IL PICCOLO PRINCIPE di ANTOINE DE SAINT-EXUPÉRY liberamente ispirato alla sceneggiatura di ORSON WELLES musiche originali di MAURO FRANCESCHI La realtà non è un cappello Narratore: Una volta, quando avevo sei anni, in un libro intitolato Vere storie della natura, vidi un disegno con la scritta: "I boa ingoiano la loro preda tutta intera, senza masticarla." Dopo qualche tentativo riuscii a tracciare il mio primo disegno. Mostrai il mio capolavoro ai grandi ma questi lo scambiavano per una cappello e non riconoscevano un boa che digeriva un elefante. Decisi di non fare il pittore. Passarono gli anni... e imparai a pilotare gli aeroplani. Nella mia vita, ho vissuto a lungo in mezzo ai grandi. Quando ne incontravo uno che mi sembrava di mente aperta, tentavo l'esperimento di mostrargli il mio disegno. Così facendo, cercavo di scoprire se fosse una persona davvero intelligente. Ma, chiunque fosse, uomo o donna, diceva sempre: È un cappello. E allora non gli parlavo mai di boa, di foreste primordiali o di stelle. Mi abbassavo al suo livello. Gli parlavo di bridge, di golf, di politica e di cravatte. E i grandi erano tutti contenti di avere incontrato una persona tanto sensibile. Così ho trascorso la mia vita solo, senza nessuno con cui poter davvero parlare, fnché ho avuto un incidente con il mio aeroplano nel deserto del Sahara. Qualcosa si era rotto nel motore. Per me era una questione di vita o di morte, perché avevo acqua da bere soltanto per una settimana. La prima notte dormii sulla sabbia, a mille miglia da qualsiasi abitazione umana e venni svegliato da una strana vocetta. Musica del deserto e degli spazi siderali Suite per pianoforte n. 1 Sei anni fa Il piccolo principe: Mi disegni, per favore, una pecora? Narratore: Che cosa? Il piccolo principe: Disegnami una pecora! Narratore: Non so disegnare molto bene. Il piccolo principe: Non importa. Disegnami una pecora... Non voglio un elefante dentro un boa. Dove vivo io è tutto molto piccolo. Ho bisogno di una pecora. Disegnami una pecora. Narratore: Questa è soltanto la sua scatola. La pecora che hai chiesto sta dentro. Il piccolo principe: Questo è proprio quello che volevo! Dove vivo io è tutto molto piccolo... Il piccolo principe: Che cos'è quest'oggetto? Narratore: È il mio aeroplano. Il piccolo principe: Oh! Questa è buffa. Allora anche tu vieni dal cielo. Qual è il tuo pianeta? Narratore: Ehi ometto, ma da dove vieni? Dove vuoi portare la tua pecora? Se sei buono ti darò anche una corda per legare la pecora di giorno; e un paletto cui legarla. Il piccolo principe: Legarla? Che strana idea! Dove vivo io è tutto così piccolo... Ciò che conta nella vita Narratore: Avevo così appreso che il pianeta da cui veniva il Piccolo Principe era poco più grande di una casa. Ho serie ragioni di credere che si tratti dell'asteroide conosciuto come B 612. Lo dico per i grandi e i loro schemi. I grandi amano le cifre. Se adesso cerco di descrivere il mio piccolo amico è per avere la sicurezza di non dimenticarlo. E, se lo dimenticassi, potrei diventare anch'io come i grandi che si interessano soltanto di cifre... Non voglio che si ascolti la mia storia alla leggera. Narratore: Oh, Piccolo Principe! Sono riuscito a capire a poco a poco i segreti della tua piccola vita malinconica... Per molto tempo il tuo unico piacere era stato quello di contemplare quietamente i tramonti. Il piccolo principe (in tono malinconico): Un giorno ho visto il sole tramontare quarantaquattro volte... (Pausa) Sai... si amano i tramonti quando si è così tristi. Musica del tramonto Suite per pianoforte n. 2 Luna piena Le cose serie della vita Il piccolo principe: Una pecora... mangia i fori? Narratore: Una pecora mangia tutto quello che trova intorno a sé. Il piccolo principe: Anche i fori che hanno le spine? Narratore: Sì, anche i fori che hanno le spine. (tra sé con rabbia): Se questo bullone resiste ancora... Il piccolo principe: E tu credi davvero che i fori... Narratore: Oh no! No, no, no! Io non credo un bel niente. Ti ho risposto con la prima cosa che mi è venuta in mente. Non vedi? Sono impegnato in cose importanti! Il piccolo principe (proseguendo): Parli proprio come i grandi! Tu mescoli tutto! Tu confondi tutto! Conosco un pianeta su cui c'è un certo signore dalla faccia rossa. Non ha mai odorato un fore. Non ha mai guardato una stella. Non ha mai amato nessuno. Nella sua vita non ha fatto altro che addizioni. E tutto il giorno ripete come te: "Sono impegnato in cose importanti!" E la cosa lo fa gonfare di orgoglio. Ma non è un uomo... è un fungo! E se io conosco... proprio io... un fore unico al mondo, che cresce solo sul mio pianeta, ma che una piccola pecora può distruggere con un sol morso una mattina, senza nemmeno rendersi conto di ciò che sta facendo... Oh! Tu pensi che non sia importante questo! Se qualcuno ama un fore di cui esiste un unico esemplare in milioni e milioni di stelle, basta che guardi le stelle per sentirsi felice. Può dire a se stesso: "II mio fore è là, da qualche parte..." Ma se la pecora mangia il fore, in un attimo tutte le sue stelle si spegneranno!... E tu pensi che non sia importante questo! Narratore: Era scesa la notte. Avevo lasciato cadere i miei utensili. Che importanza avevano in quel momento il mio martello, il mio bullone, la sete, la morte? C'era un piccolo principe da confortare. Lo presi in braccio e lo cullai. Suite per pianoforte n. 3 Berceuse Narratore: Sul pianeta del Piccolo Principe i fori erano sempre stati molto semplici. Ma un giorno, da un seme venuto da chissà dove, era spuntato un nuovo fore. Il piccolo principe: Oh, come sei bello! Narratore: "Vero!" rispose soavemente il fore. "Credo sia l'ora della colazione," soggiunse un attimo dopo. "Se fossi così gentile da provvedere alle mie esigenze..." E il Piccolo Principe, tutto mortifcato, andò a cercare un annaffatoio d'acqua. Così si prese cura del fore che cominciò ben presto a tormentarlo con la sua vanità. Il piccolo principe: Non avrei dovuto dargli retta. I fori si dovrebbe semplicemente guardarli e aspirare la loro fragranza. Ma non sapevo come godere di tutta la sua grazia. Il fatto è che non ho saputo capire nulla! Avrei dovuto giudicare dai fatti e non dalle parole. Non sarei mai dovuto correr via da lui... ma ero troppo giovane per saperlo amare. Narratore: La mattina della partenza mise in perfetto ordine il suo pianeta. Pulì accuratamente i suoi vulcani attivi. Poi si congedò dalla rosa. II fore tossì, ma non perché fosse raffreddato. "Sono stato sciocco," gli disse fnalmente. "Ti chiedo perdono. Naturalmente ti amo," gli disse il fore. "È colpa mia se non l'hai mai saputo. Questo non ha nessuna importanza. Ma tu... tu sei stato sciocco quanto me. Cerca di essere felice..." Suite per pianoforte n. 4 Valzer rosa I falsi amici Narratore: Credo che per andarsene via abbia approfttato della migrazione di uno stormo di uccelli selvatici. Si trovò nella regione degli asteroidi 324, 326, 327, 328, 329 e 330. Perciò cominciò a visitarli per accrescere il proprio sapere. Il primo asteroide era abitato da un re. Musica regale Suite per pianoforte n. 5 Le Roy Il piccolo principe: Sire, ...su che cosa regnate? Re: Su tutto. Il piccolo principe: E le stelle vi ubbidiscono? Re: Certamente. Il piccolo principe (con tristezza): Vorrei tanto vedere un tramonto... Re: Se ordinassi a un generale di volare da un fore all'altro come una farfalla, o di scrivere una tragedia, o di tramutarsi in un uccello marino, e se il generale non eseguisse l'ordine ricevuto, chi di noi sarebbe in errore? Il generale o io? Il piccolo principe (con fermezza): Voi. Re: Esatto. Bisogna esigere da ciascuno ciò che ciascuno può dare. L'autorità indiscussa poggia prima di tutto sulla ragione. Se ordini al tuo popolo di andare a gettarsi in mare, farà la rivoluzione. Ho il diritto di esigere ubbidienza perché i miei ordini sono ragionevoli. Il piccolo principe: E allora il mio tramonto? Re: Avrai il tuo tramonto. Ma aspetterò che le condizioni siano favorevoli. Sarà verso questa sera verso le sette e quaranta. E vedrai come sarò ubbidito a puntino! Contrappunti di meridiani e parallele Suite per pianoforte n. 6 B 612 L’arrivo sulla terra Narratore: Quando il Piccolo Principe arrivò sulla Terra fu molto sorpreso di non vedere nessuno. Cominciava a temere di essere giunto sul pianeta sbagliato quando una spira dorata dai riflessi lunari passò come un lampo nella sabbia. L’incontro col serpente nel deserto Il piccolo principe (guardando il serpente): Buona sera. Narratore: "Buona sera," disse il serpente. Il piccolo principe: Su quale pianeta sono sceso? Narratore: "Sulla Terra, in Africa," rispose il serpente. Il piccolo principe: Ah! Allora non c'è nessuno sulla Terra? Narratore: "Questo è il deserto. Non c'è nessuno nel deserto. La Terra è grande" disse il serpente. Il piccolo principe: Dove sono gli uomini? Si è soli nel deserto... Narratore: "Si è soli anche tra gli uomini," disse il serpente. Il piccolo principe: Sei un buffo animale. Non sei più grosso di un dito... Narratore: "Ma sono più potente del dito di un re," disse il serpente. "Posso trasportarti più lontano di una nave. Potrò aiutarti, un giorno, se avrai troppa nostalgia del tuo pianeta. Io posso..." Il piccolo principe: Oh! Ti capisco benissimo. Ma perché parli sempre per enigmi? Narratore: "Li risolvo tutti," disse il serpente. La condizione umana Narratore: Il Piccolo Principe attraversò il deserto e incontrò un solo fore. Era un fore a tre petali, un fore da niente. Il piccolo principe: Dove sono gli uomini? Narratore: "Uomini?" ripeté il fore. "Credo ne esistano sei o sette. Li ho visti parecchi anni fa. Ma non si sa mai dove trovarli. Il vento li soffa via. Non hanno radici e ciò rende la loro vita molto diffcile." L’incontro con l’eco Narratore: Poi il Piccolo Principe salì su un'alta montagna, ma non vide altro che picchi rocciosi sottili come guglie. Il piccolo principe: Buon giorno. Narratore (facendo eco): "Buongiorno... buongiorno... buon giorno. " Il piccolo principe: Chi siete? Narratore (facendo eco): "Chi siete... chi siete... chi siete?" Il piccolo principe: Siate miei amici. Sono tutto solo. Narratore (facendo eco): "Sono tutto solo... tutto solo... tutto solo. " Musica in eco Suite per pianoforte n.7 ‘E’ L’incontro con la volpe. Addomesticare Narratore: In quel momento apparve la volpe. Il piccolo principe: Vieni a giocare con me. Sono così infelice. Narratore: "Non posso giocare con te," disse la volpe, "non sono addomesticata. Che cosa cerchi?" Il piccolo principe: Cerco amici. Che cosa vuol dire "addomesticare"? Narratore: "Vuol dire stabilire legami." "Finora per me non sei che un ragazzino uguale a centomila altri ragazzini. E non ho bisogno di te. E tu, da parte tua, non hai bisogno di me. Per te non sono che una volpe uguale a centomila altre volpi. Ma se tu mi addomestichi, allora avremo bisogno l'uno dell'altro. Per me sarai unico al mondo. Per te sarò unica al mondo... Il piccolo principe: Più che volentieri. Ma non ho molto tempo. Devo trovare amici e capire molte cose. Narratore: "Si conoscono soltanto le cose che si addomesticano," disse la volpe. "Gli uomini non hanno più tempo per capire nulla. Comperano le cose già fatte nei negozi. Ma non esiste negozio dove si possa comperare l'amicizia, e così gli uomini non hanno più amici. Se vuoi un amico, addomesticami..." "Ecco il mio segreto, un segreto semplicissimo: si vede bene soltanto con il cuore; l'essenziale è invisibile agli occhi." La passeggiata notturna nel deserto Narratore: Erano già passati otto giorni dal mio incidente nel deserto. Il piccolo principe: Ho sete. Cerchiamo un pozzo... L'acqua può far bene anche al cuore... Narratore: Sì, proprio così. Il piccolo principe: Ciò che rende bello il deserto è che nasconde un pozzo da qualche parte... Narratore: Hai sonno. Lascia che ti porti in braccio. E così, continuando a camminare, scoprii il pozzo allo spuntar del giorno. Il pozzo: il gusto delle cose Narratore: È strano. Tutto è pronto per noi: la carrucola, il secchio, la corda... Il piccolo principe: Senti? Abbiamo svegliato il pozzo e sta cantando... Narratore: Lascia fare a me. È troppo pesante per te. Il piccolo principe: Ho sete di quest'acqua. Dammene un po' da bere. Devi mantenere la tua promessa. Narratore: Quale promessa? Il piccolo principe: Sai... una museruola per la mia pecora... Sono responsabile di quel fore. Sai, la mia discesa sulla Terra... domani sarà l'anniversario. Ero sceso qui vicino. Narratore: Allora, non era per caso che il mattino in cui ti ho incontrato la prima volta, una settimana fa, tu vagavi così tutto solo a mille miglia da qualsiasi regione abitata! Ritornavi al punto in cui eri disceso? Sai, ho un po' di paura... Il piccolo principe: Adesso devi lavorare. Devi ritornare al tuo motore. Ti aspetterò qui. Ritorna domani sera. Il dono della vita Il piccolo principe: Sono contento che tu abbia scoperto cosa non andava nel tuo motore. Adesso puoi tornare a casa. Narratore: Come lo sai? Il piccolo principe: Anch'io, oggi, torno a casa. (Tristemente) È molto più lontano... è molto più difficile. Suite per pianoforte n. 8 A casa Narratore: Ho la tua pecora. E ho la scatola della pecora. E ho la museruola... Ometto, dimmi che è solo un brutto sogno... la faccenda del serpente, del luogo d'incontro e della stella. Il piccolo principe: È meglio così. La mia stella sarà per te una delle tante. E allora ti piacerà guardare tutte le stelle del cielo... Saranno tutte tue amiche. E poi ti voglio fare un regalo...ride. Narratore: Caro Piccolo Principe! Mi piace sentire questo tuo riso! Il piccolo principe: È questo il mio regalo. Solo questo. Sarà come quando abbiamo bevuto l'acqua. Io vivrò in una delle stelle. In una di esse riderò. E quando guarderai il cielo notturno sarà come se tutte le stelle stessero ridendo... Tu, solo tu, avrai stelle che sanno ridere! (Ride nuovamente) Stanotte, sai, non venire. Sembrerà che io stia soffrendo. Sembrerà un po' che io stia morendo. È così. Non venire a vedere. Non ne vale la pena. Narratore: Non ti lascerò. L’attesa del ritorno Il piccolo principe: Hai fatto male a venire. Soffrirai. Sembrerò morto e non sarà vero. Capisci?... È troppo lontano. Non mi posso portare appresso questo corpo. È troppo pesante. Eccolo. Lasciami andare da solo. Narratore: Non gridò. Cadde dolcemente come cade un albero. La sabbia attutì completamente il rumore della caduta. Il deserto è il paesaggio più bello e più triste del mondo. È qui che il Piccolo Principe è apparso sulla Terra e poi è sparito. Guardatelo attentamente per essere sicuri di riconoscerlo nel caso un giorno facciate un viaggio nel deserto africano. Se vi dovesse accadere di incontrarlo, vi scongiuro, mandatemi due righe per farmi sapere che è ritornato. Musica della nostalgia Suite per pianoforte n. 9 Antoine