa. Allora l’energia potenziale di una distribuzione sferica di massa è W = W = A. Marconi Z V Z (⇥x)⇥x · ⇥g dV = V Z V (r) r⇥ur · ✓ GM (r) r2 ◆ ⇥ur dV GM (r) (r) dV r Introduzione all’Astrofisica 2013/2014 7 Il tempo di free fall Vedremo come questa relazione sarà utile tra poco, ma per adesso consideriamo solo la massa dm contenuta nell’elemento di volume dV a distanza r0 dal centro (shell sferica), la sua energia potenziale gravitazionale è dW = GM (r0 ) dm r0 r0 dm = (r0 )dV Supponiamo che questo elemento di massa sia in caduta libera allora dalla conservazione dell’energia meccanica, al raggio r si avrà 1 dm 2 ✓ dr dt ◆2 GM (r) 1 dm = dm r 2 ✓ dr dt ◆2 r=r0 GM (r0 ) dm r0 Se tutta la massa è in caduta libera partendo da ferma si ha M(r) = M(r0) e dr/dt = 0 per r = r0. A. Marconi Introduzione all’Astrofisica 2013/2014 8 Il tempo di free fall Si ottiene 1 2 ✓ dr dt dr = dt ◆2 GM (r0 ) = r s ✓ 2GM (r0 ) GM (r0 ) r0 1 r 1 r0 ◆ il segno “-” è stato scelto dal fatto che il gas deve “cadere” verso il centro ( r=0 ) per cui dr/dt < 0. Separando le variabili ed integrando membro a membro si ottiene il tempo che la distribuzione di massa impiega a collassare nel centro Z A. Marconi ff dt = 0 Z 0 r0 2GM (r0 ) ✓ 1 r 1 r0 ◆ Introduzione all’Astrofisica 2013/2014 1/2 dr 9 Il tempo di free fall Ponendo x = r/r0, dr = r0 dx si ottiene infine ff 2GM (r0 ) = r03 1/2 Z 1 0 ✓ x 1 x ◆1/2 dx l’integrale definito si calcola ponendo dx = 2 sin cos d x = sin2 ◆1/2 Z 1✓ Z /2 ✓ 2 ◆1/2 x sin dx = 2 sin cos d 2 1 x cos 0 0 Z /2 ⇥ 2 = 2 sin d = 2 0 Definendo la densità media A. Marconi M (r0 ) ⇥¯ = 4 3 3 r0 Introduzione all’Astrofisica 2013/2014 10 Il tempo di free fall si può esprimere M(r0)/r03 in funzione di ρ ottenendo alla fine ⇤f f = ✓ 3 32G¯ ⇥ ◆1/2 nel caso del Sole ⇥f f = ✓ 3 32 ⇥ 6.7 ⇥ 10 8 cgs ⇥ 1.4 g cm 3 ◆1/2 = 1800 s quindi, in assenza di supporto, il Sole collasserebbe nell’arco di mezz’ora. Questo non avviene perché il Sole è in equilibrio idrostatico. A. Marconi Introduzione all’Astrofisica 2013/2014 11 L’equilibrio idrostatico Nel caso di equilibrio idrostatico, si è visto nel corso di Fluidi che ⇥ = ⇥g rP dove P è la pressione del gas, ρ la densità e g l’accelerazione di gravità (il campo gravitazionale). Nel caso semplificato di simmetria sferica che si applica alle stelle, solo la componente radiale di quella equazione vettoriale non è identicamente nulla per cui si ha dP (r) = dr G M (r) (r) 2 r questa è l’equazione dell’equilibrio idrostatico ed è la prima equazione utilizzata per determinare la struttura delle stelle. Si noti come il gradiente di pressione è negativo, poiché la pressione deve aumentare verso l’interno per bilanciare la forza di gravità che tenderebbe a far collassare gli strati esterni. A. Marconi Introduzione all’Astrofisica 2013/2014 12 Il teorema del viriale Dall’equazione dell’equilibrio idrostatico è possibile imparare molte cose. Moltiplicando membro a membro per 4π r3 dr ed integrando tra r =0 e r =r★ Z r? 4 r 0 3 dP dr dr = Z r? 0 GM (r)⇥(r) 4 r2 dr r ricordando che l’elemento di volume è dV = 4πr2dr e l’espressione per l’energia potenziale gravitazionale W, si nota come il secondo membro è proprio pari a W. Integrando il primo membro per parti si ottiene Z r? 0 3 dP 4 3 4 r dr = 3 r P (r ) dr 3 Z r? P 4 r2 dr 0 ma P(r★)=0 poiché è la pressione alla superficie della stelle, inoltre definendo la pressione media A. Marconi R r? R r? P dV P dV 0 0 = P̄ = R r? V dV 0 Introduzione all’Astrofisica 2013/2014 13 Il teorema del viriale si ottiene Z r? 4 r 0 3 dP dr dr = 3P̄ V quindi integrando l’equazione dell’equilibrio idrostatico si è giunti alla relazione 3P̄ V = W che rappresenta una delle molte forme del Teorema del Viriale che, in generale, si applica ai sistemi legati gravitazionalmente. Supponiamo che il gas sia ideale, non relativistico (v≪c) e composto di particelle uguali, allora P V = nRT dove ΔV è un volume di gas, P pressione, T temperatura e Δn il numero di moli. Ricordando che n = N/NA (NA numero Avogadro) e R/NA = k (k costante di Boltzmann) si ha P V = A. Marconi N kT Introduzione all’Astrofisica 2013/2014 14 Il teorema del viriale L’energia cinetica per particella dovuta all’agitazione termica è 3/2 kT (gas perfetto monoatomico) per cui l’energia totale in ΔV è Eth = 3/2 N kT ovvero 2 P = 3 Eth 2 = Eth V 3 cioè per un gas ideale non relativistico la pressione è 2/3 della densità di energia termica. Questa relazione vale in ogni punto della stella, dove posso definire pressione e temperatura (equilibrio termodinamico locale). Moltiplicando membro a membro per dV = 4π r2 dr e integrando sul volume della stella otteniamo Z A. Marconi r? 0 2 2 4 r P (r)dr = 3 Z r? 0 Eth dV Introduzione all’Astrofisica 2013/2014 15 Il teorema del viriale ovvero nella notazione di prima 2 T OT P̄ V = Eth 3 dove EthTOT è l’energia termica totale immagazzinata nella stella. Sostituendo nel teorema del viriale si ottiene infine T OT Eth = 1 Egrav 2 forma alternativa del teorema del viriale. Ricordiamo che Egrav < 0 poichè il sistema è legato. Se una stella si contrae, Egrav diminuisce (ovvero diventa più negativa) e, di conseguenza, la sua energia termica aumenta. In pratica una stella ha una capacità termica negativa, e questo fatto è alla base di tutta l'evoluzione stellare. A. Marconi Introduzione all’Astrofisica 2013/2014 16 Il teorema del viriale Altre forme del teorema del viriale sono ET OT = T OT Eth + Egrav = T OT Eth 1 = Egrav 2 Siccome tutte le stelle irraggiano (perdono) energia sono destinate prima o poi a collassare (Egrav diventa sempre più negativo). Consideriamo nuovamente P̄ = T OT E 1 grav 3 V e supponiamo, in prima approssimazione, che ρ sia costante, allora si ha Egrav = = A. Marconi Z r? GM (r) ⇥4 r2 dr = r 0 Z r? 4 2 4 r dr G ⇥ 4 3 0 Z r? 0 G 43 r3 ⇥ ⇥4 r2 dr r Introduzione all’Astrofisica 2013/2014 17 Il teorema del viriale ovvero Egrav = 3G 5 4 3 3 r ⇥ r 4 3 r3 ⇥ = 3 GM 2 5 r dove M★ è la massa della stella e ρ è costante. Se ρ decrescesse con r, Egrav sarebbe più negativo (sistema più legato) con un coefficiente > 3/5. In conclusione, a meno di una costante, il valore caratteristico dell’energia gravitazionale di una stella è Egrav = GM 2 r ovvero P̄ = 1 Egrav GM 2 = 3 V 4 r4 nel caso del Sole si avrebbe GM 2 15 ⇡ 10 dyne cm P̄ = 4 4 r A. Marconi 2 Introduzione all’Astrofisica 2013/2014 18 Il teorema del viriale ricordiamo che 1 dyne cm-2 = 1 g cm s-2 cm-2 = 10-1 (kg m s-2) m-2 = 10-1 Pa. Poichè 105 Pa ≃ 1 atm risulta infine P̄ = 1014 Pa = 109 atm ovvero la pressione media del Sole è 109 volte quella dell’atmosfera terrestre! Per stimare il valore tipico della temperatura 1 = Egrav 2 ✓ ◆ 2 3 1 GM N kTvir ⇠ 2 2 r T OT Eth kTvir GM 2 ⇠ 3N r con N numero totale di particelle nella stella. M★ = m N dove m è la massa media delle particelle. A. Marconi Introduzione all’Astrofisica 2013/2014 19 Il teorema del viriale Se il gas è fatto di solo H, ad 1 protone corrisponde un elettrone ovvero ✓ mp + me 1 me m̄ = = mp 1 + 2 2 mp ◆ 1 ' mp 2 poiché me/mp ~ 1/2000. Sostituendo per N si ottiene infine kTvir GM mp ⇠ 6r Nel caso del Sole kTvir ⇠ 5.4 ⇥ 10 con k = 1.4 × 10-16 erg K-1 si ha 10 erg = 0.34 keV Tvir ⇠ 4 ⇥ 106 K si ricorda che questa è una temperatura media (viriale) della struttura stellare ed è ovviamente diversa dalla temperature superficiali stimate dagli spettri stellari e che si utilizzano per ottenere la luminosità della stella con la formula del corpo nero. Come vedremo più avanti, a temperature di questo ordine di grandezza possono aver luogo le reazioni di fusione termonucleare. A. Marconi Introduzione all’Astrofisica 2013/2014 20