La Piorrea
termine volgare
di Parodontite
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La parodontite ( piorrea ) è in termine scientifico l'infiammazione del parodonto, cioè di tutto
quello che sta intorno alle radici dei denti (gengive, legamenti alveolo-dentari, alveoli e apparato
osseo).
È un'infiammazione dovuta quasi sempre ad una scarsa o errata igiene dentale che, se protratta
nel tempo, si cronicizza causando il distacco delle gengive dai denti e dando luogo alla formazione
della cosi dette "tasche parodontali" che a loro volta determinano danni a carico dell'osso alveolare
con la conseguente riduzione della sua altezza.
La cosiddetta "piorrea", denominata in modo scientifico malattia parodontale, è una patologia in
cui si assiste alla distruzione dei tessuti di supporto del dente (osso, legamento parodontale e
gengiva) fino a causare ascessi (perciò piorrea che significa fuoriuscita di pus), mobilità dei denti e
perdita degli stessi. La causa della malattia parodontale sono i batteri presenti nella nostra bocca.
Quindi è una malattia infettiva. Infettiva significa appunto che è causata da un microrganismo (che
può essere un virus, un fungo o un batterio), in questo caso i batteri della placca dentaria, che
supera le nostre barriere di difesa. Altro significato è malattia contagiosa. Non tutte le malattie
infettive sono contagiose, cioè non tutti i microrganismi che passano da un organismo all'altro
determinano la malattia. Nel caso della malattia parodontale, essa è infettiva ma non contagiosa. I
batteri che causano questa patologia sono presenti in tutte le bocche degli uomini, ma solo in
alcune persone diventano pericolosi per alcuni motivi:
♦ predisposizione genetica (la malattia parodontale ha una familiarità)
♦ cattiva igiene orale (questi batteri si accumulano in quantità eccessive sui denti)
I sintomi premonitori della parodontite ( piorrea ) sono:
• l’infiammazione gengivale, riguardante circa il 50%degli adulti. Inizia molto spesso con il
semplice sanguinamento delle gengive durante la pulizia quotidiana dei denti o durante la
masticazione di cibi particolarmente duri;
• il tumefarsi delle gengive, che diventano sempre più sensibili al contatto con lo spazzolino e
con il cibo;
• l’alitosi, cioè il fiato puzzolente e la distorsione della sensibilità gustativa;
• l’apparente allungamento dei denti (determinato dalla retrazione delle gengive e dal
riassorbimento osseo).
Le cause principali della malattia sono:
• una cattiva igiene orale, con conseguente aumento della placca batterica che arriva ad
insinuarsi sempre più in profondità, quasi a mo’ di cuneo, tra le gengive e la superficie
radicolare dei denti e diviene in tal modo sempre meno raggiungibile dallo spazzolino e dal
filo interdentale;
• una predisposizione genetica, cioè un sistema immunitario non sufficientemente sviluppato
e in grado di poter aggredire la flora batterica interessata;
• il diabete mellito, se non adeguatamente compensato;
• la cattiva abitudine al fumo.
I principali rischi correlati alla parodontite ( piorrea ) sono:
• un’eventuale peggioramento dell’osteoporosi;
• una maggiore predisposizione alle affezioni dell’apparato respiratorio;
• un aumento del rischio per lo shock apoplettico;
• un aumento del rischio per l’infarto cardiaco;
• un aumento del rischio di parto prematuro:
• il peggioramento del diabete mellito.
Le fasi terapeutiche riguardanti la parodontite ( piorrea ) sono quattro:
1. la diagnostica: attraverso il sondaggio parodontale si valuta l’entità delle tasche parodontali
e di conseguenza la perdita di supporto dei denti, il grado di sanguinamento e di retrazione
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delle gengive, la situazione delle biforcazioni. Attraverso una serie di radiografie indorali (da
diverse proiezioni) si valuta l’architettura dell’osso residuo;
2. l’etiologica: cioè la rimozione di tutti gli agenti che causano la malattia. In pratica si levigano
le radici dei denti (al fine di rimuovere i tessuti necrotizzati e il tessuto di granulazione) e
consentire un nuovo attacco epiteliale alla radice. Contemporaneamente si spiegano al
paziente tutte le norme riguardanti la corretta igiene orale;
3. la chirurgica: dopo circa 3 mesi dalla levigatura, è essenziale rivalutare il quadro e, se
necessario, correggere - con piccoli interventi chirurgici - eventuali situazioni non risolte;
4. la conservativa: è importantissimo che il paziente mantenga un costante contatto con lo
specialista per il controllo preventivo di eventuali recidive della malattia.
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