“Quanti ne hai e Quanti me ne dai!” Ho appena assistito a un feroce litigio tra 2 “amazzoni” di strada le quali, al di là dell’esito della contesa, inutile ormai anche per l’orgoglio storico delle rispettive contrade di appartenenza, mi hanno colpito per la determinazione con cui hanno affrontato il duello, convinte entrambe di essere dalla parte della ragione: ma come è possibile? Eppure, ultimamente, è una situazione che vivo anche in prima persona, stroncando sul nascere ogni vana discussione con l’interlocutore di turno. In famiglia, con amici o con estranei, si tratti di argomenti personali, di politica, di sport, o di altro, spesso chiudo anticipatamente ogni controversia per il punto morto in cui di solito arriva, senza che nessuno ceda mai alla ragione altrui, con un alto costo per i rapporti interpersonali. Sembriamo tutti in buona fede, inconsapevoli di pregiudicare diritti e necessità del prossimo: portatori sani della verità e delle nostre buone ragioni, sempre scevre da ogni interesse personale. Ma la verità può stare davvero ovunque? Anche in due tesi palesemente opposte? Sì, se l’uomo si comporta come i “quanti” indivisibili che lo “compongono”. La fisica quantistica studiando le parti infinitesimali della materia è arrivata a definire il suo alfabeto: 12 particelle senza massa e forma, punti matematici soggetti ad alcune forze che, a seconda di come si combinano tra loro, danno origine a tutta la materia presente nel nostro Universo. Ciò che ci circonda, mare, monti, legno, pane, torte e perfino noi, è costituito dalla combinazione, più o meno casuale, di queste “semplici” particelle: 6 quark e 6 leptoni, ai quali appartiene il più conosciuto elettrone. Noi siamo così, o almeno non ci comportiamo diversamente. Un quark che inconsapevolmente contribuisce a formare un fiume di merda, sente di svolgere innocentemente il compito per cui esiste, essendo, nello spazio infinitamente piccolo, tale e quale a un quark di una torta di mele. Sono certo che attribuisce ogni sgradevole odore a qualche altra imprevedibile particella uscita volutamente dal suo percorso ordinario . Anche l’essere umano tende a negare le sue colpe, per sottolineare il proprio determinante contributo alla parte più sana della società. Avete mai partecipato, o assistito, a una discussione dove qualcuno confessa le proprie responsabilità individuali che si possono facilmente addebitare alla massa indefinita? Io no! Ma sono sempre più convinto che agiamo tutti in buona fede, criminali compresi: ogni essere umano è, per definizione e necessità, utile a se stesso nella sua innocenza relativa, come appunto i quark e i leptoni in tutto ciò che c’è di sgradevole nell’Universo. Ora, però, affinché questa mia “curiosa” giustificazione abbia anche valore scientifico, nei laboratori più sofisticati di fisica, dopo il “Bosone di Higgs”, devono anche trovare la coscienza dell’elettrone.