Capitolo 2 - Docenti.unina

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Capitolo 2
I METALLI ED I LORO COMPOSTI NELL’AMBIENTE
Tossicità delle sostanze a breve termine
Dose letale (DL)
DL50: dose minima che provoca il decesso del 50% delle cavie che hanno assunto la sostanza
per via orale o cutanea.
Concentrazione letale (CL)
CL50: concentrazione nell’aria che provoca il decesso del 50% delle cavie che hanno assunto
la sostanza per inalazione.
Modalità di assunzione:
Classe sostanza
Orale (ratto)
Cutanea (ratto o coniglio)
Inalatoria (ratto)
DL50 (mg/Kg)
DL50 (mg/Kg)
CL50 (mg/Kg/4 ore)
NOCIVA
2002000
4002000
220
TOSSICA
25200
50400
0,52
MOLTO TOSSICA
≤ 25
≤ 50
≤ 0,5
Classificazione delle sostanze cancerogene
Proposte di linee guida e standard di riferimento:
Classificazione ACGIH (American Conference of Governmental Industrial Hygienist):
A1  Cancerogeno riconosciuto per l’essere umano;
A2 – Cancerogeno sospetto per l’essere umano;
A3 – Cancerogeno per l’animale;
A4 – Non classificabile come cancerogeno per l’essere umano;
A5 – Non sospetto cancerogeno per l’essere umano.
Classificazione IARC (International Agency for Research on Cancer):
Gruppo I: Sostanza cancerogena per l’essere umano;
Gruppo 2a: Sostanza probabilmente cancerogena per l’essere umano;
Gruppo 2b: Sostanza possibilmente cancerogena;
Gruppo 3: Sostanza non classificabile come cancerogena per l’essere umano;
Gruppo 4: Sostanza probabilmente non cancerogena per l’essere umano.
Introduzione
I metalli ed i loro composti sono immessi nell’atmosfera sia da sorgenti antropiche quali i
processi di combustione da sorgenti stazionarie (l’industria del ferro e dell’acciaio, l’industria
dei metalli non ferrosi), da sorgenti mobili (motori per autotrazione) che da sorgenti naturali
(quali eruzioni vulcaniche, sollevamento dal suolo, ecc.). Essi si trovano distribuiti nel materiale
particellare nell’atmosfera (alcuni metalli volatili come il Hg anche nella fase vapore). Si
presentano sotto forma di metallo non combinato, ossidi o altri composti, in diversi stati di
ossidazione. Le diverse specie possono differire in modo considerevole tra loro, riguardo la
tossicità, il potere cancerogeno, la solubilità, la distribuzione nelle varie frazioni dimensionali
del materiale particellare. I metalli emessi in aria dai processi di combustione hanno in genere
solubilità e reattività relativamente alta, a causa delle piccole dimensioni delle particelle.
Nell’ambiente acquatico i cationi metallici non sono liberi, ma legati alle specie disciolte. Un
composto di coordinazione o complesso è una specie chimica in cui uno ione metallico si lega
con un anione (Cl, OH, CO32, ecc.) o una molecola neutra, (H2O, NH3, ecc.) attraverso un
legame dativo.
Esempi di composti di coordinazione: CdCl+, Cu(NH3)42+, HgCl42, Al(OH)4, Mg(H2O)62+
L'atomo del metallo è chiamato atomo centrale o centro di coordinazione. Il numero di
coordinazione è il numero massimo di atomi donatori coordinati dal metallo. I gruppi legati
sono detti leganti.
Un gruppo contenente più di un atomo donatore, che può dare più legami è detto legante
multidentato o chelante.
Leganti monodentati: Cl, NH3, H2O, ecc.
Leganti bidentati: etilendiammina (EN): H2NCH2CH2NH2, ossalato: OOCCOO
amminoacido: RCHNH2
..

COOH
Leganti polidentati acido nitriloacetico (NTA) (tetradentato):
CH2COOH

NCH2COOH

CH2COOH
Nelle acque superficiali, i metalli tossici (presenti in tracce tra 1100 µg/dm3) possono
esercitare la loro azione tossica attraverso la fauna e la flora ed arrivare nella catena
alimentare umana. Un metallo coordinato ha differenti proprietà chimiche, rispetto allo ione
metallico libero. Nelle acque superficiali si trovano leganti semplici come gli alogenuri (Cl, Br,
F), ioni idrossile (OH), carbonati (CO32) e solfati (SO42). Molti leganti sono agenti chelanti di
struttura complicata. Tra gli altri si ricordano: amminoacidi, acidi carbossilici (citrico), vitamine,
acidi fulvici e acidi umici (paragrafo successivo). Questo materiale organico è presente in
quantità piccole, valutabili intorno a 105104 M. Un catione metallico si distribuisce tra
complessi solubili e specie che si formano sulla superficie di sedimenti e materiale sospeso
nelle acque.
Un complesso metallico è spesso classificato come stabile o instabile, a seconda della
costante di complessazione, , relativa all’equilibrio di formazione.
Indicando con M un metallo e con L un legante, si ha:
M + nL = MLn
La costante di stabilità del complesso MLn è espressa come:
n = [MLn]/[M][L]n
L’addizione di più leganti avviene a tappe (steps).
Esempi di formazione di complessi sono le seguenti reazioni:
Pb2+ + Cl = PbCl+
Hg2+ + 4Cl = HgCl42
Cd2+ + CO32 = CdCO3(aq)
Hg2+ + 2OH = Hg(OH)2(aq)
La sostanza organica disciolta nelle acque: gli acidi fulvici
Numerosi composti organici possono derivare da trasformazioni delle sostanze organiche
naturali, derivate dalla degradazione di materiale animale e vegetale, denominate sostanze
umiche. Essa si ottiene mediante un processo denominato umificazione, vale a dire l’insieme
dei processi operati da agenti microbici e chimici che trasformano la lignina, le proteine, i lipidi
ed i polisaccaridi. Quindi le sostanze umiche costituiscono una miscela complessa ed
eterogenea di composti, in cui non si individua una singola formula strutturale, contenente un
elevato numero di gruppi carbossilici (COOH), carbonilici (C=O), idrossilici (OH), amminici
(NH2) e tiolici (SH).
Nelle sostanze umiche si distinguono gli acidi umici, aventi un elevato peso molecolare, tra
20.000 (ventimila) e 100.000 (centomila) Dalton, e gli acidi fulvici (FA), a più basso peso
molecolare 5.000 (cinquemila) e 20.000 (ventimila) Dalton. Gli acidi fulvici possiedono più
gruppi funzionali di natura polare (COOH e –OH).
Fenomeni di adsorbimento e di scambio ionico
Adsorbimento
I solidi presenti nell’ambiente sono: silicati, alluminosilicati, carbonati di calcio e magnesio,
ossidi di ferro, alluminio e manganese. Oltre al materiale inorganico, è presente anche la
frazione organica insolubile rappresentata dalle sostanze umiche. Esse sono il prodotto di
trasformazione di materiale animale e vegetale. I minerali (ossidi, carbonati, alluminosilicati,
ecc.) posseggono una carica di superficie, in dipendenza del pH, dell’ambiente acquoso con
cui sono a contatto (sedimenti marini e fluviali). Il punto di carica zero di un solido (ZCP: zero
charge point) rappresenta il valore di pH a cui la superficie del solido ha carica netta nulla. Le
sostanze umiche hanno valori di ZCP compresi generalmente tra 4,5 e 5,5. I valori di ZCP per
alcuni minerali sono:
Solido
SiO2 (amorfo)
Al2O3
Quarzo
CaCO3
TiO2 (rutilo)
FeOOH
ZCP
3,4
8,3
4,2
8,5
8,3
7,8
L’interazione di una specie chimica X con una fase solida si chiama adsorbimento. La
concentrazione dell’inquinante X nella fase solida, [XS], è data dall’equazione di Langmuir:
dove [XL] è la concentrazione di X nella fase in equilibrio (che può essere liquida oppure
gassosa), CM è la massima concentrazione di catione metallico che la fase solida può
adsorbire mentre KL è una costante che misura l’affinità del catione verso la fase solida.
Scambio ionico e capacità di scambio
Alcuni minerali presentano cariche fisse negative nella struttura cristallina (silicati, ecc.) che
possono dare reazioni di scambio di ioni. In tal caso l’interazione di scambio ionico tra un
catione metallico ed una fase solida è regolata dall’equilibrio di scambio ionico. Indicando con
RNa un silicato contenente ioni Na+, la reazione di scambio con un metallo M+:
RNa + M+ = RM + Na+
Per un catione bivalante come Cd2+, si ha:
2RNa + Cd2+ = (R)2Cd + 2Na+
Si definisce la costante di scambio ionico
[RM][Na+]
KE = ——————
[RNa][M+]
La capacità di scambio cationico (CEC cation exchange capacity) di un solido è la quantità di
ioni che scambia per unità di peso di sostanza secca. Le sostanze umiche hanno CEC
abbastanza elevato, (150300 meq/100 g). La superficie specifica delle sostanze umiche è
elevata (circa 900 m2/g).
I metalli ed i loro composti presi in esame sono:
 Arsenico;
 Cadmio;
 Cromo;
 Mercurio;
 Piombo.
I metalli nell’organismo possono generare specie reattive dell’ossigeno (ROS reactive oxygen
species). Inoltre partecipano alla formazione di complessi metalloproteine, mostrano
interazioni con enzimi e DNA (un gruppo fosfato dello scheletro zuccherofosfato e gruppi
elettrondonatori delle basi azotate). Ioni metallici bivalenti possono sostituire elementi
essenziali, gli anioni di V, Cr e As possono attraversare le membrane cellulari sfruttando
sistemi di trasporto tipo fosfato e/o solfato, e sostituirli in enzimi.
Il cadmio nell’ambiente
Le sorgenti antropogeniche di inquinamento da cadmio (Cd) sono: gli stabilizzanti, i pigmenti,
l’uso di leghe e miscele, i fanghi, le batterie. Le operazioni di rifusione degli acciai e
l’incenerimento di fanghi e di rifiuti solidi urbani sono, inoltre, tra i maggiori responsabili della
presenza di cadmio nell’aria. Il cadmio non riveste alcun ruolo biologico nel corpo umano.
Nell’ambiente acquatico, gli equilibri più importanti sono:

Cd2++ 2Cl = CdCl2(aq)
Cd2+ + CO32 = CdCO3(aq)
Un'altra fonte importante di emissioni di cadmio è la produzione di fertilizzanti artificiali di
fosforo. La IARC e l’Unione Europea hanno classificato il cadmio e i suoi composti (e alcuni
composti dell’arsenico e del nichel) come cancerogeni per l’uomo. L’esposizione diretta per
inalazione di cadmio (e nichel) è rappresentata dal fumo di sigaretta. Il rene è l’organo
bersaglio del cadmio, gli effetti sono in genere derivati dall’accumulo conseguente a
esposizioni croniche a lungo termine. I livelli nell’aria (particolato) di cadmio sono intorno a 1
ng/m3 in aree rurali, mentre in siti urbani e influenzati dal traffico i valori sono 2 ng/m3. Nelle
aree industriali si raggiungono i 40 ng/m3. Tuttavia la principale via di esposizione per il cadmio
è rappresentata dall’ingestione, attraverso il bioaccumulo della catena alimentare.
Valori TLV: 0,01 mg/m3
L’arsenico nell’ambiente
L’arsenico (As) è presente nell’ambiente acquatico negli stati di ossidazione (III) e (V):
 Arseniti (AsO2 (o AsO3));
 Arsenati (AsO43).
Le sorgenti naturali più importanti sono rappresentate dai depositi naturali di pirite (da cui
possono essere rimossi e dispersi nell’ambiente attraverso i fenomeni atmosferici) e dalle
emissioni di origine vulcanica (con rilascio di composti solforati). L’arsenico di origine
antropogenica deriva prevalentemente dagli impianti siderurgici e dalla combustione dei
combustibili fossili con liberazione di arseniti e arsenati.
Come per il mercurio, l’arsenico può essere metabolizzato dai batteri nei sedimenti per dare
metilderivati di As(V) (CH3AsO(OH)2, (CH3)2AsO(OH)2) e di As(III) ((CH3)2AsH). Il catione
(CH3)2As+ è molto tossico; inoltre la specie (CH3)3As è molto volatile. L’organo bersaglio per i
composti inorganici dell’arsenico è la pelle.
Livelli tipici nell’aria (particolato) per l’arsenico sono invece 0,05 ng/m3 in aree remote, 1 ng/m3
in aree rurali, 2 ng/m3 in aree urbane influenzate dal traffico e fino a 50 ng/m3 in aree
industriali. Una delle maggiori vie di esposizione per l’arsenico è rappresentata dall’ingestione,
in quanto essi una volta dispersi nell’ambiente diventano biodisponibili, con rilevanti fenomeni
di bioaccumulo.
L’As(III) risulta più tossico dell’As(V) perché mostra un maggiore assorbimento cellulare,
maggiore capacità a legarsi ai siti sulfidrilici, maggiore tendenza a formare radicali liberi. Si
osserva una bassa attività genotossica, ma induce alterazioni cromosomiche come
aberrazioni. Presenta una azione cancerogena (stress ossidativo, danni al DNA).
Valori TLV: 0,01 mg/m3
Il piombo nell’ambiente
Il contributo di piombo (Pb) proveniente da fonti naturali nell’ambiente è piuttosto limitato. Le
principali sorgenti antropogeniche del piombo nell’ambiente sono state per anni la
combustione delle benzine contenenti additivi a base di Pbalchile. Nell’ambiente acquatico lo
ione Pb2+ forma i complessi:
Pb2+ + Cl = PbCl+
Pb2+ + CO32 = PbCO3(aq)
I dati di qualità dell’aria esistenti, si riferiscono al contenuto totale di essi nel materiale
particellare. Le concentrazioni nell’aria di piombo sono state associate al traffico autoveicolare;
la progressiva diminuzione del consumo della benzina contenente additivi al Pbalchile ha
determinato la riduzione della concentrazione di piombo nell’aria urbana, dai livelli elevati degli
anni settanta pari a 3 g/m3 ai livelli attuali di 20 ng/m3.
Il piombo inorganico è assorbito per inalazione e ingestione, mentre quello organico è
assorbito anche attraverso la cute. Circa il 9095% del metallo presente nel sangue è legato
ai globuli rossi. Il 90% del piombo presente nell’organismo si deposita, legato al fosforo e al
calcio, nelle ossa. Il piombo si accumula in modo relativamente elevato anche nei reni e in
minor misura nel fegato (organi di escrezione dove il metallo può formare delle inclusioni
nucleari). Il piombo si accumula anche nel sistema nervoso. Il piombo si lega ai gruppi SH
delle proteine; inoltre sostituisce il calcio.
Valori TLV: 0,05 mg/m3
Il cromo nell’ambiente
Gli stati di ossidazione più comuni del cromo sono +3 (Cr3+) e +6 (CrO42). Il cromo trivalente è
un elemento essenziale, necessario per il corretto metabolismo degli zuccheri nel corpo
umano: una carenza di cromo influenza la capacità dell'insulina di regolare il livello di glucosio
nel sangue. Viene estratto come minerale cromite (FeCr2O4). Il Cr(VI) è tossico e causa il
cancro. Le utilizzazioni principali del cromo sono nell’industria dei metalli (l'acciaio inossidabile,
rivestimenti, ecc.). Viene anche usato in smalti e vernici, nelle tintura di tessuti e delle pelli. Il
cromo nell’ambiente acquatico può essere presente come Cr(III) e Cr(VI). Anche attraverso la
combustione del carbone il cromo si disperde nell’aria e attraverso la deposizione nel terreno.
Il Cr(III) è presente sotto forma dei seguenti complessi:
Cr3+ + OH = Cr(OH)2+
Cr3+ + 3OH = Cr(OH)3(aq)
Esiste come cromato nelle due forme (CrO42) (pH > 7), HCrO4 (1 < pH < 7). Può esistere
anche come dicromato (Cr2O72) in soluzioni acide. E’ un agente ossidante secondo le
reazioni:
HCrO4 + 7H+ + 3e = Cr3+ + 4H2O (soluzione acida)
CrO42 + 4H2O + 3e = Cr(OH)3(aq) + 5OH (soluzione alcalina)
Il cromato entra nelle cellule attraverso il cammino dei solfati.
Valori TLV: 0,01 mg/m3
Il mercurio nell’ambiente
Il mercurio (Hg) presenta due stati di ossidazione +1 (Hg22+) e +2 (Hg2+). Viene disperso
nell'ambiente da impianti di combustione del carbone e inceneritori di rifiuti. Inoltre viene
utilizzato in alcune leghe, batterie e materiali elettronici. Una parte ha origine naturale, come le
eruzioni vulcaniche ed il dilavamento, ad opera della pioggia del suo principale minerale, il
cinabro (HgS). In passato alcuni suoi composti organometallici del tipo RHgX venivano usati
come antimuffa in agricoltura. Il livello della concentrazione di mercurio nelle acque potabili è
compreso tra 0,05 e 0,5 g/dm3 (limite 1 g/dm3). Negli alimenti ittici, la concentrazione del
mercurio deve essere inferiore a 1 mg/kg di materiale ittico. Nell’ambiente acquatico è
presente nei seguenti complessi:
Hg2+ + 4Cl = HgCl42
Hg2+ + 2OH = Hg(OH)2(aq)
La tossicità del mercurio si manifesta sul sistema nervoso centrale e sul rene. La forma Hg(0)
è volatile e viene assorbita nel tratto respiratorio; essendo neutro, può attraversare la barriera
ematoencefalica e accumularsi nel sistema nervoso centrale. Può essere ossidato
nell'organismo a Hg2+ che è tossico per i reni. I sali del mercurio inorganici Hg22+, Hg2+ (di cui i
mercurici sono più solubili e quindi più facilmente assorbibili) vengono solo parzialmente
assorbiti (10% circa) e si legano ai gruppi solfidrilici delle proteine.
Nell’ambiente Hg(II) può essere metilato ad opera di microrganismi, formando composti
contenenti il metilmercurio, CH3HgCl, CH3HgOH e il dimetilmercurio (volatile) (CH3)2Hg.
Il mercurio organico (il metilmercurio) può essere assorbito in quantità che possono
raggiungere fino al 90% di quello introdotto e viene rapidamente distribuito al fegato (circa il
50%), al sistema nervoso centrale e al rene.
Il particolato atmosferico
Dimensione delle particelle
Il materiale particellare totale sospeso (PTS particolar total suspension) nell’atmosfera viene
definito come una sospensione di particelle solide o liquide relativamente stabili nell’aria
circostante (aerosol).
Si definisce diametro aerodinamico equivalente (Da) il diametro di una particella sferica con
una densità di 1 g/cm3 (acqua), che sotto l’azione della forza di gravità nelle stesse condizioni
di temperatura, pressione e umidità relativa, raggiunge la stessa velocità finale della particella
considerata.
Il limite superiore delle particelle è 100 m, mentre le particelle più piccole raggiungono 0,002
m (cioè 2 nm). Le proprietà chimicofisiche dipendono dalle dimensioni. Si definiscono:
 Particelle grossolane (Da > 2,5 μm): poco solubili in acqua, alta velocità di sedimentazione.
 Particelle fini (Da  2,5 μm): molto solubili in acqua e bassa velocità di sedimentazione.
 Particelle ultrafini (Da  0.1 μm): particolato emesso principalmente dai motori diesel.
Le particelle grossolane sono principalmente costituiti dagli elementi della crosta (Si, Al, Ca,
Fe, K, Na, Ti, Mn, Sr) e dai loro composti (SiO2, CaCO3, Al2O3, alluminosilicati, carbonati ed
ossidi metallici).
Le particelle fini sono formate da composti inorganici (6070%) e da composti organici di
combustione (3040%) (fuliggine contenente carbonio inorganico (5%) ed una serie di
composti organici (25%)). I composti secondari inorganici sono composti neutri o acidi:
(NH4)2SO4, NH4HSO4, NH4NO3 e (NH4)3H(SO4)2. In zone marittime può prevalere Na2SO4 e
NaCl (derivanti dalle particelle di acqua di mare). I solfati e nitrati derivano dalla
neutralizzazione di NH3 (decomposizione del materiale organico nel suolo, decomposizione
dell’urea; prodotta dai microrganismi: CO(NH2)2 + H2O → 2NH3 + CO2) con HNO3 e H2SO4
(dagli ossidi di azoto e di zolfo).
La frazione organica sul particolato è costituita da prodotti organici secondari (ossigenati e
azotati), da idrocarburi aromatici con 78 atomi di carbonio. Gli idrocarburi a basso peso
molecolare sono volatili e permangono nell’aria (anche come prodotti ossidati). Sulle superfici
delle particelle (soprattutto organiche) possono essere adsorbiti composti metallici (metallo,
ossidi, ecc.) e composti organici non volatili (idrocarburi aromatici policiclici, ecc.). L’acqua
adsorbita facilita la dissoluzione di composti polari.
Negli ambienti indoor il particolato è prodotto principalmente dal fumo di sigaretta, dalle fonti di
combustione e dalle attività degli occupanti. Le concentrazioni di PM10 sono comprese tra
10100 µg/m3. La composizione del particolato da combustione varia in base al tipo di
combustibile e alle condizioni in cui avviene la combustione. L’esame del particolato fine
raccolto all’interno di abitazioni ha consentito di verificare la presenza di cadmio, polonio,
nalcani, 1,3 butadiene, aldeidi (formaldeide), acidi grassi (palmitico e stearico), esteri ftalati,
ecc.
Particelle inalabili (PM10)
Sono le polveri che rappresentano il particolato che ha un diametro inferiore a 10 m (PM10).
Sono polveri inalabili perché in grado di penetrare nel tratto superiore dell’apparato respiratorio
(dal naso alla laringe) e costituiscono circa il 60% del particolato totale.
Particelle respirabili (PM2.5)
Sono le polveri che rappresentano il particolato che ha un diametro inferiore a 2,5 m
(PM2.5). Le PM2.5 sono anche dette polveri respirabili perché possono penetrare nel tratto
inferiore dell’apparato respiratorio (dalla trachea fino agli alveoli polmonari). Per le
concentrazioni naturali di fondo su base annuale varia da 4 μg/m3 a 11 μg/m3 per il PM10 e da
1 μg/m3 a 5 μg/m3 per il PM2,5 nei luoghi remoti del Nord America.
L’amianto nell’ambiente
L'asbesto (o amianto) è un insieme di minerali del gruppo dei silicati. In tali minerali ogni atomo
di silicio è coordinato tetraedricamente da quattro atomi di ossigeno (tetraedri SiO44). In
composti dove il rapporto O/Si è inferiore a 4, atomi di ossigeno possono essere coordinati in
comune a due o più atomi di silicio. In questo modo tetraedri SiO4 sono legati insieme da
angoli in comune da formare polisilicati.
La classificazione dei silicati è fatta appunto secondo il grado di accoppiamento dei tetraedri
SiO4. In molti silicati l'elemento più abbondante, dopo Si e O, è l'alluminio. Il raggio ionico di
Al3+ è solo un poco più grande di quello di Si4+, cosicché Al3+ può rimpiazzare Si4+ come atomo
centrale nei tetraedri SiO4. Si ottengono così gli alluminosilicati. Si classificano in:
1) Nesosilicati (isola) con O/Si = 4, si formano gruppi isolati mononucleari dove unità
dell'edificio è lo ione SiO44.
2) Sorosilicati (gruppo) ioni isolati polinucleari dove O/Si < 4, e gli atomi di ossigeno non sono
sufficienti per formare ioni isolati SiO44. Sono possibili ioni polinucleari ma isolati e strutture ad
anelli.
3) Inosilicati (fibre) silicati con struttura a catena infinita e a banda. I tetraedri SiO4 sono
disposti in catene infinite e lineari dritte con formula (SiO32)n. Caratteristica di minerali detti
pirosseni. Se due catene del tipo menzionato si uniscono in una banda, si ottiene un altro
gruppo di silicati, gli anfiboli.
4) Fillosilicati (foglia) l’unione di catene lineari nel piano forma una lamina infinita o strato di
formula generale (Si2O52)n. Questi strati sono presenti in un gran numero di silicati, tra cui
mica, clorite e argille.
5) Tectosilicati struttura in cui tutti gli atomi di ossigeno sono in comune ad altri tetraedri, si
ottiene una struttura di tetraedri legati tridimensionalmente. Ne risulta un anione
macromolecola (anione infinito) nello spazio tridimensionale nei cui interstizi si trovano cationi
per garantire la elettroneutralità. Ai tectosilicati appartengono le zeoliti con strutture meno
compatte. Lo scheletro dell'anione è attraversato da canalicoli che permettono lo scambio di
certi ioni e molecole con l'intorno senza che la struttura venga distrutta. Zeoliti sono adoperate
come scambiatori di ioni e come setacci molecolari. Una zeolite è la natrolite.
Gli amianti maggiormente diffusi sono riportati in tabella.
Le fibre di amianto sono raccolte su un filtro ed osservate al microscopio elettronico. Fibre con
diametro d  0,5 µm e rapporto L/D  3 sono pericolose per la salute. L’esposizione alle fibre
di amianto provoca nei polmoni uno stato di stress ossidativo, con formazione di specie
reattive dell’ossigeno (ROS) e dell’azoto (RNS).
Limiti normativi (aria ambiente): 0,1 mg/m3 (2 fibre/cm3)
Tossicità dell’amianto: formazione di ROS e RNS
Le specie reattive dell'ossigeno, i ROS (reactive oxygen species), sono i radicali liberi a
maggior diffusione. I più importanti ROS sono l'anione superossido, O2, il perossido
d'idrogeno, H2O2 e il radicale ossidrilico, OH•.
Le specie reattive derivate dall'azoto RNS (reactive nitrogen species) di maggior interesse
sono l'ossido di azoto (NO) ed il perossinitrito (ONOO). La presenza di fibre di amianto nei
polmoni genera delle situazioni di stress ossidativo, che determinano la formazione di specie
reattive radicali che, portano allo sviluppo di tumori.
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