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BREAK EVEN POINT: IL CALCOLO DEL PUNTO DI PAREGGIO
Il Break Even Point (o punto di pareggio) è la quantità di ricavi necessari a coprire la totalità dei
costi aziendali. Rappresenta il punto di equilibrio al di sopra del quale si realizza un profitto.
Viceversa sotto quel livello si misura una perdita.
Il primo passaggio da fare per calcolare il B.E.P. è quello di raggruppare i dati in tre classi:
• costi fissi
• costi variabili
• ricavi
Tramite una rappresentazione grafica è possibile
comprendere la dimensione del profitto o della perdita in
base alle quantità vendute.
Il punto dove queste grandezze si pareggiano è appunto
il break even point.
Qui sotto trovi un esempio che ti aiuterà a capire meglio
il significato di questi termini. Se invece vuoi entrare nel
merito tecnico più in basso trovi anche un foglio excel
per fare calcoli e simulazioni semplici.
ESEMPIO DI CALCOLO DEL BREAK EVEN POINT
Giorgio vuole aprire una pizzeria d’asporto. Dopo aver trovato il locale, vuole sapere quante
pizze deve vendere per coprire le spese. Ovvero vuole calcolare il punto di pareggio (break
even point)
Come prima cosa raccoglie tutti i dati relativi ai costi fissi.
Ovvero quei costi che dovrà sostenere a prescindere dal
numero di pizze che riuscirà a vendere:
• affitto del locale
• utenze (energia, gas e acqua)
• costo lavoro del pizzaiolo
• legna per il forno
• altri costi generali (commercialista, ecc.)
Facendo una somma di tutte le voci, totalizza dei costi fissi annui pari a 36.000 €, ovvero
3.000 € al mese.
A questo punto Giorgio fa il calcolo del costo degli ingredienti per preparare la pizza:
• farina
• sugo di pomodoro
• mozzarella
• vari ingredienti
In questo caso si tratta di costi variabili, ovvero quella tipologia di costi che si hanno in
proporzione al numero di pizze vendute.
In base alla sua esperienza e alla concorrenza
presente nella stessa zona Giorgio decide un
prezzo di vendita di 5€.
La differenza tra ricavi e costi variabili unitari, è detta Margine di Contribuzione.
In questo caso il calcolo è: 5€ (prezzo per pizza) – 2€ (costo ingredienti per pizza) = 3€
margine di contribuzione. Adesso che conosce il margine di contribuzione, Giorgio può
calcolare quante pizze dovrà vendere per coprire i costi fissi.
Formula per calcolare il punto di pareggio:
Il passaggio successivo è poi il seguente:
Nell’esempio della pizzeria d’asporto il conteggio da fare è:
Giorgio adesso sa che, per riuscire quanto meno a pareggiare i costi aziendali, deve
necessariamente vendere 1.000 pizze al mese. Questo è il suo Punto di Pareggio.
BREAK EVEN ANALYSIS: SCHEMA E GRAFICO
La Break Even Analysis è l’analisi del punto di pareggio. Si basa innanzitutto sulla
classificazione dei costi fissi e variabili, al fine di comprendere il loro peso nel calcolo del BEP.
Tale analisi viene spesso fatta sotto forma di un grafico, il quale permette di comprendere
visivamente quale sia il Break Even Point di un’azienda. All’interno di tale grafico vengono presi
in considerazione diverse rette, le quali descrivono:
• costi fissi
• costi variabili
• costi totali
• ricavi
Per poterle rappresentare però, tali rette vengono calcolate nel grafico attraverso la
conoscenza di alcune componenti, viste nel capitolo precedente. Per capire meglio, proviamo
a fare un esempio e immaginiamo di avere:
• costi fissi (CF) = 3.000 €
• costi variabili unitari (CVu) = 2 €
• prezzo unitario (Pu) = 5 €
• quantità (Q)
Conosciute le componenti di calcolo, procediamo ora a costruire il nostro grafico:
1. Disegniamo i due assi
Il grafico si compone di due assi, con medesima origine e perpendicolari tra loro. Il primo,
quello orizzontale (ascisse), è quelle delle quantità di produzione/vendita (Q). Il secondo,
quello verticale (ordinate), è quello degli euro di ricavo/costo.
2. Disegniamo la retta dei costi fissi (CF)
Essendo fissi il loro valore è sempre diverso da zero e non cambia mai. Per questo, è una linea
retta parallela all’asse orizzontale, ovvero non è influenzata dalle quantità prodotte/vendute.
3. Disegniamo la retta dei costi variabili (CV)
Essendo che i costi variabili emergono solo se si produce, la loro retta parte dal punto di
origine (zero) e cresce in relazione alla quantità prodotta.
4. Troviamo la retta dei
costi totali (CT)
Essendo una somma tra costi fissi e variabili, la retta dei costi totali si comporta esattamente
come quella dei variabili. Unica differenza è che tale retta non parte più dal punto di origine
(zero), ma dal punto in cui parte la retta dei costi fissi.
5. Disegniamo la retta dei ricavi (R)
I ricavi si ottengono moltiplicando il prezzo unitario, ovvero della vendita del singolo prodotto,
per le quantità di vendita. Di norma, ha una pendenza superiore a quella dei costi totali,
altrimenti l’azienda sarebbe sempre in perdita.
6. Troviamo il Break Even Point
Il BEP è il punto in cui la retta dei ricavi e quella dei costi totali si intersecano. Nel nostro
esempio, per pareggiare i costi totali sono necessari 5.000 €, ovvero vendere 1000 unità di
prodotto.
N.b.: il risultato è confermato dalla formula del Break Even Point (costi fissi / margine di
contribuzione unitario = 30.000 / 3 = 100)
7. Area di utile ed area di perdita
Il grafico di Break Even Analysis permette di osservare l’entità dell’utile e/o della perdita, a
seconda di quanti volumi di vendita otterrà l’azienda analizzata. Oltre il punto di pareggio,
all’aumentare delle quantità vendute l’azienda aumenterà i propri profitti (area di utile). Al
contrario, se non raggiunge il Break Even Point, meno quantità venderà, più pesante sarà la
sua perdita (area di perdita).
FILE EXCEL PER IL CALCOLO DEL BREAK EVEN POINT
Se hai un’attività, o hai intenzione di aprirne una ,e vuoi calcolare il break even point della tua
impresa puoi scaricare il file excel compilando modulo qui.
I LIMITI DEL PUNTO DI PAREGGIO
Il calcolo del punto di pareggio ha quattro limiti:
• é difficile da calcolare quando l’impresa vende più tipologie di prodotto. Accade molto
spesso che il fatturato sia generato dalla vendita di prodotti con una struttura di costi
differente, ad esempio, una pizzeria da asporto potrebbe proporre anche delle bibite
oppure vendere prodotti differenti come hot dog o kebab. In questi casi è più
complesso determinare il punto di pareggio poichè bisogna considerare i differenti
costi di ognuno e anche la quota di ricavi per ogni tipologia di prodotto (mix di prodotti);
• la distinzione tra costi fissi e costi variabili non è sempre facile. Alcune tipologie di
spesa come il costo del personale e i costi di manutenzione hanno dei livelli minimi che
sono fissi, ma hanno una dinamica variabile all’aumentare della produzione. In pratica,
esistono dei costi che possono avere uno sviluppo ibrido, come i costi semivariabili,
i costi fissi a gradini, i costi progressivi, eccetera;
• è collegato ad un obiettivo minimo che può disorientare. Nella mia attività di
consulente mi sono accorto che il punto di pareggio può diventare, nella testa
dell’imprenditore, un punto di riferimento così forte da diventare il traguardo da
raggiungere. Invece, il break even point è un livello che genera un utile pari a zero,
perciò bisogna andare oltre questa analisi. In altre parole è da preferire un’attività di
analisi finalizzata alla definizione di un budget che preveda un utile adeguato rispetto al
capitale investito e al rischio di impresa;
• ignora gli effetti finanziari legati ai flussi di cassa. L’analisi del punto di pareggio
prende in esame solamente i costi e i ricavi che, in molti casi, hanno dinamiche distanti
dalle entrate e uscite.
CONSIDERAZIONI FINALI
Per le attività mono-prodotto, il punto di pareggio ha il grande pregio di essere relativamente
facile da calcolare. È utile anche rispetto alla definizione del margine di contribuzione che
aumenta la consapevolezza rispetto alla definizione dei prezzi e delle promozioni. Abbiamo
visto però che ci sono anche dei limiti che suggeriscono di adottare processi di
programmazione e controllo più completi come il budget.
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