La Fisica delle Particelle Elementari 2014 Simone Pacetti Agenda Crisi della fisica classica Sviluppo della meccanica quantistica Relatività Speciale Teorie quantistiche di campo Modello Standard ed il bosone di Higgs La crisi della Fisica Classica Alla fine del XIX secolo: due rappresentazione della realtà I Campi di Forze La materia descritta in termini di particelle discrete: molecole e atomi Numero finito di gradi di libertà descritti da entità continue, funzioni dello spazio-tempo: forza elettromagnetica, gravitazionale, … Le equazioni differenziali di Infiniti gradi di libertà Newton e Maxwell descrivono l’interazione tra campi e materia Le prime avvisaglie: “la catastrofe ultravioletta” Catastrofe ultravioletta Radiazione del corpo nero Il corpo nero è un sistema ideale che assorbe tutta la radiazione incidente. All’equilibrio termico rappresenta il più efficiente emettitore di radiazione. Max Planck introduce la quantizzazione dell’energia, in termini di ħ = h/2π = 10-34 J s e ottiene 1900 ∝exp(—ħ/λk T)/λ ρ(λ) B 3 che tende a zero quando λ ➝ 0 En = n (2π)ħc/λ ∝ T/λ che diverge quando λ ➝ 0 ρ(λ) UV visibile 3 infrarosso Densità spettrale ρ(λ) (unità arbitrarie) Un corpo nero può essere approssimato da una fessura su una cavità risonante. La radiazione uscente ha uno spettro molto simile a quello di corpo nero. Il modello classico Rayleight-Jeans prevede la densità spettrale Lunghezza d’onda λ (µm) …L’effetto fotoelettrico γ γ L’effetto fotoelettrico esterno consiste nell’emissione di elettroni da una superficie irraggiata con onde elettromagnetiche (fotoni). Fenomeni non-classici ✴ Numero degli elettroni emessi intensità delle luce incidente ✴ Energia degli elettroni frequenza (energia) delle luce incidente ✴ Si ha un effetto a soglia, sotto una frequenza tipica non c’è emissione Energia cinetica e- (eV) ∝ ∝ 1905 Frequenza (1014 Hz) soglia Albert Einstein, usando l’ipotesi di quantizzazione di Planck, spiega l’effetto fotoelettrico ipotizzando un’interazione corpuscolare di tipo fotone-elettrone tra radiazione e materia. …La struttura dell’atomo È noto che gli atomi contengono elettroni e, essendo elettricamente neutri, anche un carica positiva. I modelli “nucleari” sono teoricamente improbabili. Gli elettroni in moto non uniforme intorno al nucleo perderebbero rapidamente energia per irraggiamento, precipitando sul nucleo stesso. 1904 Sir Joseph John Thomson propone il modello a “panettone”, gli elettroni sono disposti regolarmente, ai vertici di poligoni regolari per annullare l’irraggiamento, all’interno del volume atomico in cui la carica positiva è uniformemente distribuita. 1911 Nasce il modello di Ernest Rutherford. Prevede un nucleo con carica positiva ed elettroni, legati dall’interazione Coulombiana, rotanti su orbite circolari. Spiega bene i risultati degli esperimenti di diffusione, anche se non risolve il problema della stabilità. 1913 Niels Bohr perfeziona il modello planetario introducendo il concetto di orbite stazionarie e quantizzate. Si ha emissione solo quando gli elettroni passano da un’orbita con energia maggiore ad una con energia minore, si spiegano così le “righe” spettrali di molti (non tutti gli) elementi. Arnold Sommerfeld generalizza il modello di Bohr con la quantizzazione dell’”azione” secondo multipli della costante di Plack. 1915 Dualismo onda-particella 1923 Arthur Compton osserva “urti” tra fotoni (raggi X) ed elettroni. I fotoni vengono diffusi come se fossero delle particelle che hanno, non solo energia, ma anche quantità di moto ben definita. 1924 Louis de Broglie estende il dualismo onda-particella dei fotoni anche a particelle di materia. Ad un elettrone può essere associata una lunghezza d’onda che dipende dalla sua quantità di moto: p = m v . h λ= p Considerando stazionarie solo le orbite la cui lunghezza è multiplo della λ di de Broglie dell’elettrone, si ottengono esattamente i raggi dell’atomo di Bohr! 1925 Per spiegare il riempimento progressivo dei livelli energetici atomici e quindi la “tavola periodica”, Wolfgang Pauli propone una regola, detta principio di esclusione, secondo cui due elettroni non possono occupare lo stesso stato, ovvero non possono avere le stesse proprietà: energia, momento angolare, ecc.. La Relatività speciale ρ . łE= ε 0 ł. B = 0 ∂B łₒE=— ∂t łₒB=—µ0 ( James Clerk Maxwell 1865 ∂B J + ự0 ∂t ) ✴ Non sono “invarianti” per trasformazioni di Galileo ✴ Il campo si propaga nel vuoto ad una velocità finita Esiste un “mezzo” di propagazione per le onde: Etere luminifero La Terra è in moto rispetto all’etere che pervade tutto l’Universo 1887 Albert Michelson e Edward Morley, seguendo un suggerimento di Maxwell, misurano la velocità della Terra nell’etere trovando vterra-etere = 0 c = 1/ ε0 µ0 Trasformazioni di Lorentz Orologio a impulsi luminosi, un click ogni Δ∆t = 2 L / c 1905 Albert Einstein c = costante in ogni sistema di riferimento inerziale L v c Δ∆t’/2 c Δ∆t/2 c Δ∆t’/2 Orologi in moto relativo Δ∆t: intervallo orologio solidale Δ∆t’: intervallo orologio in moto Δ∆t Δ∆t’ = √1-v2/c2 Δ∆t’>Δ∆t v Δ∆t’ Nessuna contraddizione Gli intervalli di tempo e spazio si trasformano entrambi in modo tale che la velocità della luce rimanga invariata in ogni sistema di riferimento inerziale L’energia nella teoria della Relatività Un elettronvolt, simbolo eV, è l’energia cinetica acquisita da una carica di un elettrone accelerata da una differenza di potenziale di un Volt 1 eV = 1.6021 × 10-19 Joule (MeV=106 eV, GeV=109 eV, TeV=1012 eV,...) Quantità di moto p = (p x ,p y ,p z ) Quadrimpulso p = (E/c,p x ,p y ,p z ) E2 = (c p x ) 2+(cp y ) 2+(cp z ) 2 +(m c 2 ) 2 Massa invariante p2 = E2/c 2—p x 2—p y 2— p z 2 =(mc) 2 E = mc 2 mc2 E pc Unità naturali: c = ħ = 1 Energia E da GeV ⟶ GeV Momento p da GeV/c ⟶ GeV Massa m da GeV/c2 ⟶ GeV Melettrone Mprotone MHiggs = 0.5 MeV = 938 MeV = 125 GeV L’equazione di Schrödinger Erwin Schrödinger formalizza la meccanica ondulatoria. 1926 Le proprietà di un sistema fisico, di massa m, in un potenziale U, sono 2 ∂2 descritte da una funzione ψ(r,t), detta funzione d’onda, la cui ∂ψ ħ iħ = — +U ψ 2 evoluzione temporale è governata dall’equazione ∂t 2m ∂x Il modulo quadro della funzione d’onda P(r,t) = |ψ(r,t)| 2 rappresenta la probabilità che la particella si trovi nella posizione r all’istante t. L’interferenza, che si osserva ad esempio nell’esperimento della doppia fenditura, è conseguenza della natura complessa (a due componenti) della funzione d’onda. Problema: l’equazione di Schrödinger non è relativistica. C’è disparità di trattamento tra spazio (derivata seconda) e tempo (derivata prima). Ad esempio, i fotoni che hanno massa nulla, non possono essere descritti. Alla teoria manca ancora un tassello fondamentale: lo spin. Principio di indeterminazione Werner Heisenberg, dopo aver proposto una realizzazione matriciale della meccanica quantistica equivalente a quella ondulatoria di Schrödinger, arriva a formulare il principio di indeterminazione. 1927 Δ∆λ L’osservazione delle proprietà di un sistema fisico implica una sua interazione con lo strumento di misura, tale interazione, necessariamente, perturba il sistema, modificandone le proprietà. λ+ Δ∆x Δ∆p ∼ ħ fotone incidente λ — elettrone L’incertezza sulla posizione è tanto minore quanto maggiore è l’energia (proporzionale a 1/λ) dei fotoni con cui si illumina l’elettrone. I fotoni urtano l’elettrone determinando una variazione della sua quantità di moto proporzionale alla loro energia. — Δ∆p = h ∼ h Δ∆λ 2π Δ∆x Quantizzazione del campo elettromagnetico ✓ La “teoria quantistica” sviluppata nei primi 25 anni del ‘900 non descrive la radiazione. ✓ Nella descrizione degli atomi, il campo elettromagnetico è trattato in modo semiclassico e indipendente dall’esistenza dei fotoni che vengono introdotti “a mano” nel modello. ✓ Le linee spettrali di vari elementi sono spiegate in termini di transizioni tra livelli quantizzati, il cui meccanismo dinamico non è noto. 1927-28 Il campo elettromagnetico in una cavità possiede solo particolari “modi” o frequenze di oscillazione (decomposizione di Fourier). Le ampiezze di ciascun modo sono trattate come funzioni d’onda quantistiche, le cui energie possono essere quantizzate. I fotoni sono i quanti del campo. d3k A(x) = (2π)3 1 2ωk [a e k ikx + ] ak†e-ikx Potenziale elettromagnetico Quadri-momento Quadri-posizione k=(ω k ,k x ,k y ,k z ) x=(ct,r x ,r y ,r z ) k2 =ωk2—k2=m2 x2 =(ct) 2-rx2-ry2-rz2 Operatore di creazione e annichilazione ak† ak Equazioni d’onda relativistiche La meccanica quantistica, sia nella realizzazione ondulatoria di Schrödinger che in quella matriciale di Heisenberg, mostra molto presto i suoi limiti nella descrizione di particelle materiali. Tali limiti sono connessi alla natura non relativistica della sua formulazione originale. 1928 Paul Dirac risolve il problema dell’introduzione della Relatività speciale nella meccanica quantistica. La sua equazione è scritta in termini di quadri-vettori, il tempo e lo spazio sono considerati sullo stesso piano. µ∂ γ iħ — mc ψ = 0 µ ∂x γµ è una matrice 4x4 4 soluzioni! L’elettrone descritto ha un momento angolare intrinseco spin Ci sono elettroni con energia negativa. Dirac parla di “mare” di elettroni che occupano tutti (principio di esclusione) i livelli con energia negativa. Estraendo un elettrone dal “mare” si crea un “buco” con carica positiva: il positrone! Teoria quantistica dei campi (materiali) ✓Quella di Dirac non è una risposta definitiva, funziona molto bene solo per gli elettroni (spin = ħ/2). ✓Il dualismo onda-particella suggerisce, anche per i campi materiali, un approccio simile a quello attuato con successo al campo elettromagnetico. Ampiezze come soluzioni di equazioni caratteristiche Sviluppo di Fourier Ampiezze “promosse” ad operatori di creazione e annichilazione Campo classico Uno stato del campo elettromagnetico con n fotoni di numero d’onda k=2π/λ, si ottiene applicando n volte l’operatore di creazione del modo k sullo stato di vuoto, ovvero quello che non contiene nessun fotone ! ak† ak† …ak† |0⟩ = (ak†)n|0⟩ = |n(k)⟩ I diversi comportamenti delle particelle a spin intero, bosoni, e a spin semi-intero, fermioni, si ottengono imponendo speciali regole di “moltiplicazione” tra operatori di creazione e di annichilazione. Assumendo, per i fermioni: ak1† ak2† =— ak2† ak1†, si ha il principio di esclusione |k1,k2⟩=—|k2,k1⟩ ! |k1,k1⟩=|0⟩ Campi interagenti La teoria di campo quantistica ottenuta fin qui non ha ancora assolto al compito più importante: descrivere l’interazione tra particelle. Equazioni d’onda lineari iħγµ iħγµ ∂ —mc ψ 1,2= 0 µ ∂x ∂ —mc (ψ 1+ψ 2)= 0 µ ∂x Assenza di interazione Un sistema di due particelle è descritto da una funzione d’onda somma (algebrica) delle funzioni d’onde di ciascuna singola particella (libera). 1948 Richard Feynman inventa un metodo “grafico” per calcolare la probabilità di interazione nell’ambito delle teorie di campo quantistiche. Interazione ⇐ termini non lineari La teoria di campo quantistica e interagente conterrà: ✦ le parti “libere”, sia per i campi materiali (es. elettroni), che per quelli ondulatori (es. campo elettromagnetico) ✦ termini misti, non lineari nei campi, che descrivo l’accoppiamento tra materia e “onde”, ovvero le interazioni Grafici di Feynman Le interazioni fondamentali possono essere descritte usando i diagrammi di Feynman che schematizzano la procedura matematica che permette di calcolare la probabilità di interazione e— e Scattering elettrone-muone e— µ— → e— µ— e— γ µ— e µ— tempo ✴ Contribuiscono tutti i grafici con le stesse linee esterne ✴ Ciascun contributo è “pesato” da un’ampiezza inversamente proporzionale al numero di vertici (teoria perturbativa) ✴ La struttura dei vertici assicura la conservazione dei numeri quantici, quella del quadrimomento è invece imposta ✴ Le tre interazioni del Modello Standard sono descritte da tre vertici fondamentali Particella entrante Particella uscente Particella mediatrice Antiparticella entrante Antiparticella uscente e Intensità d’interazione Il Modello Standard Campi con spin = 1 Interazioni elettromagnetica: fotone, massa nulla raggio d’azione infinito Interazione debole: bosoni W± e Z0, masse grandi corto raggio d’azione Interazione forte: gluone g portatori dell’interazione Interazioni (bosoni) quark Tre generazioni di coppie di leptoni leptoni Nel Modello Standard Meteria (fermioni) particelle Campi conlespin = 1/2 sono al loro spin Treclassificate generazioniindibase coppie di quark Generazioni I II III I quark Sei particelle in tre generazioni: “up” e “down” Spin = 1/2, sono fermioni Hanno cariche 2/3 gli “up” e -1/3 i “down” Ciascun quark ha un’antiparticella con la stessa massa e cariche opposte I quark hanno carica elettrica, di colore e debole sono quindi soggetti a tutte le interazioni del Modello Standard L'intensità e le proprietà di simmetria dell’interazione forte sono responsabili del confinamento dei quark ! ⇒ ! non esistono quark liberi quark Quarks portatori dell’interazione Generazioni I II III I leptoni Leptoni Sei particelle in tre generazioni: “neutrino” e “leptone carico” Spin = 1/2, sono fermioni Carica del neutrino = 0, carica del leptone = -1 Ogni leptone ha un’antiparticella con la stessa massa e cariche opposte I neutrini non hanno né carica di colore né carica elettrica, interagiscono solo attraverso l’interazione debole portatori dell’interazione leptoni I leptoni carichi non hanno carica di colore, interagiscono attraverso le interazioni elettromagnetica e debole Generazioni I II III I grafici di Feynman del Modello Standard Interazione forte quark gluone gforte gforte(1 GeV) ∼ 3.0 gforte(100 GeV) ∼ 1.2 quark Interazione elettromagnetica Interazione debole l,(v,l),qdown gdebole W± (Z0) gdebole(1 GeV) ∼ 0.01 gdebole(100 GeV) ∼ 0.4 v,(v,l),qup l,q ge.m. l,q fotone, Ɣ ge.m.(1 GeV) ∼ 0.2 ge.m.(100 GeV) ∼ 0.3 Come si usano... Decadimento beta del pione: π+ → µ+ + νµ Il pione è un mesone, uno stato legato di un quark ad un antiquark: π+ = |ud〉 (infatti sommando le cariche...) Sia il muone che l’antineutrino muonico sono particelle elementari Il neutrino interagisce solo debolmente, i “mediatori” sono i bosoni W± o Z0 Un antiquark d, carica +1/3, si annichila con un quark u, carica +2/3, producendo un bosone con carica +1, ovvero W+ che si accoppia con lo stato finale µ+ + νµ νµ { u π+ W+ d (pµ + pν)2 = 2 Mπ µ+ Il mistero delle masse Le particelle del Modello Standard “nascono” con massa nulla up quark 0.003 GeV down quark 0.005 GeV charm quark 1.25 GeV top quark 175 GeV strange quark 0.095 GeV bottom quark 0.095 GeV elettrone 0.0005 GeV muone (µ) 0.105 GeV tauone (τ) 1.78 GeV neutrino e ∼0 GeV neutrino µ ∼0 GeV neutrino τ ∼0 GeV Sperimentalmente si osservano masse non nulle con differenze crescenti tra le generazione protone 0.938 GeV È necessario un meccanismo che dia origine alle masse senza “rompere” le simmetrie fondamentali Il campo di Higgs ✓ Il campo di Higgs è scalare, ha spin = 0, è l’unico scalare del Modello Standard ✓ È un campo diffuso ed ha un valore costante in tutto lo spazio ✓ Le particelle che si muovono “attraverso” tale campo interagiscono con esso come se fosse un fluido resistente ✓ L’inerzia dovuta a tale interazione si traduce in massa 2012 gs g i H Al di là del Modello Standard Oscillazione e quindi masse dei neutrini Il Modello standard non prevede masse per i neutrini, l'osservazione di oscillazioni è la prima evidenza di “fisica oltre il Modello Standard” Materia ed energia oscura Il Modello Standard spiega solo il 4% della massa-energia dell'Universo. Il rimanente 96% si pensa costituito da materia oscura (24%) ed energia oscura (72%) Asimmetria materia - antimateria Il Modello Standard prevede la creazione di uguali quantità di materia e antimateria, ma l'Universo sembra costituito da un solo tipo... ... Supersimmetria È un'estensione del Modello Standard che introduce nuove particelle partner di quelle note, che hanno differenti valori dello spin Teoria delle Stringhe La teoria del “Tutto” per unificare le teorie di campo e la Relatività Generale? ... ”...qui sono stati rivelati, riguardo a questa nuova ed eccellente scienza di cui il mio lavoro è solo l’inizio, strade e strumenti dei quali altre menti, più acute della mia, esploreranno gli angoli più remoti.” ! Bibliografia