…………………………………………LIBRI IN VETRINA…… L’INSIGNE DONO DELLA CASTITA’ CONSACRATA Luigi Crippa OSB Milano, Àncora Editrice, coll. “Vita Consacrata”, 2005, pp. 174, € 12,00 Questo interessante lavoro dell’abate del monastero benedettino di S.Maria del Monte in Cesena, viene a completare una trilogia di sue riflessioni sui grandi consigli evangelici dell’obbedienza (Il bene dell’obbedienza, 1987), della povertà (Povertà amata povertà beata, 1989) ed ora, infine, della castità. Anche questo studio su l’«insigne dono della castità consacrata», come i due precedenti, è costituito da riflessioni e orientamenti alla luce del Vaticano II, la cui ricchezza teologica, spirituale e pastorale è ben lungi dall’essere rettamente compresa, pienamente assimilata e generosamente attuata. Viene dato ampio spazio alla riflessione teologicaspirituale inserendo, in questo contesto, anche indicazioni ed orientamenti pratici. Nella sua prefazione l’autore sostiene come «la conoscenza e l’esperienza del dono prezioso che tra tutti “eccelle”, cioè la verginità o celibato per il Regno, si impone come via privilegiata di santità e stimolo, tra tutti efficacissimo, per introdurre ogni membro della Chiesa ad una reale contemplazione della vita di Cristo sofferente e risorto e quindi alla conseguente beatitudine che il Signore Gesù promette proprio e solo ai puri di cuore (Cf Mt 5,8)». Lo studio, dopo una breve prefazione, si sviluppa in un’ampia introduzione generale, seguita da una “premessa introduttiva”. Seguono tre ampi capitoli in cui la castità consacrata è posta in relazione all’Antropologia, alla Bibbia e alla Teologia. Infine, una parte significativa dedicata alle “Conclusioni pratiche” ed un’appendice contenente le note e le indicazioni bibliografiche. Nell’introduzione generale l’autore puntualizza il significato lessicale dei termini castità (perfecta e imperfecta), verginità, continenza e celibato. In relazione alla “castità consacrata” viene ribadito come questa sia «virtù tutta relativa all’amore soprannaturale… essa non è un ritrarsi negativo, ma un superamento positivo: è totalmente giustificata dall’amore e orientata verso l’amore». Nel 1° capitolo, indagando sulla natura dell’uomo, viene messo in evidenza come questi esista necessariamente nella forma maschile e femminile e ci si interroga circa il significato teologico della sessualità. La sessualità è vista come una forza che pervade e condiziona lo sviluppo integrale della persona. L’uomo e la donna sono infatti tali in tutte le componenti della loro persona: non solo nel corpo, ma altresì nel modo di pensare, di amare, di agire e di tendere a Dio. Nel 2° capitolo si parte dalla constatazione di come sia difficile trovare nelle Sacre Scritture passi od episodi da proporre con sicurezza come fondanti rispettivamente al voto di castità. I tre brani esaminati sono: “la pericope sugli eunuchi” di Mt 19, 10-12 e il brano paolino della 1 Cor 7, dove l’apostolo presenta il carisma della verginità, non solo come pienamente evangelico ma anche preferibile, sembra, al matrimonio. Si conclude, affermando come l’esegesi debba prestare maggiore attenzione alla figura di Cristo sposo-vergine e come la sponsalità stia dunque ad indicare che la verginità cristiana non è una realtà negativa, una rinuncia, ma una realtà positiva, una pienezza. Nel 3° capitolo l’autore ci propone il significato della castità consacrata in chiave cristologia, si sofferma sul significato escatologico della stessa e conclude con l’analisi del suo significato ecclesiale. Nelle “Conclusione pratiche”, partendo dal decreto del Vaticano II, Perfectae caritatis par. 12, che fornisce indicazioni sintetiche e quasi sbrigative per aiutarci a vivere fedelmente nella concretezza di ogni giorno la castità consacrata, l’autore invita i Religiosi ad usare sapientemente tutti i mezzi idonei, quelli soprannaturali, come la preghiera, la mortificazione e la penitenza, quelli naturali e quelli propriamente religiosi, cioè legati alla vita consacrata. G.Z.