Anno Accademico 2015/16 Tossinfezioni Alimentari Epidemiologia, Principali Microrganismi, Prevenzione Prof.ssa Laura Sticchi Di.S.Sal., Università degli Studi di Genova TOSSINFEZIONI ALIMENTARI Con il termine «Tossinfezioni alimentari» si intende una serie di sindromi causate da particolari batteri che manifestano la loro azione patogena solo se riescono a moltiplicarsi abbondantemente e/o a produrre quantità abbondanti di tossine prima di essere ingeriti con l’alimento, che rappresenta, quindi, il substrato indispensabile per la loro attiva moltiplicazione. Insorgono bruscamente dopo un breve periodo di incubazione e si presentano in genere con manifestazioni a carico dell’apparato digerente. La sintomatologia può in alcuni casi interessare l’intero organismo con il coinvolgimento del sistema nervoso centrale e periferico. INFEZIONE, TOSSINFEZIONE, INTOSSICAZIONE INFEZIONI ALIMENTARI: Le infezioni alimentari sopravvengono in seguito al consumo di alimenti contenenti microrganismi vivi che hanno azione diretta sulla mucosa intestinale (es. Salmonella). TOSSINFEZIONI ALIMENTARI: Le tossinfezioni alimentari sono determinate dal consumo di alimenti contenenti sia tossine che batteri. In questo caso la tossicità è data sia dalle tossine preformate sia da quelle prodotte da cellule vive ingerite con l’alimento all’interno dell’ospite (es. Clostridium perfringens). INTOSSICAZIONI ALIMENTARI: Le intossicazioni alimentari sono manifestazioni patologiche che si determinano in seguito al consumo di alimenti contenenti tossine prodotte da microrganismi che si sono moltiplicati sull’alimento precedentemente al suo consumo. Perché si manifesti l’intossicazione pertanto non obbligatoriamente ci deve essere il microrganismo, bensì è indispensabile la presenza della sua tossina (es. Staphylococcus aureus, Clostridium botulinum). RIASSUMENDO: INFEZIONI ALIMENTARI microrganismi patogeni TOSSINFEZIONI ALIMENTARI batteri + tossine INTOSSICAZIONI ALIMENTARI tossine EPIDEMIOLOGIA Esistono oggi al mondo più di 250 tossinfezioni alimentari che si manifestano con differenti sintomi e sono causate da diversi agenti patogeni. Con il passare degli anni vengono identificati continuamente nuovi patogeni (es. Campylobacter jejuni, Listeria monocytogenes). Si stima che nei paesi industrializzati, il 30% della popolazione ogni anno è soggetto ad una tossinfezione alimentare. Negli USA circa 76 milioni di persone si ammalano ogni anno in seguito ad una infezione alimentare con la morte di 5200 di esse. Di queste, solo 14 milioni sono causate da patogeni conosciuti Costo totale annuo speso in USA per la cura della Salmonellosi è di 1 miliardo di dollari I fenomeni che vengono registrati sono ritenuti da tutti sottostimati sia per la mancanza di notifica sia per la non correlazione dello stato di malattia con l’origine alimentare stessa. SINTOMATOLOGIA SINTOMI LIEVI: durata di qualche ora GRAVI: durata di più giorni I sintomi sono solitamente gastroenterici: Vomito Nausea Diarrea Generalmente si presentano con: Breve periodo di incubazione (di solito ≤ 24 h) Carattere epidemico esplosivo: colpiti contemporaneamente più commensali Fonte unica della tossinfezione: consumo in comune di un ben determinato cibo Esaurimento dell’episodio dopo eliminazione dell’alimento; non casi secondari per contatti inter-umani. Le malattie alimentari si manifestano con maggiore gravità nelle popolazioni più sensibili: bambini e anziani. FATTORI CHE DETERMINANO UNA TOSSINFEZIONE • MICRORGANISMO • CONTAMINAZIONE DELL’ALIMENTO mediante: utensili e superfici sporchi, alimenti crudi, personale addetto… • ALIMENTO ADATTO (es. latte, carne, pesce…) • TEMPO E TEMPERATURA che permettono al microrganismo di moltiplicarsi • L’INGESTIONE dell’alimento contaminato. - MODALITÀ DI TRASMISSIONE DEI MICRORGANISMI I microrganismi patogeni possono trasmettersi per: -CONTAMINAZIONE DIRETTA : da uomo o animale malato/portatore sano sano uomo -CONTAMINAZIONE INDIRETTA: tramite Veicoli o Vettori Per Veicoli si intende dei mezzi inanimati di trasmissione e sono ad esempio l’acqua, le stoviglie, contenitori o altri oggetti contaminati. Per Vettori si intende dei mezzi animati di trasmissione e sono ad esempio le mosche, le zanzare, i topi. -CONTAMINAZIONE CROCIATA: alimento infetto comportamenti scorretti da parte del personale). alimento sano ( a causa di La CONTAMINAZIONE può avvenire per: - Commistione tra cibi già cotti e cibi crudi Cattiva igiene dell’alimentarista Cibo ottenuto da fonti incerte Attrezzatura non adeguatamente pulita La MOLTIPLICAZIONE del microrganismo può avvenire per: - Scorretto mantenimento della temperatura degli alimenti - Aumento del numero di giorni tra preparazione dell’alimento e suo consumo - Scorretta preparazione dell’alimento La SOPRAVVIVENZA del microrganismo può avvenire per: - Cottura inadeguata dell’alimento (temperature insufficienti e tempi inadeguati di preparazione) - Cibi crudi Fattori che condizionano la crescita e la moltiplicazione dei microrganismi negli alimenti: TEMPERATURA TEMPO PRESENZA O ASSENZA DI OSSIGENO NUTRIMENTO UMIDITÀ GRADO DI ACIDITÀ (pH) TEMPERATURA La temperatura influisce in maniera determinante sulla velocità di crescita batterica. MICRORGANISMI E OSSIGENO La presenza negli alimenti di Ossigeno o di Anidride Carbonica favoriscono la crescita e la moltiplicazione batterica. MICRORGANISMI E NUTRIMENTO I microrganismi per moltiplicarsi hanno bisogno di Proteine e Zuccheri (quindi alimenti a maggior rischio sono latte e derivati, carne e pesce, prodotti a base di uova..) MICRORGANISMI E UMIDITÀ L’acqua è un elemento necessario per la crescita dei batteri. Ogni alimento possiede uno specifico contenuto d’acqua. GRADO DI ACIDITÀ La maggior parte dei microrganismi presenta condizioni ottimali di crescita in alimenti non troppo acidi né troppo alcalini (pH tra 6,5 e 7,5). In generale un pH inferiore a 4,5 è in grado di impedire la moltiplicazione dei microrganismi. Lieviti e muffe sono in grado di crescere con valori di pH ≤ 2. PRINCIPALI MICRORGANISMI Intossicazione alimentare da STAPHYLOCOCCUS AUREUS Circa la metà dei ceppi di S. Aureus è in grado di produrre enterotossine. Le esotossine ad attività enterotossica (tossine A-Q) sono caraterizzate da TERMORESISTENZA (30’ a 100°C). Quindi il microrganismo è sensibile al calore mentre la tossina è resistente. Gli alimenti più frequentemente causa di tossinfezioni alimentari da S. Aureus sono: Creme, panna, gelati, latte, latticini freschi (conservazione non idonea). N.B. i caratteri organolettici non sono modificati. L’habitat dello S. Aureus sono le ferite anche piccole a livello cutaneo, naso e gola dei portatori sani. La contaminazione degli alimenti avviene tossendo o starnutendo sul cibo, usando attrezzature non sanificate, toccando gli alimenti dopo aver tossito o starnutito o se le mani presentano abrasioni o ferite. La sintomatologia clinica è caratterizzata da: - Incubazione da 1-6 ore dall’ingestione - Dolori addominali crampiformi, nausea, vomito, diarrea (feci non infiammatorie). - Scialorrea, sudorazione, tendenza all’ipotensione. - Assenza di febbre. La terapia è sintomatica, reidratante. La prognosi è generalmente benigna (attenzione alle età estreme). La guarigione è rapida in circa 24-48 ore. La diagnosi è su base clinico epidemiologica. Si può dimostrare la presenza dell’enterotossina nel cibo incriminato con antisieri specifici (immunodiffusione su agar, immunofluorescenza) La prevenzione si basa su: - Rispetto delle norme igieniche di lavorazione - Uso di mascherina e guanti per lavorare alimenti che non subiranno cottura - Bendaggi impermeabili per ferite alle mani - Lavaggio frequente delle mani - Rispetto delle temperature -Conservazione costante degli alimenti cucinati, latte, latticini e derivati non a temperatura ambiente ma in frigorifero Infezione alimentare da SALMONELLAE Causate da salmonelle “minori” (non tifoidee), con serbatoio animale (pollame, bovini, ovini, maiali, cani, gatti). Sono distrutte dal calore e dai comuni disinfettanti. Gli alimenti più frequentemente a rischio per infezioni da salmonella sono: Piatti a base di uova crude, uova e derivati, carni di pollame, alcuni molluschi, carni suine crude. L’habitat delle salmonelle è rappresentato dall’intestino di molti animali e portatori sani. La contaminazione degli alimenti può avvenire per una cottura insufficiente, per contaminazione crociata fra alimenti cotti e crudi, per scarsa igiene personale e della lavorazione o per contaminazione diretta delle materie prime. La sintomatologia clinica è caratterizzata da: - Incubazione di circa 24 - 48 ore - Vomito, diarrea (feci infiammatorie), dolori addominali - Febbre ± elevata - Disidratazione, ± alterazioni elettrolitiche - Risoluzione in alcuni giorni La terapia si basa su una dieta priva di scorie, reidratazione, correzione squilibri elettrolitici. Nei casi gravi, terapia antibiotica (guidata da antibiogramma) Pazienti con salmonellosi acuta vanno isolati e tenuti sotto controllo fino a negativizzazione della coprocoltura. La prognosi è generalmente favorevole (maggior rischio per le età estreme e per i pazienti compromessi). La guarigione avviene di solito in alcuni giorni. Possibilità dello stato di “portatore”. La diagnosi si basa sulla coprocoltura. La prevenzione si attua attraverso la cottura dei cibi a temperature superiori ai 60°C e la conservazione degli alimenti sotto ai 10°C. Intossicazione alimentare da CLOSTRIDIUM BOTULINUM Il BOTULISMO è una intossicazione alimentare grave causata dall’ingestione di cibo contaminato con tossina botulinica prodotta da Clostridium botulinum. Nella forma più comune di malattia, la tossina viene ingerita con i cibi inquinati (botulismo alimentare), talvolta la produzione avviene nell’intestino dopo ingestione di spore (botulismo infantile), oppure nei tegumenti per penetrazione di spore attraverso soluzioni di continuo cutanee (botulismo da ferita) C. Botulinum è un bacillo Gram +, anaerobio, sporigeno ( le spore hanno forma fusata e sono resistenti a 100°C per 5 ore, mentre sono distrutte a 120°C) La tossina botulinica (esotossina) è prodotta durante lo sviluppo della forma vegetativa in ambiente strettamente anaerobio. Il tempo di produzione è lento circa 2-14 giorni ( per cui il botulismo si manifesta per l’ingestione di cibi conservati, non per cibi freschi anche se contaminati con il clostridio.) Esistono 7 tipi antigenicamente distinti, da A a G: proteina termolabile (20’ a 80°C, 10’ a 90°C), labile a pH alcalino. Tossina E prodotta anche a +6°C. Sono patogene per l’uomo A,B,E (raramente la F) C e D sono patogene per gli animali G non è associata a malattie La dose minima di tossina letale per l’uomo è di 100 mcg. La tossina resista alla degradazione acida e agli enzimi proteolitici. È assorbita a livello intestinale raggiunge per via ematogena le terminazioni nervose colinergiche periferiche. La tossiemia persiste a lungo (≥ 10 giorni). Il meccanismo d’azione della tossina botulinica è caratterizzato dall’arrivo a livello delle terminazioni nervose colinergiche periferiche, tramite la via ematogena, bloccando il rilascio di acetilcolina con quindi paralisi muscolari Gli alimenti più frequentemente a rischio sono: Le conserve preparate in casa (vegetali e sott’olio) Carne in scatola Pesce in scatola Prosciutto, insaccati. L’habitat delle salmonelle è molto vario in quanto sono largamente diffuse nell’ambiente. La contaminazione avviene generalmente per: -carenze igieniche nella lavorazione - trattamenti termici inadeguati delle conserve casalinghe. La sintomatologia clinica è caratterizzata da: - incubazione 12-36 ore -Inizio con disturbi gastroenterici: nausea, vomito, dolori addominali, meteorismo -Astenia, capogiri, non febbre, non diarrea -Paralisi e disturbi secretori: paralisi più frequenti e precoci a livello del III°- IV°- VI° nervo cranico con manifestazioni quali diplopia, strabismo, ptosi palpebrale, paralisi dell’accomodazione, midriasi, anisocoria. Disturbi della deglutizione e fonazione (Glossofaringeo e Vago) Paralisi del faciale Blocco secrezioni con secchezza delle fauci Paralisi muscolatura liscia: ritenzione urinaria, meteorismo, stipsi, ileo paralitico. Exitus per paralisi respiratoria o bulbare o per infezioni batteriche secondarie. BOTULISMO INFANTILE: si presente con letargia, stipsi, rifiuto del cibo, debolezza del pianto, ptosi palpebrale, ipotonia muscolare e nei casi gravi difficoltà respiratorie fino all’ exitus. La diagnosi viene fatta con - una anamnesi accurata (è difficile se il caso è isolato mentre è più agevole se sono interessati più individui); -con la dimostrazione della tossina nell’alimento, nel siero, nelle feci del paziente. Conferma possibile nel 75% dei casi (immunodiffusione gel, immunoenzimatico) -Inoculo nel topo: sospensione (0,25-1 ml) dell’alimento sospetto, siero del paziente. Topo muore entro 24-48 ore. Riscontro tossina su feci, vomito, succo gastrico. La prognosi è caratterizzata da una letalità elevata fino al 70%. Con terapia adeguata la letalità è ridotta al 10%, ed è possibile la guarigione con recupero totale. La terapia consiste nell’impedire l’ulteriore assorbimento della tossina (clisteri, purganti, lavanda gastrica). Terapia sintomatica con tracheotomia, respirazione controllata, cateterismo vescicale, antibiotici. Somministrazione del siero antitossina, polivalente (anti A-B-E) di cavallo, fino a 50000 U.I. nelle 24 ore (dosi distanziate di 2 ore). Una volta individuata la tossina somministrazione del siero monovalente. L’efficacia terapeutica è dimostrata per l’anti-E mentre è probabile per l’anti-A e antiB. La profilassi consiste nella corretta conservazione degli alimenti, nello scartare cibi inscatolati sospetti come ad esempio quelli caratterizzati dalla presenza di gas, odore rancido. È sufficiente riscaldamento a +120°C all’atto dell’inscatolamento o bolliti per 20’ prima del consumo. In caso di botulismo è obbligatoria e immediata la denuncia. Virus dell’ EPATITE A (HAV) Il virus dell’epatita A è un virus ad RNA. Il virus è acido-resistente (pH3). Resiste ai detergenti e ai solventi lipidici ed è termoresistente. Sopravvive al congelamento. Il virus è diffuso in tutto il mondo ed è causa di circa 1,5 milioni di casi di epatite acuta ogni anno. La trasmissione avviene bevendo acqua o mangiando cibo contaminato con materia fecale contenente il virus; meno frequente, ma possibile, la trasmissione per contatto diretto con un soggetto infetto. L’Italia è considerata un’area a bassa/intermedia endemicità, con una incidenza di epatite A sintomatica di 2-3 casi per 100.000 abitanti all’anno. I molluschi contaminati sono la più frequente sorgente di infezione, rendendo conto di circa il 40% di tutti i casi di epatite A, mentre i viaggi in aree ad alta endemia sono responsabili di circa il 17% dei casi. In Italia, con il miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie, la circolazione del virus è progressivamente diminuita; oggi buona parte dei soggetti di età inferiore ai 40 anni è sprovvista di immunità anti-HAV, ossia non ha mai avuto un contatto con il virus, mentre in passato molti bambini e giovani presentavano segni di pregressa infezione. Gli alimenti a rischio, oltre ai molluschi e ostriche, sono le insalate miste, latte, dolci con panna montata, panini imbottiti. Per quanto riguarda l’habitat il virus è largamente diffuso nell’ambiente La contaminazione avviene generalmente per una carenza delle condizioni igieniche durante la lavorazione degli alimenti o carenza nelle strutture pubbliche responsabili della fornitura dell’acqua. La sintomatologia clinica è caratterizzata da un periodo di incubazione di 25-30 giorni. Nella maggioranza dei casi la malattia decorre in forma subclinica, e la quasi totalità dei soggetti che possiede l’anticorpo IgG (marker sierologico di immunità a seguito di pregressa infezione) non ricorda di aver sofferto di epatite. Altri pazienti invece in fase acuta sviluppano sintomi quali astenia, malessere, vomito, urine ipercromiche e feci ipocoliche; raramente, nell’1- 4% dei casi, la malattia può avere un decorso particolarmente severo con insufficienza epatica (forme fulminanti). L’infezione va incontro a guarigione entro 6 mesi (l’infezione da HAV non cronicizza mai). Il soggetto infetto elimina il virus con le feci (ed è quindi infettante) già dai 7-10 giorni precedenti l’inizio dei sintomi, e continua fino a quando non iniziano a ridursi le transaminasi. Dal punto di vista sierologico, nelle fasi precoci di infezione si osserva la comparsa di anticorpi di classe IgM anti-HAV, indice della risposta immunitaria dell’organismo; essi scompaiono poi nel giro di poche settimane, sostituiti da anticorpi di classe IgG anti-HAV che persistono tutta la vita e conferiscono immunità alla malattia. La presenza di anti-HAV IgM indica invece un’infezione ancora in atto. La profilassi si effettua attraverso l’applicazione delle comuni norme igienicosanitarie, tuttavia la vaccinazione (riservata ai soggetti IgG anti-HAV negativi, suscettibili di infezione) rappresenta la misura di prevenzione maggiormente efficace. È disponibile un vaccino costituito da virus inattivato; esso determina protezione già dopo 14- 21 giorni dalla somministrazione di una singola dose, mentre una dose di richiamo somministrata dopo 6-12 mesi conferisce una protezione per oltre 10 anni. Tossinfezione da CLOSTRIDIUM PERFRINGENS Clostridium Perfringens é un batterio gram-positivo, a forma di bastoncello, anaerobico, solfito-riduttore e sporigeno. Alcuni ceppi di C. perfringens producono una tossina che causa tossinfezione alimentare se ingerita. La tossina è l’agente principale della Gangrena Gassosa. Il Clostridium è presente nelle feci sia dell’uomo che degli animali domestici, nel suolo, nelle abitazioni. Contamina generalmente le carni attraverso le spore con molta facilità. Ci sono 5 tipi di tossine: Tipo A in causa nella quasi totalità di casi di intossicazione alimentare. È una enterotossina cioè una proteina termolabile di 35 kd sintetizzata da forme vegetative. Gli alimenti maggiormente coinvolti sono le carni di grossa pezzatura a cottura parziale come ad esempio il roast beef. Infatti il roast beef dopo aver ricevuto una parziale cottura viene lasciato raffreddare permettendo così la germinazione delle spore e la produzione di tossine. L’ingestione della carne a distanza di tempo determina quindi l’ingestione di clostridi + l’enterotossina termolabile preformata. L’azione è a livello dell’intestino tenue soprattutto a livello dell’ileo con danno dell’orletto a spazzola delle cellule dei villi intestinali. La sintomatologia clinica è caratterizzata da. - Incubazione di circa 8-20 ore - Diarrea (feci non infiammatorie), dolori addominali intensi, vomito - Non febbre, non segni generali La diagnosi è epidemiologica. Cl. Perfringens può essere ritrovato nelle feci e nel cibo contaminato. La terapia è sintomatica. ALTRI AGENTI DI TOSSINFEZIONI ALIMENTARI VIBRIO PARAHAEMOLYTICUS Il Vibrio parahaemolyticus è un batterio non invasivo, appartenente al genere dei vibrioni, essendo alofilo si ritrova generalmente nelle acque e in alimenti di origine marina. Gli alimenti maggiormente coinvolti sono i crostacei e molluschi consumati crudi o poco cotti (la trasmissione quindi avviene per via oro-fecale). La sintomatologia clinica è caratterizzata da: - incubazione di circa 12-24 ore - diarrea abbondante con sangue, crampi addominali, vomito - cefalea - febbre con brivido I sintomi tendono a scomparire spontaneamente nel giro di tre giorni. Per la prevenzione è necessario consumare pesce di allevamenti controllati, evitare quando possibile di ingerirlo crudo, e refrigerarlo dopo la cottura, se non lo si consuma subito. La terapia è data da trattamenti idratanti e risalificanti. • BACILLUS CEREUS Bacillus cereus è un batterio beta emolitico a bastoncino Gram-positivo. Causa un'intossicazione alimentare simile a quella provocata dallo Stafilococco. Il Bacillus cereus è un batterio patogeno che produce tossine responsabili di intossicazioni alimentari. Gli alimenti maggiormente contaminati sono le farine di cereali, riso, cibi secchi. La sintomatologia clinica è caratterizzata da: - incubazione di circa 8-12 ore - vomito, diarrea, dolori addominali Generalmente la sintomatologia ha breve durata. PREVENZIONE DELLE TOSSINFEZIONI ALIMENTARI Importante nella prevenzione è l’individuazione delle principali cause di tossinfezione. Fra queste abbiamo: - Inadeguato raffreddamento dei cibi cotti - Conservazione di alimenti caldi in modo inadeguato - Inadeguata cottura o riscaldamento dei cibi cotti - Uso di ingredienti contaminati - Contaminazione crociata - Manipolazione di alimenti ad opera di personale infetto - Scarsa igiene personale - Inadeguata pulizia (dei locali, utensili, attrezzature) PREVENZIONE Come si può evitare la contaminazione, moltiplicazione sopravvivenza dei microrganismi negli alimenti? 4 azioni principali: 1. PULIRE ( igiene personale e dell’ambiente) 2. SEPARARE (alimenti cotti da alimenti crudi) 3. CUOCERE ( a temperature adeguate e per il tempo idoneo) 4. CONSERVARE ( conservare gli alimenti cucinati in frigorifero) Importante nella prevenzioni delle tossinfezioni alimentari: - La catena del freddo - Ricerca dei portatori - Educazione sanitaria - Notificazione obbligatoria BRUCELLOSI (febbre ondulante, febbre maltese) Zoonosi ubiquitaria trasmessa all’uomo dagli animali per via diretta (professionale) o indiretta (alimentare) Le Brucelle sono batteri molto resistenti all’essiccamento ed all’invecchiamento e possono sopravvivere fino a 3-4 mesi in alimenti come burro o formaggio Endemica in tutto il mondo In Italia si registrano circa 1.500 casi l’anno Sono più colpite le regioni meridionali In Puglia si registrano circa 200-250 casi l’anno La specie più diffusa è B. melitensis Cenni clinici Qualunque sia la via di penetrazione, le brucelle si diffondono per via linfatica ed ematica localizzandosi in particolare in linfonodi, milza, fegato, rene, midollo osseo Dopo un’incubazione di 1-6 settimane, si presenta febbre, sudorazione, algie diffuse, astenia Nei casi tipici la febbre è “ondulante”: 1-2 settimane di febbre, alternate a periodi afebbrili Possibile cronicizzazione: focolai localizzati a ossa e articolazioni, sistema nervoso centrale, fegato, milza, apparato respiratorio Prevenzione La prevenzione della brucellosi si basa principalmente sul controllo veterinario della malattia Malattia professionale: Uso di guanti, disinfezione di tutto il materiale potenzialmente contaminato (materiale abortivo) Vaccinoprofilassi Trasmissione alimentare: Bonifica del latte e derivati Educazione alimentare LISTERIOSI Malattia batterica che di solito si manifesta con meningoencefalite o setticemia in neonati, anziani o soggetti immunocompromessi ovvero con aborto in donne gravide (che possono anche trasmettere l’infezione al neonato) Listeria monocytogenes è un batterio i cui serbatoi principali sono rappresentati da suolo, acqua ma anche foraggio e granaglie nei silos Un ulteriore serbatoio è costituito dagli animali da allevamento Cenni clinici Qualunque sia la via di penetrazione, le brucelle si diffondono per via linfatica ed ematica localizzandosi in particolare in linfonodi, milza, fegato, rene, midollo osseo Dopo un’incubazione di 1-6 settimane, si presenta febbre, sudorazione, algie diffuse, astenia Nei casi tipici la febbre è “ondulante”: 1-2 settimane di febbre, alternate a periodi afebbrili Possibile cronicizzazione: focolai localizzati a ossa e articolazioni, sistema nervoso centrale, fegato, milza, apparato respiratorio Prevenzione La prevenzione della brucellosi si basa principalmente sul controllo veterinario della malattia Malattia professionale: Uso di guanti, disinfezione di tutto il materiale potenzialmente contaminato (materiale abortivo) Vaccinoprofilassi Trasmissione alimentare: Bonifica del latte e derivati Educazione alimentare 1 2 3 Virus dell’ EPATITE A (HAV) Il virus dell’epatita A è un virus ad RNA. Il virus è acido-resistente (pH3). Resiste ai detergenti e ai solventi lipidici ed è termoresistente. Sopravvive al congelamento. Il virus è diffuso in tutto il mondo ed è causa di circa 1,5 milioni di casi di epatite acuta ogni anno. La trasmissione avviene bevendo acqua o mangiando cibo contaminato con materia fecale contenente il virus; meno frequente, ma possibile, la trasmissione per contatto diretto con un soggetto infetto. L’Italia è considerata un’area a bassa/intermedia endemicità, con una incidenza di epatite A sintomatica di 2÷3 casi per 100.000 abitanti all’anno. I molluschi contaminati sono la più frequente sorgente di infezione, rendendo conto di circa il 40% di tutti i casi di epatite A, mentre i viaggi in aree ad alta endemia sono responsabili di circa il 17% dei casi. In Italia, con il miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie, la circolazione del virus è progressivamente diminuita; oggi buona parte dei soggetti di età inferiore ai 40 anni è sprovvista di immunità anti-HAV, ossia non ha mai avuto un contatto con il virus, mentre in passato molti bambini e giovani presentavano segni di pregressa infezione. Gli alimenti a rischio oltre ai molluschi e ostriche sono le insalate miste, latte, dolci con panna montata, panini imbottiti…. Per quanto riguarda l’habitat il virus è largamente diffuso nell’ambiente La contaminazione avviene generalmente per una carenza delle condizioni igieniche durante la lavorazione degli alimenti o carenza nelle strutture pubbliche responsabili della fornitura dell’acqua. La sintomatologia clinica è caratterizzata da un periodo di incubazione di 25÷30 giorni. Nella maggioranza dei casi la malattia decorre in forma subclinica, e la quasi totalità dei soggetti che possiede l’anticorpo IgG (marker sierologico di immunità a seguito di pregressa infezione) non ricorda di aver sofferto di epatite. Altri pazienti invece in fase acuta sviluppano sintomi quali astenia, malessere, vomito, urine ipercromiche e feci ipocoliche; raramente, nell’1÷4% dei casi, la malattia può avere un decorso particolarmente severo con insufficienza epatica (forme fulminanti). L’infezione va incontro a guarigione entro 6 mesi (l’infezione da HAV non cronicizza mai). Il soggetto infetto elimina il virus con le feci (ed è quindi infettante) sin dai 7÷10 giorni precedenti l’inizio dei sintomi, e continua fino a quando non iniziano a ridursi le transaminasi. Dal punto di vista sierologico, nelle fasi precoci di infezione si osserva la comparsa di anticorpi di classe IgM anti-HAV, indice della risposta immunitaria dell’organismo; essi scompaiono poi nel giro di poche settimane, sostituiti da anticorpi di classe IgG anti-HAV che persistono tutta la vita e conferiscono immunità alla malattia. La presenza di anti-HAV IgM indica invece un’infezione ancora in atto. La profilassi si effettua attraverso l’applicazione delle comuni norme igienicosanitarie, tuttavia la vaccinazione (riservata ai soggetti IgG anti-HAV negativi, suscettibili di infezione) rappresenta la misura di prevenzione maggiormente efficace. È disponibile un vaccino costituito da virus inattivato; esso determina protezione già dopo 14÷21 giorni dalla somministrazione di una singola dose, mentre una dose di richiamo somministrata dopo 6÷12 mesi conferisce una protezione per oltre 10 anni. Pattern epidemiologico dell’epatite A (WHO, 2000) Circolazione del virus Molto elevata Elevata Intermedia Bassa Molto bassa Regioni Africa America Merid. Medio Oriente S-E Asia Amazzonia Cina Europa Merid. Europa Orient. Medio Oriente Australia USA Europa Occ. Giappone Europa Sett. Età media pz <5 Principale via di trasmissione Contatto diretto Cibo e acqua contam. 5-14 Contatto diretto Cibo e acqua contam. Epidemie Contatto diretto Cibo e acqua contam. Epidemie Epidemie da fonte comune 5-24 5-40 >20 Viaggi Fonti poco comuni Incidenza di epatite A in Italia per classe d’età (SEIEVA,2006) 60 Incidence (cases/100,000 inabitants) 55 50 45 Total 0-14 yrs 15-24 yrs Over 24 yrs 40 35 30 25 20 15 10 5 0 Year Sieroepidemiologia dell’HAV: gradiente Nord-Sud (Ansaldi, Rota, submitted) 100 Italy Northern Centre Southern and island 90 Seroprevalence (%) 80 70 60 50 40 30 20 10 0 0-1 2-5 6-11 12-19 20-29 Age class (yrs) 30-39 40-49 50-59 >60 Incidenza di Epatite A in Liguria: casi notificati al SIMI 65 Casi di epatite A notificati al SIMI/mese 40 >64 anni 0-14 anni 0-14 15-24 anni 35 30 25 20 15 10 5 0 25-64 anni (OERMI, 2006) Giugno 2005: Luglio: Agosto: Settembre: 2 casi 29 casi 16 casi 5 casi Distribuzione del domicilio dei casi con esordio Giu-Ago 2005 Caratterizzazione dell’HAV: quali risposte Quale è la provenienza del virus “epidemico”? E’ un caso importato? E’ un’epidemia da fonte comune? Il virus ha continuato a circolare nei mesi successivi? Quali sono il pattern di circolazione e le vie di trasmissione nel periodo epidemico e post-epidemico? Popolazione dello studio Giu-Luglio 2005 Agosto 2005 Sett.-Ottobre 2005 Camp. 14 22 4 Pos. 9 12 3 Aprile 2006 Mag.-Luglio 2006 Ottobre 2006 Camp. 4 9 1 54 Pos. 3 5 1 33 Analisi di sequenza VP3 C-terminus (271 nn) 5’UTR VP4 VP2 VP3 VP1 VP1-2A junct. (348 nn) Proteine Non Strutturali 3’UTR VP1-P2A, genotipo 1 Giu-Settembre 2005 Ottobre 2005 Aprile 2006 Maggio-Luglio 2006 Ottobre 2006 1 59 20 virus Cluster epidemico Luglio-Settembre 2005 89 1a-it-bar00-Puglia200001 1a-it-sch00-Puglia200001 1a-neth-adam055-omosex1 1a-it-mull00-Puglia200001 1a-it-carina-l07708 1a-it-bia01-Puglia200001 53 tun-31-03-dq380524 tun-148-03-ay875650 tun-216-04-ay875668 it-DONREN-8-2005 67 53 1a-neth-adam121-frommorocco 52 it-PODGIA-5-2006 1a-urug-uru3-aj437166delet 1a-urug-uru6-ajaj309232 1a-chile-chile5-aj306376 1a-chile-chile11-aj3063811 1a-thay-ay352221-EpBangkok 1a-neth-adam071-omosex4 54 it-LANMAR-7-2006 1a-it-sib01-Puglia200001 1a-thay-ay352225-EpBangkok 1a-nig-tk002-l20553 1a-thay-l07720-Bangkok1987 1a-chi-l7715-1985 it-DAWVEL-6-2005 1a-it-zam01-Puglia200001 1a-cub-cu26-aj245523 1a-neth-adam069-omosex3 50 it-MESBAR-4-2006 it-CIZDAV-4-2006 it-VICALB-4-2006 1a-it-bon00-Puglia200001 1a-neth-cluster amsterdam MSM 53 1a-usa-l07679-1990 1a-mex-mex1-l07685 1a-usa-ca86-l07678 1a-bra-rdj-l07681 1a-swiz-kmv1-l07692 82 it-ALBSTE-6-2006 1a-bra-braz88-l07686 1a-urug-uru13-aj309229 it-FISRIC-5-2006 it-READAV-10-2005 89 it-MIEPAT-10-2005 1b-it-lom-ay294049-EpBari2002 56 71 56 1b-mbb-m20273 91 74 63 1b-ned-brab27fromturkey 1b-ned-brab16epidned 1b-ned-brab25fromturkey it-IDRZIN-10-2006 1b-ned-brab26frommarrocco 1b-nedbrab106fromarrocco it-MORADR-4-2006 Quale è la provenienza del virus “epidemico” ? E’ un’epidemia da fonte comune? Casi di epatite A notificati al SIMI/mese 40 89 1a-it-bar00-Puglia200001 1a-it-sch00-Puglia200001 1a-neth-adam055-omosex1 1a-it-mull00-Puglia200001 1a-it-carina-l07708 1a-it-bia01-Puglia200001 53 tun-31-03-dq380524 tun-148-03-ay875650 tun-216-04-ay875668 35 30 it-DONREN-8-2005 Nord Africa? Altra esposizione? 25 20 15 10 5 0 20 virus Cluster epidemico Luglio-Settembre 2005 59 67 1a-neth-adam121-frommorocco 53 52 it-PODGIA-5-2006 1a-urug-uru3-aj437166delet 1a-urug-uru6-ajaj309232 1a-chile-chile5-aj306376 1a-chile-chile11-aj3063811 1a-thay-ay352221-EpBangkok 1a-neth-adam071-omosex4 54 it-LANMAR-7-2006 1a-it-sib01-Puglia200001 1a-thay-ay352225-EpBangkok 1a-nig-tk002-l20553 1a-thay-l07720-Bangkok1987 1a-chi-l7715-1985 it-DAWVEL-6-2005 Viaggio S-E Asia Quale è la provenienza del virus “epidemico” ? 87 Ger-NRW-2-2004 E’ un’epidemia da fonte comune? Nor-MSM1-2004-MSM it-CEVBAR-8-2005 it-PIAMAT-7-2005 it-COMENR-8-2005 it-CRUDAN-8-2005 it-BOSALE-8-2005 it-MINRIT-7-2005 it-PARANT-7-2005 it-BERGIo-7-2005 it-ROMVAL8--2005 98 it-CAVANN-7-2005 it-DENMAU-7-2005 it-IOTNAD-8-2005 it-MOLGIO-9-2005 it-BALMAR-8-2005 Casi di epatite A notificati al SIMI/mese 40 35 30 25 20 24 15 10 32 5 0 51 0.01 92 Ger-BAV-2-03-2003-MSM it-GAMALE-8-2005 it-MARGIA-7-2005 it-PASMAT-7-2005 it-LICFRA-8-2005 it-RUGFRA-8-2005 it-PUDGIA-8-2005 Ger-GBM-WT-1994 Nor-17-1997-IDU 86 from Turkey Tun-102-2001 58 Tun-42-2003-DQ380514 85 Tun-152-2003 it-south-CAP-2000-unknown 30 it-south-SCH-00-infamily 1a-it-bar00-rawseafoodeating Studio caso-controllo per la valutazione dei fattori di rischio 77 questionari somministrati nei mesi di Luglio e Agosto; i gruppi caso e controllo accoppiati per età e sesso; distribuzione geografica non significativamente differente · All’analisi univariata le sole esposizioni che apparivano correlate con aver sviluppato epatite A sono state (i) l’abitudine a consumare panini o tramezzini non preparati al proprio domicilio (Pearson Chi-square p-value<0,01) e (ii) aver frequentato stabilimenti balneari (Pearson Chi-square p-value<0,01) · Le altre numerose esposizioni considerate nei questionari non apparivano correlate con i casi di epatite A, compresi i consumi di pescato cotto e crudo (pesce e frutti di mare) L’analisi multivariata Esposizione OR I.C. 95% p-value Stabilimento balneare Panino/tramezzino fuori Pranza fuori 24,5 2,7 1,5 5-120,6 0,5-13,9 0,3-9,6 0,001 0,25 0,65 Dall’indagine non è emerso un singolo esercizio coinvolto, ma piuttosto gli esercizi frequentati dai casi nel periodo di incubazione sono prevalentemente dislocati sul lungomare del Levante genovese I virus “epidemici” e post-epidemici hanno circolato nei mesi successivi? Quale è l’origine dei virus “post-epidemici”? tun-148-03-ay875650 tun-216-04-ay875668 Ottobre 2005 Aprile 2006 Maggio-Luglio 2006 Ottobre 2006 it-DONREN-8-2005 67 53 1a-neth-adam121-frommorocco 52 1a-urug-uru3-aj437166delet 1a-urug-uru6-ajaj309232 1a-chile-chile5-aj306376 1a-chile-chile11-aj3063811 1a-thay-ay352221-EpBangkok 1a-neth-adam071-omosex4 54 1a-it-sib01-Puglia200001 1a-thay-ay352225-EpBangkok 1a-nig-tk002-l20553 1a-thay-l07720-Bangkok1987 1a-chi-l7715-1985 it-PODGIA-5-2006 Viaggio Nord Africa it-LANMAR-7-2006 1 59 it-DAWVEL-6-2005 1a-it-zam01-Puglia200001 1a-cub-cu26-aj245523 1a-neth-adam069-omosex3 50 it-MESBAR-4-2006 it-CIZDAV-4-2006 Migrante it-VICALB-4-2006 82 1a-neth-cluster amsterdam MSM 1a-usa-l07679-1990 1a-mex-mex1-l07685 1a-usa-ca86-l07678 1a-bra-rdj-l07681 1a-swiz-kmv1-l07692 53 it-ALBSTE-6-2006 Viaggio America Merid. 1a-bra-braz88-l07686 1a-urug-uru13-aj309229 56 it-FISRIC-5-2006 Viaggio America Meridionale it-READAV-10-2005 Viaggio America Merid. 89 it-MIEPAT-10-2005 56 1b-ned-brab27fromturkey 71 it-IDRZIN-10-2006 Immigrata dal Nord Africa, 1b-ned-brab26frommarrocco no viaggio 1b-nedbrab106fromarrocco it-MORADR-4-2006 Viaggio Nord Africa (dichiarato success.) 1b-mbb-m20273 91 74 63 1b-ned-brab16epidned 1b-ned-brab25fromturkey …HAV transmission occurs primarly within local network of persons with common risk factors (MSM, IDU,…) (Nainan et al., JID 2005) Picco epidemico dell’estate riconducibile ad una variante che ha circolato fra gli MSM nel Nord Europa: difficile individuare il link Tre pz si sono infettati con la stessa variante nella primavera 2006: difficile individuare il link fra loro mediante l’epidemiologia classica (età, area di residenza, fattori di rischio, ecc); in considerazione dell’esordio molto ravvicinato (11, 12 e 29 Aprile) probabile l’esposizione comune Il ragazzo nord africano ammalatosi a Ottobre 2006 si è infettato con una variante nord africana, nonostante non abbia viaggiato negli ultimi mesi link viaggiatore/immigrato e residente MSM e IDU difficilmente vengono dichiarati Main Points (I) L’epidemia dell’estate 2005 è principalmente riconducibile ad un’unica variante probabilmente originaria dal Nord Europa (network MSM) Nello stesso periodo hanno circolato varianti originarie del S-E Asiatico e del Nord Africa La variante epidemica ha circolato per 12 settimane 6 degli 11 casi osservati dall’Ottobre 2005 sono importati e riconducibili a varianti originarie del Sud America e del Nord Africa; nessuno di questi ha determinato casi secondari 3 casi dell’Aprile 2006 sono causati da una variante: probabile l’esposizione comune, ma difficile individuare il link epidemiologico Contemporaneamente un caso da importazione dal Nord Africa, in un pz che inizialmente non aveva dichiarato il viaggio Main Points (II) Il link viaggiatore/immigrato e residente emerge dal caso della bambina nordafricana (Aprile 2006) Elevato grado di eterogeneità dei virus circolanti: - Liguria non un’area ad elevata endemia - ruolo preponderante dei virus importati - riconducibile all’aumento dei casi registrati nei teenagers e giovani adulti (Costa-Mattioli et al, 2003)? L’approccio molecolare costituisce uno strumento di notevole utilità, sia per il management di una epidemia, sia per l’individuazione dei pattern epidemiologico e delle via di trasmissione dell’HAV