Capitolo 2 I METALLI ED I LORO COMPOSTI NELL’AMBIENTE Tossicità delle sostanze a breve termine Dose letale (DL) DL50: dose minima che provoca il decesso del 50% delle cavie che hanno assunto la sostanza per via orale o cutanea. Concentrazione letale (CL) CL50: concentrazione nell’aria che provoca il decesso del 50% delle cavie che hanno assunto la sostanza per inalazione. Modalità di assunzione: Classe sostanza Orale (ratto) Cutanea (ratto o coniglio) Inalatoria (ratto) DL50 (mg/Kg) DL50 (mg/Kg) CL50 (mg/Kg/4 ore) NOCIVA 2002000 4002000 220 TOSSICA 25200 50400 0,52 MOLTO TOSSICA ≤ 25 ≤ 50 ≤ 0,5 Classificazione delle sostanze cancerogene Proposte di linee guida e standard di riferimento: Classificazione ACGIH (American Conference of Governmental Industrial Hygienist): A1 Cancerogeno riconosciuto per l’essere umano; A2 – Cancerogeno sospetto per l’essere umano; A3 – Cancerogeno per l’animale; A4 – Non classificabile come cancerogeno per l’essere umano; A5 – Non sospetto cancerogeno per l’essere umano. Classificazione IARC (International Agency for Research on Cancer): Gruppo I: Sostanza cancerogena per l’essere umano; Gruppo 2a: Sostanza probabilmente cancerogena per l’essere umano; Gruppo 2b: Sostanza possibilmente cancerogena; Gruppo 3: Sostanza non classificabile come cancerogena per l’essere umano; Gruppo 4: Sostanza probabilmente non cancerogena per l’essere umano. Introduzione I metalli ed i loro composti sono immessi nell’atmosfera sia da sorgenti antropiche quali i processi di combustione da sorgenti stazionarie (l’industria del ferro e dell’acciaio, l’industria dei metalli non ferrosi), da sorgenti mobili (motori per autotrazione) che da sorgenti naturali (quali eruzioni vulcaniche, sollevamento dal suolo, ecc.). Essi si trovano distribuiti nel materiale particellare nell’atmosfera (alcuni metalli volatili come il Hg anche nella fase vapore). Si presentano sotto forma di metallo non combinato, ossidi o altri composti, in diversi stati di ossidazione. Le diverse specie possono differire in modo considerevole tra loro, riguardo la tossicità, il potere cancerogeno, la solubilità, la distribuzione nelle varie frazioni dimensionali del materiale particellare. I metalli emessi in aria dai processi di combustione hanno in genere solubilità e reattività relativamente alta, a causa delle piccole dimensioni delle particelle. Nell’ambiente acquatico i cationi metallici non sono liberi, ma legati alle specie disciolte. Un composto di coordinazione o complesso è una specie chimica in cui uno ione metallico si lega con un anione (Cl, OH, CO32, ecc.) o una molecola neutra, (H2O, NH3, ecc.) attraverso un legame dativo. Esempi di composti di coordinazione: CdCl+, Cu(NH3)42+, HgCl42, Al(OH)4, Mg(H2O)62+ L'atomo del metallo è chiamato atomo centrale o centro di coordinazione. Il numero di coordinazione è il numero massimo di atomi donatori coordinati dal metallo. I gruppi legati sono detti leganti. Un gruppo contenente più di un atomo donatore, che può dare più legami è detto legante multidentato o chelante. Leganti monodentati: Cl, NH3, H2O, ecc. Leganti bidentati: etilendiammina (EN): H2NCH2CH2NH2, ossalato: OOCCOO amminoacido: RCHNH2 .. COOH Leganti polidentati acido nitriloacetico (NTA) (tetradentato): CH2COOH NCH2COOH CH2COOH Nelle acque superficiali, i metalli tossici (presenti in tracce tra 1100 µg/dm3) possono esercitare la loro azione tossica attraverso la fauna e la flora ed arrivare nella catena alimentare umana. Un metallo coordinato ha differenti proprietà chimiche, rispetto allo ione metallico libero. Nelle acque superficiali si trovano leganti semplici come gli alogenuri (Cl, Br, F), ioni idrossile (OH), carbonati (CO32) e solfati (SO42). Molti leganti sono agenti chelanti di struttura complicata. Tra gli altri si ricordano: amminoacidi, acidi carbossilici (citrico), vitamine, acidi fulvici e acidi umici (paragrafo successivo). Questo materiale organico è presente in quantità piccole, valutabili intorno a 105104 M. Un catione metallico si distribuisce tra complessi solubili e specie che si formano sulla superficie di sedimenti e materiale sospeso nelle acque. Un complesso metallico è spesso classificato come stabile o instabile, a seconda della costante di complessazione, , relativa all’equilibrio di formazione. Indicando con M un metallo e con L un legante, si ha: M + nL = MLn La costante di stabilità del complesso MLn è espressa come: n = [MLn]/[M][L]n L’addizione di più leganti avviene a tappe (steps). Esempi di formazione di complessi sono le seguenti reazioni: Pb2+ + Cl = PbCl+ Hg2+ + 4Cl = HgCl42 Cd2+ + CO32 = CdCO3(aq) Hg2+ + 2OH = Hg(OH)2(aq) La sostanza organica disciolta nelle acque: gli acidi fulvici Numerosi composti organici possono derivare da trasformazioni delle sostanze organiche naturali, derivate dalla degradazione di materiale animale e vegetale, denominate sostanze umiche. Essa si ottiene mediante un processo denominato umificazione, vale a dire l’insieme dei processi operati da agenti microbici e chimici che trasformano la lignina, le proteine, i lipidi ed i polisaccaridi. Quindi le sostanze umiche costituiscono una miscela complessa ed eterogenea di composti, in cui non si individua una singola formula strutturale, contenente un elevato numero di gruppi carbossilici (COOH), carbonilici (C=O), idrossilici (OH), amminici (NH2) e tiolici (SH). Nelle sostanze umiche si distinguono gli acidi umici, aventi un elevato peso molecolare, tra 20.000 (ventimila) e 100.000 (centomila) Dalton, e gli acidi fulvici (FA), a più basso peso molecolare 5.000 (cinquemila) e 20.000 (ventimila) Dalton. Gli acidi fulvici possiedono più gruppi funzionali di natura polare (COOH e –OH). Fenomeni di adsorbimento e di scambio ionico Adsorbimento I solidi presenti nell’ambiente sono: silicati, alluminosilicati, carbonati di calcio e magnesio, ossidi di ferro, alluminio e manganese. Oltre al materiale inorganico, è presente anche la frazione organica insolubile rappresentata dalle sostanze umiche. Esse sono il prodotto di trasformazione di materiale animale e vegetale. I minerali (ossidi, carbonati, alluminosilicati, ecc.) posseggono una carica di superficie, in dipendenza del pH, dell’ambiente acquoso con cui sono a contatto (sedimenti marini e fluviali). Il punto di carica zero di un solido (ZCP: zero charge point) rappresenta il valore di pH a cui la superficie del solido ha carica netta nulla. Le sostanze umiche hanno valori di ZCP compresi generalmente tra 4,5 e 5,5. I valori di ZCP per alcuni minerali sono: Solido SiO2 (amorfo) Al2O3 Quarzo CaCO3 TiO2 (rutilo) FeOOH ZCP 3,4 8,3 4,2 8,5 8,3 7,8 L’interazione di una specie chimica X con una fase solida si chiama adsorbimento. La concentrazione dell’inquinante X nella fase solida, [XS], è data dall’equazione di Langmuir: dove [XL] è la concentrazione di X nella fase in equilibrio (che può essere liquida oppure gassosa), CM è la massima concentrazione di catione metallico che la fase solida può adsorbire mentre KL è una costante che misura l’affinità del catione verso la fase solida. Scambio ionico e capacità di scambio Alcuni minerali presentano cariche fisse negative nella struttura cristallina (silicati, ecc.) che possono dare reazioni di scambio di ioni. In tal caso l’interazione di scambio ionico tra un catione metallico ed una fase solida è regolata dall’equilibrio di scambio ionico. Indicando con RNa un silicato contenente ioni Na+, la reazione di scambio con un metallo M+: RNa + M+ = RM + Na+ Per un catione bivalante come Cd2+, si ha: 2RNa + Cd2+ = (R)2Cd + 2Na+ Si definisce la costante di scambio ionico [RM][Na+] KE = —————— [RNa][M+] La capacità di scambio cationico (CEC cation exchange capacity) di un solido è la quantità di ioni che scambia per unità di peso di sostanza secca. Le sostanze umiche hanno CEC abbastanza elevato, (150300 meq/100 g). La superficie specifica delle sostanze umiche è elevata (circa 900 m2/g). I metalli ed i loro composti presi in esame sono: Arsenico; Cadmio; Cromo; Mercurio; Piombo. I metalli nell’organismo possono generare specie reattive dell’ossigeno (ROS reactive oxygen species). Inoltre partecipano alla formazione di complessi metalloproteine, mostrano interazioni con enzimi e DNA (un gruppo fosfato dello scheletro zuccherofosfato e gruppi elettrondonatori delle basi azotate). Ioni metallici bivalenti possono sostituire elementi essenziali, gli anioni di V, Cr e As possono attraversare le membrane cellulari sfruttando sistemi di trasporto tipo fosfato e/o solfato, e sostituirli in enzimi. Il cadmio nell’ambiente Le sorgenti antropogeniche di inquinamento da cadmio (Cd) sono: gli stabilizzanti, i pigmenti, l’uso di leghe e miscele, i fanghi, le batterie. Le operazioni di rifusione degli acciai e l’incenerimento di fanghi e di rifiuti solidi urbani sono, inoltre, tra i maggiori responsabili della presenza di cadmio nell’aria. Il cadmio non riveste alcun ruolo biologico nel corpo umano. Nell’ambiente acquatico, gli equilibri più importanti sono: Cd2++ 2Cl = CdCl2(aq) Cd2+ + CO32 = CdCO3(aq) Un'altra fonte importante di emissioni di cadmio è la produzione di fertilizzanti artificiali di fosforo. La IARC e l’Unione Europea hanno classificato il cadmio e i suoi composti (e alcuni composti dell’arsenico e del nichel) come cancerogeni per l’uomo. L’esposizione diretta per inalazione di cadmio (e nichel) è rappresentata dal fumo di sigaretta. Il rene è l’organo bersaglio del cadmio, gli effetti sono in genere derivati dall’accumulo conseguente a esposizioni croniche a lungo termine. I livelli nell’aria (particolato) di cadmio sono intorno a 1 ng/m3 in aree rurali, mentre in siti urbani e influenzati dal traffico i valori sono 2 ng/m3. Nelle aree industriali si raggiungono i 40 ng/m3. Tuttavia la principale via di esposizione per il cadmio è rappresentata dall’ingestione, attraverso il bioaccumulo della catena alimentare. Valori TLV: 0,01 mg/m3 L’arsenico nell’ambiente L’arsenico (As) è presente nell’ambiente acquatico negli stati di ossidazione (III) e (V): Arseniti (AsO2 (o AsO3)); Arsenati (AsO43). Le sorgenti naturali più importanti sono rappresentate dai depositi naturali di pirite (da cui possono essere rimossi e dispersi nell’ambiente attraverso i fenomeni atmosferici) e dalle emissioni di origine vulcanica (con rilascio di composti solforati). L’arsenico di origine antropogenica deriva prevalentemente dagli impianti siderurgici e dalla combustione dei combustibili fossili con liberazione di arseniti e arsenati. Come per il mercurio, l’arsenico può essere metabolizzato dai batteri nei sedimenti per dare metilderivati di As(V) (CH3AsO(OH)2, (CH3)2AsO(OH)2) e di As(III) ((CH3)2AsH). Il catione (CH3)2As+ è molto tossico; inoltre la specie (CH3)3As è molto volatile. L’organo bersaglio per i composti inorganici dell’arsenico è la pelle. Livelli tipici nell’aria (particolato) per l’arsenico sono invece 0,05 ng/m3 in aree remote, 1 ng/m3 in aree rurali, 2 ng/m3 in aree urbane influenzate dal traffico e fino a 50 ng/m3 in aree industriali. Una delle maggiori vie di esposizione per l’arsenico è rappresentata dall’ingestione, in quanto essi una volta dispersi nell’ambiente diventano biodisponibili, con rilevanti fenomeni di bioaccumulo. L’As(III) risulta più tossico dell’As(V) perché mostra un maggiore assorbimento cellulare, maggiore capacità a legarsi ai siti sulfidrilici, maggiore tendenza a formare radicali liberi. Si osserva una bassa attività genotossica, ma induce alterazioni cromosomiche come aberrazioni. Presenta una azione cancerogena (stress ossidativo, danni al DNA). Valori TLV: 0,01 mg/m3 Il piombo nell’ambiente Il contributo di piombo (Pb) proveniente da fonti naturali nell’ambiente è piuttosto limitato. Le principali sorgenti antropogeniche del piombo nell’ambiente sono state per anni la combustione delle benzine contenenti additivi a base di Pbalchile. Nell’ambiente acquatico lo ione Pb2+ forma i complessi: Pb2+ + Cl = PbCl+ Pb2+ + CO32 = PbCO3(aq) I dati di qualità dell’aria esistenti, si riferiscono al contenuto totale di essi nel materiale particellare. Le concentrazioni nell’aria di piombo sono state associate al traffico autoveicolare; la progressiva diminuzione del consumo della benzina contenente additivi al Pbalchile ha determinato la riduzione della concentrazione di piombo nell’aria urbana, dai livelli elevati degli anni settanta pari a 3 g/m3 ai livelli attuali di 20 ng/m3. Il piombo inorganico è assorbito per inalazione e ingestione, mentre quello organico è assorbito anche attraverso la cute. Circa il 9095% del metallo presente nel sangue è legato ai globuli rossi. Il 90% del piombo presente nell’organismo si deposita, legato al fosforo e al calcio, nelle ossa. Il piombo si accumula in modo relativamente elevato anche nei reni e in minor misura nel fegato (organi di escrezione dove il metallo può formare delle inclusioni nucleari). Il piombo si accumula anche nel sistema nervoso. Il piombo si lega ai gruppi SH delle proteine; inoltre sostituisce il calcio. Valori TLV: 0,05 mg/m3 Il cromo nell’ambiente Gli stati di ossidazione più comuni del cromo sono +3 (Cr3+) e +6 (CrO42). Il cromo trivalente è un elemento essenziale, necessario per il corretto metabolismo degli zuccheri nel corpo umano: una carenza di cromo influenza la capacità dell'insulina di regolare il livello di glucosio nel sangue. Viene estratto come minerale cromite (FeCr2O4). Il Cr(VI) è tossico e causa il cancro. Le utilizzazioni principali del cromo sono nell’industria dei metalli (l'acciaio inossidabile, rivestimenti, ecc.). Viene anche usato in smalti e vernici, nelle tintura di tessuti e delle pelli. Il cromo nell’ambiente acquatico può essere presente come Cr(III) e Cr(VI). Anche attraverso la combustione del carbone il cromo si disperde nell’aria e attraverso la deposizione nel terreno. Il Cr(III) è presente sotto forma dei seguenti complessi: Cr3+ + OH = Cr(OH)2+ Cr3+ + 3OH = Cr(OH)3(aq) Esiste come cromato nelle due forme (CrO42) (pH > 7), HCrO4 (1 < pH < 7). Può esistere anche come dicromato (Cr2O72) in soluzioni acide. E’ un agente ossidante secondo le reazioni: HCrO4 + 7H+ + 3e = Cr3+ + 4H2O (soluzione acida) CrO42 + 4H2O + 3e = Cr(OH)3(aq) + 5OH (soluzione alcalina) Il cromato entra nelle cellule attraverso il cammino dei solfati. Valori TLV: 0,01 mg/m3 Il mercurio nell’ambiente Il mercurio (Hg) presenta due stati di ossidazione +1 (Hg22+) e +2 (Hg2+). Viene disperso nell'ambiente da impianti di combustione del carbone e inceneritori di rifiuti. Inoltre viene utilizzato in alcune leghe, batterie e materiali elettronici. Una parte ha origine naturale, come le eruzioni vulcaniche ed il dilavamento, ad opera della pioggia del suo principale minerale, il cinabro (HgS). In passato alcuni suoi composti organometallici del tipo RHgX venivano usati come antimuffa in agricoltura. Il livello della concentrazione di mercurio nelle acque potabili è compreso tra 0,05 e 0,5 g/dm3 (limite 1 g/dm3). Negli alimenti ittici, la concentrazione del mercurio deve essere inferiore a 1 mg/kg di materiale ittico. Nell’ambiente acquatico è presente nei seguenti complessi: Hg2+ + 4Cl = HgCl42 Hg2+ + 2OH = Hg(OH)2(aq) La tossicità del mercurio si manifesta sul sistema nervoso centrale e sul rene. La forma Hg(0) è volatile e viene assorbita nel tratto respiratorio; essendo neutro, può attraversare la barriera ematoencefalica e accumularsi nel sistema nervoso centrale. Può essere ossidato nell'organismo a Hg2+ che è tossico per i reni. I sali del mercurio inorganici Hg22+, Hg2+ (di cui i mercurici sono più solubili e quindi più facilmente assorbibili) vengono solo parzialmente assorbiti (10% circa) e si legano ai gruppi solfidrilici delle proteine. Nell’ambiente Hg(II) può essere metilato ad opera di microrganismi, formando composti contenenti il metilmercurio, CH3HgCl, CH3HgOH e il dimetilmercurio (volatile) (CH3)2Hg. Il mercurio organico (il metilmercurio) può essere assorbito in quantità che possono raggiungere fino al 90% di quello introdotto e viene rapidamente distribuito al fegato (circa il 50%), al sistema nervoso centrale e al rene. Il particolato atmosferico Dimensione delle particelle Il materiale particellare totale sospeso (PTS particolar total suspension) nell’atmosfera viene definito come una sospensione di particelle solide o liquide relativamente stabili nell’aria circostante (aerosol). Si definisce diametro aerodinamico equivalente (Da) il diametro di una particella sferica con una densità di 1 g/cm3 (acqua), che sotto l’azione della forza di gravità nelle stesse condizioni di temperatura, pressione e umidità relativa, raggiunge la stessa velocità finale della particella considerata. Il limite superiore delle particelle è 100 m, mentre le particelle più piccole raggiungono 0,002 m (cioè 2 nm). Le proprietà chimicofisiche dipendono dalle dimensioni. Si definiscono: Particelle grossolane (Da > 2,5 μm): poco solubili in acqua, alta velocità di sedimentazione. Particelle fini (Da 2,5 μm): molto solubili in acqua e bassa velocità di sedimentazione. Particelle ultrafini (Da 0.1 μm): particolato emesso principalmente dai motori diesel. Le particelle grossolane sono principalmente costituiti dagli elementi della crosta (Si, Al, Ca, Fe, K, Na, Ti, Mn, Sr) e dai loro composti (SiO2, CaCO3, Al2O3, alluminosilicati, carbonati ed ossidi metallici). Le particelle fini sono formate da composti inorganici (6070%) e da composti organici di combustione (3040%) (fuliggine contenente carbonio inorganico (5%) ed una serie di composti organici (25%)). I composti secondari inorganici sono composti neutri o acidi: (NH4)2SO4, NH4HSO4, NH4NO3 e (NH4)3H(SO4)2. In zone marittime può prevalere Na2SO4 e NaCl (derivanti dalle particelle di acqua di mare). I solfati e nitrati derivano dalla neutralizzazione di NH3 (decomposizione del materiale organico nel suolo, decomposizione dell’urea; prodotta dai microrganismi: CO(NH2)2 + H2O → 2NH3 + CO2) con HNO3 e H2SO4 (dagli ossidi di azoto e di zolfo). La frazione organica sul particolato è costituita da prodotti organici secondari (ossigenati e azotati), da idrocarburi aromatici con 78 atomi di carbonio. Gli idrocarburi a basso peso molecolare sono volatili e permangono nell’aria (anche come prodotti ossidati). Sulle superfici delle particelle (soprattutto organiche) possono essere adsorbiti composti metallici (metallo, ossidi, ecc.) e composti organici non volatili (idrocarburi aromatici policiclici, ecc.). L’acqua adsorbita facilita la dissoluzione di composti polari. Negli ambienti indoor il particolato è prodotto principalmente dal fumo di sigaretta, dalle fonti di combustione e dalle attività degli occupanti. Le concentrazioni di PM10 sono comprese tra 10100 µg/m3. La composizione del particolato da combustione varia in base al tipo di combustibile e alle condizioni in cui avviene la combustione. L’esame del particolato fine raccolto all’interno di abitazioni ha consentito di verificare la presenza di cadmio, polonio, nalcani, 1,3 butadiene, aldeidi (formaldeide), acidi grassi (palmitico e stearico), esteri ftalati, ecc. Particelle inalabili (PM10) Sono le polveri che rappresentano il particolato che ha un diametro inferiore a 10 m (PM10). Sono polveri inalabili perché in grado di penetrare nel tratto superiore dell’apparato respiratorio (dal naso alla laringe) e costituiscono circa il 60% del particolato totale. Particelle respirabili (PM2.5) Sono le polveri che rappresentano il particolato che ha un diametro inferiore a 2,5 m (PM2.5). Le PM2.5 sono anche dette polveri respirabili perché possono penetrare nel tratto inferiore dell’apparato respiratorio (dalla trachea fino agli alveoli polmonari). Per le concentrazioni naturali di fondo su base annuale varia da 4 μg/m3 a 11 μg/m3 per il PM10 e da 1 μg/m3 a 5 μg/m3 per il PM2,5 nei luoghi remoti del Nord America. L’amianto nell’ambiente L'asbesto (o amianto) è un insieme di minerali del gruppo dei silicati. In tali minerali ogni atomo di silicio è coordinato tetraedricamente da quattro atomi di ossigeno (tetraedri SiO44). In composti dove il rapporto O/Si è inferiore a 4, atomi di ossigeno possono essere coordinati in comune a due o più atomi di silicio. In questo modo tetraedri SiO4 sono legati insieme da angoli in comune da formare polisilicati. La classificazione dei silicati è fatta appunto secondo il grado di accoppiamento dei tetraedri SiO4. In molti silicati l'elemento più abbondante, dopo Si e O, è l'alluminio. Il raggio ionico di Al3+ è solo un poco più grande di quello di Si4+, cosicché Al3+ può rimpiazzare Si4+ come atomo centrale nei tetraedri SiO4. Si ottengono così gli alluminosilicati. Si classificano in: 1) Nesosilicati (isola) con O/Si = 4, si formano gruppi isolati mononucleari dove unità dell'edificio è lo ione SiO44. 2) Sorosilicati (gruppo) ioni isolati polinucleari dove O/Si < 4, e gli atomi di ossigeno non sono sufficienti per formare ioni isolati SiO44. Sono possibili ioni polinucleari ma isolati e strutture ad anelli. 3) Inosilicati (fibre) silicati con struttura a catena infinita e a banda. I tetraedri SiO4 sono disposti in catene infinite e lineari dritte con formula (SiO32)n. Caratteristica di minerali detti pirosseni. Se due catene del tipo menzionato si uniscono in una banda, si ottiene un altro gruppo di silicati, gli anfiboli. 4) Fillosilicati (foglia) l’unione di catene lineari nel piano forma una lamina infinita o strato di formula generale (Si2O52)n. Questi strati sono presenti in un gran numero di silicati, tra cui mica, clorite e argille. 5) Tectosilicati struttura in cui tutti gli atomi di ossigeno sono in comune ad altri tetraedri, si ottiene una struttura di tetraedri legati tridimensionalmente. Ne risulta un anione macromolecola (anione infinito) nello spazio tridimensionale nei cui interstizi si trovano cationi per garantire la elettroneutralità. Ai tectosilicati appartengono le zeoliti con strutture meno compatte. Lo scheletro dell'anione è attraversato da canalicoli che permettono lo scambio di certi ioni e molecole con l'intorno senza che la struttura venga distrutta. Zeoliti sono adoperate come scambiatori di ioni e come setacci molecolari. Una zeolite è la natrolite. Gli amianti maggiormente diffusi sono riportati in tabella. Le fibre di amianto sono raccolte su un filtro ed osservate al microscopio elettronico. Fibre con diametro d 0,5 µm e rapporto L/D 3 sono pericolose per la salute. L’esposizione alle fibre di amianto provoca nei polmoni uno stato di stress ossidativo, con formazione di specie reattive dell’ossigeno (ROS) e dell’azoto (RNS). Limiti normativi (aria ambiente): 0,1 mg/m3 (2 fibre/cm3) Tossicità dell’amianto: formazione di ROS e RNS Le specie reattive dell'ossigeno, i ROS (reactive oxygen species), sono i radicali liberi a maggior diffusione. I più importanti ROS sono l'anione superossido, O2, il perossido d'idrogeno, H2O2 e il radicale ossidrilico, OH•. Le specie reattive derivate dall'azoto RNS (reactive nitrogen species) di maggior interesse sono l'ossido di azoto (NO) ed il perossinitrito (ONOO). La presenza di fibre di amianto nei polmoni genera delle situazioni di stress ossidativo, che determinano la formazione di specie reattive radicali che, portano allo sviluppo di tumori.