Area 1 - Le piante del Tappeto erboso Acero montano (Acer pseudoplatanus; Aceracee) Pianta decidua ad alto fusto, può raggiungere i 25-40 metri d’altezza con un diametro del tronco di 3,5. La corteccia, inizialmente grigia o giallastra, tende in seguito ad assumere tonalità rossastre e a staccarsi in placche di notevoli dimensioni. Ha gemme opposte, come tutti gli aceri, con i fiori che compaiono dopo le foglie. Negli alberi adulti, la corteccia ricorda quella del platano, da cui il nome scientifico della specie. Ciclamino (Cyclamen alpinum; Primulacee) Celebre per il suo fiore che si colora di diverse tonalità di rosa, cresce anche spontaneamente semi nascosto da piante di maggiori dimensioni. Il nome deriva dal greco kiklos, cerchio, e richiama le sue rotonde radici tuberose che si dipartono dal bulbo. È frequente nel bacino mediterraneo, ma si trova anche in varie regioni dell’Europa meridionale, in Asia occidentale e nel nord Africa. Il C. alpinum è un fiore tipico autunnale molto profumato, con l’apice delle foglie arrotondato. Si sviluppa bene in zone ombrose, al riparo di faggi, querce e castagni. Edera (Hedera helix; Araliacee) Pianta lianiforme rampicante, molto vigorosa, sempreverde, è comune nei giardini e nei boschi. Ha un fusto che lignifica con la crescita e si sviluppa al meglio in zone leggermente ombreggiate senza bisogno di cure particolari. Gradita come componente della vegetazione ornamentale, lasciata a sé è tuttavia capace di inserirsi nelle fenditure degli edifici sgretolando le parti meno compatte. Tra settembre e ottobre l’edera produce fiori dalla forma sferica e di colore verde che fruttificano in bacche scure di piccole dimensioni. Faggio selvatico (Fagus sylvatica; Fagacee) Noto anche come Faggio europeo, la sua è una specie arborea decidua che ne comprende altre originarie di America, Giappone e Cina. L’altezza media va dai 15 ai 20 metri ma si spinge anche ai 30-35. Le foglie sono disposte sul ramo in modo alterno, lucide su entrambe le facce. In autunno assumono una caratteristica colorazione arancio o rosso-bruna. Ha una chioma massiccia, molto ramificata, con fogliame fitto. Mentuccia selvatica (Calamintha nepeta; Labiatee) Pianta perenne molto aromatica, ha fusto leggermente peloso. A Villa Ottolenghi forma, insieme al trifoglio e ad altre erbe spontanee, la vasta area pianeggiante dal verde intenso che va dal Giardino Roccioso agli Studi degli Artisti invadendo l’aria con il suo profumo ad ogni passo del visitatore che la calpesta anche solo leggermente. In cucina le foglie fresche o essiccate possono essere usate in maniera simile a quelle della menta insaporendo piatti di carne, pesce, verdura e funghi. Pino nero (Pinus nigra; Pinacee) Tipico albero sempreverde, il P. Nigra ha numerose sottospecie. La P. N. Laricio, presente a Villa Ottolenghi, è considerata di origine spontanea in Francia da dove si è diffusa al di qua dell’arco alpino e nel Mediterraneo. Si distingue per i lunghi aghi (fino a 16 cm) di colore verde-bluastro che spuntano, ricoprendoli quasi completamente, da rami bruno-ocra tendenzialmente lucenti. Il tronco giganteggia elevandosi ben diritto talvolta fino a 50 metri. Lo distingue una corteccia a placche di un bel colore grigio-argento. Pioppo bianco (Populus alba; Salicacee) È un albero a foglie caduche alto fino a 30 metri, con un’ampia chioma arrotondata. Tra le numerose specie e varietà di pioppo questa è la più forte e longeva. Raggiunge talvolta il centinaio d’anni ma alcuni individui, in parchi storici, hanno superato i 180. La specie è nativa della Spagna e del Marocco, tuttavia oggi il suo areale si estende fino a tutta l’Africa Settentrionale e all’Asia Centrale. Tiglio (Tilia platyphyllos; Liliacee) Originario dell’emisfero boreale, il nome del genere deriva dal greco ptilon (ala) per la caratteristica foglia che protegge il bocciolo del fiore e funge da richiamo per gli insetti impollinatori. Si tratta di una pianta piuttosto longeva (in alcuni casi è stata documentata un’età superiore a mille anni), alta, a chioma ovoidale molto ramosa, con corteccia a lungo liscia, grigia, poi screpolata abbastanza regolarmente in lungo con tonalità più scure. Diffusa nei piani collinari e montuosi dei massicci italiani, la T. Platyphyllos predilige terreni calcarei filtranti. Trifoglio (Trifolium pratense; Fabacee) Si tratta di un’erba molto diffusa un po’ in tutto il mondo capace di crescere anche spontaneamente a quote piuttosto alte formando prati verdissimi. Richiede una buona umidità, annaffiature regolari ma non troppo intense in quanto il ristagno d’acqua può essere altrettanto dannoso della siccità. Nell’allevamento del bestiame è di primaria importanza come foraggio, tanto che un tempo veniva chiamata erba da latte quando si trattava di somministrarla ai bovini. A Villa Ottolenghi si trova nella vasta area erbosa pianeggiante mescolata alla mentuccia selvatica che emana il suo intenso profumo appena la si calpesta.