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celle e simmetria

Reticolo cristallino
Il
reticolo
perfettamente
cristallino
ordinata
è
una
delle
distribuzione
particelle
del
materiale.
È descrivibile mediante gli elementi di simmetria
Reticolo cristallino
le singole particelle (atomi, ioni o
molecole) si dispongono per formare
una “cella” ripetitiva
il “reticolo cristallino” è un
le celle si accostano
impaccamento 3D di singole celle
ordinatamente nelle
uguali e traslate
3 direzioni
Reticolo cristallino
Una ripetizione ordinata di oggetti uguali caratterizzata da una
unità periodica (cella) costituisce un reticolo “cristallino”
- reticolo 1D
(filare)
- reticolo 2
(piano)
- reticolo 3D (reticolo)
z
c
b
a
g
y
b
a
x
Vengono adoperate le coordinate frazionarie relative (adimensionali)
riferite ai vettori assiali.
In questo modo, un generico punto della
z
c a b
b g
a
cella una sua coordinata ha un certo valore
y
assoluto e per calcolare quella dello stesso
punto ad n celle di distanza bisogna
x
moltiplicare (n-1) x asse + coord
x
y
z
xP = ; yP = ; zP =
a
c
b
x
Nel valore frazionario relativo la parte 0
2
intera è proprio (n-1) mentre la parte
decimale è esattamente la coordinata
del punto nella cella dell’origine!
0.25
8
1.00
18
2.25
Sistemi cristallini
A crystal is generally interpreted as the regular assembly, according to
precise rules of symmetry, of many units of the so called "crystalline cells“.
Adjacent cells contain the same individual molecular units.
Cella elementare
La scelta della cella è arbitraria e pertanto è necessario introdurre i
seguenti criteri selettivi:
- la cella deve possedere la simmetria più alta possibile
- a parità di simmetria, la cella deve essere la più piccola possibile
Dipendentemente
dai
possibili
raggruppamenti
degli
elementi
di
simmetria, si vede che le celle 3D possono avere queste 7 possibili
“forme” indicative dette “sistemi cristallini”:
Celle centrate
c
a
b
Celle primitive e multiple (Bravais)
Nella distribuzione ordinata periodica dei nodi reticolari nel cristallo
possono essere “ individuati ”
infiniti possibili piani reticolari la cui
sovrapposizione ordinata crea il suo impaccamento tridimensionale
periodico.
La periodicità del reticolo 3D impone che ciascuno di questi piani ne abbia
infiniti altri uguali paralleli ad esso ed ad una distanza interplanare sempre
uguale (definito fascio di piani).
Pertanto si può affermare
che nel cristallo esistono
infiniti fasci di piani che si
distinguono tra loro per
l’orientazione rispetto agli
assi e la loro distanza
interplanare.
Indici di Miller
Un piano cristallografico viene indicato genericamente con la
notazione (hkl) (Indici di Miller) con il significato che intercetta gli
assi rispettivamente a: a/h, b/k, c/l.
Qualora l’intercetta è all’infinito, il corrispondente indice è zero.
, 1, 
1, 1, 
→ (0 1 0)
→ (1 1 0)
, , 1
1, 1, 1
→ (0 0 1)
→ (1 1 1)
Indici di Miller
011
b0
ax = 6.540 = 1
a0 13.080 2
2
by
by = 8.345 = 1
b0 16.690 2
2
cz = 9.867 = 1
c0 19.734 2
2
222
0
cz
c0
ax
a0
a
1
d
2d
d
d
d
d
0
1
202
Famiglia di piani 202
c
Cristallografia a raggi X
Perché i raggi X
L’uso di radiazione elettromagnetica per visualizzare oggetti richiede che la radiazione
abbia una λ paragonabile ai più piccoli dettagli che si vogliono risolvere.
l raggi X ~10-10 m prossima alla distanza tra atomi di
carbonio legati covalentemente
(1 Ångstrom = 10-10 m)
Cristallografia a raggi X
Perché i cristalli
Un cristallo è costituito da un enorme numero di molecole (1015-1016) disposte
nella stessa orientazione, cosicché i raggi X diffratti si sommano in fase e rendono
il segnale di diffrazione totale di intensità misurabile rispetto al rumore di fondo.
I raggi X interagiscono con la materia ordinata nei
cristalli e subiscono diffrazione. Dalla misura delle
intensità e della posizione dei raggi diffratti è
possibile ricavare la struttura dell’oggetto che ha
causato il fenomeno di diffrazione (coordinate
x,y,z
degli
cristallizzata).
atomi
costituenti
la
molecola
X-ray diffraction
The diffraction originates from the interaction of the waves of appropriate l
with a crystal. The interferences which are observed are closely related to
the atomic structure of the crystal.
diffraction pattern
recorded
crystal
X-ray beam
X-source
diffraction
detector
structure
Raggi X
Scoperti da Roengten nel 1895
La lunghezza d’onda dei raggi X è dello stesso ordine di grandezza
delle spaziature tra gli atomi in un cristallo. E’ una radiazione
ionizzante.
Bragg’s law
Because the crystals can be described by a suitable superposition of
infinite periodic lattice planes, Bragg interpreted the x-ray scattering as
"hypothetical reflections" from these set of planes
X-RAY DIFFRACTION. BRAGG’S LAW
The diffraction of X-rays by crystals was discovered by Max von Laue
in 1912.
Following the experimental observation of X-ray, von Laue showed that
the phenomenon could be described in terms of diffraction from a
three-dimensional grating.
In the same year, Bragg noted the similarity of diffraction to ordinary
reflection and deduced a simple equation treating diffraction as
«reflection» from planes in the lattice.
To derive the equation, we consider an X-ray beam incident on a pair of parallel
planes P1 and P2 with interplanar spacing d.
2
2
1’
1
2’
P1
B
P2
C
O
C
The parallel incident rays 1 and 2 make an angle q with these planes. Electrons
assumed at O and C will be forced to vibrate by the oscillating field of the
incident beam and, as vibrating charges, will radiate in all directions.
For that particular direction where the parallel secondary rays 1’ and 2’ emerge
at angle q as if reflected from the planes, a diffracted beam of maximum
intensity will result if the waves represented by these rays are in phase.
By dropping perpendiculars from O to A and B, respectively, it is evident that
AÔC = BÔC = q.
Hence AC = CB, and waves in ray 2’ will be in phase, i.e., crest to crest, with those
in 1’ if AC + CB ( = 2AC) is an integral number of wavelengths, l.
This is expressed by the equality
2AC = nl
Where n is an integer. By definition AC/d = sinq and, consequently
This is Bragg’s law.
2d sinq = nl
Two beams with identical wavelength and phase approach a crystalline solid and are scattered off
two different atoms within it. The lower beam traverses an extra length of 2dsinθ. Constructive
interference occurs when this length is equal to an integer multiple of the wavelength of the radiation
1
Incident
beam
Scattered
beam
2
q
d
hkl
q
O
q q
A
d
B
C
2q
D r = AC + BC = 2 (d sin q)
Two waves with identical phase
D j = j2 - j1 = 0 and Dr = n l
2 d sinq = n l
n l = 2 d sinq
q
q
Diffraction
angle
d
interplanar distance
wavelength
nl
sin q =
2d
when l grows, 2q increases
when d grows, 2q decreases
Since sinq is a measure of the deviation of the diffracted from the direct
beam, it is evident that structures with large d will exhibit compressed
diffraction patterns, and conversely for small d.
Reticolo reciproco
È un concetto per certi versi astratto ma ci aiuta a capire i
risultati degli esperimenti di diffrazione sui cristalli.
Lo spazio reciproco è lo spazio dell’esperimento di diffrazione.
L’esempio in Figura è il pattern di
diffrazione di un cristallo raccolto
su un film fotografico. Ciascun
punto corrisponde a una famiglia di
piani.
La
macchia
centrale
l’origine del reticolo reciproco.
è