Natale 2012
Lettera ai fedeli della Arcidiocesi di Brindisi-Ostuni
Figli carissimi,
così vi ho chiamati nella prima lettera venendo a voi nell’Anno Santo del Grande
Giubileo. Così, e con maggiore consapevolezza, vi chiamo oggi, nell’Anno Santo
della Fede, dopo l’esperienza diretta della mia paternità, nella quale ha avuto senso il
mio ministero, pur nella debolezza della mia persona e nella complessità di tante
situazioni.
Sono passato in mezzo a voi amandovi nel servizio e servendovi con amore, perché
veramente ogni mio passaggio, presenza,visita, fosse il passaggio, la presenza, la
visita del Buon Pastore, del Signore nostro Gesù Cristo.
Secondo quanto vi avevo invitato a fare, mi avete chiamato Padre, Padre
Arcivescovo e vi siete riconosciuti figli. Siete figli di Dio, il Padre di tutti e che tutti
ama, anche quelli che non lo conoscono, ma sono chiamati ad incontrarlo e, in Lui, a
scoprire la gioia della vita, perché è solo lui a dare senso all’esistenza umana.
La paternità continua con il nuovo Arcivescovo e voi non sarete mai soli. Mai
mancherà la voce di chi annunzia il Vangelo, la mano che vi dona l’Eucaristia, la
presenza che vi indicherà la strada dell’amore.
Il Vescovo è il primo tra voi, perciò è vostro servo, come Gesù, il Signore, venuto
a servire l’umanità, fino a donare la vita per essa.
Accogliete il nuovo Arcivescovo, perché viene nel nome di Gesù.
«In Cristo per un cammino di comunione e di missione» è il percorso ecclesiale
che il nostro Sinodo ha indicato alla nostra diocesi. Rimanete in Cristo: in Lui siete
figli di Dio. Volgete a Lui il vostro sguardo, è Lui il Salvatore. Da quello sguardo
dipende la vostra vita buona, una vita riconosciuta come dono, una vita redenta per il
bene, una vita fragile fondata sulla Grazia di Dio, una vita nel cammino della storia,
una vita vissuta come comunione nella compagnia di Dio, da ascoltare, adorare,
pregare, seguire, raggiungere. Una vita protesa verso il prossimo a cui offrire un
servizio nella carità e nella giustizia delle opere, nell’esercizio onesto delle
professioni, nel rispetto dei diritti e della dignità dell’uomo, nell’adesione ai doveri
che esprimono la volontà di Dio, nella fedeltà impastata d’amore delle famiglie,
nell'impegno di una esistenza terrena protesa verso il raggiungimento della vita
eterna, accolta come dono che supera ogni nostra aspettativa e ogni nostro impegno
per perseguirla.
Passa la scena di questo mondo, ma non la vita umana che, pur bisognosa di
purificazione, è orientata al Creatore. Da lui l’uomo riceve la vita stessa e ogni bene.
Siamo nati per Dio: in Lui la speranza dà contenuto e fine alla nostra esistenza.
Una vita senza Dio, anche se comoda, a volte, è sempre vuota. Con Dio anche una
vita povera è sempre ricca e cammina verso il possesso di quella ricchezza che
nessuno può toglierci. Il bene che facciamo è la premessa del bene duraturo e
definitivo che ci verrà donato.
«Sulla tua parola getterò le reti». Con questo programma del mio motto episcopale
ho iniziato il mio ministero tra voi. E solo con questa speranza, che è una certezza, ho
visitato le vostre città e le vostre case, nella Visita Pastorale, per annunciare la
giustizia e la santità a tutti e per donare la carezza di Dio agli ammalati. Di voi ho
parlato al Santo Padre nella visita “ad Limina”, cioè alla sede di Pietro, per chiedere
di confermare la nostra fede. Il Papa ha conosciuto ulteriormente la nostra Comunità
diocesana e il suo territorio, la sua storia, le sue attese, speranze e angosce.
E poi è venuto da noi. La sua visita è stata veramente la visita del Signore Gesù
che ha incoraggiato i giovani invitandoli a scelte nobili e generose, gli amministratori
per uno sviluppo nella legalità, i cittadini a saper camminare nella fede e nella
giustizia. Ha celebrato davanti al mondo intero, offrendo a tutti noi un respiro di
universalità, un invito a operare per la pace nel Mediterraneo, un afflato di unità con
l’Oriente, una speranza verso il porto sicuro della salvezza. Il Papa ha visitato la
nostra Cattedrale, ormai ristrutturata, per benedire i lavori del Sinodo e stringere la
mano ai Sacerdoti, instancabili pastori tra le case degli uomini.
È sorto in questi anni, vero dono della Provvidenza, il nuovo Seminario nel cuore
della città per essere il cuore della Diocesi. Amate il nostro Seminario. È il luogo
dove si coltiva il seme di una vocazione, segno di una chiamata, certezza dell’amore
di Dio, perché la presenza di nuovi Sacerdoti è garanzia di guide spirituali, segno
della giovinezza di Cristo che cammina per le nostre strade, certezza che Dio non
abbandona mai l’uomo.
Sono tredici anni di mia presenza in mezzo a voi.
Vi ho conosciuti, mi siete diventati cari, vi ho incontrati nelle chiese e nelle piazze,
nelle scuole e nelle fabbriche, nelle case e negli ospedali. Vi ho sempre parlato per
farvi giungere la Parola di Dio, la Parola che conforta e illumina, corregge e
incoraggia, sostiene e trasforma la vita, libera da ogni solitudine e accompagna fino
all’oltre dei nostri giorni, verso la pace vera che tutti auspichiamo e che solo Gesù
può donare.
Ai vostri fanciulli, nella luce della fede, ho dato la carezza dell’amore, ai giovani lo
sguardo della fiducia, agli adulti ho teso la mano dell’appartenenza. E quando vi siete
chinati al bacio del sacro Anello, voi vi siete riconosciuti figli davanti al padre ed io
padre davanti ai figli. Siamo difatti una sola cosa nel Signore Gesù.
Non è stata vana la nostra esperienza di Chiesa.
Se qualcuno non ha sempre condiviso il cammino con me, questo ha evidenziato la
mia debolezza e il mio limite. Quanti hanno condiviso la gioia dell’essere discepoli
hanno saputo accogliere la presenza del Maestro. Solo Gesù è il Salvatore: è Lui che
parla, convince, allieta, sostiene, promette. Noi Sacerdoti ed io Vescovo siamo solo
“servi inutili”, servi che dicono la vicinanza del Buon Pastore. Chi incrocia il suo
sguardo è salvo.
Dal 5 gennaio 2013 sarà vostro Arcivescovo S. E. Mons. Domenico Caliandro. Io
sarò chiamato "Vescovo emerito", perché lascio il governo della Chiesa brindisina,
ma resto appartenente per sempre a questa Diocesi. Resto uno di voi, di questa nostra
Chiesa, nella preghiera, nell’affetto, nella comunione di fede. Una volta che Dio ci
affida e ci consegna l’uno all’altro, ci apparteniamo sempre. Un segmento di storia si
salda inscindibilmente con tutta la storia, storia umana ed ecclesiale che appartiene a
Dio, è da lui abitata e quotidianamente la sospinge verso il conseguimento del
traguardo che è Dio stesso, nostra gioia, nostro tutto, nostro unico bene, nostro tesoro
verso cui orientare l’anelito del cuore, fatto per l’infinito.
Saluto voi tutti Sacerdoti. È stato costante il mio amore per voi, ed è stato vero
anche quando non sono riuscito a dimostrarlo. Con voi saluto tutte le persone
consacrate, in particolare le Suore, vero dono profetico per la nostra Chiesa.
Saluto voi Famiglie. Siete il luogo della vita e della educazione, siete il luogo
dell’amore fedele, quello che costa perché vero, quello che garantisce la speranza e la
gioia. Saluto le persone separate: coltivate anche voi il vostro cammino di fede e di
santità. Le difficoltà non annullano l'amore di Dio.
Saluto voi Giovani. È grande il mio affetto per voi, per il fatto stesso che siete
giovani. Più volte ci siamo incontrati, con gioia, nelle nostre città, a Roma, ad Assisi,
alla GMG. Con i più forse non ci siamo mai incontrati, eppure il Signore vi aspetta
perché Lui solo può farvi felici. Per le strade vi vedevo in tanti, apparentemente
distratti o spensierati, o anche preoccupati e presi dai vari problemi. Ed io vi
guardavo e, nel cuore, pregavo: «il Signore vi benedica».
Saluto voi, fratelli Ortodossi e Protestanti e quanti accomunati dal medesimo
Battesimo. Mi sono considerato inviato anche a voi. Vi ringrazio per la
collaborazione nel ricercare insieme occasioni di reciproca conoscenza e
collaborazione per crescere nell’unità e nella testimonianza del Vangelo.
Saluto ciascun uomo e ciascuna donna, i Responsabili delle Istituzioni, quanti
ricercano la verità e si impegnano per un sereno e concorde vivere comune. Vi
ringrazio per la vostra accoglienza, fatta di stima e disponibilità a ricercare i percorsi
più idonei e opportuni per costruire insieme il bene comune.
Saluto voi tutti, di ogni età e condizione, Dio vi ama e vi parla. Siamo nell'Anno
della Fede: credendo al suo amore e alla sua Parola sarete nella luce della fede, quella
fede che dà senso alla vita, quella fede che assicura la vera ricompensa per il bene
fatto e che siete chiamati a compiere ancora.
La Vergine Santa, di cui tutti siete devoti e che tutti invocate, vi protegga e vi guidi
verso il Signore Gesù. Lui solo è la Verità che cerchiamo, Lui solo è la Vita vera che
desideriamo, Lui solo è la Via da percorrere per raggiungere la meta del nostro
pellegrinaggio terreno.
Paternamente vi benedico.
+ Rocco Talucci
Amministratore Apostolico
“servo inutile”
Brindisi, 8 dicembre 2012
Solennità dell'Immacolata Concezione