La Svizzera e l’oro nazista
Sintesi del rapporto intermedio
della Commissione Indipendente d’Esperti
Svizzera – Seconda Guerra Mondiale
La Svizzera e l’oro nazista
Sintesi del rapporto intermedio
della Commissione Indipendente d’Esperti
Svizzera – Seconda Guerra Mondiale
A cura della
Commissione indipendente d’esperti
Svizzera – Seconda Guerra Mondiale
Titolo della versione originale
«La Svizzera e le transazioni in oro durante
la Seconda Guerra Mondiale»
(www.uek.ch)
Versione originale
tedesco
Allestimento
Max Kellermüller
Distribuzione
BBL / EDMZ, 3003 Bern, www.admin.ch/edmz
201.280.1 i
Premessa
Su richiesta del Consiglio federale, pubblichiamo una sintesi
del nostro rapporto intermedio «La Svizzera e le transazioni in
oro durante la Seconda Guerra Mondiale», del 25 maggio 1998.
Lo scopo di questa pubblicazione è di fornire un contributo al processo di chiarificazione storica e di illustrare i complessi aspetti
del problema in modo da facilitarne la comprensione.
Ci siamo limitati al rapporto intermedio. L’economia di guerra
così come la politica monetaria e valutaria della Svizzera sono
oggetto del rapporto finale. Per il momento, abbiamo inoltre evitato di dare una valutazione giuridica delle questioni sollevate.
Speriamo che questo opuscolo abbia un vasto riscontro
nell’opinione pubblica e che i risultati delle nostre ricerche diano
luogo a discussioni oggettive e fondate.
Indice
Introduzione
7
1.
1.1
1.2
1.3
1.4
La Banca nazionale svizzera e l’oro nazista
Fatti e nozioni
Quanto oro delle vittime giunse in Svizzera?
Cronologia
Argomenti e fatti
8
8
9
10
12
2.
L’oro venduto alla BNS dagli Alleati
15
3.
Il mercato dell’oro e le banche commerciali
16
4.
Il ruolo delle assicurazioni svizzere negli acquisti
di oro dalla Germania poco prima della fine
della guerra
17
5.
L’accordo di Washington
19
6.
Sommario
21
7.
Le cifre principali in breve
7.1 Oro fornito dalla Reichsbank tedesca in Svizzera
dal 1940 al 1945
7.2 Acquisti e vendite di oro della BNS
1° settembre 1939 – 30 giugno 1945
7.3 Transazioni in oro della Reichsbank dai suoi depositi
presso la BNS a Berna sui conti di altri depositari
presso la BNS
7.4 Forniture della Reichsbank a grandi banche svizzere
1940 / 41, per banca
22
22
23
24
24
5
Introduzione
Questo opuscolo si concentra sul ruolo della Svizzera durante
la Seconda guerra mondiale in quanto polo di scambio dell’oro
proveniente dai territori controllati dal Terzo Reich. Esso pone
in primo piano la politica della Banca nazionale svizzera (BNS)
e illustra inoltre quali erano gli interessi delle banche e assicurazioni svizzere relativi alle transazioni in oro.
Dietro agli acquisti di oro dalla Germania vi erano obiettivi
diversi. Per quanto concerne la BNS, essa intendeva in primo
luogo mantenere la copertura aurea e la convertibilità del franco,
garantire l’approvvigionamento della Svizzera e il funzionamento
della sua piazza finanziaria. Gli avvenimenti sul mercato dell’oro
non si possono tuttavia spiegare unicamente con queste esigenze. L’opuscolo mostra che cosa spinse la BNS ad effettuare
questi affari.
La carenza cronica di divise e la guerra economica limitarono
sempre più le transazioni valutarie internazionali, al punto che il
franco svizzero rimase alla fine l’unica valuta convertibile in tutto
il mondo. Il controvalore in valuta svizzera, che il regime nazista
riceveva in cambio delle forniture di oro, assunse quindi una
notevole importanza dal profilo dell’economia bellica, della
diplomazia e dei servizi d’informazione. Anche le potenze alleate
avevano bisogno di franchi svizzeri. Contrariamente a queste
transazioni, che vennero tutte effettuate con riserve valutarie
acquisite legalmente, le forniture di oro della Reichsbank
tedesca si rivelarono estremamente problematiche.
L’oro è facile da trasformare, dal momento che può essere
fuso. Vi sono molte possibilità per cancellare le tracce della sua
origine. I potenti del Terzo Reich approfittarono sistematicamente di queste caratteristiche dell’oro per saccheggiare le loro
vittime e per trasformare i beni rubati. Anche in Svizzera giunse
oro con questa origine. Nel presente opuscolo rispondiamo
quindi anche alla domanda di quali conoscenze in merito
all’origine dell’oro rubato disponevano i responsabili della BNS
nelle diverse fasi della guerra.
7
1. La Banca nazionale svizzera
e l’oro nazista
1.1 Fatti e nozioni
Durante la Seconda guerra mondiale la Svizzera fu il principale
polo di scambio dell’oro proveniente dai territori controllati dal
Terzo Reich. La Reichsbank ha operato il 79 per cento di tutte le
forniture di oro verso l’estero per il tramite della Svizzera. La BNS
si è assunta l’87 per cento di questo volume mentre il rimanente
13 per cento è passato attraverso banche commerciali. Le spedizioni di oro della Reichsbank alla BNS ammontarono, a seconda
dei calcoli, a complessivamente 1,6 –1,7 miliardi di franchi. Gli
acquisti compiuti in proprio dalla BNS ammontarono a saldo a 1,2
miliardi di franchi, mentre il resto finì in depositi tenuti presso
l’istituto dalla Reichsbank, da altre banche centrali e dalla BRI.
L’oro fornito dalla Germania alla Svizzera comprende anche
quello che era già in possesso della Reichsbank prima del 1933
o che era stato acquistato in modo regolare. Include inoltre
disponibilità che il regime nazista aveva messo a disposizione
dell’istituto monetario tedesco sulla base di atti speciali. A ciò si
aggiunse l’oro rubato. Questa nozione comprende tre categorie
di disponibilità in oro:
1. oro che il regime nazista si procurò soprattutto a partire dal
1938 presso privati in patria e nei territori occupati mediante
confische e saccheggi;
2. oro di vittime, assassinate o sopravvissute, della politica di
sterminio messa in atto dal regime nazista (oro delle vittime);
3. oro proveniente dalle riserve valutarie delle banche centrali
dei Paesi occupati, di cui la Germania si era appropriata e che
aveva trasferito a Berlino. Questa categoria fu di gran lunga la
più importante dal profilo quantitativo per le transazioni in oro
con la Svizzera.
Segnaliamo che utilizziamo l’espressione «oro rubato» per
designare uno stato di fatto storico. Non prendiamo posizione
sulle questioni giuridiche legate all’appropriazione di questo oro.
8
1.2 Quanto oro delle vittime giunse
in Svizzera?
Questa categoria comprende l’oro che i nazisti sottrassero
alle vittime, assassinate o sopravvissute, durante esecuzioni di
massa e nei campi di concentramento e di sterminio, in particolare ad Auschwitz-Birkenau, Lublin-Maidanek, Belzec, Sobibor
e Treblinka.
Il punto di partenza delle ricerche della Commissione è dato
dalle forniture di oro da parte dello Hauptsturmführer delle SS
Bruno Melmer alla Reichsbank tedesca a Berlino. Secondo le
stime della Commissione, il valore di questo oro ammonta a
2,9 milioni di dollari. L’oro sottratto alle vittime da altri organi del
regime nazista non è incluso in questa cifra.
Una parte dell’oro delle vittime dell’Olocausto fu trasferito
dalla Reichsbank sotto forma di lingotti sul suo deposito presso
la Banca nazionale Svizzera (BNS) a Berna. Si trattava di circa
120 chilogrammi di oro fino per un valore di quasi 600’000 franchi
di allora, ovvero circa 130’000 dollari.
Non si sa dove sia finito l’oro delle vittime dell’Olocausto
depositato a Berna. Si ignora in particolare se siano state la BNS
o altre banche centrali ad acquistarlo. Nessun indizio permette
di affermare che la direzione della BNS conoscesse l’origine di
questo oro.
Questi fatti non mettono tuttavia a tacere la domanda su che
cosa sapesse la BNS della spoliazione di vittime dell’Olocausto e
su quali provvedimenti prese per operare una distinzione tra l’oro
acquistato legalmente dalla Reichsbank e l’oro rubato (cfr. 1.4).
9
1.3 Cronologia
1939 –1941
Dopo che la Germania aveva scatenato la Seconda guerra
mondiale, aumentò considerevolmente il suo bisogno di materie
prime importanti per la guerra. Tra di esse vi era anche il wolframio, che si estraeva principalmente in Portogallo. La Germania
aveva quindi bisogno di escudos, che si procurava in cambio di
oro presso banche commerciali svizzere. Questo oro era in
seguito venduto sul mercato svizzero a privati, che lo tesaurizzavano nel Paese o lo trasferivano all’estero.
Le banche avevano precedentemente acquistato in Portogallo
gli escudos venduti alla Reichsbank, in cambio di franchi svizzeri.
Ben presto, la banca centrale portoghese dispose quindi di una
gran quantità di franchi, che scambiò con oro presso la BNS.
Queste transazioni ebbero come conseguenza che le riserve di
oro dell’istituto d’emissione svizzero diminuirono notevolmente.
La situazione fu aggravata dal blocco, decretato nel giugno del
1941, di tutti gli averi europei negli Stati Uniti. Il blocco interessava anche la BNS, dal momento che gran parte delle sue riserve
d’oro si trovavano in questo Paese. In tali circostanze, la banca
d’emissione svizzera dovette chiedere alla Reichsbank di non
fornire più oro alle grandi banche commerciali svizzere ma solo
alla stessa BNS. Berlino accolse la richiesta.
10
1942
Gli acquisti di oro alla Reichsbank da parte della BNS raggiunsero l’apice nel 1942. In quell’anno ammontarono a 424 milioni
di franchi. Anche se la BNS riuscì in tal modo a impedire un
ulteriore regresso delle sue riserve d’oro in Svizzera, sorsero ben
presto altri problemi. La forte domanda di oro in ampie cerchie
della popolazione ne fece salire il prezzo e provocò un surriscaldamento sul mercato interno del metallo giallo. Il 7 dicembre
del 1942, il Consiglio federale decise di sottoporre il commercio
di oro all’obbligo di concessione e di fissare prezzi massimi.
Inoltre, gli scambi di oro con l’estero dovevano essere autorizzati
dalla BNS. L’effetto auspicato non tardò a verificarsi e il mercato
dell’oro cominciò a stabilizzarsi.
1943 –1945
Anche dopo Stalingrado, quando si spostò il baricentro dei
teatri di guerra, la BNS non modificò in modo sensibile la sua
politica in materia di oro nei confronti della Germania. Gli acquisti
di oro dalla Reichsbank rimasero elevati e ammontarono alla fine
del 1943 a 370 milioni di franchi. Solo nel 1944, il volume di oro
trasferito diminuì, scendendo a 180 milioni di franchi.
Nonostante la pressione degli Alleati, il cui primo monito
relativo agli acquisti di oro proveniente dalla Germania risale
all’inizio del 1943, inizialmente non vi furono conseguenze
concrete. Quando il 22 febbraio 1944 seguì una dichiarazione che
si esprimeva contro gli acquisti di oro rubato da parte degli Stati
neutrali, la BNS rimase dell’opinione che non poteva rifiutare, per
ragioni di principio, l’oro della Reichsbank. Solo per quanto
riguardava le monete d’oro acquistate dall’istituto d’emissione
tedesco, a partire dalla fine di aprile si limitò esclusivamente alle
monete che erano state coniate in Germania.
Nel febbraio del 1945, gli Alleati inviarono una delegazione in
Svizzera. Dopo complessi negoziati, nell’accordo dell’8 marzo
1945 le autorità svizzere si impegnarono a non più acquistare oro
dalla Reichsbank, eccetto che per coprire le spese delle rappresentanze diplomatiche del Reich in Svizzera, per i prigionieri di
guerra e per i contributi al Comitato internazionale della Croce
Rossa.
L’ultima cessione di oro della Reichsbank alla BNS ebbe
luogo, con il consenso del Consiglio federale, il 13 aprile 1945.
Si trattava dell’importazione da Costanza di 3100 kg di oro per un
importo totale di 15,6 milioni di franchi. Contrariamente alle
disposizioni dell’accordo stipulato nel marzo dello stesso anno,
questa operazione serviva tra l’altro allo scopo di indennizzare le
pretese dei creditori svizzeri nei confronti della Germania.
Maggiori informazioni al riguardo sono contenute nel numero 4.
11
1.4 Argomenti e fatti
La buona fede
Dal 1943, la BNS si trovò sempre più sotto pressione per la
sua politica in materia di oro. Doveva difendersi dal rimprovero di
aver acquistato oro rubato. Inoltre doveva fare i conti con le
richieste di pubblicare le disponibilità di oro acquistate dalla
Reichsbank. Di conseguenza si vide costretta a giustificarsi.
A questo scopo, successivamente, invocò l’argomento della
buona fede: la direzione della BNS sostenne che poteva partire
dal presupposto secondo cui la Reichsbank non le aveva mai
fornito oro rubato.
Oggi non vi sono dubbi: la BNS sapeva sin dall’inizio del 1941
che la Reichsbank disponeva di un notevole quantitativo di oro
rubato, tanto che nel 1942 la direzione aveva progettato di
fondere i lingotti ricevuti da Berlino per dissimularne l’origine.
Nel dicembre del 1943, il direttore dell’ufficio giuridico della BNS
aveva richiamato l’attenzione sul fatto che, nei territori occupati,
i Tedeschi confiscavano averi da privati, «ad esempio anche da
Ebrei deportati». Nonostante queste informazioni, sino all’aprile
del 1944 l’istituto d’emissione svizzero non limitò gli acquisti di
oro che proveniva dalla Reichsbank.
L’argomento della buona fede si rivelò una trappola. I
responsabili della BNS divennero prigionieri della loro strategia:
senza perdere la propria credibilità non sarebbero riusciti ad uscire dal castello di giustificazioni che avevano edificato. Avrebbero
dovuto ammettere di non aver detto la verità.
12
La neutralità
Un altro importante motivo addotto per giustificare gli acquisti
di oro dalla Germania fu l’argomento dei presunti obblighi di
neutralità. Alla fine della guerra, i responsabili della BNS
affermarono di non aver avuto altra scelta se non quella di
assumere un atteggiamento «assolutamente neutrale» e di
trattare entrambe le parti allo stesso modo. Per questo sarebbe
stato impensabile accettare oro dagli Alleati e rifiutare le transazioni in oro con la Germania.
Come risulta dai verbali interni, la BNS ha però discusso a
fondo la questione, chiedendosi in che misura, vista la dubbia
origine dell’oro fornito dalla Reichsbank, era lecito rifiutare
l’acquisto di questo oro. Anche l’esempio della Svezia, che a
partire dall’agosto del 1944 aveva rinunciato ad acquistare oro
dalla Germania, era noto alla BNS. Nel consiglio di banca si era
peraltro stabilito già nel 1943 che le banche d’emissione non avevano alcun obbligo internazionale di acquistare l’oro che veniva
loro offerto.
La dissuasione
La dissuasione consiste «nell’indurre l’avversario a non
attaccare». Questo concetto si è sviluppato nel dopoguerra.
Serve a descrivere il ruolo che l’esercito deve assumere per
impedire la guerra e coinvolge spesso nelle riflessioni anche
aspetti economici e finanziari.
Dopo la fine della guerra, l’idea della dissuasione è stata
sostenuta anche dalla BNS. Quest’ultima affermò che gli acquisti
di oro alla Reichsbank avrebbero contribuito a trattenere la
Germania dall’invadere la Svizzera. Come prova della legittimità
di questa tesi si fa spesso riferimento a un’osservazione fatta nel
1940 dal vicepresidente della Reichsbank Emil Puhl, secondo il
quale il franco svizzero liberamente convertibile era un motivo
per cui la Svizzera non era stata occupata dalla Germania. Anche
se la BNS aveva messo al corrente il Consiglio federale di questa
affermazione, non è dimostrabile che nei primi anni della guerra
l’obiettivo della sua politica in materia di oro fosse l’effetto
dissuasivo. È quindi evidente che anche l’argomento della
dissuasione è stato chiamato in causa in un secondo tempo a
propria giustificazione. A ciò si aggiunge che nel condurre la
guerra Hitler non si lasciava guidare principalmente da considerazioni economiche razionali. Puhl non apparteneva inoltre
alla cerchia dei dirigenti del Terzo Reich.
Allo stato attuale delle ricerche non è possibile stabilire se i
vantaggi che la Germania poteva trarre da un franco svizzero
convertibile in tutto il mondo ebbero di fatto un effetto dissuasivo per la Svizzera.
13
Gli utili
Gli utili che la BNS ottenne con gli acquisti di oro dalla
Germania non costituiscono un motivo determinante. Con il
commercio dell’oro acquistato durante la Seconda guerra mondiale dalla Reichsbank e rivenduta, la BNS realizzò un profitto pari
ad un quinto circa dell’utile lordo conseguito globalmente dalla
banca nello stesso periodo.
14
2. L’oro venduto alla BNS dagli Alleati
La Banca nazionale svizzera acquistò grandi quantitativi di oro
dagli Alleati occidentali. Dal 1941 al 1945 ne acquistò dagli Stati
Uniti per un totale di 2,2 miliardi di franchi. Di questa somma, un
miliardo di franchi al massimo può tuttavia essere considerato
come vero e proprio servizio finanziario reso agli Stati Uniti.
Il rimanente deriva dalla conversione in oro di averi svizzeri in
dollari.
Un confronto diretto tra gli acquisti di oro dalla Germania e
quelli da parte alleata non è possibile perché, contrariamente
all’oro acquistato dalla Reichsbank, l’oro degli Alleati costituiva
un mezzo di pagamento che era stato acquisito in modo del tutto legittimo.
Il 14 giugno 1941, Washington decise di bloccare tutti gli averi
degli Stati dell’Europa continentale, e quindi anche quelli dei
Paesi neutrali come la Svizzera. Questa misura faceva parte della
guerra economica condotta dagli Alleati. Per un certo periodo la
BNS e, più tardi, la Confederazione non poterono più disporre
liberamente delle loro riserve monetarie negli Stati Uniti.
Riguardo all’impiego di franchi da parte degli Alleati occidentali vi sono solo indicazioni parziali. Secondo una raccolta di
dati della BNS del dicembre 1946, quasi la metà degli 810,2
milioni di franchi acquistati a partire dal 1941 dagli Stati Uniti in
cambio di oro fu destinata al finanziamento delle importazioni
di orologi dalla Svizzera. L’importo rimanente fu utilizzato per
altre importazioni dalla Svizzera nonché per finanziare operazioni
umanitarie e le esigenze della diplomazia e dei servizi segreti.
Inoltre, alla fine della guerra il Governo americano ebbe bisogno
di franchi svizzeri per consentire ai suoi militi di trascorrere il loro
periodo di permesso in Svizzera e a titolo di indennizzo per il
bombardamento di Sciaffusa.
15
3. Il mercato dell’oro e le banche
commerciali
Come già detto nel numero 1, le banche commerciali svolsero
un ruolo importante sul mercato svizzero dell’oro soprattutto nel
periodo fra il 1940 e il 1941. Le lacune nelle fonti attualmente
disponibili non permettono di ricostruire con precisione queste
operazioni. Nel complesso, si può tuttavia presumere che queste
transazioni non costituissero le principali attività delle grandi
banche. Diedero però loro la possibilità di conseguire auspicabili
utili a breve termine.
Anche se dopo il 1941 gli istituti finanziari svizzeri importarono
poco oro direttamente dalla Germania, continuarono a svolgere
un ruolo importante nel commercio di oro e divise. Durante la
guerra, la BNS immise grandi quantitativi di oro sul mercato
interno, compreso un numero considerevole di monete provenienti dal Belgio, di cui la Germania si era appropriata e che aveva
in seguito venduto alla BNS. Queste vendite ebbero luogo
principalmente grazie all’intermediazione delle banche. Gli istituti
commerciali rimasero attivi anche nel commercio di escudos.
L’unica novità a partire dall’ottobre del 1941 fu che la Reichsbank
non pagò più con oro ma con i franchi svizzeri che aveva ricevuto
dalla BNS in cambio dell’oro.
Dopo l’introduzione dei controlli del mercato e dei prezzi massimi alla fine del 1942, le attività sul mercato nero svizzero si
intensificarono. Secondo alcuni indizi, anche qualche grande
banca vi fu implicata. La grande maggioranza delle transazioni in
oro si svolse però legalmente e ai prezzi massimi ufficiali. Alcune
banche commerciali ripiegarono anche all’estero e continuarono
a realizzare affari in oro in Argentina e in Turchia.
16
4. Il ruolo delle assicurazioni svizzere
negli acquisti di oro dalla Germania
poco prima della fine della guerra
L’ultima fornitura di oro dalla Germania alla BNS ebbe luogo
il 13 aprile 1945. Tra le forze trainanti di questo acquisto vi furono
in particolare rappresentanti delle assicurazioni svizzere, che
esercitarono pressioni per ottenere il regolamento delle somme
che erano loro dovute da debitori tedeschi.
Sin dai loro inizi, le compagnie svizzere di assicurazione e
riassicurazione ebbero un orientamento internazionale, e il
mercato tedesco era per loro molto importante. In effetti, gli
introiti conseguiti dagli assicuratori svizzeri sulla vita su premi
all’estero provenivano per più di due terzi dalla Germania. Sedici
compagnie, ovvero quasi la metà degli assicuratori diretti
svizzeri, operavano in Germania, dove alla fine del 1944 i loro
investimenti ammontavano a circa 570 milioni di Reichsmark.
Dal 1937 al 1944, nel traffico assicurativo di pagamenti tedescoelvetico risultò un trasferimento netto dalla Germania di poco più
di 100 milioni di franchi.
Alla fine del 1944, la Germania aveva annunciato una riduzione sostanziale dei suoi pagamenti in divise nei confronti della
Svizzera. In questa situazione, il delegato della Confederazione
e dell’Associazione svizzera d’assicurazioni per i negoziati
economici nel traffico assicurativo avviò colloqui con una
delegazione tedesca sul trasferimento dei pagamenti giunti
a scadenza ed esigibili. Il 1° febbraio 1945, le due parti si
accordarono di limitare il pagamento delle pretese assicurative
svizzere per l’anno in questione a 13 milioni di franchi.
L’esecuzione dei pagamenti dipendeva dalla possibilità della
Reichsbank di procurarsi le divise necessarie mediante vendite
di oro alla BNS. Il Consiglio federale rifiutò tuttavia di approvare
la vendita di oro dalla Reichsbank alla BNS per questo scopo.
Secondo il capo della commissione per i negoziati svizzeroalleati, il governo intendeva dimostrare che non era più disposto
ad accettare oro sospetto.
17
Le assicurazioni tentarono tuttavia di salvare il salvabile.
Dopo intensi negoziati con la Reichsbank, l’11 aprile 1945 venne
concluso un accordo. Esso prevedeva che per i pagamenti
menzionati si poteva ricorrere agli averi in franchi della Reichsbank bloccati presso la BNS a Berna dalla metà di febbraio del
1945, anche se questi fondi avrebbero dovuto essere utilizzati
esclusivamente per le esigenze umanitarie e diplomatiche.
La Svizzera aveva concordato con gli Alleati di continuare a
consentire acquisti di oro dalla Germania per questi scopi.
Di conseguenza, il Consiglio federale si comportò in modo
formalmente corretto quando alla fine di marzo approvò un
ulteriore acquisto di oro alla Reichsbank. In realtà si trattò tuttavia
di un artificio che servì ad aggirare gli Alleati per poter soddisfare
le pretese delle assicurazioni svizzere.
In seguito al crollo del Terzo Reich, l’accordo negoziato non
venne mai attuato. Quasi dieci anni dopo le assicurazioni
riuscirono tuttavia, dopo un lavoro intenso, a recuperare circa
nove milioni di franchi dai fondi bloccati della Reichsbank presso
la BNS a Berna.
18
5. L’accordo di Washington
Nell’ambito delle conferenze di Yalta e Potsdam, nel 1945
fu approvato il principio della confisca di tutti gli averi tedeschi
che si trovavano fuori dalla Germania. Americani, Inglesi e
Francesi confiscarono gli averi situati nelle loro tre zone di
occupazione occidentali e nei Paesi neutrali dell’Europa
occidentale. Gli averi che si trovavano nella zona di occupazione
sovietica e nell’Europa centrale e orientale furono assegnati
all’URSS.
La Svizzera fu invitata a negoziare. Risultò che gli Alleati erano
al corrente delle transazioni in oro tra la Reichsbank, la BNS e le
banche commerciali svizzere. Complessivamente, stimavano
che l’oro rubato alle banche d’emissione e acquistato dalla BNS
alla Reichsbank ammontasse ad almeno 800 milioni di franchi.
All’inizio dei negoziati, il direttore generale della BNS, Alfred
Hirs, tentò di giustificare la politica dell’istituto svizzero d’emissione con l’argomento della buona fede e con considerazioni di
politica monetaria e di neutralità, ma non riuscì a convincere gli
interlocutori. Dovette addirittura confessare che sapeva della
probabile presenza di oro belga rubato nelle forniture tedesche
alla BNS.
Dopo difficili negoziati, il 25 maggio 1946 fu concluso
un accordo, secondo il quale la Svizzera avrebbe versato 250
milioni di franchi a saldo di ogni pretesa sulle transazioni in oro.
Apponendo le loro firme, i tre Alleati dichiaravano di rinunciare,
per loro stessi e per i quindici Paesi che rappresentavano, a
qualsiasi pretesa nei confronti del Governo svizzero o della BNS
in relazione alle transazioni in oro che la Svizzera aveva concluso
con la Germania nazista. In contropartita, gli averi bloccati dal
Consiglio federale in Svizzera e appartenenti a tedeschi viventi
in Germania dovevano essere liquidati. Il ricavato sarebbe
stato diviso in due parti uguali, di cui la prima sarebbe andata
alle potenze occidentali e poi ripartita tra i diciotto Stati
firmatari dell’Agenzia interalleata di riparazione (AIAR). L’altra
metà spettava alla Confederazione. Washington si impegnava
inoltre a liberare tutti gli averi svizzeri bloccati negli Stati Uniti,
19
che ammontavano a 5 miliardi di franchi svizzeri, di cui 4,6
miliardi furono recuperati. 400 milioni rimasero bloccati e furono
confiscati dalle autorità statunitensi.
La questione della liquidazione degli averi tedeschi bloccati
in Svizzera fu tuttavia regolata solo nell’ambito di un pacchetto
di riscatto dell’Accordo di Washington, siglato nell’agosto del
1952. La Svizzera versò agli Alleati una somma forfettaria di
121,5 milioni di franchi, che le era stata indennizzata dalla
Repubblica federale di Germania. In cambio, liberò gli averi
bloccati in modo che i loro proprietari in Germania potessero
di nuovo disporne.
20
6. Sommario
• Durante la Seconda guerra mondiale la Svizzera fu il principale
polo di scambio dell’oro proveniente dai territori controllati dal
Terzo Reich. Le spedizioni di oro da parte della Reichsbank
alla BNS ammontarono complessivamente a 1,6 –1,7 miliardi di
franchi. Gli acquisti compiuti in proprio dalla BNS ammontarono a 1,2 miliardi di franchi; il resto finì sui depositi tenuti
presso l’istituto dalla Reichsbank, da altre banche centrali e
dalla BRI.
• I responsabili della BNS sapevano già nel 1941 che la
Germania disponeva di oro rubato. La BNS continuò tuttavia
sino alla fine della guerra a effettuare transazioni in oro con
l’istituto d’emissione tedesco.
• Di fronte ai suoi critici, dopo la guerra la BNS sostenne
l’opinione secondo cui avrebbe acquistato l’oro dalla
Germania in buona fede, credendolo di origine ineccepibile.
Inoltre avrebbe contribuito a limitare il rischio di un attacco
tedesco in Svizzera, rendendosi utile per la Germania. Questi
argomenti non sono però convincenti. Non è possibile
dimostrare che la BNS prese effettivamente le sue decisioni
fondandosi su motivi legati alla dissuasione.
• Nonostante il mutato contesto politico, anche dopo il 1943 la
BNS non modificò la sua politica in materia di oro nei confronti
della Germania. Sotto la pressione degli Alleati si pose su una
posizione difensiva. In tal modo il suo margine di manovra si
restrinse notevolmente. Inoltre essa mise in gioco la sua
credibilità.
• Con l’inizio della Guerra fredda diminuì la pressione degli
Alleati. La questione sul ruolo che la Svizzera svolse in
relazione agli acquisti di oro proveniente dalla Germania
rimase aperta e provocò intense discussioni sino ai giorni
nostri.
21
7. Le cifre principali in breve
7.1 Oro fornito dalla Reichsbank tedesca
in Svizzera dal 1940 al 1945
Milioni di franchi
600
500
400
300
200
100
0
1940
1941
1942
1943
1944
L BNS l Banche commerciali
22
1945
7.2 Acquisti e vendite di oro della BNS
1° settembre 1939 – 30 giugno 1945
(in mio fr.)
Disponibilità iniziale
I.
Potenze dell’Asse
I/1.
Germania
I/2.
Italia
I/3.
Giappone
Totale
II.
Alleati
II/1.
USA
II/2.
Gran Bretagna
II/3.
Canada
Totale
III.
Altri Stati
III/1.
Argentina
III/2.
Francia
III/3.
Grecia
III/4.
Portogallo
III/5.
Romania
III/6.
Svezia
III/7.
2860,2
Acquisti
Vendite
Saldo
1231,1
19,5
+1211,6
150,1
0,0
+ 150,1
0,0
5,0
1381,2
24,5
–
5,0
+1356,8
2242,9
714,3
+1528,7
668,6
0,0
+ 668,6
65,3
0,0
+
2976,8
714,3
65,3
+2262,5
32,7
0,0
+
193,2
0,0
+ 193,2
+
0,5
0,0
85,1
536,6
32,7
0,5
– 451,5
9,8
112,1
77,5
3,0
+
74,5
Slovacchia
0,0
11,3
–
11,3
III/8.
Spagna
0,0
185,1
III/9.
Turchia
III/10. Ungheria
Totale
0,0
14,8
–
14,8
16,3
–
16,3
398,8
879,2
Diversi
IV/1.
Banca dei regolamenti internazionali
61,5
18,3
IV/2.
Privati
71,6
667,8
IV/3.
Confederazione
269,3
1087,9
IV/4.
Zecca federale
42,5
45,8
444,9
1819,8
5201,6
3437,7
Totale acquisti /vendite
Differenze
Disponibilità finale
– 185,1
0,0
IV.
Totale
– 102,3
– 480,4
+
43,2
– 596,2
– 818,6
–
3,3
–1374,9
1763,9
–
1,2
4622,9
23
7.3 Transazioni in oro della Reichsbank dai
suoi depositi presso la BNS a Berna
sui conti di altri depositari presso la BNS
(uscite lorde 1940 – 45)
mio. fr.
Banca nazionale svizzera
Banca centrale portoghese
Banca centrale svedese
Banca dei regolamenti internazionali
Banca centrale rumena
Banca centrale slovacca
Banca centrale spagnola
Banche commerciali svizzere e diversi
1231,1
238,1
87,2
58,4
50,6
23,4
6,8
5,8
Totale
1701,4
7.4 Forniture della Reichsbank a grandi banche svizzere (1940/41, per banca)
24
kg oro fino
mio. fr.
Società di Banca Svizzera
Banca Leu & Cie
Unione di Banche Svizzere
Basler Handelsbank
Credito Svizzero
Banca Federale
31 015
8 990
6 540
1 963
1 513
25
151,0
43,8
31,8
9,6
7,4
0,1
Totale
50 045
243,7