RIDIRE “SÌ”! Suor Miriam Bo La gioia nell’aver celebrato la Giornata Mondiale della Vita Consacrata e in tale occasione di aver rinnovato i voti alla presenza di tutta la comunità ecclesiale presente nella Cattedrale della Diocesi ha suscitato in me il desiderio sempre maggiore di essere consacrata, cioè totalmente appartenente a Cristo Sposo ed essere, nella Chiesa e nel mondo, testimone di un amore infinito, dell’unico amore eterno che è sempre fedele, quello di Dio che si rivela nel suo Figlio Gesù e che sprigiona tutta la sua forza nel fuoco dello Spirito Santo. Ravvivarsi nello spirito con una forte vita sacramentale, rivisitarsi nell’amore attraverso l’esperienza profonda del colloquio quotidiano con Dio, rafforzarsi nella vita di comunione con una semplice ed essenziale preghiera quotidiana nella propria comunità: tale è la strada da percorrere per mantenere fede alle proprie promesse che Dio accoglie ogni giorno come quel primo momento in cui io, noi, tutti i consacrati hanno risposto sì alla Sua chiamata, a quella vocazione ad essere amore, per amore, nel suo amore. Tornare di tanto in tanto all’origine, a quel momento iniziale, fa bene all’anima e fa bene alla propria vocazione per riappropriarsi di quella forza d’amore, di quella luce, di quell’entusiasmo che ci hanno catturato, avvolto, sedotto, conquistato e inviato. Gioia, stupore, trepidazione, profondo moto dello spirito, ho provato a tal proposito proprio in questi giorni in cui mi trovavo ad essere nei luoghi in cui ho vissuto la mia infanzia e giovinezza. Mi sono trovata a rivivere proprio quel momento in cui, ancora giovane ragazza, innamorata di Dio e del suo Regno, avevo voluto mettere la mia vita nelle Sue mani avevo voluto dire di “sì” a Dio. Era l’11 febbraio, giorno dell’apparizione della Santa Vergine di Lourdes. Non a caso proprio l’11 febbraio scorso mi trovavo proprio lì, a Loano, in Liguria e come allora ho ripercorso quella salita che mi portava al Monte Carmelo dove c’è una comunità di Frati Carmelitani che ancora giovanissima – avevo solo 14 anni – mi aveva accolta e nella persona di un Padre carmelitano mi aveva seguita con una Direzione Spirituale nel mio cammino cristiano e nel discernimento vocazionale. Quel lontano 11 febbraio era cambiata la mia vita e la nuova avventura con Gesù acquistava forma e colore in attesa di coronare il mio sogno di consacrarmi definitivamente a Lui in una Congregazione Religiosa. Sono salita in auto, ma mi sembrava di sentire ancora la brezza dell’aria che mi sferzava la faccia mentre facevo quella salita con il mio motorino, un bellissimo “Sì” color blu notte! Che emozione, che ricordo! Quante volte avevo percorso quella strada e tutto per seguire quel Gesù che giorno dopo giorno riempiva la mia vita. Ecco la gioia della chiamata! Ecco la forza della vocazione! Ecco la follia dell’amore! Come quel giorno sono entrata in chiesa e ho partecipato all’Eucaristia. Volevo ridire il mio “sì”. Ho rinnovato i miei voti: Io, suor Miriam dello Spirito Santo rinnovo la mia Professione (Religiosa)e prometto a Dio e alla Beata Vergine Maria del Monte Carmelo e ai miei legittimi Superiori, castità, povertà e obbedienza secondo la nostra regola e le nostre Costituzioni (delle Suore di S. Teresa di Torino). Ho dunque rinnovato il mio amore, la mia fedeltà sapendo perfettamente che io, noi, siamo fragili vasi di creta nelle mani di Dio e che è grazie al Suo amore fedele per sempre che anche il mio, il nostro diventa capace di fedeltà eterna. Ho ringraziato immensamente il Signore per avermi donato questo momento di profonda intimità con Lui, quasi come un appuntamento speciale, quelli che si vivono in occasioni di anniversari particolari. E’ stato per me una festa del cuore e il condividerla la rende ancora più preziosa perché permette a Dio di manifestare ancora una volta la sua potente opera di amore e di misericordia verso le sue creature. Lui, immenso amore, si fa così piccolo da farsi Sposo di una creatura così piccola e così fragile come me! La strada percorsa è stata tanta e lunga, fatta di salite e di discese, di lunghi camminamenti in piano, di fermate e anche di deserti, ma di tante notti sotto le stelle splendenti e di tantissimi giorni pieni di luce e di sole in cui l’amore di Dio si è fatto sempre presente e ha accompagnato i miei passi con Lui e verso di Lui. In un tempo in cui viviamo, che viene definito come un vero e proprio cambio di epoca in cui risulta difficile assumere impegni seri e definitivi, in cui prevale la cultura del provvisorio e del relativismo, in cui l’autorealizzazione e il profitto prevalgono sui valori umani ed evangelici (Cfr. Discorso del Papa ai partecipanti alla Plenaria della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica), abbiamo bisogno di tornare all’essenziale, di riscoprire piccole storie d’amore, semplici storie di vita che ci fanno riflettere, a me per prima, per tornare a sperare, per riprendere a guardare in alto, per continuare a credere che la vita consacrata è il lievito nascosto nella pasta, è la luce da non nascondere sotto il moggio e che è la forza della Chiesa con la sua testimonianza di preghiera e di comunione. Sì, il Signore, ha coronato il sogno di quella ragazzina e presto mi ha chiamato a vivere il suo essere sua in una Famiglia Religiosa e mi ha fatto dono della vita di comunione da sperimentare, costruire, chiedere ogni giorno in una vita fraterna di comunità. E come è importante la comunità! Perché oggi posso rinnovare il mio sì con una forza maggiore, che è la forza che mi viene dalle mie sorelle in Cristo con cui condivido la mia quotidianità, che mi arriva dalla forza intrinseca alla vita comunitaria che fa di me una in tante e di tante una cosa sola. In fondo il sogno di Dio non è l’unità nell’Amore? In questo tempo stiamo leggendo il Vangelo di Matteo che ogni domenica parla al nostro cuore. Ci ha chiamato alle Beatitudini, ci ha invitato a essere sale e luce in una parola ci chiama ad essere Amore. Perché non seguirlo?