La “solita” temuta Meningite La meningite fa molta paura anche a causa di una errata informazione. L’emotività, dovuta alla rapidità e alla violenza di questa patologia, impedisce di raccogliere quelle che sono le informazioni epidemiologiche, cioè i “fatti” reali. I casi nella provincia di Treviso Nella provincia di Treviso, tra il 13 e 15 dicembre 2007, si sono verificati 7 casi di meningite e sepsi da Neisseria Meningitidis (meningococco). Le indagini effettuate hanno evidenziato che il meningococco in questione era del gruppo C. È stata anche accertata la stretta correlazione dei meningococchi isolati. Le persone colpite erano tutte di una età tra 15 e 33 anni. Tutti i soggetti coinvolti avevano frequentato, tra l’8 e il 9 dicembre 2007, alcuni locali della provincia nei quali veniva praticato il ballo latino-americano. Tutte le persone ritenute “contatti a rischio” sono state sottoposte a profilassi con antibiotici. Un altro caso si è verificato il 20 dicembre in uno studente universitario di Padova residente a Conegliano che ha manifestato una sepsi. L’indagine epidemiologica ha concluso che il contagio potrebbe essere avvenuto nella stessa zona, essendo il meningococco isolato strettamente correlato a quelli trovati nel precedente focolaio. Un nuovo caso di meningite da meningococco C è stato diagnosticato a Mestre il 4 gennaio 2008. Epidemiologia della meningite in Italia Ogni anno in Italia si verificano circa 900 casi di meningite batterica. Di questi circa un terzo sono causati da meningococco ed un altro terzo da pneumococco, gli altri casi sono causati da altri batteri (listeria, stafilococchi, streptococchi, micobatteri, e.coli) o restano senza causa identificata. In base ai dati raccolti dal SIMI (Sistema Informatizzato Malattie Infettive) dell’Istituto Superiore di Sanità, il numero di casi di meningite in Italia negli ultimi anni è oscillato tra un minimo di 610 nel 1994 ed un massimo di 1057 nel 1999. Anno 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 Casi 610 821 831 851 841 1057 910 803 841 967 984 1034 769 Per i primi 9 mesi del 2007 si sono registrati 460 casi. Meningite da meningococco In Italia la meningite da meningococco ha un’incidenza minore del resto d’Europa: ogni anno vengono segnalati circa 200-300 casi, pari a 3-5 casi per milione di abitanti, rispetto ad una media europea di 12 per milione. Negli ultimi anni il numero di casi segnalati varia da un minimo di 155 casi nel 1998 ad un massimo di 343 casi nel 2004, con ampie differenze regionali: la maggior parte delle segnalazioni proviene dalle Regioni del Nord. La letalità, cioè il numero di persone ammalate che muoiono, è del 14%. La maggior parte dei casi si verifica nei bambini fino a 5 anni di età e negli adolescenti. Nel 2006, il 30% dei casi si è verificato in bambini di età< 5 anni e il 60% in ragazzi fino a 17 anni. Almeno due terzi dei casi di meningite da meningococco in Italia sono sporadici; si verificano anche piccoli focolai epidemici (cluster). Un cluster è definito come almeno 2 casi che si verificano nell’arco di 30 giorni in un raggio di 50 km. Meningite da pneumococco Anche la meningite da pneumococco ha una elevata letalità: 10% circa. E’ più frequente tra adulti ed anziani: nel 2006, il 79 % dei casi ha interessato persone di età superiore ai 24 anni. Epidemiologia della meningite nel mondo Secondo i CDC (Center of Disease Control) americani l’incidenza della meningite nel mondo è di 0,5-5 casi per 100.000 persone. La mortalità della malattia è del 14%, soprattutto nella forma fulminante e tra i pazienti che guariscono un altro 10-15% subisce danni permanenti. Nei Paesi ad alto reddito e a clima temperato il numero di casi di meningite è piuttosto sporadico e non sono frequenti importanti focolai epidemici. In Europa e negli Stati Uniti, secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, la maggior parte dei casi è data da meningococco sierogruppo B e C. In Africa le epidemie sono associate soprattutto ai ceppi di meningococco A e C, mentre il ceppo A è il principale responsabile delle epidemie in Asia. Esiste una vera e propria fascia di meningite endemica che comprende l’Africa subsahariana, dal Senegal all’Etiopia: un’area dove vivono 300 milioni di persone, dove la stagione secca favorisce la diffusione della malattia. Nel 1996 in questa zona si è verificata la più grave epidemia di meningite mai registrata, con circa 250.000 casi e 25.000 morti in Niger, Nigeria, Burkina Faso, Ciad, Mali e altri Paesi limitrofi. Le proporzioni dell’epidemia sono state determinate certamente anche dalla carenza di assistenza sanitaria e dalla mancanza di vaccini. I casi di meningite nell’ASL BN1 Il Servizio Epidemiologia e Prevenzione è responsabile, nella provincia di Benevento, della Sorveglianza delle meningiti che si basa sulla segnalazione degli ospedali. Nel periodo 2004-2007 si sono verificati nella nostra area in tutto 14 casi di meningite: 5 casi di meningite da pneumococco,1 caso da haemophilus, 1 caso da escherichia coli, e 2 casi di meningite meningococcica. Nei casi rimanenti, la pratica della rapida somministrazione degli antibiotici non ha consentito di individuare il germe responsabile. Dei 2 casi di meningite meningococcica, uno era dovuto al sierogruppo C (anno 2005) e uno al sierogruppo B (anno 2007). Come i casi di meningite meningococcica, anche i casi di origine peneumococcica non sono correlabili tra loro per data. Nella nostra provincia la meningite si è presentata, finora, in maniera sporadica. Che cosa è la Meningite E’ una infiammazione delle membrane (meningi) che avvolgono il cervello e il midollo spinale. E’ una malattia generalmente di origine infettiva e può essere virale, batterica o causata da funghi. La forma virale è quella più comune: di solito non ha conseguenze gravi e si risolve nel giro di 7-10 giorni. La forma batterica è più rara ma estremamente più grave e può avere conseguenze fatali. Il periodo di incubazione della malattia varia a secondo del microrganismo che la determina. Nel caso della meningite virale va dai 3 ai 6 giorni, per la forma batterica dai 2 ai 10 giorni. La malattia è contagiosa solo nella fase acuta dei sintomi e nei giorni immediatamente precedenti l’esordio. Gli agenti che più frequentemente sono causa di meningite sono: • Neisseria Meningitidis (meningococco) è un ospite frequente delle prime vie respiratorie. Dal 2 al 30% della popolazione sana alberga meningococchi nel naso e nella gola senza presentare alcun sintomo e questa presenza non è correlata ad un aumento del rischio di meningite o di altre malattie gravi. La trasmissione del germe avviene per via respiratoria. Esistono 13 diversi sierogruppi di meningococco, ma solo 5 (A, B, C, W 135 e Y) causano meningite e altre malattie gravi. I sintomi sono simili a quelli delle altre meningiti batteriche ma nel 10-20% dei casi la malattia è rapida ed acuta, con un decorso fulminante che può portare al decesso in poche ore. I malati di meningite o di altre forme gravi sono considerati contagiosi per circa 24 ore dall’inizio della terapia antibiotica specifica. La contagiosità è comunque bassa anche se si possono verificare piccoli focolai epidemici. Per limitare il pericolo di casi secondari, è importante che i contatti stretti dei malati effettuino una profilassi con antibiotici. In particolare, vengono definiti contatti stretti di un malato: 1. i conviventi; 2. chi ha dormito o mangiato nella stessa casa del paziente; 3. le persone che nei sette giorni precedenti l’esordio hanno avuto contatti con la sua saliva (attraverso baci, stoviglie, spazzolini da denti); 4. i sanitari che sono stati direttamente esposti alle secrezioni respiratorie del paziente (per esempio durante manovre di intubazione o respirazione bocca a bocca). E’ importante, inoltre, la sorveglianza dei contatti per identificare chi presenti febbre, in modo da diagnosticare e trattare rapidamente eventuali ulteriori casi. La sorveglianza è prevista per 10 giorni dall’esordio dei sintomi del paziente. • Streptococcus pneumonie (pneumococco) è, dopo il meningococco, uno degli agenti più comuni della meningite. Oltre alla meningite può causare polmonite o infezioni delle prime vie respiratorie, come l’otite. Come il meningococco, si trasmette per via respiratoria e può trovarsi nelle prime vie respiratorie senza causare malattia. Esistono diversi tipi di pneumococco. Le meningiti da pneumococco si presentano in forma sporadica e non è indicata la profilassi antibiotica di chi è stato in contatto con il caso. • Haemophilus influenzae tipo b (emofilo o Hib) era fino alla fine degli anni Novanta la causa più comune di meningite nei bambini fino ai 5 anni. Con l’introduzione della vaccinazione dei bambini nel primo anno di vita i casi di meningite causati da questo batterio si sono ridotti moltissimo. In caso di meningite da Hib, è indicata la profilassi antibiotica dei contatti stretti. • Virus più frequenti che possono essere gli agenti della meningite sono herpes, virus ed enterovirus. • Funghi: sono causa di meningite in soggetti con deficit immunitario, come per esempio i malati di Aids. Modalità di trasmissione e contagiosità Variano a seconda dell’agente responsabile; solo la meningite da meningococco può dare focolai epidemici. Il meningococco è presente nelle secrezioni nasofaringee dell’ammalato e la trasmissione avviene dall’ammalato al sano per stretto contatto, attraverso le goccioline di saliva che vengono emesse durante la respirazione. Sintomi e diagnosi I sintomi della meningite sono indipendenti dal germe che causa la malattia dipendendo solo dalla infiammazione delle meningi. Quelli più tipici sono: • Irrigidimento della parte posteriore del collo (rigidità nucale) • Febbre alta • Mal di testa • Vomito o nausea • Alterazione del livello di coscienza • Convulsioni L’identificazione del microrganismo responsabile viene effettuata su un campione di liquido cerebrospinale (liquor) o sul sangue. Fattori di rischio Tra i fattori di rischio per lo sviluppo della meningite batterica sono: • Età: le meningiti batteriche colpiscono soprattutto i bambini sotto i 5 anni e altre fasce di età che variano a seconda del germe. Le forme da meningococco interessano, oltre i bambini piccoli, anche gli adolescenti e i giovani adulti, mentre le meningiti da pneumococco colpiscono soprattutto gli anziani. • Vita di comunità: le persone che vivono e dormono in ambienti comuni, come gli studenti nei dormitori e le reclute, hanno un rischio più elevato di meningite da meningococco. • Fumo ed esposizione a fumo passivo. • Altre infezioni delle vie respiratorie. Come si previene la meningite Per alcuni tipi di meningite batterica (da emofilo, da pneumococco e da meningococco) è disponibile un vaccino. Per l’Haemophilus influenzae b esiste un vaccino, in uso dagli anni novanta e somministrato ai bambini nel primo anno di vita. Per lo Pneumococco sono disponibili un vaccino coniugato eptavalente, raccomandato per la vaccinazione dei neonati a rischio e nella nostra ASL offerto gratuitamente a tutti nel primo anno di vita, e il vaccino 23 valente polisaccaridico usato soprattutto nei soggetti adulti a rischio per patologia. Contro il Meningococco è disponibile un vaccino polisaccaridico contro i sierogruppi A, C, Y e W 135, che fornisce una protezione di breve durata ai soli soggetti di età maggiore di 2 anni. Non esistono vaccini per prevenire le meningiti da meningococco sierogruppo B ma ci sono vaccini “coniugati” contro il gruppo C, efficaci già nel primo anno di vita, che inducono una protezione persistente. Nella nostra ASL il vaccino contro il meningococco C è offerto gratuitamente ai bambini a rischio per patologia e a quelli di età inferiore a 5 anni a rischio socio economico. In caso di focolai epidemici da meningococco C, le attuali raccomandazioni indicano l’opportunità di introduzione della vaccinazione nella popolazione nell’area geografica interessata quando l’incidenza è superiore a 10 casi per 100.000 abitanti nell’arco di tre mesi. Come si tutela la comunità Quando viene segnalato un caso di meningite meningococcica in una comunità (nido, scuola) si provvede a : • offrire la profilassi con antibiotico a tutti i bambini e agli adulti presenti nella comunità che sono venuti a contatto stretto con l’ammalato; • effettuare una sorveglianza sanitaria su tutti i frequentanti la comunità, nei 10 giorni successivi all’ultimo giorno di frequenza del soggetto. Invece, sono del tutto inutili misure quali la ricerca del batterio nella gola (tampone faringeo) e la disinfestazione dei locali. Antibioticoprofilassi nei contatti ad alto rischio Bibliografia: • Red Book 2006; • Epicentro (Istituto Superiore di Sanità).