I SISTEMI ELETTORALI Cos’è il sistema elettorale? Il sistema elettorale è un insieme di regole e procedure che disciplina tutte le operazioni che precedono, accompagnano e seguono lo svolgimento delle elezioni, e regola, dunque il processo attraverso il quale le preferenze sono trasformate in voti ed i voti in ruoli di autorità (spesso seggi). Esso è quindi un processo a due stadi, anche se comunemente si dà maggiore risalto alla sua seconda parte. Quali sono i sistemi elettorali? I sistemi elettorali, tradizionalmente, si distinguono in relazione alle formule elettorali adottate (il metodo, appunto, stabilito per l’attribuzione dei seggi) che possono essere maggioritarie: i seggi sono attribuiti ai candidati che hanno ottenuto la maggioranza dei voti; oppure proporzionali: i seggi sono attribuiti in proporzione alla percentuale dei voti ottenuti dai partiti. Il sistema maggioritario La categoria della formula maggioritaria si suddivide in assoluta (majority) e relativa (plurality) . La formula maggioritaria assoluta presuppone che il candidato, per essere eletto, ottenga il 50% + 1 (ovvero la metà più uno) dei voti validamente espressi. La formula maggioritaria relativa consente che l’assegnazione del seggio avvenga a favore del candidato che consegua il maggior numero di voti (maggioranza relativa o semplice) rispetto ai suoi avversari. Il sistema proporzionale La formula proporzionale si distingue, poi, a seconda del metodo di calcolo usato per la distribuzione dei seggi : a) del quoziente; b) del divisore. a)Il metodo del quoziente elettorale può essere naturale o corretto. Il primo è dato dal rapporto tra il numero dei voti espressi nel collegio ed il numero dei seggi messi in palio nel collegio stesso, cioè suddiviso il numero dei votanti per il numero dei seggi da assegnare, risulteranno eletti quei candidati di ciascuna lista che raggiungano tale quoziente ( cioè il “risultato” di tale divisione ). Il quoziente corretto, invece, consente di aumentare il numero dei seggi messi in palio, di uno o di due unità, in modo da diminuire il quoziente e quindi il numero dei voti sufficienti per ottenere un seggio. Si precisa, inoltre, che ad un maggiore correttivo corrisponde un maggior favoritismo nei confronti dei partiti minori. Si prevedono poi, dei meccanismi volti a distribuire i seggi che non sono assegnati, cioè ad arginare il fenomeno dei resti, che sono proprio i voti che non sono risultati sufficienti al fine della diretta attribuzione dei mandati. b) nel metodo del divisore si dividono i voti ottenuti da ciascuna lista (cosiddetta cifra elettorale di lista) per un divisore, che corrisponde ad una serie di numeri successivi ed i seggi sono assegnati a chi ottiene i risultati più alti. Il divisore cambia a seconda del metodo : D’Hondt1 o Sainte-Lague2 che si sceglie. Al sistema proporzionale, vengono, altresì, applicati dei correttivi quali: - la clausola di sbarramento, detta anche clausola di accesso consente l’estromissione, dal processo di ripartizione dei seggi, di quelle liste che abbiano ottenuto una cifra elettorale di lista inferiore alla soglia di accesso. I voti delle liste escluse sono ripartiti proporzionalmente tra tutti i partiti che abbiano, invece, raggiunto la percentuale prestabilita. Il metodo D’Hondt esige la divisione di tutte le cifre elettorali (i voti ottenuti da ciascuna lista) per un divisore comune che partendo da 1, in ordine crescente e successivo, arriva al numero dei seggi in palio, e poi si procede all’assegnazione dei seggi alle liste che progressivamente hanno ottenuto i quozienti più alti. 2 Il metodo Sainte-Lague, presuppone sempre, la divisione del totale dei voti di ciascuna lista per un divisore che corrisponde ad una serie di numeri crescenti, i quali, però, non sono successivi, bensì distanziati ( cioè, per esempio, 1, 3, 5, …,); i numeri divisori, ovviamente sono quanti i seggi messi in palio, i quali vengono assegnati alle liste che progressivamente hanno ottenuto i quozienti elettorali più alti. 1 - il premio di maggioranza, attribuisce alla lista o alle liste che hanno ottenuto la maggioranza relativa dei voti, un numero di seggi superiore rispetto a quelli ottenuti. Esso può essere : di lista, il premio è assegnato alla lista che risulta prima alle elezioni o a tutte le liste che superano un determinato quorum; di coalizione, il premio è assegnato al gruppo di liste, (appunto coalizione) che risulta primo; fisso, la quota dei seggi da assegnare è predeterminata; variabile, la quota varia a seconda della maggioranza stabilita da raggiungere. Oltre alle formule elettorali, vi sono almeno altri due fattori che incidono sui singoli sistemi elettorali : il collegio elettorale e il carattere del voto attribuito all’elettore. Cos’è il collegio elettorale? Il collegio elettorale è l’ambito territoriale entro il quale l’elettore è chiamato ad eleggere uno o più candidati. Esso può essere uninominale o plurinominale, a seconda se serva ad eleggere, rispettivamente, un solo candidato, o ad assegnare più seggi. In genere, pur con delle eccezioni (Stati Uniti d’America e Germania) nei sistemi maggioritari coesistono i collegi uninominali, mentre i collegi plurinominali sono adottati nell’ambito dei sistemi proporzionali. Che carattere ha il voto attribuito all’elettore? Il carattere del voto dipende dalla libertà che si riconosce all’elettore. Ovviamente essa è maggiore quando l’elettore dispone di uno o più voti di preferenza tra i candidati di una lista o a favore di candidati di una lista diversa da quella votata (cosiddetto panachage), mentre è ridotta nel caso di liste bloccate. Esistono, nella realtà, applicazioni “pure” delle formule maggioritarie e delle formule proporzionali ? No, in quanto nelle democrazie contemporanee non sono previsti né sistemi che rappresentino solo la maggioranza, né casi in cui sia garantita una distribuzione perfettamente proporzionale rispetto ai voti. Vi sono quindi, anche, formule miste, basate sulla combinazione di meccanismi proporzionali e maggioritari. Il sistema tedesco In Germania vige il sistema proporzionale a doppio voto con sbarramento al 5%. L’elezione del Bundestag (Dieta federale), l’organo rappresentativo dell’intera popolazione tedesca, si caratterizza per un doppio voto a disposizione dell’elettore. Il primo voto (Erststimme), espresso nell’ambito di un collegio uninominale (il territorio federale è ripartito in un numero di collegi che sono pari alla metà del numero minimo di deputati del Bundestag) con la presentazione di candidati sia di partito sia indipendenti, utilizza la formula della maggioranza relativa (plurality). Viene, quindi, eletto il candidato che ottiene più voti. Il secondo voto (Zweitstimme) è espresso a favore delle liste bloccate (l’elettore non può dare alcuna preferenza) presentate dai partiti politici, le quali riportano, altresì, l’indicazione dei primi cinque nomi dei candidati (ordine che è stabilito dal partito). Sulla base di tale secondo voto, secondo un criterio proporzionale, si calcolano i seggi cui ogni partito ha diritto. Nella trasformazione dei voti in seggi, inoltre, interviene la clausola di sbarramento o di esclusione (Sperrklausel ) che impedisce alle formazioni politiche che non superino il 5% dei secondi voti validi di partecipare alla distribuzione proporzionale dei seggi. Tuttavia, anche se non si supera la clausola di sbarramento, è possibile, partecipare alla distribuzione dei seggi, vincendo, almeno un seggio in tre collegi uninominali (Alternativklausel). Inoltre, i partiti che vincono nei collegi uninominali possono ottenere mandati in soprannumero (Uberhangmandate), una sorta di premio di maggioranza a favore del partito che vince le elezioni. Si tratta, cioè, di mandati in eccedenza (che corrispondono alla differenza tra il numero dei seggi da assegnare ed il numero dei mandati spettante ad ogni partito) che sono assegnati alle liste i cui quozienti presentano un decimale più alto3. Per la ripartizione dei seggi (il numero di seggi che spetta ad ogni partito), preliminarmente, si moltiplica il numero totale dei voti validi ottenuti dal partito in ambito nazionale per il numero dei seggi da assegnare (cioè 598) e, poi, si divide tale risultato (il prodotto della moltiplicazione effettuata) per il numero complessivo di tutti i voti validi, esclusi, ovviamente, quelli delle forze politiche che non abbiano raggiunto il 5% dei voti validi a livello nazionale, o, in alternativa, abbiano conquistato almeno tre collegi uninominali. Stabilito il numero dei seggi che spetta ad ogni forza politica all’interno dell’intera Federazione, per determinare il numero dei mandati cui un partito ha diritto in ogni Land, si moltiplica il numero dei seggi spettanti al partito, nell’intera Federazione (esclusi gli eventuali seggi in 3 Il sistema francese La Francia adotta il sistema maggioritario uninominale a doppio turno (per l’elezione dell’Assemblea Nazionale). Al primo turno, per essere eletti, è richiesta sia la maggioranza assoluta dei voti espressi sia una quantità di voti uguale alla quarta parte del numero degli elettori iscritti. Al secondo turno, invece, possono partecipare solo i candidati che al primo turno abbiano ottenuto un numero di voti pari al 12,5% degli elettori iscritti nelle liste della circoscrizione (e non alla quantità di voti ottenuta). Nel caso in cui tali requisiti siano in possesso solo di un candidato, è ammesso al secondo turno, colui che abbia ottenuto il secondo maggior numero di voti. Se, invece, nessun candidato, ha i requisiti per l’accesso al secondo turno, si ammettono i due candidati più votati. Per essere eletti, in tale seconda tornata elettorale, è sufficiente la maggioranza relativa; in caso di parità è eletto il candidato più anziano. Il sistema spagnolo La Spagna si avvale del sistema proporzionale. Il sistema proporzionale, per l’elezione dei deputati del Congresso, è corretto dall’imposizione di una soglia di sbarramento al 3% e dal metodo di calcolo del divisore (metodo d’Hondt) che viene utilizzato per distribuire i seggi. Per quanto concerne, invece, il Senato si applica una formula maggioritaria a voto limitato, il quale prevede che gli elettori esprimano nella medesima scheda tante preferenze (scegliendo, altresì, senatori in maniera trasversale rispetto ai partiti o alle formazioni con cui si sono presentati) quanti sono i seggi assegnati alla circoscrizione meno uno (cioè, se, per esempio, nella circoscrizione si eleggono tre senatori, l’elettore avrà a disposizione due voi). Sono, quindi, proclamati eletti, quei candidati che abbiano ottenuto il maggior numero di voti. eccedenza), per il numero complessivo dei secondi voti conquistati dalla lista di un Land, e poi si divide il prodotto ottenuto per il totale dei voti ottenuti dal partito su tutto il territorio nazionale.