RIVISTA SVIZZERA DI ARCHITETTURA, INGEGNERIA E URBANISTICA SCHWEIZERISCHE ZEITSCHRIFT FÜR ARCHITEKTUR, INGENIEURWESEN UND STADTPLANUNG 2 / 2 0 14 IL RUOLO DEL COLORE NELLA COSTRUZIONE DIE ROLLE VON FARBE BEIM BAU testi / texte Gasparini, Sauerbruch Hutton, Zennaro progetti / projekte Atelier niv-o | Elisabeth & Martin Boesch | Dominique Coulon & Associés | Degelo Architekten | Moro & Moro | Richter Dahl Rocha & Associés OGNI CASA NATURALMENTE SPECIALE Vivere al naturale Giannini Graniti - dal cuore della montagna al cuore di casa tua La nostra passione per la pietra naturale e gli oltre 50 anni di competenza nel settore ci permettono di creare uno spazio abitativo caldo ed accogliente. Un ambiente personalizzato in ogni dettaglio con l’alta qualità svizzera utilizzando le proprietà di un materiale unico e completamente naturale. Venite a conoscerci per costruire con noi la vostra casa ideale. www.giannini-graniti.ch GIANNINI GRANITI SA, Via Cantonale 219, CH-6527 Lodrino | Tel. +41 (0)91 863 22 86, [email protected] PISCINE - VELE OMBREGGIANTI - ARREDAMENTI PER ESTERNO MATERIALI DA COSTRUZIONE - CARPENTERIA COPERTURA TETTI - RIVESTIMENTI FACCIATE - SOFFITTI - CAMINI STUFE - CANNE FUMARIE - BARBECUE - SCALE PAVIMENTI IN LEGNO E SOPRAELEVATI - MOQUETTE - PVC PERGOTENDA® - VASCHE BENESSERE FABIO REZZONICO+CO 9LD3HQDWH&+0HQGULVLR 32%R[7HO)D[ LQIR#UH]]FK www.rezz.ch RIVENDITORE AUTORIZZATO Blue Marlyn © Villas & Residence ARCHITECTURAL / RESEARCH / MANAGEMENT & DEVELOPMENT Partnership Headquarter: Via F.M. Preti n. 2/A - 31033 Castelfranco Veneto / TV / ITALY T. +39(0)423.1950.206 / F. +39(0)423.1950.206 www.bluemarlyn.eu / [email protected] Branches: Flic en Flac – Mauritius / Abu Dhabi – Emirates Arab / Miami Beach – Florida / Playa Havana – Cuba archi RIVISTA SVIZZERA DI ARCHITETTURA, INGEGNERIA E URBANISTICA fondata nel 1998, esce sei volte all’anno. ISSN 1422-5417 tiratura REMP dif fusa: 2715 copie, di cui 2680 vendute; tiratura per l’Italia: 2286 copie via Cantonale 15, 6900 Lugano – tel. 091 921 44 55 [email protected] – www.espazium.ch DIRETTORE Alberto Caruso AC COORDINAMENTO EDITORIALE Stefano Milan SM ASSISTENTE AL COORDINAMENTO Teresa Volponi TV REDAZIONE Marco Bettelini MB, Debora Bonanomi DB, Andrea Casiraghi AnC Laura Ceriolo LC, Piero Conconi PC, Mercedes Daguerre MD Gabriele Neri GN, Andrea Pedrazzini AP, Andrea Roscet ti AR Enrico Sassi ES, Stefano Tibiletti ST, Graziella Zannone Milan GZM REDAZIONE COMUNICATI SIA Frank Jäger, frank.jä[email protected] IMPAGINAZIONE Silvana Alliata CORRISPONDENTI Andrea Bassi, Ginevra; Francesco Collotti, Milano Jacques Gubler, Basilea; Ruggero Tropeano, Zurigo Daniel Walser, Coira TRADUZIONI ITALIANO-TEDESCO Alexandra Geese CORREZIONE BOZZE Fabio Cani CONSIGLIO EDITORIALE Giuliano Anastasi, ing. ETHZ, Locarno Nicola Baserga, arch. ETHZ, Muralto Valentin Bearth, arch. ETHZ, Coira Marco Della Torre, arch. POLIMI, Milano-Como Nicola Emery, filosofo, Collina d’Oro Franco Ger vasoni, ing. ETH, Bellinzona Massimo Martignoni, ing. ETHZ, Lumino Nicola Soldini, storico dell’architettura, Novazzano EDITORE Verlags-AG der akademischen technischen Vereine Staffelstrasse 12, 8045 Zurigo – tel. 044 380 21 55, fax 044 380 21 57 Walter Joos presidente; Katharina Schober, direttrice; Hedi Knöpfel, assistente ABBONAMENTI E ARRETRATI Stämpfli Publikationen AG, Berna – tel. 031 300 62 57 fax 031 300 63 90, e-mail: [email protected] Abbonamento annuale (6 numeri) Svizzera Fr. 135.– / Estero Fr. 140.–, Euro 119.50 Studenti Svizzera Fr. 67.50 / Numeri singoli 24.– Abbonamenti soci SIA: SIA, Zurigo – tel. 044 283 15 15 fax 044 283 15 16, e-mail: ret [email protected] ORGANO UFFICIALE SIA Società svizzera ingegneri e architetti, www.sia.ch OTIA Ordine ticinese ingegneri e architetti, www.otia.ch ASSOCIAZIONI GARANTI SIA Società svizzera ingegneri e architetti, www.sia.ch FAS Federazione architetti svizzeri, www.architekten-bsa.ch USIC Unione svizzera ingegneri consulenti, www.usic-engineers.ch A3 Associazione diplomati dell’EPFL, http://a3.epfl.ch ETH Alumni Ex allievi dell’ETH, www.alumni.ethz.ch STAMPA E RILEGATURA Stämpfli Publikationen AG, Berna PUBBLICITÀ Kömedia AG, CP 1162, CH-9001 San Gallo tel. 071 226 92 92, fa x 071 226 92 93 e-mail: [email protected], www.kömedia.ch La riproduzione, anche parziale, di immagini e testi, è possibile solo con l’autorizzazione scritta dell’editore e con la citazione della fonte. Nel prossimo numero Architettura e colore Dello stesso editore 2 / 2 0 1 4 A P R IL E 6 COMUNICATI AZIENDALI 11 INTERNI E DESIGN a cura di Gabriele Neri 14 SIA COMUNICATI a cura di Frank Jäger 18 OTIA COMUNICATI a cura di Daniele Graber 21 TI ARCHIVI ARCHITETTI TICINESI a cura di Angela Riverso Ortelli 25 TI ACCADEMIA ARCHITETTURA MENDRISIO a cura di Laura Ceriolo 28 TI PROGETTI a cura di Stefano Milan 35 TI DIARIO DELL’ARCHITETTO a cura di Paolo Fumagalli 37 TI CONCORSI Piero Conconi e Attilio Panzeri 41 TI LIBRI a cura di Enrico Sassi IL RUOLO DEL COLORE NELL A COSTRUZIONE a cura di Mercedes Daguerre e Graziella Zannone Milan EDITORIALE 43 Il colore fa parte dei mezzi dell’architettura come la pietra, il cemento armato e il legno Alberto Caruso 45 Il ruolo del colore nella costruzione Pietro Zennaro 50 L’involucro contemporaneo fra ricerca e sperimentazione Katia Gasparini 54 La rinascita di un quartiere Atelier niv-o 60 Alloggi per studenti Richter Dahl Rocha & Associés 66 Intensità luminose Dominique Coulon & Associés 72 Un celeste medio-chiaro Elisabeth & Martin Boesch 76 Lamiere rosse e gialle Moro & Moro 82 Tende colorate Degelo Architekten 86 Manifesto incompiuto sul colore in architettura Matthias Sauerbruch e Louisa Hutton DOSSIER ENTREPÔT MACDONALD La complexité en architecture Entretiens : Floris Alkemade, Nicolas Michelin et Gigon/Guyer ACTUALITÉS THÉÂTRE ÉPHÉMÈRE À GENÈVE 140e année / 4 avril 2014 Bulletin technique de la Suisse romande Tracés n.07 ENTREPÔT MACDONALD www.revue-traces.ch Tec21 n.14 DAS MODELL www.tec21.ch In copertina: Dominique Coulon & Associés, Scuola Joséphine Baker, L a Courneuve F Foto Olivier Nicollas Via Chiosso 12 • CH-6948 Porza ceramiche mosaici pietre naturali SLHWUHDUWLƂFLDOL le piscine Ogni colore ha degli effetti particolari ed unici sugli organismi viventi. Il colore, avendo una vibrazione assai più rapida rispetto al lnhgh% ^l^k\bmZ ngbg_en^gsZ fhemh ib½ ihm^gm^ ^ ikh_hg]Z lneehk`ZgblfhnfZgh]bjn^eeZ]^ee^hg]^lhghk^%bg_en^gsZg]h eZghlmkZilb\a^%Zem^kZg]h^fhsbhgb%l^glZsbhgb^lmZmb]Zgbfh' LihlZg]hjn^lmZ_behlh_bZ\bZooZebZfh]bngZk\abm^mmh^\hehk designer, che, attraverso un approccio interdisciplinare che ikbobe^`bZbgiZkmb\heZk^eZf[bmh]^e\hfihkmZf^gmhnfZgh^lb _hg]ZlnZe\ngbfh]^eeb]blib^`Zsbhg^k^eZmbobZeebg_en^gsZ]^b colori sugli esseri viventi, studia “ad hoc” gli ambienti esterni ed interni, abitativi o di lavoro, migliorandone il comfort e la percezione estetica. Sandro Sormani sa • Tel. +41 (0)91 611 80 00 [email protected] • www.sandrosormani.ch Chiarezza fin dalla prima ora: cucine e bagni Sanitas Troesch. www.sanitastroesch.ch Segnaletica orientativa in architettura Sinottico principale EOC Civico Lugano con integrato monitor TV Ci trovate per un appuntamento o una visita presso le nostre sedi di: Corso Elvezia 37, 6904 Lugano, Tel. 091 912 28 50 • Via Cantonale 36, 6594 Contone, Tel. 091 851 97 60 Grazie all’esperienza maturata negli anni e alla presenza di personale qualificato nel settore della segnaletica orientativa, Studio B Image, propone soluzioni personalizzate. I prodotti vengono realizzati “in-house” in diversi materiali: alluminio, ottone, vetro, plexiglas, opaline e altro ancora. - Segnaletica orientativa - Sinottici ai piani – interno lift - Cartelli direzionali - Cartelli di sicurezza antincendio - Insegne interne - Opacizzazione /Sabbiatura di vetri - Segnaletica orientativa “Floor” Realizziamo la segnaletica orientativa su capitolato o su progetto fornito. Siamo a vostra disposizione per la consulenza e studio grafico della segnaletica. La qualità della vita è una questione di protezione assoluta. Allestimento esterni stampa digitale per vetrinistica • Sistemi di segnalazione scasso • aggressione • sorveglianza video • controllo accessi • rivelazione incendi • spegnimento incendi Securiton SA Succursale Ticino Tel. +41 91 605 59 05 www.securiton.ch Una società del Gruppo Securitas Svizzera Lugano-Giubiasco | 091 857 48 42 | www.studio-b.ch C OMUNIC ATI A ZIENDA LI arwa-curveprime: design di qualità per la cucina Con arwa-curveprime Similor ha realizzato una linea di rubinetti che risponde alle esigenze odierne di estetica e di funzionalità. Due modelli da cucina completano un assortimento ricercato, per arredare bagno e cucina in uno stile unitario. Il design – elegante e puristico Il tratto distintivo del rubinetto da cucina arwa-curveprime è la bocca di erogazione arcuata che descrive il percorso dell’acqua in modo sinuoso. I suoi profili morbidi irradiano perfezione e al contempo esprimono dinamicità. È possibile scegliere tra un elegante miscelatore per lavello con comando laterale e un miscelatore a due manopole in stile retrò, entrambi con una sporgenza di 225 mm. Grazie all’altezza e alla bocca orientabile fino a 140º, entrambi i modelli sono particolarmente indicati per i lavelli grandi e per l’impiego nelle soluzioni a isola. Con il sistema di comando elettronico tronic, Similor presenta un’interessante alternativa alle classiche manopole o alla leva del rubinetto. La soluzione innovativa si basa su un comando elettronico e assicura il massimo livello di igiene e comfort nel bagno. Inoltre, la possibilità di posizionare liberamente l’unità di comando consente ai progettisti di creare nuove soluzioni d’installa- Kartell by Laufen in tour zione estetiche ed ergonomiche. Il progetto bagno Kartell by Laufen ha Tecnologia convincente per la tutela fatto il suo sensazionale debutto nella primavera 2013 alla ISH di Francoforte, dell’ambiente I rubinetti da cucina arwa-curveprime, la maggiore fiera mondiale dedicata al dotati di miscelatori per il risparmio mondo del bagno, e quindi al Salone idrico invisibili, soddisfano i requisiti del Mobile di Milano. Ora le due aziende dell’etichetta energetica di classe «A» partner hanno avviato un roadshow che dell’Ufficio federale svizzero dell’ener- toccherà le principali metropoli internazionali per presentare il bagno innovativo gia UFE, SvizzeraEnergia. ai professionisti del settore, al pubblico e ai media. In programma gli eventi e le Design by Andreas Dimitriadis / fiere più importanti dedicati al design. platinumdesign Design dal carattere forte con una marcia in più: secondo Andreas Dimitriadis, La collezione Kartell by Laufen è un il prodotto perfetto è quello che non solo progetto a tutto tondo per il bagno, che soddisfa le aspettative dell’acquirente integra il design iconico di Kartell alla ma che, al momento dell’utilizzo, lo sor- qualità delle ceramiche per il bagno prende anche con qualità inaspettate. di Keramik Laufen. Da un lato Kartell: italiana, creativa, colorata, ironica. Similor AG Dall’altro lato Keramik Laufen: svizzera, Wahlenstrasse 46 precisa, affidabile. Un’azienda votata 4242 Laufen da oltre 120 anni alla cultura del bagno t. +41 61 765 73 33 e guidata da valori forti: swissness, [email protected] innovazione, qualità e rispetto per www.similor.ch l’ambiente. Trophy 2014 Sotto la direzione creativa dei designer e architetti Ludovica e Roberto Palomba, è nata una collezione inedita che si pone sul mercato con grande capacità persuasiva. Un sogno realizzabile, dall’estetica raffinata ma accessibile, chic ma senza ostentazione. Alla luce di tali premesse, Kartell by Laufen si presenta come un’architettura integrata, un ecosistema interconnesso dove lavabi, sanitari, rubinetti, mobili, piatti doccia, vasche, luci e accessori si integrano tra loro. La trasparenza vitrea del policarbonato e gli spigoli secchi del lavabo totemico a pavimento entusiasmano. I materiali plastici nelle tonalità ambrate, la morbidezza rotonda dei lavabi e la vasca da bagno con l’acqua a sfioro seducono. La rigorosa geometria delle ceramiche viene attutita dalla leggerezza colorata degli elementi in plastica. Kartell by Laufen crea una zona franca nella casa, dove i sensi si abbandonano alle emozioni. Keramik Laufen AG Wahlenstrasse 46 4242 Laufen t. +41 61 765 71 11 [email protected] www.laufen.com/ch Congratulazioni! Oro per Toni-Areal, Zürich Con il Trophy Rigips premiamo ogni due anni le prestazioni di rilievo della costruzione a secco. Hanno vinto l’oro: Costruzione a secco Goger-Swiss AG, Dietlikon Architettura EM2N | Mathias Müller | Daniel Niggli Architekten AG, Zürich Altri progetti premiati Argento: Collège de Gambach, Fribourg Bronzo: Raiffeisenbank, Schaffhausen Premio speciale edilizia industriale: Hotel Intercontinental, Davos Premio speciale edilizia residenziale: Südpark, Basel Premio speciale innovazione: Hotel Alpina, Gstaad Rigips SA Gewerbepark, 5506 Mägenwil Tel. 062 887 44 44, Fax 062 887 44 45 www.rigips.ch PUBLIREPORTAGE Profilo di ultima generazione per finestre in PVC: SOFTLINE 82 Publireportage Economicità, conservazione del valore e benessere del lavoratore: questi sono stati i criteri essenziali nella scelta del partner per le finestre del nuovo centro logistico di Gucci, l’azienda di commercio di articoli di lusso a S. Antonino, nel Canton Ticino. La ditta swisswindows, che ha fornito le finestre, ha scelto, per il suggestivo edificio, il nuovo profilo SOFTLINE 82 di VEKA perché soddisfa pienamente gli standard elevati del committente quanto a funzionalità, estetica, efficienza energetica e sicurezza. Il nuovo centro logistico Gucci ha scelto SOFTLINE 82 derata e offre inoltre: protezione supplementare dalle intemperie, dai gas di scarico e dalle particelle di polvere, maggiore insonorizzazione e maggior potenziale di risparmio energetico. Dal punto di vista architettonico era importante poter realizzare con il sistema di finestre un’estetica molto slanciata, che permettesse la massima entrata della luce all’interno dell’edificio. Da un lato questo si ripercuote positivamente sulla sensazione che l’ambiente trasmette in generale, dall’altro la luce solare contribuisce ad aumentare il benessere sul luogo di lavoro e quindi la produttività dei collaboratori. I profili sottili di anta e battente che sono stati scelti e appositamente realizzati consentono ora una percentuale di vetro fino al 77 % sulla finestra finita e lasciano pertanto entrare una piacevole luce diurna nei saloni. La variante prescelta, swisswindows classico in alluminio con rivestimento esterno in alluminio, corrisponde alla tonalità di colore desi- Puntando alla certificazione LEED Le opere edilizie progettate per durare nel tempo, tra le quali immobili ad uso ufficio e abitazione, infrastrutture sanitarie e culturali, vengono certificate secondo la LEED (Leadership in Energy and Environmental Design) del Green Building Council statunitense, in quattro categorie di qualità. Questo sistema di valutazione fissa precisi standard nei settori della progettazione della sede, del consumo d’acqua e di energia, dei materiali edili e dell’architettura d’interni ecocompatibile. Per ottenere queste certificazioni, Luxury Goods International SA deve avvalersi unicamente di fornitori che soddisfino i requisiti in questione. Un vantaggio ulteriore del serramento classico in alluminio, certificato Minergie-P®, era la lavorazione particolare delle ante, resa possibile da un profilo speciale della gamma SOFTLINE 82. Opportune caratteristiche costruttive consentono di incollare tra loro con facilità la parte in vetro e il profilo dell’anta, con una conseguente particolare stabilità degli elementi della finestra. Partner VEKA anche nella vostra regione Parola d’ordine professionalità: dal vostro partner VEKA siete nel posto giusto per soddisfare i vostri desideri e le vostre esigenze in termini di qualità, efficienza energetica e coibentazione delle vostre finestre e porte. Che si tratti di una nuova costruzione o di una ristrutturazione, il vostro partner VEKA è sinonimo di soluzioni intelligenti, competenza artigianale, esperienza, sapere concreto e tecnica dei serramenti a risparmio energetico con profili di qualità certificata. Circa 35 costruttori locali di finestre in PVC, tutte aziende svizzere specializzate ed esperte nel settore, sono a vostra disposizione come aziende partner di VEKA e vi offrono una consulenza competente, una progettazione lungimirante e un servizio di assistenza professionale. Avete domande sui profili VEKA o su ditte di serramenti nelle vostre vicinanze? Michael Kind, il nostro direttore commerciale per la Svizzera, sarà lieto di fornirvi tutte le informazioni che vi servono: telefono 052 335 05 77, [email protected], www.veka.ch C OMUNIC ATI A ZIENDA LI Il tipo moderno di controllo remoto L’app innovativa KNX di Feller fa diventare smartphone e tablet i comandi remoti di tutte le funzioni dell’edificio. Grazie al semplice sistema intuitivo, i comandi (illuminazione, tapparelle, aria condizionata ecc.) diventano un gioco da ragazzi. L’utente può adeguare l’app KNX alle sue esigenze tramite una rapida navigazione. Nella zona giorno è utilizzata come comando remoto e per il controllo delle funzioni nelle singole stanze o in tutte le aree dell’edificio. Negli uffici, nelle sale riunioni o di formazione, la nuova app KNX abbinata a un tablet diventa un comodo strumento di comando per le presentazioni. L’app KNX. Sistema semplice e intuitivo; navigazione rapida tramite i preferiti, le stanze o le funzioni; risparmio economico grazie a scene liberamente definibili dall’utente e all’autoconfigurazione intelligente al primo avvio; comando remoto con wlan (regolazione a distanza in progettazione); versione demo (funziona senza interfaccia KNX/App). Caratteristiche Hardware. Interfaccia KNX/App per la connessione dell’app con LAN e KNX; configurazione rapida in ETS4 (senza Plug-In!); 12 stanze configurabili con 12 funzioni ciascuna; fabbisogno limitato di spazio nel quadro dei comandi elettrici 2TE; supporto di max. 5 accessi contemporanei; 5 diversi diritti utente. La nuova app KNX è disponibile su App Store e può essere usato per iPod Touch, iPhone 4, iPhone 5, iPad mini e iPad Retina. Una versione Android è prevista. ProCasa Tre, il bagno completo per l’intera famiglia Visione e realizzazione d’insieme dello spazio esterno Meteo è il nuovo soffione doccia a incasso antoniolupi, un progetto caratterizzato da estremo minimalismo formale e forte emozionalità. Il progetto è stato portato all’estremo facendo «scomparire» le parti meccaniche per lasciar spazio solo ai protagonisti: l’acqua e la luce. Un foro nel soffitto letto più che come oggetto. come un vuoto. Il desiderio di riprodurre la pioggia celando, per quanto possibile, il dispositivo. Meteo deve il suo nome al tempo atmosferico e, come lui, non ha forma è mutevole ed imprevedibile. È nascosto, incassato nel soffitto e varia nei colori, il telaio è disponibile nei colori acciaio inox, nero e bianco opaco. Disponibile con luce a LED con funzione cromoterapia azionato tramite un telecomando. Realizzato nelle due forme rettangolare e quadrato, è composto da un corpo a incasso e dalla cartuccia di erogazione. Ciò che rende unico questo soffione è il posizionamento del soffione incassato rispetto al piano di cartongesso. Realizzato appositamente per essere inserito nel controsoffitto o al soffitto in laterizio. Dimensioni: quadrato 35x35x11Hcm, rettangolare 35x52,5x11H cm Regusci Reco ha rielaborato l’assortimento della marca propria ProCasa, rivolgendo un’attenzione particolare ai bagni completi. Le soluzioni offerte si distinguono in tre categorie: «Uno», «Tre» e «Cinque», variano per stile e fascia di prezzo e propongono tutto il necessario per creare un bagno moderno . ProCasa Tre offre molto spazio per riporre gli oggetti, rispondendo alle esigenze di ogni famiglia, e convince anche per il rapporto qualità-prezzo. Con il lancio dei bagni completi ProCasa, Regusci Reco ha cercato di rispondere ai bisogni dei clienti sia nella scelta, sia nella sicurezza in fatto di stile. Le linee ProCasa Tre, ProCasa Uno e ProCasa Cinque presentano notevoli vantaggi per committenti, architetti e progettisti (ideazione e realizzazione dell’allestimento del bagno e delle piastrelle da pavimento e da parete, molto più rapida grazie all’insieme di prodotti forniti già abbinati e alla rapidità dei tempi di consegna). Lo stile personale prima di tutto Sebbene ProCasa sia in grado di offrire bagni completi già pronti, il committente privato può soddisfare anche i propri gusti personali. I consulenti presenti nelle esposizioni illustreranno soluzioni che permettono di completare la linea scelta con colori e materiali personalizzati. Tutto ciò a un prezzo in grado di convincere qualsiasi committente. La «visione d’insieme» del progettista consiste nella capacità di dare forma coerente a singoli elementi architettonici eterogenei (piscina, copertura esterna, pavimento in legno, nuove geometrie dell’arredamento outdoor). Allo stesso modo la «realizzazione d’insieme», che consiste nel trasformare le idee progettuali in spazi fisici, segue la stessa logica: un’unica visione realizzata da un’unica mano. Il valore aggiunto consiste nel fatto che un solo interlocutore si occupa di realizzare la continuità del progetto estetico nella fase esecutiva, facendo risparmiare al progettista (e al committente) risorse e tempo prezioso. La ditta Fabio Rezzonico+Co di Mendrisio abbraccia questa filosofia e offre al progettista (e al cliente) la possibilità di confrontarsi con un unico interlocutore per tutto ciò che riguarda l’allestimento del proprio spazio esterno (costruzione di piscine, posa di pavimenti in legno per terrazze e bordi piscina, posa di coperture e vele ombreggianti, fornitura di arredi per esterno), proponendo i prodotti migliori e una consulenza tecnica fornita da professionisti esperti del settore. La realizzazione d’insieme è perciò una soluzione semplice, che agevola il compito del progettista nell’atto di dare risposte inimitabili alle numerose esigenze del committente. Reco Regusci Corporate Communications Barbara Abiriga t. +41 31 370 48 51 [email protected] www.reguscireco.ch Fabio Rezzonico + Co Via Penate 9 6850 Mendrisio t. +41 91 640 37 40 www.rezz.ch [email protected] Antonio Lupi Design S.p.A. Via Mazzini, 73/75 50050 Stabbia Cerreto Guidi (Fi) - I t. +39 0571 586881, +39 0571 95651 [email protected] www.antoniolupi.it Porto Lugano Feller AG 8810 Horgen t. +41 44 728 77 77 [email protected] www.feller.ch Meteo Design Nevio Tellatin JAKEM SA Via Pradello CH-6934 Bioggio T +41 91 605 23 42 F +41 91 604 65 21 www.jakem.ch Carpenteria metallica Rivestimenti Nuovo scalda asciugamani VOLA - Adesso anche per attacco elettrico Scalda asciugamani sotto intonaco per delle soluzioni eleganti personalizzate. Un sistema modulare composto da elementi riscaldanti che si possono disporre come si vuole. Regolazione della temperatura continua a scelta tra 20° e 50° C. Con funzione timer VOLA AG I Mülistrasse 18 I CH-8320 Fehraltorf I Tel: 044/955 18 18 I [email protected] I www.vola.ch C OMUNIC ATI A ZIENDA LI prodotta dall’impianto: un’opportunità per l’utente per ammortizzare i costi dell’installazione. il rispetto dei tempi di intervento e la qualità di ogni fase di lavorazione. Studio B Image Realizziamo le vostre idee! Studio B Image SA è una realtà poliedrica, che sa cogliere al balzo tutte le opportunità che si presentano, grazie a 40 anni di esperienza con spirito giovanile e dinamico. Un’azienda ben radicata nel tessuto economico ticinese che fornisce servizi a 360° e oltre: consulenza, studio grafico e di comunicazione, studio di sistemi orientativi di segnaletica personalizzata, atelier di produzione e servizio di stampe digitali su diversi supporti. Inoltre si offre un servizio di consulenza per tutti i clienti, basato su soluzioni «cucite su misura»: evitando proposte e idee standardizzate e preconfezionate. Uno dei punti di forza dello Studio B Image è la gestione completa dell’intero iter operativo, dalla creatività all’esecuzione definitiva. Un percorso costantemente monitorato, per curare Creative agency – Studio grafico Lo studio B Image ha un reparto di agenzia pubblicitaria (creative agency) che si occupa di tutti gli aspetti della comunicazione: grafica, gestione di campagne pubblicitarie e grafica Rezzonico Eco Energie: tecnologia webdesign. ed esperienza per il fotovoltaico Creative service – Il reparto che realizza Il creative service è il reparto di pro- La società del Gruppo Rezzonico non ha mai nascosto l’ambizione di diventaduzione che realizza le vostre idee. La presenza all’interno di questo ser- re punto di riferimento per il Canton Tivizio di professionisti nei vari campi cino nel settore delle fonti energetiche della decorazione e della stampa, rinnovabili. E con più di cento impianti rende possibile la sperimentazione di fotovoltaici all’attivo, Rezzonico Eco nuove idee, trasportando le peculiarità Energie può rivendicare a pieno titolo di un ramo nell’altro e creando nuove questo primato. Un successo ottenuto grazie all’impiego di prodotti tecnologipossibilità e soluzioni. camente all’avanguardia e di personale Vi invitiamo a visitare il nostro nuovo altamente specializzato e aggiornato. sito web per avere maggiori informazioni sui nostri settori e visionare la L’offerta Rezzonico Eco Energie si concretizza con un servizio all inclunostra gallery con i lavori realizzati. sive, che va da una progettazione che tiene conto delle esigenze del cliente Studio B Image SA e delle caratteristiche architettoniche Creative agency & Creative Service dell’edificio, al montaggio dei moduVia Franscini 16, 6900 Lugano li, compresa la puntuale assistenza Via Bellinzona 12, 6512 Giubiasco post-vendita. Incluso nel pacchetto il t. +41 91 857 48 42 disbrigo delle pratiche burocratiche, [email protected] tra le quali il contratto con Swissgrid, www.studio-b.ch che si impegna ad acquistare l’energia Il 100esimo interruttore è stato acceso dalla ditta Dario Somazzi di Bironico, un progetto che affianca l’installazione di 1.056 moduli fotovoltaici alla coibentazione dello stabile. L’operazione permetterà un notevole risparmio sui costi di riscaldamento, di godere dell’incentivo messo a disposizione dal Cantone a chi migliora l’efficienza energetica degli stabili e, soprattutto, di abbattere le spese per l’energia elettrica. Forte dell’esperienza acquisita in questi anni e della profonda conoscenza del territorio e delle sue peculiarità, Rezzonico Eco Energie si propone oggi come partner ideale per ogni genere di progetto abitativo, industriale, commerciale o comunitario, sia di nuova costruzione, sia di ristrutturazione. Chi crede nel fotovoltaico può contare su Rezzonico Eco Energie. Chiaro come il sole. Rezzonico Eco Energie SA via Stazione, 3 6934 Bioggio t. +41 91 605 10 10 [email protected] www.grupporezzonico.ch In media ogni collaboratore lavora 8,38 ore al giorno. Nessuna azienda rappresenta la media. Per questo vi proponiamo prestazioni di servizio studiate su misura. Vi aiutiamo a migliorare la salute dei vostri collaboratori, a ridurre costi e assenze – e a evitarli. Richiedete la nostra consulenza: chiamando lo 058 277 18 00 o su www.css.ch/azienda. Sempre personale. Assicurazione INTERNI E DESIGN A cura di Gabriele Neri in collaborazione con VSI . ASAI Il colore delle favelas La strategia di due olandesi per usare l’arte come strumento di riscatto sociale «Il colore è un mezzo che consente di esercitare un influsso diretto sull’anima», scriveva Wassily Kandinsky un secolo fa. Oggi gli abitanti di alcune favelas di Rio de Janeiro potrebbero confermarlo, dopo aver visto i riflessi del lavoro di Jeroen Koolhaas e Dre Urhahn, due olandesi meglio noti come Haas & Hahn che si sono posti l’obiettivo di portare il colore sui muri delle zone più povere della città. Tutto è cominciato intorno al 2005, quando i due hanno preso un volo per il Brasile. Partiti con un progetto – girare un video sulla cultura hip hop locale – gliene viene in mente un altro, molto più dirompente: pensare la massa disordinata di piccoli edifici abbarbicati sulle colline di Rio come un’enorme tela da colorare. Il primo «affresco» viene fatto nel 2006 nella favela di Vila Cruzeiro: sopra a un acceso sfondo azzurro è raffigurato un ragazzino con gli occhi incantati che guarda verso il suo aquilone, da qualche parte nel cielo. La particolarità di quest’opera – intitolata Boy with Kite e subito diventata un landmark visibile per chilometri – sta nei modi della sua realizzazione: il soggetto è stato infatti scelto insieme ai residenti, e al suo completamento hanno partecipato i ragazzi del luogo, a cui è stato dato qualche soldo. Ecco il punto fondamentale della strategia artistica di Haas & Hahn: coinvolgere i residenti dal concepimento alla produzione dei murales, in modo da farli diventare il frutto di una comunità e non la singolare performance di due artisti arrivati da chissà dove. Nella stessa zona, due anni dopo, Haas & Hahn hanno scelto come tela una serie di strutture in cemento – simili all’alveo di un fiume artificiale – che corrono giù per la collina con la funzione di proteggere il terreno dalle frane nella stagione delle piogge. Questa volta oltre a coinvolgere i ragazzi del posto i due si sono fatti ispirare da Rob Admiraal – artista olandese del tatuaggio – e il fiume di cemento è stato riempito di onde e grandi pesci (carpe) disegnati secondo i principi dell’arte giapponese. In tutto 7.000 metri quadri, visibili anche da Google Earth. Come viene spiegato nei video caricati su www.favelapainting.com – che consigliamo di guardare – le immagini della «favela colorata» hanno cominciato ad attirare l’interesse dei media, facendo parlare per una volta di questi luoghi in termini positivi e non soltanto per notizie di cronaca nera. La strada era aperta: con i media è arrivato qualche finanziamento, e i due artisti hanno potuto pensare più in grande. Nel 2010 sono riusciti infatti a dipingere 34 edifici e un’intera piazza – Praça Cantão, nella Comunità di Santa Marta – trasformando un luogo anonimo e poco raccomandabile in una meta turistica. Aumentando la superficie della «tela» e il numero di ragazzi coinvolti – questa volta ben 25 persone, grazie agli sponsor – anche il metodo di lavoro e il tipo di soggetto hanno subito delle modifiche. Da un lato si sono dovuti semplificare i temi grafici, in maniera da velocizzare il lavoro e metterlo alla portata di una squadra di «pittori» dopo poche ore di training: invece di avere temi figurativi come il Boy with Kite o forme complesse come le carpe giapponesi, in Praça Cantão trionfano le campiture geometriche, con colori vivaci che tagliano in diagonale le disordinate costruzioni della favela. Dall’altro lato, il salto di scala 1. 11 INTERNI E DESIGN 2. ha reso necessaria una maggiore articolazione delle fasi preparatorie, in modo da progettare con cura la disposizione delle geometrie e dei colori su superfici così estese. Cambiano allora gli strumenti di lavoro: dal semplice bozzetto bidimensionale si passa ad utilizzare grandi maquette che riproducono, per quanto possibile, l’orografia e la volumetria di edifici cresciuti come funghi. Su questi modelli si può disegnare, oppure usare un videoproiettore per studiare la sovrapposizione di una texture continua sul tessuto urbano prima della fase esecutiva. Destino ha voluto che le immagini di Praça Cantão colpissero Gary Steuer, Chief Cultural Officer della città di Philadelphia, e Jane Golden, direttrice del Philadelphia Mural Arts Program, i quali hanno subito pensato di invitare i due olandesi a essere i protagonisti di Philly Painting (www.phillypainting.org), operazione di «abbellimento» urbano di una zona carica di problemi sociali e degrado. Passando dalle favelas brasiliane ai margini di una città postindustriale americana, la strategia di Haas & Hahn ha mantenuto la sua validità: Germantown Avenue è stata infatti dipinta con la collaborazione di tanti ragazzi che il colore ha strappato alla vita di strada. Anche qui, il riconoscimento pubblico del lavoro svolto – attraverso manifestazioni e premiazioni per i partecipanti con tanto di certificati firmati dal sindaco – è stato fondamentale per infondere ai ragazzi del luogo il senso che un lavoro onesto può dare i suoi frutti, e che anche nelle parti più difficili di «Killa-delphia» (come i media hanno chiamato la città, dato il tasso di omicidi) è possibile trovare spazi di manovra salutari e appaganti. Quando la strada è stata tutta dipinta, e i due olandesi – ormai diventati punti di riferimento per la comunità – sono dovuti ripartire, si è però presentata una domanda: come sostenere l’entusiasmo di questa gente una volta che il progetto è finito? L’idea è quella di continuarlo, isolato dopo isolato, affinché il colore possa continuare la sua azione taumaturgica. Dopo Philadelphia, la prossima tappa sarà ancora Rio. Negli ultimi mesi è stata infatti lanciata una campagna di crowdfunding – cioè la ricerca di finanziamenti «dal basso», senza dover ricorrere a un grande sponsor o legarsi a partiti politici – con lo scopo di dipingere un’intera favela, non solo alcuni pezzi. A questo proposito, sul sito favelapainting.tictail.com è in vendita merchandising di vario tipo e prezzo: dalla t-shirt (40 euro) al bozzetto originale usato per Philly Painting (800 euro). Le fasi preparatorie sono già cominciate; siamo impazienti di vedere i risultati. Aggiornamenti su questo progetto saranno pubblicati su . 3. 1. Praça Cantão, Santa Mar ta, 2010. Data l’estensione dell’inter vento, il tipo di tex ture da dipingere sugli edifici è stato semplificato rispet to ai proget ti precedenti. Foto Haas&Hahn for www.favelapainting.com 2. Det taglio di un edificio compreso nel proget to Philly Painting eseguito a Philadelphia tra il 2011 e il 2012. Foto Haas&Hahn for www.phillypainting.org 3. Rio Cruzeiro, Vila Cruzeiro, 2008. Il proget to grafico è stato fat to in collaborazione con un ar tista tatuatore olandese. Per completare il tut to ci sono voluti ot to mesi di lavoro. Foto Haas&Hahn for www.favelapainting.com design by Rob Admiraal 12 www.antoniolupi.it_strappo, design domenico de palo_ayati, design massimo broglio_a.d. riccardo fattori_ph. zerotremedia MILANO Salone Internazionale del Mobile 8 - 13 Aprile 2014 Pad. 22 Stand A29 - B20 scarica la app su iTunes e Google Play AQUASOUL Stephan Schweizer Vertreter für die Schweiz, Österreich und Liechtenstein Brummelmattstrasse, 5 - CH-5033 Buchs T +41 (0) 78 610 85 01 F +41 (0) 62 535 54 64 [email protected] VR-A Vito Ruscio Vertreter für Kanton Tessin (Schweiz) T +39 333 9784616 [email protected] A SINK IN THE WALL C OMUNIC ATI SI A A cura di Frank Jäger Iniziativa formativa per i settori dell’energia Dal 2014 la Confederazione vuole investire circa 7 milioni di franchi all’anno nella formazione e nel perfezionamento professionale degli specialisti nell’ambito dell’efficienza energetica, e ciò per preparare il settore dell’edilizia al risanamento energetico del parco immobiliare svizzero. L’iniziativa formativa vuole contribuire a garantire agli specialisti una formazione più mirata e in linea con le esigenze imposte dai settori dell’efficienza energetica e delle energie rinnovabili. Il 22 gennaio, in seguito a una conferenza specialistica tenutasi a margine della fiera basilese «Swissbau», la consigliera federale Doris Leuthard e il presidente sia Stefan Cadosch hanno reso noto il corrispettivo pacchetto di misure. L’obiettivo è puntato sulla formazione e il perfezionamento professionale degli specialisti che già lavorano nel ramo nonché sul reclutamento di altri professionisti. Attraverso il coordinamento di misure di formazione e perfezionamento professionale si mira a sostenere i settori che permettono di offrire le competenze tecniche e specialistiche necessarie alla realizzazione della strategia energetica 2050. Con questa iniziativa il Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni (datec) reagisce alla penuria di professionisti nel settore delle energie rinnovabili nell’ambito dell’edilizia, dell’industria e dell’infrastruttura di approvvigionamento. All’appuntamento con la stampa, dopo la conferenza, Doris Leuthard e Stefan Cadosch hanno espresso un’opinione unanime, ovvero che sia importante «interessare e avvicinare a questi settori professionali il numero massimo di giovani», queste le parole della consigliera. Per farlo si sta preparando una campagna promozionale ad hoc. La strategia energetica 2050 promossa dal Consiglio federale potrà essere realizzata concretamente solo se gli ambiti professionali menzionati potranno fare affidamento su un numero sufficiente di giovani leve. Vi è la possibilità che scaturiscano lacune di know how soprattutto nelle interfacce tra le varie discipline, per esempio tra artigiani edili e tecnici energetici. Oltre al reclutamento di giovani leve, l’iniziativa si focalizza sulla formazione e il perfezionamento professionale degli specialisti già attivi nel settore. In tale contesto occorre, come Cadosch sottolinea, correlare meglio le offerte disponibili e renderle più visibili. «In tutta la Svizzera ci sono attualmente oltre 200 diversi corsi di perfezionamento in ambito energetico», afferma il Presidente sia. Sul sito internet del datec Dialogo aper to tra Doris Leuthard e Stefan Cadosch. Foto Madeleine Leupi, SI A sarà pubblicata a breve una panoramica delle diverse offerte formative in materia. All’insegna del motto «unire le forze e farle conoscere» l’Ufficio federale dell’energia ufe ha approvato un piano di misure vertente su sei concetti, messo a punto dal datec in collaborazione con l’economia svizzera e le principali associazioni di progettisti. Oltre alla preparazione di materiale didattico aggiornato, l’iniziativa prevede la promozione dei programmi Passerella e lo sviluppo di cicli di studio master, tra cui il master in «Integrated Building Systems» promosso dalla sia e messo a punto dal Politecnico federale di Zurigo. La consigliera federale Doris Leuthard si è detta compiaciuta e soddisfatta che nell’elaborazione dell’iniziativa formativa di SvizzeraEnergia sia stato possibile «riunire allo stesso tavolo così tanti settori e ambiti diversi» e ha rivolto i propri ringraziamenti, in particolare al presidente sia Stefan Cadosch, per il prezioso supporto offerto. Per maggiori informazioni: www.svizzeraenergia.ch Norme tradotte di recente Tre norme SI A sono ora disponibili anche in lingua italiana. Si trat ta della norma SI A 279:2011 Materiali da costruzione termicamente isolanti, nonché delle due norme concernenti i masset ti flot tanti all’interno degli edifici, ov vero le norme SI A 251:2008 Masset ti flot tanti all’interno di edifici e 118/251:2008 Condizioni generali relative ai massetti flottanti all’interno di edifici. Inoltre, è stato pubblicato da poco (solo in tedesco e in francese) l’elenco delle pubblicazioni SI A per il 2014. Esso of fre in forma compat ta una panoramica del programma editoriale SI A . I membri SI A ricevono l’elenco per posta. Altri esemplari possono essere ordinati gratuitamente per e-mail, scrivendo direttamente alla SIA (contact@ sia.ch). L’elenco delle pubblicazioni è scaricabile in versione PDF dal sito web della SI A (rubrica SI A -Norm), dove si ha una visione ag giornat a di tut te le nuove pubblicazioni. Tut ti i prodot ti editoriali SI A possono essere ordinati per e-mail ([email protected]) o presso il nostro shop online (www.shop.sia.ch). 14 C OMUNIC ATI SI A Clementine van Rooden 2050, basta porre le basi giuste Se vogliamo che la strategia energetica 2050 diventi realtà dobbiamo spingere al risanamento del parco immobiliare svizzero. Il settore dell’edilizia riveste un ruolo chiave per la riuscita della svolta energetica. Anche se nell’ambito dei trasporti si possono risparmiare più risorse in tempi brevi, così Adrian Altenburger, presidente del Consiglio di specialisti sia Energia: nel settore dell’edilizia basta porre le basi giuste, e ciò sul lungo periodo. In questo contesto la sfida principale verte chiaramente sul rinnovamento del parco immobiliare. Se in Svizzera si rinnovassero i circa 1.5 milioni di edifici che richiedono un risanamento, si potrebbero risparmiare annualmente 3-4 milioni di tonnellate di petrolio. Le premesse tecniche ci sono, ma mancano gli stimoli per aumentare la quota di risanamento. Con il Programma Edifici la Confederazione mette a disposizione mezzo miliardo di franchi per risanare gli stabili abitativi. «Ma allora non ci sono sufficienti stimoli?», chiede il moderatore della discussione Reto Brennwald. Marianne Zünd dell’Ufficio federale dell’energia ufe risponde: «Il senso e lo scopo è quello di fare più di quanto si farebbe solo con i propri mezzi». Da un punto di vista economico l’investimento vale assolutamente la pena. Risultati importanti, con un piccolo budget, dunque. Adrian Altenburger è d’accordo e sottolinea: «Certo, non bisogna pensare che i provvedimenti energetici siano sempre onerosi e legati a grandi spese». Prendiamo le ottimizzazioni dell’esercizio per esempio; senza dover fare grandi investimenti nell’involucro o negli impianti, il potenziale di efficienza si colloca attorno al 15-30%. Ciò concerne soprattutto i sistemi impiantistici, per i quali bastano piccole modifiche dei parametri di regolazione. «Mi riferisco ad esempio agli impianti di aerazione operativi 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, basterebbe lasciarli in funzione solo se vi è un’esigenza effettiva», spiega Altenburger. Si tratta di provvedimenti semplici e per nulla onerosi, ma che garantiscono un buon aumento dell’efficienza. Anche Rahel Gessler, responsabile della divisione Energia e sostenibilità della Città di Zurigo, è d’accordo e puntualizza: «Uno studio condotto su incarico della Città di Zurigo ha esaminato i costi correlati a 6500 appartamenti cittadini. La mera conservazione del valore corrisponde al 18% dei costi complessivi, mentre i provvedimenti in materia di efficienza energetica solo al 3%». «La strategia energetica non fa aumentare gli affitti, ma garantisce la conservazione del I professionisti del domani? Giovane pubblico al Swissbau Focus. Foto Simon Bielander, © MCH Messe Schweiz (Basilea) AG valore del parco immobiliare», spiega. Oggi è risanato solo l’1% della sostanza immobiliare, troppo poco per realizzare la svolta energetica entro il 2050. Manca personale, sostiene Barbara Egger-Jenzer, consigliera di Stato del Cantone di Berna. «Con i 24 milioni di franchi per il programma cantonale di incentivazione abbiamo potuto generare investimenti pari a quasi 100 milioni di franchi all’anno. Si tratta di provvedimenti che vanno a beneficio dell’economia locale, ma dobbiamo comunicarlo con maggiore vigore». Intanto il settore dell’edilizia segue zoppicando. Adrian Altenburger conferma: «Da oltre dieci anni abbiamo un’alta congiuntura, eppure nella pianificazione si avvertono già problemi qualitativi e impasse a livello di capacità e competenze». (Cfr. «Iniziativa formativa per i settori dell’energia» nella pagina a fronte). Economia con lungimiranza Daniel Röschli, responsabile del settore Finanze SIA dal 2010, è stato recentemente nominato membro del Comitato direttivo. «Negli anni favorevoli bisogna accumulare riserve per riuscire ad affrontare le fasi più delicate», questo uno dei principi chiave che Daniel Röschli, economista aziendale, di Winterthur, difende a spada tratta. Le risorse e le riser ve tuttavia non sono un fine a se stesso. Non basta far quadrare i conti. «Nel contempo bisogna pensare a come ampliare continuamente le prestazioni offerte ai nostri membri». Il concetto di sviluppo finanziario formulato da Röschli per la Società dovrebbe valere fino al 2020. In passato, il neo eletto ha lavorato per la Swissmem, associazione che riunisce l’industria metalmeccanica ed elettrica, e ha deciso di optare per la SIA in considerazione, non da ultimo, della possibilità di svolgere un «ventaglio di mansioni ampio e molteplice». Con la sua elezione in seno al Comitato direttivo il ventaglio di mansioni si è indubbiamente esteso ancora un po’. 15 C OMUNIC ATI SI A Thomas Müller Strutturare la politica di aggiudicazione Giornate SIA: vivere l’architettura In occasione della prima seduta dell’anno, il Comitato SIA ha posto le basi per un riorientamento delle attività societarie nell’ambito dell’aggiudicazione dei mandati di pianificazione, costituendo un consiglio specializzato in materia. Dal 9 all’11 maggio 2014 il vasto pubblico potrà visitare in tutta la Svizzera circa 300 nuovi edifici e opere d’ingegneria civile. SCUOL A DELL’INFANZIA IN VIA LUVEE A STABIO Realizzazione Edificio pubblico, Costruzione nuova, 2013 | C ommit tente C omune di S tabio | A r chite t tur a Giraudi Wet tstein Architet ti E TH B S A SI A , Felix Wet tstein; Lugano, www.studiowe.ch | Foto Alexandre Zveiger | Cfr. Archi 5/2013 Foto Alexandre Zveiger Per gestire e realizzare le attività nell’ambito dei temi strategici, il Comitato sia si appoggia a diversi consigli specializzati, tra questi il Consiglio di esperti Energia (fe), costituito nel 2010, oppure il Consiglio di esperti Pianificazione del territorio (fr). Tali consigli affiancano il Comitato offrendo consulenza sui temi strategici e impegnandosi nel garantire l’attuazione coerente delle politiche societarie decise in seno al Comitato. Uno dei temi strategici centrali su cui vertono le attività sia è anche l’impegno profuso per assicurare un’aggiudicazione equa e orientata alla qualità. Finora era la Commissione sia 142/143 per concorsi e mandati di studio in parallelo ad occuparsi dell’argomento, quale istanza responsabile delle forme di aggiudicazione basate sulla soluzione. Con la pubblicazione del nuovo Regolamento SIA 144 per le prestazioni di ingegneri e architetti la sia regolamenta dall’agosto del 2013 anche le forme di aggiudicazione basate sulle prestazioni. In considerazione di tale ampliamento delle competenze, il Comitato ha deciso di ripensare l’organizzazione del comparto delle aggiudicazioni all’interno della sia e in seno all’Ufficio amministrativo. Il Consiglio di esperti Aggiudicazione (fv) è incaricato di curare l’orientamento e la definizione dei temi cruciali, nonché garantire una realizzazione coerente, concreta e puntuale della politica societaria in materia di aggiudicazione. Il nuovo Consiglio sarà presieduto da Eric Frei, architetto di Losanna e membro del Comitato. Tra i membri del Comitato è stato accolto anche Valerio Olgiati che in seno alla Società presiede il Consiglio di esperti Proprietà intellettuale. Al fine di garantire una composizione il più possibile paritaria, anche i presidenti delle Commissioni 142/143 e sia 144, i presidenti delle Commissioni centrali per i regolamenti (zo) e per le norme (zn) e i rappresentanti di organizzazioni terze (kbob, bkpu ecc.) sono invitati a diventare membri del Consiglio di esperti neo costituito. La composizione e l’elenco delle mansioni assunte dal Consiglio saranno definiti nelle prossime settimane. Con la costituzione del Consiglio di esperti Aggiudicazione, il Comitato mira a fornire una panoramica più trasparente e completa delle forme di aggiudicazione finora regolamentate dalla Società. Per definire in modo univoco e preciso i diversi ambiti di responsabilità, il Comitato ha invece deciso di sciogliere la Commissione norme e regolamenti sia (noa). L’evento, quest’anno alla sua 8a edizione, è un appuntamento del tutto unico, un vero e proprio palcoscenico dell’arte architettonica e ingegneristica organizzato dalla sia. Sono per lo più gli ingegneri e gli architetti responsabili del progetto a condurre i visitatori nei meandri delle proprie opere. Quest’anno, le Giornate sia, un’iniziativa lanciata per la prima volta nel 2006 dalla Sezione Vaud, avranno luogo, per la seconda volta, su tutto il territorio svizzero. La Sezione Ticino parteciperà con ben 13 progetti. Oltre a diversi nuovi stabili abitativi, apriranno i battenti al pubblico anche due opere di ristrutturazione e un ponte stradale sul fiume Ticino. Le Giornate sia offrono al pubblico la possibilità di conoscere di prima mano, direttamente da chi l’opera l’ha progettata, il perché e il come di una costruzione. I visitatori, oltre ad assaporare il piacere di trovarsi in spazi innovativi e ben strutturati (non di rado il privilegio è concesso solo nella cornice di questo evento), potranno rivolgersi agli ideatori delle opere, a disposizione del pubblico per rispondere alle diverse domande e spiegare come nasce un progetto. Tutti i progetti partecipanti saranno documentati in un opuscoletto gratuito disponibile direttamente presso la sia e le diverse Sezioni. Per saperne di più sulle «Giornate sia» si consiglia di consultare il sito costantemente aggiornato: www.giornate-sia.ch Potrete anche scaricare gratuitamente un’app per il vostro smarthphone con una panoramica di tutte le opere «in mostra», tra le quali la scuola dell’infanzia di Stabio di cui qui sotto riportiamo una breve scheda. 16 Date libero spazio alla vostra creatività! Miele Project Business per architetti Il design è frutto di idee concretizzate in forme! La qualità scaturisce dalla perfezione fin nei minimi particolari! Con questi presupposti siamo lieti di essere il Suo partner per realizzare progetti architettonici di alto pregio e personalizzati. Dietro la denominazione Miele Project Business è attivo un team Miele specializzato che L’accompagna durante tutto il Suo processo di pianificazione e realizzazione, ponendo l’accento sull’importanza del contatto coi clienti, sulla professionalità e sull’affidabilità. Contatti i nostri specialisti, sottoponga alla loro attenzione i Suoi progetti e su come possono esserle di valido aiuto. Telefono 056 417 24 30. Tutti i nostri elettrodomestici per la cucina e la lavanderia sono in grado di soddisfare le più alte esigenze di design, funzionalità e scelta qualitativa dei materiali impiegati. Gli apparecchi Miele sono testati per una durata di esercizio di 20 anni e ciò è una inconfutabile conferma di affidabilità, lunga durata di vita e sicurezza. www.miele.ch/projectbusiness C OMUNIC ATI OTIA A cura di Daniele Graber ser [email protected] I progetti di OTIA per il periodo 2014-2015 Durante l’Assemblea ordinaria otia del 27 marzo 2014, il Consiglio dell’Ordine ha presentato le attività e i progetti svolti nel 2013 e previsti per il periodo 2014-2015. Un programma ambizioso in continuità con quanto presentato nel 2013. Le attività otia non saranno esclusivamente a favore dei propri membri, ma pure degli altri attori del settore della costruzione e dell’intera collettività. I progetti 2014-2015 permetteranno di raggiungere gli obiettivi di otia 2015 definiti nel 2011 dal Consiglio dell’Ordine, ossia obiettivo 1 «otia adotta le misure appropriate per migliorare la gestione dell’Albo» e obiettivo 2 «otia adotta le misure appropriate affinché le leggi, i regolamenti, le regole professionali e dell’arte e le regole deontologiche siano rispettati dai suoi membri e dai committenti». Tali obiettivi verranno rivalutati l’anno prossimo e il Consiglio proporrà in seguito all’Assemblea gli obiettivi otia 2020. Alcune principali attività, le più significative, sono presentate di seguito. Per quanto riguarda l’applicazione della Legge lepia, il Segretariato otia è stato impegnato con l’evasione delle richieste d’iscrizione all’Albo, in modo particolare da parte di professionisti esteri, e si è occupato del monitoraggio dell’applicazione della lepia per rapporto alla legge edilizia (le) (firma delle domande di costruzione). otia è intervenuta presso la Sezione degli Enti locali per segnalare una serie di situazioni non conformi alla le. Non essendoci un suo aiuto concreto, otia ha agito e agirà in collaborazione con la Commissione di Vigilanza per la lepia, intensificando i controlli e intervenendo presso i Municipi. Un contributo significativo per il rispetto della lepia e della le è chiesto in particolare ai membri otia, che hanno la possibilità di segnalare situazioni irregolari ([email protected]). Il Segretariato otia continuerà in ogni caso l’opera di sensibilizzazione dei Municipi, in particolare i segretari e i tecnici comunali. A tal proposito, otia proporrà con l’Associazione dei tecnici comunali (attec) dei corsi di formazione continua. L’attività di monitoraggio dell’applicazione della lepia ha permesso di constatare una serie di lacune dell’attuale legge. Il Consiglio dell’Ordine ha quindi deciso di intraprendere i lavori di revisione. In sintesi, la revisione della lepia si concentra sul miglioramento della gestione dell’Albo (autorizzazioni permanenti e temporanee), sulla ridefinizione del suo campo d’applicazione, sull’assoggettamento obbligatorio di ogni professionista che desidera fornire delle prestazioni di architettura o di ingegneria (in particolare la direzione dei lavori), sulla ridefinizione dei campi d’attività, sulle competenze della Commissione di Vigilanza e sulle sanzioni. La proposta di nuovo testo dovrebbe essere presentata al Consiglio di Stato a inizio 2015. Per quanto riguarda l’applicazione della legge sulle commesse pubbliche (lcpubb), otia ha collaborato intensamente con la cat e la sia, intervenendo presso una serie di committenti che non hanno applicato correttamente le basi legali in vigore e i Regolamenti sia 142, 143 e 144. L’ottima collaborazione con l’Ufficio appalti, organo di vigilanza della lcpubb, ha permesso a cat, con il sostegno di otia, di intensificare ulteriormente la collaborazione con l’ente pubblico tramite un progetto con l’amministrazione cantonale e i Comuni volto a definire degli standard comuni in materia di concorsi. Essendo al momento i mandati di studio paralleli con mandato susseguente di principio illegali, otia desidera in collaborazione con la cat e il Centro di consulenza in materia di commesse pubbliche definire in modo chiaro i limiti del margine di manovra dei committenti. A seguito della decisione del Consiglio dell’Ordine di coinvolgere maggiormente e direttamente i membri otia, esso ha costituito le Commissioni consultive tematiche incaricate di trattare il tema degli onorari (cct-o) e il tema delle Commesse pubbliche. Durante il 2014 verrà creata pure la cct Legge edilizia. Queste due Commissioni sono parte del progetto cat di semplificazione della legislazione cantonale di diretto interesse per gli architetti e gli ingegneri. La cct-o ha presentato a fine marzo il risultato del suo lavoro all’Assemblea. Ora spetta al Consiglio dell’Ordine considerare il lavoro svolto, adottando le misure proposte dalla cct-o. Un progetto di grande importanza per i membri otia è rappresentato dalla volontà di istituire la figura dell’architetto cantonale. L’apposito Gruppo di lavoro istituito dalla cat a metà 2013 ha consegnato il suo rapporto destinato al Consiglio di Stato. Dopo una breve premessa, esso descrive la proposta di cat e presenta il ruolo e i compiti che il futuro architetto cantonale dovrebbe assumere. In collaborazione con le associazioni professionali affiliate alla cat, otia si impegna a definire la giusta figura di architetto cantonale per il Cantone Ticino, sostenendo nei vari consessi istituzionali e professionali la sua istituzione. 18 Il prestatore di servizi globale. Implenia ragiona e costruisce per la vita. Con piacere. www.implenia.com Sede Lugano-Breganzona Bazzi Piastrelle SA l Via dei Pioppi 10 l 6616 Losone l T +41 (0)91 792 16 02 l F +41 (0)91 792 18 02 l www.bazzi.ch l [email protected] ARCHIVI ARCHITETTI TICINESI TI A cura di Angela Riverso Ortelli Fondazione Archivi Architetti Ticinesi L’architettura delle abitazioni stagionali Il nostro territorio, parzialmente corroso da interventi spudorati o, a volte, abbandonato a se stesso all’avanzare dei boschi e alla solitudine, riserva anche paesaggi sorprendenti dedicati a quella parziale solitudine che molti anelano. La ricerca di spazi per il riposo, il sogno o l’avventura ha portato diversi architetti a progettare o recuperare rifugi solitari, baite lontane, eremi distanti dal caos e dal rumore; nuove forme di luoghi abitati che definiamo con un termine univoco case secondarie. L’immersione quasi completa nella natura delle valli alpine distingue però queste abitazioni temporanee dalle sorelle più mondane, abbarbicate fra mille altre sui fianchi dei paesaggi lacustri e da cui l’unica natura percepibile è quella «vista» che, se si ha fortuna, si intravede da un terrazzo ricavato a fatica sovrastando quello sottostante. La ragione non ha nulla a che vedere con la scelta di abitare questi luoghi, ma bastano pochi giorni di realtà silenziosa, spezzata da scoppi di voci o rumori e luci il cui suono resta a lungo nella memoria e rimbomba nel silenzio che segue ogni evento, per curare la nostra mente sottoposta a continue sollecitazioni. Già salendo in quota con gesti automatici e quasi inconsapevoli, apriamo i finestrini delle auto spegnendo la radio, quasi a preparare mente e corpo a nuove abitudini. Ci accolgono aria tersa e rumori inconsueti, rami che si spezzano, neve e ghiaia sotto i piedi, qualche saluto scontroso e paesaggi e architetture che sono spesso risultato di continui aggiustamenti a modi di vita contemporanei o, a volte, interventi esemplari. Come questi progetti elaborati da architetti di cui la Fondazione aat conserva gli archivi, che interpretano due concetti fondamentali, la protezione e il focolare. Si tratta di architetture misurate, case adagiate su declivi naturali, recuperate da ruderi dismessi o elaborate a partire da un tema e da bisogni essenziali; sono abitazioni temporanee disegnate con attenzione al contesto e al dettaglio. Seguendo in punta di matita il disegno o osservando la perfezione del gesto di questa casa di Franco Ponti a Dalpe del 1963, percepiamo quel sottile dolore legato alla pura bellezza. Lo zoccolo in pietra naturale, ben ancorato al terreno con un intervento di scavo quasi invisibile, le aperture calibrate e precise, le geometrie così studiate da apparire completamente naturali, le sottili solette in legno solo là dove necessario: il gesto spontaneo di un bambino che con pochi mezzi deve ricavarsi un riparo e lo fa adagiandosi sulla montagna e aprendosi alla luce. Possiamo poi apprezzare in queste immagini l’accura- 1. 1. Fondo Franco Ponti, Casa a Cornone, Dalpe 1963, proget to e foto cantiere 2. 2. Fondo Bruno Bossi, recupero a Lugag gia 1967, foto d’epoca 21 4. to recupero di un rustico contadino, operato dall’architetto Bruno Bossi nel 1967, dove i percorsi pedonali ci avvicinano all’edificio senza muri di contenimento o appiattimenti innaturali ma solo donando al passo un sostegno stabile e rimandando all’andamento naturale della topografia e del paesaggio circostante con il disegno e il leggero accostarsi dei tetti. Gli schizzi dell’architetto Tita Carloni riportano invece accurate riflessioni su temi base, per il progetto di una casa di vacanza in un contesto alpino come Maloja, dove le condizioni climatiche convivono con il desiderio di accessibilità, relativo isolamento, vista e condivisione degli spazi con un certo numero di persone. È poi ancora Franco Ponti a mostrarci la sua capacità di creare un dialogo continuo fra natura e architettura con il progetto di casa Laube a Carì, dove il grande tetto geometricamente essenziale, accoglie le funzioni primarie dell’abitare, per poi protendere lo zoccolo con due corpi laterali ed estendere gli spazi interni verso il paesaggio circostante solo là dove l’orografia naturale lo permette, mantenendo l’affaccio verso valle misurato e preciso. Lo spopolamento delle valli alpine costringe oggi questi territori a reinventarsi a fatica un uso e una frequentazione a partire da bisogni che non sono più quelli primari di una sussistenza povera legata ad agricoltura o pastorizia, ma quelli di una maggioranza indaffarata, con un tempo frammentato a disposi- 3. 4. Fondo Tita Carloni, Casa di vacanza Forni, Maloja 1970 zione e ancora legata alla montagna, ai suoi ritmi e ai suoi paesaggi, per nostalgia o semplice piacere. Sempre Tita Carloni nel 2002, a proposito delle nuove norme per la trasformazione dei rustici, si chiede: «… se non è meglio prendere atto della realtà, descriverla senza pregiudizi, smetterla di parlare di conservazione e pensare a due possibili alternative culturalmente decenti. Prima: la caduta in rovina pura e semplice…», – una morte lenta, sicura e poetica di manufatti ormai abbandonati, riconsegnati a un territorio che non è più necessario sfruttare e abitare –. «Seconda: la trasformazione in modeste case attrezzate per il tempo libero, con interventi sobri, qualificati e manifesti, che rivelino onestamente la circostanza, che lì non soggiornano più poveri pastori, donne pie e qualche vaccherella, ma bancari più o meno miscredenti, in regolare stato di ozio». Pubblicazioni sul tema – Halb so wild, film di Jeshua Dreyfus, Svizzera 2013 – Die Schweiz, ein städtebauliches Portrait, Materialien 3, eth isg Basel, Birkhäuser Verlag, Basilea 2005 – Tita Carloni, Pathopolis, Casagrande, Bellinzona 2011 – Architektur der Sehnsucht, a cura di Reto Gadola, gta, Zurigo 2013 3. Fondo Franco Ponti, Casa Laube, Carì 1966 22 PUBLIREPORTAGE Come leadingpartner MINERGIE® per porte e finestre, EgoKiefer offre il più completo assortimento di finestre e porte d’entrata certificate MINERGIE® e MINERGIE®-P della Svizzera. Extraordinary Experience Entrate in un mondo dove tutto è pensato per il vostro piacere, uno showroom dove colori, forme e materiali concorrono a creare un nuovo concetto di water design. Un mondo costruito attorno a voi, perché ogni gesto quotidiano possa riflettere la vostra personalità. Follow us E diventare un’esperienza straordinaria. ARREDO BAGNO PISCINE IDROMASSAGGIO SAUNE Rezzonico Expo SA Showroom via Cantonale 50 CH-6805 Mezzovico Tel. 091/610.20.00 Aperto dal lunedì al venerdì, 8.30 -12.00 / 13.30 -18.00. Sabato su appuntamento. [email protected] www.grupporezzonico.ch ACCADEMIA ARCHITETTURA MENDRISIO TI A cura di Laura Ceriolo La luce del colore Il colore è la bandiera dell’umano, Maria Zambrano, Dire Luce, 2013 Conversiamo con Daniela Mondini*, docente responsabile del progetto di ricerca dell’AAM/USI «Da Ravenna a Vals. Luce e oscurità in architettura dal medioevo al presente». Il progetto, finanziato dal Fondo nazionale svizzero per la ricerca scientifica, promuove uno studio trasversale del ruolo e delle valenze estetiche e semantiche della luce, naturale e artificiale, in architettura, dal Medioevo al Contemporaneo. Laura Ceriolo: La luce e l’oscurità sono il tema della ricerca, ma la luce ha un colore o lo crea. Quando e come i due concetti sono o non sono inscindibili? Ci sono state delle riflessioni in questo senso durante la sua ricerca? Daniela Mondini: Con gli studi di Isaac Newton, il concatenamento inscindibile fra luce e colore è ormai un dato di fatto indiscusso. Con le sue sperimentazioni sulle caratteristiche ottiche dei prismi, il fisico inglese dimostrò che la luce bianca non è, come ritenevano i suoi predecessori, luce pura, ma si costituisce attraverso la fusione di raggi che suscitano l’effetto di colori diversi. Il bianco nasce dunque dalla miscela ben calibrata dei sette colori dell‘iride. Questi sette colori nascono dalla rifrazione di un raggio di luce solare che passa attraverso un prisma; per raffigurarli, Newton creò un dispositivo detto cerchio cromatico, pubblicato nel suo trattato Opticks del 1704, gettando così le basi per tutte le successive ricerche teoriche sul colore. Anche senza utilizzare un dispositivo «tecnico» come il prisma, è possibile osservare lo strettissimo rapporto tra luce e colore guardando un arcobaleno. Le nostre ricerche riguardo la luce e l’oscurità in architettura si concentrano su altri aspetti, che però sono sempre connessi al rapporto tra luce e colore. In primo luogo ci interessano le diverse qualità, quantità, i distinti impieghi di luce naturale e artificiale nello spazio architettonico e la relazione fra questi fattori. In un approccio diacronico si possono rilevare importanti modificazioni nel rapporto tra luce naturale e artificiale; ad esempio nell’architettura religiosa si sviluppano differenti forme di finestre e tipi di decorazioni, dalle superfici affrescate ai paramenti musivi o ai rivestimenti marmorei. Inoltre si riscontrano differenze nei riti liturgici, in occasione dei quali è spesso proprio la luce calda, dinamica e preziosa delle candele di cera d’api, ad avere un ruolo centrale. La percezione del colore è tecnicamente considerata una qualità della sensazione visiva costruita dal nostro cervello. Tuttavia il processo è strettamente legato ad una particolare proprietà della luce. Come sono state utilizzate queste conoscenze in passato in architettura? L’impiego del colore e della luce nel progetto architettonico è determinato da complesse condizioni preliminari, che vanno dalla funzione dell’edificio ai mezzi economici e ai materiali utilizzati, dalle possibilità tecniche fino alle aspettative dei progettisti e della committenza. Le condizioni preliminari che determinano la costruzione di una cattedrale gotica nel XIII secolo, di un edificio rurale nel Seicento o di una casa d’artisti nella Germania del primo Novecento sono evidentemente ben diverse. In linea generale si rilevano due possibilità: la tinteggiatura di una superficie illuminata dalla luce diurna, approccio piuttosto convenzionale, oppure la colorazione della luce stessa. Del primo caso troviamo esempi interessanti nel XX secolo, in quanto l’indu- 1. 2. 1. Cerchio cromatico, Isaac New ton, Opticks, Londra 1704 2. Notre-Dame di Char tres, luminosità all’interno del coro, dopo i recenti restauri. Foto D. Mondini 25 ACCADEMIA ARCHITETTURA MENDRISIO TI stria ha messo a disposizione dell’architettura nuove sostanze coloranti. Bruno Taut, grande maestro del costruire «a colori», tinteggiò le superfici esterne della sua casa a Dahlewitz (vicino a Berlino) seguendo il corso della luce solare e l’orientamento dell’edificio. La planimetria della casa è un quarto di cerchio, con la facciata curva rivolta a oriente e dipinta di nero per assorbire e trattenere il calore dei raggi solari. Il prospetto verso il giardino è invece tinteggiato di bianco, in modo da riflettere il calore. L’architettura del medioevo offre esempi straordinari di come la luce attraversa uno schermo colorato traslucido con le sue vetrate, già impiegate in epoca altomedievale in Svizzera, come testimoniano interessanti reperti archeologici, ad esempio nel monastero di Müstair. Nella cattedrale di Chartres, in una giornata di forte insolazione, i colori delle vetrate risalenti circa agli anni 1220-1230 vengono proiettati sulle pareti e le volte, schermi ottimali grazie ai loro colori chiari. Non sembra però che questo effetto fosse stato primariamente voluto dai costruttori e, già pochi decenni più tardi, le pareti degli interni gotici muniti di vetrate colorate riceveranno una loro cromia più intensa, che annulla questi effetti. Basti pensare alla Sainte Chapelle di Parigi (1248; restaurata nell’Ottocento) o alla decorazione pittorica della basilica superiore di Assisi realizzata negli ultimi decenni del Duecento. L’elemento centrale nell’architettura gotica era la parete traslucida contenente rappresentazioni di santi e storie bibliche; queste immagini sacre, col mutare della luce diurna, acquisivano una valenza epifanica. L’illuminazione digitale led con il suo ampio spettro cromatico apre oggi nuove possibilità, tra cui quella di creare spazi di colore variabili e programmabili. Le funzioni del colore sono molteplici e la sua materialità è espressa attraverso il potere della luce. Durante le sue ricerche ha potuto verificare esempi concreti al proposito? Le nostre ricerche prendono in considerazione gli effetti della luce naturale e artificiale sulle superfici architettoniche; i casi studio sono relativi a epoche e programmi architettonici diversi, dall’architettura religiosa dal IV al VI secolo a Ravenna, alle case d’artista del XX secolo a Parigi e in Costa Azzurra all’operato di Richard Neutra in California. Questi studi dimostrano che ogni edificio analizzato prevede una sua specifica regia della luce naturale (mediante aperture e dispositivi di oscuramento) e artificiale (con lampade a olio o candele oppure con lampadine elettriche). Oggi l’eccessiva illuminazione artificiale dei monumenti storici appiattisce i rilievi e gli effetti delle superfici coperte da mosaici o affreschi, come accade per esempio nella Basilica superiore di San Francesco ad Assisi. La nostra ricerca intende sensibilizzare al fatto che ogni spazio storico debba essere esperito e apprezzato nella «sua» luce, spesso molto più ridotta di quella oggi adottata. La luce del colore è influenzata dai materiali utilizzati. Cosa lega Ravenna a Vals in questa ricerca ? Certamente la luce del colore è influenzata dalla texture dei materiali che la riflettono. L’effetto ottico varia notevolmente a seconda che le superfici siano ruvide, riflettenti, diafane o traslucide. La «lunga durata» dei saperi su come reagiscono all‘illuminazione le diverse superfici lega i nostri oggetti di ricerca attraverso epoche distinte, dai rivestimenti marmorei di San Vitale a Ravenna allo gneis nelle Terme di Vals . In questo ambito segnaliamo il progetto di ricerca sperimentale Oberflächengestaltung am Bau (www.hausderfarbe.ch/Fo rschung~Oberflaechengestaltung,115.html) della scuola «Haus der Farbe» di Zurigo, che indaga la «Topografia delle superfici» in rapporto alla luce e al colore. * professore di Storia dell’Arte Medievale e Storia della Fotografia all’aam e all’Istituto di studi italiani dell’usi 3. 4. Haus der Farbe Zurigo-Berlino 3. Proget to di ricerca relativo alla materialità e fenomenologia di diverse tex tures in architettura: raccolta tematica di materiali, colori e tecniche per la realizzazione di superfici architettoniche. Foto M. Laf franchi, Haus der Farbe 4. Mediante una speciale tecnica si rilevano da edifici esistenti le superfici degli intonaci e la loro composizione, ottenendo dei campioni in gesso, che riproducono texture e tracce del materiale e della lavorazione. Foto M. Laffranchi, Haus der Farbe 26 belle antisfondamento ad alta efficienza energetica Finestre per tetti piani VELUX ampliano gli orizzonti. Massimo isolamento termico, motori non visibili, incidenza di luce ottimale e design senza tempo: le finestre per tetti piani VELUX uniscono funzionalità ed estetica e si inseriscono perfettamente in ogni contesto architettonico. La sicurezza antisfondamento testata offre il massimo livello di sicurezza senza fastidiose grate di protezione. Ulteriori idee per maggiore luce naturale sono disponibili su velux.ch. Le superfici sono la nostra specialità. „Crema“ Le nuove superfici danno un taglio alle solite pareti. Come esempio vi mostriamo la finitura Sandstein-Design “Crema” su un sistema isolante Basis: per donare un tocco di eleganza ad una parete con isolamento termico… in un attimo. Knauf AG • tel. 058 775 88 00 • www.knauf.ch PROGETTI TI Lorenzo Felder foto Pino Brioschi Ristrutturazione del Chiosetto di Sorengo Il rustico al mappale 81, denominato «il Chiosetto», si compone di un edificio e di un ampio portico, disposti sull’angolo del mappale. Contribuiscono, unitamente al muro perimetrale, a definire al suo interno un esteso spazio verde di particolare bellezza e all’esterno la «piazzetta» del nucleo. Al piano terreno la stalla presentava delle piccole aperture per garantire un minimo di luce e un soffitto basso. Lo spazio era in sintonia con la sua funzione e permetteva al bestiame di passare l’inverno in un ambiente protetto e caldo. Il fienile sovrastante presentava delle grandi aperture necessarie per la ventilazione. La particolarità e ricchezza spaziale dell’edificio risiede nella dualità tra lo spazio intimo al piano terra e lo spazio estroverso al primo. Il progetto non intende introdurre nuovi elementi architettonici, si limita a una rilettura dell’edificio, evidenziando queste peculiarità. Quest’ultime vengono accentuate dalla scelta di disporre le finestre al piano terreno sul filo interno, contribuendo a creare un ambiente raccolto, contrapponendole a quelle al piano superiore disposte sul filo esterno, dando così un senso di apertura verso l’esterno. Lo stabile è stato sventrato. Una nuova muratura interna sostiene la soletta in legno. Le travi combinate, in larice a vista, permettono il passaggio al loro interno dei canali di ventilazione. La carpenteria del tetto del rustico e del portico, anch’essa in larice, è rivestita con coppi posati alla piemontese. A pianterreno si trova l’entrata, la mensa e due servizi, al primo piano lo spazio per le attività ricreative. Le pavimentazioni esterne sono in cemento lavato mentre lo spazio fronteggiante il rustico è un tappeto erboso stabilizzato. I dislivelli sono gestiti con gradini in cemento prefabbricato. L’edificio è adibito principalmente alle attività del doposcuola dell’associazione Agape, oltre a essere a disposizione della popolazione per le loro attività. Lo stabile è dotato di una termopompa aria acqua e di un impianto di ventilazione con scambiatore di calore a flussi incrociati. Con questo impianto l’edificio raggiunge i requisiti Minergie. 28 PROGETTI TI RISTRUT TUR A ZIONE DEL CHIOSET TO DI SORENGO Committente Comune di Sorengo | Architettura Studio di architettura Lorenzo Felder SA ; Lugano | Collaboratori L. Felder, G. Boisco, G. Radice | Direzione lavori UTC Comune di Sorengo, Gastone Boisco | Ingegneria civile Mario Monotti, Bonalumi Monotti ingegneri consulenti SA ; Locarno | Ingegneria impiantistica Ehab Mattar, Tami-Cometta & associati SA ; Lugano | Ingegneria elettrotecnica Dario Menaballi, Stefano Peralta, Elettroconsulenze Solcà SA ; Mendrisio | Specialista antincendio Ida Puricelli; Mendrisio | Fisica della costruzione Monica Bogatto, IFEC consulenze SA ; Rivera | Fotografia Pino Brioschi, Fotobrioschi; Bellinzona Testo e disegni S tudio Lorenzo Felder 29 PROGETTI TI Pianta primo piano in rosso la carpenteria del tet to Pianta piano terra Sezione trasversale 30 PROGETTI TI 31 PROGETTI TI La strut tura del solaio in legno è disposta longitudinalmente all’edificio per consentire l’installazione delle condot te dell’impianto di ventilazione-riscaldamento. La vetrina per le aziende ticinesi Estetica e funzionalità. © MB PROMOTION SA - AGNO Ugo Bassi SA via Arbostra 35 CH-6963 Lugano-Pregassona Tel. 091 941 75 55 Fax 091 940 95 93 [email protected] Pavimento in cemento decorativo acidificato… Esteticamente unico! espazium.ch/archi/company/news ici e rad fond io n e o r p z Le tradi della t re da ol nni 120 a Pavimento in cemento lucidato Il Loft - Cristina BertaArreda, Arbedo Pavimento in resina Arch. Roberto Genazzi, Bellinzona Pavimento in cemento acidificato Villa privata, Riazzino Costruzione - Manutenzione e Irrigazione giardini Floricoltura - Vivai - Piante Arch. HTL-OTIA Progettazione paesaggistica LAMONE TEL. 091 966 08 38 FAX 091 967 13 41 [email protected] www.benicchio.ch MEMBRO Ticino PAVIMENTI DAL 1995 PAVIMENTI PER ESTERNI IN BEOLE - DADI - AUTOBLOCCANTI - LASTRE - PAVIMENTI INDUSTRIALI TIPO "KORATEX" - PAVIMENTI IN RESINE SINTETICHE - EPOSSIDICHE - ISOLAZIONI TERMICHE ED IMPERMEABILI - BETONCINI DI SOTTOFONDO - SILICONATURE - TAGLIO BETON - RISTRUTTURAZIONI Via Figino 14 - CP228 - CH - 6917 BARBENGO - Tel. 091 980 01 24 / 25 - Fax 091 980 01 26 [email protected] - www.manutecnica.ch - LONGHINI GILLES 079 621 21 80 NUNDING GOPEE & CO.LTD. To last a Lifetime... Lo Studio Bordignon & Partners, ha asseverato una partnership con la Società Gopee Co. Ltd, con heaquarter nella Repubblica Mauriziana, la quale è stata fondata nel 1980, dalla famiglia Nundun Gopee. Nel corso degli anni, la Gopee Co. Ltd / Building & General Contrator, ha acquisito una notevole esperienza nella costruzione e nello sviluppo, del Compartment / Hospitality dove il core business, con la consulenza professionale dell’Architetto e Ingegnere Gestionale Stefano Bordignon, sta realizzando infrastrutture di Village & Residence. Sono inoltre state diversificate le attività di business per includere lo sviluppo degli investimenti immobiliari. La nostra azienda ha un’eccellente capacità finanziaria e un solido consistente track record, nonché la forza operativa per fornire un servizio di eccellenza; il nostro core team che conta 200 persone, può realizzare progetti di qualsiasi dimensione. La nostra azienda detiene la certificazione ISO 9001-2000 che sottolinea l’impegno per l’alto livello di servizio. Attualmente sui progetti dello Studio Bordignon & Partners, siamo in fase di realizzazione in location di prestigio a Mauritius Island, Abu Dhabi (UAE), Miami (FL), Habana (Cuba). DIARIO TI A cura di Paolo Fumagalli Diario dell’architetto 27 febbraio 2014 Tra passato, presente, futuro: il caso della trincea ferroviaria di Massagno All’inizio di ogni progetto – come ovvio – occorre procedere all’analisi del luogo, per capirlo. Se poi questo progetto concerne un intero territorio, la valutazione si dilata ben oltre, coinvolge il paesaggio, gli spazi, le emergenze, gli aspetti sociali e abitativi e culturali e identitari, le attività economiche. Sufficiente? Certamente se di questo territorio vogliamo sapere solo come è fatto, ma insufficiente se ne vogliamo comprendere anche il perché, perché si è costituito nel modo in cui lo vediamo. Insomma, se si vuole veramente conoscerlo, di questo territorio occorre anche sapere la storia: per afferrarne le dinamiche evolutive, per individuarne i valori presenti o quelli assenti o quelli inespressi. E gli errori o le offese che ha subìto. Il pendolo oscilla sempre tra passato, presente e futuro, l’uno si fonda e si innesta nell’altro. E viceversa. Perché se si può affermare che la conoscenza del passato ci permette di comprendere il presente e immaginare il futuro, si può anche – come da par suo affermava Livio Vacchini – rovesciare il concetto: «è disegnando il futuro che ho capito il passato». Se questo pendolo che oscilla tra passato, presente e futuro lo facciamo dondolare sopra la trincea ferroviaria tra Lugano e Massagno, si possono ricavare delle riflessioni molto interessanti. Perché è un caso emblematico. Trincea di Massagno: il passato Quando tra il 1879 e il 1880 fu scavata la trincea ferroviaria e il 10 aprile 1882 inaugurata la tratta che da Lugano conduce a Giubiasco, Massagno era allora un paesello di 700 abitanti. Nei suoi due nuclei storici si raggruppavano le case degli abitanti, mentre il resto era utilizzato per piccole attività agricole. Ciò vale del resto anche per Lugano: l’odierna stazione fu costruita allora al margine della città, su un terrapieno artificiale creato poco sopra la Cattedrale di San Lorenzo. Da lì il treno imboccava la linea in direzione nord ficcandosi dentro un lungo fossato – l’odierna trincea –, si incuneava in un territorio vergine fino a raggiungere l’imbocco della galleria per Vezia. La trincea ferroviaria allora posta in quel lembo di campagna non dava fastidio a nessuno perché nessuno abitava quei luoghi. Al massimo si zappava l’orto. Fu solo anni dopo che si svilupparono a Massagno i quartieri lungo via San Gottardo e via Motta, e a Besso – soprattutto dopo il 1926 con l’apertura dell’omonimo tunnel – i quartieri a monte della Stazione. Una crescita urbana che tappa dopo tappa è andata poi a Foto Paolo Fumagalli lambire i bordi della trincea ferroviaria. Quartieri sorti quindi quale espansione degli abitati di allora e indifferenti – se non ostili – al fossato della trincea ferroviaria. Nessun progettista o pianificatore si è mai occupato o ha fatto riferimento nei suoi progetti a questa arcuata frattura nel territorio. Trincea di Massagno: il presente Ecco perchè la trincea ferroviaria è uno spazio privo di qualità. Lo insegna la storia. Pensato per far passare i treni, tracciato secondo le logiche della ferrovia e infossato un bel po’ per poterlo poi infilare dentro una galleria. Mai disegnato riflettendo su questioni territoriali né tantomeno urbane. L’urbano, allora, non esisteva nemmeno. Ecco perché le aree ai lati della trincea – i quartieri d’abitazione o le ville con i loro giardini o gli spazi a verde – sono senza particolari qualità urbane e spaziali, da sempre irrisolti, ultime frange di un’espansione che ha avuto origine altrove e con altre regole. Non solo. Nemmeno si può affermare che la trincea abbia il fascino che possono avere certi manufatti ferroviari – che so, un ponte ad esempio – né che questa lunga profonda fossa sia un segno identitario della ferrovia o del paesaggio. Anzi, è una frattura nel tessuto urbano, lacerato nella sua unità, dove la città è divisa in due parti. È allora comprensibile perchè l’unico valore che si può dare alla trincea ferroviaria sta nel suo vuoto, nel senso di ampia area non edificata che lascia libera la vista in tutte le direzioni. Le ragioni di questo stato di fatto sono proprio da ricercare nella storia, nelle origini, a oltre un secolo fa, quando la Massagno di oggi ancora non esisteva, dentro la campagna di allora. Ma la trincea ferroviaria oggi è dentro la città. 35 DIARIO TI Master plan della copertura dei binari ferroviari a St-Jean, Ginevra 1992-2002. P. Bonnet - P. Bosson - A. Vaucher architectes associés Trincea di Massagno: il futuro E proprio perché questa trincea – questo vuoto urbano – è oggi dentro la città, essa costituisce per il territorio di Massagno un’opportunità. Che si vada finalmente a coprirla: permetterebbe, come ovvio, di annullare la frattura che oggi divide in due parti il Comune e di risolvere in modo adeguato l’incontro di due quartieri oggi contrapposti. Anzi, realizzare la loro saldatura urbanistica sarebbe l’occasione per qualificare spazialmente il quartiere oggi più sfavorito, quello posto sul versante sud, verso Besso. Con la copertura della trincea verrebbe inoltre a formarsi una straordinaria riserva di territorio, un vasto spazio urbano da destinare all’abitazione, a contenuti pubblici, allo svago e al verde. Non solo, darebbe finalmente la possibilità all’abitante di Massagno di avere uno spazio qualificato oggi inesistente – quello verso sud – e permetterebbe di raggiungere l’area della stazione e più oltre il centro di Lugano e il lago non camminando lungo i marciapiedi di strade trafficate, ma percorrendo questo nuovo quartiere, questo parco urbano. Certo, ci vuole un buon progetto, capace di definire con qualità i nuovi volumi e i limiti dell’edificato, di recuperare le aree verdi e inserirle nelle logiche di un parco, di tracciare percorsi pedonali, di creare luoghi urbani pieni di vita. Le idee oggi ci sono, scaturiscono dopo anni di riflessioni e di concorsi di progettazione, già ben concrete in alcune parti e comunque definite nei concetti progettuali e nelle linee urbanistiche. Ma non solo idee sulla carta, anche contenuti ben concreti: come il Campus della supsi. È la chiave per coinvolgere anche finanziariamente le ffs nel coprire la trincea, è l’occasione per inserire in questa nuova area un alto valore aggiunto, è la garanzia – fondamentale – per evitare che questa copertura non si traduca in una scadente speculazione immobiliare. È occasione anche per i valori sociali che propone: un centro universitario, frequentato da studenti e professori e ricercatori, sottintende un quartiere Sezione trasversale. P. Bonnet - P. Bosson A. Vaucher architectes associés ricco di vita, dinamico, luogo di incontri e di iniziative. Non quindi un quartiere-dormitorio. Una nuova area di tale estensione dentro la città esistente costituisce un valore di cui non si è capita ancora l’importanza. Eppure, andate a vedere quello che è stato fatto – per portare un esempio concreto – in quel di Ginevra. A ovest della stazione Cornavin, un intervento concluso nel 1994 ha dato origine tra Charmilles e Vieux St-Jean a un nuovo quartiere animato, dove spazi urbani a verde e piazze e aree di gioco e edifici scolastici e ateliers e percorsi pedonali s’intrecciano tra loro. Un’opera che è stata capace di positivamente rigenerare questa parte della città e che dimostra che il nuovo, se ben fatto, può ulteriormente qualificare ciò che il passato e la sua storia ci hanno lasciato. È necessario un progetto condiviso Non solo la storia antica è importante, anche quella recente. Ci insegna che un progetto territoriale, oltretutto di vasta portata per lo sviluppo e i modi di abitare di un Comune, coinvolge attori e fattori che non possono più essere limitati ai soli progettisti e tecnici e specialisti, ma devono anche includere chi di questi 36 CONCORSI TI Piero Conconi Attilio Panzeri Di concorsi… L’istituto del concorso si sta snaturando Foto Alain Grandchamp Il gruppo architettura della sia (ga) deve la sua costituzione nel lontano 1993, grazie proprio a questo tema. Infatti un gruppo di architetti, sensibile alla qualità dell’architettura e del territorio, e convinto che spettasse all’ente pubblico per primo promuovere la cultura urbanistica e architettonica, si impegnò a sensibilizzare politici e funzionari in merito all’istituto del concorso. Allora la Legge sulle Commesse Pubbliche (LCPubb) non era ancora sta promulgata, ma i membri del ga erano già convinti che il concorso di progettazione fosse l’unico strumento democratico e che garantisse al promotore l’ottenimento di progetti di qualità. Il ga pubblicò allora un manifesto, di cui riportiamo il testo, che dimostra quanto gli argomenti di allora siano ancora di attualità. Il GA , Gruppo Architettura della SIA , per i concorsi di progettazione Foto Pierre Bonnet spazi oggi – e soprattutto domani – fruisce. Di opposizione in opposizione, di ricorso in ricorso, di referendum in referendum questo progetto per la copertura della trincea ferroviaria di Massagno è da anni bloccato dentro un’oscura selva dantesca fatta di idee diverse, di modi di intendere differenti, di percezioni disparate dei valori in gioco, di incomprensioni e di interessi opposti. Ma non è così che si lavora e si costruisce la città di domani. Non in questo modo. Oggi è necessario procedere a una progettazione del territorio che sia condivisa. Non un progetto a quattro mani, ma un progetto dove ognuno nel suo settore e con le sue competenze ed esperienze apporta il proprio contributo. Occorre sedersi attorno a un «tavolo». Ogni architetto, quando deve progettare una casa, un edificio, un laboratorio o una fabbrica mica lavora per conto suo, ma elabora il progetto e lo discute con il committente, con chi in quell’edificio ci andrà ad abitare o a lavorare. Ogni progetto deve essere condiviso. E questo vale anche quando si prende in mano la matita per disegnare non una casa ma un territorio. È del resto un’ovvietà che le grandi architetture sono sorte grazie anche ai loro committenti. Il tema del concorso di progettazione è al centro dell’attenzione del GA, il cui programma di attività si pone principalmente come scopo di ridare linfa a questo importante istituto. Infatti il numero di concorsi nel nostro Cantone è troppo limitato. Tant’è che il Ticino detiene, con pochi altri, il triste primato negativo nazionale. Non si pretende di esaurire in questa sede tutti quegli argomenti che possono essere addotti a favore di questo criterio di scelta dei progettisti. Si vuole però almeno sottolineare l’importanza che riveste la possibilità per i giovani architetti di disporre di questo strumento per farsi conoscere e, perché no, per acquisire dei mandati. Il GA, allo scopo di aprire un dialogo costruttivo, ha iniziato una campagna di avvicinamento a questo tema promuovendo incontri con partecipanti e membri delle giurie in occasione dell’esposizione di progetti di concorso. Purtroppo in alcuni casi si sono riscontrate resistenze passive difficilmente giustificabili. Il GA intende promuovere un’incisiva campagna di sensibilizzazione affinché il concorso di progettazione venga assunto quale unico metodo di scelta per l’attribuzione dei mandati pubblici e parastatali. Il manifesto che segue contiene i fondamenti sui quali si basano le convinzioni del GA. Manifesto del GA Considerazioni - Il concorso di progettazione contribuisce a promuovere la ricerca sull’architettura, dà origine a vivaci scambi culturali, dibattiti e incontri, è un «momento» di crescita intellettuale. 37 CONCORSI TI - La soluzione più idonea ad un problema architettonico e urbanistico è ottenibile soltanto tramite il concorso. - Da tempo ormai non vengono più banditi concorsi pubblici. - Il concorso ad invito è «preferito» al concorso pubblico. - La scelta dei giurati avviene in una cerchia ristretta di architetti; ciò può alimentare dubbi sull’obiettività dei verdetti. - L’ente pubblico ritiene che un concorso pubblico è più costoso rispetto a un incarico «diretto» o a un concorso a inviti. - Tramite il concorso è possibile individuare la soluzione di un determinato problema che sia qualitativamente e economicamente la migliore in assoluto. - Tutti i mandati di progettazione di opere pubbliche e parastatali devono essere attribuiti tramite pubblico concorso. - La scelta dei giurati deve avvenire in un più vasto ambito di professionisti e deve garantire un’opportuna rotazione dei membri delle giurie. - La sperimentazione di nuove formule di giuria. Ad esempio la giuria aperta così come proposta dalla commissione concorsi SIA nell’agosto 1993. Obiettivi Art. 1 Il Gruppo Architettura della SIA Ticino, in seguito chiamato GA, è un gruppo regionale iscritto al gruppo specializzato in architettura (GSA) della Società Ingegneri ed Architetti svizzeri (SIA). Art. 2 Gli scopi del gruppo sono: 1. Promuovere il dibattito sull’architettura in tutte le sue forme. 2. Promuovere le relazioni con organizzazioni analoghe svizzere ed estere. 3. Favorire lo sviluppo dell’arte di costruire. 4. Favorire la formazione scolastica e post-scolastica di coloro che esercitano la professione dell’architetto. 5. Organizzare manifestazioni finalizzate al miglioramento delle conoscenze professionali e culturali. 6. Favorire gli interessi comuni dei suoi membri nell’ambito della SIA. Vent’anni dopo… Nel febbraio del 2001 è stata emanata la LCPubb che stabilisce i criteri per l’attribuzione dei mandati e degli appalti pubblici. Per alcuni anni gli amministratori pubblici hanno faticato ad adeguarsi alle nuove disposizioni e purtroppo ancora oggi qualche committente cerca una via «legale» per svincolarsi dall’applicazione di queste regole, grazie anche alla compiacenza di certi organizzatori di concorsi. Poi, ultimamente, c’è chi tenta di disattendere abilmente la norma sia sui concorsi… In questi casi, cari colleghi, si deve ponderare l’opportunità della propria partecipazione. È evidente che la procedura del concorso presenta alcune problematiche. Gli accordi gatt consentono ai professionisti dei pae- si dell’ue di partecipare ai concorsi di progettazione e, nelle «procedure aperte», gli iscritti sovente sono troppo numerosi. Di conseguenza i costi a carico dell’ente banditore lievitano in modo sproporzionato; mai però si pensa anche ai costi sostenuti da ogni partecipante! Ai progettisti si chiedono approfondimenti progettuali assurdi e assolutamente inutili per una fase concorsuale, approfondimenti propri di una fase successiva, quella del progetto di massima, che deve essere onorato! Qui taluni organizzatori speculano a vantaggio del committente e a scapito del progettista. Sovente si chiede pure la partecipazione di specialisti. Questo è un tema a sé: le problematiche relative alla loro possibilità di partecipazione a più team di progetto costituisce in sostanza un serio rischio di garanzia dell’anonimato. A parte ciò anche il loro ruolo nella fase di concorso appare spesso superfluo. Poi, come si è visto di recente, il committente potrà, in fase di attribuzione del mandato di progettazione, scegliere liberamente altri specialisti… Questi, dopo aver dato il loro contributo allo sviluppo del progetto, possono essere scaricati; una vera beffa, un atteggiamento inaccettabile. Si tratta quindi di applicare in certi concorsi delle procedure alternative, così come la sia e la LCPubb già prevedono, escludendo fermamente il concorso di onorario; non si può scegliere un progettista se non in base alla qualità del suo progetto. Mal si comprende come si possa acquistare qualcosa solo per il suo prezzo, senza sapere cosa si riceverà. Le alternative sono, per esempio, il concorso ad inviti o quello con prequalifica. E qui sorgono altri interrogativi; come definire i criteri di scelta dei progettisti invitati e quelli per partecipare a una prequalifica? Cosa fare per non escludere i giovani dall’opportunità di poter affrontare temi che, oltre che a consentir loro di crescere professionalmente, nella quotidianità pochi eletti hanno la fortuna di svolgere? Il campo si restringe a favore di criteri di quantità ma non di qualità, di certo a sfavore del committente. A questo proposito, cito ad esempio la formula spesso adottata in Svizzera romanda: i concorsi, anche quelli per opere importanti, sono aperti alla partecipazione anche dei giovanissimi. Poi il committente verifica se il vincitore ha i requisiti professionali richiesti per eseguire il mandato e, nel caso non li abbia, viene invitato ad associarsi a un altro studio dotato dei requisiti. In tal modo pure i giovani possono avere l’opportunità di affrontare temi impegnativi e di progettare opere di un certo rilievo, formandosi ulteriormente e acquisendo un notevole bagaglio di esperienza. In tal modo si evita di incorrere in casi come quello dell’usi, che purtroppo non ha giovato alla credibilità del concorso. 38 CONCORSI TI Recentemente si sono visti bandi che pongono dei limiti eccessivi, addirittura assurdi e incomprensibili, come il fatturato annuo dello studio, e che comunque nulla hanno a che vedere con la qualità di un progettista; eppure sono stati sottoscritti da colleghi... Altro tema sensibile, i costi di costruzione. Qui entra in gioco il committente – magari con la compiacenza dell’estensore del bando – che, a volte, stabilisce arbitrariamente un tetto massimo dei costi. Soltanto un serio studio di fattibilità consente di definire con la dovuta credibilità i costi di una costruzione. Spesso capita però che, per motivi «politici», si riduca sensibilmente quello che sarà il costo reale e, a costruzione ultimata, avviene ciò che comunemente si chiama «sorpasso dei costi»; la responsabilità poi ricade sul progettista… A volte, giunti alla fase dei preventivi, i progetti vengono «congelati» e non vedranno mai la luce. Tempo, soldi ed energie sprecati, cronache di fallimenti annunciati; cui prodest? A nessuno, ma intanto si contribuisce a screditare l’istituto del concorso. La sia, la massima autorità per competenza, ora deve impegnarsi per ridare linfa e credibilità a questa fondamentale procedura per l’attribuzione dei mandati. L’impegno di tutti i membri è fondamentale affinché i concorsi di progetto nascano e si concludano all’insegna della correttezza e della trasparenza. A noi spetta l’arduo compito di sensibilizzare il pubblico, nel senso più ampio dell’accezione del termine. È nostro dovere essere coerenti e coesi, così come abbiamo dimostrato nel caso del ricorso contro il bando dell’irb; dobbiamo aborrire tutte le procedure che offendono la nostra professionalità e mettono in dubbio le nostre competenze. La tendenza in atto è quella di sostituirci con dei manager che tutto sanno meno che di architettura. I loro obiettivi sono unicamente la rapidità e il consenso politico; della qualità nemmeno l’ombra. Dobbiamo informare. Purtroppo questa pregevole rivista è letta soltanto dagli addetti ai lavori, persone che in sostanza ne condividono i contenuti. Ma il pubblico? La sia svolge una grande mole di lavoro ma, sovente, i soci non sono informati a sufficienza; fare e non far sapere è come non fare! Dobbiamo veicolare le nostre idee, le nostre critiche, i nostri «progetti» tramite i media per raggiungere il «grande pubblico» e partecipare attivamente ai dibattiti che ci concernono. Ribattere ad affermazioni giornalistiche che, anche indirettamente, ci concernono e che tentano di screditare la nostra categoria. È nostro compito farci parte attiva nel rapporto con le istituzioni e con i legislatori, al fine di individuare delle procedure alternative – sempre nel rispetto delle leggi e delle norme vigenti – alle attuali forme di concorso. Che la sia continui con la «formazione» di architetti che sono chiamati a elaborare bandi di concorso poiché in questo ambito talvolta l’improvvisazione impera. Non è raro trovare dei bandi che appaiono come nemici giurati degli architetti. Tutto ciò vale anche per gli ingegneri che si vedono confrontati quasi esclusivamente con dei concorsi di onorario; una corsa al massacro della professionalità. Dobbiamo continuare a sensibilizzare, a far conoscere e rispettare la nostra professionalità e le nostre competenze. Dobbiamo lavorare con gli enti pubbici e parapubblici affinché meglio conoscano le procedure e capiscano quali sono i vantaggi che offrono i concorsi di progettazzione. Cari colleghi, se vogliamo ottenere quanto ci spetta dobbiamo essere coesi; soltanto se saremo compatti riusciremo a far ascoltare la nostra voce. Se invece ognuno guarda solo al proprio orticello, allora… Ecco, abbiamo scritto sul tema dei concorsi sulla nostra bella rivista. Purtroppo pochi la leggono, soltanto pochi al di fuori degli addetti ai lavori; in sostanza ci parliamo addosso. Credo che sia importante, addirittura fondamentale, uscire dal nostro guscio e utilizzare al meglio i media, informandoli costantemente di quanto avviene negli ambiti che ci concernono, in modo particolare quando protagonisti sono il denaro pubblico e le modalità con cui viene speso. 39 Laube è ... costruire in modo sostenibile ed ecologico Abitazioni con soluzioni architettoniche innovative e personalizzate richiedono partner preparati. Lucasdesign.ch Realizziamo case modulari con struttura in legno, per una migliore qualità di vita, in perfetta sintonia con la natura. LAUBE sa Biasca - Losone - Melano Tel. 091 873 95 95 - www.laube-sa.ch Un tetto… è tutto Carpenteria Copertura tetti Lattoneria Impermeabilizzazioni Case modulari LIBRI TI A cura di Enrico Sassi Ser vizio ai lettori Avete la possibilità di ordinare i libri recensiti all’indirizzo [email protected] (Buchstämpfli, Berna), indicando il titolo dell’opera, il vostro nome e cognome, l’indirizzo di fatturazione e quello di consegna. Riceverete quanto richiesto entro 3/5 giorni lavorativi con la fattura e la cedola di versamento. Buchstämpfli fattura un importo forfettario di CHF 8.50 per invio + imballaggio. Arthur Rüegg (a cura di) La cellule Le Corbusier – L’unité d’habitation de Marseille Editions Imbernon, Merseille 2013 (ISBN 978-2-919230-05-1, cartella, 22.5 x 27 cm, testi e ill. fig b/n e col., pp. 32, francese) Opera di grande eleganza che pubblica informazioni grafiche e analisi inedite sulla cellula tipo dell’Unité d’habitation di Marsiglia. Una pubblicazione attenta agli aspetti dello spazio, tecnici, estetici e della policromia degli appartamenti n. 643 (appartamento tipo E2 supérieur traversant) e 50 (appartamento mono-orientato a sud di Lilette Ripert). La pubblicazione consiste in una copertina munita di nastro nella quale sono contenuti: un dossier rilegato a filo di 33 pagine e una serie di tavole sciolte. Il libretto contiene i testi: Liminaire di Artur Rüegg (introduzione), La cellule et ses «prolongements» necessaires, di Jean-Lucine Bonillo (l’Unité d’habitation i suoi servizi e le attrezzature), La cellule type, di Ruggero Tropeano (sul lavoro di messa a punto della tipologia della cellula tipo), L’appartement 50, Jean-Marc Drut (sull’appartamento di Lilette Ripert, direttrice della scuola materna), Lilette Ripert et Le Corbusier, di Arthur Rüegg (sul rapporto tra L. Ripert e Le Corbusier). La seconda parte si compone di: tavole in scala con disegni di piante e sezioni degli interni in due versioni, una solo al tratto e una con indicazione dei colori originali (pp. 1-4 + 19-22); tavole con l’indicazione della selezioni dei colori originali di Le Corbusier (pp. 7-8); tavole con fotografie storiche in bianco e nero (pp. 9-18); 10 tavole con fotografie a colori di Philippe Savoir che illustrano l’aspetto attuale dell’appartamento dopo il restauro (pp. 23-32). I disegni provengono da: cellula tipo E2 (rilievo del 1984 ETH Zürich, prof. R. Tropeano), appartamento 50 (rilevo del 2009, Accademia di Architettura Mendrisio, prof. R. Tropeano). Matthias Sauerbruch, Louisa Hutton Colour in architecture Photographs by Noshe, Distanz verlag Berlin 2012 (ISBN 978-3-942405-38-6, ril., 24 x 32.5 cm, testi e ill. fig b/n e col., pp. 285, inglese, tedesco) Giacinta Jean (a cura di) La conservazione delle policromie nell’architettura del XX secolo – conservation of colour in 20th Century architecture SUPSI Nardini Editore, s.l. 2013 (ISBN 978-88-404-4225-9, bross., 21 x 25 cm, Il libro è una monografia che pubblica testi e ill. fig b/n e col., pp. 437, italiano alcuni dei lavori recenti e particolar- e inglese) mente inerenti al tema del colore dello studio Sauerbruch Hutton fondato a Il volume raccoglie i contributi del Londra nel 1989 da Matthias Sauerbruch seminario organizzato l’8-9 febbraio e Louisa Hutton; lo studio si è poi tra- 2012 all’interno del progetto finanziasferito a Berlino nel 1993. Il libro pub- to dalla CUS (conferenza universitaria blica in maniera esaustiva 9 edifici svizzera) Enciclopedia critica per il rerealizzati: Brandhorst Museum (museo stauro e il riuso dell’architettura del XX per una collezione d’arte privata), Mo- secolo, svolto in collaborazione tra naco 2008; Jessop West (edificio per l’Accademia di architettura USI (prof. un dipartimento universitario), Sheffield ssa Roberta Grignolo e prof. Bruno 2008; Cologne Oval Offices (uffici con Reichlin), il Politecnico di Losanna (prof. un layout flessibile), Colonia 2012; KfW Franz Graf), il Politecnico di Zurigo Westarkade (uffici e centro congressi), (prof. Vittorio Magnago Lampugnani) Francoforte 2010; Maciachini Milano e la SUPSI di Lugano (arch. Giacinta (uffici), 2010; Fire and Police station for Jean). L’indice del volume è composto Government District (conversione e da 5 sezioni: 1) Il ruolo progettuale del ampliamento di un antico magazzino), colore (7 saggi); 2) Il colore nelle città Berlino 2005; Federal Environment (3 saggi); 3) I materiali e le tecniche (4 Agency (uffici, auditorio, biblioteca e saggi); 4) Studio e conservazione delristorante), Dessau 2005; GSW He- le policromie (7 saggi); 5) Architetture adquarters (uffici, negozi, ristorante), e pitture murali (5 saggi). I 26 contriBerlino 1999; Photonics Center (labo- buti sono testi di: P. Baty, W. W. Braham, ratori, strutture produttive, uffici), Ber- W. Brenne, F. Campolongo, B. Furrer, lino 1998. Le fotografie che illustrano il I. Hammer, I. Haupt, H. Hughes, P. Iavolume sono opera del fotografo Noshe zurlo, G. Jean, T. Klug, M. Melchiorre (Andreas Gehrke). Il volume si chiude Di Crescenzo, T. Perusini, P. Pettenelcon un capitolo intitolato Incomplete la, R. Piernatoni, F. Piqué, M. Polman, Glossary for a future Manifesto on A. Rava, R. Rehm, B. Reichlin, A. Rüegg, Colour in Architecture un glossario H. A.L. Standeven, R. Strub, G. Tonon, (incompleto) composto da 47 voci tra C. Toscani, K. Trautwein, A. Vyazemtle quali: Black, Chromophobia, Crime, seva. «Abbiamo ritenuto fondamenFreedom, The Function of Colour, tale affrontare il tema della conservaGreens, Lightness, Polychromy, Reds, zione delle policromie con una visione Trasparency, White, Yellows, Zeitgeist. interdisciplinare che permettesse di Citiamo: «White: White is bloodless, the legare la comprensione del significato pallor of the dead.» «Crime: The fact culturale con cui è stato usato il colothat the use of colour in architecture is re le conoscenze sui materiali e sulle still seen as a noteworthy exception tecniche disponibili e sul loro impiego within standard practice is a direct (…) e di discutere le opzioni di interconsequence of the chromofobic atti- vento rivolte alla loro conservazione o tude of modern and modernist gene- al ripristino.» (p. 7) ration.» 41 Concentrazione Abitare e lavorare in un unico luogo – I sistemi di arredamento USM consentono di gestire lo spazio in modo creativo. Knecht Arredamenti, Via Vallemaggia 55, 6600 Locarno Telefono 091 751 13 55, Telefax 091 751 81 15 [email protected], www.knechtarredamenti.ch EDITORIALE IL RUOLO DEL COLORE Alberto Caruso Il colore fa parte dei mezzi dell’architettura come la pietra, il cemento armato e il legno Bruno Taut, 1926 La critica e la storiografia architettonica ci hanno per lo più convinto che il bianco sia il colore degli edifici della modernità. E che al bianco degli intonaci sia poi succeduto, con l’avanzare della tecnologia edilizia, il grigio del cemento armato. Chi ha avuto, invece, l’occasione di scoprire la grande complessità e polifonicità del Movimento Moderno (che chi scrive ritiene ancora una miniera di risorse culturali la cui forza rinnovatrice non è affatto esaurita), ha compreso anche il rilievo che la questione del colore ha giocato nella sua evoluzione. La figura di Bruno Taut, da questo punto di vista, è importante per le opere che ha lasciato in Germania, e anche per le sue riflessioni. La visita della Großsiedlung di Berlin-Britz, la sua opera forse più nota, lascia allibiti i giovani architetti freschi di studi. Alle spalle del lungo edificio bianco a ferro di cavallo, che all’ingresso della Siedlung stabilisce la relazione con la Fritz Reuter Allee, le doppie cortine continue di piccole case gialle e rosse sono annunciate, sugli angoli delle strade, da una coppia di case leggermente arretrate colorate di viola-lilla. E a Magdeburg, nella Siedlung Reform, ogni casa è colorata non solo per settori verticali corrispondenti alla divisione tra una proprietà e l’altra, ma anche per settori orizzontali, corrispondenti a diversi livelli dell’abitazione. E sempre con colori saturi, dal forte impatto ambientale. Il colore dell’intonaco era pensato come un elemento fondamentale del progetto, la sua efficacia era misurata in funzione dell’effetto spaziale ricercato. E la ricerca tecnologica per realizzare un supporto capace di accogliere un colore saturo e durevole era una questione rilevante nella cultura tecnica del tempo. …Il colore ha la capacità di diminuire o aumentare le distanze fra le case: di influenzare le proporzioni degli edifici facendoli apparire più o meno grandi: di metterli in relazione con la natura o con gli altri elementi. Il colore non può essere escluso dal processo costruttivo: si deve lavorare con esso in maniera logica e conseguente come con qualsiasi altro materiale… In realtà anche a quel tempo c’erano le mode e c’era chi imitava malamente le opere di Taut, svalutando le sua innovazione. Di questo Taut si lamenta in uno scritto del 1926, nel quale sostiene che l’esito e l’effetto di ogni nuova idea sono governati da una legge per cui all’inizio l’idea è rifiutata dal grande pubblico e raccolta da pochi appassionati. Successivamente, la nuova idea si diffonde e conquista il grande pubbli- co, ma arriva a questo stadio così diluita che delle sue qualità principali rimangono solo le caratteristiche esteriori. La riduzione della sua portata è tale da indurre gli autori dell’innovazione a non riconoscerla e a dovere sobbarcarsi il carico di tutti i «deragliamenti» che ingiustamente l’opinione pubblica imputa a loro. Così è avvenuto per l’uso del colore in architettura. Taut racconta che all’inizio della guerra lo ritennero degno di essere arrestato perché aveva costruito la colonia colorata di Falkenberg, vicino a Berlino. Poi il colore diventò di moda e …oggi si considera già un risultato quello di tingere le case con toni da pappagallo. Il colore è separato dal resto degli strumenti artistici e come elemento autonomo crea, in fondo, un nuovo kitsch che deve essere rifiutato con maggior rigore della uniformità precedente perché, rispetto a questa, colpisce l’occhio molto più «rumorosamente» e più fortemente. Un tema difficile, quindi, al pari delle altre questioni che nel moderno progetto integrato della costruzione determinano la sua qualità. Nella modernità ticinese il colore non c’è, o, più precisamente, il colore è quello proprio dei materiali per come si presentano in natura. Nella prospettiva, tuttavia, delle ricerche e delle innovazioni tecnologiche in atto, la «natura» dei materiali diventa un concetto sempre più complesso e ambiguo. Ai tempi di Taut il colore dell’architettura era una tinteggiatura dell’intonaco, a base di calce oppure di silicati alcalini. Oggi i materiali degli involucri, e in generale delle superfici, sono infiniti, e consentono di realizzare le texture più diverse per ottenere gli effetti più originali e spettacolari. Non ci sono più limiti, si può utilizzare, come ci ricorda Katia Gasparini, il cemento termocromico o quello traslucente, si possono realizzare facciate liquide e affreschi digitali, urban screen e mille altre diavolerie, di cui sono piene le riviste internazionali, e che stanno trasformando l’architettura in un grande oggetto di comunicazione e di consumo. Questo numero di Archi illustra diversi modi di utilizzare il colore nell’architettura, offrendo ai lettori il materiale necessario per riflettere sulla sua necessità. Anche la copertina è eccezionalmente colorata, ma dal prossimo n. 3 tornerà certamente in bianco e nero, per rappresentare la nostra consapevolezza che il colore non è un orpello da usare per scopi scenografici, e che opponiamo resistenza al ritorno dell’ornamento, che sia tradizionale o digitale. 43 EDITORIALE IL RUOLO DEL COLORE Alberto Caruso Farbe gehört genauso wie Stein, Stahlbeton und Holz zu den Mitteln der Architektur Bruno Taut, 1926 Architekturkritiker und -historiker haben uns eingeredet, die Farbe von Gebäuden der Moderne sei Weiss. Auf das Weiss des Putzes folgte mit dem Fortschritt der Bautechnik das Grau von Stahlbeton. Wer sich dagegen mit der grossen Komplexität und Vielstimmigkeit der Bewegung Neues Bauen auseinandergesetzt hat (die der Autor noch immer für eine Goldgrube kultureller Ressourcen hält, deren Innovationskraft längst nicht erschöpft ist), weiss auch um die Bedeutung der Farbe für dessen Entwicklung. Der Architekt Bruno Taut spielt in dieser Hinsicht sowohl aufgrund der in Deutschland geschaffenen Bauwerke als auch aufgrund seiner theoretischen Überlegungen eine besondere Rolle. Ein Besuch der Grosssiedlung Berlin-Britz, vermutlich sein bekanntestes Werk, lässt junge Architekturabsolventen sprachlos. Hinter der weissen Hufeisensiedlung, die am Eingang der Siedlung die Anbindung an die Fritz-Reuter-Allee bildet, werden die fortlaufenden Doppelzeilen von kleinen gelben und roten Häuser an den Strassenecken durch zwei leicht zurückgesetzte Häuser in Violett- und Lilatönen angekündigt. In der Gartenstadt im Magdeburger Stadtviertel Reform verläuft die farbliche Gestaltung jedes Hauses nicht nur vertikal entsprechend den Eigentumsgrenzen unterschiedlich; auch jedes Stockwerk wartet mit einer eigenen Farbe auf. Die satten Töne haben grosse Strahlkraft. Die Farbe des Putzes war als grundlegendes Planungselement konzipiert, dessen Wirksamkeit an der gewünschten räumlichen Wirkung gemessen wurde. Die Suche nach einem für eine satte und dauerhafte Farbe geeigneten Untergrund war ein zentrales Thema der technischen Kultur der damaligen Zeit. …Farbe kann den Abstand zwischen den Häusern reduzieren oder erhöhen; sie kann die Proportionen der Gebäude beeinflussen und sie kleiner oder grösser erscheinen lassen, und sie kann diese mit der Natur oder mit anderen Elementen in Beziehung setzen. Farbe darf nicht aus dem Bauprozess ausgeschlossen werden. Man muss mit ihr genauso logisch und konsequent arbeiten wie mit jedem anderen Material… Allerdings gab es auch damals Moden und Personen, die Tauts Werke schlecht nachahmten und so den Wert seiner Innovation schmälerten. Darüber klagte Taut in einer Schrift aus dem Jahr 1926, in der er darlegt, dass Ergebnis und Wirkung jeder neuen Idee einer gewissen Gesetzmässigkeit folgen. Zunächst wird die Idee in der Öffentlichkeit abgelehnt und nur von wenigen Anhängern aufgenommen. Daraufhin verbreitet sich die Idee auch im breiten Publikum, erreicht dieses Stadium jedoch in so verdünnter Form, dass von ihren Haupteigenschaften nur noch das äussere Erscheinungsbild übrig bleibt. Ihre Tragweite wird derart reduziert, dass die Autoren der Innovation sie nicht wiedererkennen, gleichzeitig aber die Last aller Entgleisungen tragen müssen, die die Öffentlichkeit ihnen zu Unrecht zuschreibt. Genau dieser Prozess ereignete sich bei der Verwendung von Farbe in der Architektur. Taut erzählt, dass zu Kriegsanfang die Meinung vorherrschte, er verdiene wegen der von ihm in Berlin gebauten bunten Gartenstadt Falkenberg eine Haftstrafe. Später wurde Farbe modern und …heute hält man es schon für eine Leistung, wenn man Häuser in Papageifarben anmalt. Farbe wird vom Rest der künstlerischen Instrumente getrennt und schafft als Einzelelement im Grunde neuen Kitsch, der noch strenger abgelehnt werden muss als die vorhergehende Eintönigkeit, da er das Auge «lauter» und stärker trifft. Ein schwieriges Thema, genau wie die anderen Fragen, die in der modernen integrierten Planung die Qualität des Bauwerks ausmachen. In der Moderne des Tessins ist die Farbe abwesend. Oder besser gesagt gibt es nur die Farben, die die Werkstoffe von nur Natur aus besitzen. Angesichts der aktuellen technischen Forschung und Innovation wird die «Natur» der Werkstoffe jedoch zu einem immer schwierigeren und mehrdeutigen Begriff. Zur Zeit von Taut war die Farbe der Architektur ein Ton des Putzes auf Kalkoder alkalischer Silikatbasis. Heute gibt es unzählige Materialien für Gebäudehüllen und Oberflächen allgemein, mit denen unterschiedlichste Beschaffenheiten mit originellen und spektakulären Effekten geschaffen werden können. Der Fantasie sind dabei keine Grenzen gesetzt. Katia Gasparini erinnert uns daran, dass thermochromatischer Zement oder Lichtbeton zur Verfügung stehen, genauso wie Flüssigfassaden und digitale Fresken, Grossbildprojektionen und tausend andere Kunstgriffe, die in internationalen Zeitschriften grosse Resonanz finden und die Architektur in ein grosses Kommunikations- und Gebrauchsobjekt verwandeln. Dieses Archi-Heft zeigt unterschiedliche Nutzungen der Farbe in der Architektur und bietet den Lesern zahlreiche Denkanstösse zum Thema. Auch unser Titelblatt ist aussergewöhnlich bunt. Ab dem Heft Nummer 3 wird es wieder in SchwarzWeiss gestaltet sein und damit unsere Überzeugung reflektieren, dass Farbe kein Blendwerk für szenografische Zwecke ist. Wir leisten Widerstand gegen die Rückkehr des Ornaments, sei es traditionell oder digital. 44 IL RUOLO DEL COLORE Pietro Zennaro* Il ruolo del colore nella costruzione Colore dell’architettura Il colore è connaturato con l’architettura. Non può esistere prodotto di quest’arte privo di colore. Il motivo è semplice. Poiché l’uomo percepisce il suo intorno sinesteticamente, fra i cinque sensi di cui è dotato vi è la vista, che insieme al suono è un tele-senso (che non necessita del contatto fisico per attivarsi). I due sono i primi ad attivarsi nella percezione dell’intorno. Vedere, per l’uomo, significa discriminare e interpretare un contesto ambientale attraverso colori, forme e movimento. Ecco spiegata in maniera estremamente sintetica l’affermazione iniziale. Pertanto ogni architettura, avendo poco a che fare con il suono, aspetto fortemente secondario nel progetto di architettura, non può che essere colorata. Il mondo del progetto di architettura non si è mai stabilizzato e contiene in sé la necessità della mutazione, dell’adattamento continuo, pur non disdegnando un certo grado di resilienza. Evidentemente si tratta di un mestiere dotato di regole e di variabili spesso indefinibili. Ciò può essere colto analizzando il contenuto e la quantità di trattati, manuali, scritti che hanno cercato di fissare aspetti ritenuti degni di nota dai rispettivi autori. In analogia vi è la presenza di innumerevoli trattati, manuali, ricettari, scritti sul colore. Anche questi si perdono nella storia ed iniziano ad apparire per opera dei primi filosofi. Ogni autore riporta il pensiero del suo tempo, fissandone i principi ritenuti essenziali per il periodo storico. È indubbio che ogni opera filosofica, d’arte o architettonica è tale solo se rappresenta il proprio tempo. Chi ci ha preceduti ha tentato di cogliere lo «spirito del proprio tempo», l’hegeliano Zeitgeist, e di trasferirlo nelle opere, prima attraverso il pensiero, il progetto, e poi nella realizzazione. Per poter individuare l’attuale Zeitgeist da trasferire nel progetto è utile dotarsi di alcuni filtri interpretativi, pena il disorientamento e il depistaggio. In società come le attuali, dove l’informazione è sovrabbondante e fuorviante (spesso il fine ultimo di se stessa), il wayfinding non è sicuramente facile, pur sapendo che nel mestiere del progettista nulla è agevole. Uno dei modi di districarsi è quello di scegliere adeguati filtri. Un filtro privilegiato, soprattutto in questa epoca, risulta essere appunto il colore. «Il nostro ambiente è saturo di colori che, di giorno e di notte, negli spazi pubblici e in quelli privati, stridendo o sussurrando, esigono la nostra attenzione. (…) Noi siamo letteralmente immersi in colori carichi di significato, e veniamo programmati con i colori. Essi costituiscono un aspetto del mondo codificato in cui dobbiamo vivere» (V. Flusser, p. 3).1 Viviamo immersi in luoghi che fanno largo uso del colore per inviare messaggi. A sua volta l’architettura ha necessità di comunicare in quanto opera d’arte e non può evitare di rapportarsi con il colore. D’altronde in natura questo aspetto è necessario: l’assenza di colore ci priverebbe di una dimensione discriminante di grande efficacia. Va da sé che «certi mestieri richiedono una sottile distinzione dei colori e un lessico altrettanto raffinato, mentre altri non ne richiedono alcuno» (R. Arnheim, p. 269).2 Chissà se il progetto contemporaneo di architettura opta per una capacità di selezione cromatica grossolana, oppure se si addentra in territori più ricercati? Ogni ragionamento intorno al ruolo del colore in architettura può comportare approcci diversi. Nella storia questo tema ha avuto fasi alterne, ma non ha mai smesso di essere presente, anche quando si pensava di subordinarlo in favore della luce, e quindi dei colori acromatici (la scala dei grigi con le terminazioni bianca e nera). Per i nostri occhi-cervello-mente colore e luce sono tutt’uno. Non si dovrebbe mai dimenticare che in architettura il colore è sempre stato un aspetto culturale, significante, mai gratuito. Se un certo Newton e i suoi successori ci hanno dimostrato che il colore è dovuto a un fenomeno elettromagnetico ondulatorio o corpuscolare poco interessa a chi opera nell’ambito del pensiero e dell’arte, se non in termini esclusivamente strumentali. Funzione del colore La radice latina da cui proviene la parola colorare è coprire, nascondere, celare, mascherare, occultare. Dovremmo quindi intendere l’atto di applicazione di un colore su un substrato come azione di rivestimento. Ovviamente il senso di questa operazione e i significati possono essere molteplici. Approfondire il ruolo del colore nella produzione di architettura contribuisce a capire meglio quali indicazioni possono essere di una certa utilità per il progettista. Molteplici sono le classificazioni possibili e quindi le risposte alla domanda che un ideatore si pone nell’approccio a questo tema. La risposta più semplice riguarda gli aspetti funzionali. Il colore, nel senso di coloritura, può svolgere una funzione protettiva. Protegge gli strati superficiali del supporto su cui si va a depositare. In linea con il Donghi (D. Donghi, p. 299):3 «La tinteggiatura e la coloritura dei muri dei fabbricati ha per iscopo tanto la conservazione di essi quanto il miglioramento del loro aspetto». Alla funzione puramente protettiva, quindi, è sempre connaturata una funzione estetico-percettiva. 45 IL RUOLO DEL COLORE Si può intenderlo come confinamento di ciò che è sgradevole, ma anche tutela di qualcosa di altissimo valore, sia materiale che metafisico. Saper comunicare la preziosità di qualcosa non è mai stato semplice. Infatti, il colore serve ad impreziosire, camuffare, far sparire l’oggetto rivestito così come, se usato senza criterio, rendere volgare. Operare in termini cromatici sugli edifici è divenuto un mestiere specialistico, che esula dai gusti personali, prassi che ancora è praticata in buona parte dei manufatti. La scelta del colore in architettura è capace di nascondere e nello stesso tempo privilegiare il contenuto, così come può essere non-estetico, anti-estetico ed estetico. Ovviamente dipende dal messaggio che il progettista, o il suo committente, desidera trasmettere e dal tipo di «pelle» che hanno usato. Oggi il ruolo del colore nelle architetture non sembra essere proprio marginale, derivato dalle economie di fine lavoro, quando tutto l’edificio è stato realizzato e al termine si decide, secondo i vari gusti dei soggetti coinvolti nelle decisioni, quale tinta dare alle pareti dell’opera. Pur resistendo ancora questa prassi si è pian piano giunti a capire che è meglio che se ne occupi qualcuno dotato di qualche competenza in materia. Difatti la figura del colour consultant sta prendendo sempre più piede. Già nel 1901 l’architetto tedesco Fritz Schumacher so- steneva che la «economia estetica globale di un edificio dovrebbe concentrarsi sin dall’inizio sul colore». Approccio senz’altro interessante, ma di rado praticato anche in progetti che fanno grande uso di pareti colorate. Il colore delle superfici delle architetture dipende da alcune scelte: se si desidera manifestare il colore intrinseco del materiale da costruzione, oppure se si intende rivestirlo mediante uno strato pittorico, oppure se vi è necessità di effettuare una particolare lavorazione superficiale per ottenere un certo effetto, oppure se si desidera che sia la luce illuminante lo strato visibile a risaltare il limine. È noto che ogni edificio è rilevato attraverso le sue superfici. Esse riportano di una geometria, che è «lo strumento col quale noi delimitiamo, tagliamo, precisiamo, formiamo lo spazio» (L. Quaroni, p. 146).4 La geometria, così come la dimensione, la struttura superficiale e la posizione nello spazio, condizionano il colore che si percepisce. Un’architettura connotata da superfici lisce, persino a specchio, sono rilevate cromaticamente in maniera diversa rispetto a una con la superficie ondulata, diamantata, sbozzata ecc. Si pensi alle pareti bugnate del palazzo dei Diamanti di Ferrara (Fig. 2). Se la pietra che ne caratterizza la parete esterna fosse stata perfettamente liscia non sarebbe più quel manufatto architettonico. Anche il colore delle ruvide pareti blu del Forum de la Cultura di 1. 46 IL RUOLO DEL COLORE Barcellona (Fig. 1) degli architetti Herzog & de Meuron è un originale esempio di espressività parietale. Tra gli architetti contemporanei la coppia anglo-tedesca Sauerbruch Hutton esemplifica un approccio al colore che parte dalla concezione iniziale. Ogni loro edificio si basa su una sorta di idea cromatica pixelata, multicolore, dove le pareti sono trattate per ottenere un risultato complessivo leggibile a distanza (Fig. 3). Altri architetti adottano composizioni cromatiche sempre originali e mai ripetute come fa Will Alsop (Fig. 4) o preconfezionate e spesso ripetute, al di là dei materiali impiegati. È il caso ad esempio del rosso mattone in alcuni interventi di Renzo Piano, ma anche la predilezione per il rosso e bianco di Dominique Coulon, o della listratura bicroma di Mario Botta (Fig. 5). L’uso del colore ha un rapporto diretto con l’espressività, con il messaggio che il progettista intende trasmettere tramite la sua opera. Si ritorna quindi al discorso che il colore possiede fondamentalmente una funzione culturale, di rappresentazione della contemporaneità, in accordo e a completamento degli altri strumenti in dotazione di ogni serio progettista. Il colore, però, è anche complice di operazioni speculative supportato dalle vernici recentemente immesse sul mercato, dalle forti saturazioni e dai colori sgargianti, a similitudine di ciò che avviene sugli schermi televisivi, dei wearable, portable, smart phones/tablets, computers e su ogni schermo interconnesso. Insomma, il mondo ipertecnologico nel quale viviamo chiede espressamente all’architettura di adeguarsi/adattarsi alle nuove configurazioni elettroniche. L’architettura, che dovrebbe essere in grado di controllare la qualità di ciò che progetta e realizza sembra essersi lasciata sedurre, grazie all’eccesso di specialismo necessario al controllo dei materiali, delle tecnologie e soprattutto delle superfici, sopraffatta da richieste che spesso non le appartengono, ma che vedono spesso il colore come interfaccia decisiva tra lo statuto disciplinare e i nuovi modi di vita dei soggetti che la frequentano. Classificare, organizzare, interpretare Una classificazione cromatica non manca mai quando si deve operare cromaticamente. Si sa che vi sono stati moltissimi tentativi di mettere a punto sistemi cromatici capaci di descrivere il fenomeno, oppure organizzarlo nello spazio o ancora renderlo utile agli operatori (Munsell, cie, ral, ncs ecc.). La loro definizione non sembra ancora terminata. A un sistema cromatico ne subentra sempre un altro che parte da presupposti o con finalità quasi mai convergenti con gli altri, seppure in qualche modo intercambiabili. Tono, luminosità e saturazione o croma (Hue, Lightness, Saturation) sono i dati di partenza che riescono in qualche modo a mettere d’accordo molti studiosi nel distinguere un colore da un altro e la tentazione 2. 3. 1. Herzog & de Meuron, Forum de la Cultura di Barcellona 2004. L’espressività cromatica è data dall’uso implosivo del colore blu e dall’opacità delle pareti, in net to contrasto con le specchiature delle vetrate. Foto SB Hotels 2. Biagio Rosset ti, palazzo dei Diamanti di Ferrara, 1493-1503. L’espressività cromatica delle pareti bugnate è data dal materiale a vista e dalla par ticolare lavorazione. Foto S. Milan 3. Sauerbruch Hut ton, Museo Brandhorst di Monaco, 2009. L’uso di par tii ceramiche smaltate a colori combinati secondo un par ticolare accordo distingue la par te inferiore da quella superiore. Gli accordi usati rendono armonico l’insieme. Foto A. Lechtape scientifica di rinchiudere all’interno di una gabbia numerica il fenomeno è molto forte. Ma v’è da dire che nel momento in cui vi è necessità di soggettivizzare o interpretare il colore l’operazione diventa fortemente difficoltosa. Vi è un’elevata probabilità che uno stesso colore sia percepito in maniera diversa da soggetti diversi. Inoltre, la sensazione che ogni colore produce in colui che lo guarda è ancora più aleatoria, nel 47 4. senso che si possono ottenere varie sensazioni pur di fronte a medesime combinazioni cromatiche. Difatti, se analizziamo il colore degli edifici distribuiti fra il bacino del Mediterraneo e il mare del Nord scopriamo che c’è un graduale passaggio di predilezione per colori chiari, spesso acromatici nei paesi caldi, per saturarsi quanto più si sale verso paesi dove l’intensità luminosa è più bassa. Qui la popolazione fa largo uso del colore. Il nord espone all’esterno il colore, mentre il sud lo introietta, forse perché abbellire l’esterno implica un investimento economico. Se fosse vera questa constatazione si avrebbe un sistema di lettura semplice, ma sicuramente errato. Tant’è che in India, dove non si può dire che vi sia poca luce o grande disponibilità economica, o nei paesi dell’America latina, le costruzioni sono coloratissime. Quindi, vi è una grande probabilità che il colore, perlomeno in architettura, nell’arte, nell’abbigliamento e in qualche altro settore, dipenda fortemente dalla cultura dei luoghi, indipendentemente dalle condizioni climatiche. Queste sicuramente influiscono sul carattere e sul comportamento degli abitanti, ma l’uso del colore si è formato lungo un filo conduttore millenario, basato sulla cultura e le tradizioni dei luoghi. Sono dell’opinione che nessuna civiltà contemporanea, riuscirà a cambiare definitivamente questa sorta di dna cromatico che è inoculato nelle popolazioni. Presso gli umani il colore è interpretabile e condiviso. Il colore è un veicolo di messaggi. Andrebbe considerato come un segnale, prodotto dalla natura o dall’artificio, e indirizzato verso qualcuno capace di recepire e interpretare la colorazione. Quando la superficie è colorata, fra l’osservatore e il suo sistema di decrittazione si instaura un processo di causa-effetto che può essere di tipo individuale o condiviso. Ognuno di noi si può creare un proprio codice di lettura dei messaggi cromatici. Questi dipendono dalle propensioni naturali, da fattori ereditari, e dalle esperienze condotte nell’ambiente in cui si è nati e cresciuti. Perché un messaggio sia adeguatamente compreso è necessario che più soggetti siano disposti a condividere il linguaggio. Pertanto l’interpretazione condivisa richiede una lingua comune mentre un’interpretazione individuale può essere solipsistica. Un’interpretazione indotta, invece, proviene da un condizionamento esterno. Non esiste una reale interpretazione solipsistica, poiché ognuno di noi è il risultato di condizionamenti biologici e ambientali. Si presume che ogni membro delle società a capitalismo maturo abbia ricevuto un’istruzione di base, che appartenga ad un gruppo sociale che condivide e impone ai propri membri certe regole e conoscenze: culturali, sociali, economiche, religiose ecc. Un soggetto di questo tipo è stato istruito per capire e interpretare una serie di messaggi il più possibile univocamente. Il condizionamento imposto da queste società obbliga a leggere i segnali cromatici in un determinato modo (il nero è 5. 4. William Alsop, Colorium, Of fice Block di Dusseldor f, 2001. La rigida par tizione del caldding, suddivisa in forme per fet tamente geometriche e regolari è fat ta saltare mediante l’impiego di altre geometrie dai colori for temente saturi, primari e complementari (escluso il viola), nonché da bianco, nero e grigio. Foto A. Premier 5. Mario Bot ta, edificio in via Ciani, Lugano, 1985-90. Questa opera, come molte altre del medesimo autore, conferisce un’espressività cromatica basata sull’alternanza orizzontale o ver ticale del mat tone di diverso colore. La listratura bicroma è un’antica tecnica di finitura delle pareti esterne che si av vale della suddivisione a fasce, solitamente, orizzontali di materiali di colore diverso. Foto E. Cano 48 IL RUOLO DEL COLORE simbolo del lutto, il vestito bianco della sposa immacolata, il rosso simboleggia l’amore ecc.). Gli edifici tendono a loro volta a obbedire a determinate usanze, anche cromatiche, identificandosi con la cultura locale. Le casette tirolesi sono decisamente diverse da quelle bianche dei paesini greci o del sud spagnolo. A sua volta ogni gruppo tende all’imitazione, riunendosi attorno a coloro che focalizzano i propri interessi su precisi ambiti ambientali, geografici, sociali, culturali. Ogni localismo distingue questa capacità di lettura e integrazione in ogni territorio specifico. La contemporaneità Come viene oggi intesa, la massificazione è un’interpretazione del mondo interconnesso, dove le informazioni sono omologate e rese disponibili nell’intero globo. Dal momento in cui la comunicazione planetaria è divenuta alla portata di tutti, o quasi, si è parallelamente resa necessaria una drastica semplificazione e l’adozione di un linguaggio comune, capace di operare una socializzazione a un livello il più basso possibile. È nata così una strana lingua, fatta di pochissimi vocaboli (globish=global english), che ha consentito comunicazioni di livello basico, essenzialmente pragmatico. In questa nuova lingua sono banditi i pensieri complessi. Anche il fattore tempo è stato fortemente ridotto a causa della velocità di interconnessione, l’ipertachia rilevabile nei social network. Così la comprensione lascia ampi margini di indeterminatezza. In questo tipo di società, dove il linguaggio è povero e bisogna comunicare velocemente vi è un solo modo di esprimersi: usando essenzialmente immagini. Si sta quindi vivendo in una sorta di nuovo medio evo dove l’uso del colore che compare sugli schermi, sulle pareti degli edifici e su ogni screen è capace di trasmettere emozioni, diventando fondamentale e necessario. L’architettura, dovendosi adeguare a queste nuove sfide, ha formalizzato nuove tipologie finalizzate a trasmettere immagini sulle sue pareti. Sono nati così i media building, la media architettura, l’urban screen, la kinetic architecture, i video wall e così via. Pertanto il colore ha assunto sempre più il ruolo di interfaccia fra il pensiero progettuale e la comunità che percepisce i segnali delle pareti esterne degli edifici. In un certo senso è tornata a dare maggiore valore alla comunicazione sociale piuttosto che a quella privata. Le pareti delle architetture, quindi, sono diventate sempre più tecnologiche, dovendo trasmettere il senso di una società che è in bilico fra tecnologie di punta, smart, che sfruttano fenomeni elettrici, termici, luminosi, meccanici (pareti elettrocromiche, foto cromiche, termo cromiche, dinamiche), e la necessità del rispetto per l’ambiente mediante la realizzazione di pareti verdi, in legno, in terra cruda, da materiali di riciclo, rivestite di pannelli fotovoltaici e così via, secondo il paradigma green. In ogni caso il colore è sempre testimone delle varie fazioni che si fronteggiano a suon di soluzioni tecnologiche. Tutto ciò sta comportando la nascita di nuove figure di progettisti. L’architettura, trascinata in questa sfida della contemporaneità, sembra aver scelto la strada dell’inusuale, dell’eccezione fine a se stessa. Per una volta ancora il colore, che riduce la fatica della lettura, propone nuovi paesaggi, servendosi anche del lighting, che viaggia in sintonia con il messaggio più condiviso e comprensibile a livello planetario. Il colore, di conseguenza, torna ad assumere il suo ruolo determinante il cui messaggio permane immutato, seppure declinato in diversi modi. Non vi può essere architettura senza colore. * professore associato settore scientifico-disciplinare iuav/Tecnologia dell’architettura. Note 1. Vilém Flusser, La cultura dei media, Mondadori, Milano 2004. 2. Rudolf Arnheim, Arte e percezione visiva, Feltrinelli, Milano ed. 1984. 3. Daniele Donghi, Manuale dell’architetto, vol. I, parte II, cap. IV, Lavori da decoratore e da tappezziere, Utet Torino 1925, p. 299. 4. Ludovico Quaroni, Progettare un edificio. Otto lezioni di architettura, Mazzotta, Milano 1977. Die Rolle von Farbe beim Bau Es gibt keine Architektur ohne Farbe. Diese historische Gewissheit hat in der heutigen Gesellschaft eine enorme Bedeutung gewonnen. Wir leben in einer Welt, in der die Farbe für viele Branchen eine strategische Rolle spielt. Wie können sich Fachleute vor diesem Hintergrund auf der Suche nach der besten Lösung im Dschungel der Farben zurechtfinden? Genauso wie Architekturprojekte immer komplexer werden und Leistungen unterschiedlichster Experten erfordern, so ist auch die Farbe ein Instrument, das nicht mehr ohne Vorbereitung nur nach dem persönlichen Geschmack ausgewählt werden darf. Zu viele Wechselwirkungen hängen davon ab. Früher war die Farbe eine Schutzschicht an der Gebäudegrenze oder ein ästhetischer Faktor, heute hingegen bildet sie eine Schnittstelle zwischen Planer, Nutzer und Gesellschaft. Da die Architektur ein Kunstwerk ist, das seine eigene Zeit widerspiegeln soll, kann sie nicht auf die Auseinandersetzung mit dem technologischen Fortschritt der flächendeckenden globalen Kommunikation verzichten, bei dem farbige Bildschirme eine wichtige Rolle spielen. Dank den von Lack- und Farbherstellern auf den Markt gebrachten Produkten sind Gebäude heute farbenfroh gestaltet. Parallel dazu sind neue Ansätze zum Umgang mit Aussenwänden entstanden, die die Bauarten der Medienarchitektur, der urbanen Projektionsfläche, der kinetischen Architektur, der Videowand usw. formell umsetzen. Es vollzieht sich also ein Übergang von der Farbe sichtbarer, mehr oder weniger traditioneller Materialien, die dann mit Farbschichten verkleidet werden, hin zu Wänden, die sich durch elektrische und mechanische Signale oder Lichtsignale usw. verändern. Die früher eher statische Farbe ist nun zu einem dynamischen, instabilen, veränderbaren, sich entwickelnden Element geworden, das dem Geist unserer Zeit entspricht. 49 IL RUOLO DEL COLORE Katia Gasparini* L’involucro contemporaneo fra ricerca e sperimentazione Colore, rivestimento, innovazione Essere consapevoli del ruolo che il colore svolge nella città e nel paesaggio più in generale significa prendere coscienza della portata dello stesso e degli effetti percettivi nell’ambiente antropizzato e sull’uomo. Sono molti gli elementi che compongono la fisionomia urbana, statici e mobili. La mobilità e la velocità, simboli del terzo millennio, identificano le città contemporanee e la loro fruibilità. Per questo la percezione dell’ambiente circostante si fa sempre più fugace e caratterizzata dall’istantaneità, teorizzata nell’ultimo quarto del secolo scorso1 da esimi sociologi, urbanisti e mass mediologi come Virilio, Foucault, De Kerchove o architetti come Tschumi, Ito ecc. Le città oggi sono percorse da mezzi di trasporto veloci dai quali a malapena si percepisce l’ambiente circostante se non per macchie di colore: tanto più sature e compatte sono e tanto più sono percepibili nell’istante in cui appaiono. Per questo le superfici degli edifici sono sempre più tappezzate da poster e pubblicità a tinte forti, immagini d’impatto, insegne luminose sempre più estese e display interattivi. Molti architetti contemporanei, consapevoli di questa evoluzione in atto, trasferiscono gli input derivanti dall’osservazione della contemporaneità sulla superficie architettonica, che diventa luogo di sperimentazione e interazione architettura-ambienteutente. Interazione che si realizza attraverso la pelle degli edifici e quindi con l’uso del colore, della luce, dei materiali naturali e artificiali utilizzati come nuovi sistemi di comunicazione in superficie. Ognuno di questi architetti emerge per le peculiarità cromatiche del progetto, come per esempio Sauerbruch Hutton, conosciuti e riconoscibili per le superfici policromatiche che caratterizzano i loro progetti. Oppure Jean Nouvel, che grazie a una conoscenza approfondita delle tecnologie e delle potenzialità dei materiali riesce a ottenere effetti cromatici dematerializzati sulle superfici architettoniche, integrando la costruzione con il profilo urbano e rispecchiando in pieno le finalità del progetto. In tutto questo si inseriscono i progetti dello studio svizzero Herzog&De Meuron, architetti che riescono sapientemente a integrare queste sperimentazioni, le esigenze della committenza e l’identità dei luoghi attraverso un uso innovativo di tecnologie e materiali tradizionali. Tema centrale in tutti i loro progetti è l’involucro degli edifici, sul quale sperimentano nuovi approcci progettali e tecnologici utilizzando indifferentemente materiali e tecnologie tradizionali e innovativi, ma giocando sulla percezione e visibilità delle superfici rispetto il contesto urbano e paesaggistico. Il colore delle superfici contemporanee non rispecchia più la tecnica costruttiva del manufatto o la natu- ra del materiale utilizzato, ma lo cela dietro una pelle di rivestimento caratterizzata da colori artificiali, spesso derivanti dai materiali di ultima generazione, nanostrutturati o dagli smart materials. Le superfici architettoniche contemporanee si caratterizzano per la visibilità e luminosità fornite dai rivestimenti verniciati con colori saturi (in genere colori primari e complementari), colori cangianti o dicroici, oppure da superfici riflettenti realizzate in acciaio inox. Questo solo a titolo di esempio. L’evoluzione dell’involucro dell’ultimo decennio è riscontrabile nei rivestimenti luminosi e digitali, schermi digitali interattivi o proiezioni architetturali (mapping) che realizzano variazioni cromatiche temporanee sulla superficie dell’edificio e interagiscono percettivamente con la texture originaria del rivestimento. In questo caso si tratta dei colori tipici delle sorgenti luminose: rosso, verde, blu e bianco (rgb: Red, Green, Blue). In altre situazioni i rivestimenti architettonici giocano con la dinamicità dei componenti: attraverso l’utilizzo di sistemi cinetici e materiali artificiali riescono a variare la conformazione superficiale del rivestimento e il suo colore ruotando ogni singolo componente.2 Materiali colorati e materiali da colorare Nel percorso creativo e progettuale degli architetti contemporanei è possibile riconoscere almeno tre diversi approcci al progetto dell’involucro architettonico: uno più materico, uno più evanescente e smaterializzato, e un terzo di tipo prettamente sperimentale afferibile al campo interattivo e digitale. Si tratta di diversi modi di utilizzare i materiali e le tecnologie, lavorando sulla texture della superficie architettonica e sulla percezione dell’architettura rispetto l’ambiente in cui è inserita e con il quale dialoga. I materiali utilizzati sono di tipo tradizionale, innovativo e smart. Si tratta di materiali colorati come: vernici e smalti, o pigmenti e inchiostri. Oppure sono materiali da colorare che fungono da supporto al colore fornito da quest’ultimi. Ovvero: pellicole adesive, la ceramica in tutte le sue declinazioni, il vetro, i materiali compositi e ricomposti, i metalli, il legno, il calcestruzzo. L’elenco potrebbe continuare e allo stesso tempo essere più dettagliato per ogni materiale elencato. Le vernici, per esempio. Alle vernici di tipo ecologico, a base acqua, si affiancano ora le vernici smart che conferiscono alle superfici effetti cangianti, tecnicamente «dicroici», già largamente diffuse dai tempi del rivestimento in vetro dicroico dei Magazzini Selfridges di UnStudio (Fig. 1). Le vernici sono applicabili ai più diversi supporti, dall’intonaco al pannello metalli- 50 1. co, al legno al calcestruzzo o ai tessuti spalmati (pvc). Quest’ultimi possono quindi essere classificati come supporti o materiali da colorare. Interessanti appaiono le ultime sperimentazioni con le vernici a litrosphere, luminescenti. Queste vernici sembrano essere non tossiche e a basso costo. Litrosphere, così è chiamata la sostanza, non subisce variazioni al calore e può essere stampata, iniettata o dipinta su qualsiasi superficie, rendendo l’equivalente di una lampadina a incandescenza da 20 W. La società che ha inventato il materiale, mpk Co, prevede una prima applicazione su larga scala nel settore della sicurezza. In questo momento il costo di questa luce su una superficie di plastica di 20×30 cm circa con uno spessore di 1,25 cm è di circa 0.35 centesimi di dollaro.3 Non si esclude quindi una prossima applicazione sulle superfici di alcuni manufatti. Gli inchiostri sono in genere utilizzati per la stampa sulle pellicole adesive, sui teli pubblicitari dei ponteggi, per la stampa a getto direttamente sulle superfici murarie o vetrate. In questo caso è stato coniato il termine di tatoowall o affresco digitale. L’affresco digitale è una tecnica di decorazione delle superfici che utilizza l’inchiostro su diversi tipi di supporto: muro intonacato, calcestruzzo a vista, mattoni faccia-vista fino a una scabrosità di 7-8 mm. Le superfici possono essere indifferentemente piane o curve ed eventuali ritocchi possono essere fatti a mano con colori acrilici. La tecnica di applicazione è inodore perché sono utilizzati materiali a base d’acqua. Sulla superficie da decorare (verticale o orizzontale) viene steso un aggrappante e dopo 30 minuti si può procedere all’applicazione della decorazione. Una decorazione di circa 20 metri quadri può essere definita in 8 ore di lavoro.4 Per la stampa digitale su supporti a base polimerica (pvc) si usano inchiostri a base solvente perché aderiscono meglio al supporto. Così in molti casi si evita il processo di laminazione. Infine esistono gli inchiostri uv, più economici dei solventi perché le radiazioni uv polimerizzano quasi subito il film d’inchiostro o di vernice e lo asciugano completamente. L’uso di questi inchiostri e vernici risponde anche ad esigenze di sostenibilità ambientale perché elimina l’uso di solventi considerati dannosi (che contengono voc) per l’ambiente e per la salute. La realizzazione dell’immagine che sarà stampata è un progetto di advertising fatto con programmi di grafica e impostato per la stampa secondo parametri di colore in quadricromia (cmyk: Cyan, Magenta, Yellow, Black). Sono i colori dei quattro inchiostri usati in tipografia e nelle stampanti a colori.5 Fra i materiali da colorare, le pellicole adesive hanno conosciuto una discreta diffusione in origine per le vetrine dei negozi e oggi per le carrozzerie delle auto. In realtà la loro potenzialità creativa e i requisiti schermanti le rendono ampiamente utilizzabili anche sulle superfici vetrate dei grandi edifici. Si tratta di pellicole colorate, microforate per consentire comunque il passaggio della luce verso gli ambienti confinati. 2. 1. UnStudio, Modello del rivestimento dei Magazzini Selfridges, esposto alla Media Architecture Biennale di Vienna, 2010. Foto K. Gasparini 2. D. Perrault, Town hall, Innsbruck, det taglio della facciata in vetro serigrafato del vano scala. Foto K. Gasparini Le immagini sulle pellicole, come per i teli dei ponteggi sono realizzate con una vernice applicata con i metodi di stampa digitale e i relativi inchiostri. Oggi le pellicole sono utilizzate sulle superfici vetrate in vece della serigrafia, quando non si procede con il metodo di stampa serigrafica per grandi formati. Attualmente i metodi di stampa digitale sono entrati prepotentemente in architettura, bypassando e sostituendo i tradizionali smalti ceramici con gli inchiostri. La stampa digitale su vetro è una tecnologia avanzata che permette di stampare su lastre di vetro, immagini, foto, disegni e scritte ricevute tramite un supporto digitale, il tutto senza l’utilizzo dei consueti strumenti di riproduzione e di decorazione come i telai serigrafici o i rulli di stampa. Si tratta di una stampa ad alta definizione, in esacromia. Questa tipologia di stampa permette di utilizzare contemporaneamente, in un’unica applicazione, fino a 6 colori permettendo, quindi, di avere moltissime combinazioni di colori e sfumature.6 Un esempio interessante di involucro serigrafato è nel progetto di Dominique Perrault in Austria a Innsbruck, la Town hall, Anichstrasse, Lichtblick Café (Fig. 2), in cui la superficie in vetro del vano scala è stata decorata con una grafica in toni di grigio a effetto tridimensionale.7 Le pellicole, adesive o serigrafiche, possono essere quindi applicate su diversi supporti: pannelli in vetro, policarbonato, metallo ecc. 51 IL RUOLO DEL COLORE La ceramica, storicamente conosciuta per le sue potenzialità cromatiche, oggi non è più utilizzata solo come mero rivestimento di facciata, su pareti intonacate. In genere i componenti ceramici oggi utilizzati per realizzare involucri di padiglioni espositivi o facciate di edifici sono molto colorati, si tratta di moduli tridimensionali personalizzati in ceramica smaltata. La ceramica diventa quindi elemento di progetto e utilizzata in componenti tridimensionali che conferiscono espressività e dinamicità all’involucro. Sauerbruch Hutton realizzano involucri colorati attraverso uno studio approfondito delle cromie e utilizzando materiali come ceramica, vetro colorato o rivestito. Nel progetto del Museo Brandhorst a Monaco di Baviera8 hanno realizzato un rivestimento ceramico decorativo con un sistema di involucro del tipo over-cladding, suddiviso in layer diversi per tipo di materiale e studio cromatico. Il layer più esterno, il rivestimento, è formato da 36.000 listelli di ceramica colorati sui tre lati, con una notevole durabilità rispetto la diminuzione progressiva della saturazione cromatica. Si tratta di listelli cavi, disposti verticalmente (4x4x110 cm), ancorate internamente al secondo layer che consiste in una lastra metallica perforata con effetto fonoassorbente e colorata a due colori realizzando un effetto percettivamente cinetico della superficie architettonica grazie alla sovrapposizione dei listelli ceramici. Sono stai utilizzati 23 colori diversi per dipingere i listelli, raggruppati in modo da comporre diverse campiture che, a loro volta, grazie all’accurato assemblaggio di toni, creano le tre superfici cromatiche che definiscono le facciate (Fig. 3). Anche il calcestruzzo, utilizzato da Le Corbusier a Tadao Andao in versione «béton brut» ha riscoperto le sue potenzialità cromatiche nei progetti di Herzog & de Meuron e nelle sperimentazioni smart di ultima generazione. È noto il colore Blue Klein con cui è stato verniciato lo spritz beton dell’involucro del Forum de la Cultura di Barcellona del 2004. Il blocco monomaterico sospeso è rivestito da calcestruzzo spruzzato su un supporto a telaio e rete d’acciaio (Fig. 4). Tale superficie presenta delle brecce, delle fessure profonde e dei falsi tagli che sono superfici specchiate. Diametralmente opposto negli effetti e nei risultati è il rivestimento della parte inferiore in acciaio inox martellinato e goffrato, posato con l’obiettivo di illuminare la parte inferiore attraverso i molteplici effetti di luce riflessa sulle superfici a specchio. Sono invece misconosciute ai più le sperimentazioni per il cemento termocromico che conferiscono una texture superficiale al rivestimento cementizio di tipo temporaneo e reversibile: si tratta del Solid Poetry, che rivela la sua vera natura da bagnato. La superficie del cemento viene trattata con inchiostri termocromici stampati per serigrafia. Il disegno appare progressivamente solo quando il cemento viene bagnato con acqua o con vapore ed è il risultato di una reazione reversibile, per cui scompare appena il cemento asciuga. Le applicazioni, oltre che per le pavimentazioni, 3. 4. 3. Sauerbruch Hut ton, Museo Brandhorst, Monaco di Baviera, det taglio sulla stratigrafia dell’involucro. Foto A. Premier 4. Herzog & de Meuron, Forum de La Cultura, Barcellona, det taglio della stratigrafia dell’involucro. Foto K. Gasparini riguardano le superfici verticali degli ambienti esterni come giardini e spazi pubblici.9 Fino alle installazioni con il cemento traslucente,10 una scoperta dei primi anni 2000. Il prodotto, denominato LiTraCon – Lighting Transmitting Concrete, è costituito dal 96% di calcestruzzo e il 4% di vetro nella forma di fibre ottiche silicee inserite a strati. Le caratteristiche del calcestruzzo restano pressoché invariate. Il prodotto si presenta sul mercato in blocchi prefabbricati di diverse dimensioni, montato su teli in acciaio. I pannelli trasmettono luce se retroilluminati (luce naturale o artificiale). Come anticipato, quindi, le sperimentazioni e le innovazioni sono innumerevoli e in una fase costante di work-in-progress, dove la tecnologia chimica, meccanica e elettronica confluiscono nell’ambito edilizio sconvolgendone le tecniche costruttive e i risultati. Superfici di luce e colore L’evoluzione dell’architettura verso una comunicazione più diretta è frutto della confluenza di più fattori di ordine sociale, culturale e, soprattutto, tecnico avvenuta in epoca ottocentesca. Dai cartelloni pubblicitari cartacei, ovvero dalla cultura tipografica, si passa nell’arco di qualche decennio alla cultura elettronica, dopo la scoperta delle sorgenti di luce e la diffusione 52 IL RUOLO DEL COLORE delle insegne luminose. L’integrazione dei due sistemi ha condotto in breve tempo alla comunicazione digitale. Fra le tecnologie del colore per l’involucro contemporaneo digitale si possono inserire le tecnologie elettriche ed elettroniche e le tecnologie digitali. L’utilizzo di tecnologie di provenienza diversa rispetto al settore edificatorio ha condotto alla realizzazione di involucri architettonici dinamici dal punto di vista percettivo e fisico, che realizzano attraverso il movimento dei componenti o la loro sovrapposizione, giochi di colore e luce interagendo con l’ambiente e con l’utente. Si tratta, in questo caso di media architecture, media façade e urban screen. Le facciate in questo caso sono costruite con componenti realizzati da materiali diversi, di tipo tradizionale o innovativo o luminoso: acciaio, vetro, plastica, legno o sorgenti di luce come i led. Le facciate realizzate con le nuove tecnologie possono essere classificate, a seconda della tecnologia utilizzata in: facciate meccaniche, facciate liquide, facciate luminose, facciate elettroniche. In questa ultima categoria sono annoverabili le facciate digitali, i conosciuti schermi urbani per la proiezione di immagini ad alta definizione. Questo tipo di facciate necessiterebbe di una trattazione specifica, rispetto lo spazio qui disponibile, ma sono comunque degne di citazione perché per caratteristiche intrinseche ricadono nella categoria delle facciate colorate. È il colore che interagisce con la luce e con le fonti energetiche, i colori prima citati del Red-Green-Blue che consentono di realizzare facciate a alta o bassa definizione, secondo la dimensione dei pixel, facciate mono o policromatiche, facciate specchianti e riflettenti, tridimensionali o evanescenti e liquide come quelle del Digital Water Pavillion di Saragozza. Conclusioni In conclusione, possiamo affermare che il colore nell’architettura contemporanea ha subito un’evoluzione esponenziale in termini percettivi, proporzionale all’innovazione tecnologica applicata alle superfici architettoniche. Il colore dell’architettura contemporanea è cangiante, saturo, optical, riflettente, e così via. Rispecchia i nuovi materiali di rivestimento derivanti dalle ricerche più avanzate. In questa sede è stato approcciato il tema del colore artificiale,11 quello derivante da una serie di modificazioni artificiali che ne hanno fisicamente mutato la colorazione superficiale, oppure mediante una fonte luminosa artificiale integrata al pacchetto involucro. Come è intuibile, il tema colore richiede un approccio approfondito e integrato a studi non solo di tipo tecnologico, ma ambientali, sperimentali e psicologici, perché un corretto approccio al progetto colore influisce sulla definizione dei requisiti ambientali afferibili al benessere, sicurezza, salubrità, fruibilità dei luoghi aperti o confinati. * docente di Tecnologia dell’Architettura al Politecnico di Milano. Note 1. K. Gasparini, Design in superficie, FrancoAngeli, Milano 2009; K. Gasparini, Schermi urbani, Wolters Kluwer, Milano 2012; P. Zennaro, Architettura senza, Franco Angeli, Milano 2009. 2. Cfr: K. Gasparini, Schermi Urbani, Wolters Kluwer, Milano 2012. 3. www.genitronsviluppo.com/2007/12/13/litroenergy-elitrosphere-luce-e-risparmio-energetico-per-12-anni 4. www.tatoowall.it 5. K. Gasparini, Colour and lighting technologies for media facade in Color & Light in Architecture. Conference Proceedings, a cura di P. Zennaro, Knemesi, Verona 2010. 6. www.vismaravetro.it 7. Progettisti: Dominique Perrault Architecte e rpm Architekten (Town Hall), Dominique Perrault Architecte e Rolf Reichert (Anichstrasse). Artisti: Daniel Buren, Peter Kolger, Prof. Heinz Gappmayr, Isa Gensken (Town Hall). Progetto: 1997-2005. Fonte: http://www.archinfo.it 8. Cfr: C. Gregoris Sauerbruch&Hutton, the colour’s technology, in Chromoland. Architectural Color and Light Design, a cura di P. Zennaro, Knemesi, Verona 2012. 9. Solid Poetry: il cemento termocromico, in http://www.prog-res.it/blog/2012/04/solid-poetry-ilcemento-termocromico 10. K. Gasparini, Sperimentaioni e nuove applicazioni delle fibre ottiche nel design e nell’architettura, in Schermi urbani, Wolters Kluwer, Milano 2012, pp. 199-202 11. Si consiglia la lettura della classificazione impostata da P. Zennaro in Il colore delle superfici, in Superficie. Percezione e realizzazione delle superfici architettoniche contemporanee, a cura di A. Premier, Knemesi, Verona 2012. Farbe, Verkleidung, Innovation Das heutige Konzept der Hülle in der Architektur geht über den modernen Begriff eines «praktischen oder funktionalen Elements zur Abdeckung und zum Schutz einer Oberfläche» (Wörterbuch Devoto Oli unter dem Begriff «Hülle») hinaus und versteht darunter das gesamte, in Funktionsschichten gegliederte äussere Abschlusssystem. Aus diesem Grund spielt die Verkleidung, das heisst die letzte Schicht der Hülle, die Wechselwirkungen mit dem Umfeld eingeht, die Architektur beschreibt und die Anforderungen an die Umweltqualität definiert, vor dem Hintergrund der Farbe, der Wahrnehmung und der Sichtbarkeit des Bauwerks eine wichtige Rolle für Planung und Technik. Die Farbe zeitgenössischer Oberflächen ist nicht mehr Ausdruck der Bautechnik des Gebäudes, sondern verbirgt diese hinter einer Verkleidung mit künstlichen Farben aus modernsten Materialien mit Nanostruktur sowie intelligenten Werkstoffen. Die heutigen architektonischen Oberflächen zeichnen sich aus durch Sichtbarkeit und Leuchtkraft der Verkleidungen mit satten und dichroitischen Farben oder durch reflektierende und entmaterialisierte Oberflächen. Die Weiterentwicklung im vergangenen Jahrzehnt wurde insbesondere durch Leuchtverkleidungen wie urbane Wände und architektonische Projektionsflächen (Mapping) geprägt, die temporäre chromatische Veränderungen auf der Oberfläche des Gebäudes hervorrufen und auf der Wahrnehmungsebene mit der Textur der Verkleidung interagieren. In anderen Situationen spielen die architektonischen Verkleidungen mit der Dynamik der Komponenten. Durch die Verwendung von kinetischen Systemen und künstlichen Materialien wird die Oberflächengestaltung der Verkleidung und ihre Farbe durch die Rotation jeder einzelnen Komponente verändert. 53 IL RUOLO DEL COLORE Atelier niv-o foto Thomas Jantscher La rinascita di un quartiere Il nuovo Rôtillon a Losanna Realizzazione 2003 - 2013 Più di ottant’anni dopo la demolizione «igienista» del vecchio quartiere dei mulini e delle concerie della valle del Flon, inizia nel 1994, nel centro di Losanna, la ricostruzione di questa area urbana ancora non sfruttata. In seguito a vari tentativi di «tabula rasa», a partire dalla metà degli anni Trenta, come ad esempio il mercato coperto di Jacques Favarger nel 1939 o i tre edifici-torre di Pierre Bonnard nel 1957, il servizio di urbanistica della Città di Losanna propone un piano parziale di destinazione delle aree basato sull’appezzamento storico. Definisce lo spazio pubblico e permette l’assemblaggio di «pezzi di architettura» nello spirito del Collage City di Colin Rowe. Il risultato è un insieme a scale differenziate e soprattutto un’urbanizzazione opposta ai tentativi attuali di densificazione come il Selve-Areal a Thun o la Greencity a Zürich-Manegg. L’interazione tra gli spazi interni ed esterni, i salti di scala e le relazioni visive incrociate, conferiscono, tanto agli spazi pubblici quanto agli spazi privati, una sensazione di densità urbana. La vista di «oggetti urbani di referenza» quali una cattedrale, il ponte della metropolitana o la torre Métropol permettono di orientare e generano una sensazione di urbanità nello spirito di Camillo Sitte e dei «Sinnfelder» del filosofo Markus Gabriel in Warum es die Welt nicht gibt (Ullsteinverlag, 2013). Vicoli, piazze, passaggi e passerelle collegano il nuovo quartiere al tessuto urbano circostante. La nuova destinazione dei terreni, che comprende servizi, commerci e ristoranti, così come il piccolo parcheggio sotterraneo, genera movimento, scambi e vita urbana. Isolato B (2011-2013) Varie parcelle medioevali, seguendo il fianco del colle dato dalla geometria del corso d’acqua, sono riunite per formare un isolato. L’ingombro predefinito si ispira alla volumetria dell’allineamento storico delle case. Inoltre, il volume è attraversato a mezz’altezza da un passaggio pubblico collegato tramite passerelle. L’irregolarità è il dato di fatto. La costruzione dell’isolato include tre entità funzionali connesse e indipendenti: un edificio di uffici allungato, una casa di abitazioni elevata e una piccola villa urbana di tre piani. Gli appartamenti sono traversanti da nord a sud e si aprono su vari lati. Le relazioni visive urbane sono varie e le condizioni d’illuminazione sono differenziate. Le finestre di dimensioni generose compensano l’orizzonte nascosto. Delle aperture, grandi quanto delle vetrine, prolungano gli spazi di vita verso l’e- sterno ma lasciano apparire la vita privata dalla strada «… si vedono delle luci in alto, un soffitto, un’ombra, alcuni oggetti» (Colin Rowe, Fred Koetter, Collage City, The Mit Press, Cambridge 1984, p. 94). La volumetria complessa del nuovo edificio è stata tematizzata tramite la disposizione di aperture irregolari e la sequenza di colori complementari. In questo luogo ombreggiato e minerale nel fondo della valle, il ricorso al colore era evidentemente necessario. In collaborazione con l’esperto Claude Augsburger, è stata definita e declinata una gamma di colori che segue la logica ad incastro del volume costruito. La disposizione di questi colori rinforza la volumetria attraverso l’effetto cromatico e genera l’atmosfera particolare del nuovo quartiere. Questo insieme interconnesso trova il suo equilibrio e la scala giusta, in particolare grazie alla colorazione e le grandi aperture. îlot B îlot C îlot B' îlot A L’ ÎLOT B’ DEL NUOVO RÔTILLON A LOSANNA Committente Fontatrez SA ; Losanna | Architettura Ivo Frei, atelier niv-o SA ; Losanna | Collaboratore L. Cohen | Ingegneria civile Küng & associés SA ; Losanna | Geotecnica Karakas & Français SA ; Losanna | Ingegneria rv Chammartin & Spycher SA ; Losanna | Ingegneria sanitaria CCTB SA ; La Noville | Ingegneria elettrotecnica mab sa; Morges | Acustica ecoacoustique; Losanna | Colorista Claude Augsburger; Losanna | Traduzioni Francesco Zanchi; Mendrisio | Fotografia Thomas Jantscher; Colombier | Date progetto 2008-2010, realizzazione 2010-2013 IL RUOLO DEL COLORE Pianta livello 6 Pianta livello 5 Pianta livello 4 Pianta livello 3 Pianta livello 2 Pianta livello 1 01 5 10 sf=+9.80 (=494.30) sf=+8.225 (=492.725) sf=+7.00 (=491.50) sf=+5.425 (=489.925) sf=+3.50 (=488.00) sf=+1.925 (=486.425) 486.30 485.65 Pianta livello 0 Sezione 484.50 sf=±0.00 (=484.50) 482.925 sf=-1.575 (=482.925) 481.525 sf=-2.975 (=481.525) IL RUOLO DEL COLORE 57 IL RUOLO DEL COLORE 58 IL RUOLO DEL COLORE Testo e disegni Atelier niv-o 59 IL RUOLO DEL COLORE Richter Dahl Rocha & Associés Alloggi per studenti Quartiere nord del Politecnico di Losanna L’edificio Chromoscope fa parte di un nuovo quartiere sviluppato a nord del campus dell’epfl. Oltre agli alloggi per studenti, lo stabile accoglie un centro commerciale, un albergo, servizi e ristoranti. Il complesso ospita, inoltre, il nuovo centro convegni (SwissTech Convention Center) destinato a eventi scientifici e accademici, nonché un parcheggio sotterraneo. L’impatto della scala dell’edificio è attenuato da una serie di articolazioni e di variazioni di altezze dei differenti volumi. Solo le ali principali dell’edificio raggiungono gli otto piani di altezza. Le facciate esterne, rivestite da vetro serigrafato e dotate di persiane in alluminio anodizzato, sono in dialogo con l’involucro del vicino centro congressi, mentre i vani colorati delle finestre prefigurano l’ambiente festivo della corte interna. Gli appartamenti si dispongono lungo i ballatoi attorno alle corti interne. Degli atrii semi-privati conducono alle camere singole, dotate di bagni individuali. Tutte le unità sono situate sul perimetro esterno e gli spazi giorno si rivolgono verso l’interno sulle vie d’accesso. Al sesto livello gli alloggi si distribuiscono attorno alla corte nord, mentre i monolocali, situati nell’ala sud dell’edificio, sono disposti da entrambi i lati del corridoio interno nord-sud che attraversa l’ala principale dell’edificio. Per favorire l’interazione sociale tra gli studenti, diverse zone comuni si snodano lungo questa strada interna. Questi luoghi, di singola o di doppia altezza, sono chiusi da pannelli di vetro di colori vivaci. Nei piani sottostanti, i locali commerciali e dei servizi si aprono direttamente sulla piazza pubblica al secondo livello, mentre l’albergo si sviluppa attorno alla corte sud. Le facciate interne dei ballatoi che costituiscono il Chromoscope sono rivestite interamente da pannelli in fibra di cemento singolarmente dipinti a mano dall’artista Catherine Bolle. Il suo intervento cerca di dare un carattere distintivo e personale ai corridoi di accesso, concepiti come luoghi d’incontro in un’atmosfera al contempo intima e animata. I pannelli utilizzati sono dei prodotti standard disponibili in una gamma di colori definiti. La possibilità di restringere il campo del lavoro artistico a dei materiali di produzione in serie è una tematica ricorrente nella collaborazione dell’ufficio rdr con Catherine Bolle, e questo progetto particolare ne è una chiara testimonianza. La luce che attraversa i pannelli di vetro colorato, posti a intervalli regolari, produce una varietà mutevole di effetti luminosi policromi, portando vitalità al cuore dell’edificio. Foto Fernando Guerra 60 IL RUOLO DEL COLORE Foto Fernando Guerra ALLOGGI PER STUDENTI, QUARTIERE NORD EPFL, LES BLÉ VALL AIRES, ECUBLENS Investitori Credit Suisse Real Estate Fund Hospitality, Credit Suisse Real Estate Fund Living Plus | Committente EPFL , MEG Ecublens CCR | Architetti Richter Dahl Rocha & Associés; Losanna | Collaboratori J. Richter, I. Dahl Rocha, K. Ross, A. Wintsch, P. Papaux, N. Adrien, H. Dahl Rocha, M. Petruzzi, A. Barc, M. Mouzo, P. Rossier, M. Branco, M. Sousa, M. Losana Vela, B. Kansu, C. Gachnang, M. Monti, S. Monney, M. Gribi, L. Berset, P. Marmillod, M. Mouzo, M. Trobisch | Architettura d’interni RDR Design SA ; Losanna | Collaboratori J. Richter, I. Dahl Rocha, C. Dell’Ariccia, A. Baillie, R. Erb, A. Juanbetz, M. Turin | Impresa generale HRS Real Estate SA ; St-Sulpice | Ingegneri civili Ingeni SA ; Losanna, Daniel Willi SA ; Montreux | Ingegnere geotecnico Karakas & Français SA ; Losanna | Ingegneri rv RG Riedweg et Gendre SA ; Carouge | Ingegnere sanitario Duchein SA ; Villars-surGlâne | Ingegnere elettricista Betelec SA ; Villars-Ste-Croix | Ingegnere sicurezza Hautle Anderegg + Partner SA ; Berna | Consulenti facciata BCS SA ; Neuchâtel | Realizzazione facciata Hevron SA ; Courtételle JU | Consulenti acustica AAB J- Stryjenski et H. Monti SA; Carouge | Scenografia Scéno Plus; Montréal, SonicDesign Distribution Sàrl; Savigny | Concezione sistemazione esterna L’Atelier du Paysage Jean-Yves Le Baron Sàrl; Losanna | Artista Chromoscope Catherine Bolle; Losanna | Realizzazione Chromoscope Eternit; Niederurnen | Fotografia Yves André; Losanna, Olivier Christinat (modello); Losanna, Fernando Guerra; Lisbona | Traduzione Francesco Zanchi; Mendrisio | Date progetto di concorso 2006, realizzazione 2008-2013 61 Pianta ot tavo piano Pianta sesto piano 0 5 Pianta quar to piano 62 25 50 IL RUOLO DEL COLORE Sezione Foto Fernando Guerra Tipologia secondo la collocazione Tipologia studio 63 Foto Yves André Foto Yves André Foto Yves André Foto Yves André IL RUOLO DEL COLORE 64 Foto Yves André Modello e det tagli degli studi cromatici dei prospet ti della cor te interna Foto Yves André Foto Michel Gribi Foto modello Olivier Christinat Foto S tudio RDR IL RUOLO DEL COLORE Testo e disegni Richter Dahl Rocha & Associés 65 IL RUOLO DEL COLORE Dominique Coulon & Associés testo Richard Scof fier foto Eugeni Pons Intensità luminose Scuola Joséphine Baker, La Courneuve Il complesso scolastico Joséphine-Baker, appena realizzato da Dominique Coulon a La Courneuve, ha la capacità di inscriversi nel contesto difficile della Cité des 4000, su un sito marcato dalla memoria dolorosa della distruzione delle stecche di abitazione Ravel e Présov. Riesce ugualmente a schiudersi al suo interno, su un altro paesaggio, un altrove, un’utopia… (…). Come se la carta venisse a tatuare il territorio. Il gruppo scolastico occupa una parcella trapezoidale definita dalla zona non aedificandi che corrisponde all’ubicazione di uno dei due edifici demoliti. Pur rispettando il piano e le intenzioni di Bernard Paurd, Coulon sembra considerare questa cicatrice come supporto a un atto di resilienza (…). Ritorna così, spontaneamente, al suo lavoro sulle forme in torsione che ricerca di progetto in progetto. La proibizione di costruire volumi chiusi sul rettangolo che taglia la propria parcella, con i vincoli di densità e di altezza, gli hanno permesso di rimettere in causa la separazione richiesta tra la scuola elementare e la scuola materna. In questo modo, la sua proposta delinea un’organizzazione unitaria. Si sviluppa con virtuosismo nelle tre dimensioni dello spazio tra due poli collegati da un sistema di rampe. Le aule della scuola materna sono rivolte a est, a sbalzo sopra l’entrata, e le aule della scuola elementare occupano, a ovest, degli spazi aperti su dei giardini interstiziali. Il cortile dei bambini più grandi s’immette nel blocco riservato a quelli più piccoli, che contiene il refettorio comune, mentre i campi sportivi sono collocati sulla copertura dell’altro blocco, la cui funzione è di accogliere la biblioteca dei due stabili. Nonostante la disposizione volumetrica, le sue pieghe e i suoi ondeggiamenti, l’edificio si mostra come una forma chiusa con poche aperture. Le aule della scuola elementare si aprono generosamente solo sui giardini laterali. Se, all’esterno, domina la verticalità per l’insistenza delle numerose rientranze che scandiscono le facciate, è paradossalmente l’orizzonte che si afferma non appena si entra. Come se un universo infinito si aprisse all’interno di uno spazio rigorosamente delimitato, che accoglie un’eterotopia riservata ai bambini. Un luogo d’iniziazione dove gli alunni sono stacca- Edificio esistente e dati di proget to traccia = memoria = non aedificandi ti dal mondo degli adulti, dove possano prendere la distanza e lo slancio necessario, per potervisi immergere meglio in futuro. Inoltre sembra essere stata dedicata grande attenzione ai superamenti, alle soglie: entrare in una scuola; togliersi la giacca e appenderla al muro prima di attraversare la porta dell’aula per sedersi davanti al maestro; uscire ridendo o urlando sotto il porticato per la ricreazione. L’edificio opera in questo modo, sin dall’ingresso, un raffinato doppio movimento di avanzamento e di ritiro. Un dispositivo che richiama le curve e le contro-curve della facciata della chiesa di San Carlino alle quattro fontane di Francesco Borromini. Abbozzando un gesto di protezione, il piano superiore sporge per accogliere i bambini, mentre il piano terreno vetrato rientra e forma uno scavo che sdrammatizza la separazione dai genitori. I corridoi si deformano e si dilatano davanti alle porte delle aule e ricevono una quantità abbondante di luce naturale zenitale come se volessero definirsi come zone di decompressione prima dell’entrata in apnea negli spazi di lavoro. Infine, la tettoia del portico si slancia ben oltre la rampa che sale verso i terreni sportivi sul tetto. Questo gioco di compressione e dilatazione, che garantisce un’organicità a questa costruzione in cemento, è accentuato dal colore arancione. Il colore che ricopre la pavimentazione, che talvolta deborda sui muri e i soffitti, rende incandescente ogni minimo raggio di sole che batte e ab- SCUOL A JOSÉPHINE BAKER, L A COURNEUVE, FR ANCIA Committente Città di La Courneuve | Architettura Dominique Coulon, Olivier Nicollas, Dominique Coulon & Associés, Architectes; Strasburgo | Collaboratori S. Brebbia, B. Rocchi, A. Eloudyi, F. Haenel | Ingegneria stutturale Philippe Clement, Cécile Plumier, Frédéric Blanc, Batiserf; Fontaine | Ingegneria meccanica Marc Damant, Annie Pikard, BET Gilbert Jost; Strasburgo | Controllo costi E3 Economie; Strasburgo | Paesaggista Bruno Kubler; Strasburgo | Traduzione Francesco Zanchi; Mendrisio | Fotografia Eugeni Pons; Lloret (E), Olivier Nicollas luce naturale + pressione urbana IL RUOLO DEL COLORE braccia il tetto accessibile. Questo si offre in tale modo come una mano aperta di fronte al blu complementare del cielo che si rivela nella sua onnipotenza. Troppo spesso (…), le scuole sembrano pensate come degli spazi per adulti ridotti alla scala dei bambini. Le concatenazioni degli spazi di circolazione e delle sale sono qui testimoni di un altro rapporto del corpo del bambino con lo spazio: un rapporto maggiormente corporeo non essendo ancora mediato dal linguaggio. Le aule, i corridoi e i cortili di ricreazione della scuola si estendono e dislocano attorno a un corpo che non può essere assegnato, un corpo in perpetua trasformazione, un corpo di sensazioni pronto a commuoversi davanti a un raggio di sole e a percepire in ogni variazione climatica mille opportunità ludiche. L’utilizzo di prodotti naturali – come il linoleum per i pavimento o il legno per le carpenterie – così come l’estrema attenzione verso i dettagli, contribuiscono a rendere quest’edificio un luogo quasi lussuoso, largamente approvato, durante l’inaugurazione, da una popolazione di genitori e di allievi desiderosi di voltare pagina sulle distruzioni e iscriversi risolutamente nel futuro. 67 IL RUOLO DEL COLORE Pianta livello 2 Pianta livello 1 02 Pianta piano terra 68 10 20 Sezione 69 IL RUOLO DEL COLORE 70 IL RUOLO DEL COLORE Foto Olivier Nicollas L’arancione è un colore caldo che si associa molto bene con il bianco. I muri arancioni dif fondono sulle super fici bianche delle tonalità calde o generano dei riflessi che variano in grado a seconda dell’intensità luminosa. In funzione delle condizioni atmosferiche e del soleg giamento si possono percepire dif ferenti tonalità. Il cor tile della scuola elementare situato al piano superiore è carat terizzato da numerose super fici arancioni. Da questo spazio le viste proposte inquadrano spesso il cielo blu o grigio, e l’arancione si associa molto bene con questi colori. Testo e disegni Dominique Coulon & Associés 71 IL RUOLO DEL COLORE Elisabeth & Martin Boesch foto Mar tin Boesch Un celeste medio-chiaro Padiglione da giardino a Berneck Il padiglione da giardino completa l’edificio esistente destinato ad abitazione con falegnameria delimitando il giardino rispetto alla strada. Il piccolo fabbricato è costituito da una costruzione in legno posata su una soletta in calcestruzzo. Il profilo del tetto nasconde la trave a graticcio sopra l’ampia apertura. Sin dall’inizio il padiglione è stato concepito colorato. Altrettanto dicasi per il rivestimento con scandole che dà sulla strada, anche se qui l’intensità del colore è andata scemando nel corso del progetto, fino a diventare un delicato grigio chiaro che, con discrezione, lega in un tutt’uno il piccolo edificio e il chiaro edificio principale. In un primo momento abbiamo avuto l’intenzione di lasciare le scandole grezze e rovinate dalle intemperie, ma questo avrebbe isolato il padiglione dandogli un aspetto rustico. A volte la luce che si riflette sulla vernice a olio chiara della superficie irregolare delle scandole spaccate a mano conferisce al corpo di fabbrica un delicato bagliore argenteo. Rispetto alle scandole ruvide, il fronte arretrato sul giardino e l’intradosso della parte frontale del tetto sono lisci. La pannellatura è verniciata in un celeste medio-chiaro, leggermente tendente al grigio, e dall’esterno va all’interno, dove caratterizza pareti e soffitto. Il celeste si somma secondo la posizione, ossia se le pareti coincidenti con il tetto sono una, tre o quattro, apparendo così più o meno intenso. Una tonalità che abbiamo elaborato per altri interni e di cui conoscevamo l’effetto. I colori del giardino completano la composizione. Piccole irregolarità, quali le pannellature perforate davanti ai caloriferi, un intarsio di lastre d’ardesia nel disegno di ghiaia del pavimento in calcestruzzo levigato, ma anche gli inserti nel rivestimento in scandole o le scandole forate nella parte frontale del tetto riprendono la tradizionale inclinazione per la decorazione. Quando le porte a vetri scorrevoli incassate nelle pareti sono aperte, ci si ritrova seduti in giardino, ovvero all’aperto ma coperti da pareti e tetto. Se le porte scorrevoli sono chiuse, l’ambiente diventa una vera e propria stanza con un suo fulcro interno. Una tenda consente molteplici variazioni. 72 IL RUOLO DEL COLORE PADIGLIONE DA GIARDINO, OBERFELDSTR ASSE, BERNECK SG Architettura Elisabeth & Martin Boesch; Zurigo | Collaboratore Nils Krämer | Traduzioni Alexandra Geese; Bonn | Fotografia Martin Boesch | Date 2006-2007 73 IL RUOLO DEL COLORE 0 1 5 Pianta Sezione trasversale Sezione longitudinale Sezione trasversale sui ser vizi 74 IL RUOLO DEL COLORE Testo e disegni Elisabeth & Mar tin Boesch 75 IL RUOLO DEL COLORE Moro & Moro foto Zoe Moro Lamiere rosse e gialle Due fabbricati residenziali a Locarno L’insediamento residenziale in via Nessi integra la qualità urbana del quartiere San Jorio, area privilegiata della città per l’assenza del traffico cittadino e il paesaggio dominato dal delta della Maggia e dalle montagne del Verbano. Il progetto era iniziato con un solo edificio posto longitudinalmente a via G.G. Nessi, ma – dopo l’acquisizione della parcella adiacente – è stato inserito il secondo edificio articolato sulla perpendicolare, in modo da circoscrivere il parco nell’agglomerato. Le residenze si affacciano così sul prato alberato con le terrazze, continue facendo coincidere l’orientamento panoramico con la miglior insolazione a favore del recupero energetico passivo. Gli altri lati rivolti all’esterno sono traforati con aperture contenute chiudibili con schermature scorrevoli, così da preservare l’intimità delle residenze verso l’edificazione circostante. Le diverse tipologie abitative offrono uno spazio unitario equipaggiato con un nucleo centrale di servizi igienici attorno a cui si struttura liberamente la zona collettiva e individuale. All’esterno, l’edificio è rivestito con un involucro unitario di pannelli metallici traforati, che risponde alle diverse relazioni con l’esterno – apertura, schermatura, chiusura, ventilazione –, conferendo all’edificio un aspetto mobile e dinamico. Il colore dell’involucro stacca il volume abitativo dallo zoccolo in beton emergente dal suolo, sottolineando l’astrazione monolitica assunta nella sua pienezza con le ante chiuse. La superficie tridimensionale derivata dall’ondulazione della stiratura delle lamiere produce degli effetti di luminosità cangiante in dipendenza dell’insolazione facendo lievitare il prisma nei riflessi della luce radente. La colorazione micacea nelle sfumature complementari rosso - giallo dei due blocchi viene accesa dai raggi solari, con intensità differenziata nell’arco giornaliero e stagionale, alludendo all’escursione cromatica della fusione dei laminati dell’involucro metallico. 76 IL RUOLO DEL COLORE INSEDIAMENTO RESIDENZIALE VIA G.G. NESSI A LOCARNO Committente Immobiliare Mazzoleni Roberto SA ; Muralto | Architettura Moro & Moro; Locarno | Ingegneria civile Geocasa SA ; Muralto | Ingegneria elettrotecnica Mondini SA Elettrigilà; Tegna | Ingegneria RSV Gilardi Sandro; Giubiasco | Fisica della costruzione Ifec S A ; Rivera, EcoControl SA ; Locarno | Fotografia Zoe Moro; Verscio | Date progetto e realizzazione 2008 – 2014 77 IL RUOLO DEL COLORE Pianta con appar tamenti da 4.5 locali Pianta con appar tamenti da 2.5 locali Sezione 0 2 Pianta piano terra 78 10 20 IL RUOLO DEL COLORE Sezione di det taglio 79 IL RUOLO DEL COLORE 80 IL RUOLO DEL COLORE Testo e disegni Moro & Moro 81 IL RUOLO DEL COLORE Degelo Architekten foto Ruedi Walti Tende colorate Residenza Bonifacius, Basilea Nel quartiere Matthäus di epoca guglielmina, in uno spazio vuoto tra due fabbricati, sorge la residenza Bonifacius (dal nome della persona cui è intitolata la Amerbachstrasse, Bonifacius Amerbach) destinata ad accogliere persone con disabilità intellettive. L’edificio, inserito in un complesso abitativo a blocco con corte interna, si trova in una zona particolarmente tranquilla di Basilea, non lontano dal centro. Oltre all’integrazione della residenza nel contesto socioculturale della città, il requisito posto dalla committenza era quello di avere un manufatto autonomo, moderno e perfettamente inserito nell’ambiente circostante. Con la sua volumetria di clinker nero, contraddistinta dalle tende colorate delle aperture a nastro, il fabbricato di sei piani si pone come trait d’union tra i due edifici bianchi vicini; non cerca di adattarsi né all’uno né all’altro, ma si afferma come mediazione tra i due. La sua colorazione e la modulazione orizzontale ne accentuano l’autonomia. Il fronte è interposto tra due pareti antincendio e, con la sua articolazione orizzontale regolare, rivela un edificio pubblico accogliente; l’ingresso dorato lascia intuire un interno di pregio. La facciata principale è concepita come una superficie verticale piana attraversata da una serie di finestre orizzontali mentre il prospetto posteriore si affaccia verso il giardino con le finestre a nastro rientrate. L’organizzazione della planimetria interna appare strutturata con chiarezza e luminosità. La scala centrale è l’unica costruzione portante oltre alle pareti antincendio. Il flusso di movimento circolare intorno al nucleo centrale su tutti i piani e il collegamento verticale consentono di orientarsi facilmente. Lo scopo di questa soluzione compositiva è quello di consentire ai residenti massima libertà di movimento, e quindi indipendenza, pur dovendo mettere in conto dei rischi calcolabili. Il risultato di un’esigenza programmatica come quella di progettare un’architettura facilmente riconoscibile e priva di ogni barriera architettonica, appare più determinante che mai nel caso di un pensionato per disabili. Il pianterreno è utilizzato per la comunicazione con il mondo esterno. In un anello intorno al nucleo centrale si trova lo spazio di ritrovo con una grande cucina. Funzionari della municipalità di Basilea sono accolti qui per incontri in cui scambiarsi opinioni e idee. Gli abitanti della residenza Bonifacius convivono in strutture di stampo familiare articolate in tre piccoli gruppi abitativi ai piani superiori. Tutte le camere da letto private sono disposte nei quattro angoli esterni mentre il resto è adibito a spazio comune. La libera circolazione attraverso soggiorno e corridoio è il principio portante di questo schema abitativo. In due casi gli alloggi sono distribuiti su due piani con una scala che conduce al livello superiore in modo da favorire la comunicazione e l’interazione. La parete della scala presenta delle divertenti aperture disposte in modo quasi casuale. La definizione essenziale degli ambienti con una varietà ridotta di materiali e colori favorisce la creazione dell’identità personale. Le pareti bianche e i caldi toni del giallo, usati per il pavimento in grès porcellanato e il parquet di quercia nelle singole stanze, permettono agli utenti sufficiente libertà nella scelta degli arredi. Il corrimano antracite che si snoda intorno al nucleo si riconosce facilmente grazie ai toni sobri delle pareti. In aperto contrasto con i delicati colori naturali dei locali principali e delle camere, le stanze da bagno sono rivestite con piastrelle grigio-blu e le tende sono allegre e colorate, diverse in ogni camera. I colori aiutano i residenti a riconoscere e distinguere i locali. Il parapetto della scala di accesso principale in un energico verde maggio ricorda la sua funzione di accesso verticale, sebbene sia inteso soprattutto come scultura artistica. La comprensione delle singole parti, nonché la loro sovrapposizione nei punti ottimali, genera un insieme afferrabile e integrato attraverso un’ingegnosa trasparenza delle relazioni. La casa non può fornire risposte definitive e vincolanti. Piuttosto, è accentuato il suo carattere sperimentale che lascia desumere il successo dell’edificio. 82 IL RUOLO DEL COLORE RESIDENZ A BONIFACIUS, AMERBACHSTR ASSE 37, BASILE A C ommit tente A bilia; B asilea | A r c hite t tur a D egelo A rchitekten; Basilea | Ingegneria Schwartz Consulting; Zugo | Direzione lavori Itten+Brechbühl; Basilea | Ingegneria rcvs, elettrotecnica e fisica della costruzione Waldhauser+Hermann; Münchenstein | Traduzioni Alexandra Geese; Bonn | Fotografia Ruedi Walti, Basilea | Date progetto 2006-2007, realizzazione 2008-2009 83 IL RUOLO DEL COLORE Pianta secondo e quar to piano Pianta primo e terzo piano Pianta piano terreno 84 IL RUOLO DEL COLORE Facciate sud e nord, studio cromatico delle tende Sezione 01 5 10 Testo e disegni Degelo Architek ten 85 IL RUOLO DEL COLORE Matthias Sauerbruch Louisa Hutton traduzione Studio Bozzola Manifesto incompiuto sul colore in architettura Lo studio berlinese Sauerbruch Hutton è noto per l’uso del colore come strumento progettuale. Archi presenta in questo numero la traduzione italiana di alcune voci del loro glossario pubblicato nel libro Colour in architecture, Distanz verlag Berlin 2012 (Cfr. rubrica libri a p. 41). La versione integrale del glossario in francese è stata pubblicata in Tracés, 11 e 12, 2013. L A FUNZIONE DEL COLORE Quando l’architetto e scrittore tedesco Hugo Häring ha coniato il termine Leistungsform, ha descritto il rapporto di reciproca dipendenza tra forma costruita e scopo. L’esempio che ha usato è quello del martello: l’esigenza di conficcare i chiodi nel legno o di estrarli ha prodotto una forma archetipica che è letteralmente l’incarnazione del proprio scopo. Tale forma – spogliata di tutto ciò che è superfluo – deve essere l’obiettivo di ogni architetto, un traguardo che non consiste semplicemente nel seguire le indicazioni ricevute ma anche nel creare una forma che abbia un’autorevolezza naturale. Esiste anche una Leistungsfarbe, cioè un colore che sia funzionalità in toto e non significato e neppure emozione? I colori sono a volte usati solo per il loro effetto segnaletico. Il verde e il rosso dei semafori hanno un’aura ben scarsa, oltre al significato immediato volto alla regolazione del traffico. Ciononostante non esiste alcun colore in quanto tale che possa essere spiegato soltanto con la propria funzione, come Leistungsform, e si tratta solo di un’aspirazione quando si arriva alla complessità delle abitazioni. D’altra parte il colore ha ovviamente un impatto sulla nostra percezione e può avere un uso funzionale: il colore struttura e organizza lo spazio e può essere accordato proprio come uno strumento. Il colore può veramente rappresentare uno scopo. BIANCO Il bianco è esangue, è il pallore della morte. Il bianco è il colore che riflette maggiormente la luce solare; sembra quindi appartenere più al cielo che alla terra. Il bianco rappresenta la purezza, l’innocenza, il candore. Ma il bianco è realmente adatto all’architettura, alla struttura effimera della permanenza, alla più fisica delle arti, soggetta all’erosione costante e all’entropia e profondamente immersa nelle contraddizioni della disordinata vita quotidiana? Il Taj Mahal – esempio straordinario di come la materia possa diventare leggera – può essere un monumento adatto a rappresentare un amore che trascende la vita, ma un condominio bianco, un edificio per uffici bianco o un museo bianco? Non si tratta forse di tentativi stanchi di infondere una spiritualità immaginaria a un progetto ordinario, di un cliché di cui si è perso da molto tempo l’originale? Il bianco viene usato in modo indiscriminato, è una scelta senza controversie. Le antiche sculture greche che ammiriamo oggi come opere d’arte, quando sono state create non erano bianche. La spiritualità dei tempi antichi usava colori brillanti, più vivaci della vita. BIANCHI A differenza del bianco, i bianchi sono co- lori e quindi devono essere utilizzati in architettura con tutta l’intenzionalità, l’immaginazione, la precisione e la cura degli altri colori. BLU Il blu amplifica lo spazio. Appare inevitabile associarli immediatamente al mare e al cielo. I blu rappresentano la purezza e la serenità. I nostri preferiti sono quelli di Yves Klein, i blu e i turchesi delle piastrelle orientali, gli azzurri delle campanule e degli ibischi che balenano nel crepuscolo e il celeste splendidamente pallido ma inconfondibilmente chiaro dei villaggi indiani – bianco di calce con una punta di indaco. GIALLO Il giallo è difficile. Mentre le sfumature brillanti e pure del rosso e del blu funzionano bene associate alle tonalità più sporche, la stessa cosa con il giallo risulta troppo chiassosa. Gli ocra terra e i senape si accompagnano bene con i rossi; il giallo cinese e quelli brillanti, quasi acidi e solforosi, devono essere usati con cura; le tonalità dorate accoppiate ai grigi azzurrognoli francesi funzionano sempre. Finora abbiamo usato i gialli in modo significativo – con abbondanti sfumature diametralmente opposte, i porpora grigiastri – solo per la sede centrale dell’adac su specifica richiesta del cliente che voleva per la facciata il colore della corporate identity. NERO Il nero è oscurità. Rappresenta la neutralità, l’eleganza, l’understatement, ma anche l’autorità e il potere. Come il bianco, il nero viene usato indiscriminatamente, tanto da diventare una convenzione, un cliché. Funziona perfettamente da sfondo che consente alla luce e ai colori vivaci di risaltare, ma può sopraffare i toni più tenui. Preferiamo i colori molto scuri, quasi neri: i blu e i verdi intensi o i grigi scuri leggermente sfumati che assorbono la luce senza diventare inespressivi – possiedono un’intenzionalità cromatica che può essere ripresa da altre tonalità. ROSSO I pigmenti rossi derivati dagli ossidi minerali naturali sono sempre stati una parte integrante dell’architettura, sin dai tempi in cui l’uomo ha iniziato a costruire case di terra cruda, argilla e mattoni. Queste sfumature, che vanno dagli ocra giallastri ai rosa e marroni terra fino alle terre d’ombra purpuree, creano un utile stacco dagli azzurri e dai grigi del cielo. I rossi creano anche un netto contrasto rispetto ai verdi della natura. Sono chiaramente visibili e quindi distinguibili in 86 IL RUOLO DEL COLORE tutti i climi e le culture come le sfumature proprie dei manufatti umani. Amiamo i rossi: il borgogna carico delle case di legno nordiche, l’intenso vermiglio dei templi giapponesi, i rosa tenui che contraddistinguono la città di Jaipur o quelli vivaci di Luis Barragán. VERDE Alcuni sostengono che i verdi, appartenendo alla tavolozza più intrinseca della natura, non siano adatti all’architettura che, per tradizione, assumano il ruolo di suo antagonista. Negli ultimi anni questo atteggiamento è cambiato. I verdi stanno sempre più assumendo il ruolo di retorica offerta di pace verso l’ambiente naturale. In questo contesto ci si immagina di più il verde foresta e quello muschio di Le Corbusier che non il veronese violento di Rossi o il verde quasi neon di Stirling, che ha molto più in comune con la chimica che non con la natura. Finora abbiamo usato i verdi nella piena consapevolezza del loro valore simbolico: nella Stazione di polizia e dei vigili del fuoco di Berlino, il colore della polizia tedesca è stato il punto di partenza, mentre nella sede dell’Agenzia federale tedesca per l’ambiente e nella KfW Westarkade i verdi si identificano con la vegetazione dei parchi circostanti. Unvollendetes Manifest der Farbe in der Architektur Als der deutsche Architekt und Autor Hugo Häring den Begriff Leistungsform erfand, versuchte er, das gegenseitige Abhängigkeitsverhältnis zwischen einer gebauten Form und ihrer Funktionalität zu beschreiben. Als Beispiel wählte er einen Hammer: Die Notwendigkeit, Nägel in Holz zu schlagen oder sie wieder herauszuziehen, hat zu einer archetypischen Form geführt, die ihre Funktion buchstäblich verkörpert. Nach einer solch essenziellen Formensprache sollte man als Architekt streben – nicht nur, um die Bedürfnisse des Bauherrn bestmöglich zu erfüllen, sondern auch, um Formen von selbstverständlicher Autorität zu schaffen. Gibt es auch so etwas wie eine Leistungsfarbe, eine Farbe, die nur einem Zweck dient und keine weitere Bedeutung hat – Farbe ohne jegliche Emotion? Sicherlich werden Farben auch wegen ihrer Signalwirkung eingesetzt. Das Rot und das Grün der Verkehrsampel entfalten über ihre Bedeutung im Strassenverkehr hinaus wenig Aura. Dennoch gibt es wohl keine Farbe, die sich allein über ihre Funktion erklärt, ebenso wie die Leistungsform eine unerfüllte Hypothese bleibt, sobald man versucht, dieses Gedankenschema auf die Komplexität bewohnter Räume zu übertragen. Die Wirkung jedoch, die Farbe ganz offensichtlich auf unsere Wahrnehmung hat, kann man funktional einsetzen: Sie kann den Raum organisieren und strukturieren. Mit ihr kann man einen Raum stimmen, wie man ein Instrument stimmen würde. Da kann Farbe Ungeheures leisten. La ceramica crea spazi vitali unici ! Una festa per i vostri sensi: piastrelle e mosaici in ceramica disponibili in un’affascinante varietà di colori, forme, materiali e strutture. Richiedete una consulenza! Aziende che hanno partecipato alla realizzazione dei progetti Il Chiosetto di Sorengo p. 33 p. 33 p. 33 Impresa di costruzione G.MARCHESINI SA; Mezzovico Carpenteria AURELIO PAGNAMENTA SA; Barbengo Elettricista JERMINI ELETTRICITÀ SA; Bioggio Metalcostruttore OFFICINE CAMERONI SA; Montagnola Sanitari e riscaldamento COPA & CO SA; Savosa Impianto di ventilazione AIRCOND SA; Bioggio Opere da gessatore e pittore PAOLUCCI SA; Biasca Opere da falegname CORTESI LUCIANO SA; Muzzano Opere da lattoniere CORTI SA; Caslano Pavimentazione MANUTECNICA Sagl; Barbengo Pavimenti in parquet GIOTTO SA; Manno Intonaci esterni LAVIN LAVORI D’INTONACO SA; Balerna Opere da giardiniere BENICCHIO SA; Lamone Tende da sole SCHENKER SA; Mezzovico Montascala HERAG SA; Viganello La rinascita di un quartiere Costruzioni metalliche ADANI MASSIMO; Crissier Climatizzazione AEROVENT SA; Crissier Archeologia ARCHEODUNUM SA; Gollion Ascensori AS ASCENSEUR SA; Le-Mont-sur-Lausanne Pulizia e manutenzione BLANC CIE SA; Losanna Costruzioni metalliche BRANDT SA; Bulle Cucine BRUNO PIATTI SA; Bussigny-près-Lausanne Opere di carpenteria BURGY SARL; Denges Rivestimenti CARLO VERO & FRERES SA; Crissier Impianto elettrico CIEL; Losanna Opere da pittore CLEMENT PEINTURE SA; Friborgo Opere di genio civile CONSORTIUM DENERIAZ-WALO BERTSCHINGER; Losanna Porte e serramenti DELTA TUERSYSTEME AG; Lonay Vetrate DEMENGA G. & FILS SA; Morges Finestre e tapparelle FAVOROL PAPAUX SA; Crissier Protezione antincendio FIRE SYSTEM SA; Losanna Demolizioni FORASOL SA; Lonay Tecnica del vetro GABELLA VERRES SA; Eclépens Pavimenti e isolazioni LAIK SA; Forel Demolizioni e opere di genio civile LMT EXPLOITATION SA; Bioley-Orjulaz Arredi rist. MATHEY AGENCEMENT; Bioley-Orjulaz Risc., vent., clima MONNIER SA; Pully Portoni RECORD AUTOMATISATION DE PORT SA; Lonay Riscaldamento ROTH ECHAFAUDAGES SA; Vufflens-la-Ville Impianti sanitarie SANITEC SA; Renens Pavimenti in resina SETIMAC SA; Ecublens Costruzioni metalliche SOTTAS SA; Bulle Alloggi per studenti Riciclaggio rifiuti ABL RECY-SERVICES SA; Losanna Sicurezza del suolo AGS AGENCE GÉNÉRALE DE SÉCURITÉ Sàrl; Neuchâtel Impianto elettrico ALPIQ INTECH ROMANDIE SA; Renens Scavi archeologici ARCHEODUNUM SA; Gollion Sistemi di chiusura ASSA ABLOY SA; Préverenges Sistemi di chiusura ERTECO SA; Ecublens Binari per tende ATELIER SERVICE SA; Losanna Sistemazione stradale A-Z SA; Bedano Tecnica multimediale BACK SOUND TECHNIQUES MULTIMEDIALES SA; Losanna Scale e ascensori BACO AG; Steffisburg Opere in muratura BEPAT Sàrl; Losanna Calcestruzzo armato BERNASCONI F. & Cie SA; Les Geneveys-sur-Coffrane Calcestruzzo BERTSCHINGER WALO SA; St.Sulpice Calcestruzzo lucido DEC DORSAZ SA; Fulluy Calcestruzzo armato DESAX SA; Ecublens Riscaldamento mobile BLOCOCHAUFFAGE Sàrl; Vevey Costruzioni metalliche BMT TRADING Sàrl; Collombey Opere da elettricista BHULER SA; Monthey Materiali edili BO BURGENER e OBERLI SA; Tolochenaz Opere da gessatore LEONARDO BUZZURRO SA; Givisiez Isolazione G.CACCIAMANO; Echandens Trattamento acque CANPLAST SA; Villars-Ste-Croix Resina CARMEDIN MEDINA GmbH; Murgenthal Pietra naturale e piastrelle CARRELAGES SASSI SA; Friborgo Servizi immobiliari CITY SERVICES & FINITIONS; Losanna Porte metalliche CM DISTRIBUTION; Le Mont sur Losanna Riscaldamento e ventilazione CONSORZIO 2AK ALPIQ ALVAZZI KLIMA; Orbe Audiovisivi CONSORZIO AGEDA-TMS; Savigny Adattamento alla rete esistente CONSORZIO EPFLCCRMARTIN & CO SA, ADV CONSTRUCTIONS SA p.a. MARTIN & CO SA; Echallens Struttura metallica CONSORZIO HZ p.a. HEVRON SA; Courtételle Demolizioni SOTRAG SA + GUEX SA p.a. SOTRAG SA; Etoy Sistemi di chiusura CONSTRUCTIONS METALLIQUES DU PIERRIER Sàrl; Clarens Rilevatori antincendio CONTROX BRANDSCHUTZ GmbH; Ecublens Cucine CUISINE ART SA; Crissier Opere in muratura DA SILVA CARLOS; Clarens Prefabbricati metallici DABI SOUDURE Sàrl; Collombey Arredamento DEBRUNNER ACIFER SA ROMANDIE; Crissier Opere di genio civile DENERIAZ SA; Losanna Condotte sanitarie DESPRAZ; Granges-près-Marnand Isolazione DINC ENTREPRISE SA; Renens Divisioni DORMA SCHWEIZ AG; Thal Opere interne da pittore DUCA SA; Cheseaux Tende tagliafuoco EFFERTZ TORE GmbH; Unterlunkhofen Muri e giardini prefabbricati ELEMENT SA; Tavel Installazioni elettriche ETABLISSEMENT TECHNIQUES FRAGNIÈRE SA-ETF; Morges Porte metalliche EURODOOR AG; Aesch Pannelli pubblicitari FAHNENCENTER WEINFELDEN GmbH; Weinfelden Coordinazione FERNANDO MIRANDO COORDIANTION S.L.; La Coruña (E) Pavimenti FETAXID AG; Altbüron Rivestimenti anticendio FIRE SYSTEM SA; Losanna Centrale di gestione RWA FOCAIR SA; Estavayer-le-Lac Serrature parcheggio FREITEC GmbH; Kerzers Carpenteria G.BURGOS Sàrl; Prilly Apparecchi a corrente forte G+M ELEKTRONIK AG; Oberbürens Sale multifunzionali GALA SYSTÈMES; Saint Hubert Apparecchi termici GEHRIG GROUP SA; Glattbrugg Impermeabilizzazione GENEUX-DANCET SA; Echandens Pavimenti GÉTAZ ROMANG SA; Bussigny-près-Lausanne Porte GILGEN DOOR SYSTEM SA; Gland Acciaio inox GINOX GROUP SA; Chailly-Montreux Coordinamento Cvse GREEN ETECH; Colombier Pannelli elettrici GROUPE E-CONNECT; Matran Cellule sanitarie DOYAT DIFFUSION SA e HYDRODISENO; Saint-Blaise Piattaforme elevatrici GTA HANDICAP Sàrl; Losanna Facciate vetrate HEVRON SA; Courtételle Isolazione periferica HG COMMERCIAL; Crissier Moquette HKM SA; Crissier Parafulmini HOFMANN CAPT PARATONNERES ; Losanna Strutture INTAF INDUSTRIA Y TALLERES FRANCO S.L.; Freixeiro-Náron (E) Pannelli di cantiere INTERNEON Sàrl; Etagnières Stazione di comando interruttori ISBA AG; Zwingen Opere da gessatore e pittore JAN CH. et G. Sàrl; Montherod Scale JOKER METAL SA; Cheseaux-sur-Lausanne Isol. acustico LAMBDA TECHNIQUE ISOLATION; Losanna Opere di genio civile LAURENT MEMBREZ SA; Aclens Impianti video-conferenza LEMANVISIO SA; Gland Scale prefabbricate LEVA CORBIÈRES SA; Corbières Terrazzamenti LMT EXPLOITATION SA; Bioley-Orjulaz Controsoffitti M+M MONTAGE+MAINTENANCE SA; Ecublens Lavori forestali MARC AUDEOUD; Romanel-sur-Lausanne Lavori speciali MARTI AG BERN; Moosseedorf Studi sistemazione esterna MATHIS PÉPINIÈRES SA; Chavannes-près-Renens Installazioni elettriche provvisorie MAUERHOFER et ZUBER ENTREPRISES ELECTRIQUES SA; Martigny Controllo accessi MULTICARD POLYRIGHT SA; Romanel-sur-Lausanne Costruzioni in metallo e vetro MULTIVERRES SA; Morges Pulizia facciate NETTOYAGE EXPRESS Sàrl; Neuchâtel Illuminazione esterna NEUCO SA; Prilly Impianti frigoriferi NEWTHERM KÄLTE+KLIMA AG; Forel Porte NORBA SA; Oron-la-Ville Pavimenti in piastrelle OLIVEIRA PERES JOSÉ MANUEL; Losanna Installazioni provvisorie delle canalizzazioni PASCHE-SANITAIRE SA; Noville Moquette PFISTER INTERIOR SERVICES; Suhr Soffitti a griglia PLAFONDMETAL SA; Le-Mont-sur-Lausanne Poltrone auditorium POLTRONA FRAU S.P.A; Tolentino (I) Gestione immobili POM+CONSULTING SA; Losanna Corrimano R.BORIN Sàrl; Bussigny-près-Lausanne Illuminotecnica REFLEXION AG; Zurigo Rivestimenti interni e soffitti acustici in legno REMUND HOLZBAU AG; Schawarzenburg Porte antifuoco RIEDER SYSTEM SA; Puidoux Installazioni sanitarie RIEDO CLIMA AG; Düdingen Riscaldamento ROTH ECHAFAUDAGES SA; Vufflens-la-Ville Porte in legno RWD SCHLATTER SA; Vevey Condotte d’aria SABAG ROSAT SA; Denges Pilastri prefabbricati SACAC SCHLEUDERBETONWERK SA; Lenzurg Ascensori e montacarichi SCHINDLER ASCENSEURS SA Losanna; Bussigny-près-Lausanne Rilievi SCHOPFER & NIGGLI SA; Losanna Porte tagliafuoco SCHWERTFEGER TORSYSTEME; Nidau Analisi idraulica SD INGENIERIE Losanna SA; Losanna Luci di sicurezza e videosorveglianza SECURITON SA; Losanna Pareti divisorie vetrate SEMA-TECH SA; Carouge Porte in legno SERGATECH Sàrl; Carouge Impermeabilizzazione SETIMAC SA; Ecublens Estintori SICLI MATÉRIEL INCENDIE SA; Plans-les-Ouates Elettrodomestici SIEMENS SUISSE SA; Renens Cellule solari SOLARONIX SA; Aubonne Trattamento delle superfici SOLETANCHE SA; Echandens Impianti solari SOLVATEC SA; Le Landeron Audiovisivi SONICDESIGNDISTRIBUTION Sàrl; Savigny Analisi idraulica SORANE SA; Ecublens Demolizioni SOTRAG SA; Etoy Facciate SOTTSAS SA; Bulle Porte metalliche STA SWISS TECHNOLOGIES ADVANCED SA; Ecublens Pulizia facciate SWISS CLEAN FACILITY MANAGEMENT SA; Prilly Installazioni sale multifunzionali TECNICAS DE SOFT SA; La Coruña (E) Pianificazione allestimento cucine TERCIER YVAN BUREAU DE PLANIFICATION; Châtel-St.-Denis Studi Orni TRANSVOLT Sàrl; Fleurier Illuminazione tecnica TULUX LUMIÈRE SA; Cortaillod Controllo accessi TYCO FIRE & INTEGRATED SOLUTIONS SUISSE SA; Préveranges Lavori speciali URETEK SCHWEIZ SA; Hergiswil Riscaldamenti VECTUR SA; Bussigny-près-Lausanne Impermeabilizzazioni VISTONA SA; Echandens Gestione dei parcheggi VON BALLMOOS AG; Horgen Soffitti ribassati e gradini in legno WIDER SA; Losanna Porte in legno WOOD DESIGN SWISS SA; Lully Trivellazioni ZMOOS SA; Mathod Fornitura d’illuminazioni ZUMTOBEL LUMIÈRE SA; Romanel-sur-Lausanne Finestre in materiale sintetico ZURBUCHEN SA; Eclépens-Gare Intensità luminose Progetto urbano SEM PLAINE; Saint-Denis (F) Impresa di costruzione SNRB; Ermont (F) Opere da falegname, esterno VOLLMER; Melsheim (F) Opere da gessatore LUSO; Emerainville (F) Opere da falegname BONNARDEL; Vulaines sur Seine (F) Finiture ART MANIAC; (F) Riscaldamento e ventilazione FORET; (F) Impianti elettrici REZZA; Arnouville-lès-Gonesse (F) Un celeste medio-chiaro Impresa di costruzione GSTÖHL AG; Berneck Opere da falegname HWS HOLZDESIGN; Berneck Opere in pietra naturale MAX FREI; Widnau Opere da falegname e cucine MÄTZLER; Berneck Porte esterne, vetri e facciate MÄTZLER; Berneck Opere da lattoniere e opere sanitarie FORSTER HAUSTECHIK AG; Berneck Opere da pittore SCHMIDHEINY KURT AG; Berneck Opere da elettricista e illuminazione RHV ELEKTROTECHNIK; Altstätten Riscaldamento e finestre FEDERER; Berneck Camini WIRTH & SCHMID AG; Baar Tende colorate Scavo SUTTER AG; Basilea Impresa di costruzione MARTI AG; Basilea Ponteggi D. SUTTER; Dornach Costruzioni in legno BAUMANN+PARTNER AG; Riehen Facciate GLANZMANN EDELVERPUTZE AG; Birsfelden Facciate BERNARDI + HUBER AG; Basilea Finestre SCHWALD FENSTER AG; Basilea, KARL BLASER AG; Krauchtahl, FÜNFSCHILLING AG; Binningen Porte esterne ELKUCH EISENRING AG; Jonschwil, DORMA SCHWEIZ AG; Thal Opere da lattoniere TECTON-FLADAG AG; Pratteln Tetto HUMMEL & MEYER AG; Basilea Isolamento anticendio AGI AG; Arisdorf Guarnizioni speciali RASCOR AG; Steinmaur Protezioni solari GRIESSER STOREN AG; Basilea Opere da elettricista ELEKTRO KALLENBERGER AG; Arlesheim, SALCHLI + WILLI AG; Reinach, TYCO EGERKINGEN; Egerkingen Riscaldamento ROSENMUND AG; Basilea Ventilazione BEHREND AG; Basilea, ARIATHERM AG; Muttenz Impianti sanitari ROSENMUND AG; Basilea Protez. antincendio WERNER ISOLIERUNGEN AG; Muttenz Macchine da lavare MERKER AG; Aesch Cucine WEIZENKORZ; Basilea Ascensori OTIS AG; Münchenstein Opere da gessatore CANONICA + LOTTI AG; Basilea Metalcostruzione FÜNFSCHILLING AG; Binningen Porte interne DETTLI + SAHLI AG; Muttenz Serrature BLASER AG; Basilea Pavimenti in legno GILBERTO G. VERSARI; Fürigen Pavimenti CRISTOFOLI AG; Basilea Pittore DÜRRENBERGER MALER AG; Basilea Trattamento dell’aria MUNTERS; Basilea, BAUTRO AG; Lausen Pulizie GOTTLIEB AG; Basilea Opere da giardiniere JOS. SCHNEIDER AG; Allschwil Sicurezza SECURITAS; Basilea La lista delle aziende è stata fornita dagli studi dei progettisti Since 1920 STONE IS UNIQUE HEADQUARTER Valsecchi SA | Via Vallemaggia 29 - CH - 6600 Locarno (Switzerland) T. +41 91 7511647 | 7516208 - F. +41 91 7516653 www.swiss-stone-group.com - [email protected] facebook.com/valsecchisa youtube.com/valsecchisa Presentiamo i rendering del nuovo headquarter e showroom. Il progetto che abbiamo voluto intraprendere, rispecchia noi, la nostra tradizione, la nostra esperienza; valori che ci proiettano direttamente nel futuro, per affrontare nuove sfide insieme ai nostri clienti. Deumidificazione a condensazione Deumidificazione ad adsorbimento Asciugatura del bucato Prosciugamento per l’edilizia Troppo umido? Vi deumidifichiamo il clima. Un’umidità dell’aria che supera regolarmente il 50 – 60 % di umidità relativa può causare muffa, ruggine e marciume. Con le nostre prestazioni e i nostri prodotti creiamo in modo duraturo un clima piacevole. Per eliminare l’umidità eccessiva nei locali disponiamo, oltre che dell’asciugabucato SECOMAT, di efficienti deumidificatori ad adsorbimento e a condensazione. E tramite il nostro prosciugamento per l’edilizia acceleriamo sensibilmente i lavori in ogni cantiere. Siamo volentieri a vostra disposizione per una consulenza. Krüger + Co. SA ⁄ 6512 Giubiasco ⁄ T 091 735 15 85 ⁄ [email protected] ⁄ www.krueger.ch deumidificare riscaldare raffrescare risanare