MAMMOGRAFO • La mammografia è un esame ‘dedicato’ che permette di ottenere immagini della mammella molto precise e ricche di informazioni sulla struttura delle ghiandole e sulle eventuali alterazioni. MAMMOGRAFO • La mammella richiede una tecnica radiologica particolare, perchè, essendo costituita da tessuti molli, non mostra all’esame convenzionale sostanziali differenze tra le diverse strutture anatomiche da cui è costituita. • • • Rivelazione e diagnosi del cancro della mammella. Localizzazione pre-chirurgica di aree sospette. Guida della biopsia ad aghi. Il cancro della mammella è rivelato in base a 4 tipi di segni sul mammogramma: - morfologia (caratteristica della massa tumorale) - presenza di depositi di minerali chiamati microcalcificazioni - distorsioni architetturali di “patter” di tessuti normali - asimmetria tra regioni corrispondenti di immagini della mammela di destra e sinistra. Bisogno di immagini con buon contrasto di vari tipi di tessuti. Necessità di sorgenti di raggi X quasi puntiformi. – La mammella è formata da tre tipi di tessuto: 1. Fibroso o connettivo 2. Ghiandolare 3. Adiposo Il tessuto fibroghiandolare è strutturato in vari condotti che sono circondati da un sottile strato di tessuto adiposo. Poiché la densità ed il numero atomico dei tessuti molli sono molti vicini, non è possibili ricorrere a tecniche radiologiche convenzionali MAMMOGRAFO • Albert Salomon, con tecnica convenzionale nel 1913, iniziò lo studio selettivo della mammella. • ‘40, Hichen, studi della mammella con ‘mdc’ (diossido di torio) riuscì ad evidenziare i dotti galattofori e le cisti. • ‘60, Egan sperimentò spettri a bassa energia (30kV) ed elevati mA e nacque il Mammografo. Il Mammografo essenzialmente da: è costituito - una colonna (con alimentatore ad Alta Frequenza) - braccio a C per supporto porta tubo radiogeno e sistema di rilevazione immagine. - Dispositivo di Compressione Tubo radiogeno colonna Compressore Potter-B. Complesso radiogeno Anodo in Molibdeno (più diffuso) o Tungsteno per le caratteristiche di emissione. Infatti il Molibdeno ha una radiazione caratteristica di 17,4 - 19,6 keV (alimentato con 40 kV). Viene applicato un filtro in 0,030 mm in molibdeno per omogeniezzare maggiormente il fascio. 1200 - conteggi 1000 800 600 400 200 0 | 0 | 5 | 10 | 15 | 20 | 25 | 30 | 35 | 40 keV Spettro anodo in molibdeno. Ordinate numero dei conteggi del rivelatore (intensità). Ascisse energia in keV 1200 - conteggi 1000 800 600 400 200 0 | 0 | 5 | 10 | 15 | 20 | 25 | 30 | 35 | 40 keV Spettro anodo in molibdeno con filtrazione di 0,030 mm Mo. Complesso radiogeno Requisiti fondamentale per un tubo mammografico il FUOCO (macchia focale), che deve permettere l’individuazione di dettagli molti fini. FUOCO 0,3 mm 0,1 mm 0,3 mm 0,1 mm Anodo Tacco Lato Anodo Lato catodo 31 73 95 100 104 102 95 HEEL EFFECTS: diminuzione della intensità dei raggi X dal lato anodo, a causa dell’assorbimento del tacco anodico. Anodo Tacco Lato Anodo Lato catodo 31 73 95 100 104 102 95 Nel mammografo il catodo è posizionato verso la parete toracica •Con la compressione: • si rende omogeneo lo spessore da irradiare. • si riduce il volume da irradiare (minor diffusione e minor carico radiografico). • l’immagine della mammella è ottenuta su una superficie maggiore aumentando le informazioni. Senza compressione Con compressione Dispositivo di compressione • Generalmente può essere a motore o manuale, in alcuni mammografi un display digitale indica lo spessore della mammella e la pressione esercitata per un miglior comfort della paziente. Dispositivo di compressione • Piastre di compressione di varie dimensioni in relazione all’organo. • Piastre per compressore curvo e piastre per compressore piatto. • Piastre per sezioni limitate della mammella. Sistema antidiffusione • La presenza di radiazioni diffuse limita fortemente il contrasto in mammografia. Sistema antidiffusione • Potter Bucky con griglia di “ratio” (R=h/D) di 4 o 5 e un numero di lamelle 30-50/cm. • Griglia mobile capace di trasmettere il 60-75% delle radiazioni primarie e assorbire il 75-85% delle diffuse. Sistema antidiffusione: punti morti. • Viene interrotta l’erogazione del fascio X ogni volta che la griglia del Potter arriva al punto di cambiamento del verso di marcia. film PC Sistema annerimento automatico • Uno dei requisiti fondamentali in mammografie è che il sistema filmschermo sia esposto correttamente (pena la mancanza di rilevamento di alcune strutture della mammella). Sistema annerimento automatico • Requisito: fornire una densità nel film adeguata al variare della densità della mammella: • agendo sui kV, mAs e materiale anodico. Funzionamento. Fase 1 • al comando dell’operatore inizia la prima fase con un impulso di campionamento a 29 kV per 10ms Funzionamento. Fase 1 • Il fascio X emergente viene inviato ad un sistema di rilevazione che lo traduce in segnale, convertito in forma numerica e confrontato con i dati tabulati del microprocessore. Funzionamento. Fase 2 • Il tubo Rx viene alimentato con una tensione più idonea alla densità del seno. • Il prodotto mAs viene monitorato costantemente per garantire una corretta esposizione e il miglior contrasto possibile. • MAMMOGRAFIA DIGITALE. Caratteristiche principali di un sistema per l’acquisizione di immagini mammografiche: 1. Alta efficienza di assorbimento ai raggi X (per la riduzione della dose assorbita dalla paziente). 2. Risposta lineare su un ampio intervallo di esposizioni. 3. Basso rumore intrinseco (entità di disturbo negativo nei confronti dell’immagine). 4. Elevata risoluzione spaziale. 5. Superficie totale 18x24 cm2 6. Tempo si esposizione < 1 sec. MAMMOGRAFIA DIGITALE. RIVELATORI AD AMPIO CAMPO SELENIO AMORFO (a-Se) Possiede un’elevata resistività elettrica, per cui se caricato uniformemente la carica si mantiene inalterata sulla sua superficie. Quando la superficie viene esposta ai raggi X, essa si scarica proporzionalmente all’intensità delle radiazione incidente. L’immagine elettrostatica latente, viene letta tramite scansione con un raggio laser. Zhao e Rowlands propongono un sistema di lettura diretta del segnale generato dal focotonduttore (selfscanned detector), accoppiando il a-Se con una matrice di transistor a film sottile (TFTs). MAMMOGRAFIA DIGITALE. RIVELATORI AD AMPIO CAMPO SILICIO AMORFO (a-Si) Grazie alla tecnologia sviluppata per i display a cristalli liquidi, si è potuto miniaturizzare il “cristallo a-Si” che viene impiegato come un fotodiodo che rappresenta un pixel. MAMMOGRAFIA DIGITALE. RIVELATORI AD AMPIO CAMPO SENSORI ACCOPPIATI A SCHERMI FLUORESCENTI CCDs (Charge Coupled Devices) Dispositivi ad accoppiamento di carica, tecnologia impiegata nel campo dell’imaging ottico (videocamere). Schermo fluorescente invia il segnale tramite: - fibre ottiche al CCD (limitazione tecnologica - lenti dalle dimensioni di qualche centimetro) IL MAMMOGRAFO DIGITALE LA MAMMOGRAFIA DIGITALE E’ UNA NUOVA METODICA ESPRESSAMENTE CONCEPITA PER LA DIAGNOSTICA RADIOLOGICA DELLA MAMMELLA -UTILIZZA BASSA ENERGIA 10-30 KeV -ELEVATA RISOLUZIONE SPAZIALE UNITA’ MAMMOGRAFICA -GENERATORE DI ALTA TENSIONE -COMPLESSO RADIOGENO -DISPOSITIVO DI COMPRESSIONE -GRIGLIA ANTIDIFFUSIONE -SISTEMA DI CONTROLLO AUTOMATICO DELL’ESPOSIZIONE GENERATORE DI ALTA TENSIONE • COSTITUITO DA UNA CONSOLE DI COMANDO E DA UN BLOCCO COMPATTO DI ALTA TENSIONE • DEVE ESSERE IN GRADO DI PRODURRE UNA POTENSA SUFFICIENTE (5KV), DI EROGARE UNA CORRENTE ANODICA ADEGUATA, FORNIRE UN’ALTA TENSIONE STABILE E UN RANGE ENERGETICO EQUIVALENTE MOLTO AMPIO, EROGARE UN PRODOTTO mAs ELEVATO E POSSEDERE UNA ELEVATA RIPRODUCIBILITA’ E STABILITA’ NEL TEMPO IN TERMINI DI TENSIONE (KV). HA LE SEGUENTI FUNZIONI: • PRODURRE ALTA TENSIONE IN GRADO DI DARE ORIGINE AI RAGGI X • CONTROLLARE E REGOLARE I PARAMETRI DELL’ESAME E DEL TUBO RADIOGENO • CONTROLLARE I TEMPI DI ESPOSIZIONE IL BLOCCO GENERATORE RACCHIUDE: • IL TRASFORMATORE DI ALTA TENSIONE • I TRASFORMATORI PER L’ALIMENTAZIONE DEI FILAMENTI DEL TUBO RADIOGENO • IL GRUPPO RADDRIZZATORE • L’USCITA DELL’ALTA TENSIONE PER FORMARE L’ALTA TENSIONE IL GENERATORE USA IL SEGUENTE PRINCIPIO: A PARTIRE DA UN ALIMENTAZIONE A TENSIONE ALTERNATA DI RETE 220V MONOFASE O 380V TRIFASE, GENERA UN’ALTA TENSIONE A POTENZIALE COSTANTE NECESSARIA AD ALIMENTARE IL TUBO A RAGGI X I GENERATORI MODERNI POSSEGGONO CIRCUITI DI ALTA TENSIONE CONTROLLATI DA MICROPROCESSORI CON RADDRIZZAMENTO MULTIFREQUENZA. LA TENSIONE DI ALIMENTAZIONE MONOFASE 220V O TRIFASE 380V CON FREQUENZA DI RETE DI 50 Hz, VIENE RADDRIZZATA CON CONVERTITORI DI FREQUENZA DA 1.2 A 50 KHz. LA TENSIONE IN USCITA E’ QUASI COSTANTE O COSTANTE A SECONDA DELLA FREQUENZA DEL CONVERTITORE UN’ATRO VANTAGGIO DEI GENERATORI HF E’ LA POSSIBILITA’ DI RIDURRE I TEMPI DI ESPOSIZIONE E QUINDI DI ELIMINARE GLI EFFETTI NEFASTI SULL’IMMAGINE DOVUTI AL MOVIMENTO DELLA PAZIENTE SI RIDUCE COSI’ LA PROBABILITA’ DI RIPETERE L’ESAME I TUBI PER MAMMOGRAFIA POSSEGGONO TRE DIVERSI FILTRI: 1) FILTRAZIONE INTRINSECA 2) FILTRAZIONE AGGIUNTIVA 3) FILTRAZIONE PER LA DELIMITAZIONE DEI CONTORNI 1) LA FILTRAZIONE INTRINSECA E’ DOVUTA DALLA SUA GUAINA ED E’ IL RISULTANTE DI TRE COMPONENTI: PARETE IN VETRO, OLIO E NATURA DELLA FINESTRA DI USCITA PERMETTE DI ASSORBIRE I FOTONI A BASSA ENERGIA FONDAMENTALE NEGLI ESAMI MAMMOGRAFICI CON RADIAZIONI MOLLI PER MIGLIORARE IL CONTRASTO DELL’IMMAGINE 2)LA FILTRAZIONE AGGIUNTIVA VIENE USATA PER ELIMINARE LE RADIAZIONI DI BASSA ENERGIA PER EFFETTO DI ASSORBIMENTO FOTOELETTRICO PER RINFORZARE LE ENERGIE UTILI ALLA FORMAZIONE DELL’IMMAGINE 3) LA FILTRAZIONE PER LA DELIMITAZIONE DEI CONTORNI VIENE UTILIZZATA PER COMPENSARE LE DIFFERENZE DI SPESSORE E DI DENSITA’ DELL’ORGANO ESAMINATO (UNIFORMARE IL FASCIO INCIDENTE) SI POSIZIONA A LIVELLO DEL DIAFRAMMA COLLIMATORE GENERALMENTE SONO IN ALLUMINIO DI SPESSORE DIVERSO A SECONDA DELL’ANATOMIA DELL’ORGANO ESAMINATO LA QUALITA’ DELL’IMMAGINE SARA’ IN DIRETTA CORRELAZIONE CON LE DIMENSIONI DELLA SORGENTE DEI RAGGI X E DELLE RELATIVE DISTANZE SORGENTE-OGGETTO-RECETTORE IL FASCIO E’ GENERALMENTE FOCALIZZATO DA UN DIAFRAMMA LIMITATORE CAPACE DI MODIFICARE LA SUA APERTURA TALE DA DETERMINARE UN PRECISO CAMPO DI ESAME E RIDURRE ZONE DI PENOMBRA IL DISPOSITIVO DI COMPRESSIONE ADOTTATO PER RIDURRE GLI EFFETTI DELLA DIFFUSIONE DEI FOTONI ALLO SCOPO DI LIMITARE LO SPESSORE DI TESSUTO ATTRAVERSATO DALLA RADIAZIONE X ED EVITA IL DEGRADO DELL’IMMAGINE DOVUTA DAI MOVIMENTI RESPIRATORI I COMPRESSORI POSSONO ESSERE MECCANICAMENTE INDIPENDENTI DAL TUBO RADIOGENO (INDIPENDENTI DALLA POSIZIONE DEL TUBO) UNA MAMMELLA COMPRESSA PUO’ ESSERE CONSIDERATA DI SPESSORE COSTANTE E PERMETTE DI AVERE UNA MAGGIORE UNIFORMITA’ DEL FASCIO X LA COMPRESSIONE HA QUINDI IL COMPITO DI: • IMMOBILIZZARE LA MAMMELLA (RIDURRE IL DEGRADO DELL’IMMAGINE DOVUTO AI MOVIMENTI RESPIRATORI) • COMPRIMERE LA MAMMELLA (PER RIDURRE LA SFUMATURA GEOMETRICA DELL’IMMAGINE DOVUTA ALL’EFFETTO DI PENOMBRA) • MIGLIORA IL CONTRASTO (RIDUCENDO LA RADIAZIONE DIFFUSA) LA GRIGLIA ANTIDIFFUSIONE LA GRIGLIE MOBILI ( PIU’USATE) HANNO 36 lamelle/cm LA GRIGLIE USATE POSSEGGONO LAMELLE IN PIOMBO O IN FIBRA DI CARBONIO E LAMELLE RADIOTRASPARENTI LE GRIGLIE ATTUALI POSSONO ASSORBIRE IL 90% DELLE RADIAZIONI DIFFUSE CHE DEGRADANO L’IMMAGINE UNA GRIGLIA E’ DEFINITA DALLA SUA CAPACITA’ DI AUMENTARE IL FATTORE DI CONTRASTO DELL’IMMAGINE IN MAMMOGRAFIA LA PELLICOLA RADIOGRAFICA E’ SOSTITUITA DA UN DETETTORE: QUESTO ASSORBE I RAGGI X TRASMESSI ATTRAVERSO LA MAMMELLA E CONVERTE LA LORO ENERGIA IN SEGNALI ELETTRONICI CHE VENGONO DIGITALIZZATI E FISSATI NELLA MEMORIA DEL COMPUTER COME RISULTATO SI HA LA TRASFORMAZIONE DELL’IMMAGINE RADIOLOGICA IN UNA IMMAGINE DIGITALE AD ALTISSIMA RISOLUZIONE CHE PUO’ ESSERE VISUALIZZATA SUL MONITOR IN TEMPO REALE L’OPERATORE PUO’ QUINDI ESAMINARLA, ARCHIVIARLA E TRASMETTERLA IN VIA RETE IN QUALUNQUE PARTE DEL MONDO IL DETETTORE E’ COSTITUITO DA PIU’ STRATI: IL PRIMO STRATO CONTIENE UNA SOSTANZA SCINTILLANTE CHE TRASFORMA IL RAGGIO X IN LUCE VISIBILE, LA QUALE POI VIENE TRASFORMATA IN ELETTRONI DA UNO STRATO DI SILICIO AMORFO, INFINE UNA MATRICE TRASFORMA GLI ELETTRONI IN DATI NUMERICI CHE PRODURRANNO L’IMMAGINE SULLO SCHERMO -L’IMMAGINE ANALOGICA E’ DEFINITA COME UN PROCEDIMENTO CONTINUO RAPPRESENTATO DA UNA SERIE INFINITESIMA DI PUNTI -L’IMMAGINE DIGITALE E’ COSTITUITA DA INFORMAZIONI DISCRETE E RAPPRESENTATA COME UN NUMERO DEFINITIVO DI O NUMERI OSSERVABILI O MISURABILI IN TERMINI NUMERICI IL PROCEDIMENTO DI TRASFORMAZIONE DELL’IMMAGINE ANALOGICA IN DIGITALE AVVIENE ATTRAVERSO UN CONVERTITORE ANALOGICO/DIGITALE E LA VISUALIZZAZIONE DELL’IMMAGINE SUL MONITOR E’ POSSIBILE SOLO DOPO CONVERSIONE DELL’IMMAGINE ELABORATA DA UN PROCESSORE MEDIANTE UN CONVERTITORE DIGITALE/ANALOGICO LA CONVERSIONE DELL’IMMAGINE ANALOGICA IN DIGITALE E’ POSSIBILE GRAZIE AD UN OPPORTUNO CAMPIONAMENTO DEL SEGNALE ANALOGICO IN UNA SERIE DI PUNTI A CUI VENGONO ASSEGNATI VALORI NUMERICI DI RIFERIMENTO LO SPAZIO DI VISUALIZZAZIONE E’ SUDDIVISO IN ELEMENTI UNITARI O PIXEL CHE COMPORTANO ZONE D’ANNERIMENTO CORRISPONDENTI AL VALORE ASSUNTO DA CIASCUN PUNTO DELLA SEGMENTAZIONE. CIASCUN PUNTO VIENE PESATO CON VALORI DI TIPO BINARIO IL CUI RIFERIMENTO E’ IL BIT IL MAGGIOR VANTAGGIO DEL BIT E’ LA SUA FACILE RAPPRESENTAZIONE ELETTRONICA COME FOSSE UN INTERRUTTORE APERTO O CHIUSO IL SEGNALE INOLTRE E’ FACILMENTE PROCESSABILE VIA COMPUTER L’IMMAGINE ANALOGICA VIENE LETTA LINEA PER LINEA E CIASCUNA LINEA VIENE CAMPIONATA