.international IL MONDO MARINO TUTORIAL per chi si immerge nel GRANDE BLU e per i RAGAZZI (2.0) Ecco chi incontreremo durante snorkelling e immersioni. Impariamo a conoscere e riconoscere queste creature per apprezzarle e amarle. PESCE PAGLIACCIO E' l'eroe del film Alla ricerca di Nemo. Arancione brillante con tre caratteristiche barre bianche, il pesce pagliaccio è il più riconoscibile abitante della barriera corallina. Cresce fino a diventare lunghi circa 11 centimetri e vive in simbiosi con l'anemone dove stabilisce la sua dimora ricevendo, fra l'altro protezione, dato che l'anemone ha effetto urticante. Il pesce pagliaccio esegue una elaborata danza con l'anemone prima di prendere possesso della propria "casa", toccando delicatamente i tentacoli con parti differenti del corpo finché non sono acclimatate con l'anemone. Uno strato di muco sulla pelle del pesce pagliaccio lo rende immune al pungiglione letale dell'anemone, che normalmente si ciba di pesci. In cambio dell'ospitalità, che lo protegge dai predatori, il pesce pagliaccio scaccia gli intrusi e ripulisce l'anemone dai parassiti. Un piccolo matrimonio benedetto dalla natura. Vi sono ben 28 specie differenti conosciute di pesce pagliaccio, la maggior parte delle quali vive nelle acque basse dell'Oceano Indiano, del Mar Rosso e del Pacifico occidentale. Tutti i pesci pagliaccio nascono maschi. Hanno la possibilità di cambiare sesso, ma lo fanno solamente per diventare la femmina dominante in un gruppo. Il cambio di sesso è irreversibile. Un altro piccolo miracolo della natura. PESCE ANGELO Ed ecco il pesce angelo che abita il reef del Mar Rosso, dell'oceano Indiano e dell’Oceania. Il Pomachantus è un piccolo capolavoro della natura, bellissimo con i suoi colori sgargianti. Ve ne sono 90 specie differenti nei mari del mondo. Il corpo è in generale di forma ovale schiacciato sui fianchi, grande testa, occhi prominenti, bocca allungata simile a un becco e coda a ventaglio. Il suo profilo squadrato si deve alla conformazione delle pinne dorsale e anale, dal margine arrotondato, allungate ed estese fino a incontrare la caudale. La livrea, sia dei giovani sia degli adulti, è splendidamente decorata. Gli adulti della specie pesce angelo imperatore hanno colore di fondo blu-verde impreziosito da strisce longitudinali giallo oro; la fronte è gialla, il muso è azzurro, con una banda blu-brunastra orlata di azzurro che contorna la parte superiore degli occhi; la coda è giallo-arancio e la pinna anale blu scuro striata di azzurro. Il pesce angelo imperatore si nutre principalmente di molluschi e crostacei, ma apprezza anche i vegetali. Di indole solitaria, ha un comportamento territoriale cioè protegge il suo territorio di caccia dagli intrusi che potrebbero sottrargli cibo. PESCE PAPPAGALLO Apparentemente è uno dei peggiori nemici del corallo perché con il suo becco affilato e durissimo rosicchia la barriera corallina, devastandola. Ma fa parte dell'ecosistema e quindi ha un ruolo definito da madre natura, sebbene il proliferare di pesci pappagallo per mancanza di predatori storici stia creando problemi al reef. Ce ne sono circa 80 specie differenti nei mari caldi del mondo e misurano fino ad un metro di lunghezza. C'è chi lo definisce una piccola macchina “fabbrica sabbia”: infatti è uno dei pochi capaci di triturare il corallo e lo trasformarlo in sabbia finissima. Il pesce pappagallo vive nelle acque tropicali di tutto il mondo. Ingerisce pezzi di corallo sminuzzato, ne ottiene dei minuscoli bocconi di cui si nutre ed espelle il resto sotto forma di sabbia. Macina il corallo con le forti mascelle a forma di becco e di robusti denti situati nella faringe. Alcune specie possono vivere anche vent’anni, senza che i denti si consumino. In alcune zone è più la sabbia prodotta da questo pesce di quella che si forma con qualunque altro processo naturale. Alcuni ricercatori calcolano che in genere un pesce pappagallo produce un centinaio di chili di sabbia ogni anno. Ma non crea solo danni. Il pesce pappagallo contribuisce alla pulizia del reef raschiando a fondo la parte ormai morta che si ricopre di alghe e altri organismi vegetali ed è questo il compito che gli ha affidato madre natura. Mantiene in buone condizioni il reef infatti i biologi hanno evidenziato che dove mancano questi o altri pesci erbivori, la barriera si infesta velocemente di alghe e altre forme vegetali marine. Trascorre l'intera giornata a rosicchiare. E di notte si gode un meritato riposo: quando calano le ombre, la barriera corallina diventa un luogo pericoloso per i pesci a causa dei predatori, pertanto lui si trova un rifugio nel suo corallo e dorme in una fenditura. Bellissimi i colori: maschi e femmine spesso si rivestono di colori sgargianti, che poi mutano andando incontro all’età adulta. Avvicinarsi a un pesce pappagallo e ascoltarlo mentre sgranocchia il corallo è un’esperienza da fare senza indugio. PESCE FARFALLA Magnifico. Altro protagonista del cartoon insieme a Nemo, il pesce farfalla, con un vastissimo assortimento di specie, colori e motivi, è uno dei più comuni abitanti delle barriere coralline di tutto il mondo. Nella foto più avanti vediamo un pesce farfalla dal vessillo, per la pinna dorsale che sale come un vessillo. Ci sono oltre 110 specie di pesci farfalla. Molte specie hanno un corpo piccolo a forma di disco che somiglia molto a quello dei loro cugini, altrettanto riconoscibili, i pesci angelo. Passano il loro tempo picchiando contro i coralli e le formazioni rocciose con il loro sottile muso alla ricerca di polipi corallini, vermi e altri piccoli invertebrati. Alcune specie di pesci farfalla si muovono in piccoli banchi, nonostante la maggior parte sia solitaria finché non trova un partner, con cui può passare tutta la vita. Ed è questo l'aspetto più significativo: quando si accoppiano passano insieme fedelmente tutta la loro esistenza. E' facile osservarli in coppia, fateci caso: dove va un partner, l'altro lo segue. PESCE ISTRICE I pesci istrice sono fra i più simpatici della barriera corallina. Hanno un aspetto singolare, con il corpo irto di aculei (da cui il nome), che nelle specie più piccole sono sempre eretti, mentre in quelle più grandi giacciono aderenti al corpo, con le punte rivolte all’indietro, per sollevarsi quando l’animale si gonfia. Come i pesci palla, i pesci istrice si gonfiano per deglutizione, riempiendo il sacco dello stomaco. Lo fanno per spaventare il predatore, ma ogni volta che ciò accade subiscono un piccolo trauma, che a lungo andare li potrebbe uccidere. Ecco perché è buona norma non spaventarli, perché lo sforzo necessario per gonfiarsi non fa bene. Né a lui, né a noi. Privi di pinne ventrali, hanno un’unica pinna dorsale, a raggi molli, assai arretrata e opposta alla pinna anale, e nuotano con ritmiche ondulazioni delle pinne pettorali. Si nutrono di molluschi e crostacei, usando il becco per rompere i gusci. Il loro corpo contiene tetrodotossina, un veleno letale di cui basta un solo milligrammo per uccidere un uomo. Dotato di testa massiccia, ha bocca piccola armata di denti riuniti in placche. MURENA In molti chiedono se le murene sono pesci. Sì, sono pesci della famiglia degli anguilliformi, senza scaglie e pinne pettorali. La loro lunghezza varia e nei maschi adulti di alcune specie raggiunge anche i 3 metri. Tutte le murene hanno denti aguzzi e forti disposti lungo le mascelle, posteriormente all’occhio. L'aspetto è notoriamente minaccioso, soprattutto quando si affaccia curiosa e inquieta fuori dal proprio nascondiglio, di solito un anfratto fra le rocce. Ondeggia nelle onde, fissando chi ha di fronte con le fauce spalancate. Ma niente paura. Basta non avvicinarsi e non c'è alcun pericolo. La murena è comunque un predatore notturno e, se non viene disturbato, vive tranquillamente nelle fenditure rocciose. Contrariamente a quello che si può pensare, il tipico movimento costante dell’aprire e chiudere la bocca non significa che stia per attaccare, si tratta di un movimento indotto dalla respirazione. LION FISH E' tanto bello ed elegante quanto pericoloso: il lion fish o pesce scorpione, in italiano, è uno di quegli abitanti della barriera corallina per il quale non esistono deroghe alla regola del guardare ma non toccare. Questa specie è diffusa nel Mar Rosso e nell'Oceano Pacifico, dal Sud-Est asiatico fino all'Australia e alla Polinesia. Abita le lagune e i fondali di barriera fino a 150 metri di profondità. I giovani tendono ad allontanarsi in mare aperto dal loro luogo di nascita, alla ricerca di nuovi habitat: questo giustifica la loro grande diffusione. E i primi esemplari sono arrivati nel Mediterraneo. La testa è relativamente piccola, la bocca grande, gli occhi sporgenti, sormontati da due escrescenze (presenti anche intorno al mento). I primi raggi della pinna dorsale e di quella anale sono aculei veleniferi, ben eretti dal pesce quando è in situazione di pericolo. L'apparato velenifero consiste in 13 aculei sulla pinna dorsale e 3 in quella anale, tutti composti da aculei cavi collegati a una ghiandola. Raggiunge una lunghezza massima di 38 cm. Chiunque entri in contatti con gli aculi riceve la tossina. Gli avvelenamenti da tossina di lion fish sono di 3 gradi: quello più lieve produce eritema, ecchimosi o anche cianosi della parte colpita. Il grado successivo produce vesciche attorno alla puntura. Avvelenamenti di grado massimo producono necrosi e variazione della sensibilità, che possono durare anche per più giorni. Ma l'avvelenamento può anche essere più grave: paralisi agli arti, iper o ipotensione, difficoltà respiratoria, ischemia miocardio, edema polmonare, sincope. Sono stati documentati rari casi di decesso. CARANGIDI Famiglia molto ampia di pesci, eleganti per la livrea d'argento che risplende nello sfondo blu dell'oceano. La famiglia riunisce ben 140 specie differenti. Oltre al colore argenteo (con alcune varianti, di cui la più famosa del "carango dorato"), presentano corpo ovoidale e compresso lateralmente, pinne rigide con la caudale a "falce di luna", corpo coperto da scaglie minute ed evidente linea laterale. Queste caratteristiche riassumono facilmente il comportamento pelagico di questi predatori pescivori che popolano le acque costiere di tutti i mari tropicali e subtropicali. Sono instancabili nuotatori, sempre in movimento. L'argento è più scuro sul dorso e più chiaro sul ventre, per consentire loro di mimetizzarsi meglio sullo sfondo dell'oceano, ed essere meno facilmente individuabili dai predatori, sia che li osservino dall'alto che dal basso. Lo splendido riflesso "metallico" dei fianchi è dovuto a sottilissime lamine composte da cristalli di guanina, capaci di riflettere la luce come fossero minuscoli specchi. GRUGNITORI (ORIENTALI) ll grugnitore orientale è un pesce che si può incontrare a gruppi nella barriera corallina. Il nome gli è stato affibbiato per la sua capacità di produrre suoni digrignando i denti e amplificandoli suono prodotto con la vescica natatoria. Il nome inglese di questo pesce, facilmente distinguibile per la sua livrea a strisce orizzontali bianche e nere, è invece dolcilabbra (sweetlips) e ricorda piuttosto le labbra protuberanti, ideali per mangiare gli animali appoggiati sul fondo del mare. PESCE CHIRURGO Ed ecco Dory, la smemorata che, nel famoso film “Alla ricerca di Nemo”, ha aiutato Marlin a trovare suo piccolo pesce pagliaccio. Dory è un pesce chirurgo, molto diffuso nelle zone tropicali di tutti i mari e gli oceani. Un bel corpo ovale, alto ma molto sottile, veloce e snello nella nuotata, coloratissimo, con una coda letale: ai due lati infatti della coda ha due bisturi, due lame taglienti che naturalmente vengono esposte e utilizzate solo in caso di pericolo. Chiamato anche pesce unicorno, i pesci chirurgo fanno parte di una famiglia con molte specie: una di queste presenta un muso appuntito e allungato simile appunto a un unicorno. AQUILA DI MARE Splendida la sua nuotata, lenta ed elegante, quasi sinuosa. Il suo corpo ha la classica forma discoidale, con il diametro orizzontale più largo di quello verticale; misura fino a 1,5 m di larghezza e 2,5 m di lunghezza. La testa sporge dal muso e la coda, a forma di frusta, è lunga più del doppio del corpo e presenta una spina dorsale munita di ghiandola velenifera. E' la splendida aquila di mare. La pelle è liscia. Come le razze possiede due pinne laterali molto ampie e appuntite, leggermente arcuate, la ricorda delle ali falcate. E in effetti più che nuotare, l'aquila di mare “vola” nel blu dell'oceano, lentamente nel profondo blu. TRIGONE Creatura timida che può misurare 2 metri di lunghezza, di cui la metà spetta alla coda, sottilissima ed è armata da un pungiglione velenoso. Il veleno può provocare la cancrena e il tetano. Quindi i trigoni non vanno toccati né accarezzati. Alcune specie possono perfino provocare paralisi dell'apparato circolatorio, di quello respiratorio e del sistema nervoso centrale. Il suo corpo ha una forma di rombo. Vive in prossimità delle coste e si ciba di piccoli pesci, crostacei e molluschi. Quando si sente attaccato, il trigone attorciglia la lunga coda intorno al nemico e lo stringe fino a quando il suo pungiglione penetra nella carne del nemico. Essendo animali dal corpo piatto che si affondano nella sabbia o nel fango lasciando scoperti solo gli occhi, risultano praticamente invisibili, perfino nelle acque limpide. Ma all'avvicinarsi del pericolo tendono ad allontanarsi. Quando li avete sotto osservazione potete restare parecchio tempo immobili a contemplarli in quanto se non si sentono minacciati tendono a restare fermi. BALESTRA BLU La famiglia dei balestra include 42 specie differenti. Una delle più belle è senza dubbio il balestra blu, che si trovano a gruppi molto numerosi nella corrente e attorno al reef, soprattutto alle Maldive. Forma ovoidale, fortemente compressa ai lati, testa lunga oltre 1/3 dell'intero corpo, bocca è munita di un robusto becco, denti taglienti, pinne pettorali piccole ma sempre in rapido movimento, mentre la pinna dorsale è particolare: formata da 3 raggi spinosi, il primo dei quali è erettile e munito di un vero e proprio blocco di sicurezza, un congegno anatomico che permette ai pesci balestra di sfuggire ai predatori, resistendo incastrati tra le rocce in caso di pericolo oppure diventando troppo grossi in bocca per venire ingoiati. Facilmente riconoscibili anche per il loro modo di nuotare: pinna dorsale ed anale infatti ondeggiano a sinistra e a destra alternativamente. Le dimensioni variano da 30 a 75 cm, a seconda della specie. Nel periodo riproduttivo i maschi ossigenano le uova deposte sul fondo del mare e montano la guardia allontanando minacciosi anche i predatori che si avventurano curiosi vicino al nido. BALESTRA PICASSO Una splendida variante del balestra blu è proprio il picasso: osservate i colori e la sapienza con cui madre natura ha dipinto questa specie di balestra. BALESTRA PAGLIACCIO Che dire di questa specie di balestra? Sembra effettivamente uscita da un circo, con le labbra sporgenti e ben marcate, contornate di nero e bianco, con una superficie a macchie tonde bianche e un mantello dorsale giallo e multicolore. Nulla da invidiare in termini di creatività artistica rispetto ad un clown umano. Ma a madre natura abbiamo ben poco da insegnare. TARTARUGA MARINA Le tartarughe di mare (Chelonioidea) sono una superfamiglia di Testudines adattate alla vita marina. Sono tra i più antichi tetrapodi della Terra. Sono rettili perfettamente adattati alla vita marina, grazie alla forma allungata del corpo, ricoperto da un robusto guscio o carapace, ed alla presenza di “zampe” trasformate in pinne. Per nulla timide e assai poco impressionabili, capita di frequente vederle all'opera mentre cercano cibo sul fondale o nuotano a basse profondità. Bisogna avvicinarsi con cautela per non spaventarle, e spesso incuriosite si avvicinano all'osservatore. Nuotano lentamente, quindi è altresì facile nuotare con loro, accanto, osservandole nei lenti movimenti delle zampe che remano nell'acqua. Le tartarughe sono seriamente minacciate dall'uomo, in quanto sono sensibili a molte delle attività umane, tra cui il turismo di massa, con conseguente antropizzazione nelle aree di riproduzione, e la pesca eccessiva. Si stima che ogni anno circa 150mila tartarughe marine finiscano catturate negli attrezzi da pesca nel Mediterraneo e che di queste oltre 40.000 muoiano. SQUALO PINNENERE Lo squalo pinna nera del reef (Carcharhinus melanopterus) è facilmente identificato per le vistose chiazze nere all'estremità delle pinne (in particolare della prima dorsale e della caudale). Si tratta di una delle specie più diffuse nelle barriere coralline delle zone tropicali degli Oceani Indiano e Pacifico. Predilige le acque poco profonde e sotto costa, al punto che la sua prima pinna dorsale emersa dall'acqua è una visione caratteristica. Creatura timida, riservata, quando si cerca di avvicinarlo se ne va. In genere raggiunge lunghezze di 1 metro e mezzo. Sempre in movimento come gran parte degli squali, ha una nuotata elegante e sinuosa. Sceglie con scrupolo il territorio di caccia e ad esso è molto fedele. E' ovviamente un predatore di piccoli pesci ossei, cefalopodi, crostacei, ma si nutre anche di uccelli marini che si posano sul pelo dell'acqua. Le ricerche sulla loro attività riproduttiva e di vita sono varie ed a volte contraddittorie. Come gli altri membri della famiglia anche questa specie è vivipara e le femmine partoriscono da 2 a 5 figli in un ciclo che può essere biennale, annuale, o in alcuni casi addirittura semestrale. Schivo e sospettoso. L'International Union for Conservation of Nature (IUCN) ha stabilito che la specie è prossima alla minaccia di estinzione. Osservarli alle Maldive è un privilegio. SQUALO PINNEBIANCHE Lo squalo pinna bianca del reef (Triaenodon obesus) è uno squalo spesso confuso con lo squalo oceanico pinna bianca (Carcharhinus longimanus), da cui si differenzia per molti elementi tra cui l'aspetto morfologico e un differente habitat. Il colore bianco delle estremità delle due pinne dorsali e di quella caudale contraddistinguono questo squalo e ne caratterizzano il nome, la superficie ventrale è di colore grigio chiaro o argentato, mentre quella dorsale è solitamente grigio-bruna. Un esemplare adulto può raggiungere i due metri di lunghezza. Si può incontrare a profondità comprese tra la superficie e i 40 metri, talvolta è possibile notare esemplari a riposo in grotte o fondali sabbiosi. Timido, riservato come il cugino pinnenere, è splendido nella sua nuotata sinuosa e armonica. Non avvicinatevi altrimenti scappa, va osservato restando immobili. MANTA E' la regina dell'oceano. Pesce cartilagineo appartenente alla famiglia Myliobatidae. Un gigante della famiglia, che raggiunge dimensioni imponenti, fino a 6 / 7 metri di larghezza e arriva a pesare più di una tonnellata. Il corpo è costituito da un disco piatto di forma romboidale ampio circa il doppio della sua lunghezza, con gli apici laterali appuntiti verso le estremità. Il capo è largo quasi un terzo dell'ampiezza del disco, e presenta all'estremità anteriore una bocca molto ampia con ai lati due appendici chiamate pinne cefaliche. Gli occhi sono posti subito dietro, ai lati del capo. Sul ventre si aprono le cinque fessure branchiali, ampie e munite di un filtro per trattenere il plancton di cui si nutre. Conduce una vita essenzialmente pelagica, nutrendosi appunto di plancton. Si spinge abitualmente anche in mare aperto, lontano dalle coste. La manta è una ottima nuotatrice ma i suoi movimenti sono lenti e flessuosi anche se è capace di compiere anche spettacolari salti fuori dall'acqua, probabilmente nel tentativo di liberarsi di parassiti o delle immancabili remore. Non è raro ritrovarle riunite in piccoli gruppi, e periodicamente anche in grossi assembramenti. La durata della loro vita non è al momento conosciuta ma si pensa che possa superare i 25 anni. APPENDICE - LE PIAGHE DEL MARE EL NINO E IL SURRISCALDAMENTO GLOBALE Fenomeno molto preoccupante, che ha colpito il pianeta (e colpisce tuttora) provocando lo sbiancamento dei coralli, a causa dell'aumento della temperatura dell'acqua. I polipini che costituiscono il corallo muoiono a causa delle mutate condizioni ambientali (acqua troppo calda) lasciando lo scheletro del corallo, che diventa bianco. Il surriscaldamento è provocato da varie cause, fra cui l'inquinamento. La morte della barriera corallina può avere effetti catastrofici sull'ecosistema. Ma da qualche anno si registra una lenta e positiva rinascita del corallo, che fa sperare in un futuro migliore per le barriere coralline di tutto il mondo. LA PLASTICA NEGLI OCEANI Fenomeno interamente umano, molto preoccupante. La plastica sta soffocando gli oceani. E' indispensabile acquisire una coscienza ambientale per proteggere il mare e l'ambiente dalla plastica. In Atlantico la quantità di plastica buttata in mare ha raggiunto livelli tali da dar vita ad un'isola artificiale, interamente di plastica, creata dalle correnti che lì accumulano tutti i rifiuti. Angosciante. 10 REGOLE DEL MARE – PER I RAGAZZI 1. Nessuna creatura è pericolosa se la si tratta con rispetto: non ho paura perché i pesci sono miei amici 2. Rispetto gli spazi e le abitudini delle creature marine 3. Osservo ma non tocco: non tocco coralli, pesci e altre creature 4. Non mi appoggio ai coralli, perché posso tagliarmi, farmi male e al contempo rovinarli 5. Cammino sempre con calzari e mai a piedi nudi: un taglio provocato da un corallo rovina la vacanza perché cicatrizza molto lentamente (e l’acqua è salata, quindi bruciaaaaaa!!) 6. Non butto immondizia in mare e non abbandono rifiuti sulla spiaggia – ucciderebbero le creature marine e rovinerebbero il delicato equilibrio dell’ambiente marino e costiero 7. Quando mi avvicino a un pesce, lui scappa: meglio osservarlo a distanza, restando immobile 8. Cerco di riconoscere i pesci che incontro, questo mi permette di capire meglio le loro abitudini 9. Prima di entrare in acqua devo mettermi crema da sole ad alto fattore protettivo oppure una maglia anti-sole e la crema su gambe, braccia e collo 10. Devo prendermi cura della natura che mi circonda: devo amarla e proteggerla